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Tema svolto per la maturità sull'intelligenza artificiale, Temi di Italiano

intelligenza artificiale fra rischi e opportunità, un tema svolto utile per la prima prima dell'esame di stato

Tipologia: Temi

2023/2024

In vendita dal 26/01/2023

Dengar26
Dengar26 🇮🇹

4.6

(14)

16 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Tema svolto per la maturità sull'intelligenza artificiale e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! Massimo Baiani IV scientifico Oggi viviamo in un mondo sempre più interconnesso e guidato da intelligenze artificiali (IA). Mentre gli adulti si interrogano e discutono quasi con timore dei progressi fatti dalla scienza negli ultimi anni, con la realtà che arriva talvolta a superare le tecnologie delle più celebri saghe fantascientifiche del ‘900, per i giovani sembra non esserci niente di impressionante nel fatto che nelle proprie tasche ci siano strumenti dalla potenza di calcolo pari (se non superiore!) a quella che ha mandato l’uomo sulla Luna. È lecito chiedersi se tutto questo ci debba effettivamente spaventare o se invece è parte del naturale progresso che caratterizza la storia umana. Le IA, infatti, stanno prendendo il sopravvento sulle nostre vite. Sembra inevitabile che, col passare del tempo, ne vorremo sempre di più in quanto, è inutile nasconderlo, ci semplificano la vita. Interroghiamoci, però, se valga la pena accettare questo compromesso in cambio della nostra privacy e di noi stessi. Sì, perché a mio parere se proseguissimo in questa direzione rischieremmo di perdere noi stessi. Non ce ne accorgiamo neanche probabilmente, ma le IA già influenzano, e non poco, le nostre vite. L’esempio più banale è dato dagli annunci pubblicitari che compaiono in internet. Questi, infatti, sono tutto fuorché casuali. Dietro la scelta di farci comparire la pubblicità di un nuovo frigorifero piuttosto che di un nuovo portatile, si nasconde proprio un’intelligenza artificiale che, nel corso del tempo, ha acquisito informazioni su di noi: i nostri gusti, le persone che frequentiamo, gli oggetti che abbiamo intenzione di acquistare. Come scritto, questo è l’esempio più banale che si possa fare. Infatti, si potrebbe anche considerare questa funzione un vantaggio per le nostre vite, in quanto ci può far risparmiare tempo sugli acquisti. Pensiamo però che lo stesso ragionamento viene applicato ai post che visualizziamo sui social, luogo virtuale soprattutto frequentato dai giovani, menti più facilmente influenzabili. Immaginiamo di visualizzare, fra un post e l’altro, una pubblicità di un partito politico. Non una, non due, non tre volte, ma quattro, cinque e così via, per giorni, settimane, mesi. Consciamente o no il nostro pensiero verrà influenzato da quanto visualizzato così ripetutamente. Tutto ciò perché un’IA aveva stabilito, tramite complessi algoritmi, che dovevamo proprio visualizzare quel tipo di pubblicità. Altro eclatante esempio di intelligenze artificiali utilizzate in maniera impropria e, aggiungerei, pericolosa, si trova in Cina, dove è stato elaborato un sistema che elabora l’attività online (e non solo…) dei cittadini assegnando ad ognuno un punteggio che permette a coloro che risultano più “meritevoli” di ottenere con più facilità, ad esempio, un prestito, e a coloro a cui viene invece riconosciuto un punteggio basso viene assegnata l’etichetta di “non attendibile”, con conseguenti difficoltà a noleggiare un’auto o trovare lavoro. Tutto questo basandosi sul lavoro di un algoritmo. Ancora più sconvolgente è il criterio con cui, per stessa ammissione dei dirigenti dell’azienda che ha elaborato tale sistema, viene attribuito il punteggio. Infatti, si è ad esempio stabilito che coloro che giocano molto tempo ai videogiochi debbano essere Massimo Baiani IV scientifico considerati dal software come persone inattendibili; chi acquista spesso pannolini, invece, sarà da considerarsi una persona equilibrata e maggiormente dotata di senso di responsabilità, quindi attendibile. Più che intento ad indagare il comportamento, questo sistema sembra un modo per formare e spingere la popolazione ad uniformarsi ad un certo comportamento dettato dall’alto. È il governo, quindi, che così può distogliere i cittadini da certi acquisti e da comportamenti che non approva, favorendo, invece, quelli che ritiene opportuni. Paesi più civili hanno tentato di utilizzare IA, prima di rendersi di conto della loro limitatezza, per comminare pene più o meno gravi alle persone basandosi, tra i vari fattori, su sesso ed etnia. Le statistiche, però, non possono essere da sole elemento per giudicare una persona. Il fatto che la maggior parte degli accusati neri ha possibilità di commettere nuovamente crimini una volta scontata la pena, non significa che TUTTI i criminali di colore debbano essere giudicati negativamente a priori per questo motivo. Questo non vuol dire che l’uomo sia in grado di stabilire con assoluta certezza quale sia la pena più giusta da infliggere, però può garantire una valutazione più complessiva del soggetto, che vada oltre dei semplici numeri. Si pone poi anche il problema delle relazioni uomo-macchina nella vita di tutti i giorni. Bisognerebbe riuscire a creare una situazione nella quale le macchine siano in grado di capire l’uomo e assecondarne l’agire rispettando la grande duttilità umana. È la macchina che dovrà adattarsi all’uomo e non viceversa. Si pensi alla situazione in cui vediamo una persona che cammina con le braccia piene di pacchi. Istintivamente aiuteremmo quella persona trasportando per lei parte di tali pacchi. Questa capacità umana di anticipare e assecondare le intenzioni dell’altro intuendo che cosa sta facendo o vuole fare è alla base della duttilità che caratterizza la nostra specie e ci ha permesso di organizzarci sin dall’antichità. In un ambiente di collaborazione tra noi ed i robot le IA dovranno essere in grado di intuire cosa vogliano fare gli uomini e adattarsi alle nostre intenzioni cooperando. Mettendo da parte tutti gli aspetti negativi e potenzialmente pericolosi fin qui menzionati, è giusto anche sottolineare come le intelligenze artificiali stiano positivamente diventato imprescindibili nelle scienze e soprattutto in campo medico. Sembra che presto saranno in grado di elaborare modelli di cuori artificiali che potranno salvare le vite di molti, mentre già oggi facilitano l’organizzazione dei percorsi di ricovero dei pazienti e dei loro piani di trattamento in alcuni ospedali, e sono in grado di assistere i medici fornendo tutte le informazioni necessarie per prendere le decisioni migliori, alleggerendo gli specialisti nelle incombenze quotidiane, lasciando loro più spazio a mansioni che necessariamente richiedono la competenza umana. Per contro, però, questi algoritmi hanno in alcuni casi anche la responsabilità di decidere chi verrà sottoposto all’attenzione del medico e chi no,
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