Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia Regimi Totalitari, Appunti di Storia

Appunti Storia, regimi totalitari dopo la Prima Guerra mondiale.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 08/11/2019

Utente sconosciuto
Utente sconosciuto 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Storia Regimi Totalitari e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’affermazione dei REGIMI TOTALITARI in Europa Dopo la 1 guerra M. si affermarono in diversi Pesi Europei (Italia, Germania, Spagna, Polonia ecc) dei regimi totalitari, essi avevano alcune elementi in comune come: Antiparlamentarismo causato dall’insoddisfazione della guerra e la scarsa collaborazione tra i parti e popolazione; Nazionalismo era il malcontento tra i vincitori che non avevano ottenuto ciò che gli era stato promesso in guerra; un altro elemento che favorì l’affermazione dei regimi fu la generale crisi dei valori su cui fondava la società; infine la crisi economica e sociale. L’Italia del dopoguerra Dopo la conclusione della guerra i governi italiani dovettero affrontare i cosiddetti “problemi della pace”, occorreva guidare la riconversione da un’economia di guerra a una produzione commerciale. Numerosi lavoratori furono licenziati e scoppiarono così proteste e rivolte operaie, ci furono tensioni anche nel mondo contadino che in molte regioni i reduci occuparono le terre. Inoltre i nazionalisti accusavano il governo di aver realizzato una vittoria mutilata, ovvero povera di compensi e conquiste territoriali. • Il governo Nitti e le elezioni Dopo le dimissioni di Vittorio E. Orlando salì al potere Francesco Saverio Nitti. Nitti diede la priorità al sostegno all’industria e applicò il contenimento di prezzi per il pane. Nel 1919 si tennero le prime elezioni politiche con il sistema proporzionale e il quadro politico risultava molto frammentato e si affermò il partito popolare italiano e il partito socialista. • Il partito popolare italiano Fu fondato nel 1919 da Don Luigi Sturzo, era un partito che mirava a riunire tutti i moderati e soprattutto a realizzare l’unità politica dei cattolici. La sua comparsa arrecò un grave danno ai liberali che prima della guerra avevano fatto accordi per garantirsi i voti. • Il partito socialista La grande maggioranza del partito, di orientamento massimalista, si era poi divisa solo sul metodo di come raggiungere la rivoluzione: gli elezionisti intendeva condurre il partito al parlamento, gli astensionisti erano contrari alla presenza nelle aule, l’obbiettivo doveva essere perseguito fuori dal Parlamento; infine c’era una minoranza riformista (Turati) • L’ordine nuovo di Gramsci e Togliatti L’odine nuovo era diretto da Gramsci e animata da P. Togliatti, Terracini e Tasca. Esso sosteneva la necessità di adattare alla situazione nazionale il modello della democrazia dei soviet ,propugnando la creazione di consigli quali strumento di rappresentanza e di autogoverno. La nascita del fascismo e il biennio rosso La crisi dello stato liberale venne accelerata dalla profonda crisi economica. Così tra il 1919 e 1929 contadini e operai attuarono delle proteste e rivolte occupando così le fabbriche e le aziende agricole. Questi 18 mesi furono chiamati biennio rosso. I disordini iniziarono dalle campagne e le proteste colsero impreparato il governo Nitti che non riuscì a elaborare provvedimenti per frenare le rivolte. • Lo squadrismo fascista Benito Mussolini si era presentato con una propria lista i “fasci italiani di combattimento” . nonostante l’insuccesso elettorale nei mesi più caldi, Mussoline aveva saputo dara una unità politica e un coordinamento di azione ai tanti gruppi di ex combattenti, disoccupati ecc. Questo partito venne visto dagli operai e contadini un baluardo alla rivoluzione. Si formarono così delle squadre d’azione fasciste chiamate anche “squadracce”. • La nascita del Partito nazionale fascista L’ideologia aveva forti richiami socialisti, e il suo orientamento era repubblicano. Nel corso del 1920 il movimento entrò in una profonda mutazione ideologica, questa conversione procedeva di pari passo con il cambiamento della composizione sociale dei fasci, nei quali iniziò a farne parte il ceto medio. Così nel 1921 i fasci di combattimento si trasformò in partito nazionale fascista. • Nascita del partito comunista Nello stesso anno venne fondato a Livorno il Partito comunista d’Italia ,esso presentò un programma che ricalcava i principi della rivoluzione russa: l’abbattimento dello stato borghese e la gestione collettiva della produzione e della distribuzione della ricchezza. IL FASCISMO AL POTERE Durante il suo 5 governo, Giolitti compie due errori: non reprime le violenze dei fascisti e, per risolvere la crisi politica, stipula con loro un accordo. Alle elezioni del 1921 l’alleanza tra liberali e fascisti, uniti nei blocchi nazionali permette a Mussolini di entrare in parlamento. Il risultato delle elezioni fu una sconfitta per il presidente del consiglio, le sinistre furono indebolite e lui fu costretto a dare le dimissioni. Salirono poi al governo Bonomi e Facta ma durarono poco per la loro inesperienza. I fascisti ritennero così di fare un’insurrezione e fu fissata per il 28 ottobre, le camicie nere fecero la marcia su Roma. Vittorio Emanuele 3 non intervenne e da l’incarico a Mussolini di formare un nuovo governo composto da fascisti, popolari e liberali (31 ottobre 1922). Nel 1923 venne fondata la milizia, un corpo paramilitare ,che garantiva a Mussolini che presenza del fascismo anche dopo le squadracce; poi fu istituito il Gran consiglio del fascismo ,un organo di consultazione presieduto da M. e ne facevano parte solo i suoi fedelissimi. Le elezioni del 1924 furono caratterizzate da una lunga serie di violenze e il 30 maggio 1924 il deputato socialista G. Matteotti pronunciò alla camera un discorso. 20 giorni dopo fu rapito da sicari fascisti e fu ucciso. Prima che fosse rinvenuto il cadavere di Matteotti l’opposizione chiese al re Vittorio E. 3 di intervenire ma lui non prese nessuna iniziativa. I deputati chiedono le dimissioni di Mussolini e per protesta abbandonano la camera dando vita alla secessione dell’Aventino. Il 3 gennaio 1925 mussolini parlò alla camera assumendosi le responsabilità ma le conseguenze furono solo l’allontanamento di coloro che erano stati coinvolti. Hitler presentò una lista di condizioni che avrebbero trasformato l’Austria in uno stato vassallo della Germania. Schuschnigg tentò allora l’ultima carta e cioè l’indizione di un referendum per mantenere l’indipendenza austriaca. Hitler ruppe gli indugi e nel marzo 1938 le truppe tedesche entrarono in Austria. • L’Italia occupa l’Albania Sulla scia di Hitler anche Mussolini colse l’occasione di puntare a nuovi territori, individuando come primo obbiettivo la conquista dell’Albania. Di fronte al rifiuto del governo albanese di equiparare i diritti degli italiani presenti in Albania Mussolini diede ordine di invaderla. Il 12 aprile il paese fu considerato colonia italiana. Scoppio della seconda guerra mondiale Nel 1939 era ormai chiaro che l’Europa si stava avviando verso un nuovo conflitto e le ragioni affondavano le radici negli esiti della 1 guerra mondiale. Dopo due decenni pesava un profondo malcontento ,sia nelle nazioni vincitrici sia nelle perdenti, che andava verso una politica di rivincita e di nazionalismo esasperato. Mussolini si aggregò alla Germania e al Giappone, convinto che la guerra fosse vinta in partenza, e desideroso di sedersi al tavolo dei vincitori. • Le rivendicazioni di Hitler su Danzica Hitelr dopo la conquista della Cecoslovacchia si rivolse alla Polonia, la sua conquista costituiva una base importante per un’avanzata verso est contro l’Unione Sovietica, anche un sostegno nel caso avessero deciso di attaccare Francia e Inghilterra. Nel 1939 il ministro Ribbentrop chiese al governo polacco la citta di Danzica e la possibilità di costruire nel corridoio, una strada e una ferrovia, che divideva la Prussia orientale al Reich. La Polonia rifiutò prima di ordinare l’invasione della Polonia, fissata per il 1 settembre stipulò il “Patto d’acciaio” con l’Italia. • La posizione dell’Italia Con il 1939 l’Italia spostò la sua politica verso la Germania, con il patto d’acciaio che parlava di pace ma accennava al concetto di spazio vitale e a una possibile guerra, fu ribadito dal patto tripartito (Asse Roma-Berlino-Tokio) firmato nel 1940 dal Terzo Reich, Regno d’Italia, e dall’impero del Giappone; in cui si indicavano le zone spettanti: l’Europa a Hitler, il Mediterraneo a Mussolini e l’Asia al Giappone. • Hitler invade la Polonia Hitler propose all’Inghilterra un patto di alleanza e garanzie sul suo impero, a condizione che non si opponesse all’annientamento della Polonia. Al rifiuto degli inglesi i nazisti inviarono un ultimatum e il 31 agosto dichiararono guerra alla Polonia. Il 3 settembre Francia e Inghilterra a loro volta dichiarano guerra alla Germania. L’aviazione militare, invase la Polonia con una manovra a tenaglia da nord e da sud. L’esercito polacco combatté con grande valore ma ben poco fece contro le truppe tedesche. Il 27 settembre 1939 la capitale si arrese e il giorno dopo la Polonia capitolò. L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA Il duce era stato convinto a non entrare in guerra dagli altri comandi militari e dal ministro Ciano che gli avevano fatto presente l’impreparazione delle forze armate e quindi chiara la sua neutralità. Dopo la conquista della Polonia, l’invasione degli Stati scandinavi della Germania, il duce ritenne ormai certa la vittoria definitiva di Hitler e quindi decise di partecipare al conflitto per spartire il bottino con i vincitori. Il 10 giugno 1940 l’Italia era entrata in guerra. Il 18 giugno le truppe italiane attaccarono la Francia. Il 14 giugno le truppe tedesche entrarono a Parigi e sfilarono lungo il Champs Elysèes. Il generale Pètain il 22 giugno firmò la resa della Francia. Hitler pretese che la firma fosse posta nello stesso vagone dove nel 1918 era stato firmato l’armistizio tra la Francia vincitrice e la Germania sconfitta. • Le prime operazioni italiane in Africa Dalla Libia poco dopo la dichiarazione di guerra le truppe italiane ebbero l’ordine di muovere alla conquista dell’Egitto. L’idea di M. era di conquistare l’Egitto e il Sudan, l’esercito italiano avanzò in territorio egiziano ma le truppe inglesi lanciarono una controffensiva che fece ritirare gli italiani all’interno della Libia. Il 1940 si concludeva così con una sconfitta pesante e M. fu costretto a ad accettare l’aiuto dei tedeschi. • La battaglia d’Inghilterra L’Inghilterra rifiutava qualsiasi alleanza con la Germania, Hitler decise così di farla sparire. Per prepara l’invasione dell’isola diede ordine di eseguire una serie di bombardamenti; dal luglio 1940 iniziò così la battaglia d’Inghilterra. Ma nel novembre del 1940 i tedeschi dovettero accettare il fatto che le perdite inflitte alla Luftwaffe erano troppo gravi e quindi Hitler rimandò a tempo indefinito l’invasione dell’Inghilterra. • L’attacco italiano in Grecia Mussolini voleva conquistare la Grecia era considerata da tempo una prede interessante, perché la sua invasione avrebbe spalancato l’accesso ai Balcani. Nell’ottobre 1940 le truppe italiane sferrarono l’attacco. I risultati furono peggiori di qualsiasi previsione, la guerra si trasformò in una guerra di posizione, con i soldati bloccati nella neve e nel fango. Badoglio si decise così a comunicare a M. le vere condizione dell’esercito italiano ma fu sostituito dal generale Ugo Cavallero.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved