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Guide e consigli
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Tempo- Italo Svevo e molto altro, Guide, Progetti e Ricerche di Italiano

Viene affrontata la tematica del tempo.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 12/04/2021

giovanefuoriclasse19
giovanefuoriclasse19 🇮🇹

4

(2)

16 documenti

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Scarica Tempo- Italo Svevo e molto altro e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Italiano solo su Docsity! Tempo Italo Svevo Le idee dei romanzieri inglesi giunsero fino in Italia, e furono determinanti per la formazione letteraria dell'autore di origine austriaca, ma residente a Trieste, Italo Svevo. Egli infatti prese delle lezioni di inglese da Joyce mentre questi era esule dall'Irlanda e svolgeva la professione di insegnante a Trieste, e tra i due nacque una fervida amicizia suggellata da intensi scambi intellettuali. Italo Svevo scrisse nel 1923 il romanzo "la Coscienza di Zeno" abbandonando definitivamente il modulo ottocentesco di romanzo, narrato da una voce anonima ed esterna alle vicende, adotta soluzioni originali. Nuovo ed originale risulta, infatti, il particolare trattamento del tempo. La maggior parte del racconto si configura come la confessione autobiografica a scopo terapeutico che il protagonista, Zeno Cosini, fa della sua vita, su consiglio di uno psicanalista. Viene dunque totalmente a mancare una vera e propria trama che connetta gli eventi nella successione cronologica lineare, ma l'intera narrazione si articola per lo più attorno alle esperienze fondamentali della vita del protagonista, narrate da Zeno stesso. L'intero romanzo è caratterizzato da un tempo che lo stesso Svevo definisce "misto", e si sviluppa dalla proiezione sulla realtà della coscienza diel protagonista. Non figura dunque il tempo oggettivo, tipico dello schema ottocentesco, ma soggettivo, nel quale la narrazione va avanti e indietro nel tempo seguendo unicamente la memoria del protagonista. Zeno frantuma la propria memoria in una miriade di ricordi, lasciando emergere le esperienze che più hanno colpito la sua coscienza, nel tentativo di risalire alle cause della propria nevrosi. Tuttavia rievocando il proprio passato talvolta lo modifica o lo crea ex-novo, inserendo "tante verità e bugie" nel proprio memoriale. Tale distorsione del passato scaturisce da un autoinganno del protagonista, determinato da processi profondi e inconsapevoli. Il tempo dunque oltre che acquisire le caratteristiche di una realtà completamente esterna, si prefigura anche come una continua creazione della nostra coscienza. Nel primo ventennio del novecento si sviluppano correnti e movimenti artistici nel tentativo di superare la tradizione passata, sperimentano nuove forme d'arte, le quali con la loro carica innovativa saranno molto influenti sulle correnti a venire. Tra queste possiamo trovare il cubismo Il Cubismo è una corrente artistica nata dall'analisi alternativa della realtà ad opera di Pablo Picasso e Georges Braque. Il sentimento che animava i due artisti era quello di opporsi alla meccanica riproduzione del reale e alla presunta superficialità di osservazione attribuita all'impressionismo. Con l'intento di superare la fugacità dell'impressione visiva Picasso e Braque arriveranno progressivamente all'abolizione degli spazi prospettici tradizionali attraverso la scomposizione e accostamento dei volumi sul piano. Tale procedimento ci permette di vedere l'oggetto rappresentato contemporaneamente da più punti di vista. Per il cubismo infatti è inutile riprodurre la realtà per come viene vista, ma per restituire l'essenza di ciò che viene rappresentato è necessario un lavoro di scomposizione e ricomposizione. Questo non è altro che il lavoro che compie la nostra mente nel restituirci la memoria di ciò che osserviamo della realtà. In questo senso col cubismo si perviene alla scoperta della quarta dimensione, la dimensione del tempo. La scomposizione dei volumi non ha soltanto un significato volumetrico-spaziale, ma anche temporale: la visione totale di un oggetto non si limita a darci aspetti del suo volume nello spazio simultaneamente, ma ci fornisce anche l'idea della durata, poiché la visione stessa si genera dalla nostra coscienza per mezzo del contributo della memoria. Anche in epoca Romana, tra l'età augustea e quella Giulio-Claudia, grandi autori latini espressero la propria filosofia del tempo. Tra quelli che hanno trattato tale tematica nei loro scritti vi è Seneca. il tempo lo ritroviamo Nel dialogo senecano dedicato all'amico Paolino (de brevitate vitae) scritto probabilmente nell'anno di ritorno dall'esilio a cui era stato costretto (49 d.c.), l'autore latino contesta il luogo comune secondo cui il tempo di vita assegnato dalla natura all'uomo sia estremamente breve. Nel fare ciò egli sposta l'attenzione dal piano cronologico a quello morale, affermando che, in realtà, di tempo ci è dato a sufficienza, se non fosse che molto di quello che possediamo lo perdiamo in attività superflue. Seneca, dunque, si scaglia contro quelli che definisce occupati, ovvero coloro che
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