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Teatro elisabettiano e vita di Shakespeare, Appunti di Letteratura Inglese

Caratteristiche e struttura del teatro elisabettiano, vita di Shakespeare

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 25/01/2022

serena-la
serena-la 🇮🇹

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Scarica Teatro elisabettiano e vita di Shakespeare e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! TEATRO ELISABETTIANO Durante il regno di Elisabetta si diffuse una forma di teatro che coinvolgeva tutte le classi sociali indistintamente, ma che risentiva ancora dell’accezione negativa dovuta alla Riforma e al processo di trasformazione del paese da cattolico ad anglicano per opera di Enrico VIII. Fu ostacolato in primo luogo dal sindaco di Londra, che vedeva negli spettacoli potenziali istigazioni alle sommosse e alla distrazione degli artigiani e degli studenti poiché si tenevano durante il giorni in orario lavorativo e scolastico, e poi dai religiosi, perché le rappresentazioni nei giorni festivi sottraevano i fedeli dalle funzioni e somigliavano troppo alle machiavelliche cerimonie religiose dei nemici cattolici. Infatti uno degli effetti della riforma fu la soppressione del teatro religioso, che nacque all’interno della chiesa con l’etichetta di dramma medievale; le rappresentazioni, cicle plays, mettevano in scena momenti salienti della storia sacra narrati nell’Antico e nel Nuovo testamento e avevano origine dall’istituzione della festività del Corpus Domini, all’inizio del XIV secolo. Il più antico dramma religioso giunto a noi è The pride of Life del 1350, ed è anche il primo esempio di morality play, genere intento a fornire al pubblico insegnamento e persuasione morale nel conflitto allegorico tra le forze del bene e del male, in lotta per la conquista del protagonista, caratteristiche che riprenderà anche Marlowe nel Faust. La più rappresentativa delle moralities è Everyman, forse traduzione di un originale olandese, che rappresenta la tragica solitudine dell’individuo di fronte alla fine comune, ovvero la morte. Il teatro elisabettiano si sviluppa in continuità con quello medievale, con il quale condivide la vastità spazio-temporale, i cambiamenti repentini di scena, la connessione di più registri stilistici che crea il genere del tragicomico, la personificazione dei concetti di vizi e virtù e la presenza di personaggi-funzione, come quella dell’oppositore che intralcia la via della salvezza ed è il vero tessitore della trama, perché muove l’intrigo e coinvolge il pubblico, diventando quasi il protagonista dell’opera. In campo teatrale dobbiamo distinguere due fasi: le opere prodotte durante il Regno di Elisabetta I fino al 1603, e quelle dei regni di Giacomo I e Carlo I. Il periodo propriamente detto elisabettiano comprende drammi di storia inglese mentre il periodo giacomiano va dalle grandi tragedie alle tragicommedie ai drammi romanzeschi; entrambi hanno sempre mostrato il loro favore al teatro, e durante i loro regni le compagnie si trasformarono da itineranti a stabili e funzionavano come corporazioni di cui i soci possedevano le azioni, e il ruolo dell’attore divenne un lavoro a tutto tondo. Fu istituita la figura del Master of the Revels, il maestro delle feste, un funzionario che aveva il compito di organizzare le feste di corte e di censurare i copioni in cui erano presenti riferimenti che potessero portare a ripercussioni politiche, religiose o diplomatiche. La compagnia più nota all’epoca era quella dei Lord Chamberlain’s Men, di cui Shakespeare era un full sharer, che dal 1603 passò sotto il protettorato del re e cambiò il nome in King’s Men. Per sottrarsi alle ostilità del governo cittadino, i primi teatri furono costruiti al di fuori della giurisdizione, alla periferia di Londra. Il primo teatro permanente fu il The Theatre, 1576 in un sobborgo settentrionale di Londra, seguito dal Curtain nel 1577 e poi da due teatri sulla sponda meridionale del Tamigi, il Rose nel 1587 e lo Swan nel 1595. In tutti gli anni Novanta la struttura del teatro fu un grande anfiteatro di legno all’aperto, con al centro un palcoscenico quadrato, apron stage, che si protendeva in un’arena dove quasi metà del pubblico stava in piedi, a causa del costo irrisorio del biglietto. Intorno all’arena, in cerchio, tre file sovrapposte di gallerie coperte ospitavano gli spettatori più abbienti, che avevano un posto a sedere. Il palcoscenico era coperto da un tetto che aveva la funzione di cielo sorretto da due colonne, chiamato Heaven, sul palcoscenico era presente una botola chiamata Hell, dalla quale potevano comparire gli attori suscitando un effetto sorpresa, sul retro c’erano due porte laterali e sopra una galleria o balconata per le scene che richiedevano più livelli, chiamata upper stage, riservata alle scene di dominio, ai musicisti o agli spettatori più facoltosi. Sulla parete di fondo, oltre a due porte che consentivano l’ingresso degli attori, si apriva un vano centrale che poteva essere celato da una tenda e fungere da stanza interna, chiamato discovery Place. Il palcoscenico era molto largo, ad esempio il Globe era largo 13 metri, e questo consentiva scene di simultaneità. L’illuminazione era naturale, la scenografia quasi inesistente, quindi gli attori potevano contare solo sugli sfarzosi abiti da scena e dovevano stabilire un rapporto molto diretto e familiare con il pubblico, che doveva però contribuire con l’immaginazione e la voglia di farsi ingannare; i drammaturghi di questo periodo si appellavano all’udito piuttosto che alla vista, e per questo era considerato teatro della parola. L’attore poteva dosare il livello di intimità con il pubblico avvicinandosi ad esso, a differenza di quanto avveniva nell’epoca giacomiana in cui la quarta parete divideva il pubblico e la scena. Nel 1599 fu costruito il teatro più famoso ancora oggi, il Globe, di proprietà della compagnia di Shakespeare, e aveva una capacità di 3000 spettatori. Accanto al teatro pubblico esistevano anche il teatro privato e dimensioni assai più ridotte, in locali chiusi che potevano essere il salone del palazzo nobiliare, il refettorio dei college o i cortili delle locande, e veniva prediletto l’argomento di ordine laico. Il costo del biglietto più elevato determinava una selezione delle categorie del pubblico e influiva sulla produzione drammatica, che comincia a prevedere citazioni più colte, soprattutto di tipo mitologico. Il pubblico era già influenzato dalle mode continentali, e per rispettarle si tendeva ad adattarsi al canone aristotelico. Il teatro privato divenne sempre più diffuso, e anche la compagnia di Shakespeare comincio ad utilizzare dal 1609 il Blackfriars, un ex convento di frati dominicani caratterizzato da spazi piccoli e chiusi. Questo cambiò radicalmente le rappresentazioni perché furono introdotte le luci artificiali e le macchine sceniche per creare effetti illusori a supporto della scena, dunque la riuscita del teatro non dipendeva solo dalla parola e della concentrazione del pubblico. Ai due lati del palcoscenico erano disposte costosissime sedie per assistere allo spettacolo all’interno della scena. Nel 1613 il Globe fu distrutto da un incendio, fu subito ricostruito ma rimase aperto solo nei mesi estivi, quando la corte e l’aristocrazia si allontanavano da Londra. L’ultimo teatro pubblico costruito a Londra nel 1614 fu lo Hope, ma ospitava intrattenimenti di tutt’altro genere, come combattimenti tra cani e orsi. VITA DI SHAKESPEARE Shakespeare nasce a Stratford il 23 aprile 1564, stesso giorno della sua morte avvenuta nel 1616 e il giorno del patrono d’Inghilterra San Giorgio. Non frequenta l’università a causa delle difficoltà economiche della famiglia, e per questo fu definito da Robert Greene “una cornacchia venuta dal nulla, abbellita solo dalle nostre piume, e uno shakescene. Nel 1582 sposò Anne Hathaway di otto anni più grande di lui e fu visto come un matrimonio riparatore per l’attesa della primogenita Susanna; in seguito ebbe altri due figli gemelli, Judith e Hamnet, che morì prematuramente, e questo evento è forse la causa del turbolento rapporto padre-figlio della tragedia di Amleto. Gli anni iniziali della sua carriera non sono documentati e per questo sono chiamati Lost Years, ma iniziò come attore e dal 1594 iniziò a scrivere stabilmente per la compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, guidata dall’altro nascente del teatro Richard Burbage, che nel 1603 passa sotto il protettorato del re e cambia il nome in King’s Men. Dobbiamo la datazione di molte delle sue opere a Francis Meres, che nella sua opera del 1598 Palladis Tamia loda il drammaturgo citando le opere già rappresentate e i suoi sugared sonnets. La peste rappresenta lo spartiacque della carriera teatrale di Shakespeare perché a causa di essa i teatri furono chiusi dal 1592 al 1594, e in questo periodo si dedica alla stesura dei suoi due poemetti Venus and Adonis e The rape of Lucrece, dedicati al conte di Southampton, e probabilmente inizia a comporre i primi sonetti; si apre inoltre per lui un momento di sperimentazione in ambito drammatico, prendendo ispirazione dai modelli del Titus Andronicus di Seneca e The Comedy of Errors di Plauto. Nel 1599, annus mirabilis, la compagnia costruì il proprio teatro, il Globe, con il motto simbolico “totus mundus agit histrionem” (siamo tutti attori) e qui viene rappresentata la prima tragedia romana Julius Caesar e all’inizio del nuovo secolo il suo indiscusso capolavoro Hamlet. Segue poi, con il cambio di sovrano, la stagione delle grandi tragedie come Othello, King Lear, Macbeth e Antony and Cleopatra. Subentra però un’altra grave crisi dovuta al predominio della componente puritana nella borghesia londinese, e nel 1608 i teatri Pubblici furono nuovamente chiusi per qualche mese per via della peste, dunque le compagnie
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