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Sui cataloghi editoriali - Roberta Cesana - Riassunto, Sintesi del corso di Archivistica

Riassunto del libro Sui cataloghi editoriali di Roberta Cesana

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 15/05/2020

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marta-compiani 🇮🇹

4.2

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Scarica Sui cataloghi editoriali - Roberta Cesana - Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Archivistica solo su Docsity! Sui cataloghi editoriali e altri saggi – Cesana Indice Cataloghi e comunicazione editoriale in Italia tra ‘800 e ‘900........................................2 I cataloghi editoriali come fonti bibliografiche e commerciali.....................................2 I cataloghi degli editori e dei librai italiani dell’Ottocento...........................................2 Cataloghi e altre forme di comunicazione degli editori del Novecento........................2 Tipologie bibliografiche della comunicazione editoriale novecentesca.......................3 La formazione del catalogo Guanda...............................................................................3 Un editore in Parma.....................................................................................................4 Guandadelifini.............................................................................................................4 Un “editore negli anni difficili”.....................................................................................5 I cataloghi di un editore bibliografo................................................................................6 Una passione ereditaria...............................................................................................6 Per “Gli amici del libro”...............................................................................................6 Editore per passatempo..............................................................................................7 “E’ tuo, papà, questo catalogo”...................................................................................7 Progetto editoriale e lavoro redazionale nella Ricciardi milanese...................................7 La Ricciardi napoletana, le origini................................................................................7 Gli anni dell’interregno................................................................................................7 La Ricciardi milanese...................................................................................................8 Il rapporto con la tipografia.........................................................................................8 Gli interventi autografi di Raffaele Mattioli..................................................................8 Conclusioni..................................................................................................................8 “Le Comete” Feltrinelli (1959-1967). Il catalogo di “una collana come rivista di letteratura internazionale”.............................................................................................8 La memoria del lavoro editoriale....................................................................................9 Cataloghi e comunicazione editoriale in Italia tra ‘800 e ‘900 I cataloghi editoriali come fonti bibliografiche e commerciali Tre categorie di cataloghi a stampa:  Cataloghi delle biblioteche pubbliche o private  Cataloghi antiquari di vendita  Cataloghi editoriali (storici o di vendita – nascono prima della bibliografia erudita) o librai. Non vengono considerati come decoumenti. Da un lato, invece, è la misura dell’esercizio della bibliografia, dall’altro uno strumento promozionale. I cataloghi degli editori e dei librai italiani dell’Ottocento Per conoscerli abbiamo il volume di Barengo Pubblicità e cataloghi. Il libraio o l’editore aveva 4 canali per far conoscere i suoi libri: 1. Cartelli murali 2. Inserzioni a pagamento 3. cataloghi 4. manifesti gratuiti. Inoltre, i librai sono protagonisti di iniziative collettive: la Bibliografia italiana di Stella, il Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa, per esempio per far arrivare la registrazione bibliografica allo stato, e alcuni strumenti prodotti dall’ATLI (Cataloghi e annuari). Tuttavia, solo dalla metà dell’800 si cominciò a distinguere tra editore e libraio, e quindi è qui che nascono i cataloghi editoriali. Gli strumenti a disposizione nell’Ottocento per la presentazione della produzione: 1. Pubblicazione di cataloghi autonomi 2. Pubblicazione di cataloghi in appendice a proprie opere 3. Recensioni su periodici o gazzette 4. Pubblicità su periodici o gazzette 5. Periodici bibliografici 6. Manifestini a stampa 7. Cartelli murari e affissioni Ordini di problemi e di studi riguardo ai cataloghi:  Necessità di una raccolta e inventariazione per conservare la memoria del patrimonio librario  Per gli storici, utilizzare i cataloghi come fonti per lo studio, per delineare mappe letterarie  Per la ricostruzione storica di un editore, usare i cataloghi commerciali o i bollettini editoriali + spoglio di prima mano dei volumi pubblicati e dei documenti d’archivio. Annalistica: molti hanno cercato di ricostruire degli annali, ma mancano norme universalmente riconosciute fino alla formulazione dei principi di Bowers. Studiosi: Sandal, Ruffini, Baldacchini Cataloghi e altre forme di comunicazione degli editori del Novecento Nel Novecento il catalogo diventa un epitesto pubblico: tuttavia ne Genette, ne Escaprit citano nelle loro opere, il catalogo. La collana “Romanzieri” è inaugurata da Vecchio e nuovo di Mattoli, che aiuta per la ricostruzione del catalogo storico, soprattutto la quarta di copertina:  Le collane per Guanda partivano dall’interno, da voci che volevano esprimersi, non come contenitori da riempire. I volumi di “Romanzieri” e “Scrittori italiani di oggi” non sono numerati.  C’è un annuncio per “Poeti italiani d’oggi”: sono annunciati tre titoli che non compariranno mai. La collana “Narrativa”, come descritta nel 1955 è un grande contenitore in cui Guandalini fa confluire i testi che si trovavano orfani. Un “editore negli anni difficili” Nel 1937, pubblicando Verità e certezza, Guandalini si fa chiamare Guanda. E’ l’unica sua opera che compare nel catalogo del 1955, dove compare in “Problemi d’oggi” anche se doveva essere per “Quaderni di Ugo Guanda n. 2”. Si presenta come titolo di una serie che non comparirà mai. Nel 1949 esce Il piacere di essere pecora, primo ed unico titolo di “Aspetti dell’uomo”. Più regolare è la collana “Problemi di oggi”: comincia la collana Cristianesimo e psicanalisi di Zanfrognini, indicato anche come direttore di collana. Dall’anno dopo il direttore cambia e diventa lo stesso editore, con l’opera di Bonaiuti (due edizioni in un anno) Il Vangelo e il mondo. ID ogni autore Guanda, in quarta di copertina, indica le opere già pubblicate. Alla chiusura della serie, nel 1953, conta 50 titoli, tra cui Kant Altra collana è “Uomini e idee” che apre con u saggio su Van Gogh di Lodovico Luzzato nel 1936. Alcuni libri in catalogo non compariranno nel catalogo 1955. La collana ricomincerà nel 1957 con nome “Uomini e idee. Nuova serie” La “Fenice” fu diretta da Attilio Bertolucci. Troviamo come autori Stefan George, Garcia Lorca. Per questa collana il catalogo 1955 è abbastanza fedele, anche se non indica le edizioni dei volumi. “Collana di culura fece uscire due soli titoli nel 1942: Racine di Karl Vossler e Dante di T.S. Eliot. Nel catalogo del 1955 saranno inseriti in un’altra collana. “Collana orizzonti” fu diretta da Giovanni Necco, primo volume Barbara Naderer di Mell. La grafica era più vivace e innovativa, compaiono i risvolti di copertina. Nel primo volume anche il concorso Guanda orizzonti. Di questa collana escono altri tre libri. “Collana Il Castello” è del 1942, iniziata con Le figlie del fuoco di de Nerval. Nel catalogo 1955 comapre come primo titolo Mariana Pineta di Garcia Lorca, che però uscirà solo nel 1946, lo stesso per La donna senz’ombra di Von Hofmanshtal. Tra gli altri pubblicati in questa collana Divino e umano di Tolstoj, Il nipote di Rameau di Diderot, Il grano in erba di Colette, La fanciulla dagli occhi d’oro di Balzac. Per la collana di Poesia vale lo stesso che accadde per la narrativa. Il primo titolo è Dono mattutino di Susini. Gli altri titoli non portano indicazioni di collana. Dal 1943 esce 2Nuova serie di poeti italiani” mentre nel 1948 “Collana di poeti dialettali”. Dal 1935 si comincia a standardizzare la veste grafica. Nel catalogo 1955 finiranno tutte sotto la dicitura “Poesie”. Possiamo dedurre che Guanda avesse pensato le collane per la circalzione ma non per la produzione. Ultima collana sono i “Saggi”, inserita poi in “Cultura”, “Vite” finita in “Musica” e poi nella “biblioteca di cultura musicale”. Dal 1938 Guanda ccomincia la pubblicazione dell’”Opera omnia di Giovanni Boine”. Infine la “collana studi religiosi” e la “nuova collana storica”. I cataloghi di un editore bibliografo Giovanni Scheiwillwer ha passato la vita tra i cataloghi antiquari, fu editore e interessato alla teoria e alla pratica bibliografica. Un filo rosso lega il lavoro del padre Giovanni senior a Hoepli, alla fine dell’Ottocento, a quello di Giovanni junior, a Hoepli, per i cataloghi di antiquariato, fino alla scomparsa di Vanni. Egli riprenderà il tema caro al padre. Una passione ereditaria Giovanni comincia nel 1925 con la monografia di Ugo Bernasconi dedicata ad Arturo Tosi. Non si era improvvisato editore, aveva imparato fin da bambino. Il padre si era trasferito dal cantone San Gallo a Milano a lavorare con Hoepli, come uno dei suoi primi collaboratori. Morì nel 1904, così Hoepli cominciò a prendersi cura di Giovanni junior, quindicenne. Egli cominciò con il grand tour educativo tipico della borghesia milanese, poi deluse le speranze per la successione, sposò Artemia Wildt e entrò stabilmente in Hoepli nel 1920. Nel 1930 divenne procuratore generale e nel 1941 direttore della libreria nella quale lavorerà fino al 1959. Egli si occupò principalmente di bibliografia: i suoi libri erano estremamente accurati, di larghe vedute, sia geografiche che cronologiche.  Ampi confini temporali per Dall’età della pietra al Novecento, di libri d’arte in diverse lingue. Le notizie sono precise ed esaustive.  Da Esopo a Cocteau, attenzione alla letteratura mondiale di tutti i tempi (1930), Il catalogo è ordinato per materie, in ordine alfabetico  Arte italiana dall’origine al Novecento del 1933, ultimo catalogo per Hoepli, con un’eterogenea scelta di libri d’arte. Cifra caratteristica è l’organicità classificatrice sottesa alla diversificazione cronologica. Curando i cataloghi, Giovanni mette a disposizioni di lettori e studiosi la sua esperienza di bibliografo e porterà avanti i caratteri di accuratezza ed esaustività che replicherà nella sua casa editrice. Riceve diverse attestazioni di merito per la sua perizia. Per “Gli amici del libro” Il rapporto tra Ulrico Hoepli e Giovanni non fu mai solo professionale: cercò di convincerlo a non pubblicare “Arte moderna italiana”, sulle avanguardie, in veste di zio. Nel 1927 curerà la prima monografia su Modigliani e nel 1930 su Sironi, nel 1928 su Carrà, e nel 1935 su Morandi. Intanto inaugura nel 1931 una collana “Arte moderna straniera” partendo da un suo scritto su Haller, poi Matisse, poi Picasso scritto da Zervos. I successivi volumi verranno accolti nelle edizioni Hoepli, grazie all’acquisto di Carlo Hoepli della collana, nel 1935. Giovanni si impegnava a continuare le collezioni e a curare la ristampa dei volumi. La collana tornerà nelle mani di Giovanni, quando il figlio Vanni subentrerà nella casa editrice. Giovanni aveva dato prova del suo intuito pubblicando “All’insegna del pesce d’’oro” le prime poesie di Sinisgalli che inauguravano la serie letteraria: la “prima” di 14 volumi (1936-1939), la “Seconda” di 33 (fino al 1954), seguita dalla “Nuova”, affidata alle cure di Vanni. Il nome deriva dalla trattoria in cui Givanni si trovava con gli artisti. Giovanni aveva anche stampato delle “Edizioni varie”. Editore per passatempo Tra il 1925 e il 1951, Giovanni aveva dato vita a 12 collane e pubblicato 200 titoli. Dal punto di vista commerciale le sue edizioni erano introvabili: erano per i “sottoscrittori”, gli “Amici del libro” e gli altri li regalava. Egli stesso produsse tre rari cataloghi editoriali della sua produzione. 1. Passatempo del 1944, che contiene la produzione dal 1925 fino a quell’anno. Bassa tiratura (500 esemplari numerati). 2. Catalogo per gli amici del libro, la produzione per collane dal 1944 al 1948 3. Index librorum, cumulativo. La casa editrice rimane sempre un passatempo, fino al 1947, quando la rifornisce di capitali per renderla la futura occupazione di Vanni. Pubblicava così come sua ultima edizione nel 1951 Poetesse del Novecento e passava la casa editrice al figlio. “E’ tuo, papà, questo catalogo” Vanni ebbe sempre come caratteristica l’indipendenza, anche il formato doveva rimanere il caratteristico un 16°. Nel 1993 pubblicherà Il meglio dei miei pensieri di Del Buono: 53 pagine tutte bianche. Rimase incompiuto il progetto di realizzare un catalogo dei libri mai realizzati. Dal 1951 al 1999 pubblicò 3000 titoli di diversi argomenti, talvolta fu anche anticipatore (fu lui a pubblicare per primo il “verri”, la “Poesia Novissima”. I cataloghi di Vanni furono circa 20 tra il 1956 e il 1999, a volte double face, per i Libri Scheiwiller e per All’insegna del pesce d’oro:  Edizioni Scheiwiller del 1959, con la stessa copertina di Passatempo  Edizioni Giovanni e Vanni Scheiwiller del 1965, catalogo generale con uno scritto di Erza Pound per introduzione. Progetto editoriale e lavoro redazionale nella Ricciardi milanese Mattioli (Ceo e poi direttore della BCI) fu parte attiva delle decisioni della casa editrice, non un semplice finanziatore. Lo dimostra l’archivio della casa editrice, che ci dice come fece moltissimi lavori di tipo redazionale. La Ricciardi napoletana, le origini La Riccardo Ricciardi Editore fu fondata a Napoli nel 1907 e venne rilevata da Mattioli nel 1938, che la passerà al figlio nel 1973. Ricciardi aveva abbandonato gli studi di medicina e aveva lavorato per l’Editrice Riccardo Marghieri di Napoli ed era frequentatore della libreria di Luigi Pierro, dove conobbe Croce che gli propose di fare l’editore. Egli non aveva tipografia né libreria, e stampava poche centinaia di copie per volume, gestiva anche la distribuzione, un artigiano si può dire. Le sue edizioni si distinsero da subito per la qualità tipografica. La casa editrice si affermò come punto di riferimento per gli intellettuali napoletani. Gli anni dell’interregno Fu Croce a suggerire a Mattioli di acquistare la casa editrice. Egli aveva già manifestato la sua vocazione di editore negli anni ’20, ma cominciò solo dopo la guerra, acquistata la casa. Già dal 1938 cominciò a intervenire nei lavori, e il periodo che termina con il 1951, l’apertura della sede di Milano, può essere definito interregno. Il caso più emblematico è quello di “Botteghe Oscure”, la cui idea fu di Mattioli, come ci testimonia l’archivio. Vale lo stesso per Storia della storiografia di Fueter, di Citta celeste dei filosofi di Becker, voluti da Mattioli, assieme a La Santa Romana Repubblica di Falco, gli Aneddoti di varia letteratura di Croce, Poesia e pensiero del mondo antico di Comparetti, Considerazioni su Hegel e Marx di Antoni, biblioteche statali, comunali o private, le Fondazioni (Istituto Treccani o dell’Enciclopedia Italiana, Arnoldo Mondadori, APICE). o La Fondazione Mondadori nasce nel 1978 per salvaguardare e valorizzare il patrimonio dei carteggi di Arnoldo e Alberto Mondadori + la biblioteca storica della casa editrice. Oggi si tratta di un centro di studio e ricerche sulla cultura editoriale mondiale. L’attività si muove in tre direzioni:  Salvaguardia della memoria del lavoro editoriale, muovendosi in due direzioni  La conservazione, catalogazione e inventariazione dei fondi archivistici e librari ricevuti in dono o deposito. Il nucleo principale è quello dell’AME e del Saggiatore. Si aggiungono a questi quelli dell’ALI, di altre case editrici, di autori e personalità  Censimento degli archivi editoriali: questo ha portato alla costituzione di una Commissione di redigere il titolario e il massimario di scarto per gli archivi degli editori + richieste di consulenza per interventi di recupero o riordino o per il lavoro preparatorio nella costituzione di cataloghi storici. L’intento pera mappare le situazioni a rischio e sensibilizzare il mondo editoriale ai temi della conservazione e di fornire strumenti. La rilevazione ha permesso di porre il problema della conservazione delle carte d’archivio e di stimolare la riflessione degli editori sulle opportunità che si aprono. E ha mostrato come la poca conoscenza della documentazione d’archivio non abbia permesso la condivisione di materiali interessanti.  La promozione di ricerche sul ruolo della mediazione culturale  La diffusione della cultura editoriale: non solo per addetti ai lavori, ma anche con master, seminari, conferenze, mostre, si propone di fornire strumenti per la ricerca, e di promuoverne o APICE: nasce nel 2002 per acquisire fondi e valorizzarli. Le biblioteche di Unimi hanno accolto anche fondi librari e archivistici di grande valore bibliografico, come quella del Senato di Milano o quella di egittologia, di John Alcorn, l’archivio Ricciardi, l’archivio Scheiwiller, la Biblioteca e Archivio Bompiani, il fondo Emilio Alfieri, Pietro Marengo, Antonio Porta, Sergio Reggi, Giovanni Giudici, Elio Vittorini. Ci sono anche le istituzioni che costudiscono patrimoni documentari come  l’Archivio contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze: fondato a Firenze nel 1819, fu uno dei principali tramiti della cultura italiana ed europea. Nato come gabinetto di lettura fu affiancato da una biblioteca circolante. Nel 1925 diventa ente morale. Nel Novecento la sua attività continua sotto la guida di intellettuali: si aggiungono un laboratorio di restauro, il Centro Romantico e l’Archivio Contemporaneo. L’archivio contiene la poliedricità delle discipline.  Fondo manoscritti di autori contemporanei della Biblioteca UniPv: nasce nel 1969 + Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta + biblioteca specializzata. Esempio di uso di materiali d’archivio per l’edizione di autori fatto da Lucio Felici: 1. Opere di Gadda (1988-1993) sotto la direzione di Dante Isella per “I libri della spiga” di Garzanti: il recupero e il restauro dei testi fu possibile grazie al materiale dell’Archivio Garzanti e ad alcuni Fondi privati 2. Edizione della saggistica di Pirandello per Giunti all’inizio degli anni ’90: attraverso il carteggio Pirandello-Bemporad 3. Tutte le poesie di Trilussa, per i “Meridiani” di Mondadori: studio di carte e di prime edizioni. L’archivio di una casa editrice è presente anche fuori dall’azienda, come accade per i carteggi. Nuovi strumenti sono per esempio l’IMEC, prima del quale l’attenzione per gli archivi era minima, non venivano nemmeno usati degli archivisti per via delle piccole dimensioni di molte case e per una gestione degli archivi inadatta. Per evitare di perdere gli archivi nacque l’IMEC, appoggiato da organismi pubblici + provati + autofinanziamento. Le case editrici rimangono proprietarie ma affidano la gestione all’IMEC che funge anche da deposito. E’ fondamentale un lavoro incrociato, i cataloghi storici, quando ci sono, documenti d’archivio, anche bisogna metterli in relazione all’oggetto di studio.
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