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Storia nel Cinquecento (riforma cattolica e controriforma), Appunti di Storia

→ IL SECONDO TENTATIVO FRANCESE: LUIGI XII Dopo la discesa di Carlo VIII, fu restaurata la monarchia aragonese nel Regno di Napoli, ma Ferdinando II aveva perso ogni autorità ed era nelle mani della Spagna e Venezia. Quest’ultima e lo stato pontificio erano gli unici stati italiani a non mostrare debolezza. L’impresa di Carlo VIII rivelò quanto l’Italia fosse debole e divisa, quindi facile da conquistare. Il suo successore Luigi XII riprese la sua politica espansionistica verso l’Italia, in part

Tipologia: Appunti

2018/2019

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Scarica Storia nel Cinquecento (riforma cattolica e controriforma) e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! > LA RIFORMA CATTOLICA E CONTRORIFORMA Si fa riferimento alla chiesa cattolica: il termine controriforma nasce nel 1476 e indica la reazione della chiesa cattolica di fronte alla riforma protestante. Ha implicitamente un significato negativo perché implica semplicemente una reazione. In realtà anche prima della riforma protestante si era verificata una autonoma riforma di tipo cattolico: Hubert Jedin nel 1946 nel suo saggio chiarisce questa tematica: il concetto di riforma cattolica tenta di riformare autonomamente la chiesa prima che scoppiasse la riforma protestante; il concetto di controriforma indica le misure della chiesa cattolica per contrastare la riforma protestante. Se rinunciamo alla nozione di Riforma cattolica, l’azione della Chiesa viene ridotta a semplice reazione perché non ha solo reagito alla riforma pretestante (controriforma) ma già da tempo stava tentando di riformarsi dall'interno (riforma cattolica). > Nasce L'ORDINE DEI GESUITI (1534): detta compagnia di Gesù. Viene fondata da Ignazio di Loyola (spagnolo). Prende i voti ordinari (povertà, castità e obbedienza) e si mette a disposizione del pontefice, un nuovo voto speciale (obbedienza al papa): i Gesuiti si mettono a disposizione del papa ovunque egli voglia mandarli e svolgono opera apostolica. Vengono mandati nel nuovo mondo (colonie spagnole) ma anche in Cina e Giappone e cercheranno di convertire la popolazione al Cattolicesimo. Si specializzeranno nello studio, erano richiesti 17 anni di studio per un gesuita, per questo vennero considerati un corpo scelto all’interno della chiesa; apriranno collegi (scuole) rivolte ai figli della nobiltà, quella che sarebbe stata la classe dirigente europea. > LE GUERRE IN ITALIA: PRIMA FASE (1494-1516, L'età dell’intolleranza è il fenomeno europeo tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento: la Francia e la Spagna intrapresero una lunga serie di guerre per la conquista dell’Italia. Le cause furono di due tipi: 1. Cause politiche: l’Italia era divisa in molti stati rivali tra loro politicamente e militarmente deboli; la Francia e la Spagna erano monarchie nazionali che si contendevano l'egemonia in Europa e volevano controllare l’Italia e miravano ad espandersi. 2. Cause economiche: per la posizione geografica e per le ricchezze, l’Italia attirava l’attenzione della Francia e della Spagna; la monarchia che fosse riuscita a conquistare l’Italia si sarebbe molto rafforzata e sarebbe stata in condizione di dominare l'Europa. > LA SPEDIZIONE DI CARLO VIII Il sovrano francese, Carlo VIII (1483-1498), erede degli Angiò, rivendicava i diritti alla corona del Regno di Napoli. Il signore di Milano, Ludovico il Moro, aveva bisogno di contrastare gli Aragonesi (Sforza) e sollecitò l'intervento in Italia di Carlo VIII: la spedizione di quest’ultimo ebbe inizio nel settembre del 1494 con circa 30 000 uomini e dotato di ottimi reparti di artiglieria. Carlo VIII scese in Italia, passò a Milano e Firenze e poi giunse a Roma, dove si accordò con il papa. Quando entrò a Napoli, il re Ferdinando Il fuggì. L'impresa di Carlo VIII minacciava gli interessi di diversi stati italiani ed europei, che si organizzarono per opporsi all’egemonia francese: in particolare Venezia. Venezia promosse una lega antifrancese, la quale aderì la Spagna, gli Asburgo, Ludovico il Moro e il papa. Lo scontro avvenne a Fornovo sul Taro (luglio 1495) dove l’esercito della lega sconfisse quello francese (Carlo VIII viene sconfitto). Rientrato in patria, Carlo VIII morì tre anni dopo. > IL SECONDO TENTATIVO FRANCESE: LUIGI XII Dopo la discesa di Carlo VIII, fu restaurata la monarchia aragonese nel Regno di Napoli, ma Ferdinando Il aveva perso ogni autorità ed era nelle mani della Spagna e Venezia. Quest'ultima e lo stato pontificio erano gli unici stati italiani a non mostrare debolezza. L'impresa di Carlo VIII rivelò quanto l’Italia fosse debole e divisa, quindi facile da conquistare. Il suo successore Luigi XII riprese la sua politica espansionistica verso l’Italia, in particolare in Ducato di Milano (di cui rivendicò il possesso perché imparentato con la dinastia dei Visconti). Prima della spedizione si assicurò l'appoggio di Venezia e degli svizzeri. Sconfisse con facilità Ludovico il Moro che fu fatto prigioniero. Luigi XII progettò di conquistare il Regno di Napoli ma dovette creare un accordo con la Spagna, che puntava sulla conquista del Mezzogiorno e per questo fu sancito il Trattato segreto di Granada (1500) che stabiliva la spartizione del Regno di Napoli: alla Spagna la Puglia e la Calabria, alla Francia i territori restanti. Gli Spagnoli non rispettarono il trattato e scoppia una guerra tra essi: la Francia fu sconfitta e dovette accettare l'armistizio di Lione (1504) che sancì agli Spagnoli il Regno di Napoli e alla Francia il Ducato di Milano. +>LE IMPRESE DI CESARE BORGIA E LA POLITICA DI GIULIO Il Nel frattempo, Alessandro vi aveva riconosciuto al figlio Cesare Borgia il ducato di Valentinois (nepotismo) e con l'appoggio finanziario e militare che il padre gli assicurò, tentò di realizzare un principato nell'Italia centrale: riuscì a conquistare le deboli signorie emiliane e si estese verso le Marche. Nel 1503 muore il padre Alessandro VI. La situazione si fa più grave quando si fa pontefice un nemico della dinastia Borgia, il cardinale Giuliano della Rovere, con il nome di Giulio Il (1503-1513). Papa Giulio Il intendeva proseguire la politica di rafforzamento dello Stato Pontificio acquisendo il controllo della Romagna. Organizzò contro Venezia (che occupò la Romagna) la lega di Cambrai (1508), cui aderirono la Francia, la Spagna e l’imperatore d'Asburgo. Venezia fu sconfitta nella battaglia di Agnadello (1509). Successivamente il pontefice si diede a organizzare una nuova alleanza antifrancese perché era preoccupato del possibile rafforzamento della presenza francese in Italia. Il re di Francia reagì e costituì la Lega Santa (ottobre 1511). Vi aderirono la Spagna, Venezia, la Svizzera e l'Inghilterra. | Francesi vinsero nella battaglia di Ravenna ma dovettero ritirarsi dall'Italia. Ma stavolta si preoccupò per il rafforzamento spagnolo, per cui tentò di dar vita a una coalizione contro Spagna: non riuscì a realizzare il progetto perché morì nel 1513. Il nuovo pontefice non seguì la politica del predecessore ma cercò di trovare un accordo. LE INIZIATIVE DI FRANCESCO I Nel 1515 salì al trono di Francia Francesco | (dopo la morte di Luigi XII) che tentò di riprendere il controllo di Milano. La Francia e la Spagna si scontrano per i territori italiani e decidono di spartire l’Italia e firmare la pace di Noyon (1516): il Ducato di Milano viene assegnato alla Francia mentre la Spagna prende il Regno di Napoli, la Sicilia e la Sardegna. L'ASCESA DI CARLO V Carlo d’Asburgo divenne re di Spagna, dopo Ferdinando d'Aragona. Essendo il figlio di Giovanna la Pazza e di Filippo il Bello e nipote dell’imperatore Massimiliano era il candidato naturale alla successione dell'Impero. Infatti, quando Massimiliano morì nel 1519, il re di Spagna viene eletto imperatore del Sacro Romano, sotto il nome di Carlo V. | suoi poteri comprendevano i possedimenti borgognoni nei Paesi bassi, la corona spagnola che comprendeva il Regno di Napoli, la Sicilia e la Sardegna. Carlo V fu costretto ad impegnarsi contro minacce: i protestanti in Germania, Francesco | e i Turchi. *>LA SCONFITTA DI CARLO V Dopo essere stato eletto si incontrò, nel 1521 la Dieta di Worms con i principi tedeschi che volevano che l’imperatore garantisse i loro privilegi e che assegnasse i benefici solo ai tedeschi. La trattativa durò solo quattro mesi e non modificò il rapporto. La Dieta però era destinata a Lutero. Carlo V non riuscì a imporre il rispetto dell’editto di Worms, poiché dovette lasciare l'impero a causa di nuove guerre in Italia e nella minaccia turca di Solimano il Magnifico. L'impero turco raggiunse il massimo del suo splendore perché fece molte conquiste sia in oriente che in occidente, tra cui Vienna. La conquista turca di Tunisi nel 1534 suscitò la reazione di Carlo V che riconquistò la città con una spedizione navale e la vittoria fu molo enfatizzata poiché i Turchi furono battuti nonostante la loro supremazia sul Mediterraneo. Lo scontro con i turchi non si risolse poiché il re di Francia, Francesco I si alleò con il sultano per contrastare l’imperatore. Carlo V si alleò con il papa e con Venezia, ma fu sconfitto. LA RIPRESA DELLE GUERRE IN ITALIA Per Carlo V era importante il controllo del Ducato di Milano perché gli avrebbe consentito di collegare i territori tedeschi con quelli spagnoli mentre la Francia voleva difendere i suoi insediamenti in Italia per non essere circondato dagli Asburgo. Il conflitto esplose nel 1521. Quando i francesi subirono una disastrosa sconfitta a Pavia (1525), Francesco | fu fatto prigioniero e fu costretto a firmare il Trattato di Madrid (1526), con la quale cedeva la Borgogna e rinunciava ogni pretesa su Milano e Napoli. Esse erano condizioni inaccettabili e infatti, una volta rientrato in Francia, Francesco I si dichiarò non obbligato a rispettare un accordo che gli era stato esorto. Nel 1526 Francesco | si adoperò per costituire una vasta coalizione antiasburgica. Con il nuovo papa Clemente VII, nasce una nuova lega, la Lega di Cognac (1526) alla quale aderirono la Francia, il papa, Firenze, Venezia e Francesco Il Sforza ed essi potevano contrare sull'appoggio dell'Inghilterra. Nel 1527 l’esercito di Carlo V, costituito 12 000 soldati mercenari tedeschi, i lanzichenecchi scese in Italia. Il 6 maggio giunsero alle porte di Roma. Infuriati per non ricevere la paga assediarono e devastarono la città. Il sacco di Roma che durò otto giorni e il papa si rifugiò a Castel Sant'Angelo. Gli Stato italiani non accorsero in aiuto del papa ma approfittarono della situazione: Venezia occupò Ravenna e Firenze scacciò i Medici.
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