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TEMA STORICO SVOLTO-IL RUOLO DELLE DONNE NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Tema storico svolto per le classi 5 del liceo. Tipologia B, articolo di giornale; completo di titolo, sottotitolo e destinazione.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2016/2017

Caricato il 14/05/2017

cloecaricone
cloecaricone 🇮🇹

4.5

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Scarica TEMA STORICO SVOLTO-IL RUOLO DELLE DONNE NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! Cloe Caricone 5G TEMA STORICO, saggio breve “L’impreparazione dell’esercito italiano all’alba della Grande Guerra” Già dagli albori del primo conflitto mondiale, nel luglio 1914, l’Italia fu chiamata dalle altre potenze europee ad esprimersi sulla propria entrata in guerra e a fianco di quale dei due schieramenti in campo. L’esercito italiano era in condizioni assolutamente non idonee a sostenere uno sforzo bellico di tale portata, soprattutto sapendo noi che fu una guerra di logoramento che costrinse migliaia e migliaia di giovani in trincea per i quattro anni di conflitto. Già dal 1913, l’allora capo delle forze armate generale Alberto Pollio, aveva dichiarato, in un rapporto presentato al Ministro della guerra Spingardi, quanto l’esercito italiano fosse inadeguato, se paragonato agli eserciti delle altre potenze europee. In tale rapporto, Pollio chiese 400 milioni di lire di finanziamento allo Stato al fine di migliorare la struttura e la preparazione del “Regio Esercito”. Ciò che lamentava il generale erano il lacunoso addestramento delle truppe e la scarsa preparazione alla guerra, soprattutto la scarsità di ufficiali capaci e pronti. Il Generale Spingardi dovette abbandonare il proprio incarico per motivi di salute, e l’allora Ministro degli Esteri offrì il posto a Pollio, offrendogli 190 milioni di lire in risposta alla sua richiesta. Pollio non poté accettare il compromesso e rifiutò il posto, lasciandolo al generale Cadorna, figura che sarà protagonista per quanto riguarda il fronte italiano durante la Prima Guerra mondiale. Come Pollio, Cadorna era perfettamente cosciente dell’inadeguatezza dell’esercito italiano, e si sentì sollevato dalla prima decisione del Regno, cioè di non entrare, almeno all’inizio, in guerra. Mentre in Parlamento infuriava il dibattito riguardo l’entrata in guerra dell’Italia, Cadorna pensava di utilizzare l’inverno per attuare un piano di rafforzamento delle truppe; in particolar modo un piano di addestramento e un aumento della produzione di armi e munizioni. Cadorna inoltre, aveva già comunicato un piano di raduno delle truppe ed attacco in caso l’Italia avesse dovuto combattere contro gli imperi centrali; e non al loro fianco, come avrebbe suggerito il sistema delle alleanze che si stavano contrapponendo. Il piano prevedeva di spostare tutte le divisioni di soldati verso il nord est del paese, soprattutto nelle aree del Friuli Venezia Giulia ma anche verso il Trentino. Quando, il 24 maggio 1915, la guerra fu dichiarata all’Austria, il generale Cadorna fece di tutto per riuscire a mettere in atto i piani previsti per portare l’esercito al massimo dell’efficienza. Si puntò tutto sulla formazione di nuovi ufficiali e sul rafforzamento dell’artiglieria. Ricorrendo a corsi accelerati e promozioni straordinarie, a metà luglio 1915 erano disponibili 50.000 nuovi ufficiali appena nominati, che però non erano affatto coscienti di quello che aspettava loro. Per quanto riguarda gli armamenti, l’attenzione fu posta sul miglioramento dell’artiglieria; la produzione di cannoni e di nuovi obici fu velocizzata e vennero introdotti nuovi materiali. La guerra che si prospettava era di posizione, quindi si puntava sulla leggerezza e sulla mobilità delle armi. Purtroppo, la guerra si rivelò di trincea; la guerra di posizione lasciava il posto alla guerra di logoramento. L’esercito avrebbe dovuto aumentare anche la produzione di fucili e munizioni, armi in dotazione ai singoli soldati, ma le commesse si rivelarono insufficienti, soprattutto col protrarsi del conflitto. Erano assolutamente troppo poche anche le mitraglie e le granate, quanto le munizioni per l’artiglieria, sia media che pesante. Nonostante gli sforzi del generale Cadorna, l’esercito era lo stesso che comandava il generale Pollio, solo meglio organizzato. L’inferiorità sul piano degli armamenti e degli equipaggiamenti, se paragonato all’esercito austriaco, era evidente. Nell’estate del 1915, l’Austria, già logorata da mesi di guerra, schierava comunque una forza pari a quella italiana dal punto di vista numerico ma composta da soldati già addestrati alla guerra in trincea e con armi di livello nettamente superiore. Durante il periodo di dibattito riguardo l’entrata in guerra, le alte sfere militari italiane, non seppero assolutamente prevedere la portata del conflitto in corso, e solo dopo la disfatta di Caporetto, e la destituzione del generale Cadorna, si seppe incrementare tanto la produzione e compiere gli sforzi necessari per sostenere una guerra totale. Cloe Caricone 5g TEMA STORICO, articolo di giornale “Il ruolo delle donne durante il primo conflitto mondiale”
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