Scarica Pragmatica del Linguaggio: Lo Studio dell'Azione Linguistica e del Contesto e più Dispense in PDF di Psicologia Cognitiva solo su Docsity! 1 La dimensione pragmatica del linguaggio Psicologia della comunicazione (interpersonale) – I. Riccioni 2 La pragmatica Disciplina che attraversa ambiti di studio diversi: filosofia, linguistica, psicologia, sociolinguistica. In generale, il suo oggetto di studio è l’agire linguistico (πράγμα: azione), cioè il linguaggio osservato dal punto di vista delle modalità d’uso e del suo essere mezzo per l’agire umano. “Cosa si fa quando si dice qualcosa?” L’uso moderno del termine pragmatica si fa risalire al filosofo C.W. Morris (1938) che distingue, all’interno della sua teoria dei segni o semiotica, tre indirizzi di ricerca: - la sintassi: che studia le relazioni formali tra i segni; - la semantica: che studia le relazioni tra i segni e gli oggetti a cui essi si applicano; - la pragmatica: che studia la relazione tra i segni e chi li usa, cioè chi li produce o li interpreta. 5 Il contesto Il contesto (contextĕre: “tessere”) pertinente per l’interpretazione e la produzione di enunciati può essere suddiviso in tre costituenti essenziali: 1) le conoscenze condivise: insieme delle credenze culturali e sociali sul funzionamento del mondo che i parlanti condividono, ivi compresa la conoscenza del codice linguistico. 2) la situazione comunicativa contingente: la situazione spazio- temporale in cui si svolge un evento linguistico, le relazioni interpersonali tra i partecipanti, le aspettative e gli scopi che li muovono. 3) il contesto linguistico o cotesto: il discorso in atto e le conoscenze che esso ha generato. 6 Il contesto, così inteso, permette di disambiguare e di interpretare correttamente: - le omonimie - le polisemie - le metafore - l’ironia - nonché la vaghezza intrinseca di alcune espressioni linguistiche, ad es. i pronomi possessivi, come nei casi seguenti: - la mia città (la città in cui sono nata o quella in cui vivo) - il mio ragazzo (il mio fidanzato, mio figlio, il ragazzo che lavora per me) - la mia casa (la casa in cui abito, la casa che possiedo, la casa che ho progettato) - il mio libro (il libro che possiedo, il libro che ho scritto) 7 Il riferimento al contesto nelle lingue naturali viene spesso espresso attraverso la deissi. La deissi (δείχις: indicazione) è il fenomeno per cui il riferimento ad alcune espressioni linguistiche indicali è vincolato alle coordinate della situazione in cui avviene l’evento comunicativo; in altre parole, alcune espressioni funzionano come segnali indicatori di orientamento rispetto agli elementi presenti nella situazione comunicativa. Sono state tradizionalmente individuate: 1) una deissi personale, che codifica il ruolo dei partecipanti in uno scambio comunicativo (pronomi personali e possessivi, flessione verbale); comprende la deissi sociale (allocutivi “tu” o “lei”) 2) una deissi spaziale, che organizza lo spazio rispetto alla posizione dei partecipanti all’evento comunicativo, in particolare, codifica la distanza fisica lungo l’asse distale/prossimale 3) una deissi temporale, che codifica la distanza temporale, solitamente dal momento dell’enunciazione; la segnalazione avviene attraverso avverbi, aggettivi, nomi, tempi verbali Traslazione dei campi indicali o (centri deittici) in relazione al cambio di turno, ma anche in certi stili comunicativi (es. baby-talk) competenze comunicative