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Svolgimento tipologia B esame di stato 2021/2022, Prove svolte di Maturità di Italiano

La tipologia B delle tracce di esame è il tema argomentativo. In questo ipotetico svolgimento della traccia di tipologia "B" il testo chiedeva di produrre un saggio sulla cosiddetta "zona grigia" argomento trattato da Primo Levi in "i sommersi e i salvati"

Tipologia: Prove svolte di Maturità

2022/2023

Caricato il 01/02/2023

kilevans
kilevans 🇮🇹

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Scarica Svolgimento tipologia B esame di stato 2021/2022 e più Prove svolte di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! Testo argomentativo PRIMO LEVI, La zona grigia La zona grigia fa parte di uno degli argomenti trattati nel “ I sommersi e i salvati” di Primo Levi pubblicato nel 1986. Questo passo prende in esame un fenomeno sociale molto diffuso nei periodi di grande dolore per l’umanità: Le guerre. Come illustrato dall’autore stesso, il privilegio viene considerato un elemento immancabile ogni qualvolta il potere viene esercitato da pochi o da un solo individuo. Nonostante si trovi concorde nell’affermare che tale avvenimento debba essere fermato da coloro che ne denotano gli aspetti negativi, ammette comunque che la battaglia assume un sentore immortale poiché il fascino del privilegio ammalia i molti. L’autore, per collocare il concetto da lui esposto nella realtà, utilizza i Lager come “laboratori”, i quali fungono da scenari ottimali per osservare e toccare con mano tale piaga della società, portando alla luce la realtà di coloro che tra gli oppressi godono di tali privilegi. Per indicare tale condizione l’autore conia il termine “zona grigia” la quale racchiude una classe ibrida ambigua che ricopre due cariche in contemporanea: quella di servo-padrone. L’autore individua molteplici cause le quali contribuirono al allarmante dilagare di tale pratica, specialmente durante la Seconda guerra mondiale. Una di queste cause è individuata nella forza di tale oppressione: tanto è minore il numero di persone che la esercitano tanto è maggiore il bisogno di creare tali figure. L’autore ripercorre per sommi capi la strategia nazista durante il conflitto: I nazisti, i quali tenevano sottomessa gran parte dell’Europa interna, necessitavano di numerose figure in grado di poter mantenere tale dominio. E così dall’esigenza nasce la soluzione: dai paesi asserviti non vennero richieste solo milizie supplementari per la guerra e rifornimenti, ma bensì anche figure che potessero colmare le mancanze di personale incaricato di amministrare e tenere sempre forte tale potere. L’autore però sottolinea un aspetto fondamentale di tali figure: l'inclinazione al tradimento. A questo proposito dunque giunge l’amara rivelazione: coloro che tradirono i loro stessi principi per poter godere di privilegi e scappare dagli orrori subiti dai loro aguzzini furono costretti a divenire a loro volta aguzzini. Questo processo permise quindi di creare tra i privilegiati e gli aguzzini un patto di correità, in grado di mantenere ordine. Codesto atteggiamento di disponibilità sembra dunque essere strettamente collegato alla forza con cui essi vengono oppressi. Tale disponibilità sembra essere figlia di diverse motivazioni che singolarmente o sommate spinsero l’uomo a piegarsi di fronte al male e di divenirne, anche se in modo differente, parte. Ciò crea la zona grigia dell’umanità. Da subito pare evidente come tale fenomeno sia in realtà molto più antico di quanto si possa pensare. La società assiste al compimento di questo evento quotidianamente anche se in minor scala di azione. Questo senso di “Homo homini lupus” era stato già stato illustrato in diverse disamine sulla popolazione umana e in particolare su quella denominata “civile”. Basti pensare allo schiavismo, all’apartheid, al colonialismo e alla dittatura. Sembra evidente come questo meccanismo ambiguo di "oppressione e repressione” sia insito in ogni individuo. La chiave di lettura di tale ambiguità sta nella forza che risiede nella psiche di ognuno. L’autore, come accennato in precedenza, ritrova negli assoggettati un elemento comune che li unisce nella zona grigia: la volontà di fronte ai non privilegiati di rimarcare con forza la loro posizione di privilegio: ciò demarca nella psiche di tali individui la loro fragilità. A questi individui venne offerta una chimera che offuscò il loro giudizio: essi ebbero la parvenza di essere liberi rispetto ai loro “compagni” ma in realtà si trovarono in una condizione ben peggiore, poiché costretti ad operare atrocità rispetto a coloro che venivano oppressi come vennero oppressi loro. Per attualizzare tale concetto potrebbe venire in aiuto contestualizzare tali avvenimenti nella società moderna. Un esempio calzante potrebbe essere quello del fenomeno del bullismo. Tale piaga, molto diffusa tra i giovani prevede l’annichilimento di una o più vittime attraverso violenza fisica e/o psicologica. Analizzando tale tendenza dell’essere umano è possibile notare come siano presenti tutte le componenti descritte dall’autore: gli oppressi( coloro che subiscono violenza) gli oppressori (coloro che attuano la violenza) e la zona grigia ( coloro che spalleggiano il bullo oppure non intervengono di fronte ad un atto di bullismo). Prendendo in analisi la zona grigia di questo fenomeno possiamo notare come coloro che la formano abbiano caratteristiche ben diverse tra loro ( appartenenza a diversi gruppi sociali, etnici, religiosi e di pensiero) ma tutti accomunati da un'unica cosa: la condizione di privilegio di cui godono in quel momento. Ad esempio un ragazzo che spalleggia un bullo, magari trattenendo la vittima, non potrebbe avere realmente la volontà di compiere tale atto, ma si ritrova costretto dalle circostanze a dover comunque assecondare l’aguzzino per assicurarsi il privilegio di non essere il prossimo. Oppure colui o colei che di fronte ad una scena di bullismo resta in silenzio cosicché possa mantenere intatta la sua posizione di privilegio rispetto a colui o colei che sta subendo la violenza. Come discusso prima, questa tendenza di rendersi oppressori tra gli oppressi denota in realtà la fragilità della psiche di tali individui. Per essere oppressi bisogna essere molto più forti mentalmente degli oppressori. Ad avvalorare tale tesi potrebbe essere utile citare la “lotta di classe” del filosofo tedesco Karl Marx. Il filosofo con l’espressione “lotta di classe” tenta di spiegare il processo dialettico della storia. La lotta di classe si sviluppa come una concatenazione di eventi, attraverso i quali la società repressa ribalta la propria realtà a proprio favore. Più specificamente il proletariato, soffocato dalla società borghese, ribalta la società stessa costringendola a mutare. Nonostante questo concetto sembri totalmente distante dall’argomento trattato è bene notare come in realtà non lo sia affatto. Il proletariato è formato da coloro che oppressi dalla società borghese producono al fine di garantire ricchezza e benessere ai meno (i quali si trovano al potere). Dunque gli oppressi anziché tentare di uscire da questa condizione di oppressione sovvertendo il potere, perpetuano questa condizione. Alcuni dei proletari vengono scelti per ricoprire cariche più alte che garantiscono loro un buon stipendio e un posto di lavoro fisso e questo li rende assuefatti alla società in cui vivono. Partendo da questi assunti doverosi è possibile tracciare una linea di demarcazione che sia in grado di poter distinguere questo fenomeno in due caratteristiche principali. La domanda da cui successivamente ne scaturisce questa differenziazione è la seguente:” Coloro che passano dall’essere oppressi ad essere oppressori come vengono considerati dal resto della società?". Da un punto di vista etico verrebbero sicuramente considerati colpevoli quanto i primi. L’etica dopotutto è un aspetto universale della società civile, e anche se più o meno condivisa, scinde da quello che è il singolo. Per la legge coloro che si macchiano di un crimine anche se indotti, anche se costretti o anche se necessario alla propria sopravvivenza, sono colpevoli quanto coloro che deliberatamente decisero di compierlo. Magari potrebbe essere applicato uno sconto per la condizione nella quale coloro che perpetrarono tale crimine versavano, ma non un'assoluzione completa. Ritrattando il tema esposto da Primo Levi nel suo “ I sommersi e i salvati” ci viene offerta una sospensione di colpevolezza agli occhi di colui che subì tali scempi. Levi attua nelle sue argomentazioni una sospensione della morale. La morale in prima battuta è fondamentalmente una cosa molto individuale e per questo motivo una sospensione morale unitaria sarebbe quasi impossibile. Prendendo in esame da un punto di vista morale questo evento si potrebbe considerare giusto? Dopotutto per scampare ad un destino di sofferenza si resero disponibili ad infliggere sul prossimo tale prospettiva. Ci si potrebbe domandare come essi siano riusciti ad infliggere tale sofferenza conoscendola a
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