Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Stratificazione e classi sociali, Sintesi del corso di Sociologia

La stratificazione sociale e le disuguaglianze tra individui e gruppi nelle società umane. Vengono presentati i quattro sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane: schiavitù, caste, ceti e classi. Viene inoltre presentato l'approccio teorico di Marx alla stratificazione delle classi sociali. una panoramica storica e sociologica sulla stratificazione sociale.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 02/05/2022

giulia-fallo
giulia-fallo 🇮🇹

4.1

(10)

31 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Stratificazione e classi sociali e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! C.6 : STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI Per descrivere le disuguaglianze tra individui e gruppi nelle società umane, i sociologi parlano di stratificazione sociale, che non è intesa solo in rapporto ai fattori economici, ma anche al genere, l’età, l’appartenenza religiosa. Individui e gruppi hanno un accesso ineguale alle risorse sulla base della posizione che occupano nella stratificazione. La “stratificazione” è intesa come un sistema di disuguaglianze strutturate tra gruppi sociali, in cui i privilegiati si trovano in alto e i meno privilegiati in basso. Tutti i sistemi sociali stratificati possiedono 3 caratteristiche fondamentali :  La stratificazione riguarda categorie di persone accomunate da determinate caratteristiche ;  Le esperienze e le opportunità individuali dipendono dalla posizione relativa della categoria sociale di appartenenza ;  I rapporti tra le diverse categorie sociali tendono a cambiare lentamente . Possiamo distinguere storicamente 4 sistemi fondamentali di stratificazione delle società umane, fondati rispettivamente sulla schiavitù, le caste, i ceti e le classi. ►SCHIAVITU’ È una forma estrema di disuguaglianza, per cui alcuni individui sono letteralmente posseduti da altri come loro proprietà. La condizione giuridica del rapporto di schiavitù varia a seconda della società. Talvolta gli schiavi sono privi per legge di quasi ogni diritto, mentre in altre società la loro posizione era piuttosto simile a quella dei servi. Oggi la schiavitù è illegale in tutti i paesi del mondo, anche se esiste tuttora in alcuni luoghi e da studi recenti sappiamo che continuano a esserci persone tenute in soggezione con la forza contro la loro volontà. ►CASTE E’ una forma di stratificazione in cui la posizione sociale dell’individuo è fissata per tutta la vita. Nelle società basate sulle caste tutti devono rimanere al livello sociale in cui sono nati. La condizione sociale dell’individuo si fonda su caratteristiche personali visibili come la razza, l’etnia, il colore della pelle, la religione o la casta dei genitori, che si ereditano alla nascita e sono pertanto ritenute immutabili. In epoca postmoderna i sistemi di casta erano diffusi in tutto il mondo. In Europa, gli ebrei erano trattati come una casta a sé, costretta a vivere in quartieri delimitati, senza la possibilità di contrarre matrimoni interrazziali o di avere rapporti con i non ebrei. La “purezza” della casta viene mantenuta spesso con la regola dell’endogamia, ovvero l’obbligo per tradizione o per legge di contrarre matrimonio all’interno del gruppo sociale di appartenenza. Secondo gli studiosi indù, la casta più alta è quella dei brahmini (saggi e leader spirituali), e la casta più bassa è quella dei dalit, da cui proviene il significato “oppressi”, “intoccabili”, con cui va assolutamente evitato ogni contatto. Gli intoccabili possono svolgere in società solo i lavori infimi, come smaltire i rifiuti. Prima della sua abolizione nel 1992, il sistema di caste sudafricano detto apart-heid separava rigidamente dai bianchi gli africani di pelle nera, gli indiani, i coloured (individui di razza mista) e gli asiatici. In questo sistema la casta era fondata esclusivamente sull’appartenenza razziale. I bianchi, ossia il 15% della popolazione, controllavano la ricchezza, mentre i neri, ossia i tre quarti della popolazione, erano segregati nei bantustan, da cui potevano uscire solo per lavorare per la minoranza bianca. ►CETI Il sistema dei ceti è caratterizzato dal feudalesimo europeo. I ceti feudali erano formati da strati con doveri e diritti diversi, a volte fissati a norma di legge. In Europa il ceto superiore era composto dall’aristocrazia e dalla piccola nobiltà. Il clero formava un altro ceto, con uno status inferiore al precedente ma con importanti privilegi di varia natura. Funzionari, contadini liberi, mercanti e artigiani appartenevano a quello che veniva chiamato “terzo cerchio”. A differenza di quanto avviene nei sistemi di casta, tra i ceti si tollerava un certo grado di mobilità ed erano ammessi i matrimoni misti. I cittadini non nobili potevano essere elevati al rango di cavaliere. In passato i ceti tendevano a svilupparsi ovunque esistesse un’aristocrazia tradizionale fondata sul concetto di “nobiltà per nascita”. Nei sistemi feudali dell’Europa medievale, i ceti erano strettamente legati alle corti, cioè costituivano un sistema di stratificazione locale. Negli imperi centralizzati, come quello cinese o giapponese, l’organizzazione dei ceti aveva base nazionale. A volte le differenze tra i ceti erano giustificate dalla religione, ma raramente con quella rigidità caratteristica del sistema di caste induista. ►CLASSI Sono vasti gruppi di individui che condividono lo stesso tipo di risorse economiche, che influiscono fortemente sulle loro condizioni di vita. Il possesso di beni e ricchezze e il tipo di occupazione costituiscono le basi primarie delle differenze di classe. Le classi si distinguono dalle altre forme di stratificazione in quattro modi fondamentali : ∼ I sistemi di classe sono fluidi : non esistono restrizioni formali ; ∼ La collocazione di classe è almeno in parte acquisita : non è semplicemente prescritta alla nascita ; ∼ La classe ha un fondamento economico, le disuguaglianze consistono nel possesso e nel controllo di risorse materiali ; ∼ I sistemi di classe si basano su rapporti impersonali : non vi sono rapporti stringenti di diritti e doveri. ►APPROCCI TEORICI : MARX Marx si è occupato della stratificazione delle classi sociali, ma nonostante ciò non è mai riuscito a fornire un’analisi sistemica del concetto di “classe”. Marx studiò le società classiste nel tentativo di comprendere il loro funzionamento, pervenendo alla tesi centrale, secondo cui le società industriali si fondano su relazioni economiche di tipo capitalistico. Per lui il capitalismo industriale si fonda su un sistema di rapporti di classe che prevede lo sfruttamento dei lavoratori e che deve essere rovesciato. Per Marx una classe è un gruppo di individui che condividono un determinato rapporto con i mezzi di produzione, cioè i mezzi attraverso cui provvede al proprio sostentamento. In tal modo ogni società ha al suo centro un sistema di classi. Le due classi principali diventano, secondo la logica del capitale, coloro che detengono questi mezzi di produzione, cioè la borghesia capitalista, e quella di coloro che si guadagnano da vivere vendendo la propria forza lavoro, cioè la “classe operaia” o proletariato. Tra le classi vige, secondo Marx, un rapporto di sfruttamento, in cui per esempio, nel caso delle società feudali, i contadini erano costretti a versare una certa quota della loro produzione ai proprietari terrieri, oppure a lavorare per un dato numero di giorni al mese nei campi di questi ultimi. Secondo Marx, nel corso della giornata lavorativa gli operai producono più valore di quello che ricevono sotto forma di salario. Di questo plusvalore si appropriano i capitalisti come loro profitto. Supponendo che un gruppo di lavoratori tessili produca cento abiti al giorno, se la vendita di 75 abiti copre il costo dei salari pagati ai lavorati, alle attrezzature e agli impianti, il ricavo derivante dalla vendita dei rimanenti 25 costituisce il profitto. Con lo sviluppo dell’industria moderna, invece, si assiste a una produzione di ricchezza mai vista prima, ma gli operai rimangono relativamente poveri, mentre cresce la ricchezza accumulata dai capitalisti. Marx impiega il termine pauperizzazione per indicare il processo mediante il quale la classe operaia subisce un progressivo impoverimento rispetto a quella capitalistica. Anche se gli operai accrescono il proprio benessere in termini assoluti, la differenza tra loro e i capitalisti continua ad allargarsi. Queste due disuguaglianze tra capitalisti e operi non sono di natura strettamente economica. Marx osserva che con la meccanizzazione della produzione, il lavoro diventa spesso noioso, monotono e insoddisfacente e gli operai vivono una condizione di alienazione dal loro lavoro e dai suoi obiettivi: invece di essere di per sé fonte di soddisfazione, il lavoro è finalizzato esclusivamente a guadagnare denaro. Critiche del marxismo :  La sua divisione della società è eccessivamente semplicistica ;  Non si è avverata la previsione di una rivoluzione comunista guidata dalla classe operaia nelle società avanzate ;  La coscienza di classe era una conseguenza delle esperienze condivise del proletariato, ma oggi gli individui tendono meno a identificarsi con la loro posizione di classe. WEBER L’approccio weberiano al problema della stratificazione riprende l’analisi di Marx, anche se poi Weber giunse a conclusioni nettamente diverse sul capitalismo e sulle sorti della classe operaia. Anche per Weber la società è caratterizzata da conflitti per le risorse materiali e il potere. Ma mentre Marx vede nella polarizzazione delle relazioni di classe economicamente fondate il nucleo del conflitto sociale, Weber sviluppa una concezione più compressa e multidimensionale della società. A suo avviso la stratificazione sociale non si esaurisce nelle classi economicamente fondate, ma risulta da due ulteriori determinanti : lo status e il partito. Questi due fattori producono un enorme numero di possibili posizioni nella società, anziché il rigido modello proposto da Marx. Weber individua una più ampia varietà di fattori economici rilevanti per la formazione delle classi, tra cui la proprietà. Weber ritiene che sia questa posizione di mercato a influenzare in maniera determinante le opportunità che si offrono a un individuo. Coloro che svolgono mansioni direttive o professionali godono di un reddito e di condizioni lavorative migliori rispetto ai lavoratori manuali. Chi possiede determinate qualifiche (titoli, diplomi, capacità acquisite) si trova in una posizione di mercato più vantaggiosa rispetto a chi non le possiede. Lo status, secondo Weber,viene riconosciuto attraverso lo stile di vita: diversi contrassegni e simboli di status (abitazione, abbigliamento, il modo di parlare, i costumi) contribuiscono a costruire la reputazione sociale di un individuo agli occhi degli altri. Le persone che godono dello stesso status formano un gruppo con un senso d’identità condiviso. Mentre Marx credeva che le distinzioni di status fossero una conseguenza delle divisioni di classe, per Weber lo status varia spesso indipendentemente dalla classe. Nelle società moderne, sottolinea Weber, il partito è un fattore importante nella distribuzione del potere, e può influenzare la stratificazione indipendentemente dalla classe e dallo status. Il termine “partito” definisce un gruppo di individui che operano insieme in virtù di origini, obiettivi o interessi comuni. Marx tendeva a spiegazione sia lo status sia il partito in termini di classe. ERIK OLIN WRIGHT Ha sviluppato una teoria che combina approcci marxisti e weberiani. Egli ha piuttosto preso in considerazione il grado di controllo che i membri delle diverse classi sociali esercitano sul processo di produzione. Secondo Wright, nel sistema di
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved