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La Crisi Agraria della Repubblica Romana: Strutture e Cause, Sintesi del corso di Storia Romana

La crisi agraria nella repubblica romana, una situazione sociale e economica caratterizzata dalla mancanza di terre per i contadini liberi e proprietari. La crisi interessa soprattutto l'ager publicus, il patrimonio demaniale dello stato, e ha implicazioni giuridiche, geografiche-economiche e civico-demografiche. La storia della questione agraria, le dimensioni geografiche e i precedenti della politica gracchana.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 03/08/2021

gian_bardo97
gian_bardo97 🇮🇹

3.9

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49 documenti

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Scarica La Crisi Agraria della Repubblica Romana: Strutture e Cause e più Sintesi del corso in PDF di Storia Romana solo su Docsity! STRUTTURE DELL’ITALIA ROMANA di C. Nicolet III - LA <<QUESTIONE AGRARIA>> La storia della Repubblica è praticamente scandita dalla crisi agraria. La “questione agraria” non è una crisi agricola ma ha aspetti economici, anche se essi sono subalterni; in realtà la questione è sociale: la nuova agricoltura italica nutre un numero minore di contadini liberi e proprietari, soprattutto nelle zone dove l’allevamento ha preso il posto dell’agricoltura. Molti cittadini sono costretti a trasferirsi nelle città ma richiedono terre da coltivare. La crisi agraria inoltre riguarda esclusivamente l’ager publicus; le terre private non interessavano lo Stato. Si ha dunque 3 livelli di crisi: giuridico, geografico-economico e civico-demografico. 1. L’AGER PUBLICUS: DATI GIURIDICI L’ager publicus (terreno demaniale di proprietà collettiva dello Stato) è il patrimonio del popolo, magistrati e senato sono responsabili della sua amministrazione e tecnicamente era possibile, anche se disdicevole, alienare alcune porzioni o usarle per creare colonie. I terreni paludosi o boscosi erano appaltati per il pascolo mentre quelli coltivabili erano spesso lasciati ai vecchi proprietari dietro il pagamento di un canone. I terreni incolti e mai assegnati potevano essere occupati da chi ne avesse la possibilità senza tuttavia che divenisse una proprietà privata; questo causò ovviamente usurpazioni e conflitti, nonostante sporadici controlli statali. Il regime dell’ager publicus era di fatto ambiguo ed è da questa ambiguità che deriva la crisi agraria. 2. LA DIMENSIONE GEOGRAFICA La nostra documentazione sulla geografia dell’ager publicus è purtroppo estremamente lacunosa. Abitualmente i romani confiscavano una parte variabile del territorio dei popoli vinti. Alcune fonti potrebbero essere testi storici, la letteratura tecnica degli agrimensori, i cippi graccani e l’archeologia aerea. Alla geografia dell’ager publicus è legato il problema demografico: i cittadini autosufficienti erano preziosi perché militarizzabili e il loro numero continuava a calare per le espropriazioni o le usurpazioni dei terreni. Anche sotto l’aspetto demografico la crisi si riallaccia agli aspetti giuridici e sociali del problema. 3. I PRECEDENTI DELLA POLITICA GRACCANA Tiberio Gracco in un primo tempo presentò la sua “rogatio” agraria come il rinnovamento di una legge precedente che stabiliva l’impossibilità di possedere più di 500 iugeri dell’ager publicus, anche se è ancora discusso di quale legge si trattasse. La sua applicazione era però quasi impossibile a causa degli espedienti escogitati dai grandi possessori. 4. LA LEGGE SEMPRONIA E IL SUO DESTINO (133-111 a.C.) In un primo tempo Tiberio ed i suoi consiglieri avrebbero redatto una proposta moderata che sarebbe diventata più radicale in risposta all’opposizione degli avversari. Eccoi punti principali della legge: a) limitazione del diritto di possesso; inizialmente era prevista un’indennità per i surplus recuperati che sarebbe scomparsa nella seconda stesura. In compenso si accordava ai proprietari il pieno diritto di proprietà e l’ager divenne da pubblico a privato. b) Distribuzioni ai cittadini poveri di lotti inalienabili di estensione variabile, di cui non si sa se avessero diritto di proprietà o solo godimento. c) Nomina di un triumvirato agrario incaricato del recupero del trasferimento e dell’assegnazione dei terreni, a cui si sarebbero aggiunte con una legge successiva competenze giuridiche sui contenziosi agrari. Esso doveva dividere l’agro pubblico da quello privato, stabilire i confini ed esaminare i titoli di proprietà e concessione. Il primo triumvirato agrario fu composto da Tiberio, suo fratello Caio e il suocero Appio Claudio. Dovettero incontrare difficoltà giuridiche e sociali molto vaste, ma la legge agraria pare dai censimenti aver funzionato anche se è impossibile per noi quantificare con precisione gli effetti. È però probabile che i possessores allontanati fossero in gran parte italici piuttosto che romani. Nel 123 Caio Gracco, divenuto tribuno, fece votare un’altra legge agraria che doveva essere simile a quella del fratello ma che comprendeva anche la fondazione di alcune colonie. Fin dal 121 erano state proposte leggi che pur non abolendo la legge agraria la snaturavano: possibilità di vendere il proprio lotto, il terreno anziché essere distribuito sarebbe stato venduto e il ricavato destinato al popolo (limitando comunque l’aumento dei cittadini). Ciò che rimaneva dell’ager publicus fu per la maggior parte dichiarato privato con o senza pagamento d’indennità. Solo i terreni liberi restavano pubblici, ma il diritto al pascolo ne rendeva difficile il recupero. 6. LA QUESTIONE AGRARIA DA APPULEIUS SATURNINUS (103- 100) FINO ALL’EPOCA DEL SECONDO TRIUMVIRATO Le leggi dei Gracchi miravano alla creazione di uno strato di cittadini militarizzabili. Con Silla (81) e Cesare (59) si ha l’assegnazione di terra ai veterani dei propri eserciti: politica agraria e coloniale si confondono. Livio Druso (91) ripropose un nuovo recupero di ager publicus a danno dei possessores ma questa proposta allarmò gli alleati italici. Le distribuzioni sillane avvennero grazie alla confisca di terre di comunità che avevano parteggiato per Mario e si crearono una ventina di colonie i cui lotti erano inalienabili (ma ciò non fu più rispettato). Le terre invece frutto delle proscrizioni vennero vendute, accelerando il fenomeno di concentrazione della proprietà. Le condizioni sfavorevoli, le continue agitazioni
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