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La formazione delle Monarchie Nazionali in Europa: Francia, Inghilterra e Spagna, Sintesi del corso di Storia Moderna

La nascita delle prime monarchie nazionali in Europa, tra il 1200 e il 1500, con un focus sulle case regnanti di Francia, Inghilterra e Spagna. Carlo V, erede degli Asburgo, affronta problematiche come il protestantesimo e l'espansione islamica, mentre Filippo II governa per oltre 40 anni con una monarchia fortemente centralizzata e una politica assolutista. Il documento tratta anche della Rivoluzione Inglese e la nascita della monarchia costituzionale.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 17/06/2018

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Scarica La formazione delle Monarchie Nazionali in Europa: Francia, Inghilterra e Spagna e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Mappa di Vinland proverebbe lo sbarco Vichingo in America, 60 anni prima di Cristoforo Colombo. La prima mappa del mondo di Piri Reis è del 1513. È conservata nella Biblioteca del Palazzo Topkapı di Istanbul, dove fu rinvenuta nel 1929 durante i lavori di rifacimento per trasformarlo in museo. ◾ La mappa venne realizzata da Piri Re'ìs per essere offerta a Solimano il Magnifico nel 1517. Probabilmente subì alcuni ritocchi minori, successivi al 1519. Fu redatta sulla scorta di diverse informazioni, ricavate da carte nautiche e da mappamondi precedenti. Pīrī Re īs si avvalse anche della cosiddetta "mappa di ʾ Colombo“ La mappa rappresenta una parte dell'Oceano Atlantico oltre alle coste dell'Europa, dell'Africa e del versante orientale dell'America meridionale. Secondo alcuni storici alcune linee di costa rappresenterebbero l'Antartide con un livello di dettaglio difficilmente raggiungibile nel XVI secolo. Particolarmente illuminante appare una sua frase, riportata in margine al foglio e redatta in lingua turca ottomana. In un passaggio in cui si parla del continente americano letteralmente si può leggere: « … Ma si racconta che un infedele di Genova di nome Colombo abbia scoperto questi paraggi … » Il 3 agosto 1492 parte da Porto Palos con 3 uomini di equipaggio. Il 6 settembre dopo una sosta alle Canarie riprende il viaggio puntando direttamente a ovest Il 12 ottobre sbarca su una piccola isola delle isole delle Bahamas che viene subito battezzata San Salvador. Raggiunge poi Cuba ove si convince di aver raggiunto Cipango (il Giappone). Prosegue alla ricerca della Cina ma trova ai primi di dicembre un’isola che chiama Hispaniola (l’attuale Santo Domingo). Alle scoperte seguono le conquiste: già nel 1493/94 Spagna e Portogallo si spartiscono l’Ovest e l’Est del nuovo mondo. Francia e Inghilterra cercano il passaggio di Nord-Ovest verso le Indie: Giovanni Caboto (per l’Inghilterra) giunge al Labrador e a Terranova. Giovanni Da Verrazzano (per la Francia) esplora l’estuario del San Lorenzo (Québec). L’impero Portoghese Il Portogallo non è interessato a penetrare all’interno delle nuove terre (fatta eccezione per il Brasile). I portoghesi si limiteranno ad acquisire scali lungo la rotta verso le Indie Orientali (risparmiando la popolazione locale). La colonizzazione Spagnola Sin dai primi viaggi di Colombo gli spagnoli si insediarono nel nuovo mondo sfruttandone le risorse (anche umane). Dalle Antille i conquistadores iniziarono la colonizzazione della zona continentale: Cortés nel 1519-20 conquista il Messico sottomettendo gli Aztechi. Pizarro nel 1531-35 distrusse l’impero Incas in Perù. La morte di Tupac Amaro 1572 Erede Inca Hernan Cortés (1485-1547) Decantato conquistatore appartenente al Regno di Spagna che partì per le Americhe compiendo un'impresa leggendaria. Addentrandosi nell'impero Azteco giunse fino a Tenochtitlan, la capitale del regno, facendola capitolare. Numerosi scontri videro il famigerato Cortes impegnato su due fronti: da un lato gli indios intenti a proteggere le proprie terre dagli invasori, annunciati peraltro da un'antica profezia; dall'altro eminenti personaggi della corte spagnola desiderosi di arrestare la scalata al potere del condottiero. Una grande storia di avventura, coraggio e follia nelle esotiche terre tra i mari delle Americhe. La caduta degli Aztechi fu determinata dallo spagnolo Hernán Cortés e i suoi uomini alla conquista dei territori e delle ricchezze del Nuovo Mondo. Il conquistador Hernán Cortés sbarcò in Messico il 22 aprile 1519 alla testa di 500 soldati e 100 marinai. Aveva 34 anni, era di modi cortesi ma gelido di carattere, sempre lucido e rapido nelle decisioni e dominato da una grande ambizione. Portava con sé armi da fuoco (archibugi e qualche cannone), cavalli (animali sconosciuti in America) e cani da combattimento. Appena sbarcato, Hernán Cortés incontrò una comunità di Indios poveri e pacifici, che lo accolsero con cordialità e gli si sottomisero; il loro re gli svelò l’esistenza di un popolo potente e terribile poco distante, che terrorizzava i popoli soggetti pretendendo vittime per i suoi sacrifici umani. Poi gli regalò una donna, per gli spagnoli donna Marina. Coraggiosa e intelligente, Marina divenne la compagna del conquistador; imparò lo spagnolo facendogli da interprete e fu lei a suggerirgli molte delle astuzie che gli consentirono di annientare quel popolo che tutti ritenevano invincibile: gli Aztechi. L’imperatore che visse e morì durante la conquista di Hernán Cortés si chiamava Montezùma; era molto giovane e molto tormentato. Da una decina di anni il territorio azteco veniva impoverito da una serie di carestie, alcuni dei popoli soggetti cominciavano a ribellarsi e diversi fenomeni venivano interpretati dai sacerdoti come presagi di sventura. Proprio gli avvertimenti divini trasmisero a Montezùma una fatale rassegnazione che lo indusse a non reagire militarmente alla minaccia rappresentata dai conquistadores. Quando i suoi guerrieri cominciarono ad avvistare Cortés che si arrampicava faticosamente con i suoi compagni lungo i sentieri che portavano all’altopiano, sarebbe stato facilissimo annientare dall’alto quella piccola schiera in difficoltà. Montezùma invece la credette la scorta di Quetzalcòatl, un dio azteco che, secondo il mito, era partito dal Messico, promettendo di tornare per restituirgli la prosperità. Di conseguenza respinse i piani di attacco dei suoi consiglieri e accolse amichevolmente Hernán Cortés offrendogli splendidi doni, che avrebbero dovuto placarlo e che ottennero invece l’effetto di raddoppiare la sua cupidigia. Hernán Cortés arrivò fino a prendere prigioniero Montezùma come ostaggio (che fu giustiziato qualche tempo dopo). Nonostante ciò, Montezùma continuò a frenare le decine di migliaia di Aztechi che, nonostante le armi da fuoco, avrebbero ancora potuto annientare i cinquecento spagnoli. Nel frattempo, donna Marina era riuscita a stringere un’alleanza con uno dei popoli soggetti all’impero e Cortés aveva fatto arrivare rinforzi da un avamposto spagnolo DALLA CAMPAGNA ALLA CITTA’ 1. Aumentano le superfici coltivate e le rese agricole: 2. Aumentano le eccedenze da vendere al mercato giornaliero o settimanale o annuale (fiera); 3. Aumenta il potere d’acquisto e dunque la moneta in circolazione; 4. Rifiorisce l’artigianato e riaprono le botteghe cittadine; 5. Riprendono gli scambi mercantili fra città vicine e lontane; 6. Nascono nuove professioni legate al commercio: banchiere, giudice ecc… In economia: • E’ in corso una trasformazione che porta: -da un’organizzazione chiusa, legata al possesso fondiario ad una dinamica fondata sul denaro e sul credito. -da una produzione indirizzata a soddisfare i bisogni ad una finalizzata al profitto (capitalismo). • L’agricoltura resta il settore principale, ma il protagonista non è più il possidente, bensì l’intraprendente mercante. In politica: •Passaggio dalla monarchia feudale a quella nazionale moderna. •Il processo di accentramento, che inizia nel cuore del medioevo, porta nell’età moderna: - all’esaltazione del potere regio (assolutismo del XVII-XVIII secolo); - al potenziamento del ruolo e delle funzioni dello Stato nella società. MONARCHIA NAZIONALE: Unico Re che governava su un territorio vasto come quello di una nazione. Un esercito nazionale. Un apparato burocratico. Delle leggi valide su tutto il territorio. Un sistema di tassazione. Un Parlamento che affianca il Re. Nella cultura: •Processo di laicizzazione: -i vari ambiti del sapere si rendono autonomi, l’uno dall’altro e rispetto alla religione -che non è negata (se non nell’800, il secolo dell’ateismo) ma progressivamente estromessa dalla vita dell’uomo. •Il sapere autonomo è un riflesso di una nuova concezione dell’uomo: - Esaltato non perché immagine di Dio, ma per le sue capacità di riuscita. LA STAMPA • Le scoperte geografiche avevano accresciuto la cultura e le conoscenze umane •Ma altre scoperte furono pure importanti per la diffusione della cultura • Fra tutte l’invenzione della stampa di Johann Gutenberg del 1434 • In 50 anni + di 100 città europee avevano la loro stamperia • Dopo la pace di Lodi del 1454 in Italia vi è un lungo periodo che permette la nascita dell’Umanesimo, che proseguirà con il Rinascimento e da qui si espanderà in tutta Europa. • Questa cultura laica antropocentrista che dava valore all’esistenza dell’uomo e alle sue capacità, oltre che promuovere le attività artistiche, valorizza la conoscenza scientifica fino allora trascurata come la politica, la medicina, il diritto l’amministrazione dei beni. • Gli artisti che erano stati considerati fino allora artigiani vengono valorizzati come creatori di bellezza e vengono accolti e protetti dai mecenati nelle corti dei signori e a Roma presso il papa. • La mobilità degli intellettuali, che viaggiano di corte in corte e la diffusione della stampa (invenzione di Gutemberg del 1438) contribuiscono notevolmente alla diffusione della cultura Rinascimentale dal nostro paese in tutta Europa. UMANESIMO VOLGARE • diffusosi in Italia a partire dal secondo ‘400, si può dire dal 1441, anno del Certame coronario, una gara poetica in volgare sul tema classico dell’amicizia, patrocinata da Piero de Medici e organizzata a Firenze da Leon Battista Alberti. •Esso diede grande impulso alla produzione in volgare sia in prosa che in poesia. •A partire da questo momento la città di Firenze diventa anche per quanto riguarda la letteratura umanistica volgare, il più importante centro culturale d’Italia, in cui si diffonde una grande produzione letteraria. LA RETROMARCIA UMANISTICA E LA QUESTIONE DELLA LINGUA NEL RINASCIMENTO. Nel 400 sotto la spinta degli studi filologici e della riscoperta delle humanae litterae gli intellettuali tornano a scrivere in latino: non quello medievale, ma classico. Negli usi pratici il volgare regna invece incontrastato. Ma nel ‘500 si torna al volgare, promosso da Lorenzo de Medici. In questo secolo si pone la questione della lingua (quale modello debbano seguire gli scrittori): prevale, su tutte, la tesi di Boemo, che indica il toscano del ‘300 come matrice da imitare. Il 500 L’Inghilterra di Enrico VIII (1497-1547) Enrico VIII fu il fondatore della Chiesa Anglicana, nata in seguito allo scisma religioso, quindi alla separazione dalla Chiesa cattolica di Roma. Nei primi tempi fu un fiero oppositore delle teorie di Lutero, e per questo motivo ottenne da Papa Leone X il titolo di Defensor Fidei, ossia “Difensore della fede”. In seguito, tuttavia, arrivò ad un insanabile contrasto col Papa (Atto di supremazia, 1534). Sposato sei volte e detentore di un potere assoluto incontrastato, segnò fortemente le vicende inglesi. • 1519: muore Massimiliano d’Asburgo e diventa Imperatore Carlo V, ereditando un vastissimo Impero LA FRANCIA DELLE GUERRE DI RELIGIONE • La lega cattolica controlla il nord-est e il sud-est • L’unione ugonotta controlla il sud-ovest e parte del centro • Le regioni centrali sono neutrali All’inizio degli anni sessanta i templi protestanti presenti in Francia sono circa 1400. L’incoronazione di Aquisgrana nel 1519 sarebbe costata al diciannovenne Carlo V, erede degli Asburgo, una serie di grandi problematiche da risolvere su più versanti: da un lato egli vedeva il protestantesimo avanzare in Europa, dall’altro l’Islam espandersi nel Mediterraneo, mentre la Francia di Francesco I, rappresentante dei Valois, sfidava la supremazia del Sacro romano impero e dei regni spagnoli, dei quali era divenuto sovrano. L’impegno di tentare di arginare la potenza ottomana nell’Europa centro-orientale e nel mare Interno era stato sancito nel testamento dei Re cattolici, che avevano affidato a Carlo il regno purché si fosse impegnato nella «conquista de l’Africa y de pugnar por la fé contra los infelies» e, ben presto, quella ottomana sarebbe diventata la sua ossessione. Durante la prima metà del XVI secolo il Mediterraneo orientale si va via via trasformando in un lago ottomano e Carlo è costretto a condividerne il potere con un altro grande imperatore, il sultano Solimano. Saliti al comando con un solo anno di differenza, il primo nel 1519 e “Il Magnifico” nel 1520, i due si fronteggeranno a lungo in quelle acque bollenti e non solo sul piano dei titoli. Le reazioni cristiane all’espansione ottomana nel Mediterraneo occidentale avrebbero assunto due forme: quella del contrasto e quella del compromesso. Francesco I, re di Francia, si sarebbe mostrato disponibile a collaborare con gli ottomani, sperando di procurarsi territori in Italia e fama di grande condottiero, non senza provocare scandalo in molti dei suoi rivali. In Spagna, invece, il confronto sarebbe stato percepito come una continuazione della lunga e grande crociata dei cristiani contro i mori. Le guerre contro i francesi e lo spostamento degli interessi della monarchia asburgica verso l’Europa centrale conducono la Spagna alla mancata conquista delle piazzeforti sulla costa dell’Africa settentrionale, di fronte alla penisola iberica, favorendo così la crescita dell’influenza ottomana sulle coste tunisine, libiche e algerine. Carlo V rafforzò i legami con l’altro Stato iberico sposando nel 1526 Isabella del Portogallo. Nel 1512 era stata conquistata anche la Navarra, unita poi al Regno di Castiglia. Mantenne un atteggiamento difensivo quando Solimano I riprese l'avanzata nei Balcani; dopo la sconfitta di Luigi II Jagellone (Mohacs, 1526) e l'elezione del fratello Ferdinando a re d'Ungheria, difese i confini meridionali e Vienna assediata (1529). 1529 – VIENNA ASSEDIATA DAI TURCHI •Mentre Roma è minacciata dall’eresia di Lutero, Vienna è minacciata dall’armata turca. •La città imperiale è assediata dall’armata turca nel 1529, mente gli Ottomani dilagano in Ungheria e saccheggiano la Croazia e la Carinzia, penetrando anche in territorio veneziano e minacciando il cuore dell’Europa. •Travolta dalle guerre intestine e dalla spinta di eretici e infedeli, la stessa “civiltà cristiana” sembra ormai giunta alla fine… Nel Mediterraneo operò contro gli Stati barbareschi del Nord Africa che minacciavano le rotte commerciali riuscendo a conquistare Tunisi (1535) Pur avendo problemi con il papato, con i protestanti e con il sovrano francese, Carlo V rappresentava ancora il difensore della Cristianità, ma con una parte importante dei suoi domini sotto la minaccia dell’espansionismo ottomano. Intanto, Francesco I aveva scelto la strada dell’alleanza con i turchi, quindi quella del compromesso soprattutto al fine di danneggiare il suo antagonista asburgico. Nel 1520, infatti, egli aveva mandato un emissario a Tunisi esortando i corsari a moltiplicare i problemi dell’imperatore nel regno di Napoli, nel nome di un’alleanza che doveva restare segreta. A segnare un altro insuccesso per gli spagnoli e ad aumentare la gloria ottomana è il successo, nel 1541, di questi ultimi nell’impresa di Algeri. Infatti, La spedizione contro Algeri, guidata dallo stesso Carlo V a capo di una ingente forza navale e di oltre ventimila uomini, si risolve in un disastro che distrugge quasi la metà della flotta imperiale. È quanto accade nel 1543 a segnare, però, l’evento più straordinario nell’alleanza franco-ottomana e, di conseguenza, a sancire la precarietà, nonostante tutti gli sforzi, della posizione di Carlo V nell’area mediterranea. La flotta di Barbarossa viene accolta a Marsiglia tra festeggiamenti pubblici in onore della marina turca, mentre Francesco I provvedeva a rifornirla di alimenti. Carlo V preferiva strategie più prudenti e giocate soprattutto sul piano del contrattacco, che, tuttavia, non avevano portato a grandi risultati, come si è visto, contro nemici così forti, soprattutto se alleati. Quando nel 1556 abdica, poco prima di morire, l’equilibrio delle forze all’interno del Mediterraneo è ancora precario. Nei sedici anni successivi la divisione del grande mare in uno spazio occidentale parzialmente cristiano e uno spazio orientale, più ampio, principalmente islamico sarebbe stata confermata da tre avvenimenti: l’assedio di Malta, la conquista ottomana di Cipro e la battaglia di Lepanto. L’IMPERO OTTOMANO: MULTIETNICO E MULTIRELIGIOSO • L’impero ottomano aveva il suo centro nell’attuale Turchia. • Guidato a un sultano, l’impero era composto da molte province e potentati che mantenevano autonomia politica, ma dovevano pagare imposte al sultano e fornire uomini e mezzi in occasione delle numerose spedizioni militari con le quali gli ottomani si espansero nel bacino del Mediterraneo. • All’interno dell’impero la religione ufficiale era l’islam, ma venivano tollerati i sudditi di religione diversa che potevano, entro determinati limiti, professare i propri culti: dovevano pagare una tassa speciale per la loro diversità religiosa. •L’impero era composto da ampi territori, talvolta reciprocamente lontani, abitati da etnie diverse che differivano per lingua, cultura, fede religiosa. •Nel 1530 gli abitanti erano circa 30 milioni, buona parte dei quali erano cristiani e ebrei. • Governare una struttura politico-territoriale con queste caratteristiche era complesso e in realtà questa diversificazione estrema contribuì con il tempo a indebolire l’impero. DENTRO L’IMPERO OTTOMANO: GIANNIZZERI, ESERCITO, ECONOMIA, ISTITUZIONI •I sudditi cristiani ebbero un ruolo importante per l’affermazione dell’impero ottomano •Periodicamente l’impero compiva una leva obbligatoria di bambini cristiani, scelti per le loro qualità: essi venivano sottratti alle proprie famiglie e educati nella fede musulmana. Essi erano preparati per diventare o paggi di corte o solati di una fanteria d’élite, i <<giannizzeri>>, che costituiva il corpo militare migliore in Europa. •L’esercito era il punto di forza degli ottomani, che contribuì in modo decisivo all’espansione territoriale della <<Sublime Porta>>. •Il fondamento economico dell’impero ottomano era la terra che apparteneva al sultano, il quale esercitava un’autorità assoluta e sovente dispotica. •La vita della maggioranza dei sudditi non era tuttavia peggiore sotto il dominio ottomano rispetto alle monarchie europee: non c’era la servitù della gleba (cioè il contadino non era vincolato alla terra che coltivava in condizione giuridica da sostanziale schiavitù); i prelievi forzosi che i contadini subivano dagli alti ufficiali dell’esercito, detentori di concessioni di terre, e dall’impero erano pesanti ma non quanto accadeva ad esempio in sagna o Francia ; il sistema giuridico era impostato 3. Progetti espansionistici verso: Portogallo (annessione alla Spagna), Francia, Inghilterra (Elisabetta) PACE DI CATEAU-CAMBRESIS Fu firmata da Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna, sancì la fine del lungo conflitto franco-spagnolo. La Spagna divenne la potenza egemone in Italia, mentre la Francia dovette rinunciare a ogni pretesa sul suolo italiano e restituire la Savoia e il Piemonte al duca Emanuele Filiberto, alleato degli spagnoli. La monarchia francese poté comunque recuperare alcuni territori nelle Fiandre e annettere Clasis, strappando così agli inglesi, che si erano schierati a fianco degli spagnoli, l’ultimo loro dominio sul continente. La pace di Cateau-Cambresis regolò gli equilibri europei per circa mezzo secolo. Lepanto 1571 • La Lega Santa riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell'Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino federate sotto le insegne pontificie. Dell'alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca Invincibile Armada: 1588 • Nel 1596 Filippo II ha la sesta e ultima bancarotta che sancisce la crisi dell’Impero spagnolo. • Il secolo si chiude con il figlio, Filippo III suo successore al trono di una Spagna molto ridimensionata almeno nel Mediterraneo. L’INGHILTERRA DOPO ELISABETTA I 1603 Muore Elisabetta I (regina per 45 anni). - Sale al trono Giacomo I Stuart, già re di Scozia= oltre 20 anni di regno. Sfugge alla “congiura dei poveri” ordita dai cattolici. - Regno di Caro I Stuart = 13 anni di regno. 1649: decapitazione dei re Nascita del Commonwealth= da common e weal, “bene pubblico”: indica la Repubblica unita di Inghilterra, Scozia, Irlanda. VIDEO: (Elisabetta e Filippo II) (Elisabetta) IL 600 IL SECOLO DI FERRO I perché della crisi •congiuntura demografica avversa •difficoltà dell’economia dovute al ristagno o alla nuova discesa dei prezzi •drastica diminuzione dei quantitativi di argento importati dalle Americhe •peso crescente delle imposte •sconvolgimenti della vita economica provocati dalle guerre che, a partire da quella dei Trent’anni, imperversano per quasi tutto il secolo •malessere nell’andamento della produzione industriale •simultanea esplosione di rivolte e conflitti politici in diversi paesi europei •diffuso malessere sociale che dà spazio al sorgere di movimenti dal basso LA RIVOLUZIONE INGLESE Tensioni sociali •Nel ’600 l’Inghilterra è in pieno sviluppo economico ma non mancano disagi: –Il fenomeno delle recinzioni, osteggiato dai re, produce un opposto scontento nei contadini e nei proprietari. –Il controllo di salari, prezzi e la concessione di privilegi commerciali irritano la classe produttiva e mercantile. –Carestie e disoccupazione fanno il resto. LE CAUSE DELLA RIVOLUZIONE INGLESE CONFLITTO SOCIALE: corte, aristocrazia dei pari, compagnie monopolistiche / CONTRO: gentry, medi, proprietari terrieri, commercianti ed imprenditori CONFLITTO ISTITUZIONALE: monarchia / CONTRO: parlamento (soprattutto camera dei comuni) CONFLITTO RELIGIOSO: episcopalismo anglicano / CONTRO: calvinismo (presbiteriano e puritano) L’opposizione puritana: • Ai calvinisti inglesi l’Anglicanesimo appare una forma larvata di Cattolicesimo. • l’istituzione episcopale (che per i re ha anche valore politico) è da loro contestata, in nome di una struttura ecclesiastica gestita “dal basso” attraverso elezioni. • La reazione regia spinge molti all’esilio (1621: partenza dei “Padri Pellegrini” del Mayflower verso l’America). L’Assolutismo degli Stuart: • Giacomo I (1603-1625) –Unifica Inghilterra, Scozia e Irlanda. –Concentra il potere sui suoi ministri. Appare troppo condiscendente verso i cattolici e verso gli Asburgo. • Carlo I (1625-1649) –Reprime i dissensi politici (Strafford) e religiosi (Laud). –Accetta la Petition of Rights (1628), ma poi governa 11 anni senza riunire il Parlamento. Dalla Petition of Rights: “I Lord spirituali e temporali e i Comuni, riuniti in Parlamento … supplicano umilmente la Vostra Eccellentissima Maestà che nessuno in avvenire sia costretto a fare dono gratuito, alcun prestito di denaro, … né a pagare alcuna tassa o imposta senza il consenso… del Parlamento; … che nessun uomo libero si arrestato o detenuto [senza che sia portato contro lui un capo di accusa dal quale possa discolparsi conformemente alla leggi].” • Carlo I Stuart LA I RIVOLUZIONE INGLESE • 1629: Carlo I sciolse il parlamento per governare come sovrano assoluto • Il Parlamento ebbe una reazione violenta e ne seguì la guerra civile • I sostenitori del P. erano guidati da un parlamento democratico: O.Cromwell • Fu abile generale e sconfisse più volte i comandanti realisti • Nel 1648 Carlo I venne deposto e catturato Oliver Cromwell (1599-1658) • Puritano, appartenente alla gentry, è il capo dell’esercito, autore della vittoria. • Grazie al suo prestigio: –Tiene a freno le tendenze radicali, egalitarie e democratiche, presenti nell’esercito (“levellers” e “diggers”). Il Commonwealth • Cromwell, ostile alla monarchia, ma diffidente verso soluzioni democratiche, dà luogo ad una “dittatura”. • Reprime la rivolta dell’Irlanda e della Scozia (1649-52). • Acquista il sostegno della borghesia rilanciando l’Inghilterra nei commerci internazionali. L’Atto di Navigazione • Introdotto nel 1651, stabilisce che i prodotti da e per l’Inghilterra devono viaggiare solo su navi Inglesi. • E’ una sfida all’Olanda che risponde con la guerra (1652-54 e 1665-67). • E’ un provvedimento protezionistico tipico della politica economica mercantilistica attuata dai governi del ’600. Il Mercantilismo • E’ una politica economica volta ad accrescere la ricchezza di uno stato attraverso il controllo delle esportazioni e delle importazioni. • LA GUERRA DEI TRENT’ANNI. I cambiamenti nella geopolitica europea Situazione nell’Impero • Il compromesso di Augusta non riesce ad assicurare la pace alla Germania: –Le istituzioni dell’impero sono divise. –Il calvinismo, diffusosi in Palatinato e in Boemia, non è previsto dall’accordo. • Sorgono due opposte alleanze (1608-9): –L’Unione evangelica, con a capo Federico V Elettore del Palatinato. –La Lega cattolica guidata da Massimiliano duca di Baviera. • L’imperatore Rodolfo II (1576-1612) La guerra dei trent’anni • Dopo un periodo di tolleranza, gli Imperatori Mattia (1612-19) e Ferdinando II (1619-37) tentano di impedire la diffusione del calvinismo in Boemia (conversioni forzate) • Ne nasce una ribellione con l’appoggio di Federico V (fase boemo-palatina 1618-25) La “defenestrazione di Praga” (1618) fu l’atto iniziale della rivolta in Boemia LE FORZE IN CAMPO FRONTE PROTESTANTE -> •Federico V del Palatinato, re di Boemia •Giacomo I d’Inghilterra •Cristiano IV di Danimarca •Repubblica delle Province Unite FONTE CATTOLICO -> •Ferdinando di Stiria, Imperatore •Massimiliano di Baviera •Filippo III di Spagna FEDERICO V di PALATINO da uomo simbolo a grande sconfitto: • Proclamato re di Boemia dall’Unione Evangelica contro Ferdinando II, Federico V di P. divenne il simbolo della riscossa protestante. • Alla morte di Mattia si parla di lui come possibile nuovo imperatore, ma la sconfitta militare porterà alla fine del suo regno. • La vittoria è degli Asburgo –Federico V perde il trono. –Massimiliano di Baviera diventa Elettore. LE MANOVRE DI RICHELIEU • Il ministro francese cerca di opporsi al successo di Ferdinando II: –Appoggia l’intervento in difesa dei protestanti del re di Danimarca, Cristiano IV rapidamente sconfitto (fase danese 1625-29). –Sostiene la diffidenza dei principi della Lega Cattolica rispetto al progetto asburgico di rafforzamento del potere imperiale. –Interviene in Italia nella guerra del Monferrato (1627-31). FASE SVEDESE (1630-35) • Gustavo Adolfo, re di Svezia, entra in guerra con l’appoggio francese mirando al controllo del Baltico. • Il suo esercito, moderno e di leva, ottiene brillanti successi, percorre la Germania e occupa la Baviera. • Il re muore a Lützen (1632); priva di una guida (l’erede Cristina ha 6 anni), la Svezia accetta la pace di Praga. FASE FRANCESE (1635-48) • La Francia (con Svezia e altri protestanti) scende direttamente in campo. • Gli schieramenti sono equilibrati e il conflitto si trascina con nuovi protagonisti: –Nel 1637 diviene imperatore Ferdinando III; –Nel 1643 Mazarino succede a Richelieu. • Dopo il successo francese a Rocroi (1643) le trattative conducono alla pace. 1648: pace della Vestfalia • NELL’IMPERO: –Nasce il principio della Tolleranza religiosa per tutte le confessioni. –Legittimate le secolarizzazioni fino al 1624. –I ca. 300 principati tedeschi ottengono la piena sovranità, ma la frammentazione ritarderà il processo di unificazione tedesco. –Viene reintegrato l’Elettore del Palatinato (gli elettori diventano otto). • La Spagna riconosce le Province Unite e continua la guerra con la Francia. Chi sono i vincitori? • La Svezia ottiene i maggiori acquisti territoriali (Pomerania, Brema). • In crescita anche il Brandeburgo che, in seguito, otterrà la Prussia or. (1660) • La vittoria sugli Asburgo si completa con la Pace dei Pirenei con la Spagna (1659). IL DECLINO SPAGNOLO • Il flusso di preziosi dall’America, che non ha prodotto investimenti, diminuisce: la crisi finanziaria è inarrestabile. • Il conflitto e la crisi alimentano le rivolte: –Il Portogallo riacquista l’indipendenza (1640). –La Catalogna si offre alla Francia. –Anche a Napoli scoppia la rivolta (prima antinobiliare e poi antispagnola) di Masaniello (1647-48) Mentre dopo Vestfalia l’Europa è sembrata procedere in direzione di un equilibrio politico quasi paradossalmente il Mediterraneo ha cominciato a perderlo divenendo un affare di Stato: le sue sponde hanno affrontato la modernità in modo diverso e in ritardo, non riuscendo ad adottare i modelli che essa offriva e i richiami che emanava; sono rimaste legate alle loro tradizioni, eredità rispettabili, ma vecchie rispetto al nuovo sentire. Le acque del Mediterraneo erano diventate, nel tempo, componente essenziale della potenza di uno Stato, un oggetto di possesso gelosamente custodito o violentemente desiderato. •Nel primo caso, riguardante gli Stati marittimi, Francia, Spagna, Portogallo e Inghilterra rappresentano, a partire dall’epoca moderna, esempi tipici di POTENZE FONDATE SUL MARE da cui si aspettavano vantaggi, espansione e dominio. Per uno Stato aspirante alla conquista del possesso del mare (sea power) requisito principale era avere un buon numero di NAVI efficienti sotto il profilo militare e commerciale e una FLOTTA redditizia sul piano politico, militare ed economico, che avesse obiettivi da raggiungere, mezzi da usare e che fosse capace di agire costantemente e deliberatamente, poiché la continuità è sempre stata una condizione del successo. •Il secondo caso è relativo a quegli Stati mossi dall’ambizione politica, come i precedenti, ad aprirsi una porta verso il mare e ad assicurarsi una libera circolazione marittima, con l’obiettivo di ricavare vantaggi espansionistici che servissero a promuoverli a un rango più elevato, come nel caso dell’Olanda, della Svezia, della Prussia e della Russia in epoca moderna e, in seguito, nell’età contemporanea, della Germania di Bismarck, dell’Impero austroungarico, dell’Italia, della Grecia e dell’Urss. Le relazioni di interdipendenza economica fra le diverse zone euro-mediterranee si sviluppano sullo sfondo di una situazione politica per nulla compatta o integrata. 1600, percepiva ancora forte la presenza politica e culturale del mondo islamico, antagonista secolare dell’Occidente cristiano. L’Impero ottomano spingeva ancora sul fronte sud orientale dell’Europa, occupando i Balcani e arrivando a minacciare l’Austria e in Africa, nonostante avessero perso il controllo del Marocco (dove nel 1672 gli ‘Alawidi, originariamente signori di alcune oasi nella zona orientale, riuscirono a imporre la loro sovranità su tutto il Marocco soppiantando la dinastia dei Sa‘diti), i turchi continuavano a mantenere una forte presenza nell’intero Nord Africa, espandendosi ancora nella fascia sudanese e lungo le coste orientali del continente. IL 700 -> Un secolo di guerre • Anche dopo la morte di Luigi XIV l’Europa non trova pace. • Attraverso vari conflitti ed acrobazie diplomatiche si crea un nuovo equilibrio in Europa e nelle colonie d’oltremare. • Si tratta, con poche eccezioni, di conflitti poco violenti, che non coinvolgono i popoli, trattati come merce di scambio. PRINCIPALI CONFLITTI • Successione Polacca (1733-38), dovuta all’influenza delle potenze europee sulla debole monarchia elettiva. • Successione Austriaca (1740-48), in seguito all’ascesa al trono di Maria Teresa di Asburgo, in deroga alla legge salica. • Guerra dei Sette anni (1756-63): confronto Austria-Prussia in Europa e Francia- Inghilterra nelle colonie. 1. PRUSSIA E AUSTRIA • Continua l’ascesa della Prussia: ◾Il re Federico II (1740-86) sfida gli Asburgo e riesce a sottrarre la Slesia. • Declina il Sacro Romano Impero ◾La crescita Prussiana riduce l’influenza degli Asburgo in Germania; ◾ Il loro interesse si rivolge a Balcani e Italia. ◾ Maria Teresa e Giuseppe II si sforzano di organizzare in stato moderno i complessi domini asburgici. [Maria Teresa d’Asburgo, imperatrice dal 1740 al 1780, fu madre di 16 figli.] 2. FATTI NUOVI NEL NORD-EST • La Russia entra nelle vicende europee ◾ Lo zar Pietro il Grande (1689-1725) favorisce l’occidentalizzazione del paese • Inizia il declino della Svezia ◾Carlo XII fallisce il tentativo di invadere la Russia (1709) e perde territori baltici (alla Russia) e la Pomerania (alla Prussia). • La Polonia viene spartita tra Austria, Prussia e Russia (1772, 1793, 1795). 3. IL PREDOMINIO INGLESE • Con il patto dell’asiento (1713) l’Inghilterra ottiene il monopolio del commercio degli schiavi nelle colonie spagnole. • Con la guerra dei sette anni è sconfitta la concorrenza della Francia (1763): - Tutto il Canada e parte degli attuali USA passano sotto il dominio inglese. - La Compagnia delle Indie Orientali acquisisce il pieno controllo dell’India. •Intanto, nel disegno della grande ripresa dell’economia europea, il Mediterraneo nel 1700, dopo più di un secolo di generale marginalizzazione, va riassumendo un ruolo centrale nelle strategie marittime, commerciali e politiche delle grandi potenze europee, a partire dalla Gran Bretagna, nella cui strategia commerciale la penisola italiana ha un ruolo centrale. •La ricerca di vantaggi commerciali nelle acque mediterranee viene portata avanti dall’Inghilterra in modo implacabile sin dalla fine del Seicento • Alla penetrazione commerciale si aggiunge ben presto l’affermazione della sua potenza politico-militare • Gli avvenimenti della guerra di successione spagnola fruttano alla politica mediterranea britannica l’occupazione di Gibilterra (4 agosto 1704) e quella di Minorca, entrambe riconosciute agli inglesi dal trattato di Utrecht (1713) 4. LA SITUAZIONE ITALIANA • A quelle storiche si sostituiscono nuove dinastie di origine straniera: - L’Austria domina in Lombardia, a Mantova e in Toscana (Asburgo-Lorena, 1738). - I Borbone (Spagna) controllano Napoli (1738) e Parma (1748). • Venezia, Genova e Papato sono in declino, mentre i domini dei Savoia, Re di Sardegna, arrivano al Ticino. •Per i Borbone di Francia e Spagna, più che ragioni economiche e di prestigio, erano in gioco grossi interessi per il mantenimento delle loro posizioni europee e mediterranee: a Utrecht avevano dovuto rinunciare alla Sicilia, alla Sardegna e a Napoli, che erano passate nelle mani dell’Austria e dei Savoia, la cui ombra del resto era britannica •La Spagna, esclusa dall’Italia con il trattato di Utrecht, faticava a rassegnarsi alla perdita del predominio nel Mediterraneo occidentale, proprio nel momento in cui Austria, Savoia e Inghilterra occupavano punti strategici importantissimi e così, attraverso il ‘patto di famiglia’ tra i Borbone di Francia e quelli di Spagna, firmato nel 1733, si sviluppa la reazione franco-spagnola Il trattato garantiva all’infante don Carlos, figlio di Filippo V e di Elisabetta Farnese, il possesso di Parma e della Toscana e l’appoggio delle due monarchie •Situazione non meno complessa vive il Mediterraneo orientale tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, dal momento che il Levante stava diventando sempre più una zona di grande conflittualità: la scena dello scontro si era via via spostata verso la penisola balcanica, anche se nel bacino occidentale si protrasse l’attività dei corsari barbareschi e dei loro colleghi europei L’IMPERO OTTOMANO • Le province arabe vanno verso l’autonomia in Siria, in Egitto, nelle province dell’Africa del nord. Già nel 1705 a Tunisi il bey fonda la dinastia husseinita e va al potere. Nel 1710 ad Algeri, pascialato dell’impero ottomano, il corpo dei giannizzeri anatolici nomina un autocrate, il dey; anche Tripoli si rende indipendente e nel 1722 il sultano ottomano riconosce ad Ahmad il titolo di pascià •Nel 1736 i russi avanzano in Crimea e prendono Azov. Gli austro-russi sono battuti e obbligati alla firma del trattato di Belgrado (1739). I Russi conservano Azov con il divieto di navigare nel mar Nero con qualsiasi tipo di flotta, sia di guerra sia di commercio •La pace di Belgrado consacra la ripresa militare e diplomatica dell’impero ottomano e un periodo di pace che con i russi va fino al 1768, con gli austriaci fino al 1788. La prima metà del Settecento vede sorgere, all’interno di alcuni ambienti politici dell’Impero Ottomano, una nuova mentalità, che da un lato li stimola ad aprirsi ai paesi europei e dall’altro a promuovere riforme, se non delle strutture, almeno del funzionamento delle istituzioni. [CATERINA II (1762), MOGLIE DI PIETRO III, DIFFONDE I PRINCIPI DELL’ASSOLUTISMO ILLUMINATO IN RUSSIA. È ASSILLANTE LA PREOCCUPAZIONE DI GARANTIRE L’ORDINE PUBBLICO E LA STABILITÀ SOCIALE; RAFFORZA I LEGAMI CON LA NOBILTÀ, GARANTENDOLE UNA POSIZIONE DI GRANDE RILIEVO NELL’ASSETTO AMMINISTRATIVO. RIFORME AMMINISTRATIVE E SCOLASTICHE.] LA RUSSIA DI CATERINA La Russia nel Mediterraneo • Nel febbraio 1770 la flotta RUSSA entra nel Mediterraneo per la prima volta destando un’impressione enorme e allarme in Maria Teresa d’Austria, che stipula con la Porta un trattato di alleanza. Il trattato di Küçük-Kaynarca del 1774 sancisce la vittoria russa: la zarina restituisce Moldavia e Valacchia ma ottiene definitivamente Azov e il diritto di navigazione nel mar Nero e nel Mediterraneo. • La Guerra russo-turca (dal 1787 al 1792) scoppiò indirettamente a causa dell’annessione della Crimea all’Impero russo. La situazione internazionale – innanzitutto la dichiarazione di guerra da parte dell’Impero russo e l’alleanza dei prussiani con i turchi – impedì la realizzazione dell’ambizioso obbiettivo della guerra, di annientare l'impero ottomano. Nel 1782 il nuovo favorito della zarina Caterina II di Russia, l’allora conte Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, l’aveva convinta a far occupare la Crimea. [Assedio di Ocakov 1788] SELIM III Era un musicista, un poeta, un amante delle arti. Uomo molto moderno, religioso e patriottico, era un riformista e pianificò la modernizzazione dell’Impero ottomano, cominciando dall’esercito e dal corpo dei giannizzeri e poi dalla marina. Utilizzò forze europee e questo non piacque allo storico esercito che si dimostrò ostile alla modernizzazione. Sotto il suo regno la marina ottomana fu risollevata. Alla sua morte gli successe Mustafa IV. •Il cosiddetto Nuovo Ordine condusse ad un maggior carico fiscale. Inoltre le tradizionali unità di giannizzeri si sentirono trascurate. Tutto ciò provocò una pesante crisi negli anni 1807 e 1808. Con la istituzione di ambasciate permanenti presso le capitali Londra e Vienna (1794), Parigi •(1795) e Berlino (1796) l’Impero ottomano si allineò anche formalmente al sistema di stati europei. Il Mediterraneo orientale • Problemi interni, mediocrità dell’esercito e instabilità di certe province sono la causa della debolezza ottomana, insieme a espansione politica, economica e territoriale delle grandi potenze europee, come la Francia, che cerca nel Mediterraneo una compensazione alle sue delusioni d’oltremare, o come la Russia e l’Austria, che mirano solo all’Europa centrale, balcanica e danubiana, facendo pressione costante sull’Impero ottomano e sorvegliandosi reciprocamente •Durante tutto il 1700 è la Francia a effettuare il traffico maggiore con il Levante, lasciando gli inglesi indietro e interessati all’India e all’America. Nel 1754 l’imperatrice Maria Teresa crea un’altra Compagnia del Levante e Trieste acquisisce un nuovo slancio con la concessione agli austriaci di agevolazioni di navigazioni in acque ottomane. LA RIVOLUZIONE FRANCESE 1 La fine della monarchia - indebolendo la posizione dei filomonarchici di fronte ai repubblicani (giacobini, cordiglieri) I Girondini e la guerra • Nel parlamento del 1791 in maggioranza sono i “Girondini” (repubblicani moderati) • che propongono la guerra contro Austria e Prussia (sostenitrici del vecchio regime) come mezzo per rafforzare la rivoluzione. • Il re li appoggia sperando nella sconfitta e nella restaurazione. • Solo i Giacobini si oppongono. LA RIVOLUZIONE FRANCESE 2 La repubblica. La dittatura giacobina. Il Direttorio La fine della monarchia • Di fronte ai rovesci militari e al tradimento del re il popolo di Parigi insorge (10/8/92) - Si forma una “Comune rivoluzionaria” in mano a cordiglieri e giacobini. - Il parlamento sospende il re e convoca le elezioni a suffragio universale per una Convenzione costituente. - Nelle prigioni si uccidono i controrivoluzionari. - Mentre le truppe rivoluzionarie vincono a Valmy, il 21/9/92 si proclama la repubblica. I due “poli” • Girondini: - Estrazione medio/alto-borghese; - Difendono la libera iniziativa economica; - Auspicano il decentramento. • Montagnardi: Alleanza tra piccolo-borghesi e “sanculotti” - Auspicano una democrazia spinta sino al piano sociale; - Dirigismo economico e accentramento. Tra i primi atti della Convenzione vi fu il processo al Re. Riconosciuto colpevole, Luigi XVI è ghigliottinato il 21 gennaio 1793. LA CADUTA DEI GIRONDINI • I girondini, che controllano il governo, si trovano presto in difficoltà: - La crisi economica e l’inflazione colpiscono i meno abbienti. - L’Inghilterra entra nella 1a Coalizione (1793) e i francesi perdono tutte le loro conquiste. - In Vandea (nord-ovest) si sviluppa una ribellione controrivoluzionaria (contadini, clero refrettario, filomonarchici). I GIACOBINI AL POTERE • Nel giugno 1793, su pressione di Comune e Montagna, i girondini sono arrestati. • La Convenzione, dominata dai Giacobini, approva una Costituzione repubblicana di stampo democratico. • Tuttavia, per la situazione di emergenza, non viene applicata: il potere si concentra nel Comitato di Salute pubblica. • Maximilien Robespierre (1758-94), leader dei giacobini, divenne l’esponente più influente del Comitato. • L’assassinio di Marat, per opera di una monarchica (13/7/93), contribuì ad accelerare la concentrazione del potere nel Comitato. Jean Paul Marat, direttore del giornale “L’Amico del Popolo”, era sostenitore di una politica intransigente contro i nemici della rivoluzione. IL “TERRORE” • Il Comitato decide: - Riforma dell’esercito (leva di massa, controllo politico). - Misure per il controllo di prezzi e salari. - Lotta ai controrivoluzionari (basta un sospetto a motivare il processo che spesso si conclude con la condanna a morte). - Genocidio della Vandea. - “Scristianizzazione” (tentativo di eliminare ogni segno del culto e della cultura cristiana). Rieducazione del popolo • Il tentativo di sradicare il cristianesimo dalla Francia e dalle menti dei francesi si attua anche attraverso: - Un nuovo calendario (il tempo inizia dalla Repubblica, mesi di lunghezza uguale con nomi ispirati alle stagioni, decadi al posto di settimane, animali, piante e strumenti al posto dei santi). - Nuove feste e riti rivoluzionari parareligiosi. [L’albero della Libertà uno dei simboli al centro dei riti rivoluzionari] La lotta tra le fazioni • Danton, estromesso dal Comitato, Desmoulins e gli “indulgenti” chiedono l’attenuazione della repressione. • Hébert (cordiglieri) e gli “arrabbiati” vogliono misure più radicali. • I leader di entrambi gli schieramenti vengono messi a morte (III/IV 1794). • Robespierre trionfa, ma è isolato. • Stampa satirica: Robespierre, dopo aver messo a morte tutta la Francia, calpestando la costituzione del 1791, ghigliottina anche il boia. COLPO DI STATO DEL 9 TERMIDORO • Nel giugno ’94 il terrore si intensifica, • ma ormai, vinti i nemici interni ed esterni, a molti non sembrano più necessarie misure di emergenza. • Il 27 luglio i nemici di Robespierre, con l’appoggio della Palude e di militari, arrestano i capi giacobini, ormai privi di sostenitori, e li mettono a morte. Il “terrore bianco”: • Barras e i termidoriani, non riescono ad attuare la piena pacificazione nazionale. • In molti prevale la volontà di rivalsa: - Nobili e membri del clero che rientrano dall’esilio con cui sono scampati al terrore, - Borghesi la cui iniziativa economica è stata avversata dalla politica sociale giacobina. • Bande organizzate assaltano i club e danno la caccia ai giacobini. Svolta a destra: • Abbandonata la democrazia del 1793, la Convenzione ipotizza persino il ritorno alla monarchia (Luigi XVIII non è disponibile). • Con la Costituzione dell’anno III: - Ritorna il suffragio censitario. - Il potere legislativo è diviso tra due camere. - L’esecutivo va a un Direttorio di 5 membri (un direttore rinnovato ogni anno). - Resta l’accentramento amministrativo. La debolezza del Direttorio • Il nuovo governo gode di pochi consensi e deve ricorrere spesso all’esercito: - Tra aprile e maggio 1795 viene utilizzato per disperdere l’ultima protesta di sanculotti. - Il 5 ottobre si spara sui monarchici che protestano contro il decreto che impone la rielezione dei membri della Convenzione nel nuovo parlamento. - Eroe del 13 Vendemmiaio è il giovane generale Bonaparte. • Nato ad Ajaccio nel 1769, fu avviato alla carriera militare. • Dopo Termidoro riuscì a riabilitarsi e farsi apprezzare dal nuovo governo. • Nel 1793 partecipa alla vittoria di Tolone sugli inglesi che, grazie alle simpatie giacobine, gli vale la promozione a generale. • Napoleone rientra in Francia, ove si accorda con Sieyès per porre fine al Direttorio, incapace di difendere il paese. • Il 9/11/99, sotto la minaccia dell’esercito, il Parlamento sospende la costituzione e lascia il potere a tre consoli: Napoleone, Sieyès e Roger-Ducos. 2. Dal Consolato all’Impero Il Consolato: • Nel 1799 la Francia ha una nuova Costituzione, opera di Sieyès: - Il potere esecutivo spetta a 3 consoli (per 10 anni) uno dei quali è preminente. - Il legislativo è in mano ad un parlamento la cui elezione è controllata dai consoli, anche se il suffragio è universale. • Grazie peso dell’esercito, Napoleone diventa primo console. Politica estera • Grazie ai contrasti tra gli alleati (Russia e Inghilterra) e a successi militari (Marengo) Napoleone conclude la guerra: - La Pace di Lunéville (1801) con l’Austria restituisce alla Francia il controllo dell’Italia e aumenta l’influenza francese in Germania. - La Pace di Amiens (1802) con l’Inghilterra fissa gli equilibri sul piano delle colonie. Politica interna • Napoleone, Primo Console, mostra la sua abilità anche sul terreno politico: - Con il Concordato del 1801 consente alla Chiesa di riprendere la sua attività in Francia, in cambio della rinuncia ai beni confiscati. - Stabilizza la situazione economico-finanziaria (1800: nasce la Banca di Francia). - Costruisce un’amministrazione fortemente accentrata. - Emana un nuovo Codice Civile (1804). L’Impero • Nel 1802 Napoleone diventa Primo Console a vita. • Nel 1804, col pretesto di porre fine ai complotti filomonarchici, assume il titolo di “Imperatore della repubblica francese”. • Le decisioni sono confermate da un plebiscito: non è un ritorno alla monarchia, ma una dittatura moderna. [La Cerimonia di incoronazione che si svolse il 2 dicembre 1804 alla presenza di papa Pio VII.] •Nel 1805 Napoleone divenne re d’Italia e diede allo Stato moderno per eccellenza della Francia una dimensione imperiale, nata proprio ponendo sotto il controllo francese l’Italia e la Germania, cioè le due grandi aree che l’Europa moderna, nell’edificazione del suo sistema di equilibrio, aveva consapevolmente circoscritto e destinato alla frammentazione politica. •Il Regno di Napoli fu affidato prima a Giuseppe, che successivamente passò sul trono di Spagna, e poi a Murat. Il re borbone conservava la Sicilia sotto la protezione della flotta inglese. Ancora guerra • Le ostilità con l’Inghilterra (su Malta) erano riprese già nel 1803: - la 3a coalizione (Austria, Russia e Inghilterra) è sconfitta nel 1805. - la 4a coalizione (Russia, Prussia e Inghilterra) cede con uguale rapidità: - la Prussia è invasa, la Russia costretta alla pace (1806-7). L’Europa Napoleonica • Le paci di Presburgo (1805) e Tilsit (1807) danno un nuovo volto all’Europa: - L’Austria perde il Veneto e Dalmazia. - In Germania scompare l’Impero e vengono premiati i prìncipi alleati di Napoleone, uniti in una nuova Confederazione del Reno. - La Prussia perde la Polonia. - Si formano nuovi regni, retti da parenti di Napoleone in Olanda, Westfalia e Italia. Carta Il Blocco continentale • Napoleone ha sconfitto tutti i nemici, tranne l’Inghilterra, superiore alla Francia sul piano navale. • L’imperatore tenta di combatterla sul piano economico con un embargo (18067): - Nessun paese alleato della Francia può commerciare con l’Inghilterra. - Gli Inglesi non possono soggiornare in tali paesi: i loro beni sono espropriati. Il suo fallimento • Risulta impossibile farlo rispettare. • L’Inghilterra, anche se danneggiata, non tracolla grazie al mercato interno e alle risorse coloniali • e il suo dominio sui mari le consente di danneggiare i traffici francesi. • La Francia non riesce a diventare l’unico centro di produzione continentale. Altre guerre • Per imporre il blocco Napoleone è costretto a nuove iniziative militari: - Nel 1807 occupa il Portogallo; - nel 1808 invade la Spagna, imponendo come re il fratello Giuseppe - e annette alla Francia gli Stati della Chiesa: Pio VII è prigioniero. - Nel 1809 reprime il tentativo dell’Austria che aveva dato vita ad una 5a coalizione. L’apogeo • Vincitore su tutti i fronti, nel 1810 Napoleone è padrone dell’Europa. • In quell’anno, dopo l’annullamento del matrimonio con Giuseppina, l’imperatore sposa Maria Luisa d’Asburgo. • Nel 1811 la nascita di un erede, sostiene l’illusione che il dominio napoleonico possa durare. La ribellione antinapoleonica • L’occupazione militare porta la diffusione dei principi della rivoluzione e della loro attuazione napoleonica. • Ma suscita anche il risveglio del sentimento nazionale. - In Germania Fichte esorta il popolo tedesco a divenire consapevole della propria superiorità. - In Spagna dal 1808 si sviluppa una guerra di indipendenza contro i Francesi. La campagna di Russia • Nel 1812 Napoleone attacca la Russia perché lo zar Alessandro ha rotto l’alleanza, violando blocco continentale. • I Russi si ritirano quasi senza combattere facendo terra bruciata. • Napoleone entra a Mosca, ma la mancanza di rifornimenti e l’inverno russo lo costringono a una rovinosa ritirata. LA 6A COALIZIONE • Persa la sua armata Napoleone si ritira in Francia, abbandonando anche la Spagna. • La Russia vittoriosa si coalizza con Austria, Prussia e Inghilterra e sconfigge l’Imperatore a Lipsia (1813). • Prima che la coalizione entri a Parigi, Napoleone è costretto ad abdicare (1814) e a ritirarsi all’Isola d’Elba. I 100 giorni • La Francia torna ai Borbone con Luigi XVIII che concede una costituzione ma governa in modo autoritario. • Napoleone (marzo 1815) rientra in Francia e tra gli entusiasmi popolari riconquista il potere. • La 7a Coalizione infrange i suoi sogni di rivalsa a Waterloo (18 giugno 1815).
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