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svevo e pirandello italiano, Appunti di Italiano

italo svevo, cultura di svevo, rapporti con il marxismo e psicoanalisi, opere principali - la coscienza di zeno. luigi pirandello, visione del mondo, poetica, poesie e novelle, romanzi: il fu mattia pascal

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 22/01/2024

alessiaasolmona
alessiaasolmona 🇮🇹

21 documenti

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Scarica svevo e pirandello italiano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALO SVEVO (pseudonimo letterario di Aron Hector Schmitz) nasce nel 1861 a Trieste, città che allora faceva parte dell’Impero austro-ungarico, in una famiglia di origini ebraiche. 1880, a causa delle difficoltà economiche della sua famiglia, è costretto ad accettare un impiego in banca. la letteratura rappresenta per lui una via di fuga e uno svago da un lavoro che non lo appassiona: fin da giovane collabora a un giornale con articoli letterari e teatrali e inizia a scrivere di narrativa. salto di classe sociale e l’abbandono della letteratura grazie al matrimonio con la cugina Livia Veneziani, entra nella ditta del suocero e diviene uomo d’affari e dirigente industriale. abbandona l’attività letteraria che ora guarda con sospetto, come qualcosa di «ridicolo e dannoso», nei confronti di quel mondo borghese, dove contano solo affari e profitto e di cui ormai fa parte. interessi culturali momenti fondamentali nella crescita intellettuale sono due: 1906 viene incoraggiato da James Joyce, importante scrittore e insegnante di inglese, a proseguire l’attività letteraria 1910 si appassiona alle teorie psicoanalitiche di Freud. ripresa della scrittura allo scoppio della Prima guerra mondiale, Svevo, rimasto senza lavoro perché la sua fabbrica di vernici viene utilizzata per scopi bellici, riprende l’attività intellettuale. inizia a scrivere il suo terzo romanzo, la coscienza di Zeno, che pubblica nel 1923 e che, come i precedenti, non viene apprezzato immediatamente dal pubblico e il successo arriva solo due anni dopo, grazie ad una recensione positiva di Montale e all’interessamento di Joyce, che fa conoscere il romanzo in Francia; questo successo ottenuto spinge Svevo a scrivere altri racconti e testi teatrali e a progettare un quarto romanzo, rimasto incompiuto a causa della morte improvvisa dell’autore per un incidente d’auto. CULTURA DI SVEVO Un intellettuale atipico Svevo non è il tradizionale intellettuale italiano di fine Ottocento sia per l’ambiente in cui vive e opera sia per le caratteristiche della sua formazione: Trieste è infatti una città di confine, dove convivono culture differenti (italiana, tedesca e slava), che sono richiamate nello stesso pseudonimo dell’autore (il nome Italo rimanda alla cultura italiana e il cognome Svevo richiama quella tedesca). stessa lingua in cui scrive risente sia del dialetto triestino, che parla quotidianamente, sia del tedesco, che conosce molto bene. compie studi commerciali e da solo affronta quello della letteratura e della filosofia. maestri di pensiero: Schopenhauer, Nietzsche, Darwin - di Schopenhauer gli interessava il pessimismo radicale, basato sulla convinzione dell’inutilità della volontà dell’uomo per decidere del proprio destino tanto che, per il filosofo, illudersi di poter scegliere nei vari casi della vita è puro autoinganno. - da Nietzsche trae la convinzione della relatività del soggetto, inteso come pluralità di stati d’animo in continuo divenire, e un profondo disprezzo per le convenzioni del mondo borghese - per influenza di Darwin, poi, tende a presentare il comportamento dei suoi personaggi come un prodotto di leggi naturali non dipendenti dalla volontà dell’uomo. rapporti con il marxismo e la psicoanalisi atteggiamento critico di Svevo nei confronti della società è influenzato anche dal marxismo: la psicologia dei protagonisti dei suoi romanzi è legata alla realtà della classe sociale a cui il singolo individuo appartiene, e i conflitti che li caratterizzano sono determinati dal contesto costituito dalla società borghese degli anni tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. altrettanto importante, ma anche complesso, è il rapporto dell’autore con le teorie psicoanalitiche: Svevo è interessato alla psicoanalisi non come terapia, che mira a guarire il malato di nevrosi, ma come strumento per indagare la psiche nel profondo. autori più amati: da Svevo sono i romanzieri del Realismo (Flaubert), del Naturalismo (Zola) e del romanzo psicologico francese. Da Flaubert, riprende la rappresentazione della cattiva e falsa coscienza della piccola borghesia e lo ispira anche alla derisione dell’inettitudine e della capacità di illudersi, di mentire a se stessi dei protagonisti dei suoi primi due romanzi. L’influenza di Zola si intravede nelle descrizioni minuziose degli ambienti, mentre quella del romanzo psicologico francese nell’interesse verso l’analisi dei processi interiori. Anche alcuni scrittori russi forniscono spunti a Svevo nella costruzione della figura dell’“inetto” e nell’esplorazione della psiche umana. OPERE PRINCIPALI - LA COSCIENZA DI ZENO la vicenda è narrata dal protagonista attraverso la finzione dell’autobiografia e del diario. confessione della propria vita è scritta da Zeno, a scopo terapeutico, su invito del suo psicanalista, dottor S. lo scrittore finge che, per vendicarsi del paziente che si è sottratto alla cura, il dottor S. decida di pubblicare il manoscritto della confessione. a ciò si aggiunge una specie di diario di Zeno in cui questi spiega il suo abbandono della terapia e si dichiara sicuro della propria guarigione in coincidenza con i successi commerciali ottenuti durante la guerra con fortunate speculazioni. Svevo usa la tecnica del «tempo misto»: il racconto non presenta gli eventi nella loro successione cronologica, perché la narrazione segue la memoria del protagonista che si sforza di ricostruire il proprio passato intorno ad alcuni temi fondamentali, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo: il risultato è che la trama va avanti e indietro nel tempo. vicende si apre con una Prefazione, in cui il dottor S. parla dei suoi rapporti conflittuali con Zeno Cosini. Preambolo Zeno stesso, che racconta il suo avvicinamento alla psicanalisi e i tentativi che compie per risalire con la memoria alla prima infanzia. cinque capitoli successivi contengono i ricordi del protagonista e ciascuno illustra un tema diverso: vizio del fumo e vani sforzi per liberarsene, morte del padre, storia del proprio matrimonio, rapporto con la moglie e la giovane amante, storia dell’associazione commerciale con il cognato. chiusura si colloca il capitolo Psico-analisi, che contiene un breve diario in cui Zeno sfoga il suo risentimento contro lo psicoanalista e racconta la propria presunta guarigione, sottolineando il sottile confine tra malattia e salute in una situazione storica in cui la vita è «inquinata alle radici». inattendibilità di Zeno narratore Il memoriale costituisce un tentativo di autogiustificazione da parte dell’inetto e nevrotico Zeno, che vuole dimostrarsi innocente da ogni colpa nei rapporti con le altre persone, mentendo costantemente a se stesso nello sforzo di nascondere le vere ragioni dei suoi gesti e i veri istinti del suo animo. le menzogne che il protagonista racconta non sono intenzionali, ma sono autoinganni inconsapevoli per mezzo dei quali il suo inconscio cerca di mettere a tacere i sensi di colpa. «coscienza» di Zeno, come quella degli eroi dei romanzi precedenti, è smentita dalla realtà oggettiva dei fatti. funzione critica dell’inettitudine di Zeno mira allo smascheramento degli autoinganni della coscienza. Zeno non è solo oggetto di critica, ma anche soggetto poiché guarda con ironico distacco il mondo che lo circonda. avverte un disperato bisogno di «salute», cioè di normalità, integrazione nel contesto borghese: vorrebbe essere un buon padre di famiglia, attivo e abile uomo d’affari, ma non riesce mai a coincidere con quel tipo di uomo. «malattia», che impedisce a Zeno di adattarsi alle regole del mondo borghese, porta alla luce l’inconsistenza della «sanità» degli altri, che si dichiarano soddisfatti del loro modo di vivere e hanno certezze incrollabili. Il protagonista finisce, infatti, per scoprire che la «salute» degli altri è anch’essa «malattia» e, in questo modo, mette in luce come le loro certezze non siano affatto così certe ma, al contrario, rivelino molte ambiguità. l’atteggiamento di Svevo verso l’inettitudine risulta meno critico: l’inetto infatti non è più considerato un individuo inferiore, condannato a sentirsi uno sconfitto inadatto al mondo, ma è visto dall’autore come un essere in divenire, disponibile a ogni forma di sviluppo, che rivela anche lati positivi.
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