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Storia moderna. XVII-XVIII, Dispense di Storia

Il Seicento come un'epoca di grandi cambiamenti che portò alla rottura con il mondo del passato. Si parla di traffici, potenze coloniali, equilibri religiosi, Scienza e Religione, Europa nel '600, Guerra dei Trent'anni e un secolo di rivolte.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 12/01/2023

NiccoloJacopo
NiccoloJacopo 🇮🇹

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Scarica Storia moderna. XVII-XVIII e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! STORIA Storia Moderna Il Seicento come epoca Il Seicento fu un’epoca di grandi cambiamenti che portò alla rottura con il mondo del passato. - I traffici si spostarono dal Mediterraneo all’Atlantico. - Nuove potenze coloniali nacquero: Inghilterra e Paesi Bassi - Cambiamento degli equilibri religiosi dopo Riforma (1517) e Controriforma → il mondo occidentale si divide tra Protestanti (Ugonotti, Calvinisti, Luterani) e Cattolici. - Cambia la prospettiva del mondo, la Scienza sfida la Religione: - Galileo Galilei espone la sua teoria (grazie agli studi astronomici fatti dal polacco Niccolò Copernico e all’avvistamento dei satelliti di Saturno e della superficie lunare) dell’eliocentrismo, contro la teoria geocentrica esposta nel IV secolo a.C. da Aristotele. - Isaac Newton: legge di gravitazione universale L’Europa nel ‘600 Dopo lo strapotere spagnolo del 1500 sotto la guida di Carlo V, la Spagna visse il suo declino con l’arrivo del 1600. Le trasformazioni sociali ed economiche che si verificarono nel continente all'inizio del seicento ebbero conseguenze sui processi di consolidamento in corso in alcune monarchie europee, in particolar modo Spagna e Francia. All’inizio del 1600 l’Europa era investita da un processo di crisi generale. - Stagnazione economica - Decremento demografico Il contesto politico era già teso e la crisi economica funzionò da catalizzatore e alimentò il clima di tensione fino a portare a una guerra che devastò l’Europa. Le difficoltà nel controllo dei vasti domini della corona asburgica, misero in crisi il potere centrale dell’allora re di Spagna Filippo III. Per frenare il declino del paese la monarchia puntò a ricompattare le divisioni interne individuando un nemico esterno (Francia, Inghilterra e altre potenze europee). Intanto il Sacro Romano Impero controllato dal ramo collaterale della dinastia asburgica, Era caratterizzato da un'estrema frammentazione politica e religiosa. Sotto la guida di Rodolfo II la corte accrebbe il suo prestigio, trasferendosi da Vienna a Praga dove attirò un gran numero di scrittori artisti alchimisti. La politica religiosa di Rodolfo fu improntata alla tolleranza verso il protestantesimo, ma la pace fra le diverse confessioni cristiane fu messo in discussione tanto dei principi del Palatinato, calvinisti, che nel 1608 fondarono l'unione evangelica, quanto dai duchi di Baviera, che ergendosi a difensori della fede romana costituirono una Lega cattolica. Poi con Mattia d’Asburgo e Ferdinando II si ha un’inversione di tendenza rispetto alla tolleranza religiosa. Intolleranza utilizzata per fermare l’avanzata luterana, ma anche la pressione ottomana. . L’Europa nel ‘600 II In Francia, l'ascesa al trono di Enrico IV di Borbone segnò la fine delle ostilità con la Spagna. Sotto Enrico, la gestione dello Stato fu assegnata al ministro ugonotto Maximilien de Sully, il quale irrobustì la burocrazia e riordinò il sistema di imposizione e riscossione delle tasse. Rimanevano però forti le tensioni legate allo scontro confessionale. Il passato calvinista di Enrico IV continuò a suscitare ostilità dei cattolici più intransigenti, tanto che nel 1610 un fanatico religioso gli tese un agguato. Questo episodio porterà a un nuovo periodo di instabilità politica. L’erede al trono, Luigi XIII, aveva solo nove anni ed era perciò posto sotto la tutela di Maria de' medici seconda la moglie di Enrico. Quest'ultima si circondò però di fiduciari incapaci e corrotti, che lasciarono ampio spazio agli abusi dell'aristocrazia. La situazione mutò a partire dagli anni Venti dopo l'ingresso nel consiglio del re del cardinale Armand-Jean du Plessis, duca di Richelieu Provvedimenti di Richelieu - Rafforza strutture statali - Rafforza l’esercito La Guerra dei Trent’anni (1618 - 1648) La causa del conflitto sta nella volontà degli Asburgo di diventare la dinastia egemone in Europa. Questo intento comportò: 1) La trasformazione del Sacro Romano Impero in uno stato moderno 2) La riduzione del frazionamento statale tedesco (più unità) 3) Con Mattia e Ferdinando III d’Asburgo: l’estensione della fede cattolica a tutto il mondo germanico. Un’altra causa sta proprio nel conflitto religioso, nato dalla visione cattolico-centrica a discapito di calvinisti e luterani. Ma il casus belli fu sicuramente la defenestrazione di Praga, avvenuta il 23 maggio del 1618, quando un gruppo di boemi in preda all’ira gettarono dalla finestra del castello di Praga i rappresentanti dell’imperatore Mattia, accusato di aver preso provvedimenti a favore dei cattolici. Questo gesto ebbe un grande valore simbolico, e portò a conseguenze importanti, Visto che i boemi decisero di non riconoscere più come sovrano Ferdinando II (appena succeduto a Mattia sul trono imperiale), preferendogli il calvinista Federico V, a capo dell’Unione evangelica. Scoppiò così la Guerra dei Trent’anni. Un secolo di rivolte In seguito alla guerra dei Trent’anni e alla situazione drastica in cui si trovava l’Europa in seguito a questo conflitto, scoppiarono numerose rivolte. Ricordiamo: - Rivolte popolari e aristocratiche in Francia → Richelieu fu costretto ad aumentare la pressione fiscale → Richelieu morì nel 1642 e dopo pochi mesi il re Luigi XIII. Il successore fu Luigi XIV, all’epoca ancora infante, così lo stato passa nella mani di sua madre Anna d’Austria, la quale si affidò a sua volta a Giulio Mazzarino, anch’egli non riuscirà a fermare le tensioni. I nobili creeranno la Fronda dei Principi (Luigi II di Borbone*) con l’intento di restaurare il potere delle aristocrazie, ma Mazzarino ferma le tensioni grazie ai contadini e borghesi - Insurrezione iberica: Le tensioni esplosero nel 1640 con la rivolta della Catalogna, che manifestò la sua ostilità al sovrano rivendicando la sua identità autonoma, reclamando l’indipendenza della Castiglia e chiedendo l’appoggio della Francia. - L’avventura di Masaniello: In Italia la rivolta che portò a più conseguenze fu quella di Napoli a causa di una gabella (imposta o dazio) sulla frutta. Tommaso Aniello d’Amalfi (Masaniello) divenne il personaggio della rivolta contro le imposte troppo alte, e nonostante fu ucciso dai suoi stessi seguaci 10 giorni dopo l’inizio delle rivolte, l’insurrezione durò per diversi mesi. - La rivoluzione Inglese: Giacomo I di Stuart temeva per l’ondata cattolica, l’andamento negativo dell’economia e per i contrasti con il Parlamento, egli per questa situazione era impossibilitato a imporre nuove tasse. Alla sua morte gli succede Carlo I → Egli scioglierà il parlamento e ciò scatenerà la guerra civile e la caduta della monarchia e la nascita del Commonwealth, la repubblica (Oliver Cromwell), Carlo I sarà processato e giustiziato (prima volta per un re). Oliver Cromwell abolì il parlamento e instaurò un protettorato personale (dittatura). Durerà poco, con la di Giacomo II Stuart, torna la monarchia. Ma Giacomo è troppo aggressivo e whigs e tories si oppongono alla sua politica (gloriosa rivoluzione), viene chiamato Guglielmo III d’Orange che destituisce Giacomo. Salgono al trono gli Orange e firmano con il Bill of Rights del 1689 una limitazione al potere monarchico. La gloriosa rivoluzione Dopo la morte di Oliver Cromwell, il 3 settembre 1658, l’organizzazione politica era priva di affidabili strutture istituzionali e troppo dipendente dalle sue capacità. Nel 1660 i reduci del lungo parlamento si rassegnarono a richiamare il legittimo erede al trono, Carlo II di Stuart, che si impegnò a governare in collaborazione con i membri dell'assemblea. Giungeva in tal modo una parziale conclusione la rivoluzione inglese. Il ritorno al trono della dinastia regnante non deve però far pensare un processo effimero. Le perturbazioni di questi 10 anni ebbero effetti durevoli → sul piano delle istituzioni, da allora la monarchia fu costretto a confrontarsi con un parlamento che aveva una centralità duratura nella gestione della vita pubblica (vedi la Habeas Corpus Act). Dopo Carlo II, negli anni Ottanta del ‘600, il potere monarchico passato sotto la guida di Giacomo II Stuart (cattolico) aveva l’intenzione di rafforzarsi. Egli cominciò a praticare repressioni verso i dissidenti politici, Ma queste politiche assolutistiche suscitarono una risoluta reazione nello schieramento dei Whigs, cui si associarono presto anche i Tories, superando le reciproche divergenze in nome del mantenimento degli arricchimenti ottenuti negli anni della guerra civile. In una situazione di diffuso malcontento, essi chiesero aiuto allo Stateolder generale delle province unite, Guglielmo III d'Orange, che aveva appena sposato Maria Stuart, prima figlia di Giacomo Secondo. Animato da ambizioni di potere dotato di una salda fede protestante, Guglielmo decise di rompere gli indugi e nel novembre del 1688 organizzò una spedizione militare che costrinse rapidamente Giacomo riparare in Francia. Prima dell'investitura regale però, il parlamento fece approvare a Guglielmo e a Maria un documento dei diritti (Bill of Rights, 1689), con essi si limitava in maniera netta gli spazi di azione della corona sul piano legislativo, fiscale, giudiziario e militare, inoltre si affermavano anche principi di tolleranza religiosa, questa fu definita “Gloriosa Rivoluzione”, perché avvenuta senza spargimento di sangue. Luigi XIV Ovviamente un re come Luigi XIV a livello religioso appoggiò il gallicanesimo (Re indipendente da Roma). Nel 1682 emana la “dichiarazione dei quattro articoli”, approvata dall’assemblea del clero francese, che subordinava la Chiesa francese allo Stato. Nonostante questo Luigi XIV, non essendo stupido, non vuole inimicarsi la Chiesa, In quanto garante dell'unità della nazione e di possesso del monopolio dell'insegnamento, in questo modo diede vita a una stagione politica di uniformazione religiosa, che portò alla persecuzione dei giansenisti ( Giansenio vuole esporre una genuina dottrina di Sant’Agostino → la salvezza divina è un dono, presinde dai meriti) e degli ugonotti (calvinisti francesi) revocando l’editto del nonno Enrico IV, l’editto di Nantes (1598), con l’editto di Fontainebleu del 1685, che proibisce il culto protestante in tutto territorio francese. Questo ovviamente portò alla fuga dei protestanti all’estero (verso Paesi Bassi, Inghilterra e Brandeburgo). Questo provvedimento fece rafforzò i rapporti con la Chiesa, ma creò un danno all’economia francese, dato che i protestanti emigrati erano per lo più benestanti. Dal punto di vista militare Luigi XIV rafforzò l’esercito (di gran lunga superiore alle altre potenze), infatti la sua politica estera fu molto aggressiva che però comportò nel complesso un danno per la Francia. Religione ed Esercito FRANCE : territory from 1552 to 1798 from Henri Il to the Revolution (0 Henry ll IN Henry N (OI Louis xIV [IM] Louis xv [a Revolution| Henry Il f_ 1552: Metz, Verdun, Toul Henry IV ® 1601: Bresse, Bugey 1659: Roussillon 1659: Artois 1662: Dunkirk 1668: Lille 1675: Alsace 1678: Franche-Comté 1681: Strasbourg 1713: Briangon 1766: Lorraine 1768: Corsica 1791: Comtat Venaissin 1798: Mulhouse Louis XIV Louis xy Revolution www. wikipedia. org (History of France) Il post Luigi XIV Ovviamente in seguito all’ostentazione e allo sfarzo, al rafforzamento dell’esercito e ai moti migratori provocati dall’editto di Fontaine Blue, e poi con Luigi XV il quale se all'inizio del regno ottenne grandi consensi da parte del popolo, che arrivò a tributargli l'appellativo di "Beneamato"; con il passare degli anni però la sua debolezza nel prendere decisioni e l'intrigante e costante presenza delle sue amanti ne fecero crollare la popolarità. (tanto che alla sua morte per le vie di Parigi impazzarono i festeggiamenti, com'era accaduto anche per Luigi XIV, e il suo funerale dovette essere celebrato di nascosto e nottetempo per evitare, com'era capitato con il suo predecessore, che il feretro venisse sottoposto al pubblico dileggio); la Francia che si trovò a governare il pronipote di Luigi XIV, ovvero Luigi XVI era in una situazione veramente critica. I nobili reclamavano più diritti, il terzo Stato meno tasse → Stati Generali 1798 → Rivoluzione Francese
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