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Storia universale della natura e teoria del cielo, Appunti di Filosofia

Storia universale della natura e teoria del cielo di Kant

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 31/03/2021

alice-evangelisti
alice-evangelisti 🇮🇹

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Scarica Storia universale della natura e teoria del cielo e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Liceo scientifico statale “Morando Morandi” A.S. 2020/2021 Classe 5 Y Alice Evangelisti Approfondimento di filosofia: Storia universale della natura e teoria del cielo Per Prof.ssa Poiatti INDICE 1. Introduzione 2. Struttura 2.1. Prefazione 2.2. Prima parte 2.3. Seconda parte 2.3.1. I capitolo 2.3.2. II capitolo 2.3.3. III capitolo 2.3.4. IV capitolo 2.3.5. V capitolo 2.3.6. VI capitolo 2.3.7. VII capitolo 2.3.8. VIII capitolo 2.4. Terza parte 3. Teoria nebulare 3.1. I problemi sulla teoria nebulare Bibliografia 2 Kant spiega la sua ipotesi più elementare delle scienze naturali che ai giorni nostri viene indicata come ipotesi nebulosa. Secondo essa, subito dopo la creazione, ciò che si vede è un insieme di materia, dispersa nel vuoto, caotica e informe. Proprio come una nebulosa o una nuvola, dove l’universo si trova in uno stato di riposo. I materiali hanno una massa differente e sono attratti tra loro in maniera diversa: i materiali più leggeri iniziano a muoversi verso i materiali più pesanti. Vicino ad un corpo celeste pesante c’è una regione di spazio che la circonda dove i corpi più leggeri sono attratti dalla sua forza e cadono in esso per formare un corpo centrale. I corpi che hanno densità leggermente maggiori, non sono più attratti dal corpo centrale, come quelli piccoli, ma anzi vengono respinti. Dopo aver incorporato materiali meno densi che sono nelle regioni attraverso cui passano, il loro movimento li porta a compiere un movimento che ha un'orbita approssimativamente circolare, la cui ampiezza corrisponde alla quantità di movimento che hanno acquisito nel loro movimento originale verso il corpo centrale emergente. In questo modo i vari pianeti si formano con le loro orbite stabili attorno a un corpo centrale in uno spazio altrimenti vuoto. 2.3.2. II capitolo Kant spiega le densità variabili dei pianeti, le differenze delle loro masse e trova conferma che esiste un rapporto con le densità relative della Terra e della sua Luna. Per ricavare la densità di un pianeta, uno dei fattori principali è la distanza originale tra un materiale e il suo corpo centrale. Infatti lui sosteneva che, in generale, esiste una relazione inversa tra la densità di un pianeta e la sua distanza dal corpo centrale. Lui considera vari fattori che vengono direttamente dalle sue ipotesi e le mette in relazione con i calcoli svolti da Newton. Per concludere, afferma che le masse dei pianeti si possono trovare perché sono direttamente proporzionale alla distanza dal Sole, essendo il corpo centrale con massa maggiore. Si occupa delle diverse densità dei pianeti e del rapporto tra le loro masse. Motivo per cui i pianeti più vicini sono di tipo più denso di quelli distanti. 2.3.3. III capitolo 5 Kant espone l’eccentricità delle orbite dei pianeti e le caratteristiche delle comete. Essendo i pianeti dei corpi con densità differenti che si sono creati tramite un moto vorticoso iniziale senza un ordine preciso; le loro orbite non potranno mai essere dei cerchi perfetti. L'eccentricità aumenta gradualmente con la distanza dal sole. Sostiene che le comete, non essendo tanto diverse dai pianeti, hanno orbite semplicemente più eccentriche, essendo corpi più leggeri. Aggiunge altri dettagli sulle comete: le loro code che formano al passaggio, la presenza in tutte le aree dello zodiaco, densità e massa. 2.3.4. IV capitolo Ovviamente se con il moto originale della creazione dei corpi si è creato l’intero universo, per forza anche la formazione delle lune deve essere avvenuta nella medesima maniera. La causa del movimento di queste lune con tutte le loro regole e perché solo i grandi pianeti hanno lune. I grandi corpi celesti hanno una massa sufficiente per attrarre corpi minori, come le lune, molti di essi ne hanno: Giove, Saturno e la Terra. Kant discute anche varie caratteristiche della rotazione assiale di pianeti e lune con ulteriori dati astronomici che devono essere tenuti in considerazione. Riguardo alla posizione degli assi planetari rispetto al piano delle loro orbite e postamento dei loro assi. Frontespizio dell'edizione originale 2.3.5. V capitolo Inizia a parlare del mantenimento di uno dei fenomeni che al tempo si pensava fosse unico, ma che in realtà non è così, cioè gli anelli di Saturno. Nello specifico sostiene che i corpi essendo formati con la medesima materia delle comete quindi devono avere caratteristiche simili. Però le comete sono più leggere di Saturno e si uniscono sopra la sua superficie. Di seguito sollevati a causa del calore prodotto dal pianeta e della maggiore velocità dell’equatore, si creano gli e per questo si spiega la loro posizione. Il filosofo sostiene che gli anelli, per mantenere il loro moto, devono avere distanze diverse dal pianeta e la loro velocità deve essere diversa. Fondamentale anche il fatto che non ci sia un’interazione diretta tra i corpi, lo spazio tra di loro non è tanto, ma abbastanza da mantenere il moto senza scontrarsi. Kant cerca di trovare la velocità di rotazione di Saturno, visto che non poteva essere calcolata osservando dal telescopio, tramite il rapporto tra gli anelli. Infine darà la sua ipotesi per cui altri 6 pianeti non hanno anelli intorno ad esso come quello di Saturno. 2.3.6. VI capitolo Contiene una breve discussione della Luce zodiacale e delle sue (apparenti) somiglianze e (reali) differenze dagli anelli di Saturno. 2.3.7. VII capitolo Kant amplia le sue idee portando lo scritto ad altri obiettivi, più generali, l’argomento principale è lo spazio e il tempo. Considera la possibilità che non solo essi siano infiniti, ma pure la strutture di tutti i sistemi che conosciamo nell’universo si ottengano attraverso l'infinità di spazio e tempo. Essendo lo spazio infinito, però ci deve essere una massa centrale molto grande che serve come punto centrale, dove tutte le galassie sono spinte dalle forze attrattive, che si estendono all'infinito. Uguale a come si è creato l’universo, tramite la nebulosa, con materiale di densità diverse che si attraggono in un moto circolare, così anche le varie galassie che si estendono da questo punto centrale si formano nel tempo. Successivamente, come in origine i corpi sono fondamentali per la creazione di tutto, con le loro masse, anche ciò che già esiste prima o poi si deteriora, tornando allo stato originale. Esiste una successione continuazione della creazione in tutta l'infinità di tempi e spazi attraverso lo sviluppo incessante di nuovi mondi. Inoltre, Kant afferma che questo è legato necessariamente all'infinità e alla perfezione di Dio, dimostrando un tipo di bellezza che i poeti (come Haller, Addison e soprattutto Pope) hanno tentato di esprimere attraverso i loro versi. Finisce il capitolo con discussioni metafisiche ed estetiche; e con un capitolo supplementare straordinariamente scientifico che cerca di spiegare la costituzione dei soli (corpi ardenti che alla fine sarebbero estinti dopo aver consumato tutta l'aria necessaria per bruciare i loro fuochi). 2.3.8. VIII capitolo Kant conclude la seconda parte riassumendo le caratteristiche principali del suo racconto meccanico della formazione dell'universo. Espone, inoltre, tesi opposte all’idea che maggiormente va contro il suo pensiero, mostrandone le debolezze. Questa tesi opposta è, inevitabilmente, che tutto ciò di cui ha parlato Kant e le spiegazioni meccaniche della costruzione dell’universo siano dovute da Dio (o, come dice lui, la mano di Dio). Ovviamente lui è consapevole del fatto che non ha risposto a tutte le domande che sorgono immediate quando si parla dell’universo. Perché, ad esempio, tutti i pianeti orbiterebbero intorno al Sole nella stessa direzione se non fosse dovuto alla loro comune origine meccanica? Perché non avrebbero movimenti perfettamente circolari se le loro orbite fossero state selezionate direttamente da Dio? Perché le masse dei pianeti dovrebbero corrispondere alla regione vuota che circonda 7
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