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Storia “Storia e storiografia 3” - Fascismo, Nazismo e Regimi totalitari - Maturità, Appunti di Storia

Libro: “Storia e storiografia” 3 Fascismo, nazismo, regimi totalitari Maturità Appunti di storia 5°anno liceo

Tipologia: Appunti

2021/2022

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Scarica Storia “Storia e storiografia 3” - Fascismo, Nazismo e Regimi totalitari - Maturità e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! PRIMO DOPOGUERRA ►È un periodo di grandi tensioni: Regno Unito e Francia (con democrazie più solide) riescono a fronteggiare la crisi economica e consolidare la democrazia parlamentare. In Germania, con una democrazia più recente, viene proclamata la Repubblica di Weimar, da cui poi si originerà il Terzo Reich (1934). In Italia ci sono tensioni sociali: gli operai occupano le fabbriche, i contadini le terre (biennio rosso, 1919-1920). I contadini sono delusi poiché la promessa delle terre non viene mantenuta. In Turchia, il generale Mustafa Kemal prende il potere con un colpo di stato e rifiuta il trattato di Sevres; proclama la repubblica e da inizia ad un processo di modernizzazione. ►In campo coloniale, si sviluppano movimenti indipendentistici (colonie avevano aiutato la madrepatria e ora vogliono l’indipendenza) in Irlanda e India (controllo inglese), Indocina (controllo francese) e area mediorientale (controllo francese e britannico). La società delle Nazioni non dispone di forze armate e ne sono esclusi: Germania (sconfitta), Russia (isolata per la rivoluzione bolscevica) e USA (Congresso= parlamento privilegia una politica isolazionista). LA REPUBBLICA DI WEIMAR Nel 1919 nasce al Repubblica di Weimar, i cui governi saranno inizialmente guidati dal partito socialdemocratico in coalizione con quello del Zentrum e con quelli liberali: sono governi deboli, inadatti alla difficile situazione economico-sociale. Problemi: • Germania deve restituire 132 miliardi di marchi d’oro; • reduci di guerra non riescono a reinserirsi nella società; • orgoglio dei tedeschi è offeso (sono considerati gli unici responsabili della guerra) e il loro popolo è stato diviso in Stati diversi. Nel 1919 viene emanata la Costituzione della Repubblica di Weimar, che attribuiva un ruolo democratico al Parlamento e si crea un sistema in i 3 poteri dello Stato sono equilibrati. RIVOLTE E SVALUTAZIONE DEL MARCO A Berlino, gli spartachisti (guidati da Rosa Luxemburg e Carl Liebnecht) realizzano un tentativo insurrezionale di sinistra (comunista), represso nel sangue (capi rivolta vengono uccisi). Nel 1919 nasce sui ispirazione spartachista il partito di Germania, che entra a far parte della 3 Internazionale (Komintern). Dopo il colpo di stato della destra (1920), la repubblica viene salvata da uno sciopero generale, promosso da organizzazioni operaie. Ai continui scontri di piazza, si aggiungono assassinii politici e una campagna antisemita. In Germania, e in tutta Europa, si ha una forte inflazione, dovuta all’eccessiva emissione di banconote: il marco tedesco si svaluta velocemente ed è difficile far fronte a pagamenti in marchi d’oro. FRANCIA Nel 1923 la Francia occupa la regione metallifera della RUR per punire i tedeschi, che non avevano pagato la quota di riparazioni. La Germania deve infatti fronteggiare vari problemi: assenza di carbone, i risparmi dei cittadini vanno in fumo per via della svalutazione, le aziende falliscono, la disoccupazione cresce (ferita all’orgoglio tedesco). QUESTIONE IRLANDESE Dopo l’insurrezione della Pasqua del 1916 [Yeats scrive “Easter 1916”] da parte dei separatisti irlandesi, il governo del Regno Unito decide di rispondere con una brutale repressione. Però, al termine della guerra gli inglesi comprendono di non poter più controllare gli scontri tra cattolici indipendentisti e protestanti unionisti, sfociati poi in una guerra (1919-21), durante la quale il Sinn Fein, un gruppo armato dell’Irish Republican Army che si schiera a favore dell’indipendenza irlandese; questa viene raggiunta nel 1922. CROLLO DI WALL STREET Nonostante la ripresa economia della Germania e un periodo di buone relazioni con gli altri Paesi europei, la pace viene turbata dal crollo della borsa di Wall-street negli USA, che danneggia l’economia di tutti i Paesi, compresa quella dei tedeschi che, disperati, si affidano ad Hitler. USA – CRISI DEL 1929 Le crisi nel primo dopoguerra coinvolgono tutta l’Europa: • in Italia crollano le istituzioni liberali e nasce il fascismo; • nella Repubblica di Weimar, la crisi determina la fine della Repubblica e l’avvento del nazismo; • L’America esce rafforzata dalla prima guerra mondiale (combattuta in Europa): le industrie sono prosperate per via dell’enorme domanda di armi e, dopo il conflitto, l’Europa deve essere ricostruita. Gli USA aiutano economicamente i Paesi europei col piano Deils, divenendo i creditori dell’Europa (la superano economicamente, assumendo la leadership mondiale). ►Nel 1920 viene concesso il diritto di voto alle donne, il reddito cresce e si diffonde il consumismo; tutti acquistano elettrodomestici, lavatrici (tempo libero). Non mancano però problemi: criminalità diffusa legata al proibizionismo (alcol proibito, venduto poi al mercato nero), razzismo verso neri e immigrati (limitato afflusso), povertà in grosse porzioni della popolazione. I presidenti repubblicani del primo dopoguerra sono liberali (politicamente) e liberisti (economicamente, Stato non interviene). I sindacati sono pochi e controllati per il timore di rivoluzione bolscevica; prevale quindi una politica isolazionistica, che porta gli americani a non voler entrare neanche nella società delle nazioni di Wilson. ►1924-28: cresce il PIL per l’aumento dei consumi e la possibilità del credito (concessi prestiti con facilità)→ si ha una speculazione finanziaria, facilitata dal mancato controllo del governo (si fanno speculazioni rischiose, che mettevano a rischio banche). In questo periodo i titoli delle azioni aumentano e il valore nominale supera quello reale. La crescita delle azioni però si ferma e il valore crolla: banche e intere famiglie falliscono; si ha un crollo economico verticale in tutta America (giovedì nero=24 ottobre 1929) e un numero altissimo di disoccupati. ►Martedì nero: la borsa di New York crolla e le banche falliscono. Conseguenze: restrizione del credito (banche non concedono più prestiti), diminuzione investimenti, calo produzione, diminuzione consumi diminuiscono crollo dei prezzi (a causa dei beni invenduti), fallimento di migliaia di aziende (disoccupati). USA bloccano i crediti all’Europa (interruzione ricostruzione) e alla Germania (si stava riprendendo sotto il governo di Streseman). Viene indatti annullato in piano Delis (per risollevare i tedeschi dalla crisi) e gli americani vogliono indietro i soldi prestati → Economia europea crolla una seconda volta; i tedeschi perdono perdono fiducia nelle istituzioni liberali e si affidano al governo di una persona forte (Hitler). REAZIONE ALLA CRISI E WELFARE STATE I primi interventi seguono un’impostazione liberista, basata su difesa moneta nazionale e lotta all’inflazione (non portano i risultati sperati), mentre l’economista Keins suggerisce una politica di controllo dello Stato sull’economia, in cui il primo deve intervenire spendendo (lavori pubblici pagati, si indebita, da lavoro ai disoccupati che possono pagare le tasse → Stato si risolleva da solo). Nel 1932 Roosevelt è eletto presidente degli USA, e decide di applicare le teoria di Keins, varando in New Deal e creando enti pubblici per sostenere opere pubbliche finanziate dallo Stato, dando impiego a 2,5 milioni di disoccupati. Inizia così il Welfare State (=stato del benessere), che garantisce maggiori tutele per lavoratori (assicurazioni, pensioni e obbligo per gli imprenditori di riconoscere i sindacati portavoce diritti lavoratori). Anche il sistema bancario viene posto sotto controllo statale e la politica monetaria prevede una svalutazione del dollaro, in modo da favorire l’esportazione (prodotti costano poco). Inoltre, lo Stato incoraggia gli agricoltori a diversificare la produzione (rischioso puntare su un solo tipo di produzione). Gli USA riusciranno ad uscire dalla crisi solo con la Seconda guerra mondiale (le industrie producono armi in grandi quantità da spedire in Europa). AFFERMAZIONE DI REGIMI AUTORITARI IN EUROPA Nonostante le speranze, dopo la Prima guerra mondiale, per un maggior sviluppo democratico, negli anni 20 in molti paesi europei si affermano regimi autoritari. Vi è uno scontro sociale tra forze di sinistra e destra in tutti i Paesi. Ad esempio, in Ungheria, dopo la breve rivoluzione socialista di Pelapun, sale al potere l’ammiraglio Orti. Negli anni 20, in Spagna negli il potere è in mano a Primo de Rivera; nel 1926 si afferma dittatura di destra in Polonia, così come in Jugoslavia e Italia (1925, Mussolini). Questi governi autoritari di destra si affermano anche poiché, in seguito alla crisi economica negli USA, vi è un’interruzione dei prestiti americani, che porta alla paura della diffusione delle idee comuniste e bolsceviche (in risposta alle quali si affermano altri governi di destra. Hitler fonda il Terzo Reich nel 1934: così il potere col minimo sforzo, ricevendo direttamente dal re, e non con un colpo di Stato: infatti, tutto avvenne nel rispetto delle Costituzione di allora (Statuto Albertino, 1848-1948). MUSSOLINI AL GOVERNO ►Il primo governo di Mussolini è eterogeneo e composto da fascisti, rappresentati popolaricattolici, nazionalisti e liberali giolittiani. Riceve la fiducia del Parlamento dopo il celebre “Discorso del bivacco”, che però è ambiguo in quanto annuncia che avrebbe potuto distruggere il parlamento, ma per il momento non decide di non farlo; per M., il parlamento è un’“aula sorda e grigia”. [Giolitti sbaglia nuovamente, perché la salita del potere di M. non lo porta a sentirsi costretto a rispettare le regole costituzionali del Paese e ad assumere un atteggiamento più legalitario]. Per prima cosa, M. istituisce il Gran Consiglio del Fascismo (dirigenza del partito), che assume un ruolo sempre più importante nella politica del Paese; crea la Milizia volontaria (1922), cioè un esercito del partito in cui confluiscono le camicie nere, adibite alla difesa del Gran Consiglio. La milizia volontaria (esercito di M.) affianca quindi l’esercito del re e le forze di polizia. RIFORMA DELLA SCUOLA E MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI FASCISTI 1923: M. propone una riforma della scuola, la “Riforma Gentile”, di carattere gerarchico che separa la formazione professionale e tecnica (non può accedere all’Università) dalla quella liceale di stampo umanistico (ammessa all’Università). 1925: Gentile scrive il “Manifesto degli intellettuali fascisti” per uniformare la cultura italiana ai valori del fascismo (intellettuali dovevano aderirvi). In risposta, Benedetto Croce (liberale) scrive il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”. M. si avvale dei mezzi di comunicazione di massa (cinema, radio, stampa arte) per la sua propaganda volta a forgiare il perfetto fascista; dopodiché, pone a capo dell’amministrazione pubblica solo uomini di sincera fede fascista. LEGGE ACERVO E CATTOLICI Grande al consenso parlamentare, M. fa approvare la Legge Acervo (legge elettorale), che avrebbe dato al 1° partito (che avesse superato almeno il 25% dei voti) in premio i 2/3 dei seggi; la legge è osteggiata da Don Sturzo (è illiberale e anti-democratica) e dal sacerdote Don Giovanni Minzoni (poi ucciso da M.). Don Sturzo viene costretto a dare le dimissioni dal Vaticano e dalla segreteria del partito popolare e viene esiliato, poiché M. utilizza anche coi cattolici la teoria del doppio binario (violenza+trattative diplomatiche coi vertici della chiesa). La Chiesa approva anche la decisione di far ritirare i ministri cattolici dal governo. DELITTO MATTEOTTI E REGIME Le elezioni del 1924 avvengono in un clima di violenza e intimidazione: chi non vota per il listone viene picchiato (camice nere davanti ai seggi). Il listone che comprende fascisti, nazionalisti e liberali conservatori ottiene così il 70% dei voti, e questi partiti conquistano il dominio della camera dei deputati. In un discorso alla camera, Giacomo Matteotti (PSU) denuncia le violenze di campagna elettorale ed elezioni; poco dopo viene rapito e ritrovato morto. Dopo aver perso tutta la credibilità, M. decide di fare un discorso alle camere (3 gennaio 1925), in cui si assume la responsabilità politica, morale e storica del delitto Matteotti e dichiara che da quel momento viene superato lo Stato liberale e di diritto: inizia ufficialmente il regime dittatoriale. Tra le altre vittime del fascismo vanno menzionati anche 2 liberali (Giovanni Amendola e Pietro Gobetti=amico di Montale), morti per le percosse subite durante un’aggressione. LEGGI FASCISTISSIME Dopo il delitto Matteotti e l’inizio del regime dittatoriale, vengono emanate le leggi “fascistissime” (1925- 26), su cui si edifica il regime; tutte le conquista del periodo della Belle Epoche vengono cancellate e viene introdotto: • Abolizione diritto di sciopero; • Scioglimento di sindacati indipendenti (legale solo il sindacato fascista); • Ampliamento dei poteri del capo del governo, a cui è subordinato il potere esecutivo; M. detiene anche il potere legislativo (viene meno la divisione dei 3 poteri, Montesquieu); • Centralizzazione dell’amministrazione statale: i sindaci sono nominati dall’alto e prendono il nome di podestà (lo stesso vale per prefetti); • Scioglimento dei partiti che avevano preso parte all’Aventino (=dopo il delitto Matteotti, socialisti, popolari e liberali progressisti, non si recarono in parlamento in segno di protesta); i deputati che avevano contestato astenendosi dai lavori parlamentari vengono dichiarati decaduti (parlamento è solo fascista); • Soppressione della democrazia interna al partito nazional fascista; • Abolizione della libertà di stampa; • Creazione di una polizia segreta (OVRA) per individuare e reprimere gli oppositori politici [in Germania si chiama Gestapo, in Russia CEKA]; • Istituzione di un tribunale per la difesa dello Stato che applica pene durissime, proprie del codice militare di guerra (come in Unione Sovietica, si ha un’identificazione tra partito e Stato, tanto che il Gran consiglio del fascismo diviene un organo statale). POLITICA ECONOMICA Dal 1922 (marcia su Roma) al 1925 (discorso dopo delitto Matteotti) Mussolini attua una politica economia liberista, basata sul e gestita dai privati, per ottenere il consenso della borghesia. Con dei decreti legge (leggi fatte dal governo, non dal parlamento), M. permette la gestione privata di alcuni servizi statali (assicurazioni e telefono già passati alla gestione statale con Giolitti); vengono introdotte anche agevolazioni fiscali per la classe media. Dal 1926, M. cambia politica e promuove una crescente ingerenza dello Stato nell’economia. Per diminuire i costi dell’importazione e contenere l’inflazione, cerca di rafforzare la lira, raggiungendo un cambio tra lira e sterlina equivalente a 90 lire per 1 sterlina (quota novanta); l’obiettivo viene raggiunto facendo circolare meno moneta, abbassando i salari e tagliando la spesa pubblica → si rafforza la moneta. M. mira inoltre anche a un’autosufficienza alimentare per limitare le importazioni di grano e promuove la battaglia del grano, con cui si incentivano economicamente gli agricoltori lo producono; l’Italia diviene autosufficiente, ma non esporta più vino e olio (coltivazioni di vite e ulivo ridotte a favore del grano). Il bilancio alla fine è svantaggioso: non si spende più per comprare il grano, ma non si guadagna nemmeno dall’esportazione dei prodotti tipici italiani. PATTI LATERANENSI Per aumentare il consenso, M. vuole riconquistare il favore dei cattolici realizzando una pacificazione tra Stato e Vaticano con i Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), per rimarginare una frattura risalente al 1874 (papa Pio IX, con il “Non expedit” vieta agli italiani di partecipare alla politica). Questa frattura è in parte rimarginata con Giolitti (patto Gentiloni, 1913). I Patti Lateranensi sanciscono l’indipendenza del Vaticano, riconoscono la religione cattolica come religione di Stato, conferiscono validità civile al matrimonio religioso e si impegnano a promuovere l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche (con Craxi si ha una revisione e la religione cattolica diventa facoltativa); il Vaticano, in cambio, riconosce lo Stato italiano e vieta ai membri dell’azione cattolica di fare politica. I Patti Lateranensi segnano il vertice della popolarità di M. e il papa ne parla come uomo della provvidenza. DALLO STATO AUTORITARIO ALLO STATO TOTALITARIO Le elezioni nel 1929 sono caratterizzate da una lista elaborata dal Gran consiglio del fascismo a cui il popolo può dare o meno il consenso: si passa perciò da un regime autoritario a un regime totalitario (no libertà). Nel 1934, Mussolini vara una politica economica corporativista: crea 22 corporazioni di mestiere che riuniscono i rappresentanti di imprenditori e lavoratori di uno stesso settore con l’obiettivo di creare una coesione sociale, una politica economica alternativa a capitalismo e socialismo (in realtà si ha solo una subordinazione dei lavoratori agli imprenditori). Nel 1939, la Camera dei deputati viene sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni: ormai, tutto il potere è delegato a Mussolini e al Gran consiglio del fascismo. Dopo il crollo della Borsa americana nel 1929, in Italia si registrano (e in Europa) fallimenti a catena e un aumento della disoccupazione; per fronteggiare la crisi, M. sostiene un maggior intervento statale nell’economia e crea 2 istituti statali: IMI (Istituto Mobiliare Italiano) e IRI (Istituto Ricostruzione Industriale), con l’obiettivo di finanziare le imprese ed evitare il fallimento delle maggiori banche del Paese. Intraprende inoltre un imponente piano di lavori pubblici: bonifiche (in Maremma), aumento della produzione agricola, fondazione di nuove città (=Sabaudia e Latinia). STATO SOCIALE La Costruzione di uno Stato totalitario coinvolge ogni aspetto della vita dei cittadini, compreso quello politico e demografico. Ci sono esoneri fiscali per chi ha molti figli (obiettivo=incrementare la popolazione), i lavoratori della pubblica amministrazione sono obbligati a prendere la tessera del partito per conservare il posto di lavoro, nelle scuole elementari viene introdotto il libro di testo unico, col fine di propagandare i valori del fascismo, mentre i docenti sono costretti a giurare fedeltà al fascismo (pochissimi si rifiutano, uno dei pochi è Salvemini). PROPAGANDA E FASCIO LITTORIO ►L’indottrinamento fascista si rivolge soprattutto ai giovani tramite organizzazioni giovanili col compito di educarli al valore del fascismo: da piccolini sono figli della lupa, poi i bambini passano al gruppo dei balilla e degli avanguardisti, mentre le bambine a piccole e giovani italiane. Ci sono anche i GUF (gruppi universitari fascisti), composti solo da ragazzi (donne non erano facevano Università). Nel 1937 viene creato Ministero della cultura popolare (Minculpop) per controllare cultura e informazione (popolo invonsapevole). Il regime si serve della propaganda dei mezzi di comunicazione di massa; in particolare, il cinema è controllato dall’Istituto Luce e prima di ogni spettacolo vi è un notiziario che racconta le vittorie del duce. Anche giornalisti ricevono indicazioni su delle veline riguardo cosa dire. ► L'ideologia fascista si richiama alla Roma antica, al fascio littorio (duce celebrato come novello Cesare); nasce inoltre il culto del capo (comune a tutte dittature). POLITICA ESTERA, ETIOPIA E ASSE ROMA-BERLINO ►Per tutti gli anni 20 M. è in buoni rapporti con le grandi potenze europee: Francia e Inghilterra. Nel 1934 si pone contro Hitler per bloccare il suo piano di annessione dell'Austria (per intimorirlo invia le truppe italiane al confine tra Italia e Austria). L’obiettivo H. è far eliminare il cancelliere austriaco Dolfus (ucciso) dai nazisti austriaci e creare uno Stato fantoccio, favorevole all'annessione dell'Austria nella Germania. Il tentativo fallisce anche grazie intervento Mussolini (inizialmente era dalla parte di Inghilterra e Francia). ►L’equilibrio si rompe 1935, con la conquista Etiopia (unico Stato africano rimasto indipendente): M. attacca, nonostante l'Etiopia facesse parte della Società delle Nazioni, e bombarda il Paese con aerei e gas tossici (armi non convenzionali, uccidono i civili, erano state usate anche in Libia). Nel 1936, con la sconfitta dell’Etiopia, nasce l’impero italiano in Africa orientale. La Società delle Nazioni risponde con sanzioni economiche per l’Italia, che però sono inefficaci, in quanto M. avvia campagna autarchica (non si compra dall'estero) con l'obietto di autosufficienza di grano e manifattura. La conseguenza principale della guerra è la rottura con le democrazie occidentali, che porta M. ad avvicinarsi ad H., per evitare l’isolamento; viene così stipulato (1936) l'Asse Roma-Berlino (-Tokio), cioè un’alleanza difensiva con l’obiettivo di revisionare i Trattati di Versailles. LEGGI RAZZIALI Altra conseguenza dell’avvicinamento a H. è la ripresa dell’ideologia razzista che, culmina nel “Manifesto degli intellettuali razzisti” (1938), un documento che sostiene l'esistenza di razze biologicamente distinte e l’esistenza di una razza ariana italiana. A San Rossore, Vittorio Emanuele III firma le leggi razziali del governo, che impongono l’identificazione ebrei (stella di David), vietano l’esercizio di molte professioni, escludono da un giorno all'altro i bambini dalle scuole pubbliche (avviene prima Italia e poi in Germania) e aboliscono i matrimoni misti. ANTIFASCISMO Negli anni 30 gli antifascisti sono un’esigua minoranza della popolazione, a causa della repressione di OVRA e tribunali speciali. Tra gli oppositori del regime vi sono Benedetto Croce (filosofo liberale), Sturzo (esiliato) e De Gasperi (cattolico a capo democrazia cristiana e protetto in Vaticano). Sul fronte socialista, i fratelli Rosselli (in esilio) fondano 'associazione Giustizia e Libertà (i due verranno poi uccisi dal regime), con l’obiettivo di dar vita ad un’insurrezione popolare contro il regime e favorire la nascita della Repubblica. Molti comunisti continuano ad operare in Italia come: Gramsci (poi arrestato,
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