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La Chiesa: la comunità di persone scelte da Dio - Prof. Banna, Appunti di Teologia II

Questa lezione esplora la natura della chiesa come comunità di persone scelte da dio, il modo in cui gesù è riconosciuto attraverso i cristiani e la importanza della fede nella chiesa. Anche della chiamata di dio e il ruolo dei testimoni nella vita cristiana.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 06/01/2024

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lisa-davanzo 🇮🇹

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Scarica La Chiesa: la comunità di persone scelte da Dio - Prof. Banna e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! Teologia 2 – Prof. Banna Lezione 2, 6 ottobre 2022 Per Gesù ogni uomo, ogni persona ha una dignità inviolabile, non c’è causa o principio al quale la vita umana è sacrificabile. Gesù crede che ogni uomo sia stato CREATO, che quindi ha un rapporto diretto con un Qualcuno che lo fa. La libertà dell’uomo è assicurata da questo rapporto. Non è determinato né definito da tutti i ‘tag’ che gli si possono mettere. Il rapporto tra Dio e l’uomo può essere definito preghiera: in preghiera l’uomo si riconosce fatto da altro. C’è un presentimento nell’uomo di essere speciale. Dentro di noi c’è un desiderio incontentabile. Noi preferiamo pensare che ci sia qualcun altro al di fuori che ci fa in questo momento. Se la vita è rapporto con questa ‘X’ misteriosa, è dipendenza da essa, allora che cos’è la FELICITÁ? Per che cosa è fatto l’uomo, che cosa lo realizza, lo rende pieno? Una felicità mia che deve c’entrare col tutto, con il mondo. Tema dell’essere in dialogo dentro le cose con Dio. L’uomo per essere felice non sta fermo. Felicità come fare qualcosa, pensare. Nell’uomo c’è come un motore, un’energia a volersi spendere per essere felice, a volersi scoprire utile per essere felice. La felicità la cerca sempre nello spendersi per l’oltre. Questo mio darsi, questo mio spendersi, prima che per prendere e arraffare è per dare, per entrare in rapporto col tutto. Non c’è nulla di più bello di scoprirsi nel posto giusto al momento giusto. Quando l’uomo trova il suo compito è in pace. 3 Unsung Heroes: sacrificio perché è il loro compito. Fino a che punto la felicità di un uomo passa per dare la vita, fino a che punto si può dare la vita? Come una madre che si sacrifica per i propri figli. Fino a che punto l’uomo può sacrificarsi per un particolare? La vita dell’uomo non vale forse più di ogni altra cosa? E allora come questa può essere sacrificata? Fino a che punto non vengo sacrificato? Il sacrificio di un uomo vale la pena solo se questo lo rende più LIBERO. Se quel sacrificarmi non è per la mia libertà, per la mia espressione, allora sarò io ad essere sacrificato. Cos’è che fa rischiare la vita? Se quel tutto mi mette in rapporto con la X che mi dà vita, con la X che non mi lascia schiavo a ciò che è ‘contenuto nel cerchio’. Altrimenti sarò schiavo delle scelte in cui ho investito la mia felicità. Se attraverso quelle scelte entro in rapporto con quella X e mi sento sempre più libero, allora quelle scelte saranno strada per la mia felicità. Gesù si è posto come un uomo che andava incontro ai bisogni degli uomini. E dentro i loro bisogni concreti non li portava fuori dalla realtà, ma gli insegnava a vivere quei bisogni come occasione di vivere liberamente. Felicità è: muoversi, trovare il proprio compito, nel tutto entrare in rapporto con la X e poi il concretizzarsi di questa X che ci viene incontro. L’uomo cerca questa felicità da sempre, qualcosa che lo spinge a muoversi verso questo infinito. Da dove si parte per cercare la felicità? Al bambino non basta più la mamma, vuole i giochi. Istinto che si esprime nelle cose molto materiali. Ma attraverso le cose materiali siamo spinti verso la felicità. Poi cerca la felicità in un affetto. Questo bambino come base per cercare la felicità ha il suo desiderio, il suo istinto, che è positivo. Qualcosa che ci dice che non stiamo in noi stessi. Poi ricerca di un amore più stabile, e poi di generare. L’uomo cerca il suo compito in ogni bene che intravede. Ma questi beni sono la felicità? No, la promettono ma poi rimandano oltre. La ricerca della felicità si esprime attraverso queste cose ma poi passa oltre. Il peccato è il non vivere quell’affetto, quell’amore come strada per arrivare alla felicità, ma identificare quella cosa come la felicita stessa. E quindi veniamo delusi. Che cos’è la libertà? Saper scegliere tra due beni che ti sanno dare la felicità, e saper scegliere quello che più ti porta verso l’infinito. Libertà è quella scelta per ciò che mi porta oltre. In base a che cosa ordino il mio tempo: libertà e scelta. La scelta che più mi avvicina all’infinito è quella che mi fa essere più me stesso, più libero nel rapporto con il tutto, della mia intera vita nel rapporto con questo infinito. La scelta che ci rende più felici è quella che ci fa camminare con tutti noi stessi verso l’infinito. Altrimenti si tratta solo di un peccato. Non sempre è facilissimo capire che cosa ci permette di essere più noi stessi, cosa ci permette di ordinare il nostro istinto verso quell’infinito. C’è come una forza che ci spinge a peccare, il PECCATO ORIGINALE. Occorre che l’infinito venga ad aiutarci a percepire rettamente le cose. Lezione 4, 20 ottobre 2022 RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE Come che metodo si può raggiungere una certezza su una questione legata alla verità? Abbiamo visto tre strade, cercando quella strada che permette di tenere la ragione più aperta, quale fosse la strada aperta a tutte le possibilità. - La strada che cerca di analizzare la questione come un fenomeno da possedere, la strada razionalista, risulta insufficiente. - La strada che sente le cose, che cerca di capire anche l’impossibile, arrendersi davanti all’imprevedibile, al miracolo. Questa strada, seppure più affascinante, risulta essere estremamente soggettiva e arbitraria. - La strada più adeguata è la strada che si mette in ascolto di un fatto, l’incontro con un testimone, e cerca di capire il riscontro che dentro di sé ha questo testimone. È la strada ortodossa cattolica. Se voglio capire chi è Gesù e la Chiesa, prima di tutto dovrei conoscere e incontrare i cristiani, prima di sentirlo e di leggere tutte le informazioni possibili a riguardo sui libri. Devo vedere cosa questo incontro suscita in me. E se dovessi avere una brutta esperienza con chi mi testimonia Gesù? Mi perdo l’occasione di conoscere il cristianesimo. È un metodo fragile, allora come affrontare le difficoltà poste dal metodo? Serie TV “The Path”, setta ecologista incentrata sulla figura di un santone morto da poco. Vita chiusa tra loro, con le loro usanze, i loro riti, tutto a partire dalle rivelazioni di questo santone. Pochi mesi dopo la morte si viene a scoprire che questo santone in realtà non aveva avuto delle visioni, ma le aveva copiate da un’altra donna, una sua vecchia amante. Si scopre anche che questo santone aveva abusato di alcuni bambini, quindi questa setta incomincia a vacillare. È interessante scoprire come le dinamiche del gruppo si mobilitano a partire dalla crisi del fondatore. Ferita che riguarda il fondamento stesso del gruppo. Davanti alla crisi della compagnia, cosa fareste? Se voi vedete un delitto all’interno del gruppo lo denuncia oppure no? Anche se questo potrebbe portare alla rottura della compagnia. Partiamo dal gruppo dei discepoli, e chi ha fallito è Gesù Cristo. Ha fallito perché è morto come un delinquente, accusato dalle autorità pubbliche e religiose. È morto non per sbaglio, ma come muoiono gli schiavi. Ma soprattutto, lui che diceva di essere la resurrezione e la vita è morto. Lui che diceva che il mondo sarebbe finito con lui muore, e il mondo va avanti senza di Lui. Lui che diceva di essere l’incarnazione di Dio, adesso muore gridando “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Cosa avreste fatto se foste stati parte di quel gruppo? Come mai alcuni hanno resistito al fallimento della morte infamante in croce come un delinquente? Di Gesù non si è voluta cancellare la memoria. Perché la resurrezione è il motivo per il quale il gruppo torna insieme. Gruppo di persone che dicono di essere insieme perché quel crocefisso è risorto. Il cristianesimo non è un gruppo formatosi a partire dai valori di Gesù o in onore della sua morte, è qualcosa che è nato inaspettatamente dopo la sua morte, imprevedibilmente dopo la sua morte. Il cristianesimo non è frutto dell’operato di Gesù, tutto ciò era stato abrogato da una morte infamante. L’unica ragione per cui quel gruppo di impauriti e tristi è che sia accaduto qualcosa. Gesù si fa riconoscere dopo la resurrezione ai discepoli di Emmaus: loro tornano da Pietro e nasce così la comunità cristiana. Nasce dalla certezza che quel crocefisso è risorto. Questo è inedito nella storia, non è un’associazione in memoria di Gesù, ma un’associazione che si ricrea perché Gesù inaspettatamente è vivo. Non possiamo spiegarci il fatto che i cristiani rimanevano assieme dopo la morte di Gesù se non perché è accaduto qualcosa che ha aggregato altri membri e li ha portati in tutto il mondo. Questi dati ci sono testimoniati non solo dai vangeli che parlano della tristezza dei primi discepoli, ma anche dalle fonti ebraiche che parlano della morte infamante di Gesù. Le fonti non cristiane ci dicono quest’altro dato: che i cristiani continuano a stare assieme anche dopo la morte di Cristo, “Cristo li spinge”; questi cristiani stanno insieme e dicono che stanno assieme per Cristo, il motore della loro unità è la presenza viva di Cristo. Questi dati risultano essere molto strani, il gruppo dovrebbe sciogliersi a fronte della delusione e della tristezza. In mezzo deve essere accaduto un fatto non prevedibili secondo le leggi naturali. Per chi crede, è la resurrezione del Maestro, che si mostra vivo. della verità attraverso la roccia, ovvero attraverso un testimone. La verità come luce è una verità comunicata in modo diretto. La questione su Dio si intuisce solo con il coinvolgimento di tutta la libertà, nell’uomo c’è il peccato originale che lo spinge a disimpegnarsi. Si può capire veramente che incontri si possono fare solo partecipando. Come raggiungiamo una certezza sulle cose più vere e più autentiche della vita? Le verità si imparano pian piano per non esserne schiacciati. C’è un ordine nella comunicazione delle verità che pedagogicamente si sviluppa in un rapporto, è il modo che più implica la nostra libertà. È soltanto quando la libertà si coinvolge arriva ad una consapevolezza solida. Occorre coinvolgere la libertà. Infine, potremmo dire che questo è il modo più duraturo. Per far crollare una certezza acquisita così ci vogliono prove incontrovertibili dall’altra parte. Che Dio fosse tra loro era una certezza incrollabile, l’avevano appreso pian piano attraverso un testimone, attraverso la ‘via della roccia’. Decisività della comunità. Senza un gruppo di persone del quale potersi fidare che dicono di essere scelti da Dio non c’è Chiesa. Persone che si sentono investite di una forza divina. In poco tempo, grazie alla resurrezione, sono cambiati. Li ha cambiati nel senso che erano quasi irriconoscibili tanto erano certi nel voler andare in tuto il mondo ad annunciare questo messaggio. Il cambiamento di sé, qualcosa che cambia la coscienza di sé. L’immagine che vado a cercare di me, dove vado a prenderla? Io al fondo di me, nella coscienza di me, chi voglio essere? Recuperare una coscienza di sé. E qual è questa coscienza? Se i fatti diventano esperienza, ci permettono di giungere ad una coscienza. Le esperienze non sono fatti che ci determinano, ma sono costruttivi per la nostra coscienza. Se ai cristiani avessimo chiesto: tu chi sei? Chi vuoi essere? Ci avrebbero riportati ad una esperienza che li aveva resi certi di essere proprietà di Dio. Questa era la coscienza dei primi cristiani. Esperienza che li aveva resi nuovi a se stessi: DONO DELLO SPIRITO, PENTECOSTE. Questo dono li aveva resi certi di non essere determinati dalle etichette, ma loro erano di Cristo. Avevano ricevuto un sigillo che dava loro una nuova identità. Il sigillo indicava una proprietà nell’Antica Roma. Sono proprietà di Dio, Lui li conosce e li possiede più di chiunque altro. 2Cor 1,22 «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori». L’unzione riveste dall’esterno ma penetra all’interno. La caparra indica l’inizio in questa vita di ciò che tu sarai nella vita eterna. In questa vita sei battezzato, nella vita eterna sarai tutto di Dio. Se uno diventa cristiano, è perché vive questa nuova coscienza di sé. Chi sono io? Anzitutto e soprattutto sono di Dio. La loro identità era rinnovata. Una coscienza di sé non è efficace se non è verificata. Questa coscienza si può verificare in tutto, ti fa vivere la vita in tutti i suoi aspetti molto di più, essendo più me stesso. L’essere di Cristo mi fa essere molto più me stesso in quello che io vivo. Dove si vede la resurrezione? Nella coscienza che hanno di se stessi e nel come aggrediscono la realtà, nel come vivono la loro vita. Se un cristiano non sperimenta questo, difficilmente persiste nella fede. Il ‘centuplo’. Uomini, donne e bambini pronti a dare la vita, e si godono la vita per questa nuova coscienza che hanno ricevuto. Questa potenza dall’altro si esprime in un’umanità nuova, in un modo più affascinante di vivere la vita. Questo modo di vivere che aggredisce la realtà si esprime in un’efficacia dentro la realtà. I primi cristiani arrivavano a compiere miracoli. Esorcismi, guarigione, profezie. Espressione di quel possesso della realtà che vive colui che ha la coscienza totalmente dominata dalla consapevolezza di essere di Cristo. La realtà della chiesa, così fragile ed esposta al fraintendimento, che si comunica a uno a uno, sia durata così tanto nel tempo e si è radicata così tanto nella società è segno di questa modalità cristiana di vivere a fondo la vita. La coscienza che hai, si esprime in atto. Qualsiasi miracolo, portento e prodigio, non scavalcherà mai la libertà dell’uomo. Non ci sarà mai un fatto che ci obbligherà a credere, qualsiasi miracolo sfiderà sempre la nostra libertà. Lezione 7, 10 novembre 2022 Il metodo con cui Dio ha voluto comunicare la sua verità è attraverso un uomo, scegliendo tra tutti alcuni uomini, alcuni testimoni. Dio ha voluto continuare la sua storia con gli uomini sempre attraverso degli uomini, metodo molto rischioso poiché passa attraverso la libertà. Guardare il divino che si trasmette attraverso il limite dell’uomo. Non si può prendere dai limiti della chiesa un alibi per non cercare di capire. È inevitabile che cercando i peccati si troveranno, ma i peccati non possono essere un alibi per chiudere la questione chiesa. Uomini peccatori attraverso i quali Gesù si sta comunicando. Umanità di persone del tutto fragili, con diversi temperamenti. Se Dio si comunica attraverso l’umano, si comunica anche attraverso il temperamento di quell’umano. Piccinini, temperamento molto focoso, però attraverso questo temperamento travolgente lui comunicava Cristo. Santi con temperamenti più dimessi, vita con pochi peccati, ma capacità profonda di guardare l’umano. Talvolta questi santi avevano la capacità di indovinare i problemi di chi andava a parlare da loro. Pochi segni per capire il problema visto che avevano conosciuto molte persone. Modo, temperamento particolare attraverso il quale il divino viene comunicato. Attraverso l’umano Cristo si comunica. Uno può essere preso più da un temperamento o da un altro, mi devo chiedere cosa mi colpisce di quel temperamento, cosa mi ha preso? Comprendere il valore che sta dietro al temperamento. Come chi sa che al fondo di una pozza di fango c’è dell’oro. Allora uno affonda la mano nel fango fino in fondo, anche se inizialmente non sente l’oro. Amore alla verità comunicata più che alla sensibilità che provoca questo temperamento. Il santo, il cristiano, che è chiamato a comunicare quel valore, sa che di quel temperamento può fare uno strumento di comunicazione o di obiezione. Il santo può richiamare a sé oppure può rimandare a Cristo. Quello che in san Paolo era peccato, diventa occasione di comunicazione. Tutto ciò che è occasione di peccato, ogni temperamento può diventare un’occasione di comunicazione. Non ci sono temperamenti che possano essere di obiezione alla comunicazione del divino. Quella persona, quella comunità vivono in una certa epoca con i suoi condizionamenti. Bisogna capire il senso di una regola, comunicare il divino in un momento storico. Omosessualità, non venivano condannate le persone omosessuali, molte persone omosessuali vivevano questa loro condizione nella Chiesa. Qualsiasi uomo è figlio di Dio, più che quello che fa vale quello che è. Si condanna un uso possessivo dei rapporti, un uso strumentale dei rapporti. La condanna dell’impurità intende condannare una serie di comportamenti sessuali che non rispettano l’altra persona. Non espressione di un amore vero, ricerca di un piacere di cui l’altro diventa pretesto. Vertice dell’amore: affermazione di un Altro nel rapporto tra me e l’altro. Quanto la modalità di esprimere l’affetto oggi è influenzata dalla mentalità attuale? Un uomo che vuole veramente amare, dove pesca l’immaginario del loro amore? Espressione di qualcosa di divino che incontrano nella vita della chiesa. Provocazione sulla base del cuore. Dimensione narrativa, stare insieme, condividere. Per il cristiano l’umanità è una grande occasione di amicizia. Dimensione dialogica del raccontarsi, che si perde quando si riduce la chiesa alle regole. L’uomo con il suo temperamento deve decidere se aprirsi al vero, se lasciarsi trasformare dal vero che comunica o se strumentalizzare il vero che comunica. Ratzinger disse che la pedofilia era un male gravissimo della chiesa, per questo andava considerato come un problema dogmatico, non morale. Un prete pedofilo non è più prete. Lo status di sacerdote permetteva a queste persone di esercitare maggiormente la propria pedofilia, l’essere cristiani anziché essere un’occasione per convertirsi, per chiedere perdono, diventava perversamente lo strumento attraverso il quale perpetrare il proprio male. Strumentalizzare Cristo per ottenere i suoi scopi. Consegnare al mondo fragile il volto distorto di Cristo. Anche la corruzione ha la stessa logica, quando la debolezza per il denaro viene perseguita attraverso il proprio stato di potere all’interno della chiesa. Chiesa non via di perdono ma strumento per incancrenirsi nella propria debolezza. Gesù decide di correre questo rischio, l’ha corso con Giuda. La libertà è sempre sfidata perché può chiedere perdono del proprio errore e può mettersi in cammino oppure può chiudersi su di sé, affermare sé strumentalizzando la grazia che gli è stata data. “Il male non è creativo come Dio” Usura, lussuria e potere. Sempre questi i peccati attraverso i quali ci si può aprire o chiudere alla grazia di Dio. Pietro Valdo e san Francesco. Pietro Valdo denuncia i mali della chiesa ed esce dalla chiesa. San Francesco di fronte ai mali della chiesa si spoglia di ogni sua ricchezza. Solo chi si immerge con tutta la sua vita può scoprire il “tesoro” del cristianesimo dietro ai problemi. Per fare verità bisogna essere veri, non bisogna solo dire le verità. San Francesco si è spogliato per vivere la povertà. Attraverso la libertà dell’umano, ecco la scoperta del divino. Attraverso l’umano la chiesa non ha capito tutto da quando è nata, ci sono scoperte fatte man mano che la storia evolve. Nel processo di evoluzione della chiesa c’è sempre un utilizzo dei nuovi strumenti che porta avanti il pensiero della chiesa, porta avanti a volte con risultati eccellenti e a volte meno. La chiesa è un organismo che cresce nella storia servendosi di tutte le scoperte dell’umanità. Aborto e eutanasia, legati alla sacralità della vita. Lezione 8, 24 novembre 2022 Nella Chiesa c’è sempre qualcosa di legato alla fragilità, alla limitatezza degli uomini. In ogni caso la libertà umana è sempre implicata. Umiliazione di sentire la propria fragilità per comunicare qualcosa di grande. Fattore divino: cos’è questo divino che la chiesa pretende di comunicare? Articolo Polito; domande che si sprigionano nel cuore di ogni uomo di fronte al mistero della morte Qual è la risposta della Chiesa di fronte alla tragicità della morte? E perché la Chiesa ha smesso di annunciare queste verità? Qual è questa verità che la chiesa dovrebbe annunciare? Qual è questa verità di cui l’uomo ha bisogno di fronte alle tragedie della vita? La chiesa annuncia che Dio c’è, ma questo quanto interessa la verità della nostra vita? Dio può esserci o meno, ma la nostra vita non cambia. Cosa invece interessa alla verità della vita? Una verità che non c’entra con la verità della vita non è vera fino in fondo. Qual è la verità della vita? Qual è la verità della chiesa? Verità della vita - problema che sorge attorno a certi nodi, come ogni nodo ha due tensioni, e quindi due direzioni opposte: c’è una verità per tutti, oppure una relativa a ciascuno? C’è qualcosa che ci accomuna oppure ognuno ha la sua verità? Primo nodo: affetto, unità e diversità Secondo nodo: quello della conoscenza. C’è o non c’è questa verità? Oppure c’è e non posso conoscerla? Terzo nodo: felicità, morte e speranza. C’è chi dice che tutta la verità di questo mondo è qui, in questo presente. Oppure tutto questo è ombra di una verità che va oltre, il vero possesso sta nell’amare la verità oltre a queste ombre. Che peso dare alle cose? La felicità sta nelle cose o in un altro mondo? Giustizia, ricompensa per chi fa bene e punizione per chi fa il male. La via della felicità è una via giusta o ingiusta? Via in cui calpestare o amare l’altro? La chiesa ha la pretesa di rispondere a queste questioni. Quando la chiesa parla di verità vuole interloquire proprio con le questioni della vita. Possibilità di affetto che fa essere l’altro se stesso. Comunione profonda che ci fa sentire davvero noi stessi. Riguardo alla conoscenza, la chiesa dice che c’è una possibilità di conoscere la verità ma non nel modo del possesso ma della fede nella verità. Una vera conoscenza si ha non quando entra in nostro possesso, in quel momento muore, ma è questo cogliere la cosa nella sua radice vitale, e quindi ha dentro un distacco dalla cosa che non voglio fare mia, ma anche una fede in ciò che dà vita a quella cosa. Distacco e fede in ciò che dà vita a quella cosa. Ogni piccolo frammento di realtà, ogni istante di tempo hanno un valore assoluto. Ogni istante va goduto pienamente. Ma come può essere goduto pienamente? Solo se l’istante è in rapporto con l’eterno, la chiesa non dice che l’eterno è in opposizione al tempo, ma solo che il tempo ha valore solo nella misura in cui si lega all’eterno, e viceversa l’eterno deve rendere più vero e più bello il tempo. L’eterno non è contro il tempo, ma è perché ogni istante di tempo rimanga per sempre. Quindi anche ogni ingiustizia patita, dolore e oscurità hanno un senso. Ma dove la chiesa dice questo? La vita eterna viene pensata in opposizione all’istante. Invece no, chi pensa alla vita eterna lo fa per godere profondamente dell’istante. Strada di quel distacco che ci fa conoscere meglio le cose. Misteri della chiesa: Unità e trinità di Dio e incarnazione, passione morte e resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Dio è in sé una relazione tra padre, figlio e spirito santo. Dio nella sua verità è comunione di tre persone. Comunione in cui si è una cosa sola ma anche profondamente se stessi, e quindi diversi. Una comunione che non annulla. Conoscenza in cui uno rispetta l’altro ma ha una totale fiducia dell’altro. Gesù sale sulla croce, fidandosi del Padre. Lo Spirito esegue la volontà del Padre e del Figlio, diverso da loro ma dipendente da loro. Profezia della conoscenza vera che tutti gli uomini avranno. Incarnazione, passione, morte e resurrezione di Cristo. Questo mistero dice che Dio non solo ha creato il mondo, prospettando questa comunione di amore e di conoscenza, ma Dio si interessa di questo mondo. A Dio interessa il dolore degli uomini, il bere, il mangiare, … gli interessa perché Lui l’ha voluto fare. La realtà c’entra con l’eterno perché il figlio di Dio si è fatto uomo. A Dio interessano queste realtà perché hanno una promessa di eternità. È questa la verità della vita eterna. Anche una
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