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Storia Romana dalle origini alla caduta dell'impero, Appunti di Storia Romana

Appunti personali del corso di Storia romana dalle origini, età monarchica, età repubblicana, età imperiale, caduta dell'impero romano d'Occidente

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 22/06/2023

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Scarica Storia Romana dalle origini alla caduta dell'impero e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Storia romana 28 settembre Storia romana, una civiltà che nasce ma non sappiamo come, e poi si trasforma nell’impero più grande della storia del mondo occidentale. Da questo mondo costruito attraverso i secoli, si arriva a noi, non solo in Italia. Quando noi oggi parliamo di Europa, parliamo di una realtà che si era creata sotto Roma. Basti pensare ai paesi neo latini, di lingua latina. Ma non solo, anche gli altri hanno una cultura che affonda le proprie radici nell’impero romano. Inoltre, la chiesa è una diretta emanazione dell’impero. Il piccolo stato pontificio è comunque la propagazione del cristianesimo con tutti i 5 continenti. Dante Alighieri, lo sapeva benissimo e scrisse un canto del Paradiso lungimirante perché riuscì non solo a sintetizzare l’esperienza dell’impero e i suoi sviluppi e conseguenze, ma in qualche modo riuscì a prevederne gli sviluppi futuri. Dare un’occhiata al sesto canto del Paradiso, può essere uno dei contributi più significativi della storia romana. Gesù nasce sotto l’impero romano, e questo impero pagano si trasforma sotto Costantino in impero cristiano. Dante lo chiamava “il viaggio dell’aquila”. Questo volo dell’aquila diventa una storia cristiana da Costantino in poi. Le basi di questo impero le ritroviamo in gran parte in tutta la cultura cristiana, nell’odierno stato vaticano. Quando nasce il cristianesimo? Domanda banale. Nasce nel momento in cui finisce la vita terrena di Cristo. E’ difficile capire come nasce Roma, i problemi all’origine di Roma sono enormi e per molti secoli questi problemi non vennero affrontati. Città stato che poi diventa un punto di riferimento per l’intera penisola italica, abitata da diversi popoli che Roma unificò così come unificò tutti i popoli che si affacciavano al mediterraneo. Il mediterraneo significava non solo un incontro tra tutti i popoli civilizzati ma anche la possibilità di spostamenti, per mare. Poi successivamente i romani crearono un sistema stradale estremamente articolato. Quando parliamo di colonie, qualcuno pensa anche a Roma perché questo è il periodo in cui Greci e Fenici fondano colonie. I romani avevano le loro regole e istituzioni e quando una colonia veniva fondata, il bue tracciava i confini della città. Si trattava di un rito sacro importante. Qualcuno pensa che Romolo abbia fatto la stessa cosa, qualcun altro mette in dubbio la sua esistenza. Romolo e Remo, figli di Rea Silvia, vergine fecondata da Marte. Romolo non può essere un personaggio storico reale, essendo figlio di Marte. Rea Silva figlia di Numitore, Re di Alba Longa, discendente di Enea, è sacerdotessa, non può avere figli. Quando il fratello di Rea Silva scopre la presenza di Romolo e Remo, che un domani potrebbero minacciare il suo potere, vuole ucciderli. Incarica una persona di ucciderli, ma chi deve farlo non trova il coraggio e li mette in una cesta sul Tevere. Poi arrivano a Roma, protetti da un pastore. Poi Romolo uccide Remo e fonda Roma. E’ una leggenda. Questa leggenda corrisponde ad un progetto propagandistico. La propaganda nasce a Roma, nella Roma di Augusto. Augusto è l’inventore della propaganda politica, lui voleva esaltare le origini sue e più esattamente quelle di suo padre adottivo Caio Giulio Cesare, che apparteneva alla famiglia Giulia. Quindi iulia, che derivava da iulo, altrimenti detto ascanio figlio di Enea, figlio di Anchise e di Venere. Si affida ad un poeta sublime per creare propaganda politica. Se mettiamo in discussione la figura di Romolo, metteremmo in discussione la storia della città. Se non è mai esistito, mettiamo in discussione tutta la fondazione della città. E se non si tratta di fondazione, si deve trattare del territorio di Roma e del Lazio. Questo territorio pullulava di villaggi al cui interno c’erano dei gruppi familiari chiamati gentes. Nome del romano: c’erano tre nomi, si ricordava il nome del padre e poi l’aspetto della tribù. Ad esempio per i romani il cognome è il soprannome, perché quando la popolazione iniziò a crescere si introdusse il cognomen. Ferox è un ramo della gens dei Fabia Anche in francese e tedesco è lo stesso: vorname, prenom. Queste gentis dominano la società romana, quindi questi gruppi gentilizi che vivevano sparsi nel lazio, un giorno decidono attraverso un fenomeno di rilevante importanza (il patto di alleanza) vanno a collocarsi sul colle Palatino, uno dei colli di Roma. Gli scavi archeologici recenti hanno messo in luce alcune strutture che coincidono con quelle di una tipica polis antica. Il foro dove si riuniva il popolo e poi sul Palatino stesso le tracce sono riconducibili alla metà dell’ottavo secolo avanti cristo, che coincide con la nascita di Roma: 21 Aprile 753 avanti Cristo. (Data ovviamente approssimativa) L’archeologia potrebbe avvalorare la storia della leggenda. Ma è tutto da vedere. Mentre, se noi seguiamo un altro modello antropologico che si basa su un fondamento giuridico che è un aspetto importante della civiltà romana. Ogni gens aveva il suo culto degli dei, propri della famiglia che si estinguevano quando la famiglia si estingueva. Poi da questo rito si ricavavano tutte le altre norme sulla convivenza. I romani le chiamavano con un concetto che si afferma prima della nascita di Roma, all’interno di queste gentis, “i costumi degli antichi”: i mores maiorum. Non c’è una legislazione già pronta. I romani avevano un loro sistema: se tu ti comporti male, io ricorro ai costumi degli antenati. Tutto ciò che nell’ordinamento giuridico romano non entrava, entravano i mores maiorum. Il sinecismo è un’alternativa alla fondazione: in mancanza di dati sicuri sulle origini di Roma, noi poniamo il sinecismo (l’unificazione di entità politiche precedentemente indipendenti in una città ad organizzazione statale). I romani utilizzavano un concetto molto più giuridico: Foedus Cassianum. Alleanza tra Roma e le città latine. Noi lamentiamo il naufragio di gran parte della letteratura latina, quello che noi abbiamo è opera degli amanuensi, che trascrivevano sulle pergamene quello che noi hanno deciso di trascrivere. Le opere sono andate perdute. Quindi materiale scrittorio scarso, opere scritte scarse, tutto ciò che abbiamo è l’oralità. Tutto veniva tramandato oralmente. Anche le leggi delle XII tavole, un corpo di leggi di diritto pubblico e privato compilato nel 450 a.C., dopo essere state bruciate nel saccheggio e incendio di Roma del 390 a.C., sono state ricostruite perché i pontefici le conoscevano a memoria e hanno potuto trascriverle. Non a caso avevano un movimento ritmico. Arriviamo alla fine del terzo secolo a.C., comincia la letteratura latina. I primi scrittori di storia romana però, sono latini ma scrivono in greco. Il loro scopo è far conoscere al mondo mediterraneo la grandezza di Roma e il greco all’epoca era la lingua più conosciuta. Questi scrittori vengono definiti analisti, perché la storia si raccontava anno per anno secondo il pontefice Massimo. Tra gli scrittori c’è ad esempio Plauto che scrive per far ridere il pubblico, inventa barzellette. Grande conoscitore del diritto romano e le sue commedie sono infarcite di diritto romano. Metteva come scenario una città greca ma con tantissimi riferimenti precisi sul diritto romano. Plauto è come Goldoni, descrive la sua società. È una fonte importantissima. Primo autore le cui opere sono integre, si possono leggere dall’inizio alla fine. 30 settembre Il popolo è diviso in curie per questo la prima monarchia aveva ordinamento curiato. Per curie si intende le 30 aree della città in cui si collocavano le gentes. Le famiglie gentilizie avevano i loro luoghi dove accoglievano altre persone e celebravano i loro culti. 5 ottobre Manuale consigliato è quello di marrone-rohr Tradizioni familiari – statua del togato di barberini Statua I secolo a.c., immagine di un uomo togato, tradizionale abito romano di cittadino adulto che partecipa alla vita politica. Organizzazione casa romana. Le famiglie gentilizie che scompaiono con gli etruschi (riforma serviana), famiglia e gens sono quasi la stessa cosa. Famiglie più antiche mantenevano le loro caratteristiche, romani erano molto tradizionalisti e conservatori, es. Mores maiorum. Da villaggi dove risiedevano con i loro costumi, le gentes poi si spostano nelle città, avevano alle loro dipendenze dei clienti, gentes si collocano nelle 30 curie della città insieme ai loro clienti, da cui ha origine il sistema curiato e l’assemblea curiata, in cui la popolazione è divisa secondo questo criterio. Ogni città stato ha i suoi magistrati, l’assemblea del senato e assemblea curiata-popolare. Romolo ha 100 senatori-patres che lo sostengono. Conferimento dell’imperium al nuovo re, interregnum in cui senatori sceglievano nuovo re. Romolo prevalse perché vide passare 12 uccelli e remo solo 6, remo non lo accetta e quindi scavalca compiendo un sacrilegio il recinto sacro che romolo aveva cominciato a costruire per fare i confini della città. Romolo quindi lo uccide (come caino e abele, miti ricorrenti). Morto romolo patres scelgono nuovo re, ovvero attraverso augurium, sacerdote gli augura un nuovo regno. Tutti questi riti sono di natura religiosa con significato simbolico e pratico. Quando muore un re, i latini dicevano auspicia redeunt ad patres. Auspicia e auguria sono concetti religiosi importanti decisivi per il governo della città. Auspicia: prima di prendere decisione politica, senato deve sentire parere della comunità e da qui sapere quando convocare assemblea ecc...gli auspicia sono del magistrato quando lui è in vita, quando muore vanno al senato. Auguria: re viene investito della benevolenza del sacerdote che gli augura buon regno. Riguardano vita più lunga nel tempo, è più astratto, mentre auspicia è concreto, politico. I pontefici hanno ruolo fondamentale si tramandare oralmente i mores maiorum, che sono alla base della vita della città, tutte le regole che la comunità deve rispettare. Gli auguri, secondo cicerone, lui stesso augure, sono legati all’autorità, principio secondo cui gli auguri agiscono; quindi, non è potere politico (imperium e potestas). Auctoritas ha stessa radice di auguri e augurio, da augere, accrescere. Quindi auctoritas è legato a concetto religioso, prestigio, carisma che si ha sulla base del proprio sapere. I patres hanno compito di consigliare il re attraverso senatus consultum, consiglio del senato, richiesto dal re. Il re però può anche non seguire questo consiglio, ma lo fa sempre perché è importante. Il principio su cui si basa auctoritas è prestigio dei senatori, la loro parola è sufficiente. Stesso concetto si ritrova con i giuristi, ovvero i pontefici. Il nostro sistema giuridico è ereditato dal diritto romano più recente, quello di giustiniano, superando quello precedente e dominante per tutta la storia romana. Codice di giustiniano è legislativo, nel mondo romano invece, come in inghilterra, conta l’autorità dei giuristi. Questo si basa sullo ius controversum, giurista può dire quello che pensa e un altro giurista una cosa contraria; quindi, ius controversum è controversia tra i giuristi e tra questi prevale quello più autorevole. Per sapere chi lo è di più bisogna vedere qual è l’opinione più seguita, avere più consensi. Giuristi e senatori quindi non hanno poteri, diversamente dal giudice che è pretore. Auctoritas quindi è potere più grande dello stato. Potestas: potere che esercitano i magistrati Imperium: altro potere importante, che riguarda solo la sfera militare. Da qui deriva imperatore e impero. Per guidare un esercito il re deve avere l’imperium. Comizio curiato: rappresenta il terzo elemento del governo della città stato. Non si sa molto, ma svolgeva funzioni solenni, per celebrare determinate funzioni questa assemblea doveva essere sempre presente, come celebrazione dell’adozione. Quando rimane solo un pater senza eredi, questo si fa adottare da un altro pater. Quando pater adotta il pater di una famiglia estinta, ne assorbe anche i riti. Questa cosa si chiama adrogatio e si differenzia dall’adoptio. Adrogatio si compie solo alla presenza del comizio curiato. Membro di questo comizio è quindi orgoglioso di questa funzione. Convocazione del comizio avviene dopo che sono stati presi gli auspicia da parte del magistrato. Attraverso la religione le famiglie si garantivano il controllo della regione. Quando re muore scatta interregnum, i senatori nominano un altro re, sacerdote gli augura buon regno, i senatori restituiscono gli auspicia del re precedente e poi c’è lex curiata de imperio, che conferisce potere militare al re, legge del comizio curiato. Il popolo conferisce questo potere perché il popolo stesso è esercito. Esercito romano era composto dai suoi cittadini, diversamente dalle altre città stato che invece assumevano mercenari, militari di professione. Se i cittadini sono lo stato, la res publica, si impegneranno molto di più nelle guerre. Ognuna delle 30 curie è divisa in 10 decurie, quindi esercito di 300 cavalieri e di 3000 fanti. Questo sistema si trasformerà e dopo avrà altra struttura. I cittadini-guerrieri andavano nelle assemblee e la cerimonia di nomina del re finiva quindi con la lex curiata che conferisce imperium, quindi re diventa imperiator. Lex curiata è atto formale che sopravvive anche quando comizio curiato si estingue. Gli auguri, dopo tutto il rito della nomina del re, possono decidere di non convocare il comizio oppure di non validare il rito. Auctoritas degli auguri è superiore a qualsiasi altro potere ed è astratto. Per amministrare il potere nella città di roma ci sono 3 principi: potestas, imperium, auctoritas. Gli auguri possono togliere potere ai consoli, ovvero dicendo che il comizio che ha dato potere ai consoli non doveva essere convocato. Basta che gli auguri parlino e nessuno può mettere in discussione quello che dicono, quello che dicono si rispetta. Auctoritas è principio sacrale. Gli auguri riconoscono la validità degli atti nel momento in cui non intervengono, ma se intervengono possono metterli in discussione. I romani erano abili a creare regole che consentissero perfetto funzionamento dello stato. Davano grande peso al diritto e quindi peso. Giudice, avvocato, giurista sono 3 ruoli diversi. Il re è magistrato ma non è giurista, i pontefici sono i giuristi (mores maiorum). Re si rivolge ai pontefici per decidere cosa fare. Giurista è attività teorica e pratica, esercita funzione per gli allievi e quando insegna fa riferimento ad esempi pratici e reali, l’attività del giurista dura per tutta la vita. A roma ci sono molti collegi sacerdotali, tra cui i pontefici e gli auguri. Fase latino-sabina e fase etrusca della monarchia romana. Tarquinio prisco, primo re etrusco, porta con sé genti etrusche e loro grande patrimonio di civiltà e il numero dei senatori dell’assemblea cresce fino a 300, che non cambia fino a silla nella prima repubblica. Etruschi portano serie di novità rappresentate anche sa simboli poi raccolte dai romani che arricchiscono la loro storia. In questo momento si verifica anche sviluppo demografico probabilmente, poi il successore servio tullio trasforma anche la base della società e il sistema curiato. Con lui si stabilisce principio censitario, ovvero popolazione viene suddivisa per centurie e per tribù e non più per curie. Parametro fondamentale è ricchezza e non più nobiltà gentilizia. Il sistema introduce 193 centurie suddivise in 5 classi sulla base del patrimonio. Prima classe possiede più di 100mila assi. Tutte queste notizie potrebbero essere fatti più recenti della storia romana che gli storici romani hanno proiettato nelle epoche più antiche. Ad esempio anche le mura serviane che non sono dell’epoca di servio tullo e si può capirlo dal materiale che proveniva da veio, quindi successivo all’epoca di servio. Se comizio curiato era base dell’esercito, comizio centuriato prenderà il suo posto e sarà anch’esso la base dell’esercito. Esercito aveva 18 centurie di cavalieri e il resto erano fanti. Rispetto a prima la cavalleria è ridotta per l’introduzione dell’esercito oplitico, dove prevaleva la fanteria pesante. Introduzione e uso del metallo e diffusione nella società rappresentò rivoluzione perché creò nuove figure professionali e cambiò il modo di combattere le guerre. Il popolo così ha più opportunità di arricchirsi e di distaccarsi dai padroni. Il potere si sposta così nelle mani dei possidenti, tranne il potere politico. I plebei erano esclusi dalla presa degli auspicia, che potevano prendere solo i patrizi. Le tradizioni religiose possono avere un fine pratico. I plebei non potevano essere magistrati, perché per esercitare la magistratura bisognava prendere gli auspicia, solo appannaggio dei patrizi. La prima classe aveva maggioranza assoluta, cioè 40 centurie di juniores e 40 di seniores, i giovani andavano in guerra e gli anziani difendevano la città. Giovani dai 16 ai 45 anni, vecchi da 45 a 60 anni. Seconda, terza e quarta classe 20 centurie, 10 e 10, mentre la quinta 30, 15 e 15, perché era una classe più numerosa. Si sostituisce solo la ricchezza alla nobiltà di sangue. C’erano diverse classi, dalla I alla V. La V era la più povera, con 30 centurie. Nelle elezioni i comizi centuriati votavano i magistrati maggiori, i consoli e poi vedremo il resto. Quindi decidevano a partire dalla I classe ma non è sistema più democratico. Poi nascono tribù diverse dalle 3 originarie. Queste sono tribù territoriali, che ripartiscono popolazione in base al territorio in cui abitano o alle proprietà che possiedono. 4 tribù urbane e 31 tribù rustiche, 35 complessivamente. Nelle tribù urbane abitavano i poveri, perché i ricchi avevano proprietà nelle campagne. La città ha popolazione ampia e per questo incide meno nel voto rispetto ai ricchi che vivono in campagna, anche se nelle tribù rustiche la popolazione è minore la capacità di incidere col voto è di conseguenza più alta. Quantità di abitanti è inversamente proporzionale al potere che ha il loro voto. Comizi curiati scompariranno perché si affermerà il principio censitario dei comizi centuriati. I curiati rimarranno solo simbolicamente e sono rappresentati da 30 littori, cioè le guardie del corpo del magistrato maggiore, del re. Questi recavano con sé i simboli dei fasci littori che sono fasci di bastoni che rappresentavano le pene corporali con in mezzo una scure, che rappresenta pena capitale. Quando le curie scompaiono i comizi curiati non si riunivano più per curie quindi sostituiti dai littori, un littore per ogni curia, quindi 30 littori. Le funzioni dei comizi curiati tipo adrogatio e lex curiata de imperio venivano quindi svolte dai littori. Centurie e tribù. Le centurie si riunivano fuori dal pomerio, cioè il recinto sacro di roma, perchè costituito dall’esercito che non poteva entrare nella città, ma si riuniva nel campo di marte. I comizi tributi si riunivano nel foro, nel cuore della città, come facevano prima i comizi curiati. 7 ottobre Monarchia – repubblica – alto impero – tardo impero Difficoltà di reperire, documenti, notizie e avvenimenti della prima parte della storia romana ci porta ad avere visione nebulosa riguardo le istituzioni della roma monarchica. Roma è città stato in un mediterraneo fatto di città stato tutte cmq diverse, ma tutte accomunate dal fatto che sono una città che corrisponde a uno stato. Si può distinguere tra urbs e civitas. Urbs è città architettonicamente parlando, civitas sono i cittadini che popolano la città stato. precedente feudale. Quindi soffrono e trovano pretesto per cacciare via il re (stupro di lucrezia), allo stesso il recupero del potere degli aristocratici segna la serrata del patriziato, cioè i patrizi decidono che comandano loro e questo la plebe non poteva accettarlo perché sembrava di ritornare al passato, al vecchio sistema feudale, con rapporti molto sbilanciati. Quindi la plebe si ritira sul montesacro per rivendicare i propri diritti. Da qui nasce la nuova assemblea, le concilia plebis. Basta conoscere i punti chiave della storia romana per capire come si evolve. Roma si scontra con tutti gli altri popoli latini con cui condivide le origini. Battaglia del lago regillo è punto importante. Fa capire che roma è al di sopra di tutte le altre città latine che si sono coalizzate. In questa battaglia Roma sconfigge tutti i popoli latini coalizzati. Tipico comportamento di roma dopo la battaglia è proporre un patto, il fedus cassianum che rimane a fasi alterne fino al 338, quando romani sconfissero di nuovo la lega latina e roma scioglie definitivamente il foedus. Si stabiliscono dei meccanismi che spiegano l’efficacia dei sistemi romani e il suo diritto internazionale. Roma ha ius civile, sistema giuridico molto avanzato importante per regolare armonia e rapporti pacifici nella città e con l’esterno, diritto sia interno sia internazionale. Nell'antichità nelle città stato si segue la personalità del diritto, cioè risponde alle leggi del posto dove ha la cittadinanza anche se in quel momento si trova in un altro luogo. Oggi invece vige la territorialità del diritto. Ogni città stato ha il suo diritto. Tutte le città in base a quanto stabilisce roma consentono al cittadino di sposarsi da una città all’altra prendendo cittadinanza secondo ius migrationis. Quando l’egemonia ce l’ha roma, essa impone rapporto unilaterale, cioè che le città latine tra di loro non abbiano rapporti e che roma può averli con le altre città. Lo ius migrationis però continua ad essere garantito. C'è anche ius connubi, non c’è matrimonio legittimo tra patrizi e plebei, né tra romani e stranieri, ma è legale tra romani e latini. Il diritto romano tutela tutte le attività commerciali e giuridici coi latini tramite ius commerci. Cittadino latino è tutelato quasi come un cittadino romano, sono più tutelati degli stranieri non latini. Quindi l’insieme di ius migrationis, ius connubi e ius commerci costituisce lo statuto latino che regola la latinitas, i diritti di cui gode un latino e che gli stranieri non latini non hanno. La schiavitù non è ancora sviluppata, a roma diventerà fenomeno macroscopico con le guerre di conquista quando i prigionieri di guerra vengono venduti come schiavi. Poteva capitare che tra gli schiavi potessero esserci persone istruite e validissime, quindi il padrone di uno schiavo poteva renderlo schiavo libero, liberto. Suo figlio però nasce totalmente libero., cioè ingenuus. Con questo sistema i romani sapevano che lo schiavo liberato sarebbe potuto diventare un cliente fedele per gratitudine, era un metodo per fidelizzare. Il liberto può prendere la cittadinanza del suo padrone e anche i suoi figli saranno cittadini romani. In questo modo era più semplice diventare un cittadino romano anche per gli stranieri. Romani vogliono avvicinare a loro gli altri popoli e ne saggia la fedeltà, in un certo modo li addomestica. Con il nuovo sistema introdotto da servio tullio scompaiono le curie e subentrano le centurie. I comizi curiati quindi non hanno senso di esistere fisicamente perché non esistono più le curie sul territorio, la popolazione adesso è ripartita in centurie. I comizi curiati però conservano alcune delle loro funzioni che ora sono simboliche. La principale è la lex curiata de imperio. La cerimonia della lex curiata de imperio avviene adesso alla presenza di 30 littori che rappresentano simbolicamente le vecchie 30 curie. Anche l’adrogatio avviene in presenza dei 30 littori adesso. I Concili della plebe rappresentano le 35 tribù nelle quali è ripartita la plebe. Tutte queste 4 assemblee hanno una funzione, cioè votare le leggi. La legge vera e propria è quella che il magistrato propone all’assemblea e questa la vota. Sistema dei comizi centuriati era laborioso, perché ogni centuria aveva una maggioranza interna che dava decideva quindi voto della centuria stessa, se la maggioranza in quella singola centuria diceva sì, allora tutta la centuria votava sì, e così via per 98 volte, quelle delle centurie della prima classe + i cavalieri. Elezione dei magistrati era diversa. Ogni comizio votava magistrati diversi, i centuriati votavano i magistrati più importanti, i tributi votavano quelli meno importanti, il concilio della plebe votava i suoi, cioè tribuni, edili e plebei. Come funzionano le magistrature in età repubblicana: la politica era riservata a un gruppo molto ristretto e privilegiato. Chi era destinato ad avere peso politico poteva fare una carriera politica, cursus honorum, ovvero passaggio tra le varie cariche che partivano dal basso fino ad arrivare al consolato e l’ingresso al senato. I plebei sono esclusi dal cursus honorum, non possono diventare magistrati, ovvero ricoprire una carica, svolgere delle funzioni, tutte cose per cui serve prendere gli auspici e solo i patrizi potevano prenderli. Questi patrizi gestivano poi i voti dei cittadini, avevano influenza su di loro. Si parte dalla carica più bassa che è la questura e via via si arriva fino al consolato. I patrizi che fanno politica e diventano senatori faranno parte del ceto senatorio, quelli che non fanno politica diventano cavalieri, quindi ordine senatorio e ordine equestre. Si stabilisce frattura e rivalità tra questi due ordini che poi avrà ripercussioni in futuro. Cavaliere è colui che non facendo politica vive di rendita con le sue proprietà e le sfrutta impegnandosi in attività commerciali, economiche, senza vincoli. 12 ottobre Roma dovrebbe essere già una città-stato a metà dell’XIII secolo e nel V secolo non si era estesa enormemente territorialmente ma ha pensato a rafforzare le istituzioni e creare una classe di governo come guida nelle espansioni. Tuttavia Roma ha una grande influenza con il trattato con Cartagine, padrona del Mediterraneo occidentale, la quale permette a Roma di navigare dalle foci del Tevere fino a Terracina (zona del Lazio) e poi nella battaglia del Lago Regillo Roma sconfigge tutti i latini. Questo ci stupisce e dobbiamo riflettere: dopo averli sconfitti non li punisce ma li premia, dà loro importanti diritti come la possibilità di sposare e fare commercio con i romani. Questa lega latina avrà importanza perché Roma non si sente minacciata ma saranno i latini a sentirsi minacciati dai popoli stranieri. Poi nel 343 scoppia la prima guerra Sannitica, gruppo al centro della penisola, sui monti, un popolo che non ha città-stato ma ha una struttura statale-sociale diversa, mondi però accomunati da una caratteristica. I Sanniti sentono una pressione demografica a scendere ed espandersi verso la costa, accrescendo le preoccupazioni delle città che si sentono minacciate e allora si rivolgono ai romani (i quali non potevano intervenire per un patto fatto con i Sanniti), abili però a creare stratagemmi e con l’atto della sottomissione della Diditio Infidem, i romani erano autorizzati a proteggerli e gli effetti del trattato venivano meno perché privilegiava il diritto di Capua di essere protetta. Dopo due anni, i romani nel 341 decidono di ritirarsi dalla guerra, fanno la pace con i Sanniti mentre i latini avrebbero voluto continuare questa guerra perché vedono nell’alleanza con queste città campane una possibilità di intesa che le avrebbe sottratte al controllo di Roma. Forse i romani intuiscono questa evoluzione e hanno un altro progetto, vale a dire quello di estendere un controllo più stretto sul Lazio. Roma ambisce alla supremazia e fermata la guerra i latini entrano in guerra con la stessa Roma e inizia la Guerra Latina dal 340 al 338 e i romani vincono e sciolgono la Lega Latina. La diplomazia di Roma si manifesta in campo internazionale, dopo. Molte di queste città latine diventano città romane, senza punizioni e saccheggi, ma restano privi del diritto di voto: hanno tutti i diritti romani tranne il voto perché se un gruppo ristretto di aristocratici controllava i voti, con i cittadini dei latini, questo controllo si sarebbe perso. Altra cosa che si stabilisce dal Feudus Cassianus è un altro punto fondamentale, cioè Roma ha rapporto con le varie città latine ma vieta a queste città di avere rapporto tra di loro (Cartina di città romane con intensità dei diritti). Roma farà nascere su questi territori e altri che conquisterà, se romane Ager Romanus, altrimenti Ager Publicus su cui fonderà le colonie, come Anzio che è una colonia romana, normalmente le colonie si trovano sulla costa e per questo dette marittime. Si tratta di città fondate da 300 famiglie, numero ridotto per mantenere il controllo. Mentre quando vengono fondate le colonie e il Lazio diventa tutto Romano con una sola guerra (a differenza di altre città-stato come Atene che erano gelose della loro cittadinanza), lo fa con un intento preciso. La condizione di latino, la Latinitas, intendiamo uno statuto a cui accedono le persone e le città, che è quello che i romani diedero con il Feudus Cassianus con il concesso dei diritti romani e questa Latinitas si estende fuori dal Lazio; latino è colui che non è né romano né straniero, ma è una via di mezzo perché può sposare e commerciare con i romani e ha un terzo diritto anche, lo Ius Migrationis, la possibilità di recarsi a Roma e prendere la cittadinanza. Ai tempi c’era la personalità del diritto, cioè se un cittadino aveva determinati diritti in base alla sua cittadinanza, gli rimanevano questi anche quando andava in giro per il mondo. Mentre lontano da Roma succedevano queste cose con altre città, a Roma rimaneva tutto come prima? Si perché Roma diventa un impero e in quanto città-stato, ha i propri organi e istituzioni e si governano da sole. I latini hanno sempre temuto il potere dei romani ma la famosa conflittualità tra romani e latini, in questo modo venne meno con l’unione. La guerra con i Sanniti riprende nel 326, comincia un’altra storia di Roma: questa espansione è travolgente, come se questa macchina statale si fosse consolidata nell’arco dei secoli per poi dare vita a questa espansione straordinaria; meccanismo dei romani di andare sempre oltre, di non avere confini. Dove sono collocati i Sanniti il terreno è montuoso, diverso da quello a cui erano abituati i romani infatti presso Caudio, le forche Caudine, subirono una forte sconfitta da cui però si ripresero perché questo esercito rigido fu modificato (pagina “lo schieramento manipolare”) e portarono a termine la loro guerra, a sconfiggere i sanniti. Seconda guerra dal 304 a 298 e poi finì definitivamente nel 290. Nel frattempo i romani fondavano le colonie, come quella di Lucera del 314, una delle più importanti città del nord della Puglia, situata in funzione strategica alle spalle dei Sanniti per poterli accerchiare. Nel 282 Roma comincia la guerra con Taranto, principale città della Magna Grecia, la quale chiede aiuto Pirro, re dell’Epiro il quale accetta volentieri di intervenire perché aveva intenzioni di espansione impossibile ad Oriente dove già c’erano i regni della Macedonia e della Siria, due dei tre regni in cui fu divido l’impero di Alessandro Magno morto nel 323. Alessandro Magno fece un’impresa straordinaria perché in pochi anni conquistò un impero immenso ma che si dissolse alla sua morte, a differenza dei romani. Pirro aiutò i tarantini e sconfisse i romani in due battaglie: nel 280 ad Ascoli Satriano e nel 279 ad Eraclea. Vittorie segnate da grandi perdite però a Pirro il quale, nonostante tutto, decise di andare in Sicilia per ricevere accoglienza e dare inizio al suo sognato regno. Ma Pirro non ebbe successo e tornò indietro; nel 275 fu sconfitto a Maleventum, poi detta Beneventum, tornò in Epiro e nel 272 Taranto fu costretta a fare un trattato con i romani, diventò una Civitas federata. Cambia anche la struttura sociale a Roma, le 12 tavole distrutte nell’incendio gallico ma i romani le ricostruirono. La società romana che viene fuori dalle 12 tavole è molto primitive, in cui prevalgono agricoltura e pastorizia, siamo alla metà del V secolo, tre secoli dopo la fondazione della città e due secoli dopo le condizioni cominciarono a cambiare. Le 12 tavole ci dicono che un proprietario terriero aveva bisogno di manodopera e molto spesso asserviva un cittadino che diventava servo a causa dei suoi debiti; il lusso era riservato solo a poche famiglie. Nel 326, anno di inizio della seconda guerra sannitica, i romani aboliscono la servitù per debiti, il Nexum (molte di queste tavole derivano dai Mores Maiorum, sono costumi antichissimi). Evoluzione del diritto perché questa abolizione avvenne per legge, la Lex Papiria Poetelia, anche nell’eventualità che i proletari potessero essere arruolati se necessario. Sconfitti i Sanniti le ricchezze sarebbero aumentate e non ci sarebbe stato bisogno di ridurre la popolazione romana in servitù. Nasce però la schiavitù, trasformando in schiavi i prigionieri. (Cartina “L’Impero romano dopo le conquiste del II secolo a.C.”). Dopo la guerra Sannitica, Roma dopo la vittoria contro Taranto è arrivata a controllare lo Stretto di Messina e poi si scontrerà con i Cartaginesi e dopo averli sconfitti, nella prima Guerra Punica, annetteranno la Sicilia, la Sardegna e la Corsica e con la seconda Guerra Punica nel 202 anche la Spagna. Subito dopo Roma comincia le sue guerre in Oriente, dopo il controllo ormai del Mediterraneo occidentale, controllerà anche la Macedonia e l’Asia e annetterà anche l’Africa perché ancora una volta, i romani non mostrano di essere interessati subito a un’espansione ma si chiedono prima come poter controllare questi territori e lo fa prima creando dei rapporti con le città, altra loro genialità, si servono degli amministratori locali dei territori e non hanno bisogno di far intervenire i loro. Soffermarsi sui libri da studiare su ciò che dice lui e tralasciare il resto, studiare in base a ciò che dice il professore in classe, ricordare solo le date essenziali come aiuto alla memoria per fissare dei punti all’interno del percorso storico. 14 ottobre Espansione di roma verso il sud della penisola. Comincia l’ascesa di roma che per molti secoli era rimasta limitata in un piccolo territorio e le città circostanti. Dopo la battaglia del lago regillo dove vince su tutti i latini non sottrae loro i territori, non li distrugge ma fa con loro un patto, un foedus, che riconosce la sua Quando c’erano le elezioni venivano eletti coloro ai quali i padroni davano il voto. Cursus honorum: si parte dalla questura, poi edilità plebea se eri plebeo, curule se eri patrizio, poi la pretura e il consolato, la censura è importante perché ogni 5 anni si deve fare il censimento quindi ci devono essere 2 censori che rimangono in carica 18 mesi. Quando nasce la pretura ruba qualcosa dal consolato, ovvero il potere giudiziario, i pretori amministrano la giustizia. La pretura nasce nel 366 come pretura urbana, pretore urbano si occupa dei processi dei conflitti giudiziari tra cittadini romani. Alla fine della prima guerra punica, prima della nascita della prima provincia della sicilia, viene introdotto il pretore peregrino che si occupa dei contenziosi tra gli stranieri. Si suppone che in questo periodo roma si sia riempita di stranieri, tra l’istituzione del pretore urbano e quello peregrino, quindi era necessario un pretore che si occupasse di loro sulla base dello ius gentium, diritto generico di tutti i popoli non romani. Concetto di personalità del diritto nella distinzione tra ius civile e ius gentium, ognuno ha il proprio diritto e non c’è concetto di diritto territoriale, ognuno rispetta il proprio diritto anche se sta in un altro territorio diverso dal suo di nascita. Il diritto romano si arricchirrà di elementi provenienti dai diritti degli altri popoli grazie all’attività dei giuristi. 19 ottobre Quadro ampio della prima guerra punica vista e di quelle guerre costanti con cui i romani sottomettono la penisola italica nel periodo tra le due guerre puniche. Questa res pubblica si configura in un modo più complesso: quella che era una città-stato e che ne aveva mantenuto i confini e poi aveva avviato l’espansione dopo la vittoria su Veio (tre guerre con Veio, una di queste che vede la sconfitta dei romani rappresentata dalla gens fabia) ma poi nel 395 Roma, dopo una guerra decennale che viene leggendariamente paragonata alla guerra di Troia, conquista Veio, la distrugge e ne assimila il suo territorio. Comincia l’espansione romana sotto orme diverse, perché Roma non distruggeva i territori conquistati ma li sfruttava a favore dei cittadini, lo trasformava in “ager publicus”, terra dello stato o formando colonie o distribuendoli alle singole famiglie. Poi comincia l’espansione, a partire dal Lazio senza distruzioni di città, poi il Sanio, poi il resto dell’Italia meridionale e poi le conquiste transmarine, sconfigge Cartagine e con l’annessione di Sicilia, Sardegna e Corsica crea due province con risparmio di burocrazia: pretore accompagnato da un questore. Anche le città delle province saranno alleate, ma alcune sono obbligate a pagare un tributo come simbolo di sottomissione e Roma diventa più di una città-stato, gestiva un vasto territorio seppur con poca burocrazia. Il punto è capire come venivano raccolte queste tasse: per la Sicilia vennero tassate le città con il vecchio sistema, ovvero pagando un decimo dei loro prodotti quindi i prodotti della natura, il cibo, erano graditi all’approvvigionamento urbano di Roma: la Sicilia divenne il granaio di Roma. Ma come veniva gestita la raccolta del tributo? Abbiamo parlato della differenza tra ceto senatorio e ceto equestre: con la nobilitas nasce un nuovo ceto dirigente che accanto ai patrizi affianca i plebei divenuti magistrati e in queste famiglie, un numero selezionato di membri faceva la carriera politica. Ciò significava rivestire il Cursus honorum e quindi il membro di una famiglia nobile alla fine diventava senatore, diventavano il ceto senatorio. Gli altri, fratelli e cugini di questo ceto, venivano chiamati cavalieri per distinguerli (anche i senatori erano cavalieri però), coloro che sono esclusi dalla carriera politica, dunque, erano del ceto equestre. C’è armonia tra i due ceti fino a che rimangono nella classe dirigente romana ma ad un certo punto questo equilibrio si romperà. Alcuni in questi due ceti non vogliono guerre, mentre altri vogliono far espandere Roma, la guerra scoppia e Roma vince, ma non si è creato un conflitto tra questi ceti, ognuno contribuisce al benessere di Roma. I tributi siciliani verranno riscossi con il sistema degli appalti, ancora oggi diffusissimo: l’appalto pubblico è una gara tra persone che si offrono di fornire un servizio dietro compenso e vince chi propone il servizio a un prezzo più basso e con condizioni, qualità di materiali migliori. Nasce il problema odierno quando si infiltra la mafia, con falsificazione della gara. Chi partecipa alla riscossione di questi tributi? Non i senatori che già governano la città, quindi l’appalto verrà dato ai cavalieri, così come governano poi altre attività commerciali, come vedremo. Vediamo adesso gli sviluppi di questa situazione: altro problema è che Roma sottomette queste popolazioni ma poi resta il centro Italia che è minacciato da diverse popolazioni galliche, sconfitte dai romani a Talamone e a Casteggio nel 225 e 223. Dopo le conquiste dei territori i romani creano un nuovo ager publicus in una misura variabile a seconda delle circostanze (dove non ci sono già città) e vengono fondate le colonie romane e latine. Esse furono poi collegate fra loro da una rete viaria importante per permettere all’esercito di muoversi, con scopo militare e commerciale (come la via salaria nata per il trasporto del sale) e anche per facilitare i contatti tra Roma e le città alleate. La via Flaminia fu voluta dal console Falminio, che poi sbuca a Rimini e Senigallia, area strappata dai romani ai galli. Gaio Flaminio, in qualità di tribuno, decide l’assegnazione di terre ai romani in una forma diversa delle colonie; da questo quadro esce la sollecitudine dello stato romano di dare ai suoi cittadini il benessere necessario. Le classi di censo sono sei: alla sesta classe ci sono i proletari che non hanno niente. Le classi di censo riguardano i piccoli e grandi proprietari, a partire dai più ricchi e poi alla fine ci sono i proletari e Roma vuole promuoverli per assicurare il loro benessere e per assicurare i soldati all’esercito, perché le centurie sono le unità dell’esercito anche. Si tratta di un sistema che funziona perché con il rinnovamento dell’esercito sono possibili le conquiste, poi la distribuzione di questo, ascesa dei ceti sociali e la loro mobilità e così via. Gaio Flaminio fu osteggiato dal senato per poter realizzare il suo progetto, seppur poi riuscì ad imporsi. La seconda guerra punica è stata voluta dai cartaginesi e dai romani. Nasce per volontà di Annibale che vuole prendersi la rivincita dai romani, Scipione è ricordato come uno dei più grandi generali della storia. La potenza di Cartagine era ancora intatta, controllava la metà occidentale della Sicilia ma la perdette insieme alla Sardegna e alla Corsica. Conservava ancora tutta la costa africana e quella iberica, quindi seguirono numerosi trattati. La seconda Guerra Punica scoppia per la violazione di un trattato tra cartaginesi e romani, vale a dire queto trattato aveva portato i romani a riconoscere che questa zona era dei cartaginesi e si erano impegnati a non superare il fiume Ebro, che separa la zona libera da quella controllata dai cartaginesi. I romani volevano modificare la situazione e fecero un patto con la città di Sagunto (non più contenta, invece, della dominazione spagnola), il che diede ai cartaginesi il pretesto di scatenare la guerra. Dalla Spagna Annibale risale verso le Alpi per percorrere il Nord con gli elefanti verso tutta la penisola italica. Perché il trasporto via terra, più lento di quello via mare? Annibale era convinto che Roma costringesse le città a rimanere sotto il suo controllo e pensava di farle schierare contro Roma. Annibale inflisse una sconfitta ai romani sul Ticino, poi sul fiume Trebbia, poi presso il lago Trasimeno, non entrò a Roma ma da parte dei romani si capì che affrontare Annibale era una sconfitta certa, essendo un grande generale. Fu nominato un dittatore, Quinto Fabio Massimo detto il “Temporeggiatore” perché decise di aspettare Annibale e seguire i suoi movimenti. Il dittatore era nominato solo in caso di necessità ma non poteva restare in carica per più di sei mesi; così i nuovi consoli fecero guerra ad Annibale e subirono la disastrosa sconfitta di Cannes dove morirono anche i due consoli. La guerra che dura fino al 202, ma i cartaginesi rimasero in Italia quasi fino alla fine, il resto della guerra però si svolse quasi tutta in Puglia dove Scipione ebbe modo di verificare che se alcune città si allearono a lui, altre, soprattutto le conie come quella di Brindisi rimasero fedeli ai romani. Quando nel 207 il fratello Asdrubale tenta di seguire lo stesso percorso entrando in Italia, viene sconfitto al Metauro e Annibale fu costretto a rientrare in Africa. A Roma emerge un altro grande generale, Scipione detto l’Africano che concluse la guerra sbarcando sul territorio africano e sconfiggendo i cartaginesi a Zama nel 202 e la guerra si conclude. Gaio Flaminio era stato tribuno della plebe negli anni ’20, poi era diventato console e censore e fu console nell’anno in cui ci fu la battaglia sul lago Trasimeno. La guerra scoppia nel 219 e queste battaglie si verificano tra 218 e 217, battaglia di Cannes nel 216; se Gaio Flaminio fu tribuno negli anni’20 poi dopo fu console. La Spagna fu presa dai romani e furono create altre due province, Citeriore e Uteriore e bisogna tener presente il ruolo dei numidi, nemici dei cartaginesi e alleati di Roma. Cartagine resta come una normale città, non più un impero. All’inizio di questa guerra nel 218 viene approvato un plebiscito claudio che vieta ai senatori il possesso di navi che possano contenere più di 300 anfore, navi di finalità commerciali quindi. I senatori hanno il privilegio e poi intrapresa la carriera politica, pensavano al bene dello stato. Si trattava di facoltosi e proprietari terrieri che vivevano di rendita, ma questo provvedimento impediva loro di occuparsi del commercio. Qualsiasi attività finanziaria era riservata ai cavalieri. Questo governo richiama, quindi, alla complementarità tra questi due ceti. Un altro problema era che i senatori si erano opposti alla distribuzione di Gaio Flaminio dell’Ager Gallicus ai cittadini romani? Perché alla rapidità delle conquiste seguì un cambio di mentalità dei romani, questa volta le ricchezze non furono distribuite equamente ma questo ceto si dimostrò molto avido. Queste guerre permettevano di vendere i prigionieri come schiavi e chi aveva la possibilità se li accaparrava e nello stesso tempo si affermò la tendenza dei senatori di accrescere le loro proprietà. Nel mentre i cittadini avevano campi incolti, da dissodare e rimettere in coltura e preferivano venderli e li compravano i senatori, che aumentavano le loro proprietà. Non aumentavano solo le proprietà, perché circa la Lex Licinia Sestia del 367 i consoli proposero tre leggi: una riguardava i debitori (nel 326 alla seconda guerra sannitica fu abolita la servitù ma non il debito), la terza era De Modo Agrorum sul limite di terra pubblica che un privato poteva possedere. Lo stato concedeva l’occupazione di terre pubbliche ai privati; occupatio vuol dire che diversamente dalle terre possedute in proprietà privata, l’Occupatio prevede solo il possesso non la proprietà, il possesso si può revocare da parte dello stato in qualsiasi momento. Aspirava all’ager pubblico la gente benestante avente già terre private e voleva accrescersi con l’occupatio. Lo stato stabilisce che queste terre se le può riprendere nel caso in cui avesse bisogno e stabilisce che non possono superare i 500 iugeri, cioè 125 ettari (proprietà enorme). Si può coltivare e può chiedere allo stato, il proprietario di avere 125 ettari più 125 se ha due figli maschi. Assistiamo alla diffusione del concetto del latifondo, perché pochi proprietari accumulano nelle proprie mani vaste estensioni di terra. Il problema sorge quando si superano i limiti concessi dalla legge, limiti superati tante volte creando un impoverimento dei contadini soldati che, tornati a casa dalla guerra, erano stati costretti a vendere i propri terreni. Nasce un problema sociale a Roma come la possibilità di arruolare gli eserciti poiché per diventare soldati bisognava stare dentro le cinque centurie, se si era fuori non si poteva essere soldati e seminando anche tanta povertà. Dopo secoli in cui questa costituzione era rimasta inalterata, pretendere di non cambiarla significava arrivare al fallimento della Repubblica. Ci fu il tentativo da parte dei fratelli Gracchi di ripristinare questo sistema superato ma si trattava di un tentativo anacronistico. Questo sistema repubblicano si sgretolerà perchè c’era un comportamento scorretto dei dirigenti scorretto e perché questo ordinamento statale era superato. Poi il numero delle province crescerà nel corso del tempo. La battaglia di Zama è del 202 ma già due anni dopo il Senato decide per l’ingresso per una nuova guerra, non decide il Senato ma il Comizio Centuriato. Nel corso degli ultimi anni i romani si erano accorti degli accordi del re della Macedonia, Filippo V, con i cartaginesi per espandersi verso occidente, tenendo conto che verso oriente non c’erano molti spazi. Il regno di Alessandro Magno fu diviso in Egitto, Macedonia e Siria. Mentre l’Egitto rimase fuori dai giochi, gli altri due regni si davano da fare sull’egemonia. Così i romani dichiarano guerra a Filippo V e si concluse con la vittoria di Cefale e il conseguente ritiro da questi territori voluto dal console da Tito Quinzo Flaminino nel 196, il quale, nel corso dei giochi in Grecia, aveva dichiarato di restituire la libertà alla città della Grecia, libere da Filippo V e dichiarando il suo ritiro dai territori. Pochi anni dopo i romani furono costretti a tornare poiché questo sistema di alleanze era stato messo in crisi dal tentativo espansione di Antioco III, re della Siria (che aveva ospitato Annibale). Questo scontro finì con la vittoria dei romani e un trattato di pace ad Apamea. Sullo stesso teatro di guerra si trovarono Scipione l’Africano e Annibale, il quale piuttosto malato morì dopo. Scipione non partecipava come generale alla guerra, ma lo era il fratello Scipione l’Asiatico (accusato di aver usato impropriamente il bottino di questa guerra). Mentre Scipione l’Africano si era accordato segretamente con Antioco III per la liberazione del figlio che era caduto prigioniero nelle mani dei siliaci. Questi fatti posero Scipione l’Africano sotto processo, soprattutto per volontà di Catone il censore, uno dei rari homines novi. Gli Scipioni erano una famiglia molto affascinata dalla cultura greca, propensi ad accogliere questa civiltà, mentre Catone era più conservatore A roma vigeva struttua clienterale, ogni mattina c’era la salutatio all’aristrocratico in corsa per le elezioni. I cittadini venivano influenzati a votare determinati candidati. Principale motivo per cui non veniva concessa cittadinanza ai non romani era perché non sarebbero stati controllabili al momento delle elezioni, quelli votavano sempre per conto loro. C'è un altro problema, la costituzione nata sotto la monarchia non è valida per governare un impero intero. Cornelia sposa sempronio gracco e i suoi figli sono i due gracchi, tiberio e caio gracco. Il loro cognato scipione emiliano, figlio di lucio emilio paolo, aveva distrutto cartagine e numanzia. Scipione emiliano pur essendo nel gruppo dei populares aveva mentalità conservatrice. Tiberio gracco diventa questore e poi tribuno della plebe nel 133. È un populares, secondo lui i cittadini andavano aiutati e l’avidità del senato limitata. Dai tempi delle leggi licinie sestie (3 leggi) del 367. Il senato oltre alle loro terre private occupavano (cioè possedevano temporaneamente, non erano di loro proprietà) anche l’ager publicus superando i limiti previsti una delle 3 leggi licinie sestie. La prima cosa che fa tiberio è chiedere attraverso una legge la restituzione di queste terre occupate oltre i limiti permessi per ridistribuirle. Crea una commissione di cui fa parte lui stesso, il fratello minore caio e il suocero appio claudio pulcro. La commissione ha il compito di individuare queste terre, di stabilire se fossero private o parte dell’ager publicus e poi ridistribuirle. Esistono dei cippi su cui sono iscritti i nomi dei commissari. Questa operazione non piaceva al senato e chiese l’intervento del console, publio muzio scevola, anche lui di tendenze progressiste e amico di sempronio cracco. Scevola si era però allontanato da sempronio cracco per alcuni errori che aveva commesso durante la sua carica. Uno dei 10 tribuni della plebe, ottavio, pose veto alla proposta di tiberio. Originariamente il diritto di veto aveva lo scopo di bloccare i consoli che prendessero decisioni contro la plebe, perché tribuno deve difendere interessi della plebe. Col passare del tempo, nel 287 il plebiscito ottenne valore di legge. Ormai l’assemblea della plebe era di pari livello a tutte le altre assemblee. Comizio radunava tutto il popolo, plebei e patrizi. Concilio radunava solo la plebe. Questa distinzione non c’era più perché patrizi erano pochissimi, quindi concilio radunava tutti. Quindi tribuno ottavio difende gli interessi del senato contro la plebe. Tiberio lo denuncia e lo destituisce, cosa mai avvenuta nella storia della repubblica. Tiberio usa arbitrariamente questo potere. Tiberio poi propone anche di togliere la cessione di pergamo dalle mani dell’erario che era controllato dal senato. Tiberio quindi si rende conto di essere in pericolo e fa il terzo errore. All'epoca non era possibile replicare una carica già avuta l’anno prima, e nonostante questo lui si ripresenta per il tribunato anche l’anno successivo, il senato approfitta di questa sua irregolarità e dice a muzio scevola di intervenire in quanto console. Scevola non ravvisa estremi per intervento armato contro tiberio, e questo incarico se lo prese scipione nasica. Con un seguito di uomini attacca tiberio che viene assassinato. Gli effetti delle sue leggi però non cessano né l’operato della commissione per riprendere l’ager publicus che venne continuato da un suo collega. 26 ottobre In latino la parola stato non esiste, parliamo di res publica, cosa del popolo. Fino alla seconda guerra punica non emergono personalità di spicco, sia perché non abbiamo fonti dirette (storici che descrivono gli eventi), sia perché sta cambiando la mentalità soprattutto all’interno della classe dirigente. La storia di Tiberio Gracco ha dimostrato che questo senato non è coerente con l’espressione senatus populusque. Originariamente noi abbiamo visto che all’interno delle famiglie nobili, alcuni giovani facevano carriera politica e diventavano senatori (ceto senatorio) ed altri rimanevano cavalieri (ceto equestre), senza però un contrasto tra loro. Una frattura di natura politica nasce all'interno di un'altra distinzione, populares e optimates, conservatori e progressisti. Il contrasto si accentua perché la necessità di aiutare questo popolo viene sentita sempre più forte gli elementi più coscenziosi del senato. Il senato adesso è una classe dirigente fortemente divisa al suo interno. Dopo la questura, e prima della pretura e del consolato c’è la seconda tappa che separa i plebei dai patrizi. Mentre per le altre tappe, la magistratura è unica, per la seconda ci sono i plebei che possono diventare tribuni o edili della plebe e sono eletti dal concilio della plebe; i patrizi diventano edili curuli e sono eletti dai comizi tributi. Ad esempio: I Gracchi sono plebei, che fanno i tribuni della plebe. Però sono nobili, perché sono figli di un magistrato. Quindi se nella loro famiglia c’è stato già magistrato, la famiglia rimane plebea ma diventa nobile. Il papà dei fratelli Gracchi aveva guidato l’esercito nel 163 in Spagna dove le popolazioni del nord del paese creavano problemi al governo delle due province romane. GAIO GRACCO Quando Gaio Gracco arriva nel 123, da una parte capisce che la visione del fratello Tiberio era troppo ristretta, dall’altra commette lo stesso errore. Anche lui crede di poter risolvere da solo, con la sua carica di tribuno, i problemi della repubblica. Intanto però si tutela con due misure: la prima è de capite civis, vale a dire in virtù di una lex Valeria de provocatione i cittadini avevano diritto ad un processo prima di essere decapitati (ciò che non avvenne al fratello Tiberio). Quindi fa una legge relativa alla condanna a morte del cittadino, ma ciò non bastò a salvarlo. La seconda misura presa fu quella di togliere la Lex vilia? che impediva la rielezione alla stessa carica dell’anno successivo. Infatti lui potè essere rieletto tribuno anche nel 122, in virtù di questa modifica. Poi però dovette affrontare diversi problemi, come quello del approviggionamento. Le persone non avevano i soldi per comprare il grano, che in tempo di crisi aumentava. A tal proposito fece una legge, la Lex frumentaria, con la quale rese possibile la distribuzione di grano a basso prezzo ai cittadini bisognosi di Roma. Per tale scopo fece anche costruire grandi depositi di grano che tenessero a disposizione il frumento per i momenti di necessità. Poi, sempre per i cittadini romani, avviò un grosso processo di colonizzazione. Le colonie da decenni non si creavano più, così Gaio per favorire il miglioramento delle condizioni dei cittadini poveri, ne creò delle nuove. Qui fu ostacolato da Livio Bruto, un suo collega. Ancora una volta il senato si serve di un tribuno della plebe per metterlo contro ad un altro. Ancora una volta abbiamo un contrasto tra due diverse politiche, conservatori e progressisti. Dare la cittadinanza agli italici era un problema, che Gaio decide di affrontare. A questo punto scoppia il putiferio perché la plebe urbana che è una plebe di cittadini romani si ribella nel momento in cui Gaio dà la cittadinanza agli stranieri. Non vogliono l’arrivo di tutti questi stranieri. Gaio finì per mettere contro la plebe urbana contro gli alleati poiché questa misura da lui proposta non passò. Quindi Gaio si fece rieleggere ma quando il senato riuscì a prevalere. Il Senato non aveva mai avuto bisogno di imporre le sue decisioni, l’auctoritas bastava a pronunciare una parola, parola che diventa legge. La parola del senato è il senatus consultum, ne abbiamo già parlato. il comizio si esprimeva con la legge, che era proposta dal magistrato; il concilio della plebe si esprimeva con il concilium plebis, nel 287 viene ratificata la legge. Cioè, il plebiscitum che è la deliberazione di una parte del popolo, ha lo stesso valore della legge approvata dal comizio; l’altra assemblea ristretta, emana il parere tramite il senatus consultum. Per eliminare Gaio Gracco, il senato si inventa la formula del senatus consultum ultimum, decisione di estrema urgenza con il quale dà al console l’ordine di uccidere Gracco. Oltre questo, dichiarò Gracco nemico pubblico. Eliminato Gracco, eliminarono anche il problema delle terre, che vennero trasformate tutte in proprietà private e non vennero distribuite al popolo. Questa fu una “grande vittoria” del Senato, inizialmente, che possiamo chiamare una vittoria di Pirro perché si trasformò nel corso del tempo in un’atroce sconfitta. Abbiamo detto che la repubblica entra in crisi, l’impero no. La repubblica verrà cambiata, verrà cambiato anche l’ordine costituzionale. E come fa uno stato che affronta una guerra sociale e tre\quattro guerre civili a non venire intaccato nella sua compattezza? E’ possibile perché le istituzioni si “autorigenerano”: nel momento in cui una classe dirigente viene eliminata, si crea un nuovo ordine. Nel passaggio dalla monarchia alla repubblica, il vero ago della bilancia della politica romana è rappresentato dal senato. La classe dirigente si rinnova sempre al suo interno, mantenendo fuori gli alleati, senza introdurre nuove famiglie e senza creare famiglie di homines novi (colui che da plebeo diventa nobile, ricoprendo una magistratura). Gli homines novi ci sono stati comunque, si pensi a Cicerone, o a Mario che presto tratteremo. Immettere un numero eccessivo di nuovi cittadini significava stravolgere l’equilibrio che vi era nelle assemblee che votavano. Il cittadino povero, però, può accettare la povertà fino ad un certo punto. Poi si ribellerà. Ed è quello che accade negli anni successivi. In Africa, dove era stata creata una provincia in seguito alla terza guerra punica, il Re della Numidia lascia un figlio erede, Micipsa, il quale a sua volta muore e lascia tre figli (due, Aderbale e Iempsale + un nipote adottivo Giugurta). Dal momento che Micipsa non aveva previsto una divisione del territorio, cominciarono le dispute tra gli eredi. In particolare Giugurta aggredì i due fratelli e ne uccise uno. Roma interviene in un modo poco consueto, mettendo d’accordo il fratello superstite Aderbale con il nipote, dividendo il regno in due parti e dando la più importante al nipote adottivo. Giugurta non si accontentò neanche di questa divisione e nel 113 a.C. ataccò nuovamente Aderbale, che consegnò l’intera città a Giugurta col patto che rispammiasse la popolazione. Giugurta promise ma, una volta entrato in città, uccise ogni abitante armato, fece crocifiggere Aderbale e fece eliminare i cittadini romani e gli italici che si trovavano lì per commerciare. Roma in questo caso è costretta a intervenire e nel 111 a.C. dichiara guerra, inviando in africa un esercito comandato da Lucio Calpurnio Bestia, il quale trascina la guerra con molta pigrizia, fino a quando non interviene Mario, che diventa console e assume il comando della guerra, sconfiggendo Giugurta, facendolo prigioniero, lo trascina in catene a Roma e poi lo fa uccidere in prigione. Mario comincia qui la sua carriera brillantissima, diventando console ripetutamente un anno dopo l’altro. Riesce anche a sventare un’altra minaccia dal nord Europa, i ???, che blocca in due battaglie. Con quale esercito Mario compie le sue imprese? Mario arruola i proletari, decisione che provoca un’enorme differenza nell’esercito romano e nello stesso governo. A differenza del passato, in cui il cittadino si batteva sia per la guerra in sé che per difendere i suoi beni, adesso il proletario non ha nulla da difendere. La differenza sta nel fatto che mentre questi soldati, che erano all’interno del sistema delle assemblee romane, si sentivano arruolati dal governo e combattevano per questa causa, adesso il proletario non si sente neanche comandato dallo stato e obbedisce al suo generale, a colui che lo arruola, in questo caso Mario. Quindi si viene a creare una situazione pericolosa, sarà la causa delle guerre civili. Queste ultime sono precedute dalla guerra sociale. Quando nel 91 fu ucciso Livio Druso, il figlio di Druso (con orientamenti politici diversi da quelli del padre, che agisce a favore del senato) agì a favore delle rivendicazioni degli alleati italici. Il figlio di Druso viene ucciso e gli italici capirono che per ottenere la cittadinanza romana, l’unico metodo era combattere. Ed è qui che scoppia la guerra sociale. Gli alleati italici formano uno stato con capitale a Corfinio, creando anche una loro moneta con incisa la dicitura “Itala”. Gli italici quindi scendono in guerra, una guerra sanguinosa: gli italici conoscevano le stesse tecniche di guerra dei romani. I senatori, dopo aver fatto scoppiare la guerra, quindi “dopo aver provocato ormai il danno”, introducono nel 90 a.C. la lex iulia, dando la cittadinanza a coloro che non erano scesi in campo di guerra. Subito dopo, con la lex Plauta Papiria, danno la cittadinanza a tutti coloro che lasciano le armi entro 60gg. Quindi alla fine, danno la cittadinanza anche se all’inizio non volevano, facendo anche scoppiare una guerra che potevano evitare. Prima guerra civile: tra Mario e Silla Mario è costretto a liberarsi di due populares turbolenti, nonhocapitoinomi, che avevano creato problemi di ordine pubblico, emanando un senatus consultum ultimum. La tensione sale. Nel 88, mentre a Nola il console Silla che aveva ottenuto il comando della guerra contro Mitridate, re del Ponto, che stava creando comando, si reca nel ponto, sconfigge mitridate ma poi ritorna in italia, sbarca a brindisi e si scontra con l’esercito dello stato dove muoiono i due consoli, di cui uno era il figlio di mario, che ormai era morto di morte naturale. Qui siamo di fronte a una guerra intestina tra silla ed esercito della repubblica. Parvenza di stato che continua ad esistere nell’aspetto formale, ma questi episodi che si verificano per colpa di singoli generali dimostrano che c’è grande caos interno. In questo periodo avviene rivolta degli schiavi, soprattutto quella di spartaco. C'erano milioni di schiavi all’epoca. Italia è penisola con oltre 400 città che all’epoca era fatto straordinario. Questi schiavi erano emarginati, spartaco era gladiatore quindi rivolta parte da scuola di gladiatori, si coalizzano tra di loro e roma è costretta a mandare un esercito contro di loro comandato da crasso, amico di pompeo. Entrambi giovanissimi accolgono silla quando sbarca a brindisi. C'erano già state altre rivolte di schiavi sfociate poi in guerre servili. Crasso interviene quindi contro spartaco, che aveva esercito pericolosissimo, che crasso sconfigge con molta difficoltà. Nel frattempo viene pompeo dalla spagna dove era stato mandato per reprimere un tentativo disertorio per sovvertire il governo. Tornando in italia incrocia un gruppo di schiavi sopravvissuti che risalivano verso nord e li massacra prendendosi tutto il merito della guerra che invece era stato di crasso. Pur essendo amici non perdono occasioni di darsi dei colpi bassi. 3 guerre civili. Dopo l’ultima guerra civile si stipula una pace che permette una ristrutturazione totale del governo romano. Dopo la prima guerra civile emergono crasso e pompeo, crasso è amico dei cavalieri e per questo ha grande disponibilità economica che i senatori non hanno perché non possono occuparsi degli affari e vivono di rendita con le loro proprietà terriere. I soldi servivano per le elezioni, per farsi votare dalla gente, quindi crasso era molto importante nella vita politica. Pompeo invece era senatore vecchio stampo. Insieme smantellano la costituzione di silla perché da conservatori diventano democratici. Da giovani ammiravano silla ma poi cambiano idea. Dopo il loro primo consolato del 70 pompeo ha diverse opportunità di imporsi come uomo più importante dello stato. Lo stato ancora non cambia, pompeo si muove all’interno delle vecchie regole costituzionali, nel 67 con lex gabinia gli viene dato il comando della guerra contro i pirati. Questa fu condotta in tempi rapidissimi perché pompeo era abile generale a differenza di crasso. Serve lex gabinia per dargli comando perché è imperium straordinario, i consoli avevano imperium domi, ovvero in patria, e non imperium militiae sulle province. Quindi pompeo non poteva andare oltre i 50km. Altra lex gli ridà comando della guerra contro mitridate che aveva ricominciato a creare problemi. Pompeo sconfigge mitridate e continua la sua impresa sottomettendo diversi territori lungo la costa del mediterraneo giungendo fino a gerusalemme. Pompeo ordina questi territori secondo i suoi criteri, suddividendoli in province. Il senato si spaventa di queste imprese e quindi si rifiuta di riconoscere la suddivisione di pompeo e di premiare i veterani di pompeo. Questi soldati si congedavano e diventavano veterani venendo premiati. Ormai i soldati obbedivano al generale, non più allo stato. Si crea quindi conflitto tra pompeo e senato. Catilina è altro personaggio storico e importante ma totalmente fuori dai tempi, era aristocratico decaduto che aveva cercato di riscattarsi più volte ma senza successo, venne bocciato proprio da cicerone che sventa la sua congiura. Catilina mette insieme a fiesole un esercito di disperati a differenza di quello di spartaco. Cicerone scopre la congiura e fa condannare a morte i suoi amici che si trovavano a roma, mentre catilina era già fuggito e poi sconfitto dall’esercito regolare romano. Cicerone condanna a morte cittadini romani senza regolare processo, e il tribunio clodio lo condanna e lo manda in esilio. Cicerone torna dall’esilio con l’aiuto di pompeo. A pompeo e crasso si aggiunge cesare, un patrizio appartenente alla gens julia, alla celebre famiglia che risalirebbe alla dea venere ed enea. Quando cesare si allea con pompeo e crasso è ancora giovane che sta cominciando la carriera politica. Nei libri parlano di triumvirato ma è termine sbagliato. Sono magistrature straordinarie che danno potere a determinate persone sospendendo temporaneamente le altre magistrature. In questo caso abbiamo 3 uomini che si mettono d’accordo: crasso si avvale della sua amicizia coi cavalieri e vuole favorire loro gli appalti in asia, pompeo aveva la questione aperta col senato per le province non sistemate e i veterani non premiati e vuole il proconsolato in gallia per 5 anni. Tutti e tre si mettono d’accordo e fanno eleggere cesare console per il 59. Cesare accontenta i desideri dei due compagni. Cesare parte per la gallia e mostra le sue doti straordinarie di stratega. Si fa il suo esercito combattendo accanto a loro contro tribù galliche pericolosissime, tanto che nel 56 i 3 si riuniscono a lucca prima della scadenza dei 5 anni che era quella che si erano prefissati. Rinnovano così il patto per altri 5 anni. Cesare ormai si era conquistato la fedeltà dell’esercito e della plebe, ma lui gonfiava un po’ le notizie delle guerre contro i galli che non andavano bene, per questo aveva bisogno di altri 5 anni. Crasso e pompeo pure ne approfittavano di altri 5 anni per prolungare il proconsolato, mentre crasso si fa dare il comando per conquistare il regno dei parti, vecchio regno persiano, però nel 53 crasso muore in battaglia a carre. Rimangono gli altri due che rafforzano il loro rapporto, anche perché pompeo sposa figlia di cesare. Dopo la morte della figlia però i rapporti si incrinano. Tribuno clodio si chiama così perché era un claudio, quindi patrizio, che si era fatto adottare da un plebeo perché voleva fare il tribuno della plebe. Aveva velleità rivoluzionare ma in realtà aveva una vena delinquenziale. Erano sorte due bande rivali, una guidata da lui e una da milone, clodio era rivoluzionario e progressista, l’altro conservatore. In uno scontro tra queste bande clodio muore. Di fatto queste bande si camuffavano dietro associazioni antiche e rispettatissime, associazioni professionali, che nel medioevo diventarono corporazioni delle arti ecc. Queste bande avevano inquinato la reputazione di queste associazioni. Clodio pare sia il fratello di clodia, amata di catullo. Lex frumentaria di gaio cracco che calmierava prezzo del frumento. Clodio con lungimiranza da ad una parte grossa di cittadini, tipo 320mila, razioni di frumento direttamente gratis, cosa che sarà alla base del futuro panem et circenses. 2 novembre L’impero si è esteso al punto da occupare quasi tutti i territori del Mediterraneo occidentale, a parte le aree dei germani e delle steppe, che sono inospitali. Crasso non sapeva che in realtà l’Impero romano non sarebbe mai diventato talmente forte da espandersi ovunque e il primo a pagarne le spese fu Crasso, che nel 53 trovò la morte durante un’incursione mentre si stava ritirando dallo scontro. Poi muore anche la moglie di Pompeo, figlia di Cesare che rappresentava un forte legame tra i due. Nello stesso tempo Pompeo si riavvicina ai conservatori, mentre per l’alleanza con Crasso e Cesare era diventato democratico. Pompeo ricambia a conservatore ma il problema nasce alla fine del mandato di Cesare, quando Cesare deve tornare a Roma. Il celebre episodio del rubicone: dopo estenuanti trattative tra Cesare che era alla guida dell’esercito valorosissimo; mentre anche Pompeo aveva un grande esercito e le conseguenze della riforma di Mario che aveva arruolato i proprietari si vedevano in maniera evidenti, c’erano più eserciti al servizio degli uomini più potenti e non c’era più una guida sicura dello stato. Pompeo aveva i suoi soldati ed aveva la possibilità di arruolare anche lui un esercito facilmente. Il braccio di ferro tra Cesare e Pompeo è che Pompeo si trova in una posizione di privilegio a Roma, perché aveva stretto contatti con il Senato ed impone a Cesare le regole dello Stato, per lui inaccettabile, che prevedono che un candidato alle elezioni, come Cesare voleva, per avere la magistratura doveva presentarsi a Roma e candidarsi ma senza l’esercito. Silla che era entrato a Roma con gli eserciti, aveva spostato il pomerio sul fiume Rubicone. Il pomerio è il recinto sacro che circonda la città di Roma, quel limite invalicabile per un uomo alla guida di un esercito e quindi Silla aveva trasgredito. Il Rubicone è diventato famoso grazie a Cesare che, arrivato lì, doveva decidere se rispettare le regole e rischiando la vita (entrando a Roma disarmato per candidarsi alle elezioni) oppure trasgredire, come fece, pronunciando la famosa frase “il dado è tratto”, la mia sorte ormai è scritta, non potendo tornare indietro. Pompeo fugge con i senatori e i suoi seguaci, Cesare lo raggiunge sull’altra sponda dell’Adriatico e nel ’48 c’è la battaglia decisiva di Farsalo, in cui cesare sconfigge di misura Pompeo, perché gli eserciti si equivalevano come forze. Pompeo fugge in Egitto ma il re dell’Egitto Tolomeo lo uccide, ingenuamente, perché pensa di ingraziarsi Cesare ma Cesare lo punisce perché la decisione su Pompeo non spettava agli stranieri. Lo destituì dalla sua carica e il regno di Egitto andò alla sorella Cleopatra, con cui Cesare avrà una relazione ed avrà un figlio, Cesarione. I pompeiani si erano frammentati dopo la battaglia di Farsalo tra Spagna, dove Cesare li sconfisse a Munda, altra parte in Africa a Tapso guidati da Catone Luticense (quello che Dante mette come custode del Purgatorio, nonostante Catone sia stato un pagano, perché rappresenta il simbolo della libertà quando una volta sconfitto si suicida, nel morire per la libertà). Combatte anche contro il re Giuba, alleato dei romani ma che poi andò contro, e qui ci fu la celebre frase di Cesare “Veni, vidi, vici” per tutte queste battaglie rapidissime, il tempo di arrivare, vedere quello che c’era e vinsi tutte le battaglie. Cesare torna a Roma come padrone dello Stato e diventa dittatore. Una dittatura che viene rinnovata dal ’48 in poi e che diviene una dittatura perpetua, viene associata anche al consolato per alcuni anni (dittatore e console insieme), cosa inaudita. Cesare cerca di cambiare la Costituzione in senso opposto a quello di Silla, in quanto Cesare era democratico e non conservatore. La Lex Iulia e la Lex Papiria con cui veniva data la cittadinanza agli italici, abitanti della Gallia transpadana cisalpina, poi una terza legge Pompeia aveva dato la latinitas alla Gallia transpadana. Adesso Cesare anche a questi dà la cittadinanza e si crea “l’Italia” dallo stretto di Messina alle Alpi, escluse le province di Sardegna e Sicilia. Queste riforme di Cesare non servono a niente perché era diventato senatore a vita e perché aveva preparato la battaglia contro i Parti. Cesare aveva più possibilità di Crasso di vincere i Parti e questo i nemici lo sapevano bene. Temendo che Cesare si sarebbe ulteriormente rafforzato, lo uccisero pugnalandolo il 15 marzo del ’44, le famose idi di marzo. Cesare aveva anche collaboratori come Marcantonio, uomo ambiziosissimo che si era procurato la provincia della Macedonia perché, in vista della spedizione di Cesare, governare la provincia in posizione strategica verso l’oriente sarebbe stato a lui favorevole. Ma nella stessa area, nella città di Apollonia, c’era Ottaviano. Aperto il testamento di Cesare si scoprì che aveva adottato il pronipote figlio di Ottavio, Gaio Ottavio, e adottato cambiò il nome in Gaio Lucio Cesare Ottaviano. Ottaviano era nato nel ’63 da un homo novus, il padre che prima di morire diventò pretore, mentre adottato da Cesare, Ottaviano si ritrovò patrizio. Nonostante avesse 19 anni, mostrò subito di avere un grande fiuto politico, si recò a Roma e sulla strada, in Campania, due legioni che Cesare aveva collocato lì per poi prendersele quando sarebbe andato in Oriente, saputo che Ottaviano era sua erede, si misero al suo servizio. Quando arriva a Roma, lo avvicina Cicerone, uomo di stato e console che aveva sventato la congiura di Catilina, considerato come conservatore che aveva salvato la patria. Ma nessuno dei due fece caso a questa contrapposizione politica perché Cicerone, che non aveva preso parte alla congiura contro Cesare, così Cicerone in quanto abile diplomatico cercò di giocarsi le sue carte. Cicerone avvicinò Ottaviano e gli chiese di partecipare alla spedizione contro Ottaviano perché Antonio, dopo la morte di Cesare, non volle più quella provincia che aveva preso in funzione della guerra in Oriente, ma andò ad impadronirsi di quella riservata a Decimo Bruto, che era la Cisalpina. Bruto così si rivolse al Senato, che allestì un esercito e lo mandò contro Antonio. Ad Ottaviano fu chiesto di allearsi e mandare anche le sue legioni e Ottaviano accettò, pur alleandosi con i suoi avversari politici contro gli amici di Cesare. In questo scontro, la guerra di Modena seppur con una sola battaglia, l’esercito regolare prevale su Antonio ma i due consoli morirono e siamo nel ‘43. Si ripete la stessa scena verificata al ritorno di Silla dall’Oriente nell’83: mentre risaliva verso Roma, quando incontra i due consoli, alla morte dei due consoli venne nominato l’inter rex per convocare i comizi e scegliere i due nuovi consoli, ma l’inter rex salta un passaggio e Silla diventa dittatore. Morti i due consoli si doveva nominare un Inter rex ma ciò non avviene, perché Ottaviano a 19 anni pretende di diventare uno dei due consoli e Cicerone si oppone. Allora Ottaviano si avvicina ad Antonio e a Lepido, altro seguace di Cesare, e fanno un Triumvirato, l’assunzione del potere da parte di tre uomini che fanno sospendere tutte le altre magistrature, una sorta di dittatura ma divisa su tre persone per 5 anni. Alla fine Ottaviano rimane l’unico vincitore e potrà cambiare la costituzione dello stato (dovrebbe essere a pagina 25 del libro). Anche in questo caso, come a suo tempo Crasso era uscito di scena per la sua morte in avevano il potere dell’auctoritas (vedere inizio appunti), cioè la capacità di convincere coloro che hanno il potere a fare quello che loro consigliano. Questo potere non ha una durata, bisogna essere meritevoli di conquistarla ed essere bravi da tenersela per sempre quindi non è un potere che si dona e non si eredita, è un potere individuale, dipende dal prestigio del singolo. Quindi augusto ha più prestigio rispetto agli altri ma rimane cmq un loro pari, il senato gli concede anche tribunicia potestas cioè il governo di roma, l’imperium pro-consulare (ovvero governo delle province), tutti questi poteri hanno una durata di 1 anno ma per augusto durano per sempre. Imperium pro consulare è maius et infinitum perché si estende su uno spazio molto vasto dopo le conquiste di pompeo che si estendevano su tutto il mediterraneo, infinitum cioè non aveva un limite circoscritto, era su tutto il mediterraneo. Dal 33 al 31, anno della battaglia di azio, ottaviano, antonio e lepido non hanno nessun potere riconosciuto dallo stato, sono 3 banditi con eserciti, ottaviano e antonio hanno due eserciti con a capo 25 legioni, questi ormai seguono i loro comandanti e non più lo stato. Ottaviano, a differenza di antonio, si stabilisce a roma. Province del popolo e province imperiali. Province del popolo perché è uguale a dire del senato, le province sono governate da senatori eletti dal popolo quando erano magistrati. I senatori che governano le province sono quelli che vengono designati che poi vengono sostituiti alla fine del loro mandato. I senatori devono per forza essere ex consoli o ex pretori quando vanno a governare le province, per forza perché in senato rientrano anche ex edili. Ritornando ad augusto, il senato dà parte delle province ad augusto perché lui ormai aveva il controllo di tutto l’esercito e lui affida le province non pacificate ai suoi comandanti, quindi queste diventano province di cesare o imperiali. Imperator non è più solo quello che ha potere militare, ma ora è anche quello che h conseguito importanti vittorie. Imperator diventa prenomen e caesar diventa nomen. Questo accade nel 27 e da qui parte nuovo modo di amministrare l’impero. Alla morte di nerone si decide il nuovo erede in un nuovo modo, ovvero tra i governatori delle province che fanno a gara tra di loro. L'impero quindi adesso sta fuori da roma, dove ci sono i comandanti delle province con i loro eserciti. Roma rimane cmq centro dell’impero ma da sempre più potere alla periferia, facendo in modo che prevalga attraverso il merito. Augusto fece un grande errore, cioè sposarsi con un’aristocratica romana, membro di quella stessa aristocrazia che ha provocato la crisi della repubblica e ne è rimasta vittima. Non avendo figli maschi, il seguito della sua dinastia comprende i figli della moglie che lui adotta e quindi la linea della discendenza parte dal figlio della moglie, che neanche voleva fare l’imperatore. Infatti questi eredi fecero danni enormi in seguito. Nerone infatti è una conseguenza della politica dinastica di augusto. Concetto di burocrazia non esisteva a roma, roma amministrava con l’integrazione. L'esercito che mario aveva proletarizzato, adesso con augusto viene professionalizzato, essere soldati diventa una professione da svolgere per 25 anni per poi ricevere una buon’uscita dall’erario. Il numero di legioni oscilla nel tempo, cmq sta sempre sulla trentina. L'esercito è fatto di legionari che sono cittadini romani che adesso hanno un salario di 225 denari all’anno che era poco e non avevano diritto di sposarsi mentre svolgono il servizio militare. Nel 1 secolo d.c. I legionari romani in quanto cittadini romani devono provenire dall’italia, ma nel 2 secolo uno studio ha dimostrato che la percentuale degli italici nelle legioni cala e aumenta quello delle province. Questo dimostra che la cittadinanza romana si sta estendendo anche alle province. L'esercito di legionari era affiancato per metà dagli ausiliari, tutti i soldati non cittadini romani che provengono dalle province. Ai provinciali viene dato un diploma che attesta la cittadinanza romana. Il principato augusteo è l’insieme della vecchia repubblica con le province senatorie e le province del principe, che augusto affida a dei senatori, ex pretori/ex consoli, che non governano le province come gli altri senatori, ma le governano dipendendo da augusto. Nasce nuovo tipo di amministratore dello stato sotto le dirette dipendenze del principe. La distinzione tra province senatorie e del principe rimarrà fino alla fine del principato e nasce nuova figura, quella del burocrate, chiamato funzionario. I funzionari sono amministratori chiamati da augusto e retribuiti, rimangono in carica per quanto decide augusto. Partendo da qui augusto introduce tutta una serie di funzionari, cioè i prefetti, tutti funzionari che affiancano i magistrati. Ad es c’è prefetto dei vigili guida una squadra di vigili composta da 7 coorti, ogni coorte si occupa di due regioni d’italia che erano in tutto 14. Funzionario imperiale e magistrato cooperano tra loro. Prefetto dell’annona affianca gli edili nel rifornimento, gli edili in tutto sono 6. Questo sistema funzionava bene ed era duratura. Questi due prefetti provenivano dalla classe dei cavalieri, perché augusto li ritiene importanti e vuole affidare loro un ruolo all’interno dell’impero. I cavalieri prima erano fondamentalmente dei senatori raccomandati. Poi c’è prefetto dell’urbe che ha la responsabilità della gestione della città nel raggio di 100km, ha anche lui delle coorti di polizia che servono a mantenere l’ordine pubblico e affianca i pretori. Il prefetto urbano celebra processi col nuovo criterio introdotto da augusto, quindi anche nell’amministrazione della giustizia augusto si pone al vertice. Dopo i 100km subentra il prefetto del pretorio che è comandante cavaliere delle guardie del corpo dell’imperatore. Queste guardie del corpo vengono retribuite molto di più rispetto ai legionari e il prefetto del pretorio amministra la giustizia nel resto d’italia. Tutti questi prefetti sono funzionari che dipendono da augusto ed entrano in questo nuovo sistema burocratico che si affianca alle magistrature. Nasce anche nuova tassa statale, la cassa del principe, che è quella dell’imperatore, accanto all’erario controllato dal senato. Di fronte a questo immenso potere di augusto il console non vale più niente però rimane sempre l’apice della carriera politica, per cui per entrare in senato bisogna cmq passare per il consolato. Il console in quanto tale non conta niente ma il suo titolo gli conferisce cmq il potere di diventare prefetto dell’urbe, di diventare imperatore nel momento in cui non ci dovesse essere un erede. A partire dall’età augustea il numero dei consoli aumenta, da due arriva anche a 6. quindi dai due consoli eponimi (cioè che danno il nome all’anno in cui sono consoli) si arrivavano a consoli. C'era prefetto dell’egitto, prefetto equestre a cui augusto affidava il governo dell’egitto che era prezioso. Due sistemi paralleli quindi andavano avanti, sistema tradizionale repubblicano e quello del principato. Africa proconsolare e asia sono le due province senatorie più importanti e venivano affidati ad ex consoli. La riscossione delle tasse viene affidata alle singole città da augusto, compito molto delicato, e così nasce una nuova gerarchia dopo senatori e cavalieri, cioè tutti i capi delle città dell’imperio, chiamati decurioni o curiali. I senatori adesso devono avere 1milione di sesterzi adesso i cavalieri bastava che avessero 400mila sesterzi e i decurioni 100mila. Humiliores vs honestiores, humiliores sono tutti quelli che hanno meno di 100mila assi, honestiores sono i più ricchi che avevano più privilegi. 9 novembre Augusto ha conquistato tutto il Mediterraneo, quindi ha uniformato il sistema monetario dei pesi e delle misure, facilitando gli scambi tra le province dell’Impero. La crescita economica di questi secoli viene sostenuta dalla velocità e dal volume degli scambi. Il sistema monetario si basa sulla moneta d’argento, il denario. Ma quello augusteo è sostanzialmente trimetallico, il bronzo viene usato per gli scambi a livello locale, l’oro per quelli al di là dell’Impero perché il suo valore è riconosciuto dappertutto ma la più importante è quella d’argento, valida dappertutto. I prezzi non sono dappertutto uniformi. L’esercito svolge un ruolo importante perché viene pagato in monete d’argento con uno stipendio che piò essere usato in tutti i luoghi dell’Impero, creando uniformità. Si crea una differenza fra le province che ospitano l’esercito e le altre, perché pagano i tributi. Prima i senatori avevano il potere politico e i cavalieri disponevano di una grande ricchezza e si dedicavano alle attività finanziare. Ora ci sono altre differenze, pur non avendo lo stesso peso dei senatori, i cavalieri hanno incarichi di governo che nella repubblica non avevano ma continuano a distinguersi per il patrimonio maggiore. I decurioni sono i senatori delle singole città. I cavalieri, i senatori e i decurioni sono i ceti che si trovano in cima alla piramide e sono gli honestiores, tutti gli altri si trovano alla base e sono gli humiliores. È una gerarchia sociale rispetto a quella della repubblica, con minori possibilità di mobilità sociale anche se rimangono. La successione è la conferma che questo nuovo sistema sta funzionando. NON DA IMPARARE A MEMORIA: Ottaviano ha una figlia, Giulia, avuta da Scribonia, da cui divorziò. Grazie a Giulia costruisce il suo sistema familiare. La dà in sposa al nipote Marcello, figlio di Ottavia, data in sposa a Marco Antonio. Prima di innamorarsi di Cleopatra e ripudiare Ottavia, Marco Antonio ebbe con la moglie due figlie, Antonia Maggiore e Antonia Minore. Marcello muore nel 23 e Augusto fa risposare Giulia con Agrippa, il suo generale. Lui è l’unico che dà figli a Giulia: Gaio e Lucio. I quali, alla morte di Agrippa, vengono adottati da Augusto come possibili successori ma entrambi muoiono. Il terzo marito di Giulia è il figlio di Livia, moglie di Augusto. Livia aveva l’aveva avuto dal primo matrimonio, in cui ebbe due figli: Tiberio e Druso, morto prematuramente. Augusto sposa Livia perché vuole una moglie all’altezza del suo rango. Lei era una discendente della famiglia Livia e aveva sposato un Claudio. In questa epoca ci sono quattro dinastie con quattro imperatori. I figli maschi prendevano il nome del padre, le figlie femmine della famiglia. La prima dinastia è quella Giulio Claudia, perché Augusto appartiene alla famiglia Giulia e gli altri sono Claudi perché successori di Tiberio, figlio di Tiberio Claudio. Augusto non è un aristocratico, a differenza di Tiberio, è figlio di un homo novus, un’aristocrazia nata da poco. Poi viene adottato da Cesare, quindi entra tra i patrizi, una delle più nobili aristocrazie romane. Tiberio vorrebbe rinunciare ad essere imperatore per entrare in senato. Ma i senatori gli chiedono di fare il principe, perché il senato da solo non è più in grado di reggere il sistema imperiale. Mentre Augusto è un grande statista, tutti i suoi discendenti sono di un livello molto più basso. Questi aristocratici appartengono alle famiglie che non sono riuscite a salvare la repubblica, avvenuta con la fine del Senato. La durabilità e la forza dell’Impero sono date dal processo di integrazione che si estende dal centro alla periferia, che coinvolge tutte le parti dell’Impero. Concentrarsi su Roma, come fecero i successori di Augusto, fu uno sbaglio. Tiberio era svogliato, non ha voglia di governare. Si costruisce una villa a Capri e governa da lì. Dopo pochi anni, dopo aver causato la morte di Germanico, il suo successore per volontà di Augusto, che era figlio del fratello Druso, il quale aveva ottenuto enormi successi sul piano militare in Germania, che era un teatro abbastanza insidioso, perché nella foresta di Pietroburgo erano state annientate tre legioni romane. Tiberio ritirò Germanico dalla Germania perchè temeva che accrescesse troppo il suo successo. Gli fece celebrare il suo trionfo a Roma e poi lo mandò in Oriente, dove c’erano problemi di dinastie, di successioni, per liberarsi di lui. Lo mandò insieme ad un amico di famiglia Gneo Calpurnio Pisone, la cui moglie Plancina era amica della madre di Tiberio. Probabilmente Germanico fu avvelenato. Prima di Germanico viene eliminato Agrippa Postumo, il terzo fratello di Gaio e Lucio perché era considerato inidoneo a governare ma evidentemente Tiberio lo considerava una minaccia. A Capri portò con sé Gaio, che poi divento Caligola, ed era figlio di Germanico (prende il nome dai calzari militari, le caligole). Sua madre Agrippina e i suoi fratelli, Nerone fu anche ucciso, furono perseguitati da Seiano, il prefetto del pretorio, che si sostituì a Tiberio nel governo dell’Impero. Il prefetto del pretorio è capo della guardia pretoriana, un nuovo corpo dell’esercito introdotto da Augusto, il capo della guardia del corpo dell’imperatore, un corpo militare superiore all’esercito, i cui soldati venivano retribuiti con uno stipendio tre volte superiore. Dopo la morte di Augusto i pretoriani dovevano stare fuori dalle mura di Roma, Tiberio li fece entrare e Seiano divenne l’uomo più potente della città e dell’Impero dopo Tiberio. Con Augusto l’esercito viene affidato ai governatori delle province imperiali, non pacificate. Antonia Maggiore (figlia di Marco Antonio e Ottavia) che a corte aveva una grande influenza, accusò Seiano a Tiberio, il quale lo condannò a morte. Alla morte di Tiberio gli succede Caligola con l’attribuzione dell’imperium proconsolare e la tribunicia potestas. Tiberio adotta Caligola perché suo figlio Druso era morto prematuramente. Caligola governa quattro anni, lui da subito segnali di insanità mentale, nomina suo cavallo senatore. Quando diventa chiaro che non può governare l’Impero viene eliminato dai pretoriani. Si nomina Claudio, fratello di Germanico. Fece entrare nel Senato le aristocrazie galliche, grazie anche alla politica di integrazione di Augusto. Roma è nata così, accogliendo gli altri popoli. Conquista la Britannia personalmente, guidando l’impresa. Fece costruire il porto di Ostia, visto che Roma era senza porto. Però non funzionò perché le navi si insabbiavano. Fu Traiano a sistemarlo. Fece una riforma dell’alfabeto, introdusse tre lettere, ma non funzionò. Sposò sua nipote Agrippina, figlia di Agrippa. Per fare ciò introdusse un Senato consulto che togliesse il divieto di matrimonio tra nipote e zio, che fu ripristinato subito dopo. Claudio aveva due figli Britannico e Ottavia, mentre dalla nipote ebbe Nerone. Nerone è che intaprese, portate avanti dal successore, sia perché non avendo figli inaugurò la terza dinastia imperiale definita adottiva. Adotta traiano sulla base di un principio che stabiliva che l’imperatore doveva essere l’uomo migliore dell’impero, ovvero optimus princeps. Dopo la dinastia di augusto e quella flavia, si stabilisce questo principio dell’optimus princeps anche per ovviare alla mancanza di eredi. Traiano è associato alla massima espansione dell’impero, dopo di lui altri due imperatori usufruirono di questa situazione di grande benessere dell’impero in cui raggunge apice della parabola, dopodichè comincia il declino alla fine di questa nuova dinastia. Da una parte traiano continua ad espandere impero, dall’altra il penultimo imperatore marco aurelio dimostra che l’impero è incapace di difendersi, subisce attacchi dall’esterno, diventa vulnerabile. Traiano annette la tracia, attuale romania, ultima provincia romana oltre il danubio, che con il reno erano i confini naturali dell’impero. Quindi traiano valica i confini dell’impero. Questi confini vennero stabiliti dai flavii, l’opera viene cominciata da vespasiano e continuata con domiziano. Con loro si afferma concetto di limes, che in origine significava stradina che collegava le fortificazioni lungo il confine, questa strada era ad uso degli eserciti che si muovevano lungo il confine dove si trovavano le fortificazioni. Questi confini sono interpretati dai romani come una cerniera che si chiude quando impero si deve difendere e che si apre quando si deve espandere, perché loro pensavano di poter dominare tutto il mondo conosciuto. Traiano conquista tracia quindi, anche per sconfiggere decebalo che aveva messo in difficoltà domiziano prima e che per questo doveva anche pagargli un tributo. Quindi traiano lo sconfigge dopo due campagne militari. Questa provincia aveva miniere di oro di argento che venivano sfruttate fino all’esaurimento. Colonna traiana è colonna attorno alla quale sono state incise scene che raffigurano le campagne traciche. Mercati traianei nei fori di traiano. Tutto questo venne fatto grazie alle ricchezze delle campagne traciche. Prima di lui claudio costruì male un porto, traiano dopo gli diede la sistemazione definitiva. Altra iniziativa di traiano era quella di assistere orfani delle città italiche con un sistema ingegnoso poiché disponeva di fondi sempre grazie alle conquiste. Censimento delle proprietà degli abitanti delle città, i quali davano all’imperatore un 5% di questi fondi agli orfani delle loro città. In questo modo li costringeva a investire in agricoltura o altre attività per guadagnare abbastanza da poter dare ogni anno questa percentuale per gli orfani. C'era quindi un problema demografico. Dopo di traiano viene adriano che è nella categoria degli imperatori filosofi. A lui si deve costruzione della villa di tivoli in cui conserva molte opere d’arte. È famoso anche per il vallo di adriano e il fossatum africae, queste opere rappresentano volontà di difendere i confini dell’impero e non più espanderlo. Queste due opere segnavano infatti i confini massimi dell’impero perché ormai avvenivano attacchi e minacce dappertutto. Le cose stavano cambiando profondamente. Adriano passò 10 anni del suo regno fuori da roma, ormai si viveva sempre meno a roma e si proveniva fuori da roma. Traiano ad es era primo imperatore provinciale, cioè che non proviene da roma o dalle città italiche che non erano province, ma proprio da province esterne alla penisola italica. Infatti traiano era nato nella penisola iberica da cittadini romani stanziati in spagna da generazioni. Roma quindi è sempre meno al centro dell’impero. Anche adriano nasce nello stesso luogo di traiano. Grande è il suo amore per l’arte, la cultura e i viaggi ma era cmq consapevole di dover difendere l’impero. Pietas era una virtù che si esprime nei confronti del padre, per questo augusto era definito pio perché divinizzò il padre adottivo cesare dopo la sua morte. Anche adriano viene divinizzato dal figlio adottivo che quindi divenne pio, andando contro il senato che voleva invece dargli la damnatio memoriae perché lo incolpavano della morte di alcuni senatori. Lui però in quel momento non era neanche a roma, non aveva colpa. Il figlio si battè per difenderlo e riuscì a divinizzarlo. Da qui parte la dinastia adottiva o antonina, proprio per antonino pio. Non abbiamo molte info su questo periodo dell’impero perché non accade nulla degno di nota, non sappiamo quasi nulla, era periodo insignificante. I problemi cominciano invece dopo, col successore marco aurelio, quando cominciano le prime incursioni dei barbari nell’impero e durante uno di questi scontri scoppia anche epidemia di peste. Queste popolazioni avevano incremento demografico, erano tribù seminomadi che avevano bisogno di cambiare territori. I romani anche qui usano principio del patto di alleanza, quello di concedergli dei privilegi in cambio di aiuto militare, loro potevano stanziarsi nell’impero romano ma in cambio dovevano dare uomini per le truppe. I barbari erano pressati da altre tribù, quindi trovavano nei romani dei validi alleati contro le pressioni dei nemici. Non si tratta quindi di invasioni barbariche, impero romano non cade per colpa dei barbari. 16 novembre Lucio Vero viene associato al trono da marco aurelio ed entrambi creano il primo esempio di doppio principato (doppel prinzipat): per la prima volta l’impero è retto da due imperatori, fenomeno che si ripeterà spesso in futuro per la necessità dell’impero di essere governato di più persone, necessità di difendere l’impero. A Otranto ci sono due iscrizioni, una dedicata a lucio vero e una a marco aurelio perché a otranto lucio vero andrò per partire per una spedizione contro i barbari. Marco aurelio era un filosofo a tutti gli effetti, gli piaceva leggere scrivere e stare a casa a roma, per questo i problemi militari furono affidati a lucio vero e dato che otranto era il porto più importante dell’adriatico sostituendo brindisi, lucio vero si imbarca a otranto per compiere questa missione in cui muore. I cittadini di otranto, municipio romano, gli dedicarono queste due iscrizioni, le quali ci rivelano il fatto che marco aurelio aveva una posizione di vantaggio rispetto a Lucio vero per il fatto che aveva il titolo di potenfice massimo. Queste iscrizioni sono piene di abbreviazioni, sono di difficile lettura, ma di fatto sono due titolature imperiali neanche molto complesse. Le titolature erano una serie di titoli dati agli imperatori, compresi quelli che riguardavano le vittorie nelle imprese contro i popoli sconfitti (germanicus, dacicus, ecc...). si chiamano “cognomina ex virtute” o “ex devictarum gentium”, dai nomi delle genti vinte. Queste iscrizioni sono molto importanti nell’arco di tempo in cui furono compilate, perché cominciano da augusto e verso la fine dell’impero si riducono sempre di più e sono meno importanti dal punto di vista documentario. Una titolatura imperiale ha elemento fondamentale, cioè la tribunicia potestas. Questa si rinnovava ogni anno il 10 dicembre, quando entravano in carica i nuovi tribuni. Quindi il 10 dicembre l’imperatore riceveva la seconda tribunicia potestas, la prima la riceveva nel dies imperii, cioè nel giorno in cui entrava in carica e riceveva l’imperium da imperatore. Siccome ogni anno si rinnovava, in base al numero della tribunicia potestas si poteva datare l’iscrizione all’anno preciso. Gli altri titoli erano pater patriae che augusto ebbe nel 2 d.C. e da allora fu ripreso dagli imperatori successivo, imperium proconsulare, imperator quinquies, cioè imperator per la quinta volta, ovvero ha riportato il trionfo militare per 5 volte. Imperator quindi compare due volte, la prima come prenome “imperator caesar”, e poi imperator seguito dal numero di volte in cui ha riportato trionfi militari. Emilio lepido aveva il titolo di pontefice massimo e muore nel 12 a.C. Aveva ereditato il titolo da cesare che lo aveva reso ereditario, ma siccome nessuno sapeva che augusto sarebbe diventato il suo erede, allora Emilio lepido assunse questo titolo e per evitare questioni augusto aspettò che morisse lepido nel 12 per assumere a sua volta il titolo di pontefice massimo. Come tutti gli altri titoli venne ripreso dagli imperatori successivi. Mentre la tribunicia potestas si poteva dare a due imperatori, il pontificato solo a uno. Quindi solo marco aurelio aveva il titolo di pontifex maximus e non lucio vero. Marco aurelio morì a vienna di peste perché durante una delle incursioni barbariche ci fu un’epidemia di peste di cui non conosciamo la portata. Questa epidemia scoppiò sul fronte e secondo cassio dione, uno dei più importanti storici di roma che visse nel terzo secolo, morivano 5000 persone al giorno a roma. Bisogna essere cauti con questi dati perché spesso gli storici antichi sparavano cifre a caso. Nei decenni successivi si ripeterono altre pestilenze e se già sotto traiano potevano esserci stati dei segnali di decremento della popolazione, queste epidemie più le carestie che si aggiungevano avevano ripercussioni sulla produzione anche per più anni, la circolazione dei beni si complica ecc. Da qui comincia la crisi dell’impero, abbiamo vari segnali dell’inizio di un declino pesante, che incide profondamente sulla struttura dell’impero. Marco aurelio fa del suo meglio per mettere a frutto i trattati di alleanza tipici di roma. Queste tribù germaniche vennero ospitate nell’impero o lungo i confini come alleati dei romani. Questi trattati hanno la stessa finalità ma tutti diversi uno dall’altro per adattarsi alle diverse circostanze e le diverse tribù. Non è più roma che conquista e sottomette e fa accettare i trattati, ma al contrario sono questi popoli che attaccano i confini dell’impero e l’imperatore li accoglie, dà delle terre e in cambio vuole uomini per le truppe. I popoli sono felici di allearsi coi romani perché i loro veri nemici sono le altre tribù che li aggrediscono, non roma. (il libro parla di barbaricum, cioè l’area occupata da tutti i barbari contrapposta all’impero romano, ma è un concetto falso, queste tribù barbare devono essere distinte l’una dalle altre). Da qui comincia un processo che porterà alla conclusione dell’impero. Però per ora ha ancora le strutture organizzative ancora salde. Marco aurelio è l’unico imperatore della dinastia adottiva/antonina che ha un figlio naturale, cioè Commodo, il quale mostra fin da subito di non essere idoneo a svolgere il ruolo di imperatore. Martiri di Lione: massacro nell’anfiteatro di Lione, dove si verifica per la prima volta una strage di cristiani dati in pasto alle belve. Fino ad allora gli imperatori non davano molto peso ai cristiani, venivano comunque condannati a morte a meno che non ripudiavano la religione cristiana. Invece marco aurelio, grande filosofo benevolo e generoso, in una sua opera parlava male dei cristiani considerandoli stupidi e superstiziosi, gente che credeva alle favole. Si erano diffuse molte notizie false sul cristianesimo che accentuavano questo odio nei loro confronti. A Lione si verifica quindi la prima persecuzione dei cristiani senza che marco aurelio intervenisse e condannasse questo fenomeno, proprio perché aveva preso distanze dai cristiani che erano comunque cittadini del suo impero. Questo dimostra che marco aurelio per quanto fosse grande filosofo aveva comunque dei pregiudizi e dei comportamenti sbagliati. Nominare suo figlio come successore è un altro gesto che lo mette in cattiva luce, infatti Commodo fece trattai con tutte le tribù e godersi la bella vita a Roma. Marco aurelio muore nel 180, Commodo fu ucciso nel 192, 12 anni di malgoverno prima di venire eliminato dalla sua stessa corte perché non lo sopportava nessuno. Questo malgoverno in un periodo così critico non fece bene all’impero. Mentre alla morte di domiziano ci fu un passaggio morbido al suo successore, cioè Nerva che poi adottò Traiano, questa volta alla morte di commodo si ripropose la situazione avvenuta alla morte di nerone, cioè una nuova guerra civile tra gli eserciti delle province. Il potere imperiale ormai era passato in mano agli eserciti, quindi lontano da Roma. Con la nascita del principato, dopo che l’esercito venne professionalizzato da augusto e non passava dalle mani di un generale all’altro ma era salariato dallo stato, si scoprì poi che essendo dislocato nelle varie province obbedivano ai governatori di queste province. Questi eserciti si scontravano fra di loro (ad esempio a Bedriaco). Con la morte di Commodo fu nominato un altro senatore, Pertinace, subito spazzato via, e dopo prevalse Settimio Severo che proveniva dall’Africa. Settimio severo cercò di porre le basi del suo impero sulla tradizione degli imperatori precedenti: si auto-adottò come figlio di Pertinace. A sua volta riabilita commodo che era stato colpito da damnatio memoriae, per potersi autoadottare nella famiglia degli Antonini e creare una linea di continuità ereditaria da nerva a sé stesso, infatti suo figlio si chiama Antonino, più noto col soprannome di Caracalla, perché amava indossare un mantello col cappuccio. Severo fu un imperatore molto attivo militarmente, viaggiò molto e combattè su tutti i confini dell’impero fino a quando non morì nel nord dell'Inghilterra. La linea politica di severo fu quella di privilegiare i rapporti con l’esercito perché secondo lui era elemento chiave dell’impero per poter governare. Secondo lui bisognava trattare meglio l’esercito, la paga di un soldato era molto bassa a causa dell’inflazione. Mentre domiziano era stato il primo ad aumentare un po’ il salario dei soldati, severo adotta un’altra misura, introduce l’annona militare: annona è il rifornimento di beni alimentari per la popolazione. Per annona militare si intende supplemento di paga in beni alimentari. Un altro provvedimento è dare ai soldati la possibilità di sposarsi anche prima della fine del servizio militare. Severo governa fino al 217 in modo equilibrato, cercando di ridare vigore all’impero. Dalla Siria proveniva sua moglie Giulia Domna portando tante tradizioni religiose ed è figura importante perché, dopo severo, i suoi eredi furono eliminati tutti giovanissimi e il ruolo delle madri si impose sul governo dell’impero. Giulia Domna aveva un carattere forte, era chiamata “mater castrorum”, madre degli accampamenti, perché si recava di persona tra i soldati. Da sua sorella nacquero due donne entrambe madri di imperatori giovanissimi. Il successore di severo fu il figlio maggiore caracalla, che era già associato all’impero con suo padre così come marco aurelio con lucio vero, quindi doppio principato si ripete ancora. Con severo nasce un’altra novità: settimio si associò caracalla col titolo di augusto e designò come successore di caracalla il fratello geta col titolo di cesare. Nasce distinzione tra primo imperatore con titolo cristianesimo e lo estende a tutto l’impero come unica religione ufficiale. Impero è in profonda crisi e Decio ritiene importante difendere le tradizioni antiche di Roma per non fare un torto agli dei e placare così la loro ira (come si credeva fin dalla Roma arcaica, vedi prime lezioni) contrastando il cristianesimo che dai tempi di Augusto si era diffuso enormemente. I romani avevano accettato la diffusione di qualsiasi altra religione come i culti orientali di Elagabalo tranne il cristianesimo, che si era imposto sopra tutti gli altri poichè dai tempi di Augusto si era diffuso enormemente e c’era la preoccupazione che si potesse diffondere ancora di più quindi le persecuzioni servivano a contenerlo e a placare l’indignazione degli dei. Un altro motivo delle persecuzioni era di tipo ideologico, cioè per la troppa attenzione che i cristiani davano ai poveri in un momento molto critico per l’impero. Oltre alla questione ideologica c’era questione pratica: i cristiani aiutavano materialmente i poveri attraverso l’eucaristia, cioè facevano delle donazioni che i vari ecclesiastici provvedevano a dispensare ai poveri. Autorità imperiale comincia a prendere consapevolezza di questo fenomeno e vuole contrastarlo in difesa della religione romana. Persecuzione fu cruenta e riuscì a spaccare in due il mondo cristiano. Decio pretese che tutti gli abitanti dell’impero partecipassero al culto degli dei romani, dessero una prova della loro fedeltà alla religione tradizionale e chi lo faceva riceveva un libellus, un attestato ufficiale che certificava questa fedeltà (tipo green pass religioso) e quindi non veniva più perseguitato, chi non ce l’aveva era passibile di condanna a morte. Cipriano, vescovo di Cartagine, città importante (Africa è provincia più ricca dell’impero), si era ritirato dalla città per proteggersi essendo una personalità molto in vista (la gerarchia ecclesiastica si era già formata in 3 livelli in ordine crescente: diaconi, presbiteri e vescovi). Cipriano Fu intransigente verso i lapsi (coloro che inciampano, cadono), cioè quelli più deboli che cedevano al libellus. Alcuni di loro vennero riammessi nella comunità cristiana da vescovi più clementi, gli altri vescovi più intransigenti come Cipriano non li riammettevano. Nell'epistola di Traiano a Plinio, governatore della Bitinia, Traiano dice di lasciar stare i cristiani e questa direttiva assume carattere vincolante per tutti gli altri governatori. Editto di Decio invece è molto più incisivo e ordina esattamente il contrato di quello che ordina traiano: tutta la popolazione dell’impero deve dimostrare di essere fedele agli dei romani, chi non lo fa è cristiano e va perseguitato. Il suo successore Valeriano emette altro editto dello stesso tenore e per questo Cipriano venne arrestato e condannato a morte perché non accetta l’editto. Valeriano fu catturato in uno scontro col re dei persiani e si persero tutte le sue tracce. Il suo successore, il figlio Gallieno, rinunciò a cercarlo perché ormai era impossibile trovarlo. Gallieno cerca di introdurre qualche riforma, stacca dall’esercito dei corpi di cavalieri mobili che potessero intervenire al seguito dell’imperatore quando necessario perché le emergenze erano frequenti, questo divenne riforma vera e propria. Intanto in Gallia si crea un regno, un troncone autonomo che si stacca dall’impero che viene governato da Postumo e Tetrico, parallelamente a quanto avviene in oriente nella città di Palmira, città carovaniera importante per i traffici con l’estremo oriente. Qui Odenato crea regno autonomo finchè non muore e gli succede il figlio Vaballato, ma chi governa davvero è la moglie di Odenato, Zenobia. Questo impero così rischia di frantumarsi sempre di più, ormai è diviso in 3 tronconi. Poi inizia una serie di imperatori definiti illirici perché provenienti dai Balcani, che mostrano di essere validi e competenti. Il primo è Claudio il gotico (gotico perché ha sconfitto i goti), ma il più importante fu Aureliano che governa dal 270 al 275. Aureliano riesce a ricucire l’impero, a eliminare i separatismi e a riunificare i tronconi, tenta di coniare una moneta come fece Caracalla, ma è questione ancora complessa quella dell’economia monetaria imperiale, infatti questa misura non fu sufficiente per arrestare l’inflazione che colpiva soprattutto gli eserciti. Rimangono celebri le mura di Aureliano ancora visibili a Roma. Le uniche mura presenti all’epoca erano di Servio Tullio. I romani pensavano che le mura di Roma coincidessero coi loro confini, ora si accorsero che questi confini non erano più sicuri e si potevano facilmente superare e arrivare in qualsiasi punto della città. Si susseguono altri imperatori irrilevanti, fino a Diocleziano nel 284, sotto cui comincia una nuova importante fase dell’impero. Da 235 a 284, quasi 50 anni, è fase di transizione da principato (fondato da Augusto) a dominato, che è ultima fase dell’impero romano. In questa nuova fase Roma non è più capitale dell’impero ma solo sede del senato che ormai ha un potere molto ridotto. Principato dura da Augusto fino alla morte di Alessandro Severo nel 235. Per durare così tanto evidentemente le riforme di Augusto sono state efficaci. Ora dopo due secoli e mezzo e i 50 anni di anarchia militare in cui l’impero ha rischiato di sgretolarsi c’è bisogno di un aggiustamento. Non ci sarà completa rivoluzione come quella di Augusto, ma nel passaggio da un imperatore all’altro avvenivano cmq delle trasformazioni significative, il ruolo dell’imperatore si rafforzava sempre di più e i vari apparati dello stato si delineavano sempre di più, con la burocrazia da una parte e l’esercito dall’altra. Diocleziano, dopo questi 50 anni in cui nessuno, tranne Aureliano, ha inciso in maniera significativa sulla vita dell’impero, quando prevale sui suoi avversari nel 284 governa fino al 305 e ha la possibilità di lavorare per un lungo periodo a una riforma non definitiva ma completata poi dal successore Costantino che ebbe 30 anni di governo. Non sempre furono d’accordo fra di loro e Costantino non completa tutte le riforme di Diocleziano, altre le cancella, altre le sostituisce con le sue. Questi due governi danno una certa stabilità all’impero che gli permette di sopravvivere ancora e soprattutto getterà le basi per lo sviluppo dell'impero romano d’oriente che va avanti per altri 10 secoli, infatti l'impero bizantino costruisce le sue basi sulle riforme di Diocleziano. L'impianto dioclezianeo fu veramente valido e longevo. Diocleziano si concentra principalmente sul problema della protezione dei confini che vengono continuamente minacciati e poi serve un sistema di successione più stabile, questo problema se l’era già posto Augusto (anche se al senato aveva detto che aveva ripristinato la repubblica e non era vero, erano nate le dinastie ereditarie). Risolve il problema dei confini ma non quello della successione. Lui pensava che andava evitata la successione ereditaria, cioè che il figlio succedesse automaticamente al padre. Decide di moltiplicare il numero degli imperatori, soluzione già suggerita dai doppi principati di Marco Aurelio e Lucio Vero, Settimio Severo e Caracalla, quindi introduce il sistema dei due augusti e dei due cesari. Nel 285 si associa Massimiano e a lui lascia la parte occidentale, Diocleziano privilegia la parte orientale stabilendosi a Nicomedia, che diventa la nuova sede della corte imperiale. Massimiano invece si stabilisce a Milano. Come distingue sé stesso da Massimiano, essendo entrambi augusti? Marco Aurelio poteva distinguersi da Lucio Vero perché aveva la carica di pontefice massimo che non si poteva sdoppiare. Allora Diocleziano definisce sé stesso Giovio, come la massima divinità della religione pagana, e Massimiano erculeo, come Ercole che è espressione di forza. Poi nomina due cesari, uno in oriente, Galerio, che si stabilisce a Sirmio, e l’altro in occidente, Costanzo Cloro, che si stabilisce a Treviri, in Germania. Questo sistema si chiama tetrarchia. Perché questo sistema? Perché Diocleziano prevede che alla fine del suo regno, dopo che si ritira spontaneamente dopo 21 anni di governo e invita Massimiano a fare altrettanto, i cesari diventassero augusti e nominassero a loro volta altri due cesari. Secondo Diocleziano la tetrarchia doveva risolvere tutti i problemi di successione. Problema della presenza di 4 imperatori collocati in 4 sedi diverse dell’impero, impero diviso in 4 parti e ogni imperatore controllava una di queste parti, così la sorveglianza era molto più stretta ed ebbe degli ottimi risultati. Per fare ciò bisognava fare una riforma complessiva cambiando il volto dell’impero. Le province erano una 50ina, lui le suddivise in due e ne creò 100 e le pose sotto il controllo di altri governatori, i presides. Ha rimpicciolito così le province che poi accorpa in 12 diocesi che a loro volta venivano governate da un vicario. Riforma venne completata da Costantino che creò le prefetture che accorpavano le diocesi. La riforma parallela fu quella di separare il potere militare da quello civile, quindi i governatori delle province che fin dall’inizio possiedono l’imperium (potere militare) adesso hanno solo funzioni civili e l’esercito viene affidato ai duces. Governatore con funzioni civili cooperava con un comandante con poteri militari, due ruoli separati. Amministrazione pubblica si divide quindi in civile e militare, con divisione in due tipi di carriere. Riforma anche fiscale: tutte le province fin dall’inizio pagavano all’impero il tributum capitis e tributum solii, tassa sulla propria persona fisica e tassa su proprietà terriera. Diocleziano introdusse le indizioni, che furono riprese nel medioevo, che all’inizio dovevano essere ogni 15 anni e in seguito ogni 5 anni. Queste indizioni erano un sistema per rilevare le persone fisiche e le proprietà e combinarle in un’unica tassa, la iugatio capitatio, che sostituisce i due tributi in una formula unica. Così rese più trasparenti e più stabili i pagamenti delle tasse, anche se, quando Costantino si convertì al cristianesimo nacquero due storiografie contrapposte, da una parte gli storici pagani e dall’altra quelli cristiani che si scontravano sempre. Lattanzio, uno scrittore cristiano, si scagliò contro Diocleziano accusandolo di aver trasformato l’impero in un “campo di concentramento”, perché faceva riunire tutte le persone fisiche nelle città costringendole dichiarare le loro proprietà e a pagare tasse più elevate rispetto al passato. Non è tutto vero, ma la verità è che i bisogni dello stato in questa nuova fase sono molto più elevanti rispetto a prima, si dovevano affrontare molte spese e molte difficoltà, sicuramente la pressione fiscale era elevata. Infatti molti decurioni, le persone più ricche della città, scappavano nelle campagne perché su di loro ricadeva la responsabilità delle tasse che non venivano pagate e dovevano pagarle loro. Riforma dell’esercito che fu diviso in due parti: i limitanei, i soldati schierati lungo le frontiere e quelli trattati peggio, e i comitatentes, la parte mobile dell’esercito che segue l’imperatore e fa una vita migliore. Diocleziano avvia insieme a Galerio, il cesare orientale, l’ultima devastante persecuzione dei cristiani, rimanendo quindi sulla linea della tradizione. I cristiani mal tolleravano la nuova direzione dell’impero per quanto riguardava il loro compito militare, rifiutavano la guerra, disertavano perché non volevano uccidere altre persone in base alla loro fede. Questa frattura tra autorità imperiale e comunità cristiana finisce nel 311, quando Galerio, che era diventato il nuovo augusto orientale, emanò un editto di tolleranza precedendo quello di Costantino, fu il primo imperatore che riconobbe ai cristiani il diritto di professare liberamente la loro religione, nonostante prima avesse sostenuto la loro persecuzione. Forse editto di Galerio era frutto di un suo pentimento in punto di morte, infatti muore poco dopo l’editto. 23 novembre Alla fine del lungo periodo di crisi, di guerre tra imperatori che si alternavano in continuazione, l’anarchia militare ecc..., Diocleziano finalmente ridà all'impero una certa stabilità e si rende conto che ormai non è più possibile governarlo con un solo imperatore. Associazione di più imperatori si era già verificata la prima volta con Marco Aurelio e il fratello Lucio Vero e poi con Settimio Severo e i suoi figli (vedere appunti precedenti). Quindi Diocleziano fonda il sistema della tetrarchia e tutti gli annessi e connessi già spiegati (vedere appunti). I governatori adesso hanno solo potere civile e si preoccupano solo della parte amministrativa, ruolo molto importante perché regola il rapporto tra le singole città della provincia e della raccolta dei tributi di ogni città, fondamentali per la sopravvivenza dell’impero, perché la spesa principale dello stato è l’esercito e bisogna pagare i soldati. Gli eserciti vengono affidati ai comandanti militari, i duces, posti sotto il controllo di magistri militum o generali dell’esercito. Separazione tra carriera civile e carriera militare che serve a dare chiarezza ai compiti dell’imperatore e dei suoi collaboratori. Il consilium principis creato da Adriano con lo scopo di assicurare una presenza costante che segue sempre l’imperatore in giro per l’impero, ora viene trasformato da Diocleziano in consistorium, che prende il nome dal fatto che i vari ministri che ne facevano parte avevano l’obbligo di stare in piedi di fronte all’imperatore. Fu curato il suo aspetto estetico, il suo modo di vestirsi, con mantelli di porpora incastonati di diamanti, e pretendeva che le persone vicine a lui si prostrassero secondo la consuetudine orientale della proskynesis (dal greco), cioè la riverenza fino alla prosternazione davanti all’imperatore. Ora la figura dell’imperatore era più distante, più autorevole, ieratica. I principali membri del consistorium sono i ministri chiave, il quaestor sacri palatii, cioè il ministro della giustizia e non solo, era colui che coordinava il lavoro degli esperti di diritto che aiutavano l’imperatore a formulare le leggi, che adesso erano l’espressione della sua volontà e che recavano sempre il suo nome (passaggio da diritto giurisprudenziale a legislativo). Poi ci sono due conti, il comes sacrarum largitionum e il comes rerum privatarum, due ministri delle finanze, il primo si occupa delle elargizioni sacre, cioè dell’imperatore (perché era sacro), quindi gli stipendi dei funzionari vicini a lui. Ciò che non è riuscito a fare Diocleziano è di rendere più stabile la moneta, cioè di superare l’inflazione e la svalutazione della moneta che causava aumento dei prezzi. Nel 301 lui fece una colossale raccolta di tutte le merci in vendita dell’impero e stabiliva per queste un prezzo massimo che non poteva essere superato ma trattati coi goti nel 382 e dà una collocazione ai goti ormai entrati nell’impero. Teodosio non vuole vendicare la morte di Valente, ma fa un accordo coi barbari, che rimangono nell’impero e si assimilano progressivamente ai romani. Alla sua morte lascia come tutore dei figli Arcadio e Onorio suo genero Stilicone a cui aveva dato in moglie la figlia. Stilicone è un barbaro e non può diventare imperatore ma finchè i due figli di Teodosio sono ancora piccoli lui aveva l’incarico di seguirli nella direzione dell’impero. Dopo la morte di Teodosio I l’uomo più potente dell’impero era di fatto un barbaro, questo dimostra che i romani erano pronti alle novità e alle integrazioni. Poi succede che in oriente la corte di Arcadio respinge Stilicone per spirito antibarbarico. A questo punto c’è netta separazione tra le due parti dell’impero che non si ricongiungeranno mai più. I consiglieri della corte di Arcadio adottano politica antibarbarica, non accettano aiuti dai barbari, si difendono da loro approfittando della conformazione della parte orientale dell’impero che era più protetta rispetto a quella occidentale tutta aperta sul mediterraneo e indifendibile. Stilicone verrà poi respinto anche nella parte occidentale dopo che la capitale da Milano passa a Ravenna, una sede più idonea perché più protetta e perché favoriva le comunicazioni essendo sul mare, e poi perché guardava verso oriente che rappresentava il futuro. A Ravenna Stilicone viene assassinato nel 408, anno in cui muore anche Arcadio. Ad oriente Arcadio fu sostituito da Teodosio II che era ancora un bambino, mentre in occidente rimaneva ancora un problema: Stilicone aveva mantenuto buoni rapporti con barbari che avevano lo scopo di ricattare l’impero occidentale per avere aiuti e denaro, in particolare Alarico, capo dei visigoti, faceva lunghe scorrerie lungo i confini dell’impero dopo che la parte orientale aveva chiuso a lui tutte le porte e rifiutato qualsiasi trattativa e anche Stilicone gli si opponeva fermando le sue incursioni. Morto Stilicone, due anni dopo avviene episodio grave, cioè Alarico entra a Roma e la saccheggia (saccheggio di Roma del 410). Gli intellettuali erano sconvolti da questo episodio, soprattutto san Girolamo, studioso di cronologia, che scrive le sue impressioni a riguardo. Arnaldo Momigliano è celebre studioso del 1900 che disse riguardo alla caduta dell’impero romano d’occidente: è stata una caduta senza rumore, perché nessuno l’ha commentata. La vera caduta di Roma è quindi il 410, è una data che sostanzialmente rappresenta il momento finale di questa civiltà, un avvenimento che sconvolse tanti intellettuali dell’epoca. Alarico rapisce Galla Placidia, figlia di Teodosio, e la porta con sé finchè non muore durante il viaggio e Ataulfo, il suo sostituto, la prende in sposa dopo che si era stabilito in Gallia, poi fu ucciso e sostituito da Vallia che decise di restituire Galla Placidia al fratello Onorio e in cambio chiese di avere un territorio nella zona della Gallia dove nasce primo regno romano-barbarico dei visigoti. Da questo momento la parte occidentale si avvia a spezzettarsi in tanti regni romano-barbarici, tra cui regno dei burgundi, dei vandali in africa, degli svevi, fino ad arrivare al 476 quando re degli ostrogoti Odoacre conquista la penisola italica che era ancora rimasta indipendente. Odoacre quindi non conquista tutto l’impero romano d’occidente ma solo una piccola parte di esso perché ormai si era già frammentato, con comunità di barbari e romani che vivono insieme con delle leggi condivise, tra cui lex romana-visigotorum, romana-burgundiorum, e l’editto di Teodorico promulgato dopo che Odoacre viene scacciato da Teodorico. Valentiniano III prende posto di Onorio dopo la sua morte, in occidente. Sotto il regno di Valentiniano III nel 451 si ricorda la battaglia dei campi catalaunici, che è altro episodio importante, è battaglia in cui il capo barbaro Attila, re degli unni, attacca l’impero e viene sconfitto da Ezio, un validissimo generale, il quale si allea con barbari già integrati coi romani. Battaglia dei campi catalaunici è prova del fatto che non esiste contrapposizione tra barbari e romani ormai integrati e tutti uniti contro gli unni di attila. Valentiniano III, poi, fa assassinare Ezio e a sua volta viene eliminato lui. Nel 455 avviene altro sacco da parte di Genserico, re dei vandali, che viene dal suo regno in africa, da lì parte e arriva a Roma e la saccheggia. Si susseguono svariati imperatori fino ad arrivare a Giulio Nepote che viene scacciato da Oreste, magister utriusque militiae, cioè comandante in capo dell’esercito romano di occidente, che pone sul trono il figlioletto Romolo, che essendo piccolo viene chiamato Augustolo. A questo punto arriva Odoacre e conquista l’ultima parte dell’impero rimasta indipendente, quella che ha come centro Roma. Odoacre non si proclama imperatore, ma si rivolge a Zenone imperatore d’oriente sottomettendosi a lui. Si pone come subalterno all’imperatore d’oriente e ne richiede l’approvazione. Praticamente finisce così la storia della civiltà romana. Chi sono questi barbari? I barbari vengono chiamati germani dai tedeschi, in quanto barbari ha significato dispregiativo. Germani invece erano popoli civilissimi con una lunga storia. Letture di brani di Salviano vescovo di Marsiglia e Paolo Orosio che scrive un’opera contro i pagani. Salviano condanna la corruzione nell’impero romano, lo sfruttamento e il maltrattamento dei poveri, cioè sono i romani che opprimono i romani stessi, i quali chiedono protezione presso i barbari e cercano in loro umanità contro la disumanità dei romani. Testimonianza importante sulla società dell’epoca e sull’opinione comune nei confronti dei barbari. La grande rivoluzione di Gesù è stata ignorata quasi subito. San francesco, Salviano ecc vanno invece direttamente alle radici del cristianesimo e sottolineano i valori giusti veicolati da Gesù, valori universali di tutti, fratellanza, uguaglianza ecc... I barbari entrano nell’impero perché pressati da altre tribù barbare, non per invadere l’impero. Brano di Orosio: l’impero ha avuto merito di diventare veicolo di leggi romane e religione cristiana. Gesù nasce sotto augusto perchè augusto riunifica l’impero e dà pace all’impero, è momento giusto per poter diffondere la predicazione di gesù, momento storico adatto. Non era un mondo pieno di pericoli come si descrive di solito, ma era ormai un impero cristiano dove ovunque vive un romano e un cristiano, anche i barbari erano cristiani. Testimonianza di Orosio è diversa da quella di Salviano. Bisogna saper scegliere e distinguere le fonti. Fonti sulle abitudini e mentalità dei romani: esempio brano su scipione, quando scipione compie 24 anni durante la seconda guerra punica contro annibale. Da un brano di valerio massimo capiamo che è gentiluomo e restituisce una ragazza ostaggio ai genitori e al fidanzato che erano celtiberi. Il loro popolo è riconoscente verso i romani e da qui parte alleanza tra romani e celtiberi. Da altri brani invece sappiamo altre cose, ad esempio brano su catone e figlia di catone, cioè che usavano scambiarsi le mogli, sposare donne divorziate con figli ecc...il cristianesimo ha messo un po’ di ordine nella società romana. Romani prendono in prestito mogli di altri giusto per avere un figlio da lei e avere parentela con famiglie importanti. Brani di plauto: i romani possono amare chiunque, tranne donne sposate, vedove e ragazzi liberi (ragazzi schiavi sì). Plauto parla anche di disparità di trattamento tra mogli e mariti, era molto moderno per l’epoca.
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