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Storia Moderna (XVI - XVIII secolo), Appunti di Storia Moderna

L'Europa e il Mediterraneo all'inizio del Cinquecento; Rapporti tra Corona e ceti in età moderna; Conquista dell'America e dominio coloniale; Il problema religioso, tra riforme, guerre e controriforma; La crisi politica del Seicento: dall'egemonia spagnola in Europa a quella francese (Luigi XIV); Le rivoluzioni inglesi; Illuminismo e prìncipi illuminati; La nascita degli Stati Uniti; la Rivoluzione francese.

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 18/12/2016

Lucia101.
Lucia101. 🇮🇹

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Scarica Storia Moderna (XVI - XVIII secolo) e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! L'idea di Storia Moderna -Medioevo: età di mezzo tra passato classico (scoperta del mondo latino). Richiamo al classico tramite gli illuministi. Il feudalesimo persiste fino alla rivoluzione francese. -Titolo imperiale: è un titolo elettivo, non ha molto potere rispetto a quello ereditario. -Guerra di successione: quando il re muore senza eredi e la dinastia non vuole lasciare il trono a contendenti di altre potenze (Spagna → Francia). -Banditismo: fenomeno interno della Sardegna, tipicamente barbaricino, anche a stampo di razzismo. Si creavano dei gruppi isolati che avevano il controllo delle campagne e si opponevano alla giustizia e ad ogni loro forma, contrastandoli anche con le armi. -Storia Moderna (fine 400 – fine 700): una periodizzazione tradizionale vuole fare conoscere l'inizio della Storia Moderna con la Scoperta dell'America (1492) e con la rottura dell'unità del mondo cristiano a seguito dell'avvio della Riforma (1517). Con la Scoperta dell'America si viene alla conoscenza e scoperta di un nuovo mondo. Apre la consapevolezza che esistessero nuove civiltà, un nuovo Continente, di cui non si conosceva l'esistenza. Si rese il commercio europeo ancora più grande. Mai prima d'ora si crearono rapporti coloniali con l'America. (Spagna → America) L'immagine del mondo fissata nella Bibbia riceveva un grande colpo, in quanto le nuove popolazioni americane erano fuori dal mondo secondo la concezione della religione cristiana. Ci furono stupori riguardo la loro collocazione. (La Bibbia sa davvero tutto? Perché non ha mai parlato di questa popolazione? Come fanno parte della storia dell'umanità? Bibbia → Vecchio Testamento). Fino ad allora la parola di Dio aveva dettato agli uomini come fosse la storia. La storia era Dio, allora perché non erano stati inclusi? All'inizio del Cinquecento la Riforma segnò un altro drammatico cambiamento nell'ordine tradizionale del mondo europeo-cristiano. Nascono nuove religioni riformate con un nuovo credo prendendo il Nuovo Testamento e rivalutandolo. Queste religioni non riguardano solo gli individui. Si tratta di nuove Chiese a cui gli Stati Americani fanno riferimento e si dichiarano indipendenti dallo Stato Pontificio. Segna un'indipendenza non solo a livello spirituale ma anche a livello politico. Va anche ricordato che un potente propagatore di tale contestazione fu la stampa, giusto allora inventata. Uscirono manifesti a favore di Lutero e contro la Chiesa di Roma creando anche il problema dell'opinione pubblica. Possiamo collocare la fine della Storia Moderna con i due eventi capitali: la Rivoluzione Industriale e la Rivoluzione Francese. La Rivoluzione Industriale modificò la fisionomia agraria dell'Europa, semplificando il lavoro umano sostituendolo con nuovi macchinari. In questo modo si riuscì a velocizzare il ciclo di produzione e a moltiplicare i prodotti. Seppur rese meno precaria l'esistenza degli Europei creando le condizioni materiali della nostra civiltà attuale, fu un processo più lento. La Rivoluzione Francese eliminò le istituzioni feudali, ed esportò con Napoleone questa decisiva novità in gran parte d'Europa. Nacque una forma di Stato a cui tutti i cittadini dovevano seguire. -Feudatario: continua ad esistere nell'età moderna. Il feudatario gestisce un territorio concessogli dal sovrano. Una volta divenuto possessore del territorio e che questo veniva ceduto, rimaneva immune al potere e alle leggi del sovrano. A sua volta, il feudatario esercitava dei poteri su chi viveva nel proprio territorio. Dal punto di vista politico, in Italia, si può conformare che al termine dell'età moderna, il Risorgimento si possa vedere come la chiusura di una fase apertasi con la perdita d'indipendenza, poiché il tema patriottico ha una sua valenza democratica innescata dall'esperienza delle Repubbliche Giacobine sorte in Italia all'arrivo delle armate francesi. -Rinascimento (metà XIV secolo – XVI secolo): si crea in Italia una nuova cultura umanistica. Nasce la filologia, ovvero dimostrare con l'autenticità il testo (come accadde con la Donazione di Costantino). Il Rinascimento richiama a sé il mondo classico (latino e greco) e vuole recuperare la sua integrità. -TERMINE A QUO: Scoperta dell'America (1492); -TERMINE AD QUEM: Rivoluzione Industriale (metà XVIII secolo) Rivoluzione Francese (1789 – 1799) La popolazione in età moderna continua a crescere come in età medievale. La prevenzione delle malattie, come ad esempio la peste, era scarsa nel Medioevo così come nel 700. La cesura fra 400 e 500 ha subito un assalto per opera della fioritura della ricerca di storia in senso lato sociale, dovuto alla storiografia ispirata al marxismo, e alla “Nouvelle Histoire” rappresentata dalla rivista storica francese «Annales», fondataa nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febure. Braudel parlava di lunga durata. Per lui in campo agricolo non esisteva una rottura con il passato ma esisteva la continuità. Si coltivava nel 700 così come nel 1200. Quindi si ha una continuità con il passato a livello demografico e agricolo. Anche la scuola marxista studiava la continuità con il passato. Secondo i marxiniani, il grande cambiamento avviene con la nascita dei capitalisti (nascono due classi sociali: capitalisti e proletariato). Il Proletariato avviene con la Rivoluzione Industriale. Un feudatario non poteva comportarsi come un capitalista. Esisteva un diritto feudatario che imponeva a pagare un tributo per i pascoli o la coltivazione nei suoi territori. I feudatari e vassalli erano legati da vincoli che riguardavano la proprietà dei mezzi di lavoro e i lavoratori. Esisteva la figura del feudatario ma anche della Chiesa che aveva il diritto di percepire la decima (10 % del raccolto). In Italia e poi in Europa le opere filologiche di alcuni fra i maggiori esponenti dell'Umanesimo (Lorenzo Valla a metà del 400 ed Erasmo da Rotterdam agli inizi del 500), misero in discussione aspetti della tradizione medievale la cui rilevanza non era solo letteraria. Valla dimostrò la falsità della Donazione di Costantino: scritto in latino volgare. Questa donazione era appunto un falso, perché scritto in latino volgare e non in un latino corretto come ai tempi di Costantino. Erasmo da Rotterdam trascrisse la Bibbia/fede cristiana all'osservanza del Vangelo così come era stato scritto. Voleva riportare la religione alla sua purezza. Non tradì mai la Chiesa di Roma e il fulcro del suo lavoro fu il Nuovo Testamento. Non tutto cambia da Medioevo a Storia Moderna. Era la Bibbia che parlava della storia dell'uomo, dettava legge. La storia dominava, Historia Salutis, storia della salvezza. L'unica vera cesura, dopo la Creazione, era l'Avvento del nuovo Adamo ed Eva con il peccato mortale. Si ha l'attesa del Salvatore. In Ebraesimo aspettano ancora il Salvatore mentre nel Cristianesimo si ha la rivelazione del Salvatore, ovvero il figlio di Dio che salva il mondo sacrificando sé stesso per poi risorgere. Peccato Originale → Rivelazione dell'Avvenuta di Cristo → Resurrezione Nel 500 si cercava la ricerca delle origini genealogiche. Nelle famiglie si creava l'albero genealogico alla ricerca delle proprie origini. Alcuni riuscirono anche a risalire a discendenze di Abramo. Cartesio voleva raggiungere la certezza, ovvero quando un esperimento lo si può verificare in proprio territorio o per contrastare nuovi possedimenti. Il Re era visto come somiglianza di Dio. Era colui che punisce e premia, un'autorità terrena che riporta armonia sociale. Tra 400 e 500 i sovrani aggiungono nuove prerogative, ovvero l'aumento delle capacità di prelievo fiscale. Attraverso l'ampliamento della potestà di imporre e incassare le tasse, le corone riescono a finanziare apparati burocratici stabili (stipendiati) ed eserciti e flotte più potenti pagati in maniera continuativa. Per evitare rivolte i sovrani cercano di liberarsi di tutte le strutture di potere che minacciano la corona. La crescita del potere dei Re avviene anche perché essi tendevano a porre la propria sovranità come indipendente da ogni altro potere esterno e a considerarla come una cosa voluta da Dio. La sovranità non riconosce alcun potere terreno superiore al proprio. A farne le spese è la supremazia imperiale che non viene più riconosciuta e rispettata dai monarchi. La stabilizzazione delle monarchie territoriali contribuiscono alla nascita e allo sviluppo di tradizioni e costumi comuni. Secondo Jakob Burckhardt le radici dei processi di accentramento politico e omogenizzazione amministrativa sono nella cultura rinascimentale in cui Stato e Politica sono artifizio umano. -Francia: è la prima e più importante monarchia sulla scena europea grazie alla dinastia dei Valois. La lunga guerra contro l'Inghilterra permette alla Francia di testare la resistenza. Con l'eliminazione dei domini feudali autonomi, Luigi XI di Valois disintegra il Ducato di Borgogna per poi associare alla Francia altri nuclei territoriali. Questo percorso di aggregazione viene continuato da Carlo VIII (successore di Luigi XI) che si sposa con Anna di Bretagna e quindi aggiunge la Bretagna alla Francia. -Inghilterra: non riesce a dominare il Regno di Francia. Presenta scontri interni tra York e Lacaster. Questi conflitti sono noti come “La guerra delle due rose” (1455-85), guerra che indebolisce l'autonomia della corona che si deve affidare ad altre istituzioni per tenere sotto controllo la corona. Solo con Enrico VII Tudor (1485-1509) la monarchia inglese ritrova una propria capacità di azione politica e riorganizzazione del sistema fiscale con la creazione della Camera Stellata (tribunale di diretta dipendenza regia che consente al sovrano un'ampia giurisdizione su reati di natura politica). Questa strategia punta ad un'espansione commerciale e marittima continuata dal figlio Enrico VIII che separerà la Chiesa di Inghilterra da quella di Roma, creando la Chiesa Anglicana posto sotto stretto controllo della corona. -Penisola Iberica: divisa in quattro grandi aree: • Regno di Portogallo (a ovest); • Regno di Castiglia (al centro); • Regno di Navarra (a nord) • Corona di Aragona (a est), più Regni e Principati (Aragona: Catalogna, Valencia, Isole Baleari, Sardegna, Sicilia, Napoli) -Portogallo: sotto la dinastia degli Aviz, esplora la costa atlantica dell'Africa grazie alle creazioni di basi lungo le coste africane. Gli altri regni iberici intraprendono un percorso che culmina l'unione dinastica derivante tra Ferdinando II (Regno di Aragona) e Isabella di Castiglia (Regno di Castiglia). In questo modo si hanno delle leggi e istituzioni diverse ma un unico e potente esercito per conquistare (Reconquista) militarmente la parte meridionale della Castiglia sotto il dominio arabo mulsumano. Con la Presa di Granada (1492) viene abbattuto l'ultimo regno arabo della penisola iberica. I Re Cattolici si trovano a governare su una popolazione composta da gruppi etnici e religiosi che professano religioni diverse dal Cristianesimo (ebraismo e islamismo). Nel 1478, fu creato uno speciale tribunale ecclesiastico inquisitoriale per i regni spagnoli (Inquisizione Spagnola), che Papa Sisto IV pose alle dirette dipendenze della corona. In questo modo si ricorre, usando anche la forza nei confronti di queste minoranze etnico religiose, ad imporre l'unità religiosa cristiana. Da qui si decise di procedere all'espulsione degli ebrei (1492) e di convertire con la forza al cristianesimo la popolazione di fede mulsumana presenti in questi territori (1502). Rimane alta la percentuale di ebrei convertiti (marranos) e di mulsumani convertiti (moriscos). Questa è la ragione di odio e discriminazione creato dalla Reconquista. Si diffonde la preoccupazione per la Limpieza de Sagre, cioè la purezza di sangue, garantita dall'assenza di antenati di religione ebraica e/o mulsumana. Questa ossessione è importante nelle società iberiche perché la purezza di sangue ha un ruolo essenziale per la certificazione della nobiltà. La penisola iberica, a parte il Portogallo, viene dominata da un'unica entità dinastico-territoriale: la Spagna. LE VECCHIE REALTÀ. Ci sono due principali differenze tra l'Impero Romano e le nuove Monarchie: -Carattere elettivo del titolo imperiale: l'imperatore viene scelto da un corpo elettorale composto da sette grandi elettori (4 laici e 3 ecclesiastici); -Esistenza di poteri autonomi formalmente soggetti all'autorità imperiale ma in realtà svincolati da suo potere. Si ha una trasformazione della carica imperiale da elettiva a quasi ereditaria. Dal 1438, l'Imperatore viene sempre eletto fra i membri di una sola dinastia, quella degli Asburgo. Nel corso del 400 la politica degli Asburgo è duplice: -vogliono mantenere il titolo imperiale all'interno della famiglia; -vogliono ampliare i propri domini diretti; -vogliono conquistare le corone di Boemia e Ungheria per creare un blocco territoriale nell'Europa centro-orientale. -Russia: dal 1493 utilizzano il titolo di “czar” (derivato dal latino Caesar), perché anche loro pretendono di essere i legittimi eredi dell'Impero Romano. Nel 1453, gli Ottomani, guidati da Maometto II, conquistano Costantinopoli (ribattezzata Instabul). Qui si erano insediati i sultani ottomani, che avevano edificato nel mediterraneo orientale e nei balcani un basto aggregato statale, l'Impero Ottomano. Dal punto di vista religioso l'Impero Ottomano è di fede mulsumana, anche se al suo interno troviamo sudditi di religione diversa e culti differenti che vengono ampiamente tollerati. Al di là degli imperi, la grande maggioranza dei poteri pubblici che governano le società europee sono organizzati in Regni o Principati. -Repubblica: forma di governo rinata nel Medioevo dagli esempi delle antiche città: Stato della Grecia Classica e della Roma prima dei Cesari. I governanti di queste Repubbliche vengono eletti da liste di cittadini più o meno ampie, che non comprendono l'insieme della popolazione, ma solo i suoi strati superiori. -Italia: Repubbliche di Venezia, Firenze, Lucca, Siena, Genova. Al di fuori dell'Italia si reggono sotto forma di Repubbliche i Cantoni Svizzeri uniti da una Confederazione. LE GUERRE D'ITALIA (1494-1554) Tra il 1494 e il 1554 l'Italia diviene un campo di battaglia di potenze italiane ed europee. Queste guerre sono ritenute le prime vere guerre europee, conflitti in cui si crea un sistema diplomatico continentale. All'epoca, l'Italia è la più ricca e colta nazione d'Europa, ma anche il luogo in cui risiede il Papa. I maggiori Stati della Penisola (Milano, Venezia Stato della Chiesa, Firenze e Napoli) avevano stipulato con La Pace di Lodi (1454) un principio sul mantenimento della stabilità della penisola. Nel 1494 Carlo VIII, Re di Francia, interviene nei contrasti interni all'Italia, chiamato dal Signore di Milano Ludovico Sforza, detto Il Moro. Carlo VIII conquista Napoli nel 1495 senza resistenza. La discesa di Carlo VIII rimarrà famosa per la totale mancanza di resistenza che incontra nell'attraversare la penisola, sino all'occupazione di Napoli. L'Italia si dimostra una facile preda. Il Papa Alessandro VI promuove un'alleanza antifrancese con Venezia, Milano, l'Imperatore e i Re Cattolici, costringendo Carlo VIII alla ritirata. -Firenze: Savonarola rovescia il potere dei Medici con una rivolta repubblicana che inizialmente riesce ad influenzare le autorità cittadine, ma che, successivamente lo consegnano al rogo. Nel 1499 Luigi XII, nuovo Re di Francia, occupa il Ducato di Milano e sigla un accordo con Ferdinando il Cattolico (Spagna) per dividere tra loro il Regno di Napoli. Presto scoppia la guerra tra i due sovrani e tutto passa in mano alla Spagna che vince nella Battaglia del Garigliano (1504). Papa Giulio II assieme all'Imperatore Massimiliano (Austria) e Ferdinando il Cattolico (Spagna), da vita alla “Lega di Cambrai”, dove sconfiggono le forze veneziane nella battaglia di Agnadello (1509). Grazie alla Lega Santa stipulata da Papa Giulio II, le forze francesi furono cacciate dall'Italia. Francesco I, successore sul trono di Francia, conquista il Ducato di Milano nel 1515, sconfiggendo a Marignano i mercenari svizzeri al servizio di Massimiliano Sforza. -Trattato di Noyon (1516), stipulato tra Francesco I (Francia) e Carlo d'Asburgo (Spagna), confederazione elvetica, Papa, assegnano Milano al Regno di Francia e Napoli alla Spagna. Nel 1521 Carlo V (Carlo d'Asburgo dopo essere stato proclamato Imperatore cambia nome), alleato del Papa e di Enrico VIII d'Inghilterra, dichiara guerra alla Francia sconfiggendola a Pavia nel 1525. Francesco I viene fatto prigioniero e rilasciato un anno più tardi solo dopo aver firmato il Trattato di Madrid (gennaio 1526), rinunciando a Carlo V i territori dell'ex ducato di Borgogna annessi alla Francia. Papa Clemente VII (Giulio de Medici, 1523-34), resosi conto che il reale pericolo proveniva dalle potenze ispano-imperiali e non da quelle francesi, rovescia le alleanze. La coalizione anti-asburgica (Lega di Cognac), composta dal Papa, Francia, Venezia, Milano, Genova e Firenze, non fa fronte all'esercito imperiale, che irrompe in Italia nella primavera del 1527 puntando su Roma e occupandola il 6 maggio. Papa Clemente VII si vede costretto a rifugiarsi a Castel Sant'Angelo. I mercenari tedeschi (lanzichenecchi) di fede protestante al servizio di Carlo V saccheggiano Roma. Con il Trattato di Barcellona del 1529, Carlo V e Clemente VII si accordano affinché l'esercito imperiale riporti i De Medici a Firenze, mentre il Papa riconosce a Ferdinando d'Asburgo (Fratello di Carlo V) i titoli di Re di Boemia e di Ungheria. -Conflitto franco-asburgico: Francesco I prende i territori di Savoia, perdendo però il Ducato di Milano che nel 1535 ritorna a Carlo. Enrico II (nuovo sovrano francese), alleandosi con i principi protestanti tedeschi e Papa Paolo IV, intraprende altre campagne contro Carlo V. Subisce una pesante sconfitta nella Battaglia di San Onoreficenze (riconoscimenti per onorare gli individui). Il più importante ruolo svolto da ordini militari e cavallereschi. L'aumento dei titoli nobiliari crea problemi anche nelle fasce più esclusive della nobiltà. La società politica nasce dalla composizione di ceti sociali, organismi dotati di un riferimento preciso all'ordine voluto da Dio. Nelle monarchie europee queste idee comportano la presenza, a fianco del sovrano, di corpi rappresentativi che si richiamano alla Magna Curia (assemblea dei rappresentanti dell'antico regno franco). Il Sovrano decide su tutte le questioni più importanti dopo aver ascoltato il parere dei rapppresentanti. • In Inghilterra, Scozia, Napoli e Sicilia questa assemblea si chiama Parlamento; • Parlamento inglese: si suddivide in due Camere: -La camera dei Lord: nobili, vescovi e abati del regno con feudi; -La camera dei Comuni: rappresentanti di terre e città non infeudate. Le assemblee sono periodiche e si riuniscono una volta all'anno oppure all'occorrenza, quando le assemblee dei ceti fanno richieste al sovrano oppure viceversa. La figura del sovrano si sdoppia in due corpi: • La persona del Re: corpo fisico e mortale; • Il corpo immateriale del Re: rappresenta l'eternità del potere monarchico e garantisce l'ordine terreno. LA SCOPERTA DELL'AMERICA E GLI IMPERI COLONIALI. -Scoperta dell'America → viaggiatori che esplorano; -Conquista dell'America → potenza che conquista un territorio con le armi. Cristoforo Colombo aveva un obiettivo commerciale, ovvero, prendere le Indie dall'altra parte non sapendo che tra l'India e la Spagna ci fosse un altro continente. La Spagna aveva acquistato la fetta più grossa dei territori della Reconquista (terreni arabi). Segue una fase di vera e propria conquista. Quelli che vanno alla conquista sono gli Ilaros (piccola nobiltà). Ci troviamo di fronte a dei nuovi popoli che sono tutt'altro che barbari, sono organizzati a livello agricolo. I Conquistadores avevano un'arma da fuoco, qualcosa in più che questi nuovi popoli non avevano. Tra gli Aztechi c'era il pensiero che prima o poi sarebbe arrivato un nuovo popolo a salvarli, oppure a distruggere. La breve conquista dei Conquistadores si trasformò in eccidio. Molti dei popoli indigeni morivano solo per bronchite o raffreddore, a cui non erano immunizzati. Morirono in massa grazie ai portatori della malattia, appunti i Conquistadores. Ci fu uno scambio di malattie, l'America contagiò all'Europa la sifilide, mentre l'Europa contagiò all'America la bronchite e il raffreddore. Al di là delle malattie e delle uccisioni nella guerra, quello che impoverisce la civiltà americana e le sue colonie è l'imporsi della cultura occidentale, quindi diverso da quello precedente. Quello che la chiesa voleva era che gli Indios accettassero il battesimo. Queste popolazioni vengono privati dei loro capi, della loro religione e non capiscono la lingua dei Conquistadores. Gli Indios si trovano sperduti, ci sono dei suicidi per questo disorientamento mentale. La Reconquista aveva fatto crescere sempre più la Spagna, era uno stato vincente avente un esercito forte. La cosa importante per la Spagna era quello di arricchirsi e di cristianizzare le popolazioni Indios. Popolazione che, non sanno dove inserirli nella Bibbia visto che non ne aveva mai parlato. Li chiamano selvaggi, c'è il bisogno di inserirli in un gradino sociale inferiore a loro per poterli sfruttare al massimo. Qualunque società che non ha un'organizzazione statale si può ritenere inferiore. Ci fu uno scontro fra teologi. Bartolomeo della Scasas diceva che si è un selvaggio, ma è un buon selvaggio. Montaigne (padre dell'antropologia), dice che io sono nell'altro, bisogna riconoscere la diversità. L'altro per me è diverso ma anche io per lui sono diverso. I materiali e metalli preziosi erano molto importanti. Tutto l'oro e l'argento che arrivò dall'America aveva creato un'inflazione in Spagna. Arrivava in Spagna e poi si disperdeva. Carlo V aveva portato la Spagna quasi al lastrico e tutto l'oro e argento che arrivò dall'America venivano utilizzati per pagare i debiti e non sempre erano necessari ad estinguere tutti i debiti. L'Inghilterra agirà in modo diverso. Rafforza le materie prime, prodotti di base (cotone, te) che arrivando in Inghilterra si potevano risfruttare mettendole anche in commercio. Le colonie inglesi sono stte create da colonie inglesi stesse. -Portogallo: Il principe Enrico (degli Aviz) promuove attività commerciali ed esplorazioni investendo denaro. I portoghesi: • occupano Ceuta; • colonizzano Madera, Porto Santo e le isole Azzorre; • costruiscono la stazione commerciale nel Golfo di Guinea; • fanno inaugurare due rotte (di mare) per raggiungere le coste atlantiche dell'Europa dall'Africa occidentale; • prendono la punta estrema del continente africano grazie alla spedizione guidata da Bartolomeo Dìaz, nel 1487. • approdano a Calicut (odierna India) nel maggio 1498 grazie a Vasco de Gama; La scoperta della nuova rotta per l'India crea dei problemi. Obbligano il sovrano di Calicut a commerciare con loro (1502) e riescono a far passare tutte le spezie per la Casa da Mina di Lisbona che poi le rivenderà (1504). Creano stazioni commerciali tra le Coste dell'Africa orientale e dell'India occidentale. Bloccano le vie del commercio di spezie che portano al Levante mediterraneo passando per il Mar Rosso e il Golfo Persico, scontrandosi con egiziani e Venezia. Creano nella città di Goa (India) il principale snodo mercantile e amministrativo. Creano inoltre, un insediamento a Macao (nella costa del Sud della Cina), hanno il monopolio di spezie, argento e corallo. Gli Ottomani conquistano la Siria e l'Egitto e si alleano con Venezia e si cerca di riaprire la via del Mar Rosso. UMANESIMO E RINASCIMENTO. -Umanesimo e Rinascimento: momenti successivi di un processo culturale che nasce e si sviluppa in Italia tra il 1300 e il 1400. -Umanesimo: movimento intellettuale caratterizzato da un atteggiamento nuovo nei confronti del mondo antico (richiamo a Grecia e Roma) -Petrarca: invita allo studio dei testi latini e alla riflessione sui loro contenuti. -Latino: appare nel XIV e XV secolo, diverso da quello di Virgilio e Cicerone. Si propongono così le basi per la fondazione di una nuova disciplina, la filologia, che restituisce alla forma originale testi tramandati in maniera scorretta. L'Umanesimo porta al ritorno della cultura della Grecia antica in Europa. Nel tentativo di superare lo scisma fra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, nel 1438-42 si tiene un concilio a Ferrara che permette ai greci di stabilirsi in Italia. -Erasmo da Rotterdam si impegna a conciliare le istanze della fede con il rigore intellettuale. L'invenzione della stampa a caratteri nobili che pare sia stata inventata a Magonza dall'orafo Johann Gutenberg per poi diffondersi in tutta l'Europa occidentale. In Italia le prime tipografie nascono fra gli anni '60 e '70 del 1400. Questo metodo porta molti vantaggi ed è anche più facile la diffusione pubblica del pensiero. Altra figura importante è quella di Aldo Manunzio che nella sua bottega a Venezia coordina un gruppo di intellettuali (umanisti di varia provenienza). LA RIFORMA PROTESTANTE. -Prima metà del XVI secolo: diffusione di idee cristiane diverse da quelle insegnate dalla Chiesa Cattolica. I sostenitori di queste idee vengono chiami eretici, vengono espulsi dalla comunità dei fedeli e affrontati con forza dall'autorità civile. Da tali tensioni nasce il frequente richiamo a una riforma della Chiesa che la faccia ritornare a quella spiritualità e purezza ritenute tipiche delle origini. Erasmo da Rotterdam, nel 400, critica la corruzione e l'immoralità della Chiesa. Nonostante le sue durissime critiche nei confronti del papato e della Chiesa, quando nacque la Riforma Protestante, Erasmo rimase cattolico. -1517: in Sassonia, un monaco dell'ordine Agostiniano, Martin Lutero aveva diffuso le 95 tesi teologiche sospette di eresia. LE 95 TESI CHE SCONVOLSERO IL MONDO. Le idee di Lutero saranno una spaccatura nell'Europa cristiana, divisa tra cattolici e protestanti. Alla base di riflessione di Lutero ci fu il confronto tra la lettura dei Testi Sacri e la dottrina ortodossa della Chiesa. Studiando attentamente le Sacre Scritture, Lutero nota come sia chiara l'affermazione in esse che l'unica salvezza per l'uomo dipende dalla grazia divina. Al contrario la Chiesa non svolge nelle Sacre Scritture alcun ruolo e il Papa non è nemmeno nominato. Il tradizionale insegnamento cattolico vuole che la struttura ecclesiastica affianchi costantemente il credente, anche dopo la morte terrena l'anima non è mai abbandonata. Il percorso dell'anima dei defunti passa per il Purgatorio, luogo di dolore e travaglio che si trova tra il Paradiso e l'Inferno. Il Papa è l'amministratore dei meriti acquisibili dai fedeli, come ad esempio, la pratica pratica delle indulgenze che garantivano la cancellazione dei peccati per i vivi e lo sconto di pena per i defunti. Il 31 Ottobre 1527, Lutero invia le sue 95 tesi a Hohenzollern e poi ad alcuni teologi. Secondo Lutero, il fedele per cercare la salvezza eterna deve solo avere fede. Solo la fede sottrae l'uomo alla schiavitù del peccato originale. Sono inutili le confessioni e le opere di bene, infatti, le indulgenze sono un'impostura. volta convertiti all'islam e se dotati delle necessarie qualità, a ricoprire cariche amministrative di prestigio. La parte esterna del palazzo è la sede del governo centrale, dove è situata la sala del Divan o del Gran Consiglio Centrale, presieduto dal “gran visir”. Il gran visir viene scelto direttamente dal Sultano, ha gli stessi poteri del sovrano ma questo può togliergli la carica e condannarlo a morte. Altri funzionari incaricati di singoli settori di governo aiutano il gran visir. Partecipano al Gran Consiglio tutti questi membri, più i governatori e i responsabili dei distretti e delle province, più il grande ammiraglio della flotta, più il comandante dei giannizzeri. I giannizzeri compongono il più importante corpo di fanteria, è un'organizzazione militare basata sulle terre affidate ai cavalieri. I giudici ed esperti di diritto appartengono ad un corpo dove al vertice troviamo la più alta autorità religiosa. All'interno dell'Impero Ottomano vige una grande tolleranza religiosa. I popoli annessi all'Impero Ottomano mantengono la propria cultura, religione e lingua. L'intera popolazione dell'Impero Ottomano è classificata in due gruppi principali: soldati e sudditi. -Askeri (soldati): comprendono tutti coloro che esercitano una funzione, sia essa militare, civile o religiosa, al servizio del sultano; la maggior parte dei membri di tale categoria è esente dalle imposte. -Re'aya (sudditi): comprendono i contadini, gli artigiani, i mercanti e quanti non sono di fede mulsumana; tutte queste persone sono obbligate al pagamento delle imposte. LA MONARCHIA CATTOLICA DI FILIPPO II. I domini di Carlo V vengono da lui stesso suddivisi tra il fratello Ferdinando e il figlio Filippo negli anni 1556-58. Al primo già re di Boemia e di Ungheria, toccano i territori ereditari dell'area austriaca e l'appoggio nell'ascesa al trono imperiale; al secondo vanno la Castiglia, con le sue colonie americane, l'Aragona, i Paesi Bassi, la Franca Contea, lo Stato di Milan, il regno di Napoli e il regno di Sicilia. Filippo regna su una vasta aggregazione di territori diversi tra loro, l'unico elemento uguale per tutti è la religione cattolica. Lo strumento primario per combattere la diffusione delle idee riformate all'interno della Castiglia, dell'Aragona (nella cui corona è compresa anche la Sardegna) e della Sicilia è il tribunale dell'Inquisizione spagnola, nato nel 1478, per giudicare e reprimere tutti i comportamenti e le dottrine eterodosse. Tale istituzione ha al proprio vertice un inquisitore generale che viene nominato dal sovrano. L'inquisitore generale è affiancato da un consiglio di nomina regia, in questo modo Filippo II dispone di un importante strumento giuridico indirizzato al controllo delle coscienze e dei comportamenti dei sudditi. Nello Stato di Milano si scatena una dura opposizione e quindi il sovrano rinuncia al suo piano di ampliare il tribunale dell'inquisizione. Il Consejo de Inquisición è uno dei più importanti consigli che si avvale il monarca: si tratta di organismi composti da aristocratici, ecclesiastici e letrados, ossia esperti di diritto e amministrazione, che forniscono al re i loro pareri sulle diverse questioni che questi sottopone loro. I consigli si caratterizzano a seconda delle competenze per materia o per territorio. • Al primo tipo appartengono il Consejo de Estado e il Consejo de Guerra, gli unici composti quasi esclusivamente da nobili, che hanno il compito di discutere e avanzare proposte su problemi relativi al governo dell'intera monarchia cattolica: l'uno per le questioni politiche e l'altro per quelle militari. • Al Consejo de Hacienda spetta la competenza sulle questioni finanziarie. • Il Consejo de Ordenes, vigila per conto del sovrano sul complesso mondo degli ordini militari castigliani di Santiago, Calatrava e Alcántara. • Al secondo tipo appartengono il Consejo de Castilla, che si occupa del governo castigliano; • Il Consejo de Aragón così come il Consejo de Indias, che si occupa di quanto concerne le colonie americane. • Infine troviamo il Consejo de Italia, incaricato di consigliare il sovrano nelle questioni relative al governo del regno di Sicilia, del regno di Napoli e dello Stato di Milano. Il meccanismo di funzionamento di queste istituzioni prevede che esse, dietro richiesta de sovrano o di propria iniziativa, stilino un parere articolato su singole questioni, la consulta. Questo documento viene inviato al monarca, che lo esamina ed esprime la sua decisione annotandola personalmente in calce. Quindi, esso ritorna al Consejo da cui proviene, che, sulla base di quanto stabilito dal re, redige un decreto, una lettera o un ordine che, una volta siglato da Filippo II, viene trasmesso a sovrano e ministri stranieri oppure a viceré, governatori, ufficiali, istituzioni locali o singoli sudditi della monarchia. Filippo II stabilisce la propria residenza in Castiglia e, nel 1561, fissa la sede della propria corte a Madrid. Nel 1559 gli stati spagnoli in Italia riconoscono come sovrano Filippo II ma conservano la loro fisionomia istituzionale e sociale. L'AZIONE DI FILIPPO II NEL MEDITERRANEO. Nel Mediterraneo l'impero ottomano prosegue nella politica espansionistica, con l'appoggio delle flotte che l pirateria nord-africana utilizza per le sue scorrerie ai danni dei navigli e delle terre cristiane. Filippo II fa la controffensiva contro le basi della pirateria. Durante la spedizione per occupare l'isola di Gerba la flotta cristiana viene prima sconfitta e poi distrutta da una violentissima tempesta. Negli anni seguenti continua l'offensiva ottomana che si prende anche l'isola di Cipro, territorio di grande importanza strategica ed economica nel Mediterraneo. Papa Pio V sprona i Cristiani ad andare contro gli Ottomani, propone un'alleanza tra tutti i sovrani per arenare una flotta. Filippo II decide di privilegiare la zona nord-europea. La guerra ha costi elevati: armare eserciti e flotte implica per la monarchia di Filippo II sostenere enormi spese che gravano in massima parte sulle finanze della corona di Castiglia. Questa, nonostante l'oro e l'argento che giunge dalle colonie americane, non dispone di risorse illimitate e neppure sufficienti a mantenere per lungo tempo flotte ed eserciti in diversi scacchieri europei e si trova quindi costantemente sull'orlo della bancarotta. Le autorità politiche ed ecclesiastiche spagnole sono in allarme a causa dei Moriscos (discendenti mulsumani costretti a convertirsi al cristianesimo) che vivono nel sud della penisola iberica e sono possibili i legami con la pirateria nord-africana o con gli ottomani. Filippo II intraprende una campagna per cancellare le tracce mulsumane dei Moriscos. Nel 1568 ci fu una rivolta nella regione di Granada che durò per tre anni. Nel 1570 Filippo II decide la deportazione e la dispersione dei Moriscos in tutto il territorio della Castiglia. Nel 1571 viene stipulata la Lega Santa tra Papa Pio V, la repubblica di Venezia e Filippo II. Alleanza creata per fronteggiare gli ottomani, cui aderiscono anche la repubblica di Genova, i duchi di Savoia e di Toscana e l'Ordine di Malta. GUERRA E GUERRIGLIA: LE GRANDI BATTAGLIE E LE PICCOLE SCORRERIE. La Lega Santa si scontra contro gli ottomani il 7 Ottobre 1571 presso Lepanto. Al comando della flotta cristiana si trova Giovanni d'Austria (fratellastro di Filippo II) che porta a casa una vittoria che non viene sfruttata dalla Lega Santa e si arriva ad una pace con gli ottomani nel 1581, in cui la Lega Santa rinuncia a Cipro in cambio di garanzie per la sicurezza dei propri commerci. Nel 1581 Filippo II e il sultano Selim III siglano una tregua che verrà sempre rinnovata negli anni successivi. Sempre negli anni successivi, ci sono grandi conflitti in Europa Settentrionale (dalla Francia alle Fiandre sino allo scontro in Inghilterra), a condizionare la politica internazionale di Filippo II. Enormi risorse vengono profuse dalla corona in questi conflitti: basti pensare al costo sostenuto per la costruzione della Invencible Armada, la poderosa flotta realizzata per invadere l'Inghilterra di Elisabetta I, che subisce però, nel 1588, una disastrosa sconfitta nelle acque della Manica. In questi anni si diffonde un fenomeno culturale e religioso, quello delle conversione di europei all'islam. Schiavi cristiani per sfuggire un'esistenza miserevole in terra ottomana accettano di convertirsi e intraprendono carriere al servizio dei sultani che li portano ai vertici dell'amministrazione imperiale. LA CHIESA IN ARMI: L'EUROPA DELLA CONTRORIFORMA IL CONCILIO DI TRENTO. Il Concilio di Trento: è una riunione straordinaria di tutti i vescovi. Con il Papa Paolo III il concilio viene annunciato, convocato a Mantova, rinviato e convocato definitivamente a Trento nel 1544. Viene scelta Trento perché è una città geograficamente italiana ma situata in un territorio del Sacro Romano Impero ed è vicino ai paesi di lingua tedesca. Alla seduta d'apertura partecipano quattro cardinali, quattro arcivescovi, venti vescovi e alcune decine di persone tra prelati, teologi e giuristi. La maggioranza dei padri conciliari è italiana e il Concilio di Trento si apre sotto lo stretto controllo del Papa. Il Concilio di Trento si divide in queste fasi: • Dicembre 1545 – Marzo 1547: Contrasto tra linea imperiale e linea pontifica. Carlo V vuole affrontare determinati argomenti ma Paolo III riesce a far prevalere la propria volontà. Con il contrasto tra Papa e Imperatore si ha la sospensione del Concilio; • Maggio 1551 – Aprile 1552: La ripresa dei lavori viene ripresa dal nuovo papa, Giulio III, che invita anche i rappresentati riformati. Nel corso della seconda fase del concilio viene esaminata la questione dell'eucarestia. Ancora una volta gli eventi politici internazionali causano l'interruzione del Concilio; • Gennaio 1562 – Dicembre 1563: Con Papa Pio IV si discutono temi delicati come l'origine e il ruolo dei vescovi nella Chiesa. Alla fine il concilio opta per una soluzione di compromesso che lascia intatta la facoltà del Pontefice di concedere dispense ed esenzioni in materia. Sul piano dottrinale la principale cura del concilio è uscire dall'incertezza teologica che aveva fino ad allora caratterizzato la Chiesa. Il Concilio di Trento riafferma il valore della tradizione ecclesiastica come fonde dell'autorità spirituale cristiana. Concluso il Concilio, Pio IV ne approva i decreti ma resta il problema dell'attuazione. La frettolosa chiusura dei lavori conciliari fa sì che essa venga demandata completamente al papa, che promulga la nuova confessione di fede tridentina nel 1564, mentre il suo successore, Pio V, cura la pubblicazione del Catechismo romano del Concilio di Trento. Anche la struttura della Chiesa viene profondamente ripensata. Il concilio rivolge grande attenzione al clero, stabilendo l'esigenza di una rigida separazione per aspetto (attraverso l'obbligo di indossare l'abito talare) e per comportamento (mediante una moralità che prevede l'obbligo alla castità e al celibato). Inoltre, viene deciso di creare in ogni diocesi un seminario, un centro di istruzione in cui sarebbero stati formati gli aspiranti sacerdoti. Per un miglior controllo delle comunità loro affidate, i parroci sono obbligati ad annotare giornalmente in appositi libri tutti i battesimi, i matrimoni e le morti regina sono prudenti: l'Irlanda è cattolica e anche in Inghilterra permane una forte minoranza cattolica. La minoranza puritana è molto attiva e influente tra le classi dirigenti inglesi. La scelta della Regina è quella di puntare su una Chiesa anglicana rinnovata ma saldamente controllata dalla corona. Nel 1559 promulga l'Atto di uniformità, con cui viene riformata la liturgia della Chiesa anglicana, reintroducendo un libro comune ufficiale delle preghiere. Nel 1563, con l'Atto di supremazia, la figura sovrana viene nuovamente imposta come Capo della Chiesa. La Chiesa Anglicana è vicina al protestantesimo sul piano della dottrina teologica ma simile al cattolicesimo nella liturgia e nell'organizzazione ecclesiale. La Regina è attenta a evitare il matrimonio con un principe cattolico o protestante, sia a circondarsi di consiglieri che possano far temere un arretramento nel processo di costruzione di una Chiesa anglicana che muove lentamente e prudentemente verso ulteriori riforme in senso protestante. Maria Stuart viene incarcerata per ordine della Regina Elisabetta nella torre di Londra. Negli anni 1570 grazie a un'accorta propaganda, l'immagine della Regina Vergine, in quanto decide di non sposarsi per dedicarsi interamente al bene del proprio regno, acquista una larga popolarità. Elisabetta è attenta anche a favorire i commerci e la produzione di pannilana inglesi, che cominciano a conquistare quote del mercato internazionale. Molto apprezzata è anche la cura e la particolare attenzione con cui viene seguito lo sviluppo della marineria e della flotta militare. Sul piano diplomatico internazionale cresce l'ostilità inglese nei confronti della potenza spagnola, contro la quale la regina utilizza la guerra di corsa. Nel 1587 Elisabetta fa processare, condannare e decapitare Maria Stuart. Questo motivo farà decidere a Filippo II di muovere guerra contro l'Inghilterra. Il sovrano fa allestire la più grande flotta militare fino ad allora messa in acqua, la cosiddetta Invencibile Armada. Nel 1588 la flotta spagnola viene però battuta dalla più piccola ma meglio organizzata flotta inglese, spalleggiata anche dalle navi olandesi. LE GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA. Dopo la pace di Cateau-Cambrésis nel 1559 (l'Italia agli Asburgo), la Francia entra in una crisi politica, in quanto la monarchia si trova ad essere guidata dalla vedova Caterina de' Medici. Il principale problema che Caterina deve affrontare è la diffusione della religione calvinista. Gli ugonotti sono stanziati nella parte sud-est della Francia e in alcune zone specifiche del centro e del nord. Il partito protestante cerca di allontanare la reggente, mirando a sostituirla con Luigi I di Borbone principe di Condé. Questo fu un tentativo di pacificazione tra ugonotti e cattolici, tentativo che però fallisce. I successivi tentativi della reggente di permettere una limitata libertà di culto agli ugonotti pur di pacificare il paese insospettiscono il partito cattolico, che dà il via agli scontri con il massacro di Vassy nel 1562, uccidendo un gruppo di ugonotti. Durante questi scontri, Caterina non si schiera mai a favore di uno dei fronti in lotta, ma tenta di usare le fazioni una contro l'altra, nel tentativo di difendere la corona che appare sempre più debole. Caterina inoltre, fa delle concessioni agli ugonotti, cui viene accordata libertà di coscienza e una libertà di culto. Questa tensione, nel 1567, diventa una vera e propria guerra civile. Sopo anni di scontri militari si giunge alla Pace di Saint-Germain-en-Laye, nel 1570, con la quale agli ugonotti è riconosciuta libertà di culto e il controllo di alcune città fortificate a garanzia della loro sicurezza. In aggiunta a ciò, l'ammiraglio Gaspard de Coligny, uno dei capi degli ugonotti, viene ammesso al Consiglio di Stato. Coligny contribuisce ad organizzare un matrimonio pacificatore tra uno dei capi del partito ugonotto, Enrico di Borbone, re di Navarra, e Margherita di Valois, sorella del re. Caterina allora, decide di avvicinarsi ai cattolici e organizza un attentato per uccidere Coligny proprio il giorno delle nozze, officiate a Parigi nell'agosto del 1572, che però sopravvive. Caterina e Carlo IX aderiscono al piano dei Guisa per eliminare lo stato maggiore della nobiltà ugonotta accorso per assistere al matrimonio il 23 agosto. La fase più violenta della guerra civile religiosa, trae ulteriore alimento con la morte di Carlo IX, nel 1574, e dall'ascesa al trono dell'ultimo dei figli di Caterina, Enrico III. La lega cattolica (partito politico-religioso) viene capeggiata dai Guisa. Nel 1584 muore un altro figlio di Caterina ed Enrico II, ed essendo Enrico III privo di eredi la corona spetterebbe al parente più prossimo della famiglia dei Valois, ossia Enrico di Borbone, divenuto capo dello schieramento ugonotto. La lega cattolica contrappone la candidatura del cardinale Carlo di Guisa. Il conflitto diventa generale con le due fazioni contrapposte, guidate rispettivamente da Enrico di Guisa ed Enrico di Borbone che si scontrano in modo sanguinoso. Le forze di Enrico III, sono molto deboli rispetto a quelle dei Guisa che entrano in conflitto fiancheggiate dalla Lega cattolica. Furono comunque sconfitte dagli ugonotti (Enrico di Borbone). Il 1 Agosto del 1589, Enrico III in punto di morte, designa Enrico di Borbone come successore del trono di Francia. Egli si trova di fronte ad un paese spaccato, in guerra con la Spagna e con Parigi in mano ai propri nemici. Egli allora decide di rinnegare la fede nella quale era stato cresciuto, il calvinismo, e aderisce al cristianesimo. Questo atto consente alla sua incoronazione da Re di Francia nella cattedrale di Chartres nel 1594, con il nome di Enrico IV. Molti ugonotti non possono far altro che sottomettersi al sovrano cattolico e nel 1595 ottiene anche l'assoluzione di Papa Clemente VIII che lo riammette in seno alla Chiesa Cattolica, nonostante sia Relapso, dal momento che già una volta, Enrico si era convertito al cattolicesimo per poi tornare, una volta al sicuro, alla sua professione di fede ugonotta. La stessa Spagna sigla un accordo di pace a Vernins nel 1598. Nello stesso anno Enrico IV promulga l'Editto di Nantes, che riconosce il cattolicesimo come religione ufficiale della Francia, ma garantisce agli ugonotti libertà di coscienza in tutto il regno e la libertà di culto in luoghi prestabiliti, oltre al controllo di molte piazzeforti come garanzia per la loro sicurezza. Enrico IV si dedica al suo Paese ma è considerato un eretico che si è convertito per ragioni opportunistiche, ragion per cui, nel 1610, viene assassinato da un estremista cattolico. MONARCOMACHI E POLITIQUES. Durante e subito dopo il periodo delle guerre di religione due sovrani francesi vengono assassinati. Non più rappresentante di Dio in terra, un sovrano giudicato nemico della vera fede finisce per essere considerato un pericolo per la comunità cristiana e di conseguenza la resistenza al suo potere e, anche la sua uccisione, possono essere assimiliate alla legittima difesa. Idee come queste iniziano a circolare in Francia e nei Paesi Bassi. Si afferma il tema della liceità dell'uccisione di un sovrano eretico. Si tratta del recupero della teoria politico greco-romana della tirannia. I primi ad elaborare queste idee sono gli ugonotti francesi, negli anni che precedono e, seguono il massacro della notte di San Bartolomeo. In particolare ha enorme successo la diffusione di un testo apparso anonimo nel 1576 e di controversa attribuzione: le Vindiciae contra tyrannos. -Politiques: sostenitori di un rafforzamento dell'autorità regia e della concessione di una certa libertà di culto come unico rimedio alla divisione ideologica e religiosa. LA RIVOLTA DEI PAESI BASSI E LA NASCITA DELLE PROVINCE UNITE. I Paesi Bassi sono una terra fiorente, molto abitata e con un elevato tasso di urbanizzazione. Le Fiandre e l'Anversa sono dei centri commerciali e finanziari importanti nella monarchia di Carlo V. Dalla metà del 500 si ha un arresto della prosperità e si hanno dei segni di crisi. Il primo elemento che modifica il quadro è la crescente concorrenza dei pannilana inglesi sul mercato internazionale. Anversa, soffre la rivalità inglese anche sul piano commerciale, e poiché i suoi traffici si alimentano delle merci straniere che vengono da lì riesportate, la decisione dei mercanti inglesi di emigrare ad Amburgo nel 1569 è un campanello d'allarme. Un secondo elemento di crisi è connesso alla perdita di importanza dell'argento tedesco rispetto all'afflusso di argento americano. Alcune difficoltà vanno insorgendo anche sul piano politico. I Paesi Bassi sono formati da 17 province, ciascuna con proprie leggi, ordinamenti istituzionali e consuetudini. Un ruolo importante hanno gli Stati provinciali, le assemblee di ceto di ciascuna provincia, e gli Stati generali dei Paesi Bassi. Gli Stati generali e la nobiltà hanno goduto di notevole rilievo durante il regno di Carlo V. Con la successione del figlio Filippo, la potente aristocrazia del Sud e delle famiglie dei grandi, temono la propria emarginazione. Tale preoccupazione diventa realtà quando Filippo II abbandona Bruxelles nel 1559 per recarsi in Castiglia, lasciando come governatrice la sorellastra Maria di Parma. Un ulteriore elemento di tensione è dato dai problemi religiosi. La condanna delle idee riformate nei Paesi Bassi era stata proclamata sin dal 1520. La normativa contro i protestanti emanata nei Paesi Bassi nel 1529, era stata inasprita, giungendo fino a prevedere la pena di morte per il semplice possesso di un libro non ortodosso, come la Bibbia tradotta in lingua volgare. La persecuzione dei luterani e anabattisti era stata brutale: al rogo dei libri era presto seguito quello degli uomini. LE RAGIONI DEL CONFLITTO CON LA SPAGNA. Negli anni 60 del 500 il quadro muta completamente a causa di una serie di fattori. 1. La penetrazione del calvinismo aiutato dallo scontro religioso in Francia. Il calvinismo fa breccia nei settori artigianali delle città del Sud dei Paesi Bassi colpiti dalla crisi delle manifatture e dei commerci e nella piccola nobiltà del Nord, emarginata dal potere nelle città, e riesce ad estendersi ai gruppi sociali dei mercanti e degli uomini d'affari; 2. Il deteriorarsi dei legami commerciali dovuto alla guerra commerciale con l'Inghilterra, al blocco dei traffici baltici. Questi elementi portano alla disoccupazione e ad uno stato di malcontento tra i sudditi; 3. L'insufficienza dei sistemi di relazione con la corte di Filippo II e l'influenza della politica madrilena sui poteri di Bruxelles; 4. La pubblicazione di un piano per la riforma delle circoscrizioni ecclesiastiche nei Paesi Bassi, che prevede la suddivisione del territorio in 18 vescovati, guidati da vescovi e da un arcivescovo primate. I nuovi vescovi, tutti di nomina regia, avrebbero dovuto nominare, a loro volta, due inquisitori in ogni diocesi. Questo piano allarma il clero per l'ampliamento dell'autorità sovrana nell'ambito della vita ecclesiastica. Nel 1565 l'ascesa di Fernando Alvares de Toledom duca d'Alba, come più ascoltato consigliere di Filippo II, conduce ad un improvviso mutamento della politica della corona nei Paesi Bassi. Il sovrano si rifiuta di abrogare o mitigare la legislazione per la repressione dell'eresia e mostra di voler ampliare i poteri dell'Inquisizione, dando l'impressione di voler impiantare nei Paesi Bassi la temuta Inquisizione spagnola. REPRESSIONE E RIVOLTA. Nell'inverno del 1565 un gruppo di esponenti della nobiltà minore (in maggioranza cattolici, ma anche protestanti) si unisce per ottenere l'espulsione dell'Inquisizione dai Paesi Bassi e sottoscrive un documento comune noto come il Compromesso della nobiltà. Il 5 aprile 1566 una folla si presenta in armi al cospetto di Margherita e chiede la convocazione di un'apposita sessione degli Stati Generali per rivedere tutta la politica religiosa. Margherita decide di cedere, promulgando un editto che invita le autorità a una minore rigidità e ad parte centro-meridionale del paese essa ritorna o rimane cattolica; 2. A rendere instabile la situazione è la diffusione del calvinismo (in alcune aree della Germania e in Boemia e Ungheria). L'aggressività dell'azione dei gesuiti, sostenuti dal papato, e il profilarsi di contrasti all'interno della stessa famiglia imperiale, spingono nove principi luterani e calvinisti e diciassette città imperiali, guidati dal calvinista Federico IV del Palatinato, a costituire una lega difensiva, l'Unione evangelica nel 1608. Il sorgere di questo nuovo soggetto provoca la reazione di venti principi cattolici che danno vita ad una e propria alleanza politica, la cosiddetta Lega cattolica, sotto la guida del duca Massimo di Baviera. La crescente tensione è alimentata dal problema della successione alla corona imperiale: Mattia è privo di eredi e il suo successore designato, Ferdinando, duca di Stiria, è un cattolico. Di fronte al tentativo di Mattia di imporre limitazioni al culto calvinista, la città di Praga insorge, il 23 maggio 1618, prendendo d'assalto il castello e gettando dalla finestra i due rappresentanti imperiali che vi si trovano (la cosiddetta “defenestrazione di Praga”). Alla morte di Mattia, i boemi rifiutano di riconoscere Ferdinando come loro sovrano. Le truppe imperiali, con l'appoggio delle forze della Lega Cattolica e dei tercios (reggimenti di fanteria), degli Asburgo di Spagna, hanno la meglio sulle forze boeme e palatine nella battaglia della Montagna Bianca nel 1620. L'esercito ispano-imperiale, guidato dal conte di Tilly, riconquista la Boemia, dove il cattolicesimo viene imposto con espulsioni, saccheggi, confische di beni e una pratica di rieducazione forzata delle popolazioni. Le altre potenze europee di orientamento protestante scendono in campo contro gli eserciti dei due rami della casa d'Asburgo in un conflitto che ha come teatro principale la Germania e, come teatro secondario, l'Italia settentrionale. Con l'editto di restituzione del 1629, l'imperatore Ferdinando II, ordina ai principi protestanti la restituzione dei beni ecclesiastici confiscati prima del 1552, il cui godimento era stato loro garantito dalla pace di Augusta. Egli trasferisce il titolo di principe elettore dal sovrano del Palatinato all'alleato e cattolico duca di Baviera. I principi tedeschi cattolici aiutano l'imperatore ad eliminare Wallenstein, nobile Boemo dell'esercito cattolico. Gli Asburgo battono anche la Svezia e, a questo punto, la Francia decide di intervenire con le armi. Inizia così la Guerra dei Trent'anni. La Francia batte gli Asburgo a Rocrai nel 1643, ne conseguono due trattati di pace, conosciuti insieme come la Pace di Westfalia che sancisce: • la Spagna firma la pace con le Province Unite; • indebolimento del Sacro Romano Impero e degli Asburgo; • clausole della pace di Augusta estese a tutti i protestanti; • riconoscimento di potenze come la Confederazione Svizzera, di cui viene definitivamente stabilita l'indipendenza sovrana, e la Svezia. Prosegue il conflitto tra Spagna e Francia, fino alla sconfitta dell'esercito spagnolo nella battaglia delle Dune nel 1658, in seguito alla quale viene siglata la pace dei Pirenei nel 1659. Inizia così il predominio continentale francese a cui sfuggono solo le Province Unite e l'Inghilterra. MINISTRI-FAVORITI. Non tutti i conflitti del 600 riguardano temi religiosi. Nasce la figura del Favorito: amico del sovrano che riceve speciali onori in cambio dei suoi consigli o della sua compagnia. Nel 500, la presenza di favoriti si fa costante nelle grandi monarchie, anche se i sovrani di quel periodo si astengono nell'attribuire a un singolo individuo troppo potere. Questa prassi viene per la prima volta modificata con il successore di Filippo II, Filippo III, che concede al suo favorito, Francisco Gómez de Sandoval, duca di Lerma, un enorme potere, consentendogli in pratica di governare al suo posto. L'esempio spagnolo viene presto imitato: in Inghilterra, dove al fianco di Giacomo I si installa stabilmente un talentuoso membro della piccola nobiltà, George Villiers, poi creato come duca di Buckingham; o in Francia, dove la regina Maria de' Medici, vedova di Enrico IV e reggente in nome del figlio Luigi XIII, si appoggia al favorito fiorentino Concino Concini. Con la presenza del favorito si crea un sistema politico cortigiano dominato da una fazione unica o prevalente, appunto quella guidata dal favorito. IL GOVERNO STRAORDINARIO E DI GUERRA. Durante il regno di Filippo III c'era tantissima corruzione e Filippo IV, suo successore, si circonda di uomini intenzionati a salvare la Monarchia. La nuova classe dirigente nella quale emerge il di Olivares che vuole ripristinare la superiorità spagnola. Filippo IV non sigla nuovamente la tregua con i Paesi Bassi e alla ripresa della guerra, Olivares lancia l'Unión de armas, cioè unione degli eserciti, che prevede una redistribuzione del peso finanziario delle spese militari. Il risultato ottenuto è mediocre. Olivares ricorre a mezzi straordinari, crea luoghi decisionali e diversi da quelli previsti dall'ordinaria procedura: juntas, giunte speciali di ministri per decidere su una specifica questione o materia. Luigi XIII si affida al duca di Richelieu, già consigliere della reggente e segretario di Stato nel 1616. Egli si impegna a togliere agli ugonotti tutte le piazzeforti loro assegnate dall'Editto di Nantes, pur riconfermando le forze protestanti nella guerra dei Trent'anni. Sul piano della politica interna Richelieu, oltre ad utilizzare ogni possibile strumento repressivo, invia propri uomoni di fiducia, chiamata intendenti, a sorvegliare l'azione dei governatori, principale carica di governo delle province francesi. Richelieu crea una potente rete di legami personali e familiari che gli consente di governare con efficacia. Il potere regio è assoluto, cioè sciolto dai normali vincoli che ne limitano l'uso ordinario. Si attua così un incremento notevole della pressione fiscale, introducendo nuovi prelievi e ideando inedite forme di esazione tributaria senza convocare gli Stati generali. Di fronte alle numerose, imponenti rivolte che queste misure scatenano nelle campagne, viene impegnato l'esercito, in una sorta di guerra combattuta dalle truppe regie contro i sudditi. TEMPI DI RIVOLTA. Nei territori iberici della monarchia cattolica l'ostilità nei confronti di Olivares diviene vasta tra l'aristocrazie da indurla a progettare congiure e a mettere in essere una sorta di sciopero dalla presenza a corte. Nel 1640 Catalogna e Portogallo si ribellano. Entrambi questi regni accusano Olivares di continue e premeditare violazioni dei propri privilegi e delle proprie libertà. In Catalogna, a seguito di una rivolta popolare scoppiata a Barcellona, dell'invio dell'esercito e della radicalizzazione provocata dallo scontro militare, lo scontro si generalizza. Solo dopo una lunga guerra, nel 1652, le truppe di Filippo IV propongono fine alla ribellione. I portoghesi con la ribellione vogliono riavere l'indipendenza, salirà al trono Giovanni di Braganza. Olivares viene allontanato dal potere, e Filippo IV allarga la cerchia del governo a rappresentanti di famiglia che Olivares aveva allontanato dal potere. A Napoli si ha una frattura politica fra popolo e nobiltà con una rivolta. La rivolta si estende anche nelle campagne e raggiunge le più lontane province del regno. L'intervento della flotta spagnola, che non esita a bombardare Napoli, produce anche in questo caso la rottura della fedeltà della corona e la proclamazione della repubblica. In Francia, Mazzarino, successore di Richelieu, ha ereditato da questo il metodo di governo straordinario e di guerra. Mazzarino fugge da Parigi, dove c'è la rivolta, e invia nella capitale l'esercito che ha combattuto contro gli spagnoli. Ne consegue una lunga guerra civile. L'uso del potere arbitrario ha un limite oltre il quale provoca la rivolta dei sudditi. LA RIVOLUZIONE INGLESE. Alla morte di Elisabetta I, nel 1603, senza eredi, muori la dinastia dei Tudor. La corona inglese passa al nipote Giacomo Stuart (figlio di Maria Stuart). Giacomo era stato educato alla fede protestante: egli si trova, per diritto dinastico, insediato sul trono della sovrana che aveva appoggiato la rivolta scozzese contro la madre, l'aveva tenuta prigioniera per 19 anni e l'aveva infine fatta giustiziare, accusandola di complotto nel 1587. L'Inghilterra e la Scozia, i due regni che Giacomo governa, sono realtà molto differenti. Giacomo in teoria dovrebbe cercare l'uniformità religiosa ma vedendo le differenze nei due territori tollera le forme di culto eterodosse. Per quanto riguarda i cattolici, la repressione non va oltre una severa riscossione delle multe affibbiate a chi diserta la messa di rito anglicano. L'Inghilterra e la Scozia non formano un regno unito, ma solo una transitoria e insicura unione dinastica. Il progetto di Giacomo di fondere due corone, unificandone le istituzioni viene respinto dal Parlamento. Sin dal suo arrivo a Londra, il successore di Elisabetta ha sperimentato la dinastia che separa il mondo scozzese dalla realtà di una grande metropoli, quella londinese, pienamente inserita nel travaglio della politica europea. Giacomo si affida a Robert Cecil, ministro prediletto di Elisabetta, che costituisce una garanzia per la classe dirigente inglese. Il mutamenti di stile più rilevante è dato dalla libertà del monarca, che tende a spendere senza controllo e a retribuire gli uomini che lo circondano. Le principali fonti di introito delle finanze della corona sono costituite dalla rendita delle terre regie, dagli incassi di una serie di tariffe doganali e dai proventi di diritti di origini feudali. Questi redditi, devono essere sufficienti ai bisogni della corona in tempo di pace. In caso di guerra o di necessità straordinarie, il Parlamento può votare nuovi sussidi per coprire le maggiori spese. Prima di autorizzare un donativo, il Parlamento usa indirizzare al sovrano petizioni, richieste ed elenchi di lamentele su abusi da sanare; si tratta di una funzione di garanzia e di controllo che è sentita come parte del diritto dei sudditi al consiglio. Un diritto che, discende dall'antica costituzione inglese e dalla consuetudine giuridica, la cosiddetta common law. L'inflazione ha reso insufficiente gli introiti statali, la vendita di uffici, di onori e di titoli costituisce un rimedio parziale al deficit. Il sovrano si trova quindi obbligato a chiedere nuove tasse al Parlamento. Giacomo vuole che l'Inghilterra sia un elemento di pacificazione della scena politica europea. Le ragioni di tale comportamento sono molteplici e complesse: 1. la via attraverso cui la Francia era uscita dalla lunga fase delle guerre di religione aveva sancito il mantenimento del cattolicesimo come religione di Stato e al contempo, con l'Editto di Nantes, aveva lasciato intravedere un modello di possibile convivenza di sudditi di religioni diverse; 2. la stabilizzazione della situazione interna francese operata da Enrico IV configura il risorgere di una polarizzazione politica tra Francia e Spagna rispetto alla quale l'Inghilterra non può rimanere silente, mantenendo un atteggiamento generale di opposizione al mondo cattolico, tanto che Giacomo aspira per il figlio Carlo, a un matrimonio di rango, per ragioni di prestigio dinastico e per consolidare l'unione dinastica tra Inghilterra e Scozia. Questo indirizzo politico non è però condiviso dal Parlamento. La posizione del sovrano risulta loro incomprensibile nel quadro degli avvenimenti che in Boemia scatenano, nel 1618, la guerra dei Trent'anni. LA SCONFITTA DI CARLO I E LA PROCLAMAZIONE DEL COMMONWEALTH. Il Parlamento si affida a militari con esperienza, come sir Thomas Fairfax, nominato comandantein capo, e Oliver Cromwell. Questi organizzano un nuovo esercito, la New Model Army, costruito sulla base di una partecipazione volontaria, anche se retribuita. Si riconoscono i talenti e si promuovono i piccoli proletari e artigiani a ruoli di comando. Nel giugno 1645 l'esercito regio viene sbaragliato a Naseby, mentre il re si arrende alle truppe scozzesi che, nel 1647, lo consegnano allo schieramento parlamentare. Il panorama politico si presenta diverso rispetto all'inizio della guerra civile. Si ha un allargamento della partecipazione politica a forze e soggetti che sono stati tradizionalmente esclusi: 1. presenza dell'esercito, un nuovo soggetto politico, percorso da forti correnti radicali con cui fare i conti; 2. mondo settario e non conformista che è andato emergendo negli anni del crollo dell'autorità regia e di quella religiosa anglicana. La sorte della Chiesa anglicana è il principale argomento di discussione. Si confrontano tre principali posizioni. 1. La prima si limita a proporre la purificazione dei residui liturgici cattolici e punta a difendere, lungo le linee elisabettiane, la struttura ecclesiastica; 2. La seconda, che si potrebbe definire presbiteriana, propone un'omologazione della Chiesa inglese a modello scozzese; 3. La terza, detta congregazionalista, sostiene la necessità di lasciare spazio di autonomia alle libere assemblee di fedeli nel quadro di una Chiesa nazionale. 4. A fianco di quest'ultima posizione si pongono coloro che non si sentono rappresentati dalla Chiesa ufficiale e che rivendicano libertà di culto. Quest'ultima posizione è chiamata separatista. Durante la guerra civile nascono gruppi con atteggiamenti religiosi antitetici rispetto alla visione tradizionale che proclamano la necessità di un nuovo battesimo e la nullità degli atti della Chiesa ufficiale. Questi movimenti approfittano, grazie ad un'azione propagandistica, dell'allentamento della censura, il dibattito religioso si sposta dal terreno dell'organizzazione della Chiesa a quello dei limiti della tolleranza religiosa. Nei centri urbani del Sud-Est, e in particolare a Londra, si creano nuovi gruppi radicali che propongono un'ampia tolleranza religiosa, l'elezione di un nuovo Parlamento a suffragio universale maschile e la proclamazione della repubblica. Il più importante fra essi è quello dei levellers (livellatori). La risoluta difesa della sovranità popolare porta i livellatori in conflitto con il Parlamento. Il Parlamento cerca una riconciliazione con Carlo I che prende tempo e cerca di trattare. Nel giugno 1647 la decisione del Parlamento di procedere allo scioglimento dell'esercito suscita una dura protesta. Si costituisce un consiglio generale dell'esercito e dalla democrazia nella Chiesa e nell'esercito si giunge a un'idea generale di democrazia politica. La fuga di Carlo I nel novembre 1647, blocca questo processo e offre al generale Fairfax il destro per ristabilire il controllo parlamentare sull'esercito. Nella primavera del 1648 l'esercito scozzese invade l'Inghilterra. Il Parlamento e l'esercito si accordano ma finito il conflitto ci sono di nuovo divergenze. Parte dell'esercito esercito espugna gli elementi più conservatori del Parlamento. Il Parlamento rimasto condanna e decapita il sovrano il 30 gennaio 1649. Il 13 maggio 1649 viene proclamato il Commonwealth, la repubblica inglese. LA MONARCHIA DI LUIGI XIV: L'EUROPA ALL'EPOCA DELLA PREPONDERANZA FRANCESE. Il 10 marzo 1661, il giorno dopo la morte del cardinale Giulio Mazzarino, Luigi XIV dichiara di voler governare direttamente, senza più delegare il proprio potere a un ministro favorito. La decisione di Luigi XIV sarà presto imitata in tutte le principali monarchie. Il suo regno durerà mezzo secolo e si constaterà la potenza assoluta della volontà sovrana che diventerà uno stile di governo. UN RE DI GUERRA. Luigi XIV vuole sostituire l'egemonia asburgica sull'Europa con quella francese difendendo la fede cattolica. Crea un esercito e ben equipaggiato affidato a Francois Michel Le Tellie, marchese di Louvois e abile ministro di guerra. Egli deve riorganizzare il sistema di reclutamento e deve rifondare le milizie ma pochi contadini accettano di essere arruolati perché la loro partenza è una perdita per le loro famiglie e per la coltivazione. Il sovrano ottiene un buon consenso tra i ceti dirigenti del paese e vuole espandersi in Europa: • verso est, il regno francese sino al fiume Reno; • verso nord-est, regno francese verso i Paesi Bassi spagnoli e Province Unite. Luigi XIV si affida all'aiuto dell'ingegnere Sébastien che, grazie a Le Prestre di Vauban, realizza un sistema integrato di piazzeforti per creare una frontiera mobile sul confine orientale. Luigi XIV rivendica il suo diritto di successione al trono asburgico perché figlio di Anna d'Asburgo (sorella di Filippo II) e marito di Maria Teresa (figlia di Filippo IV). Nel 1667-1668 inizia la guerra di devoluzione, dove le truppe francesi occupano i Paesi Bassi spagnoli e la Franca Contea, territori della monarchia cattolica. Le Province Unite si alleano con l'Inghilterra e la Svezia e Luigi XIV si vede costretto a firmare la Pace di Aquisgrana, rinunciando alle sue pretese sui Paesi Bassi e la Franca Contea ma vuole i territori delle Fiandre. C'è una reazione internazionale all'espansione di Luigi XIV quando egli invade le Province Unite nel 1672, e a difendere queste, intervengono la Spagna e in parte l'Inghilterra che firma una pace separata. La guerra si trascina fino al 1678, con la Pace di Nimega. Le Province Unite sono salve ma Luigi XIV si prende la Franca Conte e altre città dei confini dei Paesi Bassi spagnoli. Negli anni 1680-1683, il sovrano francese fa una serie di annessioni grazie alle sentenze delle Camere di riunione. Nel 1684 Luigi XIV bombarda Genova e la città è costretta a dichiarare la neutralità e ad accettare la protezione francese. Nel 1685 si forma l'alleanza antifrancese, la Lega di Augusta. Vi aderiscono l'impero, la monarchia cattolica, i principi tedeschi, la Svezia, le Province Unite, l'Inghilterra e il ducato di Savoia. Ne consegue una lunga guerra dal 1688 fino al 1697 che si concluderà con la Pace di Rijswik, dove la Francia deve cedere i territori conquistati durante il conflitto e alcuni annessi. Luigi XIV fa affidamento su Jean-Baptiste Colbert, cui deve razionalizzare e riorganizzare il sistema finanziario e tributario del regno riducendo il debito pubblico e aumentare il prelievo fiscale. Caulbert: • crea le Fermes générales, struttura per riscuotere le imposte indirette e di quelle gravanti su sali e tabacchi; • ha fiducia nel commercio internazionale, il governo deve servirsi della tassazione delle merci provenienti dall'estero, in modo da scoraggiare l'importazione di costosi prodotti lavorati. Pertanto Caulbert ritiene necessario incoraggiare, con la riduzione dei dazi doganali, l'importazione di materie prime o di prodotti semilavorati che dopo la lavorazione o la rifinitura in Francia possono essere riesportati, consentendo di accumulare per questa via metalli preziosi; • vuole raggiungere l'autosufficienza economica; • adotta una serie di tariffe doganali: da una parte si maggiora il prezzo finale delle merci importate e quindi se ne scoraggia l'acquisto su mercato interno. Dall'altra parte, i dazi costituiscono una fonte di denaro per le casse regie; • istituisce manifatture regie evitando gli acquisti all'estero; • crea ufficiali regi per controllare la lavorazione manifatturiera; • cerca di estendere le corporazioni di mestiere a tutto il Paese; • promuove il settore navale, mercantile, militare e compagnie commerciali. Crea una marina competente e svariate compagnie che sono sotto il controllo diretto della corona. IL CONTROLLO DEL SACRO. Importante, nella creazione dell'immagine del Re Sole, è la sua politica religiosa. Vuole restaurare un'identificazione tra potere politico e religioso rendendo il sovrano il capo della Chiesa francese. Luigi XIV non vuole la subordinazione del papato per gli affari delle istituzioni ecclesiastiche francesi. Questa posizione provoca durissimi contrasti con la Curia papale. La conflittualità raggiunge l'apice quando esplode la contesa delle franchigie. Nel 1687-88 viene scomunicato il marchese di Lavardin (inviato di Luigi XIV) e viene scomunicato anche Luigi XIV in gran segreta. Nel 1692 si trova un compromesso tra il Re Sole e il nuovo Papa Innocenzo XII. A partire dal 1679 il sovrano procede all'emanazione di leggi che escludono gli ugonotti dagli uffici pubblici e consentono l'alloggiamento forzato delle truppe nelle case dei sudditi di fede non cattolica: tutto ciò allo scopo di ottenere il loro ritorno al cattolicesimo. Tutti i culti protestanti, pubblici e privati, vengono vietati e gli edifici di culto ugonotti demoliti. Luigi XIV lotto contro il Giansenismo, ambito della fede cattolica ma con differenti idee. Il giansenismo predica il ritorno a una spiritualità personale, nutrita dalla lettura e dalla meditazione diretta del vangelo e influenzata dalle opere di Sant'Agostino. Molti sono i sostenitori del giansenismo in Francia, dove il movimento ha la propria roccaforte nell'abbazia di Port Royal. Luigi XIV interviene duramente contro i giansenisti senza però riuscire a distruggere la loro influenza. Successivamente il giansenismo sarà condannato come movimento eretico. UN NUOVO EQUILIBRIO POLITICO. Luigi XIV elimina i poteri concorrenti al sovrano. Alla nobiltà sono offerte maggiori occasioni di servizio nella marina, nell'amministrazione e negli uffici cortigiani. Viene costruita la nuova reggia a Versailles che diviene polo di attrazione per i nobili. Favorisce tra i nobili, famiglie dedite da generazioni al servizio della corona. Luigi XIV cerca il consenso di tutti gli Stati provinciali e nel 1673 toglie ai parlamenti del regno il diritto di rimostranza, ossia la facoltà di rifiutare la registrazione immediata degli editti regi. Particolare importanza è l'influenza esercitata su due monarchie europee: la Prussia e la Russia. (governato dal ramo austriaco degli Asburgo) e Francia (Luigi XIV) che però non riescono ad accordarsi. Luigi XIV candida il nipote Filippo d'Angiò per la corona spagnola, disegnato da Carlo II in punto di morte. Prende così il nome di Filippo V di Spagna ma non deve unificare dinasticamente i due regni. L'imperatore Leopoldo I d'Asburgo forma con le Province Unite, Inghilterra, Prussia, Portogallo, ducato di Savoia e principi tedeschi la “Grande coalizione dell'Aja”, alleanza internazionale contraria all'insediamento di Filippo V sul trono iberico. Le operazioni belliche, iniziate nel 1702, volgono a favore della coalizione antifrancese. In Spagna, con la ribellione della Catalogna, vogliono come sovrano l'arciduca Carlo d'Asburgo, figlio dell'imperatore. In Italia, gli austriaci hanno la meglio sulle forze franco-spagnole, gli inglesi occupano Gibilterra e l'isola di Minorca. Le truppe alleate entrano in territorio francese dove prende il potere Carlo VI (fratello minore di Giuseppe I). Gli alleati lo abbandonano e firmano la “Pace di Utrecht” con i Borbone nel 1713, e la “Pace di Rastadt” tra Spagna e impero nel 1714. I trattati di pace stabiliscono che: – Viene assegnata a Filippo V di Borbone: La Spagna e le colonie americane; – L'Inghilterra ottiene le piazzeforti militari e commerciali di Gibilterra e Minorca; – All'impero sono attribuiti domini spagnoli, il sud dei Paesi Bassi, il Regno di Napoli, il Regno di Sardegna, lo Stato di Milano (che ha anche il Ducato di Mantova); – Al Duca di Savoia viene assegnato il Regno di Sicilia. Questi trattati segnano la fine dell'egemonia spagnola in Italia e l'inizio della presenza austriaca. Nel 1717 il Primo Ministro di Filippo V, Giulio Alberoni, vuole riconquistare l'Italia iniziando dall'occupazione di Sardegna e Sicilia. La reazione internazionale obbliga la Spagna a firmare la “Pace dell'Aja” con cui si ribadiscono gli accordi dei trattati di pace precedenti e in più verrà assegnata la Sicilia all'imperatore Filippo V e la Sardegna al Duca di Savoia. UNIONI E CONQUISTE. In Spagna, Filippo V riorganizza l'amministrazione che ha come traguardo l'unificazione giuridica e amministrativa delle corone di Castiglia e Aragona. Le Élites castigliane che vogliono un modello di Stato centralizzato. In Inghilterra, Anna Stuart annette la Scozia all'Inghilterra formando la Gran Bretagna. In questo modo la Scozia perde la sua tradizionale autonomia giuridica e amministrativa. Ci furono ribellioni dalla Scozia a questo proposito per due volte in trent'anni. Altri episodi di ribellione contro il dominio inglese si verificarono anche in Irlanda. LE GUERRE DEL NORD E LA SUCCESSIONE POLACCA. La lotta tra le potenze europee all'inizio del XVIII per il controllo del Mar Baltico, è relativa allo snodo dei traffici commerciali marittimi dell'Europa nord-orientale. Dopo la Prima Guerra del Nord (1655-1660) il Mar Baltico viene controllato dalla Svezia (dinastia Vasa), la nobiltà della Livonia non è d'accordo e chiede aiuto allo Zar Russo Pietro Il Grande che si allea con la Danimarca e la Polonia. Nel 1702 la Svezia viene attaccata. La Svezia con l'aiuto di Gran Bretagna e Province Unite costringe la Danimarca alla pace. La Svezia occupa così la Polonia, dove il suo sovrano lascia il trono e prende il suo posto Stanislao Leszczynski. La Russia penetra nel Mar Baltico e inizia a costruire San Pietroburgo, la Svezia cerca di fronteggiare ma viene sconfitta due volte. Con la “Pace di Nystadt” la Svezia cede i suoi possedimenti in Germania all'Hannover, alla Prussia e alla Danimarca, e riconosce le conquiste russe e in Polonia viene riammesso al trono Augusto II di Sassonia (sovrano precedente). In questo modo la Russia diventa una grande potenza europea. La guerra di successione in Polonia inizia nel 1733 con la morte del re Augusto II. – Stanislao Leszczynski vuole salire al trono appoggiato dalla nobiltà polacca e francese. – Anche Augusto III (figlio di Augusto) vuole il trono ed è appoggiato da Impero e Russia. La Russia (figlio del defunto re) invade la Polonia. I Borbone, la Francia e la Spagna creano un'alleanza chiamata “Patto di Famiglia” e lanciano un'offensiva contro gli Asburgo. Mentre i francesi occupano Milano e la Lorena, la Spagna invade la Sicilia e Napoli. La successiva “Pace di Vienna” del 1738, stabilisce che: il trono polacco viene attribuito ad Augusto III; Leszcynski prende la Lorena che alla sua morte viene attribuita alla corona francese; Francesco (ex ducato di Lorena) prende il granducato di Toscana; Carlo di Borbone prende i regni di Napoli e Sicilia; l'imperatore ha lo stato di Milano e il ducato di Parma e di Piacenza. LA GUERRA DI SUCCESSIONE AUSTRIACA. Nel 1740, la morte dell'imperatore Carlo VI senza eredi maschi apre la strada ad un nuovo conflitto internazionale. Carlo VI con la Prammatica sanzione (1713) aveva sancito la successione al trono della discendenza diretta anche se femminile, quindi aveva designato la discendenza al trono di sua figlia, Maria Teresa. Alla sua morte i sovrani di Sassonia e Baviera (mariti delle figlie del precedente imperatore) con l'appoggio di Francia, Spagna, Prussia e Sardegna rifiutano la Prammatica sanzione e vogliono l'elezione di Carlo Alberto di Baviera. Nel mentre la Prussia occupa la Slesia e le truppe francesi e bavaresi invadono la Boemia. Maria Teresa concede la la Slesia alla Prussia. Essa ha dalla sua parte la Gran Bretagna, le Province Unite e la Sardegna. Maria Teresa fa una serie di campagne militari coronate dal successo in Germania e nei Paesi Bassi asburgici. In Italia, il Regno di Sardegna deve fronteggiare l'offensiva francese, mentre la Repubblica di Genova, alleata della Francia, viene occupata militarmente dalle truppe austriache, che si scontrano, con un'inattesa rivolta da parte della popolazione. La Pace di Aquisgrana conclude la guerra di successione austriaca, sancisce la conquista prussiana della Slesia e assegna al secondogenito di Filippo V di Spagna il ducato di Par,a e Piacenza più dei vantaggi territoriali nel regno di Sardegna. A Maria Teresa viene riconosciuta la successione ai domini asburgici e l'elezione del marito Francesco al trono imperiale. L'ESPANSIONE EUROPEA E LE NUOVE GERARCHIE ECONOMICHE. L'Inghilterra e la Francia si presentano sullo scenario dei traffici con l'Asia, l'Africa e l'America. Gli inglesi, i francesi e gli olandesi si alleano per cercare di scardinare il monopolio da parte di Spagna e Portogallo. Con la seconda metà del 700, la concorrenza in India e in America settentrionale fra inglesi e francesi si trasforma in un confronto militare, la cosiddetta Guerra dei Sette anni (1756-63), che ha in palio il primato coloniale e commerciale mondiale. Vince la Gran Bretagna che è la potenza dominatrice dei mari. I CAMBIAMENTI NEGLI IMPERI COLONIALI DEL PORTOGALLO E DELLA SPAGNA. Nella metà del 600, Spagna e Portogallo risentono del declino della loro corona. I portoghesi, raggiunta un'alleanza politica ed economica con gli inglesi, cedono a questi la base indiana di Bombay. Allo stesso tempo riesce a riprendere il controllo del Brasile e delle basi in Angola. Per lavorare nelle piantagioni del Nord del Brasile si ricorre all'importazione di schiavi dell'Africa occidentale in America. Dopo il 1766, la scoperta di giacimenti d'oro e di diamanti nella provincia di Minas Gerais e l'incremento del traffico di manodopera schiava portano a due conseguenze: – lo spostamento verso il sud dell'asse economico coloniale; – l'afflusso di coloni. Dopo il 1766 le attività agricole del Nord del Paese riprendono il primo posto attraverso le colture di tabacco e cotone. Questi prodotti alimentano i traffici con la Gran Bretagna, che, oltre ad essere il maggior alleato politico, è anche il principale partner commerciale del Portogallo, che importa grano tessuti e manufatti inglesi pagandoli con l'oro e le derrate agricole brasiliane. L'impero coloniale della Spagna è incentrato in America centrale meridionale. La Spagna ha difficoltà che limitano il suo esercizio: – le grandi distanze tra il porto di Siviglia e il Nuovo Mondo; – le debolezze strutturali dell'economia; – l'intensa attività di contrabbando condotta da mercanti inglesi, francesi e olandesi. Un altro elemento importante è la tratta degli schiavi verso colonie americane spagnole che viene realizzato tramite il Metodo dell'asiento: commercio degli schiavi attribuito in seguito ad una gara internazionale a singoli o a compagnie. Nel 1700 la Francia si aggiudica l'asiento de negros. La Spagna riceve gli schiavi africani solo dalla Gran Bretagna, l'America Spagnola è una colonia commerciale inglese. LA GRAN BRETAGNA ALLA CONQUISTA DELL'IMPERO. foraggio, come la rapa, il trifoglio e i legumi che servono a fissare nel terreno gli essenziali elementi azotati di cui hanno bisogno. Queste piante, dopo la falciature e la fienagione, forniscono un nutrimento di buona qualità per il bestiame. Ne è una prova l'aumento del peso degli animali, che a sua volta, il bestiame di buona qualità, fornisce una maggiore quantità non solo di letame da utilizzare per la concimazione, ma anche di carne e latte (da cui derivano anche formaggio e burro). Questa rotazione quadriennale consente di introdurre nel ciclo anche alcune piante chiamate “industriali” perché forniscono materia prima per le manifatture tessili, come il lino, o per l'illuminazione come la colza. Questo processo viene chiamato Mixed farming. Per la prima volta, le due attività non sono più incompatibili e l'ampliamento delle terre arabili non avviene a scapito di quelle destinate all'allevamento e viceversa. Si inaugura così la Rivoluzione Agricola che porta l'Inghilterra a diventare esportatrice di cereali sui mercati europei. Dal punto di vista delle forme di gestione della terra, nelle campagne inglesi è in atto un processo, che ha preso avvio nel XV secolo, quello delle recinzioni (enclosures) dei terreni. Tradizionalmente i terreni agricoli europei sono aperti, non possiedono muretti o recinzioni che indichino l'appartenenza a un privato. I campi sono coltivati secondo criteri stabiliti dalla comunità, anche perché la proprietà è spesso frammentata tra diverse persone. Su di essi gravano anche i diritti collettivi, come la raccolta di legna o di altri prodotti, in certe stagioni dell'anno, di cui godono i membri delle comunità. Il processo di recinzione contempla l'accorpamento delle proprietà e la distribuzione delle terre comunitarie, con la conseguente abolizione dei diritti collettivi. In pratica, un proprietario che possiede il 10% delle terre in comunità, ha il diritto di venderle accorpate, se necessario permutandole con altri terreni dello stesso valore ed estensione. Inoltre riceve una quota dei beni comuni corrispondente all'ammontare delle sue terre. L'intera proprietà viene recintata e dà vita a un'azienda agricola che può essere gestita dal proprietario oppure data in affitto. È sufficiente possedere la maggioranza del valore delle terre per ottenere dal Parlamento il diritto di recinzione. Dal punto di vista economico, la principale conseguenza delle enclosures del 700 è la creazione delle condizioni ottimali per la formazione di aziende agricole di ampie dimensioni, dedite alla produzione per la vendita sul mercato grazie all'impiego delle nuove tecniche agricole, e non più per l'autoconsumo. Le nuove tecniche agricole possono cominciare a fare affidamento su attrezzi agricoli migliorati, come l'aratro Rotherham, più leggero e maneggevole grazie alle ruote e dotato di un versoio curvo in grado di rivoltare in profondità le zolle di terreno. Segue, nel 1771, la fabbricazione di un aratro totalmente in ferro. Bisogna ricordare anche l'invenzione della seminatrice, che consente di seminare non più a mano, ma di distribuire la semente in maniera più razionale, su linee parallele distanziate fra loro, in modo da permettere alle piante di crescere e irrobustirsi in uno spazio sufficiente. Grazie agli elevati rendimenti in agricoltura e allevamento, l'Inghilterra, a partire dal 1730, può permettersi di sfamare l'intera popolazione, sempre più in crescita e di esportare cereali nel resto d'Europa. Più drammatiche sono le conseguenze per quelle classi sociali che non possiedono pezzi di terra e che sopravvivono grazie alle terre comuni. Tutti coloro che vengono espulsi dalle campagne recintate possono: – cercare lavoro come braccianti nelle nuove aziende agricole; – migrare verso le città alla ricerca di una migliore condizione di vita; – ridursi in uno stato di povertà. IL MONDO AL LUME DELLA RAGIONE. L'illuminismo è un fermento intellettuale nuovo che attraversa l'intero continente europeo nel 1700. Si ha un senso del cambiamento, si introduce il lume della ragione attraverso uno stile diverso di pensiero con un'atmosfera intellettuale più libera e spregiudicata. Questo cambiamento è possibile per la presenza di formazioni statuali come l'Inghilterra e le Province Unite in cui c'è una tolleranza religiosa, libertà di ricerca scientifica, libertà di dibattito e di circolazione di libri e giornali. La stagione illuministica si è creata basandosi su due filoni principali: – giusnaturalismo olandese: critica del fondamento biblico dell'autorità politica e introduzione dell'idea di un diritto naturale e razionale come base e fondamento dei sistemi sociali; – deismo inglese: contestazione del concetto di religione rivelata, sostituita con una religione naturale che va scoperta e analizzata alla luce della ragione. Il mondo naturale quanto quello sociale diventano terreni autonomi di ricerca intellettuale. LA CRISI DELLA COSCIENZA EUROPEA. Tra l'ultimo ventennio del XVII secolo e la fine del Regno di Luigi XIV (1715), troviamo una crisi della coscienza europea. Fin dall'Umanesimo e dal Rinascimento il mondo classico aveva rappresentato per la cultura europea una fonte di autorità preziosa e alternativa alla Bibbia. Da allora, per più di due secoli, non era stata mai posta in discussione la superiorità del mondo antico. Ora però si inizia a dubitare di questa superiorità visto che gli autori moderni, pensatori e artisti classici, conoscono testi e opere classici e quindi sono in vantaggio. Fino ad allora la vicenda dell'umanità era stata immaginata e letta sulla base di uno schema ciclico. Il Libertinismo è un filone intellettuale che ricerca la morale individuale svincolata dalla religione. Nato all'interno della Riforma Protestante, il libertinismo identifica un atteggiamento individuale soggetto alla devozione dello Spirito Santo. Ora è usato per indicare gli spiriti liberi che possiedono e praticano una propria etica, quindi dediti alla lettura. Si ha quindi un'assoluta libertà del pensiero. L'ILLUMINISMO FRANCESE. In Francia, il periodo dalla fine dell'età di Luigi XIV all'età di Luigi XV, è un'epoca di allargamento degli orizzonti culturali. La maggiore libertà di stampa fa diffondere idee eterodosse, dall'Inghilterra e dall'Olanda giungono testi di autori deisti e libertini e provocazioni intellettuali. La Gran Bretagna è un modello per la Francia. Voltaire è un intellettuale importante per l'Illuminismo. Gli illuministi appartengono a diverse scuole di pensiero filosofico e morale e hanno opinioni differenti su molti dei temi principali della vita pubblica. Il punto in comune tra tutti gli illuministi è quello di influenzare le scelte dei governi attraverso l'opinione pubblica. Voltaire per un periodo è stato consigliere di Federico II di Hohenzollern (Prussia). L'Europa di Voltaire include i popoli dell'Asia e delle Americhe. Si tratta di fenomeni sociali complessi, vizi del fanatismo religioso, dell'intolleranza ideologica per indicare un futuro migliore. Voltaire elogia Luigi XIV. L'ENCYCLOPÉDIE. Un gruppo di illuministi raccoglie il nuovo sapere in un'opera a stampa: l'Encyclopédie, un manifesto ideologico del pensiero illuministico diffuso nel 1750 e riceve molto successo. Gli artefici dell'Encyclopédie sono Diderot e Jean-Baptiste le Ronde D'Alembert. Il primo volume viene pubblicato nel 1751 seguito dal secondo volume. Nel 1753 viene sospesa a causa dell'empietà e ripresa la pubblicazione. Dal 1753 fino al 1757 si pubblica un volume all'anno. Il Papa Clemente XIII condanna D'Alembert che rinuncia a proseguire nella conduzione dell'opera. Grazie a Diderot la pubblicazione completa avviene nel 1772. Una delle caratteristiche delle Enciclopédie è l'attenzione riservata alle discipline scientifiche perché solo il pensiero scientifico-matematico può scoprire le leggi che regolano la vita. È tipica della stagione illuministica la diffusione di concezioni filosofiche innovative come il: – Senismo: la tendenza a ricondurre la conoscenza umana ai dati dei sensi e dell'esperienza; – Materialismo: una visione di tipo meccanicistico della natura e dell'umanità che esclude i presupposti dogmatici. LA NATURA DEL VINCOLO SOCIALE. Per fondare su basi nuove la visione della società, si punta a stabilire su presupposti diversi la morale collettiva. Per gli esponenti della corrente dell'Utilitarismo, l'uomo va guardato per quello che è, le sue azioni sono mosse dal desiderio di massimizzare il proprio utile e il proprio piacere. SOVRANI ILLUMINATI? Federico II di Prussia è un modello del sovrano assulutistico sensibile alla cultura illuminista. Punta sulla politica di potenza e sul rafforzamento dell'economia prussiana: – È devoto allo Stato di cui egli è il primo servitore; – Inserisce la piccola nobiltà rurale nell'esercito e rafforza alcuni apparati statali e allarga ad oriente i confini; – Insedia in Polonia un nobile a suo piacimento in accordo con la Russia (dopo tre anni la Prussia e la Russia si spartiscono la Polonia). Alla base della fama di Federico II c'è la costruzione del senso di appartenenza ad una comunità nazionale. Caterina II, zarina di Russia (dal 1762 al 1796) avrà molta fama, sale al trono dopo la morte del marito. Educata alla cultura illuminista guarda ad occidente per i modelli da imitare. Smantella il potere e la ricchezza della Chiesa ortodossa, rafforza la presa nobiliare sulle popolazioni rurali con conseguente rivolta nel 1773. Stabilisce la Carta della nobiltà (1785), lo statuto privilegiato del ceto nobiliare. Questi provvedimenti durano una breve stagione a causa della Rivoluzione Francese. LE RIFORME NELL'IMPERO ASBURGICO. Maria Teresa d'Asburgo promuove i più importanti interventi di riforma politica. Lo Stato riceve un forte impulso alla razionalizzazione: – 1761: viene abolito il decreto che assomma competenze finanziarie e amministrative; – 1774: l'istruzione diventa obbligatoria, troviamo una scuola in ogni parrocchia sotto il controllo dello Stato. – Vengono fatti interventi parziali nei campi dell'assistenza sociale e della sanità. Nel 1765 viene associato al trono il figlio di Maria Teresa, Giuseppe II. Egli diviene imperatore del Sacro Romano Impero nel 1780, accentuando il profilo di riformatore: – Smantella l'universo ecclesiastico tradizionale; – Nel 1781 gli ebrei godono degli stessi diritti civili di tutti gli altri sudditi dell'impero; – Introduce il matrimonio civile e il divorzio per i non cattolici; – Nel 1787 abolisce la tortura e le discriminazioni di ceto. Giuseppe II decide di limitare la propria potestà assoluta: – È affascinato dal modello statale prussiano; – Protegge le manifatture e l'agricoltura; – Introduce il catasto; – Nel 1789 abolisce l'obbligo dei contadini di fornire prestazioni gratuite nelle terre dei feudatari. Il suo successore, Leopoldo II, annulla tutte le riforme e ripristina la situazione precedente. LA SOPPRESSIONE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ. Durante la seconda metà del XVIII secolo acquistano peso gli interventi del potere politico negli ambiti dell'ordinamento ecclesiastico. Una vicenda molto importante è quella della Compagnia di Gesù, che rappresenta il simbolo della capacità della Chiesa controriformistica di ingaggiare e vincere la battaglia per arginare le idee protestanti. I gesuiti diventano un potente strumento di intromissione del papato negli affari di Stato. La compagnia diventa bersaglio delle polemiche illuministiche e delle politiche riformatrici. La prima espulsione dei gesuiti avviene in Portogallo nel 1759, presto imitato dai regni dei Borbone. Vengono espulsi spesso ingiustamente visto che i loro patrimoni sono ben amministrati e hanno avuto un grande ruolo nell'istruzione pubblica. Nel 1773 Papa Clemente XIV decide di sciogliere la Compagnia di Gesù. LE RIFORME IN ITALIA. La Lombardia austriaca è un laboratorio per la sperimentazione di nuove politiche pubbliche. Nel 1760 Pompeo Neria avvia il catasto geometrico particellare. Nel 1765 in Lombardia viene istituita la giunta economale per le materie ecclesiastiche. Altrettanto significative sono le riforme istituite in Toscana da Leopoldo II, ovvero la diffusione della piccola proprietà terriera e lo sviluppo agricolo. Nel 1786, la riforma del codice penale stabilisce l'abolizione della pena di morte e della tortura. Le riforme in altri Stati Italiani si ispirano a politiche più tradizionali. NIENTE TASSE SENZA RAPPRESENTANZA: LA NASCITA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA. La rivolta delle colonie americane contro il dominio britannico avviene perché: – La popolazione soggetta sceglie il proprio sistema di governo; – Rivolta condotta sulla base di principi repubblicani. Gli Stati Uniti sono un esempio di una società in cui la ricchezza è livellata, la giustizia distribuita, gli interessi sociali bilanciati e difesi e la libertà individuale garantita. IL MONDO COLONIALE AMERICANO. Nell'America Settentrionale gli inglesi mettono una serie di basi commerciali sulla costa atlantica: Primo componente: – Base sociale degli insediamenti inglesi formata da mercanti e artigiani, da nuclei di deportati o indesiderati allontanati dalla madrepatria. La popolazione è più giovane; – Al New England (primo gruppo di colonie) si affiancano un altro gruppo di colonie (presenza di emigrati olandesi e tedeschi), più un altro gruppo di colonie (specializzate nell'agricoltura). La realtà sociali diverse sono accomunate da una spinta alla liberazione individuale. Secondo componente: – Le prime colonie sono formate da gruppi mercantili che professano un credo riformato calvinista. Le colonie americane sono un punto d'approdo per coloro che ritengono inadeguata la Chiesa Anglicana; – Nelle città si hanno comportamenti più liberi, nell'universo rurale le comunità religiose mantengono un controllo serrato sulla vita collettiva; – Le colonie hanno molta autonomia tranne per l'unico obbligo che è il commercio con la madrepatria, per il resto esiste un autogoverno dei gruppi dirigenti locali che controllano che la vita si svolga bene; – Nel corso del XVIII secolo si rompe questo equilibrio. NIENTE TASSE SENZA RAPPRESENTANZA: LE RAGIONI DI UN CONFLITTO. Il governo britannico vincola lo sviluppo economico delle colonie americane, per questa ragione vi è un malcontento tra i gruppi mercantili. La ragione essenziale del contrasto è di natura politica: l'estensione della partecipazione popolare alle scelte governative e ai limiti al potere sovrano. Lo statuto vigente delle colonie esclude che il diritto a partecipare al governo del paese sia solo per chi paga le tasse. L'esito vittorioso della Guerra dei Sette Anni è una svolta, grazie alla pace di Parigi, la Gran Bretagna deve decidere il modo di governare un vero e proprio territorio imperiale che può espandersi. Vengono presi dei provvedimenti sulle colonie: – Organizzazione in quattro nuove province; – Aumento della presenza militare britannica; – Viene istituita la Corte di Viceammiragliato, uno speciale tribunale in cui i coloni lo vedono come uno strumento repressivo del governo; – Si ha un accrescimento del prelievo fiscale tramite lo Stamp Act, in cui si crea una tassa di bollo sugli atti commerciali e sui giornali; – I coloni protestano inizialmente per la tassazione, riescono a far abolire lo Stamp Act ma il Parlamento fa una nuova legge che gli permette di legiferare per le colonie in qualsiasi caso; – Tra il 1767 e 1770 si creano nuove tensioni; – Nel 1773 il governo britannico di Frederick North vara una legge che assegna alla Compagnia Inglese delle Indie orientali il monopolio del commercio del tè nelle colonie americane; – È importante ricordare la protesta di un gruppo di coloni, che travestiti da indiani, gettano in
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