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Struttura e Forme della Tragedia Greca, Sintesi del corso di Italiano

La struttura rigida della tragedia greca, definendo le forme delle sue componenti principali: prologo, parodo, episodi, stasimi e esodo. Il prologo introduce la tragedia, la parodo è il primo canto del coro, gli episodi sono i dialoghi tra attori e coro, gli stasimi sono intermezzi in cui il coro commenta e analizza la situazione, e l'esodo chiude la tragedia senza un canto del coro.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 01/01/2022

tstefanachi
tstefanachi 🇮🇹

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Scarica Struttura e Forme della Tragedia Greca e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! ruttura della tragedia La tragedia greca è strutturata secondo uno schema rigido, di cui si possono definire le forme con precisione. Le varie parti che la compongono sono: prologo, parodo, episodi, stasimi ed esodo. e Il prologo (da pro + logos) introduceva la tragedia e, come riferisce Aristotele, è “la parte recitata compresa tra l'inizio del dramma e l'entrata del coro.” Questa parte può essere costituita da un monologo o da un dialogo. Fa eccezione la tragedia I Persiani di Eschilo dove il prologo è assente poiché probabilmente non si era ancora affermato nella struttura della tragedia. * AI prologo seguiva la parodo ( da parà “oltre”, lungo + odòs “strada” e quindi “passaggio, transito”) che era il primo canto che il coro eseguiva nel corso della tragedia, quando entrava in scena passando appunto attraverso dei corridoi laterali, chiamati parodoi. * Seguivano poi gli episodi (da epeìsodos), in numero variabile da tre a sette, in cui recitavano gli attori. Nel dialogo interviene anche il coro, di solito con brevi battute di commento affidate al "corifeo", ossia il capocoro. Il dialogo tragico si sviluppa attraverso alcune forme tipiche: la rhésis (dalla radice rhe- che significa dire ) e la monodia (mònos “solo”+ odé “canto”. Indica dunque il canto eseguito da un singolo personaggio). Rari sono anche i casi di duetti. * Vi erano poi glistasimi (da stàsimos, dalla radice sta-/ste- che significa “stare”), degli intermezzi destinati a separare tra loro gli episodi. Questa è la parte in cui il coro commenta, illustra e analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena. Aristotele li definiva “canti corali eseguiti dai coreuti dopo il loro ingresso, quando stanno nell’orchestra”. * L'esodo (da éxodos) è la parte conclusiva della tragedia, che finisce con l'uscita di scena del coro e presenta forme assai diverse da una tragedia all’altra. Aristotele lo descrive come “l’intera parte di una tragedia, dopo cui non c’è un canto del coro”.
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