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“Aspetti positivi e negativi dell’iperconnessione” e più Prove d'esame in PDF di Italiano solo su Docsity! “Aspetti positivi e negativi dell’iperconnessione” L’iperconnessione è un termine coniato dai sociologi canadesi Anabel Quan-Haase e Barry Wellman per indicare l’accesso quasi permanente a Internet, indipendentemente dal luogo, grazie ai dispositivi mobili connessi: che si tratti di email, sms, telefonate, messaggi whatsapp, post su Facebook o Instagram. Nel Web siamo costantemente interconnessi e abbiamo la sensazione di avere tanti legami e di non essere soli ma sempre collegati, in qualche modo, al mondo intero. E’ una rete illusoria di relazioni, e molte di queste connessioni non sempre riusciamo a viverle e gestirle come dovremmo. Spesso quando siamo “online”, ovvero connessi ad internet, perdiamo l’autenticità delle cose, non vediamo ciò che è reale, per questo la vita virtuale non viene descritta e vissuta come uno spazio sano e costruttivo, ma piuttosto come uno spazio che ci isola completamente da tutti quanti. Si può dunque constatare che, oggigiorno, la tecnologia non è più solo un semplice strumento di comunicazione, ma una vera e propria estensione virtuale della mente umana che si intreccia con il mondo reale, a tal punto da riuscire a ridefinire la costruzione dell’identità e delle relazioni interpersonali e soprattutto umane, le quali iniziano lentamente a perdersi sempre di più nel tempo. Questo grande “passo verso il futuro” viene visto come una grande evoluzione del genere umano che ci permette di raggiungere milioni di informazioni in pochissimo tempo, essere sempre al corrente su cosa sta succedendo nel mondo, rimanere costantemente al corrente su ogni cambiamento e novità. La tecnologia e l’iperconnessione può quindi rappresentare un aiuto per arricchire le proprie conoscenze e la nostra cultura, e anche per favorire le relazioni sociali con i coetanei, ma un’iperattività concentrata sugli smartphone può diventare dannosa per la salute psicofisica: l’essere sempre “online”, può diventare una dipendenza. Questo è il rischio principale a cui vanno incontro numerosi adolescenti e preadolescenti di tutto il mondo, ormai sempre più precoci nell’uso di smartphone, tablet e computer, strumenti che possono facilitare l’apprendimento e anche generare svago e divertimento, finché vengono usati nella maniera adeguata. A certificare questa tesi sono stati degli studi condotti in tutto il mondo e catalogati dalla Società Italiana di Pediatria, che negli ultimi anni ha lavorato su questa specifica tematica. La maggior parte delle ricerche è stata effettuata negli Stati Uniti d’America e in Paesi asiatici, come per esempio la Cina, il Giappone e la Corea, che per primi hanno sperimentato la diffusione delle tecnologie digitali su ampia scala e quindi anche i possibili rischi dell’iperconnessione, quanto l’isolamento sociale e la nascita di una vera e propria dipendenza. In Corea, il problema dell’iperconnessione ha generato anche una dipendenza da smartphone, riconosciuta come una vera e propria patologia al pari di quella dell’alcool o della droga: quasi l’8,5% degli adolescenti coreani ne è affetto. In USA, circa la metà di tutti gli adolescenti soffrono di questa dipendenza, così come i loro genitori, che occupano un 27% della popolazione americana-adulta dipendente da ogni tipo di dispositivo elettronico, tale lo smartphone, e anche dalla, cossi detta, iperconnessione. Anche in Italia la situazione non è di certo migliore, infatti le nuove tecnologie sono in rapidissima ascesa tra i giovanissimi. Secondo dati istat il 85% degli studenti tra 11 e 17 anni