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teologia 3 aramini trascrizione videolezioni, Appunti di Teologia

descrizione audiolezioni fatte da casa causa covid

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 14/10/2020

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chiara-locatelli-8 🇮🇹

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Scarica teologia 3 aramini trascrizione videolezioni e più Appunti in PDF di Teologia solo su Docsity! TEOLOGIA MORALE -> vista come minaccia alla libertà. Quando la moralità diventa un fatto di scelta personale le persone hanno qualche pregiudizio. Da una parte c’è il desiderio di moralità (anche per chi non è cristiano) ma quando ciascuno di noi deve metterla in atto, lì diventa un optional. TEOLOGIA MORALE CATTOLICA 2 grandi fonti: il testo Biblico (1 e 2 testamento e come supremo maestro vi è Gesu) e l’insegnamento della Chiesa, poiché quest’ultima ha ricevuto il mandato di Gesu di insegnare il vangelo ai cristiani ed applicarlo nella vita quotidiana, con alcuni cambiamenti, poiché deve essere sempre aggiornato ai tempi in cui si vive. Uno dei problemi più importanti è il confronto con la morale di chi non è cristiano. Chi non ha religione ha comunque una moralità di base, che è comunque importante. Queste morali hanno comunque somiglianza, come per esempio la regola d’oro del capitolo 7 del Vangelo di San Matteo: ‘non fare agli altri ciò che tu non vorresti fosse fatto a te’. Questa regola fonda una moralità comune basata sul principio di giustizia. Gesu con il suo insegnamento e la sua testimonianza fanno capire che la rivelazione di Dio porta anche delle esigenze che le persone non cristiane non hanno necessità di compiere. Kant afferma : ‘La legge morale è così evidente che si può leggere nella propria coscienza; le persone devono essere trattate sempre come un fine e mai come un mezzo’. LA MORALITÁ SECONDO LA BIBBIA Tutti gli uomini hanno voglia di raggiungere la felicità e la sua realizzazione dipende da !1 tanti fattori, tra cui vi è l’agire dell’uomo, che si scontra con quello degli altri uomini. Come si fa a determinare il giusto modo di agire per raggiungere la gioia? Per i cristiani la Sacra Scrittura è un testo fondamentale ed un punto imprescindibile di riferimento anche per la vita morale, anche perché secondo loro nella Bibbia ci sono le norme grazie alle quali si può raggiungere una vita felice. La società odierna non ama seguire le norme, poiché ha la necessità di affermarsi da solo, con libertà illimitata, che secondo qualche filosofo è essenziale per raggiungere la gioia. Kant diceva che una persona diventa autonoma quando non si lascia più guidare dagli altri, guidando da solo, lasciando le mani altrui. Tutto il complesso normativo nella Bibbia quindi appare come un ostacolo che si opporrebbe alla gioia e bisogna liberarsene. In realtà ciascuno di noi può partire dalla propria personale esperienza. Per intraprendere la strada che si vuole e raggiungere il proprio obiettivo vi sono delle regole da seguire. Dipende tutto da quanto si vuole qualcosa, ovviamente bisogna fare dei sacrifici. Ecco perché la Bibbia ha delle regole morali che aiutano la persona a realizzare l’amore. Le norme morali hanno la loro autorizzazione solo quando sono espressione dell’amore ed aiutano a metterlo in pratica. Un secondo problema riguardante la Bibbia è sui testi che leggiamo, che sono antichi e che parlano di una cultura lontana dalla nostra, perciò si ritiene che non si possono trovare risposte ai problemi attuali. Molti credenti convinti hanno l’impressione che alcune certezze che vengono dalla Bibbia che sono state trasmesse di generazione in generazione oggi non valgono più. Vi è la consapevolezza che nella Bibbia vi sono molte norme, i 10 comandamenti, altre !2 Il 6 criterio è quello di discernimento, la Bibbia insegna che a seconda dei casi alcune regole hanno un valore assoluto ed altre un valore relativo, in base alle situazioni, quindi bisogna saper imparare a dividere le situazioni. TAVOLA DEI 10 COMANDAMENTI Il contesto in cui vengono dati. Liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto. Dio ha un progetto di alleanza con l’umanità e lo vuole perseguire con un popolo piccolo e schiavo perché con questa chiamata di colui che non è potente inizi un messaggio che riguarda la presenza di Dio a tutti gli uomini e nello stesso tempo venga in chiaro che Israele vivrà come un popolo di Dio, benevolo, sostegno della vita di tutta l’umanità. Dio sceglie personaggi deboli per farli diventare strumenti della sua salvezza: costante della Bibbia. Israele riceve la libertà dalla schiavitù, è un dono di Dio, che lo accompagna nel cammino del deserto. Le prime mosse: Dio accompagna (Israele nel cammino del Deserto, da un angelo che guida il popolo o dalla nube), Dio libera (dalla schiavitù e dalla morte), Dio dona (doppiamente: se stesso, poiché si propone come il Dio, e dall’altra parte dona il cammino per la vita al popolo, attraverso i comandamenti) e Dio raccoglie (un popolo nascente per il progetto di vivere insieme). Capitolo 20 di esodo. Dio fa un dono senza condizioni, indipendentemente dal comportamento di Israele, ma ovvio che gli farebbe piacere che si comportasse bene. Israele viola più volte l’alleanza con Dio, ma Dio ha molta pazienza e ricomincia sempre d’accapo. !5 Quando Israele entra in popoli cananei e della Mesopotamia in cui alcuni comandamenti di Dio sono già presenti lì, prima di essere presentati come comandamenti nella Bibbia. Questo perché tutti i popoli sono stati creati da Dio ed alcune leggi fanno parte della natura stessa delle persone. Criterio di convergenza. I comandamenti sono stati fatti in base all’esperienza umana, ma quando li pronuncia Dio, per Israele significa che vi è un passaggio dalla sapienza umana a una sapienza rivelata di Dio ed entra in campo la fede: non sei più tu che cerchi di capire cosa sia bene o male, ma è Dio che te lo dice, prendendo in atto ciò che pensa l’uomo, ma approfondendolo. Il Progetto di Dio è quello di una vita buona, contenuto nei 10 comandamenti. DECALOGO CAPITOLO 20 (VERSETTI DAL 2 AL 17) DEL LIBRO DELL’ESODO Dio nell’alleanza del Sinai ha dato al suo popolo una legge che ha le caratteristiche di un dono ci dice che il rapporto tra fede e morale si viene a creare in questa maniera: l’uomo comprende che Dio si presenta come suo liberatore (vedi Israele) e Dio si presenta come liberatore e come dono, quindi il popolo accetta liberamente e Dio gli fa un altro dono, cioè quello della legge. La morale non è il fastidio della fede. Sembra che il decalogo sia un limite alla libertà. Inoltre oggi si pensa che perché una cosa sia fatta bene deve essere spontanea e nascere da noi stessi, perciò non ci appare positiva una cosa che nasce dall’esterno. In realtà l’idea che ci sia un dono che viene da Dio non bisogna considerarlo un fatto negativo, poiché potrebbe aiutarci a diventare migliori; se viene da fuori di noi non deve essere necessariamente brutta ne cambiarci in modo negativo. Bisogna imparare dal di !6 fuori. La morale viene come espressione della fede. Se un uomo nella vita cristiana non si innamora di Dio non può prendere il suo progetto e farlo proprio, mentre se si innamora capisce che le sue parole sono espressione della vita eterna. Il decalogo è diviso in 2 parti: i primi 3 comandamenti che parlano della relazione con Dio e gli altri 7 che si occupano della relazione con gli uomini. Il capitolo dice così: 2«Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: 3Non avrai altri dèi di fronte a me. 4Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. 5Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. 7Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. 8Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. 9Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; 10ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. 12Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. 13Non ucciderai. 14Non commetterai adulterio. 15Non ruberai. !7 torna a presentare la tua offerta. *Trova al più presto l’accordo col tuo contendente, mentre ancora vai con lui in tribunale. Altrimenti egli ti consegnerà al giudice, il giudice alla polizia, e tu finirai in prigione. *Te l’assicuro, non ne uscirai se non dopo aver pagato il tuo debito fino all’ultima lira. Gesù quindi vieta quei comportamenti che hanno come ultimo fine l’uccisione del fratello. Quindi lui vieta l’ira. Non si deve togliere il valore all’altra persona. Con la parola pazzo si da il significato di un essere privo di senso, quindi il suo essere uomo viene completamente eliminato. Vi è un criterio di progressione. Non commettere adulterio – 5,27-30 *Sapete che è stato detto: Non commettere adulterio. *Ma io vi dico: chiunque metta gli occhi sulla moglie di un altro con sguardo cupido, nel suo cuore ha con lei già commesso adulterio. *Se il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, strappalo e gettalo via: meglio per te perdere una delle tue membra che essere tu stesso gettato all’inferno. *E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, mozzala e gettala via: meglio per te perdere una delle tue membra che andare tu stesso all’inferno. *E’ stato detto anche: Se uno vuol ripudiare sua moglie, le deve dare un certificato di divorzio. *Ma io vi dico: chiunque voglia divorziare da sua moglie, la rende adultera (nel matrimonio che essa contrarrà di nuovo), tranne che sia stata infedele. E se uno sposa una divorziata, commette adulterio. Questo protegge la vita della coppia. Gesù dice che c’è un progetto cattivo nel cuore dell’uomo: violare la coppia degli altri e il desiderio che, invece di essere concentrato nel vivere il proprio progetto di amore, diventa non soltanto uno che non considera il proprio partner come uno meritevole di cura ed ammirazione, ma si rivolge a un altro fuori dalla coppia solo per possederla. Si rompe la propria relazione e quella degli altri. Il punto di partenza è il desiderio cattivo che parte dal proprio cuore, perciò si commette adulterio prima ancora di metterlo in atto. !10 Giuramento – 5,33-37 *Sapete ancora che è stato detto ai vostri antenati: Non giurare il falso e adempi ciò che con giuramento hai promesso al Signore. *Ma io vi dico: Non giurare affatto: né per il cielo, che è il trono di Dio; *né per la terra, che è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, che è la città del Grande Re; *non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. *Quando parlate dite: sì sì, no no; ogni altra parola viene dal maligno. Gesù ci chiede di non fare dei giuramenti: bisogna parlare sempre in modo veritiero, senza necessità di giurare. Chi giura, in realtà quando parla, lo fa a vanvera. Non deve essere così. Amore al prossimo – 5,38-48 *Sapete che è stato detto: Occhio per occhio, dente per dente. *Ma io vi dico: non vendicatevi di chi vi fa del male. Uno ti schiaffeggia sulla guancia destra: porgigli anche l’altra. *Uno vuole farti processo per prenderti la camicia: lasciagli anche la giacca.*Uno ti costringe a fare un chilometro con lui: vacci insieme per due chilometri. *Uno ti chiede qualcosa: dagliela. Uno vuole da te un prestito: non rifiutarglielo. *Sapete che è stato detto: Ama il tuo prossimo, odia il tuo nemico. *Ma io vi dico: amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori. *Sarete così veramente figli del vostro Padre celeste, che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere su quanti fanno e su quanti non fanno la sua volontà. *Se amate soltanto quelli che vi amano che ricompensa potete aspettarvi da Dio? Non fanno lo stesso anche quelli che non hanno coscienza? *Se salutate soltanto vostri fratelli, che cosa fate di non comune? Non fanno lo stesso anche quelli che non conoscono Dio? *Voi dunque siate perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste. Amerai il signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il prossimo tuo come te stesso. Sono 2 facce della stessa medaglia: non si può amare Dio senza amare il tuo prossimo. Nel vangelo di Giovanni, prima della lavanda dei piedi, Gesù dice ‘Come io ho amato !11 voi, così ho amatevi gli uni gli altri’. I discepoli devono amarsi come Gesù gli ha amati. Nell’antico testamento tu eri il criterio della verità dell’amore. Quando Gesù da il suo comandamento si ha uno spostamento del baricentro e si ha come criterio di valore Gesù stesso. Come si fa a mettere in pratica l’amore di Gesù se Gesù è supremo? Lo Spirito Santo, cioè quello di Dio, grazie al quale il nostro cuore può essere trasformato seguendo il cammino corretto, cioè quello di Gesù. Al giorno d’oggi inizialmente il bambino cristiano impara il giusto comportamento dalla parrocchia e dall’ambiente, ma quando il cristiano cresce deve imparare a relazionarsi con Gesù e lo si fa leggendo il Vangelo, poiché leggendolo si incontra Gesù e si cresce. LE BEATITUDINI Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, !12 essere giusto. Lui vuole realizzare il suo progetto. L’ultima beatitudine ripete la 7, cioè il modo di essere di Gesù. LA MORALE CRISTIANA NELLA STORIA Come a partire dell’insegnamento biblico la chiesa ed i cristiani hanno cercato di vivere l’insegnamento morale: qual era l’insegnamento dato dalla chiesa e quale dato dai cristiani? Quali sono i principi che dovrebbero guidare la vita morale dei cristiani? Come la santità cristiana si esprime nell’esistenza quotidiana? I cristiani seguono Dio. Gesù ha mantenuto gran parte dell’insegnamento morale giudaico, il quale derivava dai 10 comandamenti, i quali li ha approfonditi. Gesù innova con altri elementi: un rapporto nuovo e scioccante per i suoi contemporanei tra l’uomo e la donna, mettendoli su un piano di parità. Le donne sono protagoniste di episodi evangelici, cosa inimmaginabile a quel tempo, infatti quando tutti chiedono a Gesù se è lui il Messia sceso sulla terra per salvarci, lui non risponde, ma quando glielo chiede la donna samaritana, la quale è emarginata ed adultera e con la quale lui stesso inizia una conversazione e chiede da bere, lui le rivela la verità. Inoltre nel gruppo dei discepoli che seguivano Gesù vi erano le donne e lui considera la donna come meritevole di rispetto, infatti le donne furono le prime ad essere testimoni e messaggere della sua Resurrezione, ma i discepoli maschi non credono alle donne poiché in quel tempo la testimonianza delle donne non aveva valore e questo è un cambiamento epocale. Nei secoli successivi la cultura ed il patriarcato tipico della società di allora ha addormentato questa importanza che Gesù ha dato alle donne. Quando nella lettera agli Efesini di San Paolo si parla del rapporto uomo-donna, lui dice che le donne devono essere sottomesse agli uomini. In realtà San Paolo usa quelle parole ma poi dice agli uomini di amare le proprie donne come Cristo ha amato la Chiesa. Le donne devono fare un dono di se !15 stesse ai mariti, così come Gesù lo ha fatto all’umanità, e nello stesso tempo i mariti devono amare le donne come Cristo ha amato la Chiesa, quindi dando la propria vita, perciò in realtà c’è uguaglianza. Ecco perché il vangelo ha fatto la rivelazione dell’uguaglianza tra uomo e donna e San Paolo afferma che in Cristo non c’è più la divisione tra uomo e donna, ma neanche tra pagano e cristiano, poiché per cristo tutti sono uguali e chiama tutti verso il perdono. Un altro elemento importante della cultura cristiana dei primi secoli è quella del rifiuto della violenza. Gesù insegna a non uccidere e a non usare la violenza neanche con chi usa la violenza. Infatti quando viene schiaffeggiato dal servo del Sommo Sacerdote, lui non sta zitto, ma gli dice ‘Se ho fatto del male dimmi dove l’ho fatto, ma se non ho fatto del male allora dimmi perché mi hai schiaffeggiato’, quindi lui non usa la violenza, ma richiama la coscienza dell’uomo facendolo interrogare e superando la violenza stessa. Gesù non ha nemici e un discepolo di Gesù non deve avere nemici, però molti possono avere come nemico Gesù, però è un problema loro, Gesù non odia nessuno, ‘perdonali padre perché non sanno ciò che fanno’. Se altri pensano male di noi, siamo noi che dobbiamo essere pazienti e cercare di far cambiare idea attraverso i nostri comportamenti, dobbiamo interrompere la violenza. Molto spesso durante gli anni molti cristiani hanno perso la giusta strada, usando la violenza, soprattutto con la politica, ma la Chiesa continua a predicare la pace, anche perché chi predica la pace è un beato. Altri sviluppi storici che sono venuti nei secoli successivi sono i seguenti: Sant’Agostino di Ippona ha sviluppato la morale cristiana focalizzandola sull’amore e nelle sue prediche e scritti si è specializzato su alcuni temi molto specifici, tra cui la verità del linguaggio, sul tema della ricerca della verità (l’amore richiede che si vive della verità) e sul tema della sessualità umana (lui prima di convertirsi aveva avuto un figlio con una donna). San Gregorio Papa, detto Magno, autore di un settenario, cioè l’elenco dei 7 peccati mortali, ciò che gli uomini devono fare per evitare il male. I peccati capitali sono: la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’ira, la gola, l’invidia e l’accidia. questo elenco ha avuto !16 un grande successo perché nei secoli che vanno dal 6 al 10 secolo nella Chiesa si è sviluppata una corrente di autori che, volendo dare un aiuto ai sacerdoti che dovevano confessare gli uomini, hanno creato dei libri penitenziali, cioè manuali che aiutavano i confessori a dare la penitenza a seconda dei peccati fatti dal peccatore. La Divina Commedia è un insegnamento di vita morale. San Tommaso D’Aquino introduce un tema nuovo presente nella filosofia (riprende Aristotele, che diceva che l’uomo è un animale sociale che ha tanto in comune con gli altri uomini) e parla di una legge naturale e di una serie di virtù, create seguendo sempre la ragione. Le virtù teologali sono fede, speranza e carità, tipicamente teologiche che hanno a che fare con la relazione tra uomo e Dio, e poi ci sono altre virtù che sono la prudenza, la fortezza, la giustizia e la temperanza, che sono virtù cardinali, punto di appoggio su cui tutto il resto del comportamento morale si sviluppa. Quindi San Tommaso recupera il significato dei comandamenti, esprimendolo con le virtù aristoteliche. Nel Medioevo avremo una teologia delle facoltà: studio della persona umana e del cammino morale cercando di analizzare come si sviluppa la volontà e la libertà dell’uomo. La teologia moderna supera questo, poiché afferma che Aristotele studiava l’uomo come se fosse un oggetto. La costruzione della morale umana a partire dalle virtù è una buona costruzione, ma la persona umana evolve ed è libera, quindi non si può studiare l’uomo dal punto di vista morale come se fosse un oggetto, non si può fossilizzare, ma l’antropologia e la morale devono fare i conti con la maturazione della persona stessa. La libertà nella persona umana si deve rinnovare continuamente: bene e male si rinnovano sempre, non si può dire che l’uomo sceglie sempre il bene o rifiuta sempre il male. Dio aiuta a rinnovare. San Tommaso introduce la legge naturale, dicendo che nel cuore di tutti gli uomini Dio ha introdotto una legge che essi sanno riconoscere e che li guida nel loro cammino. !17 parabola del buon samaritano. Nella storia dei cristiani è sempre stato decisivo che ha dato origine alla cura di chi è affamato, malato, ignorante, nascono le opere di misericordia, che sono suddivise in 2 categorie: misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, alloggiare i pellegrini, vestire gli ignudi, dare da bere agli assetati, visitare gli infermi ed i carcerati, seppelire i morti; si racconta nel giudizio universale del capitolo 25 di Matteo: chi ha fatto queste cose ha incontrato Cristo stesso), misericordia spirituale (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, sopportare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti; opere che aiutano le persone a crescere nel loro progetto esistenziale, aiutare chi non ce la fa a vivere correttamente il progetto di Dio). Numero 7 per i 7 giorni della creazione di Dio. Il quinto elemento riguarda la dignità umana e la cura dei diritti dell’uomo. La Chiesa lavora per lo sviluppo della dignità di ogni uomo. Sviluppo umano integrale. Alla Chiesa interessa che tutti gli uomini siano rispettati in tutti i diritti (all’istruzione, alla salute, alla famiglia, a professare la religione che vogliono). Non sempre è così purtroppo. Compito dell’insegnamento morale della chiesa è il raggiungimento della dignità umana dei diritti ed è necessario un ambiente pacifico universale. Il 1 gennaio è la giornata mondiale della pace. Nella storia della Chiesa ci sono stati alcuni elementi che prima erano ritenuti ammissibili ma oggi non più, che in realtà sono dei mali morali, come per esempio il concetto di guerra giusta, il concetto di usura, il tema della tortura. LA PERSONA UMANA NELLA MORALE Come agisce? Quali sono le caratteristiche che danno origine al suo comportamento in modo che lui si determini liberamente, avendo le qualità che desideri? La tradizione filosofica e teologica operano delle distinzioni. Distinguere la volontà, la libertà, la coscienza? É difficile, sono elementi dell’umano, ma si possono fare èerchè sono profili diversi della stessa persona. !20 Tutti sanno di avere una volontà, la quale deve essere nutrita attraverso la sapienza, la conoscenza e l’incontro con gli altri, quindi si forma attraverso un processo. La nostra libertà non spunta fuori dal nulla, ma si forma piano piano e quando si è formata può essere richiamata, rievocata, annullata. É un processo che accompagna sempre la vita delle persone. L’azione morale dell’individuo è un azione che p frutto di un processo complesso e si forma nel tempo: vi sono diversi elementi nel tempo, l’azione morale non è fissa nel tempo, ma vi sono una serie di atti che esprimono un cammino di maturazione e di attuazione sempre più raffinata di un progetto morale che una persona ha scelto. Nel cammino morale entrano tante componenti: la persona entra nel mondo e vuole comprendere come vuole essere in questo mondo. Che tipo di persona io voglio essere? La legge naturale di San Tommaso d’Aquino disponibile in tutti gli uomini ci dice di fare il bene ed evitare il male, ma noi possiamo contrastarlo, poiché siamo liberi. Il bene morale è molto importante ma fragile, perché è affidato alla nostra libertà, non si impone da se stesso anche quando è evidente. Questa cosa è sbagliata ma a me non interessa, lo faccio comunque perché lo voglio o perché mi conviene. Il bene morale può diventare concreto nelle persone quando la persona lo accoglie e lo accetta poiché lo ritiene necessario per la vita, da custodire. La legge che dice di fare il bene è un imposizione alla libertà? No, perché con libertà tu aderisci ed ubbidisci a quella legge stessa, altrimenti sarebbe schiavitù. Una persona accoglie la legge perché capisce che è giusta. Si parla quindi di coscienza. !21 Un ultimo grande tema che deve essere citato per completare il nucleo degli elementi fondamentali è il peccato, cioè non fare il bene che la legge morale ti chiede, facendo quindi il male, cioè il peccato. Tutti questi elementi definiscono la morale della persona umana e sono tutti collegati gli uni con gli altri. COSCIENZA MORALE Oggi quando si parla di coscienza la gente si riferisce alla consapevolezza e non alla moralità. Bisogna distinguere tra coscienza come consapevolezza (mi sono reso conto che, capire qualcosa e ne ha coscienza) e coscienza morale. La coscienza morale nasce nella persona nell’esperienza dell’uomo e la prima esperienza che lui fa è quella del sorriso di chi ci ha accolti, quando questo manca le persone hanno qualche problema. Una persona per crescere nella sua maturità deve aver avuto una persona che lo abbia curato e che si sia preso cura di lui con il sorriso e con amore. Anche nell’età adulta si ha un bisogno di essere amati, ma crediamo di poterne fare a meno. Molte delle sciagure che capitano tra uomo e la donna viene dalla paura di non essere più amati. Anche gli adulti forti non sono così forti come sembrano, anche se lo dimenticano. Una persona sana ammette di aver bisogno degli altri. Dall’esperienza della cura iniziale ci rendiamo conto che anche noi dobbiamo rispondere in un certo modo, quindi se vediamo il sorriso dell’adulto, noi rispondiamo con un sorriso (coscienza psicologica), si risponde positivamente alle persone positive e ci fa essere attenti con chi non lo è. Ma io che sono nato dalla cura di qualcuno verso di me voglio essere una persona che si prende cura degli altri? La cura psicologica non è solo passiva, ma è attiva, è un invito, una legge. Se si risponde positivamente, essendo riconoscenti per la vita che ha ricevuto, si entra nel mondo della moralità, non essendo egoista, essendo frutto di una relazione benefica. !22 Questo è giusto anche secondo la teologia morale, poiché Dio da all’uomo il dono della libertà e della possibilità di amare, perciò Dio non è contrario alla libertà. Ricorda episodio dell’Alleanza tra Dio e Israele. Molti pensano che accedere alla religione significa perdere la libertà ma non è così. Accettare l’ubbidienza a Dio rappresenta la massima espressione della libertà. Nella nostra cultura la libertà è fondamentale ma in realtà non lo è come sembra, poiché le persone lo confondono: nella nostra possibilità di agire ci sono azioni che hanno utilità (bere perché ho bisogno) ed azioni che hanno un significato (condividere l’acqua se ci sono persone assetate nonostante io abbia bisogno). Ci sono tante azioni che esprimono le nostre preferenze ed azioni che mettono in discussione la nostra persona. Molte persone scambiano la libertà con le preferenze. L’espressione delle preferenze non è esercizio di libertà poiché non cambia nulla nella nostra identità di persona. Molte persone pensano di essere libere perché possono esprimere delle preferenze, in realtà per essere libere devono prendere decisioni che possono cambiare la propria identità e la propria crescita. La libertà ha a che fare quando entro nell’ambito del mio progetto valoriale, quando è gratuito. Io che ho ricevuto tanto da altri, sono disponibile a fare lo stesso con altri? La libertà è connessa alla ricerca del bene. L’esercizio della libertà costituisce la nostra persona ed il nostro modo di essere. La libertà è fatta per costruire il bene morale che noi stessi abbiamo trovato. Noi dovremmo essere dei cercatori di verità, cioè cercare il vero bene e la libertà dovrebbe acconsentire al vero bene, al buon esito delle nostre azioni. La libertà non è fatta per far qualunque cosa, ma il senso vero è quello di scegliere di amare. Quindi il comandamento dell’amore di Dio non viola la libertà umana, ma fa comprendere qual è il loro vero destino. La libertà è come l’amore che ci ha fatto vivere. !25 Molto spesso gli uomini perdono la libertà per 3 motivi: siamo condizionati da molti messaggi che spesso ci illudono, finiamo quindi per rimanere imprigionati in pensieri che non hanno un grande fondamento (esempio il nostro benessere viene prima di ogni altra cosa-> falso); per metterla in pratica bisogna pensare e ricercare il bene, richiede tempo e fatica, perciò a volte le persone rimandano l’uso della libertà, vivendo secondo un atteggiamento opportunistico e non morale; non si rende conto che la relazione è fondamentale. PECCATO Il vero peccato che l’uomo fa è decidere di non decidere, fuggire dall’esercizio della libertà, quindi decidono di vivere alla giornata, di puro opportunismo. Il primo male morale è sciupare la libertà ed è il fondamento per ogni sorta di male morale e quindi di peccato. Chi decide di non dipendere da Gesù arriva a dipendere da altro, cioè da idoli creati dall’uomo stesso. Il rifiuto dell’amore e quindi di Dio nella Bibbia è il primo peccato, rifiutato perché si pensa che Dio toglie la libertà stessa. Il peccato di Adamo ed Eva. Quando l’uomo rifiuta di obbedire a Dio, inizia ad obbedire ad altro, costruendosi degli idoli (il proprio potere, il proprio apparire sugli altri, la propria autodeterminazione ma anche altro). L’unica dipendenza che non ti toglie la libertà è quella da Dio, perché lui ti ama e ti dona tutto se stesso. Se c’è una diffidenza verso di Dio, l’uomo si organizza una vita a modo suo, che è un peccato di base. I peccati, anche quelli nascosti, fanno sempre del male a chi li riceve ed a chi li fa. L’uomo ladro approfitta dell’occasione, non è l’occasione che fa l’uomo ladro. !26 I peccati sono i comportamenti che non costruiscono amore fraterno e amore di Dio. In realtà il cristiano per fare l’esame di coscienza deve guardare all’esempio di Gesù e deve imparare a somigliargli. Nella tradizione cristiana c’è sempre stata una distinzione tra peccati gravi e peccati veniali, cioè quelli più leggeri. I peccati gravi, o mortali, erano quelli che se commessi, quanto morivi, entravi nell’inferno. Questi sono quelli che violano i 10 comandamenti, le beatitudini. Dio ama tutti, anche i peccatori ed anche chi è gravemente peccatore si può convertire all’ultimo passaggio, questo per l’infinita bontà di Dio. Ovvio che bisogna evitare il peccato, ma non è al primo posto, poiché il cristiano ha al centro della sua vita la somiglianza a Gesù, poiché si rende conto del suo amore e della sua alleanza. Nel rapporto tra noi e Dio c’è un continuo ricevere doni da parte di Dio. La vita cristiana è una cosa positiva. AZIONE MORALE Detta così quando implica la libertà della persona, quando è un’azione che comporta l’uso di una decisione e quando si vuole ottenere non un vantaggio ma un significato, una crescita, raggiungere un buon progetto. L’azione morale somiglia molto alla dinamica della coscienza morale. L’azione morale è quella in cui noi ci esprimiamo, sono parole ed azioni che esprimono il nostro progetto. Le azioni dell’uomo a volte sono impulsive, ma la coscienza morale ci chiedono di interrogarci se quelle azioni servono al raggiungimento del nostro buon progetto e se non è così devono essere riviste e rivalutate. !27 Il matrimonio è una relazione di promessa di se stessi, non è un ferro vecchio del passato. Anche chi si lascia, dovrebbe proseguire migliorando se stesso, cercando una relazione ancora più profonda, superando gli errori passati e non perdendosi in nuove relazioni casuali, ritornando in relazioni prive di significato profondo e casuali. AMORE E LIBERTÁ Questo legame tra libertà ed amore può essere considerato strano, perché l’amore si vede come qualcosa che nasce indipendentemente dalla libertà, quindi si vede l’amore come qualcosa che appare e scompare senza la propria decisione. Tra amore e libertà sembra ci sia una relazione di indipendenza. É possibile che una delle esperienze fondamentali della vita possa sfuggire all’ambito della libertà? Significherebbe dire che noi non siamo neanche padroni della nostra vita. Se Dio ti chiama invitandoti a voler bene facendoti incontrare questa persona, in modo che tu possa donare te stesso a lui e condividere la tua vita. Questa persona con la sua stessa presenza ti promette del bene, senza parole, e tu appari all’altra persona esattamente così. A questa promessa si deve rispondere con una decisione, se non si fa niente questa persona potrebbe sparire. La decisione è prendersi cura l’uno dell’altro se vuole essere duraturo, quindi deve diventare un progetto. Tutti abbiamo bisogno di essere amati. Ma non è solo quello, è anche decidere di amare l’altro, è reciproco, così diventa progetto. Deus Caritas Sesto -> apparire dell’amore si chiama Eros, il suo diventare progetto lo chiama Agape. Nell’Eros ci sta il sentimento che è l’inizio della vicenda, la persona patisce, è arrivato dall’esterno e tu lo incontri senza che tu lo abbia programmato, è improvviso. L’amore poi ti invita, quindi la persona diventa protagonista, ed è Agape. L’amore !30 intenso per l’altra persona diventa il mio progetto di vita. ‘Puoi contare su di me’ significa che la mia persona è al servizio della tua felicità, cioè tu per me sei stato un dono di Dio, affinché io possa amare con tutte le mie forze e con tutto me stesso, arrivando quindi a somigliare a Dio. Questo progetto, se le persone lo curano nel desiderio di vivere la relazione in condivisione, è indistruttibile ed eterna, anche perché il cristiano si confida nella grazia di Dio. Quando nelle coppie succede qualcosa che le porta alla rottura, avviene perché le due persone hanno deciso di smettere di servire l’altro vedendolo come un dono. Non è un caso, ma una decisione della libertà. Ognuno di noi è responsabile. La decisione negativa è un peccato, smettere di amare è un peccato. COSTRUIRE UN FIDANZAMENTO Molte delle coppie dei conviventi si definiscono fidanzati, rimanendo permanenti perché non passano al matrimonio, ma ha un significato diverso dal passato. Prima di vivere il matrimonio, quanto tempo deve passare affinchè il fidanzamento si consolidi e si modifichi? La maggior parte si sposa dopo molti anni di fidanzamento, poiché ci si deve conoscere. In realtà ci si dovrebbe sposare continuando a conoscersi ogni giorno di più, approfondendo il rapporto. Relazione di coppia, relazione con Dio ed apertura alla vita, ruolo sociale della coppia nella società e nella vita della chiesa. Per quanto riguarda la relazione di coppia, bisogna capire che l’amore deve diventare un progetto, le persone dovrebbero essere esperte ma non tutte lo sono. Non si nasce come persona che sa voler bene al coniuge, ma si migliora con il tempo e con l’idea di voler maturare. Il bisogno di amare ed essere amati è un dato di fatto, perciò molti !31 pensano che non abbiamo da imparare, in realtà bisogna imparare a mantenere il giusto equilibrio dei 2 bisogni. Ogni coppia deve migliorare, passando dallo star bene insieme a un progetto di dono, che si costruisce giorno per giorno con il pieno conoscimento di se. L’amore autentico è qualcosa di artigianale, da migliorare ogni giorno, è un lavoro, e lo si fa con il dialogo e con l’ascolto vero. I giovani di oggi non sono aiutati a conoscere la sessualità con il dono completo di se stessi; pensano che sessualità ed apertura alla vita non siano strettamente collegati l’uno con l’altro, in realtà lo sono. Una sessualità che non esprime il dono vero della persona si ripercorrerà su tutto il vissuto relazionale della coppia. I giovani devono riuscire a liberarsi dall’attività sessuale vista come qualcosa di ludico, dovrebbe essere l’espressione massima della propria persona all’altra. Nel fidanzamento dovrebbe risaltare la bellezza dell’amore fisico come espressione dell’amore del cuore. Così i giovani capiranno quanto l’amore fisico può dare la vita e non è una cosa di cui avere paura, ma un atto d’amore. Il tempo del fidanzamento dovrebbe essere una crescita importante vissuta come donare se stessi ed in questo tempo si vive una relazione di gratitudine verso Dio, riconoscenza verso Dio che ci ha donato l’altra persona. I fidanzati si sentono liberati dal senso di inutilità della vita, poiché hanno trovato il senso, cioè amare come Dio ha amato, servire come Dio ha servito, prendersi cura. I fidanzati capiscono il ‘timore dell’amore’, non paura, ma timore di Dio, che nasce non dalla paura del castigo, né dal desiderio della ricompensa, è un misto tra rispetto e attenzione affettuosa. Questo è il grado più alto dell’amore, non si vuole ferire la persona che si ama. É una crescita che in realtà non finisce con il matrimonio, anzi è una base affinché la coppia si impegni anche nella chiesa e nella società. Si vuole essere uniti con il partner, si vuole custodire il partner. L’apertura alla vita è una cosa da custodire. Ogni uomo si rende conto di essere stato !32 Negli USA per esempio per quanto riguarda l’aborto, metà della popolazione crede nella libera scelta e l’altra metà è contro. Hanno deciso di portare le scelte bioetiche dall’ambito pubblico all’ambito privato. Come esempio prendiamo il caso di Terry Schiavo: donna statunitense con cognome italiano. A causa di un incidente è rimasta in stato vegetativo. Il marito vuole applicare l’eutanasia, prendendo l’eredità. Lui non ha divorziato dalla moglie, ma nel frattempo si è fatto una vita. I genitori di Terry Schiavo volevano invece occuparsi di lei. Sono iniziati vari processi nel tribunale (9, intervenuto anche Bush). L’ultima sentenza ha decretato che doveva decidere il marito, non tanto perché la sua posizione fosse giusta, ma perché aveva i diritti legali. Nessuno può stabilire cosa sia giusto o meno, ma solo chi ha in privato la giusta posizione legale. Il tribunale non ha preso la decisone riguardo al fatto se fosse un bene o meno lasciar morire o vivere Terry Schiavo, ma ha demandato al privato a chi ne ha il titolo legale per decidere. Si possono violare i diritti degli altri (esempio aborto). Vuole organizzare le cose da un punto di vista pratico. Le visioni bioetiche sono fatta spesso su una terza persona (persone anziane, aborto). Il pluralismo etico di per se andrebbe superato attraverso un tentativo di riflessione razionale filosofica che permette di trovare i valori della persona umana condivisi da tutti e di rispettarli: tutte le varie posizioni dovrebbero cercare un comun denominatore, abbandonando delle definizioni che difendono solo i loro interessi. Nell’ambito americano si vorrebbero portare tutte le questioni di merito nella scelta privata. Questa inclinazione è tipica della cultura anglosassone. Ma ci sono delle cose che non possono essere ridotte alla sfera puramente privata, soprattutto quando ci sono i diritti di 3 persone. Se lo stato deve difendere i diritti di tutti i cittadini, può affidare i diritti di una persona x che non ha capacità di difendersi ad un singolo, interessato? Nessuno di noi può essere messo nelle mani di un altro, è lo stato che deve proteggere la nostra vita. !35 I genitori non possono fare ciò che vogliono con i figli. Infatti se vengono maltrattati vengono tolti ai genitori. Le leggi dello stato e l’anima intima del diritto, la sua eticità intrinseca, è quella di proteggere i diritti dei più deboli. Quindi lo stato si deve occupare anche di bioetica, devono esserci delle leggi bioetiche, per proteggere davvero tutte le persone, anche quelle più deboli, quelle che non possono difendersi o decidere per se stessi. Tra le tante posizioni bioetiche vi sono quelle sociologiste (basate sulla società), emotiviste (soggettivismo spinto, basate sulle emozioni), quella cattolica e quella laica. La posizione bioetica cattolica esiste perché nel mondo un’agenzia morale importante è quella della Chiesa Cattolica, riconosciuta universalmente. Quelli che la contestano sono i laici. Si dice che quella cattolica è basata sulla fede, mentre la laica è basata sulla ragione, in realtà non è così. Nella bioetica cattolica c’è un ragionamento ed è fondata su una serie di principi e di valori. Le differenze tra le 2 nascono quando si scende nei particolari ed hanno modi diversi di vedere le cose. Partono entrambe da valori, hanno entrambe un ragionamento, ma hanno punti che le differenziano, tra cui: la concezione della libertà, che le 2 bioetiche sposano; la concezione della persona umana, che le 2 bioetiche sposano. Per quanto riguarda la concezione della libertà, secondo la bioetica cattolica, è la libertà fatta da tre punti: autodeterminazione, relazione con gli uomini e trovare un senso della vita, cioè vivere con un senso, che è la ricerca del bene. Questa è la concezione della !36 libertà della filosofia europea. La bioetica laica parte dalla filosofia inglese e riduce la concezione della libertà nell’autodeterminazione, perciò ciò che decido diventa verità e valore, quando in realtà la libertà dovrebbe ricercare il valore. Il valore esiste prima della decisione. Se si ritiene che la mia decisione è l’unica che conta e la mia decisione è libertà, allora non si rispettano le decisioni degli altri, quindi non si rispetta la libertà altrui.  La posizione anglosassone laica considera la persona umana come qualcosa che è fondata solo sull’attività mentale, fondata su una filosofia inglese del 17 secolo, che ha dato origine a una concezione di persona molto svalutata. Anche loro attribuiscono alla persona umana i diritti che noi attribuiamo alla persona umana, come libertà ecc. Ma quando c’è la persona umana? La bioetica anglosassone dice che la persona umana c’è solo in alcune fasi della persona dell’uomo, mentre l’altra posizione dice che la persona umana accompagna l’uomo dal suo concepimento fino alla sua morte, quindi non vi sono differenze di fasi. Secondo la bioetica laica nel processo di generazione dell’uomo in certe fasi ci troviamo di fronte solo al corpo biologico, mentre in altre fasi troviamo la persona. Nasce l’embrione, poi feto, poi infante, poi persona. Il bambino neanche è una persona umana, poiché non è un adulto competente. Se un uomo perde le competenze, se è disabile e non capisce, allora non è più una persona, ma solo un essere umano. Singer dice ‘se l’organizzazione mondiale della salute o le nazione unite dovessero investire in un piano di protezione della natura, 2 obiettivi prioritari sono: quello del babbuino maculato o spendere quei soldi per liberare dalla malaria o dal tifo i bambini africani. Dobbiamo interrogarci su qual è il materiale biologico di più valore’. Di fronte all’aborto esiste un problema morale per loro? No, perché non si parla ancora di persona ma di un oggetto biologico di cui l’adulto è proprietario. !37
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