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Storia moderna riassunto parte 3, Sintesi del corso di Storia Moderna

Riassunto dell’esame di storia moderna parte 3

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 20/01/2018

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Scarica Storia moderna riassunto parte 3 e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! STORIA MODERNA Inghilterra e Francia Francia e Inghilterra, nel 1453, posero fine alla Guerra dei Cento Anni. L’Inghilterra ne uscì indebolita e dovette rinunciare a tutti i possessi sul suolo francese a eccezione del porto di Calais sulla Manica. Le ostilità si conclusero con la dinastia, i Tudor (1485-1603), di Enrico VII (1485-1509). Accanto alla monarchia vi era un Parlamento articolato in due Camere: una ereditaria (Camera dei Lords), costituita dalla grande nobiltà, e l’altra elettiva(Camera dei Comuni), formata dalla piccola nobiltà terriera, dai borghesi e dai coltivatori diretti. I Tribunali erano tre e si occupavano degli affari civili, criminali e dei problemi finanziari. La Francia, invece, uscì vincitrice. Il processo di unificazione fu concluso dal suo successore, Carlo VIII (1483-1498), che col matrimonio con Anna di Bretagna, ricongiungeva ai suoi domini. Dal punto di vista economico l’agricoltura soddisfaceva la domanda. Ci fu l’introduzione di una tassa, la taille, che consenti di affrontare i pesanti costi delle guerre. Il re francesi, si avvaleva di un Consiglio del re formato dai grandi dignitari e dai grandi ufficiali della Corona per: la riscossione delle tasse, il prestito pubblico e la vendita delle cariche. Era uno Stato fondato sulla monarchia sull’aristocrazia e sulla Chiesa francese. Enrico II morì e gli successero i figli, Francesco II e Carlo IX. Inizia così un periodo di guerre civili,: da un lato gli ugonotti chiedono aiuto ai protestanti olandesi e dall’altro i Guisa si alleano con Filippo II di Spagna. Gli ugonotti diventarono così uno Stato nello Stato ma nel 1572 gli ugonotti riuniti a Parigi furono massacrati e altre stragi si verificarono in tutto il paese. Ci fu la cosidetta “guerra dei tre Enrichi”, perché ne furono protagonisti Enrico III di Valois, Enrico di Guisa ed Enrico di Borbone. I primi due furono uccisi e l’unico candidato rimasto in vita, Enrico di Borbone, con una cerimonia si convertì al cattolicesimo. L’assolutismo di Luigi XIV Luigi XIV era succeduto al padre. Nelle sue decisioni il sovrano era affiancato da un Consiglio supremo, carica ricoperta Colbert. Colbert fu l’ispiratore del colbertismo, la più completa realizzazione del mercantilismo, si fondava sulla convinzione che la ricchezza di uno Stato derivasse dalla quantità di metalli preziosi presenti all’interno del paese. La massima espressione dell’assolutismo di Luigi XIV fu la costruzione della reggia di Versailles. Luigi XIV aveva scelto il sole come proprio emblema (e per questo che sarà chiamato Re Sole), il suo regno doveva trarre splendore dalle iniziative del sovrano. Vennero introdotti i controlli sulle tipografie e sugli stampatori. Luigi XIV decise di ricondurre il paese all’unità religiosa per apparire agli occhi del mondo cattolico, il campione della cristianità. La Repubblica aveva da poco firmato con l’Inghilterra, la pace di Breda (1667), con la quale riconosceva l’Atto di Navigazione e cedeva agli Inglesi la Nuova Amsterdam, che da allora prese il nome di New York. 1789: la fine dell’ancien régime, Napoleone Bonaparte Luigi XVI (succeduto al nonno, Luigi XV,) e i suoi ministri propendevano per una tassazione dei ceti privilegiati, ma il clero e la nobiltà si opponevano e suggerivano invece una riduzione della spesa pubblica. Il Terzo stato rappresentava il 98% della popolazione. Era infatti previsto che si votasse per ordine e non per testa, in questo modo l’alleanza fra i ceti privilegiati avrebbe potuto prevalere sul Terzo stato. Avviati i lavori degli Stati generali, il Terzo stato si autoproclamò Assemblea nazionale, l’antico sistema per ordini veniva meno. Furono confiscati i beni alla chiesa e cessarono, le discriminazioni nei confronti dei protestanti e degli ebrei, ai quali furono riconosciuti i diritti civili, l’abolizione della schiavitù. La monarchia costituzionale 1790-1791: La libertà di stampa, aveva favorito pubblicazioni periodiche di ogni tendenza. Nascono i clubs, quello più importante si rivelerà quello dei giacobini (dal nome dell’ex convento domenicano di S. Giacomo). Organizzati secondo una rigida disciplina, miravano a esercitare un controllo sulle attività delle istituzioni. Fra i membri di maggior spicco c’era Robespierre. Dopo la requisizione dei beni della Chiesa spettava allo Stato il mantenimento degli ecclesiastici. La Francia fu suddivisa in 83 dipartimenti. La Costituzione era un regime liberale, fondato sulla separazione dei poteri. La nazione veniva privata del suo tradizionale punto di riferimento unitario: il re. La Repubblica e la guerra rivoluzionaria 1792-1793: Nel 1791 si sciolse l’Assemblea nazionale costituente e si riunì il nuovo Parlamento, l’Assemblea legislativa, costituita da 250 deputati, 350 costituzionali e 136 giacobini. Ad essi si aggiunsero i Sanculotti e federati chiedevano la sospensione della monarchia. Nel 1792, 47 circoscrizioni su 48 chiesero la deposizione del re. Con due assalti al palazzo delle Tulieries, la seconda delle quali determinò l’arresto e la sospensione del re. La Convenzione nazionale, il nome della nuova assemblea, fu eletta a suffragio universale. I girondini richiedevano di appellarsi al popolo per confermare la condanna a morte di Luigi XVI. Con la maggioranza di voti favorevoli Luigi XVI fu decapitato. La Convenzione dichiarò guerra all’Inghilterra e all’Olanda, il mese successivo alla Spagna. In breve la Francia si trovò in guerra con tutti gli Stati europei. Nella capitale, invece, le circoscrizioni si organizzarono contro i girondini. La Convenzione dovette decretare l’arresto di 29 deputati e 2 ministri girondini. Sconfitti i girondini, prendeva corpo l’egemonia dei giacobini, con il loro leader Robespierre, furono il governo rivoluzionario e il Terrore, ossia l’eliminazione fisica degli avversari. La convenzione mise il Terrore “all’ordine del giorno”. Le prigioni si riempirono, i tribunali e la ghigliottina lavoravano senza tregua. A Parigi, furono processati e decapitati l’ex regina Maria Antonietta e i capi girondini. Fu promossa un’opera di scristianizzazione, che portò all’introduzione del calendario repubblicano (5 ottobre 1793), rimasto in vigore fino al 31 dicembre 1805; La scristianizzazione non ebbe l’appoggio di Robespierre, e per tale motivo impose il culto dell’Essere Supremo. Il 9 termidoro (26 luglio) Robespierre e altre 21 persone furono messi sotto accusa dalla Convenzione e arrestate. Una nuova Costituzione dell’anno III (1795) proclamò la difesa del diritto di proprietà, fu creato un parlamento bicamerale e truppe governative, comandate da Napoleone Bonaparte, repressero a cannonate la sommossa. La guerra, l’uccisione del re e il Terrore ridussero notevolmente in Europa, il numero dei sostenitori della rivoluzione. Bonaparte e la campagna d’Italia: 1796-1797: Napoleone Bonaparte divenuto generale, dopo termidoro, fu per breve tempo imprigionato a causa della sua amicizia con il fratello di Robespierre. Mise in luce le sue straordinarie qualità di comandante militare: la capacità di imporsi agli ufficiali e la rapidità di manovra e di decisione. In pochi giorni sconfisse piemontesi ed austriaci e con il trattato di Campoformio ottenne il riconoscimento dell’egemonia francese in Lombardia e in Emilia. L’Egitto era una provincia dell’Impero ottomano. Con una durissima marcia i francesi giunsero in prossimità del Cairo e sconfissero i Mamelucchi. La vittoria diede nuova fama a Napoleone. I suoi successi militari furono però annullati dalla distruzione della flotta francese dall’ammiraglio inglese Nelson. La situazione di crisi politica si risolse attraverso il colpo di Stato dove Bonaparte tornò a Parigi da trionfatore e impose con le armi una riforma costituzionale. A Bonaparte, nominato Primo console, era attribuito il potere esecutivo e parte di quello legislativo. Di fatto si instaurò un governo dittatoriale, basato su un consenso diretto del popolo ottenuto attraverso i plebisciti. Napoleone, tramite un plebiscito, si fece nominare console a vita. Ma importante nell’opera riformatrice napoleonica fu la promulgazione, del Codice civile, che salvaguardava le più importanti conquiste. Nel diritto di famiglia venne mantenuto il divorzio; in materia successoria furono aboliti i diritti della primogenitura. Napoleone si fece nominare imperatore dei francesi e proclamò la decadenza del Sacro Romano Impero. La campagna di Russia e il crollo dell’impero L’impero napoleonico si fondava su una supremazia militare basata su un esercito di cittadini. L’imponente esercito (circa 650.000 uomini) che iniziò le operazioni contro la Russia che si risolse infine in una ritirata a prezzo di fortissime perdite. Dopo l’occupazione di Parigi, Napoleone dovette abdicare e ricevette dai vincitori il possesso dell’isola d’Elba. Al trono di Francia ritornò un Borbone, Luigi XVII, fratello del re ghigliottinato. Il malcontento popolare, convinsero Napoleone a tornare. Sconfitto dalle potenze europee in Belgio, il mese successivo morì. L’illusione era durata solo “cento giorni”. Spagna Furono unificate le due Corone, Isabella e Ferdinando e si trovarono di fronte a un paese con lingue diverse e un proprio ordinamento giuridico e costituzionale. Risultò uno Stato pluralistico e non unitario. Monarchia e chiesa erano d’accordo sull’intolleranza nei confronti di ebrei e musulmani e ottennero da Sisto IV, il permesso di istituire un tribunale dell’Inquisizione. Il tribunale, famoso per il macabro spettacolo degli autodafé (atti di fede). Il 2 gennaio del 1492, il Regno di Granada capitolò e fu costruita la città, Santa Fe. Contemporaneamente alla presa di Granada, furono espulsi 100mila ebrei. Gli spagnoli però, adottarono verso la popolazione moresca una politica di tolleranza. Ma sotto la spinta dell’arcivescovo di Toledo, fu lanciata una campagna di conversioni forzate e di battesimi di massa. La base principale della corsa turca nel Mediterraneo occidentale. La situazione per gli spagnoli si fece ancora più difficile, il sultano nominò Barbarossa grand’ammiraglio di tutta la flotta turca. La Spagna conquistò Tunisi ma l’impresa non ebbe effetti risolutivi. Barbarossa già dopo qualche settimana rispose all’attacco spagnolo assalendo e devastando Port nell’isola di Minorca. La sconfitta della lega cristiana, spinse nel 1540 la Serenissima a siglare un trattato di pace separato con la Porta, che prevedeva un risarcimento di trecentomila ducati e la cessione di alcune fortezze veneziane. In pratica, solo il Marocco atlantico restò fuori dalla dominazione ottomana. Nella parte orientale, accanto all’Impero ottomano, vi erano due entità politico-militari: il Sultanato mamelucco in Egitto, e quello safavide. Ma Selim I, salito al trono dopo aver ucciso i fratelli e costretto il padre all’esilio, considerato ‘Crudele’, attaccò prima i Safavidi e poi i Mamelucchi che furono sconfitti. Selim fu considerato protettore delle due città sante dell’Islam: la Mecca e Medina. Tunisi fu conquistata da Sinan Pascià. Il sultano costituiva il vertice di uno stato centralizzato, affiancato da un alto dignitario: il gran visir. Il Consiglio imperiale si riuniva quattro volte alla settimana e alle riunioni vi partecipavano: i ‘visir della cupola’, e cioè il capo della cancelleria, i due giudici dell’armata. I giannizzeri, erano famosi per la grande abilità durante i combattimenti. Un emissario del sultano ogni tre o sette anni, sceglieva un certo numero di ragazzi (da mille a tremila), che venivano condotti a Istanbul. Dopo essere stati convertiti con la forza all’Islam, addestrati alle armi e i più dotati sul piano fisico e intellettuale, ricoprivano funzioni amministrative e militari. Ibrahim Pascià, il gran visir di Solimano dal 1523 al 1536, fu reclutato attraverso il sistema del devishirme (raccolta sistematica dei bambini). La dinastia aveva origini turche e la lingua ufficiale era il turco ottomano. L’impero era stato diviso in province, amministrate da un governatore incaricato di controllare l’attività economica e il loro mandato, durava da uno a tre anni. Inizialmente erano 8 province e successivamente 32, con 279 sancak. Questi ultimi erano suddivisi in vari distretti (kaza o kadilik) amministrati da un giudice (kadi). Le città, a differenza di quelle europee, non avevano mura difensive. In esse si concentravano le attività commerciali suddiviso in tre aree: il bedesten, un mercato coperto per le merci preziose; un khan, che fungevano da deposito; infine, un suk, un complesso di strutture rotonde circondate da botteghe e chioschi raggruppati secondo le merci. Le città musulmane, infine, si caratterizzavano per la presenza di una grande moschea; A Istanbul solo il 58% risultava di religione musulmana, circa un terzo erano cristiani, quasi tutti ortodossi, e il resto di religione ebraica. La ricca varietà ittica del Bosforo, dovuta al contatto di acque fredde e poco salate del Mar Nero con quelle più calde e salate del Mediterraneo, rendeva il mercato del pesce di Istanbul, una delle meraviglie della capitale. Erano soggette a tassazione tutte le attività agricole. Inoltre, i sudditi non musulmani erano soggetti a una particolare imposta (cizye). I sudditi dell’impero erano suddivisi in due categorie sociali: gli asker (letteralmente ‘soldati’) e i reaya (letteralmente ‘il gregge’). Il timar, costituiva la base dell’organizzazione socio-economico dell’impero. Tale istituto, consisteva nella concessione da parte del sultano a un privato di riscuotere decime e tasse,. In questo modo il sultano, retribuiva i suoi più alti funzionari. A differenza del feudo, il cui territorio poteva essere venduto, ereditato, suddiviso o ceduto, la concessione di un timar non era di natura patrimoniale ma personale,attribuiti in base ai meriti, alle responsabilità e al valore del timariota. La merce umana: La massa dei catturati veniva negoziata sui grandi mercati. Gli uomini e le donne di bell’aspetto e quelli alfabetizzati, scampavano ai lavori duri; spesso, erano offerti in regalo al sultano, erano impiegati come domestici e guardiani di harem; le donne, invece, come nutrici, serve o concubine. Le occasioni per riconquistare la libertà erano varie. Nel mondo islamico il matrimonio con una persona libera o il sopravvivere al proprio padrone comportava l’emancipazione dalla schiavitù. Nel mondo islamico sembra che non vi fossero appositi istituti che si occupavano della liberazione di schiavi musulmani, essa avveniva attraverso lo scambio di prigionieri o per mezzo di trattative private condotte dai parenti. La decadenza dell’impero ottomano si ritiene abbia avuto inizio con la morte di Solimano I il Magnifico. Durante il sultanato di Ahmed III (1703-1730) fu tentata una riorganizzazione. Questo periodo, conosciuto come il periodo dei tulipani, per la moda di coltivare il caratteristico fiore olandese, fu una fase di grande apertura nei confronti della cultura occidentale, grazie anche all’apertura di cinque biblioteche e all’introduzione, della stampa. Così il periodo dei tulipani si chiuse con una sanguinosa rivolta, promossa dai ceti conservatori. Soltanto durante il sultanato di Mahmud II (1808-1839) furono avviate e realizzate una serie di riforme, la cui storia doveva concludersi definitivamente nel 1922. La cultura araba mediterranea: Una civiltà urbana, quella islamica, caratterizzata da una struttura sociale stratificata e dalla presenza di forme architettoniche complesse e raffinate. L’Islam era subentrato al vecchio impero persiano ed era arrivato in Spagna. L’influenza della cultura araba sull’Europa fu certamente considerevole, Dante, nella Commedia, riservò una posizione di privilegio ai filosofi arabi. L’avanzata turca: Animati dagli ideali della guerra santa e decisi ad estendere il loro dominio sull’intera regione, sotto la guida del sultano Murad I (1362-1389), nel giro di pochi decenni ne assoggettarono la popolazione cristiana. Murad I fu assassinato da un serbo ma grazie al suo successore Bayazed I soprannominato “la Folgore” per la rapidità con la quale eseguiva le sue operazioni militari, furono avviate una serie di operazioni militari in Rumelia e con 10mila soldati tentarono un primo assedio a Costantinopoli. L’avanzata ottomana fu interrotta da Timur lo Zoppo, che sconfisse per la prima volta i turchi. Dopo un decennio di lotte tra i 4 figli di Bayazed I, l’unità dell’impero fu restaurata dal suo secondogenito Maometto I (1413-1421). Alla sua morte, il figlio Murad II sottomise i regni anatolici, a cui sottrasse Costantinopoli il centro più importante dell’impero bizantino. Maometto II, noto come “il Conquistatore”, terzo figlio maschio di Murad II appena ventenne s’impossessò della città che divenne, sotto il nome di Istanbul. Le relazioni tra musulmani e cristiani non si evolsero solo attraverso continue ostilità e conflitti, ma si verificò una costante osmosi tra le due diverse culture. Le sponde cristiane e islamiche del Mediterraneo ebbero, infatti, ottime ragioni per cooperare, almeno economicamente, se non culturalmente. Gli Ottomani assumevano i cristiani, usavano il know-how e la tecnologia occidentale ed incoraggiavano i mercanti europei a commerciare nel Levante. Forme di reclutamento in area ottomana: Crescente domanda di manodopera nell’esercito indusse lo Stato ottomano ad arruolare i bambini come soldati a lungo termine. Fu a quel tempo che venne introdotto il cosiddetto fenomeno del devșirme raccolta sistematica di bambini. Oltre ai rinnegati ed ai captivi, ad essere impiegati erano anche i sudditi cristiani dell’Impero. Gli Ottomani erano soliti catturare cristiani nel pieno delle più importanti battaglie navali. Il rinnegato è la persona che abbandona la cristianità per un’altra fede. Il mühtedi, è la persona di un’altra confessione religiosa che abbraccia l’Islam. Le persone libere si convertivano egualmente all’Islam per propria scelta, nell’aspettativa di ottenere benefici sul piano economico e sociale. A questo proposito Cardini ricorda come: “I poveri, i deboli, privi di fortuna della Cristianità, guardavano con speranza e invidia al mondo degli infedeli dove si poteva nascere pescatori e diventare ammiragli”. I dragomanni: Uno dei più noti dragomanni era Ibrahim Bey. Il gran dragomanno era incaricato di trattare le più importanti questioni di Stato. La mancanza di interpreti e traduttori qualificati e competenti nelle lingue europee emerse sempre più come un problema e vi fu l’istituzione di un nuovo funzionario di corte. I veneziani furono i primi a elaborare una strategia, Renier, ambasciatore della Serenissima propose che i giovani sudditi veneziani fossero mandati a Costantinopoli per impararne la lingua al fine di diventare interpreti ufficiali. La Francia scelse di imitare l’approccio veneziano e cominciò a mandare ogni tre anni un gruppo di ragazzi di dieci anni a Costantinopoli. La posizione del dragomanno, non si limitava al lavoro di interprete o di traduttore; ai dragomanni veniva anche richiesto di fare rapporto ai rispettivi governi. Le loro abilità in qualità di interpreti e diplomatici furono sfruttate dai turchi, facendo sorgere sospetti sulla lealtà dei dragomanni. Mobilità sociale nell’Impero turco: Uno dei più importanti Gran Visir fu Mehmet, il cui soprannome turco era Sokollu. Quando il sistema della Raccolta arrivò nella sua terra, venne selezionato e condotto a Costantinopoli. Creò una fondazione pia – un waqf – per suo padre, in modo da garantirgli una notevole quantità di denaro. Non esisteva una legislazione che determinava quali fossero i crimini punibili con la galera. Relazioni diplomatiche e spionaggio: Con il definitivo declino di Bisanzio, i turchi assunsero il ruolo di partners e rivali di Venezia. Dopo la morte di Maomeoto II, ebbero inizio le aspre contese per la successione tra i figli. Il fratello del nuovo sultano Beyazit II, lo sventurato principe Cem, dopo aver perso la lotta per ascendere al trono, la corte papale, ospitò Cem, offrendogli un rifugio al sicuro. Era trascorso esattamente mezzo secolo dalla conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II era divenuto chiaro che solo i sultani erano abbastanza potenti. Portogallo e Spagna: storie parallele I viaggi di esplorazione portarono alla scoperta di un nuovo continente e ampliarono le conoscenze geografiche. Si pensi ad esempio ai progressi tecnici nella costruzione delle navi che resero possibile la realizzazione della caravella, un’imbarcazione a tre alberi messa, agile e maneggevole. Le ragioni che spinsero spagnoli e portoghesi alle esplorazioni furono per approvvigionarsi alla fonte delle spezie e per strappare dalle mani dei Veneziani il monopolio delle spezie. Sotto la dinastia degli Aviz, navigatori portoghesi iniziarono ad avventurarsi nell’Atlantico. Impronta decisiva la diede il principe Enrico il Navigatore che fondò a sud del Portogallo, la prima scuola di navigazione. Fu solo nel 1487 che Bartolomeo Diaz per la prima volta raggiungeva il Capo Tormentoso, ribattezzato dal re portoghese, Giovanni II, Capo di Buona Speranza. La scoperta dell’America Mentre i portoghesi cercavano il passaggio attorno all’Africa per raggiungere le Indie, il genovese Cristoforo Colombo decise di compiere un viaggio per mare in direzione opposta a quello percorso per terra da Marco Polo. L’ipotesi di Colombo, sostanzialmente corretta, si basava su di una percezione della circonferenza della Terra più piccola di quella reale. Il navigatore genovese si rivolse alla monarchia spagnola per un finanziamento, che dopo la vittoria contro i mori di Granada concedeva a Colombo le risorse necessarie. Partito il 3 agosto 1492, con tre caravelle raggiunse una terra da lui chiamata San Salvador. Convinto di essere sbarcato sulle coste del Giappone, proseguì la sua navigazione. Raggiunse così una vasta isola che chiamò Hispaniola (Haiti) dove trovò modeste quantità di oro, ritornato in Spagna al suo arrivo fu accolto con onori trionfali. La seconda spedizione si prefigurava come un tentativo di colonizzare Hispaniola. La terza spedizione di Colombo, nel 1498, approdò sulla terraferma, nell’attuale Venezuela, dove per via della sua cattiva amministrazione dei territori coloniali provocò gravi disordini e Colombo fu arrestato e ricondotto in Spagna. La regina Isabella gli permise di organizzare un quarto viaggio, che non ebbe una particolare fortuna, per cui quando morì nel 1506, Colombo era in povertà dimenticato da tutti. Nel 1500 il navigatore portoghese Cabral, mentre faceva il giro dell’Africa per raggiungere l’India, la tempesta trascinò le sue navi verso una terra sconosciuta su cui cresceva il pernambuco, un albero dal legno di colore rosso brace. Fu questo che condusse alla scoperta del Brasile, così denominato da quel colore rosso brace che caratterizzava la vegetazione. Intorno al 1502 un esperto navigatore fiorentino, esplorava le coste dell’America meridionale e si convinse, al contrario di Colombo, appartenessero ad un nuovo continente. Fu grazie alla riscrizione della carta del 1507 che chiamò per la prima volta America, dal nome di Amerigo Vespucci, il Nuovo Mondo. La via portoghese alle Indie Pochi anni dopo Vasco de Gama, partiva nel 1497 da Lisbona e raggiungeva nella primavera del 1498 il porto indiano di Calicut, regione meridionale dell’India. Le navi di Vasco de Gama e degli altri navigatori portoghesi tornarono cariche di spezie. I portoghesi impiantarono lungo la rotta che andava da Lisbona alle Indie una fitta rete di basi commerciali, attraverso le quali riuscirono a commercializzare le spezie e le droghe indiane, a prezzi 5 volte inferiori rispetto a quelli di Venezia. Se da una parte l’espansione portoghese costituì una grave minaccia per i traffici marittimi della Repubblica di Venezia, dall’altra comportò uno spostamento delle correnti commerciali dalle vie marittime. La vasta rete commerciale lusitana favorì un commercio interasiatico e fece dei lusitani i principali intermediari negli scambi asiatici che riuscirono a creare un grande emporio commerciale in Cina, da dove spinsero i loro traffici sino alle isole del Giappone. Fu così creato il primo impero coloniale, il primo governatore dell’India, Alfonso de Albuquerque, aveva progettato, di deviare il corso del fiume Nilo e distruggere così l’Egitto, di conquistare la Mecca e scambiarla con Gerusalemme. Il successo dei portoghesi alimentava l’invidia degli spagnoli. Ferdinando Magellano, si avviò a tentare l’impresa. Partito con 5 navi e un equipaggio di 270 uomini, scoprì il passaggio che fu detto appunto Stretto di Magellano. Tra pericoli le navi spagnole si avventurarono nelle acque di quell’oceano sconosciuto che rimase calmo e fu denominato Oceano Pacifico. Nelle Filippine, Magellano insieme ad altri 40 uomini fu ucciso dagli indigeni. Era la prima circumnavigazione del globo, che diede all’Europa un’idea della vera dimensione degli oceani. clientela, avviene tra ceti distanti tra loro, il secondo, che non crea asservimento. In poche parole la beneficenza non è un puro atto di generosità, ma viene fatta per ottenere in cambio qualcosa, per stabilire una distanza sociale tra donatore e ricevente. L’Olanda del ‘600 Tuttavia l’Olanda, la provincia più ricca e potente. I primi anni della Repubblica furono caratterizzati dalla contrapposizione tra pacifisti e coloro che erano favorevoli ad un proseguimento della guerra contro la Spagna. 10 compagnie olandesi si fusero nella Compagnia delle Indie orientali. La Compagnia disponeva di una potente flotta e di propri uomini armati. In cambio era tenuta a cedere allo Stato un terzo dei suoi profitti. Nel 1662 gli olandesi cacciarono via i portoghesi dal Capo di Buona Speranza e s’installano al loro posto. Le caratteristiche offensive dell’imbarcazione, aprirono una nuova fase di ostilità. Inglesi e olandesi navigavano non solo come commercianti, ma anche come pirati. In tali circostanze le uniche imbarcazioni che potevano navigare con sicurezza erano quelle dotate di potenti bocche da fuoco come quelle della Compagnia inglese del Levante. In particolare, Venezia, che sino alla fine del Cinquecento rappresentava la maggiore potenza marittima d’Europa, agli inizi del Seicento dovette difendere il proprio naviglio nell’Adriatico dagli Uscocchi, pirati cattolici dovette ricorrere all‘intervento di navi olandesi per difendersi da un attacco marittimo spagnolo. La formazione della Prussia e della Russia Il nucleo originario della Prussia era sotto il dominio degli Hoenzollern. Gli Hoenzollern, consentirono a Federico Guglielmo di accogliere, un gran numero di profughi ugonotti. Nel 1670 un capo cosacco, Razin, si pose alla testa di una formazione ribelle, con lo scopo di liberare il popolo dalla servitù. Razin, fu catturato e giustiziato a Mosca. Fu compito dello zar, Pietro il Grande a dare inizio ad un governo autocratico e assoluto, istituendo scuole militari e di navigazione. La guerra di successione spagnola Il re di Spagna Carlo II d’Asburgo sarebbe morto senza eredi, aveva scelto per testamento il candidato francese col nome di Filippo V, con la clausola che in caso di accettazione le due monarchie, di Spagna e di Francia, rimanessero separate. Ma nessuna potenza europea era disposta a credere alle buone intenzioni del re di Francia. Si scatenò una guerra che coinvolse tutte le potenze europee. La guerra di successione spagnola (1702-1713) combattuta in Italia, subì una svolta quando l’arciduca Carlo, dopo la morte del padre e del fratello maggiore, ereditava i domini asburgici e diveniva imperatore. Si giunse allora alla pace che fu firmata da Francia e Spagna (1713) La guerra di successione polacca ed austriaca e la sistemazione dell’Italia La Spagna insoddisfatta aveva invaso la Sardegna austriaca e la Sicilia sabauda. La guerra che ne seguì, guerra di successione polacca (1733-1738), tra Francia, Spagna e Savoia da una parte, e Austria dall’altra, si svolse prevalentemente in Italia. La pace stipulata a Vienna (1738) lasciò Augusto III re di Polonia, come compenso per la rinuncia alla Polonia, fu assegnato il ducato di Lorena, che alla sua morte sarebbe passato alla Francia. Due anni dopo moriva l’imperatore Carlo VI, il quale indicava per la successione la figlia Maria Teresa. La maggior parte della nobiltà imperiale rifiutava di riconoscere la successione femminile, nonostante l’imperatore, avesse promulgato nel 1713, un editto che ammetteva anche le figlie femmine alla successione della Casa d’Austria. La Guerra dei Sette anni La Prussia fu assalita da tutti i lati, ma l’ascesa al trono dello zar Pietro III, salvarono la Prussia. Tra Prussia, Russia e Austria segnarono la scomparsa della Polonia come Stato autonomo. Fra Inghilterra e Francia si combatteva una guerra per il controllo commerciale delle aree. La vittoria britannica nella guerra dei Sette anni, portò alla dominazione di un mercato enorme. L'Inghilterra da Elisabetta Tudor a Carlo I Stuart Al breve regno di Maria Tudor (1553-1558), figlia di Enrico VIII e di Caterina d'Aragona, seguì quello della sorellastra Elisabetta I (1558-1603), figlia di Anna Bolena. Emanò un Atto di Supremazia ripristinò la confessione anglicana come religione del Regno. Dopo l'arrivo in Inghilterra della cugina, la cattolica regina di Scozia Maria Stuart, divenne il punto di riferimento di tutti i cattolici inglesi. I tentativi cattolici fallirono e Elisabetta fece condannare a morte la pretendente cattolica al trono inglese. Elisabetta creò una legge sui poveri, la Poor Law. Alla sua morte successe il re di Scozia, il figlio di Maria Stuart, Giacomo I (1603-1625), che unificò le due corone. Sali poi al trono Carlo I Stuart (1625- 1649), che governò in modo autoritario e volle imporre ovunque l’anglicanesimo, fu poi denunciato per illegalità in materia fiscale dal parlamento. Dopo questo episodio Carlo sciolse il Parlamento e non lo convocò per ben undici anni. Carlo I fu costretto nuovamente a convocare il Parlamento (Parlamento Corto) per la sua durata e eletto poi il Lungo Parlamento. Il Parlamento inglese si affida al deputato Oliver Cromwell (1599-1658), il compito di reclutare un corpo di cavalleria. Nacque così, la temibile cavalleria detta Ironsides (fianchi di ferro). Il re Carlo I fu giudicato da un tribunale militare fu condannato a morte e decapitato. Per la prima volta, un popolo chiamava in giudizio il suo re e lo condannava. La rivalità commerciale con l’Olanda lo induce a emanare l’Atto di navigazione, in base al quale nei porti inglesi possono sbarcare solo merci trasportate da navi inglesi. Cromwell, nomina un nuovo Parlamento, ma è costretto a scioglierlo per il prevalervi dei Livellatori, un movimento diffuso tra i ceti medi. Decide allora di governare col solo aiuto dell’esercito, facendosi nominare Lord Protettore. I disordini che si verificarono consigliarono al Parlamento di restaurare la monarchia Stuart mettendo sul trono Carlo II figlio di Carlo I. La Gloriosa Rivoluzione:Il paese accolse con grande entusiasmo la restaurazione della monarchia, ma iniziò nuovamente ad irritarsi quando si accorse che anche Carlo II si stava avviando verso la via dell’assolutismo. Carlo II era privo di figli e perciò alla sua morte il trono sarebbe passato al fratello Giacomo, cattolico dichiarato. Sulla questione il Parlamento si divise in due fazioni, da una parte i tories, successori di Giacomo, dall’altra i whigs, suoi oppositori. Giacomo II divenne re d’Inghilterra. Giacomo II con la nascita di un figlio maschio fece capire che sul trono si sarebbe prolungata una dinastia cattolica, il Parlamento si rivolse al protestante Guglielmo d’Orange, governatore d’Olanda e marito della figlia di Giacomo II, Maria, che sbarcò in Inghilterra e mise in fuga il suocero permettendo così al Parlamento di offrire la corona all’Orange. Guglielmo e Maria (1689- 1702) salirono così al trono d’Inghilterra grazie a quella che fu definita una Gloriosa Rivoluzione a patto che accettassero la Bill of Rights (Dichiarazione dei Diritti), un atto solenne nel quale si sanciva la libertà di stampa e di parola in Parlamento. L’estinzione della dinastia Stuart portò Hannover, pronipote di Giacomo I Stuart, sul trono inglese. Giorgio I non parlava l’inglese cosi l’ostilità nei suoi confronti da parte dei Giacobiti, fece sì che il re affidasse tutto al partito whigh, capitanato dal primo ministro Robert Warpole. Gli anni del governo di Warpole furono anni di pace. Fu il primo regno non seguito dal re. Dall’Europa sparì la peste e si abbassò anche la mortalità infantile. Di conseguenza l’ateismo era considerato un atto paragonabile al suicido, in quanto la religione, rivestiva un posto ben più importante della medicina, i cui progressi erano stati minimi, basti pensare che la scoperta della circolazione del sangue avvenne nel 1628 per merito dello scienziato Harvey. I condannati a morte, erano costretti a chiedere con ogni mezzo il perdono a Dio, perché la loro anima non fosse dannata. Nei casi di eresia e di stregoneria, la condanna a morte era ancora eseguita col rogo. Le sepolture dei cadaveri avvenivano nelle chiese o nelle loro vicinanze e senza una sepoltura in terra consacrata, il morto sarebbe stata preda del diavolo. MONDO FEUDALE:La società di antico regime era una società fondamentalmente agricola. L’agricoltura era la principale attività economica. In Inghilterra furono introdotte le enclosures, le recinzioni con muretti e per aumentare la produzione agricola, il maggese (il periodo di riposo dei campi) fu sostituito con la coltivazione di piante da foraggio, come il trifoglio e le rape, e così aumentarono le disponibilità alimentari per gli uomini e gli animali. L’allevamento diveniva fondamentale per l’azienda agricola poiché forniva concime naturale per la terra. LE CITTA’: La città europea era stata caratterizzata da tre ambienti distinti: l’aristocrazia, il mondo delle professioni e la plebe. All’élite si poteva accedere anche attraverso la fedeltà politica, la messa in pratica di una strategia matrimoniale Per aprire una bottega ed entrare in una corporazione, invece, bisognava fare anni di apprendistato, meglio se si era figli o se si diventava generi di un mastro. IL MERCANTILISMO: Compito di ciascun paese era attirare a sé la parte maggiore ricchezza, sottraendola agli altri (mercantilismo). Il mercantilismo era quindi aggressivo. La potenza più aggressiva in questo campo fu l’Inghilterra, che riuscì a conquistare quasi il monopolio. ILLUMINISMO Secondo Kant l’Illuminismo è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità. Incapacità di servirsi del proprio intelletto. Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! E’ questo il motto dell’Illuminismo. La società investe il lume della ragione e fu scritta la prima enciclopedia diretta da Diderot e D’Alambert. Peter Gay, intitolò lo studio dedicato all’Illuminismo: La nascita del paganesimo moderno proprio a sottolineare l’eliminazione del soprannaturale, intendendo con ciò il crollo di forze e potenze magiche o spirituali. Rousseau elaborò una proposta di rifondazione della società e dell’uomo: al progetto politico esposto nel Contratto sociale (1762) affiancò un progetto pedagogico, promuoveva una nuova pedagogia, fondata sul principio del libero sviluppo della personalità del bambino. Centro dell’Illuminismo italiano fu Milano dove, intorno alla rivista “Il Caffè” impegnata nella lotta per le riforme, si raccolsero Cesare Beccaria e i fratelli Verri. Una parte della creatività progettuale dell’Illuminismo si tradusse in riforme. Un primo nucleo di interventi riguardò la terra e l’agricoltura. I problemi da affrontare erano legati all’esistenza di vasti patrimoni immobilizzati come proprietà ecclesiastiche (manimorte). Accanto alle proprietà ecclesiastiche vi era poi il fedecommesso, un istituto giuridico che immobilizzava i patrimoni. Il simbolo più rappresentativo del potere ecclesiastico era costituito dalla Compagnia di Gesù, presente in tutti gli Stati cattolici. Durante il regno di Maria Teresa (1740-1780) furono realizzate le principali riforme nell’Impero asburgico. Con la legge sulla manomorta del 1767 si proibiva alla Chiesa lombarda l’acquisto di beni immobili e mobili In campo economico fu avviata una politica liberista e si cercò, senza successo, di favorire la formazione di un ceto di piccoli proprietari contadini. LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Si dà il nome di “rivoluzione industriale” al complesso di profondi mutamenti in Inghilterra tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo. Si distingue in due periodi: il primo, riguarda il settore tessile metallurgico, il secondo, invece, si sviluppò in tutt’Europa caratterizzato dalla sostituzione del vapore come forza motrice per il perfezionamento del motore a scoppio. La rivoluzione industriale ha valore di una nuova età: quella contemporanea. Un’età dominata dall’ideologia del progresso e da una nuova mentalità, si è confermata come dispensatrice di benessere e di ricchezze materiali. Alla fine del Seicento l’Inghilterra presentava per certi versi caratteristiche simili a quelle di altri paesi europei: l’attività economica era rappresentata dall’agricoltura; le attività industriali, quelle tessili, erano organizzate su scala domestica. Una quota del prodotto, in tutti i rami di attività, era destinata all’autoconsumo, e anche quella parte che veniva commercializzata entrava in un mercato a base locale o regionale. Nei primi cinquant’anni del XVIII secolo il commercio inglese rafforzò le sue posizioni su scala mondiale e le esportazioni rappresentarono circa il 15% del reddito nazionale, fu accompagnata dall’introduzione di nuove tecniche di coltivazione. Questo caratterizzò maggiori disponibilità alimentari. Il perfezionamento della macchina a vapore brevettata da Watt rese più convenente utilizzare una forza motrice alimentata da un combustibile, il carbone, di cui l’Inghilterra possedeva ricchi giacimenti.L’invenzione della spoletta volante ( brevettata da Kay) e di altre invenzioni, come il filatoio idraulico, consentì il passaggio alla completa meccanizzazione della filatura, l’Inghilterra eccelleva nei manufatti di lana (il 46% delle esportazioni), mentre il cotone veniva utilizzato per la lavorazione di tessuti misti. La popolazione cresce e c’è la possibilità di impiegare donne e bambini. Grazie all’invenzione della macchina a vapore ed all’introduzione del sistema di Cort, (un sistema di estrazione e lavorazione dei minerali ferrosi), questa situazione mutò totalmente. Il ferro divenne il simbolo della nuova civiltà industriale, e il suo impiego, si affermò nell’edilizia. Tra il 1775 e il 1779 sul fiume Severn fu costruito il primo ponte in ghisa. Con l’introduzione delle macchine e del vapore, il lavoratore divenne un operaio. Il sistema di fabbrica trasformò anche l’organizzazione territoriale del lavoro e ridisegnò l’immagine topografica ed architettonica delle città e il paesaggio. L’operaio era soggetto a condizioni di lavoro (tra le 12 e le 16 ore giornaliere) e di vita durissime. Gli operai erano costretti ad abitare in situazioni di sovraffollamento, in case in pessime condizioni igieniche, potendo contare su un’alimentazione povera in quantità e qualità. Nasce il movimento luddista, un’organizzazione segreta formata da bande di guerriglia che operavano una distruzione delle macchine, viste come la causa della disoccupazione e dei bassi salari, prese il nome dal leggendario tessitore Ned Ludd che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio. I luddisti adottarono come principale forma di lotta la distruzione delle macchine. LE 13 COLONIE AMERICANE La guerra d'indipendenza che fra il 1775 e il 1783 avrebbe portato alla formazione degli Stati Uniti d'America. La prima colonia britannica fondata sul suolo americano fu la Virginia sorta per iniziativa di una compagnia commerciale, la Virgin Company, erano stati invece gruppi di puritani perseguitati dalla Corona e dalla Chiesa anglicana a dar vita a numerosi insediamenti più a nord e fondarono nel corso del Seicento altre tre colonie. Queste quattro colonie, che occupavano la regione detta della Nuova Inghilterra. Da una concessione, fatta da Carlo II a otto proprietari, nacque la Carolina del Nord e la Il predominio latino negli scambi I mercanti europei si arricchirono progressivamente, agendo in maniera interdipendente con un sistema molto più esteso e potente della loro. Gli acquisti riguardavano le spezie di provenienza indiana, utilizzate in Europa nella farmacopea e nella conservazione dei cibi. I guadagni per i commercianti italiani erano molto elevati, tra il 20% e il 25% sulle spezie e fino al 50% sul cotone. La principale fonte di ricchezza per la città lagunare fu sempre il suo commercio marittimo. Le merci erano trasportate su navi lunghe non più di 30 metri e larghe 10. La galea, un tipo di imbarcazione rapida e manovrabile. Alla fine del Quattrocento tutte le navi della sua flotta, comprendevano anche la “galea grossa” un tipo di imbarcazione ibrido tra la galea e la nave tonda, erano dotate di bocche da fuoco di varia grandezza. L’altra grande potenza marittima, Genova, operava nel Mediterraneo occidentale. Il contrasto con Venezia portò Genova a concludere una serie di alleanze con Aragonesi e Castigliani in funzione antiveneziana. I mercanti genovesi si reinstallarono a Pera (Galata), un’insenatura naturale larga un chilometro e lunga sei, divenne la loro base commerciale e marittima nel Levante. La successiva pace, stipulata a Torino, assicurò a Venezia il controllo della sua terraferma, mentre Genova, rafforzò la sua posizione nel Mediterraneo occidentale. L’Europa delle città La formazione di grandi centri, favorì un incremento della domanda e determinò una riorganizzazione delle strutture urbane. Per trovare la quantità di denaro necessarie alle loro imprese, i sovrani si rivolgono alle grandi compagnie bancarie soprattutto italiane. In cambio dei loro prestiti i mercanti ricevono in appalto l’esazione di tasse, le entrate doganali, lo sfruttamento delle miniere. Nascita e sviluppo della moderna cultura borghese L’Umanesimo fu l’importante movimento intellettuale che diede poi vita al Rinascimento. L'Umanesimo si afferma in Italia nel 1400. L'Umanesimo nasce per primo in Italia perché, esistevano le condizioni favorevoli. L'avvento delle Signorie, iniziato nel Trecento, aveva determinato l'estendersi territoriale dei Comuni più grandi. La formazione delle Signorie contribuisce allo sviluppo dell'Umanesimo, perché: organismi molto estesi, portavano ad aumentare la richiesta di personale qualificato. La cultura umanistica è dunque riscoperta del mondo classico greco-latino. La riscoperta dell'autonomia della natura, con le sue leggi specifiche, porta allo sviluppo delle scienze. Grande sviluppo ebbero la medicina, la botanica, l'astronomia, la matematica, le costruzioni navali. L'Umanesimo afferma la dignità e l'autonomia dell'uomo. Gli umanisti non furono contrari al cristianesimo. Umanesimo e Rinascimento furono modi di vivere della classe borghese, soprattutto quella intellettuale. Gli intellettuali borghesi italiani fecero una rivoluzione più teorica che pratica. Umanesimo come forma di laicizzazione: Umanesimo, sostanzialmente, vuol dire "laicizzazione. Tra i personaggi ci sono Nicolò Machiavelli, che fonda la scienza della politica, e Galileo Galilei, che fonda la scienza sperimentale. In entrambi l'emancipazione dalla religione. Giordano Bruno, che fonda il moderno ateismo naturalistico. L'antropocentrismo dell'umanesimo Sia i rinascimentali che i medievali erano antropocentrici, ma in maniera molto diversa. Il geocentrismo era visto, nel Medioevo, in funzione di una realtà divina perfetta. Per gli umanisti e i rinascimentali, invece, antropocentrismo significa che la divinità va relegata in periferia, consapevolezza d'essere un semplice puntino nell'universo, L'eliocentrismo è servito per togliere all'uomo la sua centralità nell'universo. Anche il rapporto con la natura cambia completamente, in quanto in essa gli umanisti vedono solo leggi scientifiche. Essi si sentono uomini di natura e non religiosi o di chiesa. In sintesi: L'Umanesimo e il Rinascimento (1400-1550) nascono per primi in Italia si sviluppano sul piano filosofico e soprattutto artistico. Gli umanisti affermano la priorità o centralità dell'uomo (antropocentrismo) e della natura (ilozoismo). Non hanno interesse per la Riforma protestante del 1517 perché la vedono come la lotta di una religione contro un'altra religione. Quando parlano di religione lo fanno in maniera razionale, non mistica o teologica. Quando parlano di “anima”, intendono qualcosa di astratto, di carattere universale. Non hanno interesse né per il mondo contadino né per quello operaio. Non s'impegnano né contro la Chiesa romana né a favore dell'unificazione nazionale in quanto pensano che lo Stato della Chiesa sia una realtà troppo forte per essere abbattuta. Microcosmo (uomo, pianeta terra) e macrocosmo (universo) coincidono e la divinità non è più grande dell'universo che la contiene (panteismo). Alcuni umanisti capiscono l'importanza di abolire la proprietà privata. L'Umanesimo e il Rinascimento subiscono un tracollo in seguito ad alcuni eventi storici: 1) occupazione dell'impero bizantino da parte dei turchi; 2) scoperta dell'America, che sposta il baricentro dei commerci dal Mediterraneo all'Atlantico; 3) la mancata unificazione nazionale porta la penisola italiana ad essere soggetta a continue invasioni straniere da parte di Francia e Spagna, delle quali la Spagna avrà la meglio.
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