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Stratificazione sociale: teorie e caratteristiche, Sintesi del corso di Sociologia

Il concetto di stratificazione sociale e le sue caratteristiche principali, come la distribuzione delle ricompense materiali e simboliche e i rapporti di potere. Vengono inoltre presentate le teorie funzionalistiche e del conflitto, con i loro sostenitori e le loro argomentazioni. Viene anche descritta la teoria della stratificazione sociale di Weber, che distingue tra classi possidenti e acquisitive, e la situazione di ceto. Il documento si conclude con la descrizione della strategia della chiusura sociale adottata dai ceti per migliorare la loro situazione.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 27/07/2022

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Scarica Stratificazione sociale: teorie e caratteristiche e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Con il concetto di stratificazione sociale, generalmente, si indica il sistema delle disuguaglianze strutturali di una società, nei suoi 2 aspetti principali: 1. Distributivo: ammontare delle ricompense materiali e simboliche ottenute dagli individui e dai gruppi di una società; 2. Relazionale: ha a che fare con i rapporti di potere esistenti fra di essi Gli studiosi di scienze sociali si sono chiesti se la stratificazione sociale fosse un fenomeno universale e nonostante la risposta prevalente sia affermativa, vi sono società che sono tendenzialmente egualitarie per quanto riguarda le risorse materiali e simboliche della famiglia: un esempio sono quelle di caccia e raccolta e le orticole; gli antropologi hanno indicato 2 motivi che ne spiegano il motivo:  Il nomadismo di queste popolazioni, che ostacola l’accumulazione di grand quantità di risorse;  L’applicazione del principio di reciprocità, che porta a condividere con gli altri le scarse risorse disponibili, è quello che permette di massimizzare le possibilità di sopravvivenza. Il sociologo Lenski ha individuato le condizioni che favoriscono le disuguaglianze sociali; egli afferma che le società industriali hanno un grado di disuguaglianza maggiore di quelle di caccia e raccolta, ma minore di quelle agricole che le hanno precedute; infatti, si può affermare che le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza crescono all’aumentare del surplus economico e all’aumentare della concentrazione del potere politico. Le più importanti teorie della stratificazione sono: TEORIA FUNZIONALISTICA: formulata in modo articolato e rigoroso solo dopo la 2°G.M., i suoi sostenitori hanno cercato di spiegare le caratteristiche universali della stratificazione sociale; secondo Davis e Moore “la principale necessità funzionale che spiega la presenza universale della stratificazione è precisamente l’esigenza sentita da ogni società di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale”. Le argomentazioni dei funzionalisti sono riassumibili in 4 punti: a. In ogni società non tutte le posizioni hanno la stessa importanza funzionale, alcune sono più rilevanti di altre b. In ogni società il numero delle persone dotate di quelle capacità che possono essere convertite nelle competenze appropriate ad occupare quelle posizioni è limitato e scarso c. La conversione delle capacità in competenze implica un periodo di addestramento, durante il quale vengono sostenuti sacrifici di varia natura da parte di coloro che vi sottopongono d. Per indurre le persone capaci a sottoporsi a questi sacrifici, è necessario dar loro delle ricompense materiali e morali TEORIA DEL CONFLITTO: i sostenitori ritengono che le disuguaglianze esistano perché i gruppi sociali che ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri, in una situazione di conflitto continuo; all’interno di questa teoria, vi sono 2 impostazioni diverse:  Marx Nel 1848 Marx ed Engels, nel ‘Manifesto del Partito Comunista’, introducono il concetto di classe sociale ma non lasciano né una trattazione organica né una definizione formale; secondo Marx la base delle classi risiede nella sfera economica ma questo non significa che tutto si riduca alla contrapposizione tra ricchi e poveri. In ogni società, l’asse portante delle classi si trova nei rapporti di produzione e nelle relazioni di proprietà: un piccolo numero di persone ha la proprietà dei mezzi di produzione e la maggior parte della popolazione ne è esclusa. Secondo la teoria di Marx, le classi sono dei raggruppamenti omogenei di persone che hanno lo stesso livello di istruzione, di consumo, gli stessi valori e credenze, e la stessa concezione di vita e del mondo; sono soggetti collettivi capaci in certe condizioni di azione unitaria. Egli fa una distinzione tra classe in sé: insieme di individui che si trovano nella stessa posizione rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione; e classe per sé: insieme di individui che prendono coscienza di avere degli interessi comuni e di appartenere alla stessa classe. I fattori che facilitano il passaggio da una classe all’altra sono 3: 1. Fattori che facilitano le comunicazioni fra gli appartenenti ad una classe: aumentano la visibilità e la trasparenza delle struttura di classe 2. Fattori che riducono le stratificazioni interne ad una classe: quanto più una classe è omogenea, tanto più facile è che i suoi componenti acquistino coscienza di farne parte 3. Fattori che rendono più rigide le barriere di classe: quanto maggiore è la mobilità esistente in una società, tanto più difficile è che si formino classi per sé  Weber egli ha elaborato una teoria della stratificazione sociale a più dimensioni, infatti, era convinto che le fonti delle disuguaglianze e i principi di aggregazione degli individui risiedessero in 3 sfere: l’economia(interessi materiali comuni), la cultura(comuni interessi ideali) e la politica(partiti di potere per il controllo dell’apparato di dominio). Il criterio di fondo dell’appartenenza a una classe è la situazione di mercato, i mercati sono 3: - Mercato del lavoro: classe operaia vs. imprenditori - Mercato del credito: debitori vs. creditori - Mercato delle merci: consumatori vs. venditori Weber distingue fra:  Classi possidenti privilegiata in senso positivo: costituite da redditieri che ricavano i loro redditi da schiavi, terre, miniere, impianti di lavoro, navi.  Classi possidenti privilegiate in senso negativo: costituite da coloro che non dispongono di nulla.  Classi acquisitive privilegiate in senso positivo: costituite da imprenditori di vario tipo e da professionisti forniti di un alto livello di preparazione.  Classi acquisitive privilegiate in senso negativo: costituite dai lavoratori. Situazione di ceto = “ogni componente tipica del destino di un gruppo di uomini, la quale sia condizionata da una specifica valutazione sociale, positiva o negativa, dell’onore che è legato a qualche qualità comune di una pluralità di uomini” L’onore di ceto = “si esprime normalmente … nell’esigere una condotta di vita particolare da tutti coloro i quali vogliono appartenere ad una data cerchia. Connessa con ciò è la limitazione dei rapporti sociali”; questa limitazione si esprime nel connubium e nella commensalità. Le relazioni fra classi e ceti sono molto complesse: i primi hanno origine dalla divisione del lavoro, dall’articolazione in occupazioni; mentre i secondi sono di origine etnica o religiosa. Per migliorare la loro situazione, i ceti seguono la strategia della chiusura sociale, restringendo gli accessi alle risorse e alle opportunità ad uno strato limitato di persone dotate di certi requisiti. TEORIA DELLO SQUILIBRIO DI STATUS: Lenski e altri sociologi americani si rifacevano ad una concezione pluridimensionale della stratificazione sociale come quella di Weber: in ogni società vi è una pluralità di gerarchie e ciascun individuo occupa una posizione in ognuna di queste gerarchie. Si parla di equilibrio di status quando una persona si trova in ranghi equivalenti nelle diverse gerarchie, mentre si parla di squilibrio di status quando un individuo non si trova allo stesso livello in tutte le gerarchie e occupa una posizione alta in una di queste e una posizione bassa in un’altra.
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