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Storicismo tedesco Weber e Goffman, Appunti di Sociologia

Approfondimento sociologico sullo storicismo tedesco. Teoria di Weber e di Goffman

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/06/2021

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martabonomi_99 🇮🇹

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Scarica Storicismo tedesco Weber e Goffman e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! STORICISMO TEDESCO Lo Storicismo tedesco è un movimento filosofico-culturale che si sviluppa in Germania negli ultimi due decenni del XIX secolo in opposizione al Positivismo. L’ obiettivo fu quello di dare una fondazione gnoseologica alla conoscenza storica, avvertita come un tipo di conoscenza interessata a eventi individuali, unici e irripetibili. I Positivisti consideravano le scienze naturali il modello cui adeguare quelle dell’uomo e ritenevano che lo stesso metodo scientifico dovesse essere applicato in ogni campo del sapere. Pensavano inoltre che la ricerca scientifica, sia in campo umano che naturale, servisse a scoprire le leggi generali e a ricostruire i meccanismi insiti nella realtà. Gli Storicisti tedeschi, invece, iniziarono a pensare che lo studio delle vicende umane fosse un campo completamente differente rispetto a quello del mondo naturale, che si trattasse cioè proprio di due diversi ordini di scienza. Per gli Storicisti l’intento è cogliere i singoli eventi nella loro individualità , unicità e irripetibilità. Ogni fatto è un evento completamente a sé e va capito come tale. Lo scienziato che spiega guarda ai fenomeni dall’esterno, nota gli eventi ripetitivi e inferisce connessioni causali; invece chi è teso a comprendere si sforza di cogliere le esperienze umane dall’interno, usando l’ empatia ed è pertanto è interessato a ricostruire il mondo mentale degli individui che studia, le loro percezioni, i pensieri e le intenzioni. Wilhelm Dilthey: il suo intento è quello di fondare la validità delle “scienze dello spirito” (storia, sociologia, psicologia, diritto, economia politica) differenziandole nettamente dalle scienze della natura. In esse si comprendono i fenomeni. Gli Storicisti si oppongono al metodo positivista comtiano di voler ridurre le scienze storico-sociali al modello di quelle naturali. L’oggetto delle scienze della natura sono i fenomeni esterni all’uomo, mentre le scienze dello spirito studiano il mondo dei rapporti fra gli individui, e questo è un mondo di cui l’uomo ha una coscienza immediata. È l’osservazione esterna che ci dà i dati delle scienze naturali, mentre è quella interna (cioè l’esperienza vissuta) che ci offre quelli delle scienze dello spirito. Ciò è possibile perché l’uomo può, attraverso l’intendere, che è un “ritrovamento dell’io nel tu”, capire le esperienze e le istituzioni degli uomini. Wilhelm Windelband distingue le discipline scientifiche in scienze nomotetiche e scienze idiografiche. Le prime sono quelle che cercano di determinare le leggi generali che esprimono la regolarità dei fenomeni; le seconde, invece, pongono la loro attenzione sul fenomeno singolo per comprenderne la sua specificità e individualità. MAX WEBER Storico di economia, giurista e sociologo. 1904-05 L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1922 Il metodo delle scienze storico-sociali, 1922 Economia e società. Weber cercò di conciliare tendenze positivistiche ed ermeneutiche (cioè interpretative), fondendo in un approccio originale gli aspetti validi di entrambe: creò così quella corrente che va sotto il nome di sociologia comprendente. Dallo storicismo ricavò la lezione della rilevanza della soggettività, ma rigettò l’idea che la scienza sociale possa fermarsi alla descrizione dei particolari, riducendosi a una collezione di eventi. Il Positivismo sbagliava a guardare i fatti umani dall’esterno (in modo distaccato), escludendo il punto di vista soggettivo, ma aveva ragione a cercare leggi generali e spiegazioni. Quindi per Weber la sociologia deve comprendere le esperienze umane nella loro particolarità ma anche, da quello studio, ricavarne modelli generali. Funzionalismo e teorie del conflitto avevano privilegiato i condizionamenti esterni a cui gli individui erano sottoposti e avevano considerato «coercitiva» la società; nelle sociologie comprendenti, invece, si dà importanza alle azioni individuali e alla possibilità che le persone intervengano nella realtà sociale e che concorrano sia a crearla che a modificarla. Perciò più che studiare la società ci si interessa alla vita sociale. Altra caratteristica è l’insistenza sull’analisi microsociologica, cioè la maggior attenzione ai fenomeni di grandezza ridotta e alle interazioni quotidiane. si parte dal presupposto che i fenomeni di vasta portata vadano capiti dal basso; l’analisi macrosociologica è possibile solo sulla base di quella microsociologica, sulla base dei dati raccolti nel «mondo sociale più piccolo». Per Max Weber la sociologia e le altre scienze sociali non devono occuparsi dell’intera realtà sociale, ma dell’agire sociale. L’agire sociale è il comportamento di uno o più individui in relazione al fatto che si è consapevoli della presenza degli altri, cioè della società. L’interesse delle scienze sociali è rivolto alle uniformità riscontrabili nell’agire umano il quale, in quanto agire sociale, è un agire determinato dal costante riferimento all’atteggiamento degli altri. Weber offre uno spunto metodologico al sociologo. Metodologia di Weber: i dati empirici vengono selezionati sulla base dei valori che ispirano il sociologo. I valori qui non sono da intendere nel senso di moralità, norme o orientamenti personali del sociologo, ma ciò che egli ritiene centrale da esaminare per valutare un fenomeno. Il rischio delle scienze storico-sociali è quello di cadere nell’intuizione, nel sentimento e nello studio delle esperienze personali. La sociologia, pur nella comprensione dell’agire umano, deve adottare un metodo scientifico attraverso la spiegazione causale dei fenomeni sociali . Il sociologo, quindi, non studia l’infinita realtà ma precisi fenomeni (o elementi e aspetti di un avvenimento), operando una selezione fra essi in base ai propri valori (cioè interessi). Il riferimento ai valori non ha nulla a che vedere, in Weber, con i giudizi personali (totalmente ascientifici). Il valore è un principio di scelta; esso serve a stabilire quali siano i problemi, gli aspetti dei fenomeni, cioè il campo di ricerca in cui procederà l’indagine oggettiva in vista della spiegazione causale dei fenomeni. Weber distingue nettamente fra conoscere e valutare, fra giudizi di fatto e giudizi di valore. Per lui la scienza sociale, in quanto scienza, è avalutativa, nel senso che cerca la verità e fornisce spiegazioni e non valuta o giudica. Weber difende, in tal modo, la libertà della scienza da valutazioni etico-politico-religiose. Allo scopo di dare sufficiente rigore a tutta una gamma di concetti utilizzati nelle indagini storico-sociali, Weber propone la cosiddetta teoria del tipo ideale. Proprio perché la complessa realtà sociale è aperta a interpretazioni diverse, è necessario elaborare tipologie, cioè strumenti metodologici di ricerca. Weber definisce tipi-ideali i concetti che sono alla base delle sue tipologie. Un tipo-ideale è un’astrazione, una riduzione della realtà che ha la capacità di offrire e facilitare l’interpretazione di un determinato fenomeno sociale o storico. E’ un modello interpretativo che non pretende di riprodurre esattamente la realtà. In “Economia e società” Weber distingue quattro tipi ideali dell’ agire sociale ( in cui opera la ragione, vista come “consapevolezza progettuale”): 1. agire razionale rispetto a uno scopo 2. agire razionale rispetto a un valore 3. azione affettiva 4. azione tradizionale. La capacità sta nel rendere possibile la comparazione tra fenomeni diversi. Il tipo ideale è un’idea di qualcosa che funge da riferimento. Questi tipi di azioni si ritrovano più o meno mescolati nella vita sociale, ma la loro classificazione è necessaria per poter interpretare la vita sociale. L’imprenditore che progetta un investimento compie un’azione razionale rispetto allo scopo: esamina con mezzi razionali il rapporto tra i mezzi che ha a disposizione e gli scopi che intende ottenere. Il capitano che cola a picco con la nave che affonda invece di
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