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Teologia l (per frequentanti), Dispense di Teologia

Dispensa per frequentanti appunti delle lezioni + riassunto del libro "Era veramente uomo" di Bruno Maggioni

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 02/09/2022

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Scarica Teologia l (per frequentanti) e più Dispense in PDF di Teologia solo su Docsity! 1 TEOLOGIA I CREDENTI E NON CREDENTI, PENSANTI E NON PENSANTI Norberto Bobbio (1909-2004) à un’artista del dialogo capace di confronto e ascolto. “Qualcuno dice di essere ateo, ma io non sono sicuro di sapere cosa significa. Penso che la vera differenza sia tra chi, per dare un senso alla propria vita, si pone con serietà e impegno queste domande, e cerca la risposta, anche se non la trova, e colui cui non importa nulla, a cui basta ripetere ciò che gli è stato detto fin da bambini. La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono. La specie degli indifferenti, che è di gran lunga la più numerosa, si trova tanto fra i credenti quanto fra i non credenti” - I NON PENSANTI: credenti o non credenti, sono coloro che rimangono indifferenti, non si lasciano mettere in questione, non si lasciano toccare dall’esterno e vanno oltre. Questa situazione si può trovare anche in un credente, esempio: un credente va a messa solo la domenica e durante la settimana non presta importanza alla fede. - I PENSANTI: credenti e non credenti, sono coloro che si lasciano interpellare. Carlo Maria Martini (1927-2012) - Arcivescovo di Milano e Biblista di fama internazionale, grande studioso e persona attenta alla realtà politica e sociale. Istituì la Cattedra dei non credenti: luogo in cui si svolgevano incontri tra intellettuali credenti/non credenti e Martini faceva da moderatore (inizialmente l’ingresso era gratuito, ma successivamente per l’eccesso di affluenza di persone si decise di istituire una prenotazione). - L’unica condizione di partecipazione come relatore era: essere pensante, persone che si interrogano e che si lasciano interrogare. Martini disse: “io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un credente e un non credente, che parlano dentro e che si interrogano” come ad indicare che la differenza passa per il cuore dell’uomo. “Io non vi chiedo se siete credenti o non credenti, ma se siete pensanti e non pensanti. L’importante è che impariate inquietarvi” un’inquietudine che fa progredire e rende l’uomo un essere umano. - Possiamo quindi affermare grazie ad Alberto Bobbio e Martini, che questi “due mondi” (credente e non credente) si incontrano ALL’INTERNO DEL CUORE DELL’UOMO: anche i credenti hanno dentro di sé delle zone atee ed ogni giorno compiono la sfida di trovare la fede, mentre il non credente pensante ogni giorno deve trovare le sue ragioni del non credere. - OGNUNO HA DENTRO DI SÉ UN CREDENTE E UN NON CREDENTE. (Valter Casper: teologo di fama internazionale e Vescovo di Stoccarda, successivamente invitato a Roma per diventare presidente del pontificio consiglio. Indaga anche lui sul tema dell’ateismo.) Concilio del vaticano secondo, inizi anni 60: Segna un cambiamento rispetto al mondo ateo. Mentre prima la chiesa rischiava di condannare senza giudizio l’ateismo, grazie al Concilio del Vaticano secondo la chiesa riconosce che l’ateismo non va combattuto ma una delle cause principali dell’ateismo è la chiesa stessa, la quale non ha sempre veicolato l’immagine di Dio: dietro l’ateismo si trova un’immagine distorta di Dio. Le domande non vanno ignorate e coloro che si proclamano cristiani devono accettare le critiche e porsi in ascolto, il dialogo fra credenti e non può essere molto fecondo e non va ignorato. 1 TEOLOGIA I CREDENTI E NON CREDENTI, PENSANTI E NON PENSANTI Norberto Bobbio (1909-2004) à un’artista del dialogo capace di confronto e ascolto. “Qualcuno dice di essere ateo, ma io non sono sicuro di sapere cosa significa. Penso che la vera differenza sia tra chi, per dare un senso alla propria vita, si pone con serietà e impegno queste domande, e cerca la risposta, anche se non la trova, e colui cui non importa nulla, a cui basta ripetere ciò che gli è stato detto fin da bambini. La differenza rilevante per me non passa tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti; ovvero tra coloro che riflettono sui vari perché e gli indifferenti che non riflettono. La specie degli indifferenti, che è di gran lunga la più numerosa, si trova tanto fra i credenti quanto fra i non credenti” - I NON PENSANTI: credenti o non credenti, sono coloro che rimangono indifferenti, non si lasciano mettere in questione, non si lasciano toccare dall’esterno e vanno oltre. Questa situazione si può trovare anche in un credente, esempio: un credente va a messa solo la domenica e durante la settimana non presta importanza alla fede. - I PENSANTI: credenti e non credenti, sono coloro che si lasciano interpellare. Carlo Maria Martini (1927-2012) - Arcivescovo di Milano e Biblista di fama internazionale, grande studioso e persona attenta alla realtà politica e sociale. Istituì la Cattedra dei non credenti: luogo in cui si svolgevano incontri tra intellettuali credenti/non credenti e Martini faceva da moderatore (inizialmente l’ingresso era gratuito, ma successivamente per l’eccesso di affluenza di persone si decise di istituire una prenotazione). - L’unica condizione di partecipazione come relatore era: essere pensante, persone che si interrogano e che si lasciano interrogare. Martini disse: “io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un credente e un non credente, che parlano dentro e che si interrogano” come ad indicare che la differenza passa per il cuore dell’uomo. “Io non vi chiedo se siete credenti o non credenti, ma se siete pensanti e non pensanti. L’importante è che impariate inquietarvi” un’inquietudine che fa progredire e rende l’uomo un essere umano. - Possiamo quindi affermare grazie ad Alberto Bobbio e Martini, che questi “due mondi” (credente e non credente) si incontrano ALL’INTERNO DEL CUORE DELL’UOMO: anche i credenti hanno dentro di sé delle zone atee ed ogni giorno compiono la sfida di trovare la fede, mentre il non credente pensante ogni giorno deve trovare le sue ragioni del non credere. - OGNUNO HA DENTRO DI SÉ UN CREDENTE E UN NON CREDENTE. (Valter Casper: teologo di fama internazionale e Vescovo di Stoccarda, successivamente invitato a Roma per diventare presidente del pontificio consiglio. Indaga anche lui sul tema dell’ateismo.) Concilio del vaticano secondo, inizi anni 60: Segna un cambiamento rispetto al mondo ateo. Mentre prima la chiesa rischiava di condannare senza giudizio l’ateismo, grazie al Concilio del Vaticano secondo la chiesa riconosce che l’ateismo non va combattuto ma una delle cause principali dell’ateismo è la chiesa stessa, la quale non ha sempre veicolato l’immagine di Dio: dietro l’ateismo si trova un’immagine distorta di Dio. Le domande non vanno ignorate e coloro che si proclamano cristiani devono accettare le critiche e porsi in ascolto, il dialogo fra credenti e non può essere molto fecondo e non va ignorato. 2 L’importanza delle domande: - Pensare: implica la capacità di porre domande e farsi porre delle domande. È tipico dell’uomo porre e porsi delle domande, esistono varie tipologie di domande (nascono nella vita) e senza le domande non si progredisce. - Vi sono varie tipologie di domande: domande per trarre in inganno come quelle dei Farisei verso Gesù, domande superficiali e poi ci sono domande con il vero desiderio di conoscenza. - Sono domande che nascono nella carne, da situazioni particolari che portano l’uomo a provare dolore e porsi domande. Davanti a questo dolore, l’uomo non può fare a meno di interrogarsi sulla vita. - Le domande permettono all’uomo di progredire nella conoscenza: (esempio la mela di Newton). Anche all’interno dell’ambito relazionale le domande sono fondamentali per la conoscenza, risulta triste quando siamo privi di domande/curiosità. Le domande in fondo, fanno cresce nell’arte del vivere. - “Nessuno era in grado di risponderli e da quel giorno nessuno osò più interrogarlo”. Mentre Gesù non ha paura di porre domande e le pone a tutti: “Dopo tre giorni di ricerca lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava”. - Porsi domande permette all’uomo di diventare più umano, siamo tutti “uomo” ma umani lo stiamo diventando. Si tratta di un pensare non astratto ma di progresso. - L’essere uomini è un dono (Gabe) e impegno/compito (Aufgabe). - Solo l’uomo può essere disumano, mentre l’animale non può. - Le domande poste al testo biblico aiutano il processo di umanizzazione dell’uomo. Situazioni limite: Al più tardi quelle che il filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers (1883-1969) chiama le “situazioni limite” = es. morte, risvegliano le domande esistenziali e costringono a pensare. - Perché la sofferenza, il male? - Esiste Dio? - Chi è Dio se permette la sofferenza degli innocenti? - E se Dio esiste, è onnipotente ma non interviene = cattivo oppure non riesce = non onnipotente? Bruno Maggioni si occupa dei Vangeli e da essi rimane sempre stupito perché trova sempre cose belle. Lo stupore nasce dalla bellezza, dalla verità e dalla sorprendente attualità. 5 Vale di più la vita o il senso? - Vita = base MA una vita che non ha senso rischia di perdere il suo valore - Le persone che non trovano più il senso sono anche capaci di togliersi la vita - Uomo = essere pensante à non corretto mettere in secondo piano il senso - “Canto di un pastore errante” di Leopardi à uomo = pecore (invidiate perché non si pongono domande dolorose) - Hegel prima lo spirito (intangibile) poi la vita à poi ripreso da Feuerbach - Apertura verso il trascendente à ricerca del senso insita nell’esistenza dell’uomo “qual è lo scopo, il senso della vita” - Uomo è l’essere per il quale la propria vita non ha valore quando niente ha più valore della sua stessa vita à quando non vede un senso nella vita - Heine à masso bene è la vita (quando l’uomo non vede un senso oltre anche la vita rischia di perdere il suo valore) e il massimo male è la morte Pierangelo Sequeri, La cruna dell’ego “Invece di accanirsi sulla domanda ‘chi sono io’, alla quale l’individuo non è in grado di dare risposta, guadagnandone solo frustrazione e maggiore aggressività, bisogna imparare a chiedersi ‘per chi sono io’, un interrogativo capace di aprire il varco verso un’avventura personale e di relazione che ha il sapore della libertà». - Al di fuori della relazione con gli altri l’uomo non trova un senso - Il senso della vita à non separati (senso e vita) Minucio Felice “se non si conosce il divino non si conosce l’umano” Emil Brunner “Per ogni cultura, per ogni epoca della storia vale il principio: dimmi che Dio hai e ti dirò qual è lo stato della tua umanità.” - Dimmi che Dio hai e ti dirò a che punto è la tua umanità - Connessione tra Dio e l’uomo à potenziata dal testo biblico - Genesi uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio - Nuovo testamento Dio che si fa uomo à legame indissolubile Giuseppe Colombo “Se l’oggetto della teologia tutta la realtà coerentemente il discorso teologico ha una portata universale. Il discorso teologico non è solo su Dio perché è il discorso di Dio che si fa uomo” - Discorso teologico = discorso su Dio - Discorso antropologico = discorso sull’uomo - Dio si fa uomo e rivela sé stesso attraverso l’umanità di Gesù - Facendosi conoscere fa conoscere all’uomo l’uomo stesso à comunica la sua dignità - Dice quanto Dio ami l’uomo 6 Martin Buber “Dio” è la parola più sovraccarica di tutto il linguaggio umano. Nessuna è stata talmente insudiciata e lacerata. Proprio per questo non devo rinunciare a essa. (ripulendola) Generazioni di uomini hanno scaricato il peso della loro vita angustiata su questa parola e l’hanno schiacciata al suolo; ora giace nella polvere e porta tutti i loro fardelli. Generazioni di uomini hanno lacerato questo nome con la divisione in partiti religiosi: hanno ucciso e sono morti per questa idea e il nome di Dio porta tutte le loro impronte digitali e il loro sangue. Non possiamo lavare da tutte le macchie la parola “Dio” e nemmeno renderla inviolata: possiamo però sollevarla da terra e, macchiata e lacera com’è, innalzarla sopra un’ora di grande dolore - termine “Dio” uno dei termini di cui si è più abusato à si sono fatte anche molte guerre - filosofo ebreo appartenete al gruppo dei “filosofi del dialogo” che mettono in evidenza l’importanza delle relazioni - Vive in prima persona la guerra mondiale à vede la bestialità degli uomini che si sterminano - Prima io e poi il tu - Viene riportato al primo piano il tu à l’io si scopre nella relazione con l’altro - Importante ripulire l’immagine di Dio che è stata cacciata al suolo = Dio della morte Walter Kasper “Chi è Dio. Quasi nessun’altra parola nella storia è stata tanto abusata quanto la parola Dio. Spesso nel nome di Dio sono state condotte guerre, difese condizioni di ingiustizia, combattute conoscenze scientifiche, è stata disprezzata la libertà con misure coercitive e gli uomini sono stati resi sottomessi. Alla parola Dio non è allora legata soltanto moltissima speranza, ma altresì moltissima colpa, perché gli uomini hanno sempre usato Dio per far valere o difendere i propri interessi. Così il volto di Dio molto spesso è stato sfigurato. Agli occhi dell’uomo esso ha sovente assunto tratti addirittura demonici. Dobbiamo dunque chiederci: “Chi è veramente Dio?”. - Dio è una parola abusata à a lui sono legate speranza e colpa à uomo ha usato questa parola per difendere i suoi interessi - Es. nazismo e mafia à usano male la parola di Dio - Libri Augusto Cavadi “il Dio dei mafiosi” e “il Dio del nazismo” - Pino Puglisi ha iniziato ad occuparsi della formazione dei ragazzi affinché non prendessero la cattiva strada à nonostante le minacce - Il figlio ha distinto la mafia dal vangelo e venne ucciso il giorno del suo compleanno (a Palermo) à beato da Papa Francesco - Nazismo supportato dal discorso su Dio à uomo ha modificato e insudiciato il termine PATERNITÀ DI DIO FRAINTESA «L’ateismo umanistico dell’epoca moderna, denuncia il cristianesimo come “religione del Padre” e si propone come ribellione di “figli” pervenuti all’età adulta, all’autonomia totale, al pieno possesso della propria potenza. La lotta mortale tra religione e incredulità sembra si svolga intorno al simbolo paterno: esso appartiene alle strutture psicologiche fondamentali dell’uomo e decide della verità e della serietà dell’affermazione cristiana di Dio» - Ateismo à causata dal fraintendimento dell’immagine di Dio - Distorsione dell’immagine di Dio à non tutti i padri sono buoni - Es. Kafka soffre per il rapporto conflittuale con il padre à ha paura del padre e si sente una nullità davanti al confronto à gli scrive una lettera in cui dice che voleva solo gentilezza e incoraggiamento MA non ha il coraggio di inviarla à pubblicata dopo la morte: “Lettera al padre” 7 - Padre era insensibile e lo giudicava à figlio non aveva fiducia in se stesso - 3 mondi: - Schiavo = figlio - Padrone che si irrita se gli ordini non vengono eseguiti = padre - Gente vive felice = mondo esterno - Dio non è un padre così non dà ordini, non scoraggia MA al contrario permette all'uomo di maturare dandogli fiducia à rapporto tra le nostre esperienze e Dio (LEGAME) - Il figlio non scappa da noi non vuole ribellione à è un buon padre Nietzsche “La morte di Dio” - Se fosse vero ciò che dice Dio à dovrebbero essere contenti i cristiani à lui vede diversamente - Nella “Gaia scienza” parla di uccisione di Dio à metafora dell'uomo folle che cerca Dio al mercato al mattino à molti non credono in Dio e ridono e gradano - L'uomo folle dice “siamo stati noi ad ucciderlo” à conseguenze dell'ateismo moderno - Con Dio si uccide anche l'uomo à ora è solo incertezza e mille domande senza Dio. Concilio Vaticano “Infatti, l’ateismo considerato nella sua interezza non è qualcosa di originario (l’uomo è aperto al trascendente), bensì deriva da cause diverse, e tra queste va annoverata anche una reazione critica contro le religioni e, in alcune regioni, proprio anzitutto contro la religione cristiana. Per questo nella genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, in quanto per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione fallace della dottrina, o anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale, si deve dire che piuttosto nascondono e non manifestano il genuino volto di Dio e della religione” - Se esiste l’ateismo à i cristiani stessi non hanno veicolato il volto genuino di Dio - Prima del concilio à condanna l’ateismo = minaccia - Concilio vaticano ll à ateismo = persone ferite, deluse, le cui domande e critiche aiutano la chiesa ad andare in profondità - Vangelo = persona (Gesù) quando viene ridotta a una dottrina morale si perde la bellezza - Rapporto tra Dio e l’uomo à metafora MATRIMONIO (ci ama nonostante tutto) - Se l’uomo si chiude nella sua esperienza rischia di non cogliere la verità del Vangelo, che viene visto come una realtà estranea - Esperienza umana = illumina à comprendere meglio la realtà di Dio - Se negativa offusca l’idea di Dio - È inevitabile che la paternità di Dio venga fraintesa e travisata - Freud e Marx à padri dell’ateismo B. Maggioni, E. Prato, Il Dio capovolto «Ciò che qui è rovesciato è la direzione fondamentale della rivelazione cristiana: non più Dio che crea l’uomo a sua immagine, mal uomo che genera Dio come rappresentazione ideale dell’umano. Il volto di Dio non è più mostrato da una rivelazione ‘dall’alto’, ma è configurato da un’immaginazione ‘dal basso’». 10 IL LIBRO DI GIOBBE Come è possibile credere in Dio di fronte al dolore e alla sofferenza? - Libro di Giobbe (nella Bibbia) pone la domanda fino in fondo perché viene massimamente attivata la ragione à rapporto fede-ragione (la fede esige una ragione forte) - Presenta il grido straziante del giusto sofferente, Giobbe, che osa sfidare con domande scomode Dio - sofferenza del giusto (non si merita la sofferenza) - si ribella e appare quasi come un miscredente che si rivolge a Dio con parole forti - invece rappresenta il VERO CREDENTE che si fida di Dio e ha il coraggio di porre la domanda fino in fondo senza comprendere completamente ciò che gli succede - “perché mi sei avversario?” “dove sei?” - Crisi profonda à notte oscura MA continua a far uscire allo scoperto i dubbi che popolano il cuore degli uomini (credenti e non) - Amici per difendere Dio si trovano ad accusare Giobbe à non sono veri credenti, che non hanno veramente colto chi è Dio à relazione molto fragile - Cercano di incapsulare Dio nei loro schemi - Dove c’è una domanda che nasce dalla carne à disponibilità ad ascoltare le risposte - Apre la ricerca al Nuovo Testamento à non offre facili risposte - apre la possibilità di comprendere qualcosa in più sulla sofferenza e sulla morte in generale - l’uomo si deve confrontare con queste realtà - conclusione aperta: Dio non risponde ma risponde TEORIA DELLA RETRIBUZIONE Immagine negativa di Dio - Chi non soffre è benestante è un uomo giusto - Chi soffre è un uomo che ha peccato - Aggiunge sofferenza alla sofferenza - Mentalità à persona malata “cosa ha fatto questa persona per meritarsi questo?” - Episodio cieco nato à “perché è cieco dalla nascita?” “hanno peccato i suoi genitori?” - Gesù smonta questa teoria Comune a tutte le culture, poemetti: - “Dialogo di un disperato con la sua anima” in Egitto o “I lamenti di un povero contadino” - “Dialogo sulla miseria umana” in Babilonia à pare che il giusto soffra e il cattivo trionfa TESTI SAPIENZALI - Capolavoro: Libro di Giobbe - Testo non isolato estraneo alla riflessione sull’uomo - Bibbia affronta la domanda sulla sofferenza e la ricerca partendo dall’uomo (TUTTI) - Parte dell’Antico testamento à diversi generi (importante tenere presente il testo per non fraintenderli) - Pentateuco - Libri storici - Libri sapienziali - Libri profetici - Non sono testi storici MA partono dall’osservazione della vita e dell’esistenza dell’uomo e ne traggono poi delle conseguenze - Il SAPIENTE è colui che sa cosa serve per vivere bene à relazioni con sé stesso, altri, Dio - Ha a che fare con la CAPACITÀ TECNICA - Es. contadino che deve prevedere quando seminare, raccogliere … = sapienza 11 - Sapienza INTELLETTUALE cerca di comprendere le leggi per vivere meglio conoscendo la realtà, potendo dominarla (essere signore = positiva) - Dio invita l’uomo a dare il nome a tutte le cose à conosce la realtà - A partire dall’osservazione del creato elabora i dati - Dimensione SOCIALE E POLITICA à saper governare e dare vita a una politica capace di promuovere una convivenza pacifica - Sapienza RELIGIOSA - Dimensione che attraversa tutte le dimensioni dell’esistenza dell’uomo à rapporto con Dio - Parte dalla vita à cogliendo le difficoltà e contraddizione dell’esistenza dell’uomo in modo da trovare della soluzione per vivere in modo armonioso - Parla di sofferenza e ciò che mette in crisi l’uomo e il suo rapporto con Dio - Situazione dove dio sembra assente à li invece c’è la possibilità di conoscere più profondamente chi è Dio - Sapiente = è colui che sa di non sapere (Socrate) - Condivide quello che ha scoperto à comunica con gli altri - Sapienza = desiderio di rendere partecipe gli altri - Nel mentre si sente continuamente in cammino STRUTTURA LIBRO DI GIOBBE à struttura aiuta a cogliere il contenuto - Prologo ed epilogo à prosa - Sembrano come una parte aggiunta rispetto alla parte centrale à potrebbero essere lette da sole à è una leggenda - Il resto à poesia 1. Monologo di Giobbe à esprime il suo dolore 2. Ciclo di monologhi e dialoghi (3 cicli) con i suoi 3 amici: Elifaz, Bildad e Sofar, che si recano da consolarlo - “amici” non si mettono davvero in ascolto della situazione di Giobbe - Vanno per consolarlo ma si rivelano incapaci di condividere il suo dolore - Lo giudicano à lo fanno per difendere Dio - in realtà non hanno colto chi è Dio perché cercano ricondurlo ai loro schemi - Giobbe sembra quasi in miscredente à non teme di porre la domanda fino in fondo perché non teme di non trovare una risposta - Sfida Dio di mostrarsi per quello che è à MOSTRI LA SUA BONTA’ 3. Monologhi-discorsi di Giobbe 4. Intervento di Eliu Finalmente “entra in scena Dio” = opera teatrale / dramma composto da varie scene 5. Prima sfida di Dio 6. Breve risposta di Giobbe 7. Seconda sfida di Dio 8. Breve risposta di Giobbe CHI È GIOBBE? - è un uomo giusto = fedele a ciò che credeva, benestante, con un bestiame e padre di 7 figli e 3 figlie (7 e 3 simboli per la pienezza à più i maschi perché valevano di più) à HA TUTTO - Gesù rivaluta la figura della donna à prima a testimoniare la resurrezione - se fosse stato inventato sarebbe stato con un uomo - UOMO BENEDETTO = armonia con se stessi, gli altri e Dio + figli vanno d’ccordo - Dio dice bene à la sua parola di compie à chi è benedetto sperimenta la felicità 12 - Essere felici e benedetti à avere un bel rapporto con la vita - molti figli (= continuazione della propria carne à colui che ha un figlio continua a vivere anche dopo la morte à mentalità del tempo “chi ha figli riuscirà a vedere il Messia”) - vita duratura e sana - Giobbe à famiglia molto unita e solidale - Il padre si preoccupa dei possibili peccati dei figli e fa lui il sacrificio per loro - Situazione perfetta àMA problema à interviene SATAN (elemento di disarmonia) - Non è ancora la personificazione del male MA è uno dei ministri di Dio - Ha la tendenza a dare fastidio e a criticare à critica Giobbe - Dice che Giobbe è buono solo perché gli conviene à così è benedetto - Chiede: “crede perché sta bene o per interesse?” à la sua bontà è interessata o disinteressata? à Non confondere: INTERESSE ≠ SCELTA DI VITA - La vita mette in questione Dio e la fede - Vivere= essere messi alla prova - Satan è la vita che tocca l’uomo nella sua dimensione più profonda Prologo ed epilogo - Giobbe è un uomo benedetto e vive la situazione di ogni uomo à lo rappresenta - Muoiono gli animali e poi i figli à colpito nei beni e nella carne - Ognuno deve affrontare delle anticipazioni di morte: dolore, ingiustizia - Santan prosegue e mettere in dubbio la correttezza di Giobbe e dice a Dio “non l’abbiamo ancora toccato nella sua salute” à Giobbe si ammala - Tutto si abbatte su Giobbe à fino al capitolo 2 non si ribella e continua a perseverare nella sua giustizia e bontà - Alla fine, Dio gli restituisce tutto quello che ha perso à premiato per la sua fedeltà - INSEGNAMENTO: anche nel dolore continua a rimanere fedele a Dio che prima o poi si mostrerà e ti ricompenserà - Dio è comunque buono, vuole il meglio per l’uomo e che egli sia felice Capitolo 2 - Non si danno le coordinate storiche temporali - Solo spaziali à abitava nel territorio di Uz à territorio di Edom (di Esau, fratello di Giacobbe à fuori Israele) à Collocazione: - Dare alla figura di Giobbe una dimensione universalistica = Giobbe rappresenta ogni uomo. - Rende il racconto più libero à andare oltre gli insegnamenti tradizionali di Israele - Es. teoria della retribuzione (Dio risponderebbe al bene con il bene e al male con il male) à rappresentata dagli amici à mentalità - La mancanza di coordinate e apertura universalistica fa si che si capisca subito che leggendo il libro di Giobbe siamo alle prese con un racconto parabolico à il problema che affligge Giobbe è comune a tutti gli uomini à NON PUO ESSERE LEGATO A UN PERIODO PRECISO - Nel prologo à vita armoniosa - Poi SATAN: “se dovesse venirgli meno tutto quello che ha non ti benedirebbe più” - Giobbe “Dio ha dato e Dio ha tolto” à continua a benedire e accoglie anche il male - Satan “se si ammalasse non ti benedirebbe più” - Moglie “se devi morire allora fallo da uomo dicendo la verità: Dio è cattivo” - = stessa carne di Giobbe (sono sposati) - rappresenta l’elemento di tentazione nell’uomo stesso = altro io di Giobbe - UOMO LACERATO à davanti alle disgrazie continua a benedire Dio - Arrivano i suoi AMICI e gli stanno vicino per 7 giorni = rituale del lutto - Con le loro azioni dicono che Giobbe è vicino alla morte 15 PRIMO INTERVENTO: ELIFAZ à teoria della retribuzione - Gli amici sono preoccupati a difendere la loro costruzione teologica più che mostrare a Giobbe la loro vicinanza. - Elifaz al capitolo 4-5 cerca di consolare Giobbe dicendogli al versetto 7-8: - nessun uomo giusto ha mai sofferto come soffri tu + chi semina male raccoglie male. - “se fossi in te mi rivolgerei a Dio”à Elifaz si fa portavoce della SPIEGAZIONE TRADIZIONALE che si basa sull’esperienza, il suo modo di procedere corrisponde alla dinamica sapienziale à il sapiente osserva le dinamiche della vita per poi estrapolare dei principi - Questo discorso è fatto da un amico che parla senza tener conto di colui che ha davanti: se tenesse conto di chi è Giobbe e quello che sta vivendo non potrebbe dire quanto afferma. - Elifaz quindi è come se parlasse ad un muro à siamo di fronte ad un presunto saggio che consiglia di andare nei testi della Bibbia dicendo “quando mai un innocente è stato punito” - MA nella Genesi 4 troviamo Abele ucciso da Caino o Giuseppe venduto dai fratelli - esempi che smontano la teoria di Elifaz à nella scrittura ci sono giusti che periscono. - Quello che dice Elifaz è contraddetto da tutta la storia di Israele - La frase secondo cui Giobbe dovrebbe affidarsi a Dio: il “se io fossi in te” esprime esteriorità à dovrebbe invece esprimere il desiderio di mettersi nella realtà dell’altro per condivisione radicale. - Disinteressamento à parla di innocenti senza vedere che in realtà ne ha davanti uno. - Contraddizione à secondo la teoria di Elifaz: - Giobbe sta male perchè ha fatto del male, QUINDI come fa ad affidarsi ad un Dio che gli sta facendo del male. - Elifaz invita Giobbe ad entrare in uno schema prefabbricato. - Giobbe non è interessato a trovare una teoria che fa sentire a posto, come invece cercano gli amici MA è disposto a rischiare la vita per scoprire il vero volto di Dio SECONDO INTERVENTO: BILDAD à “hanno peccato i tuoi figli” - Altro aspetto di consolazione: se Giobbe sta male e afferma di non avere peccato, vuol dire che hanno peccato i figli à per gli amici i conti devono tornare, ci deve essere un colpevole. - Gli amici rappresentano coloro che vogliono comprendere e abbracciare il mistero di Dio, vogliono il controllo. - Riflessioni amare sulla amicizia: Giobbe si rende conto che non sono veri amici perchè non condividono la sua disperazione, non accettano il suo punto di vista MA pretendono di farlo ritirare nei loro schemi à deluso della loro indifferenza difronte alla sua sofferenza - Non prendono sul serio l’incontro con l’altro à se non ci si ascolta allora il parlare è vuoto. - Il progresso à le accuse si fanno sempre più precise: distorsione della realtà da parte degli amici, che accusano Giobbe di distruggere la religione. - Negano che Dio possa agire al di fuori dei loro schemi di giustizia. - Giobbe non distrugge Dio e la religione MA una falsa religione, un Dio morto. - La critica di Giobbe si fa sempre più spietata: rifiuta quello che dicono gli amici - Viene accusato di essere blasfemo. - Posizione comoda x gli amici: loro non devono fare nulla (sono giusti), mentre è Giobbe che deve cambiare à in realtà sono loro che devono convertirsi. - Semplice incomprensione? NO, gli amici vogliono rimanere tranquilli nel loro modo di credere à l’unico modo è di dire che Giobbe ha torto. - Cap 13 versetto 4-5 e 12-13: “avete in testa un cumulo di menzogne, siete medici da nulla, magari taceste del tutto, sarebbe per voi un atto di saggezza” à deluso dall’amicizia 16 ACCUSA Ribadisce la sua innocenza – Giobbe 30,20-26 “Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta. Sei diventato crudele con me e con la forza delle tue mani mi perseguiti; mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera. So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove convengono tutti i viventi. Nella disgrazia non si tendono forse le braccia e non si invoca aiuto nella sventura? Non ho forse pianto con chi aveva una vita dura e non mi sono afflitto per chi era povero? Speravo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio” - Preghiera = dialogo con Dio à tutti i sentimenti dell’uomo dalla gioia allo sconforto - Rimane in parte prigioniero della mentalità degli amici à individuare un COLPEVOLE - Lui si dichiara innocente à dunque accusa Dio (lo ritiene il responsabile della situazione) - Alla fine “che mi succeda quello che mi succeda, ora vado incontro a Dio e mi dovrà incontrare” INTERVENTO DI DIO - Alla fine dei tre cicli al capitolo 38 entra in scena Dio à fino a quel punto è rimasto in silenzio ed ha ascoltato veramente Giobbe (≠ amici che parlano senza ascoltare). - Questo è espresso anche da quando parlano gli amici si dice sempre Elifaz “prese a dire” - ≠ quando entra in scena Dio si incomincia ad usare un’altra espressione “il Signore prese a dire a Giobbe” a sottolinear che veramente parla a Giobbe = è un dialogo vero ≠ monologo - Dio interviene come un padre, con ironia bonaria à come se prendesse per mano Giobbe e gli facesse fare un viaggio nella bellezza del credo. - Dio risponde ponendo a sua volta delle domande che sembrano complicare la situazione: mirano a condurre Giobbe in una prospettiva liberante, lo fanno entrare nel mistero della vita e di Dio. - Dio ascolta Giobbe, incomincia a farsi vedere per quello che è, pone domande e fa una sorta di rib - Gli chiede “tu dove eri quando tutta bellezza del creato ha preso forma” à Dio lo pone di fronte ai misteri belli del creato per aiutarlo a capire che l’uomo è davanti al creato = casa sua senza conoscerlo “come si fa a tenere insieme le stelle o a far partorire i camosci?” - Giobbe è portato ad uscire dalla sua situazione per riconosce che sa come è fatto il mondo: le stelle, i camosci MA in realtà non lo capisce, non sa rispondere alle domande - lo invita a stupirsi davanti alla bellezza del creato e l’uomo è indotto a riconoscere che IL CREATORE DI COSE COSÌ BELLE DEVE ESSERE PER FORZA BUONO - Riconosce di doversi fermare davanti ai misteri della vita dell’uomo, segnata dalla libertà umana à uno dei misteri più grandi per l’uomo è l’uomo stesso - L’uomo non può comprendere tutti i misteri del creato: SA CHE LA SOFFERENZA C’È MA NON È PIÙ ACCUSATORIA à non si può spiegare né accusando un uomo e men che meno Dio - Giobbe viene rassicurato da Dio attraverso la creazione à riconosce la propria piccolezza (non è una esperienza che lo schiaccia ma lo libera) - Sa di essere una creatura in mano al creatore che è buono e affidabile - Dio continua a porre DOMANDE che lo costringono ad uscire dalla sua prospettiva piccola e dice “adesso tu ti metterai a fare Dio e io l’uomo. Distruggi il male e fai tu tutto quello che mi accusavi di non saper fare” à bonaria ironia - Il problema eterno dell’uomo è far fatica ad accettare di ESSERE CREATURA E NON CREATORE - L’uomo deve accogliere sé stesso con la propria creaturalità à non è Dio - Es. Dio vieta di mangiare la mela MA l’uomo la mangia perché pensa di diventare Dio - Pensa che Dio glielo aveva vietato per paura, invidia à voleva essere l’unico Dio - Ma la mela non serviva a quello - Dio si fa uomo affinchè l’uomo possa diventare suo figlio à AMORE SMISURATO PER L’UOMO à crea l’uomo per amore e condivide con lui la vita 17 - Domande a cui Giobbe non può rispondere: “Chi è mai costui che oscura il mio piano con discorsi da ignorante? Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! Quando ponevo le fondamenta sulla terra, tu dov’eri? Dimmelo, se sei tanto intelligente! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la corda per misurare? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e acclamavano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite, e gli ho messo chiavistello e due porte dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde” ….” - Giobbe accetta di non capire tutto e dice “prima ti conoscevo per sentito dire, ora ti ho visto davvero” à è ancora malato à nella sofferenza entra nella BENEDIZIONE (riconosce che Dio è buono) - Giobbe ritrova la FELICITÀ accogliendo sé stesso (la sua creaturalità) e riconoscendo dentro la sua sofferenza che Dio è buono - Il male e la sofferenza esistono, rimangono un mistero, ma non è Dio la causa - Anche nella morte e nel dolore Dio è conosciuto come buono = Dio della vita - Non c’è una risposta vera ed esaustiva sul bene e il male - In Giobbe troviamo una RISPOSTA ESPERIENZIALE ≠ logica ed esplicativa - Giobbe viene condotto, come per mano, a riconoscere che Dio è affidabile e buono - La sua domanda trova piena risposta nel Nuovo Testamento - Per trovare la risposta occorre porre la domanda nel modo corretto - Il libro di Giobbe infatti si conclude senza concludersi - Si conclude la parte in forma poetica à inizia l’epilogo - Sieger Köder artista à rappresentazioni bibliche - Giobbe rivolge lo sguardo verso l’alto come un segno di attesa di una risposta da Dio - Gli amici sullo sfondo = teorie astratte - Nel libro di Giobbe c’è una ricerca del colpevole - anche dentro la vicenda di Gesù àdove però questa questione viene sgretolata: - Dio no perché è buono - Gesù no, infatti perdona anche i suoi carnefici - La questione della colpevolezza viene meno à L’AMORE E’ PIU’ FORTE DEL MALE - Il male esiste ma ha una fine à la morte viene vinta - Nella morte di Gesù finisce la colpa e il male viene definitivamente vinto - La morte e il male non hanno più una forza accusatoria à l’uomo viene liberato dalla colpa - È una vicenda UNIVERSALE ogni uomo prima o poi deve fare i conti con la sofferenza PASSIONE DI GESU’ - Come Dio risponde alla sofferenza del giusto (alla vicenda di Giobbe)? - Una persona si può conoscere in modo particolare dal suo modo di affrontare e vivere le situazioni limite à non può fingere, emerge la persona così come essa è à Come lo fa Gesù? - L’umanità di Gesù non è secondaria rispetto alla sua divinità - Gesù affronta la sofferenza e l’ingiustizia delle false accuse con il SILENZIO à ci aiuta a rispondere alla domanda sulla sofferenza di Giobbe e sull’immagine di Dio - Nella morte e resurrezione l’immagine di Dio non può essere fraintesa à Dio capovolto (eccedente rispetto ad ogni attesa dell’uomo) 20 - Dal Vangelo di Giovanni, per comprendere il silenzio: - Pilato deve ricercare la risposta nei fatti che stanno succedendo - Ogni uomo deve rispondere personalmente - Bisogna prendere in considerazione il contesto = giudiziario (Gesù è stato arrestato, accusato e processato) IL CONTESTO GIUDIZIARIO AL TEMPO DI GESU’ La Bibbia conosce due modelli per ristabilire la giustizia: - MIŠPAT: il vero e proprio giudizio - chi ha subito un’ingiustizia si rivolge a una terza persona (giudice) - obiettivo: condanna con imposizione di una pena proporzionale all’ingiustizia - viene ristabilita la giustizia - nel libro del Deuteronomio - “I giudici indagheranno con diligenza e, se quel testimone risulta falso perché ha deposto il falso contro il suo fratello, farete a lui quello che egli aveva pensato di fare al suo fratello. Così estirperai il male in mezzo a te - RÎB: la lite giudiziaria - se funziona non si passa al giudizio - accusa che mira alla riconciliazione con il colpevole, senza l’intervento di una terza persona - accusa = offerta di un perdono già dato + perdono accolto - il colpevole deve riconoscere la sua colpa à non danneggia solo l’altro ma anche sé stesso - senza il riconoscimento della propria colpevolezza non è possibile la liberazione dalla colpa - tante pagine della Bibbia (Salmi, Libro di Isaia e Profeti) presentano il ripetuto intervento di Dio, che offre il perdono al suo popolo, che spesso non è fedele, sotto forma di Rib - Esempio: vicenda tra Saul e Davide nel libro di Samuele - Re Saul e Re Davide avevano un’ottima relazione, e Davide lo aveva sempre servito fedelmente à Saul geloso di Davide, che nella sua piccolezza era riuscito a vincere i Filistei (uccide Golia) - Le donne iniziano a intonare un canto “Saul ha ucciso i suoi 1000 ma Davide 100.000” - Saul invidioso di Davide inizia a perseguitarlo - Il figlio di Saul, amico di Davide, lo mette in guarda à Davide fugge e Saul lo insegue - Quando Davide ha la possibilità di ucciderlo (Saul dorme) non lo fa - Al contrario, lo accusa à RIB = lo ha già perdonato e spera di ricucire l’amicizia - Saul riconobbe la voce di Davide e disse: "È questa la tua voce, Davide, figlio mio?". Rispose Davide: "È la mia voce, o re, mio signore". Aggiunse: "Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che cosa ho fatto? Che male si trova in me? (…) Saul rispose: "Ho peccato! Ritorna, Davide, figlio mio! Non ti farò più del male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da sciocco e mi sono completamente ingannato". à la relazione tra i due è ristabilita - Esempio: libro di Giobbe tra Giobbe e Dio 21 - Esempio: Vangelo di Matteo - “Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano (a questo punto rivolgiti a un giudice)” - Esempio: Libro di Isaia - Il signore al suo popolo: “Su venite che discutiamo e anche se i vostri peccati sono scarlatti diventeranno bianchi come il latte” - Accusa ha come obiettivo il riconoscimento del peccato per ricucire la relazione tra Dio e il suo popolo à relazione tra Dio e l’umanità - Riconoscimento del peccato è il 1° passaggio per potersi liberare dal male compiuto e ricucire l’alleanza - Se il ricucire il rapporto con l’umanità è la finalità degli interventi di Dio nella storia ALLORA - Gesù = manifestazione della piena offerta di perdono di Dio à È IL RIB IN PERSONA che è già perdono - Può ricevere il perdono solo chi si accorge di averne bisogno à uomini sono peccatori - Gesù cerca chi si sente lontano da Dio - Dio è presente soprattutto dove gli uomini pensano che sia assente SILENZIO PER AMORE - Durante la passione à falso processo - Gesù accusato davanti alle autorità giudaiche e romane - I due sistemi giudiziari (rib e mispat) si incrociano: GESÙ CHE È IL RIB IN PERSONA, È COINVOLTO IN UN MISPAT - Gesù potrebbe difendersi proclamandosi innocente - Accuserebbe gli altri di falsa testimonianza - Gesù non sarebbe più il rib di Dio = offerta di perdono che libera à la sua accusa non mirerebbe più al perdono ma alla condanna à Gesù sarebbe il mispat - Se fosse ascoltato i falsi testimoni sarebbero condannati a morte - La pena dei falsi accusatori è la pena prevista per l’accusato - La loro pena sarebbe stata la crocifissione - Gesù non è venuto per condannare ma per liberare l’uomo - SCEGLIE DI STARE IN SILENZIO PER FAR VIVERE I SUOI CARNEFICI - TACE PER AMORE VERSO L’UOMO à silenzio trasforma la situazione - Gesù sceglie di dare la propria vita per amore degli uomini - Non sono gli altri ad ucciderlo MA è lui ad offrirsi - Il silenzio rivela il vero senso di quello che stava avvenendo - RISCHIA DI MORIRE SENZA ESSERE CAPITO - Essere considerato un debole à “lui che diceva di essere Dio ora è crocifisso” - Pagani lo rappresentano come un asino crocifisso con davanti un uomo inginocchiato 22 - Conseguenze: - Se Gesù si offre di morire à NON CI SONO DEGLI UCCISORI - Si prende la loro colpa à offerta di perdono si realizza pienamente e definitivamente - Lettera ai Colossesi: “è stato annullato il documento scritto del nostro debito inchiodandolo alla croce” à viene data la SALVEZZA = AMORE CHE LIBERA - Di chi è la colpa? - NON E’ NE DI DIO, NE DI GESU’, NE DELL’UOMO à Dio stesso entra nella sofferenza dell’uomo togliendogli la colpa - Nel Vangelo “Sono venuto per i peccatori e i malati” - offerta di perdono à l’offerta c’è MA l’uomo deve volerla accogliere - salvezza = offerta di vita piena - ha TRASFORMATO UNA SITUAZIONE DI MORTE IN UNA OCCASIONE DI VITA - si parla della BELLEZZA DELLA CROCE - Croce fa risplendere l’amore eccedente di Dio - Quando ci si avvicina alla morte i miracoli vengono fatti tacere à segreto messianico à non raramente Gesù chiede a chi è stato guarito di non raccontare quello che ha fatto (es. miracoli) à temeva di essere frainteso - L’onnipotenza di Dio non è data dai miracoli ma dall’amore CROCIFISSIONE + RESURREZIONE = PASQUA - Gesù ha vissuto la passione e la morte per amore à MORTE = SALVEZZA - Rivelazione del vero volto di Dio e chi è l’uomo per Dio - Resurrezione non è il superamento della croce MA il suo SVELAMENTO - La Resurrezione è la vittoria della vita sulla morte à una vita come quella che Gesù ha vissuto - È il crocifisso che risorge à colui che vive donandosi CROCIFISSIONE COME PUNTO DI PARTENZA - Prendere la vicenda di Gesù come punto di partenza = scoprirsi persone libere à amare perché amati, perdonare perché perdonati - Il modo di affrontare le Grenzsituationen di Gesù apre una strada possibile à l’uomo di oggi può cercare di percorrerla à nel mondo c’è l’ingiustizia - L’atteggiamento di Gesù à da situazione di conflitto a situazione di riconciliazione - Lettera S. Paolo ai romani à non lasciarti vincere dal male ma vinci con il bene il male - “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello” - INTERROMPERE LA SPIRALE DEL MALE - Es. morti a causa del terrorismo à fatica a trovare una riconciliazione - Bisogna capire che entrambi i popoli soffrono - CARDINAL MARTINI à per superare odio e violenza bisogna imparare a guardare al dolore dell’altro - La memoria delle sofferenze alimenta odio à sentimento di vendetta - Inizia il processo di compressione - Nella passione e resurrezione è nata una umanità nuova à la salvezza è la PARTECIPAZIONE a questa nuova vita dedita all’amore 25 - Gerusalemme e Grico à 30 km attraverso il deserto di Giuda (ideale per le imboscate) - SACERDOTE E LEVITA à compiti religiosi - Era prescritto ai sacerdoti di mantenersi puri à il sangue contaminava - Non aiutano l’uomo insanguinato e mantengono la loro purezza per continuare a svolgere i loro compiti nel tempio - 1^ Intenzione polemica di GESÙ - Inventa un racconto verosimile per sottolineare che l’osservanza puntuale non deve distrarre dall’essenziale = amore al prossimo - La purezza DALL’INGUISTIZIA e DAL PECCATO e NON da sangue del ferito - CONTRADDIZIONE nel mondo religioso del tempo à il sangue era considerato impuro e induceva quasi a non soccorrere un moribondo per mantenersi puri - Gesù CRITICA gli aspetti che non corrispondono al pensiero di Dio à quelli che impediscono la cura dell’altro = disumanizzano la vita - Parere di Gesù ≠ autorità del tempo - Non vuole criticare le figure del levita e del sacerdote MA la mentalità religiosa diffusa - SAMARITANO = modello - Stupore del dottore della legge perché i samaritani erano visti come stranieri à non erano visti bene dagli ebrei (si diceva “chi mangia il pane dei samaritani è come se mangiasse la carne di maiale” à vietato perché rendeva impuro) - 2^ intenzione polemica à qui è una figura positiva - il bene non ha confini e si trova dove meno l’uomo se lo aspetta - Gesù è libero dai pregiudizi - Gesù cura 10 lebbrosi e solo 1 torna per ringraziarlo à era un samaritano à IL PROSSIMO È QUALSIASI BISOGNOSO SI INCONTRI - L’uomo bisognoso giaceva sulla strada à non si dice nulla di lui (religione, identità) - Anche del samaritano non si sa nulla à ci si sofferma su quello che ha fatto - NON sulle identità MA sul COMPORTAMENTO - Come devo comportarmi nei confronti del prossimo? - Gesù: essere gentile, disinteressato e concreto (dalla teoria alla pratica) - “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso». - Domanda simile a quella posta dal dottore della legge MA formulata diversamente - Senno avrebbe dovuto dire “chi ha visto il prossimo tra questi tre?” - MA chiede “chi si è fatto prossimo?” à SPOSTAMENTO DA ESTERNO A INTERNO - Gesù permette al dottore della legge di operare uno spostamento dal livello teorico al livello pratico à dal prossimo come oggetto da amare al prossimo come soggetto che ama - “Chi sono io” e non “chi è il prossimo” - Io devo farmi prossimo a chiunque à posso scegliere se farlo o no - Il dottore della legge deve cambiare se stesso à cambiamento mentalità 26 - Concezione universale del prossimo - fondamento non dichiarato ma supposto à UNIVERSALITA’ DELL’AMORE DI DIO - Dio ama indistintamente ogni uomo e donna - anche nei confronti delle donne Gesù ha degli atteggiamenti liberi - da alla donna pari dignità dell’uomo - secondo la mentalità bisognava amare chi Dio amava à non si dovevano amare i peccatori - con l’arrivo di Gesù, che mostra il vero volto di Dio, cade questa convinzione - Dio ama gli uomini giusti e peccatori, gli uomini vicini e lontani - “chi è il mio prossimo?” = grido “chi ama me?”à come faccio ad amare se non sono amato - Samaritano = Dio che entra nella storia per curare le ferite dell’uomo - Risposta: tu sei amato e curato da Dio à deve amare gli altri uomini - Deserto = difficoltà della vita - Spesso siamo costretti ad affidarci a sconosciuti per essere aiutati MA non sempre mantengono la parola PAPA FRANCESCO nell’enciclica fratelli tutti commenta la parabola del buon Samaritano - «Gesù racconta che c’era un uomo ferito, a terra lungo la strada, che era stato assalito. Passarono diverse persone accanto a lui ma se ne andarono, non si fermarono. Erano persone con funzioni importanti nella società, che non avevano nel cuore l’amore per il bene comune. Non sono state capaci di perdere alcuni minuti per assistere il ferito o almeno per cercare aiuto. - Uno si è fermato, gli ha donato vicinanza, lo ha curato con le sue stesse mani, ha pagato di tasca propria e si è occupato di lui. Soprattutto gli ha dato una cosa su cui in questo mondo frettoloso lesiniamo tanto: gli ha dato il proprio tempo. Sicuramente egli aveva i suoi programmi per usare quella giornata secondo i suoi bisogni, impegni o desideri. Ma è stato capace di mettere tutto da parte davanti a quel ferito, e senza conoscerlo lo ha considerato degno di ricevere il dono del suo tempo» PARABOLE DELLA MISERICORDIA - 3 parabole sempre nel vangelo di Luca profondamente unite e formano come un trittico - Le parabole non sono marginali à al centro del Vangelo - Intento principale delle parabole à rivelare chi è veramente Dio - Se si riduce il vangelo a una dottrina morale si perde l’essenza - W. Kasper, Misericordia. “Concetto fondamentale del vangelo – Chiave della vita cristiana” - La misericordia è un tema attuale ma è stato dimenticato - Gesù ha spiegato il messaggio della misericordia del Padre nelle sue parabole e in primo luogo in quella del buon samaritano e del figlio prodigio. - Si sono impresse nella memoria dell’umanità e sono diventate proverbiali - Papa in Messico per la Giornata della Memoria durante il Giubileo - «Celebrare il Giubileo della Misericordia significa imparare non rimanere prigionieri del passato, di ieri. È imparare ad aprire la porta al futuro, al domani; è credere che le cose possono essere differenti. Celebrare il Giubileo della Misericordia con voi è invitarvi ad alzare la testa e a lavorare per ottenere tale desiderato spazio di libertà» 27 - MISERICORDIA à in ebraico rimanda alle viscere di una donna che si contraggono nel momento in cui il figlio sta male à = soffrire con / patire insieme a - La misericordia è l’ONNIPOTENZA DI DIO - La pecora perduta e ritrovata, La moneta perduta e ritrovata, Il padre e i due figli CARATTERISTCHE - Per comprenderle bisogna mettere in STAND-BY le nostre precomprensioni e pregiudizi - Due concetti importanti: - PECCATORE = non riesce a realizzarsi e fa del male prima di tutto a sé stesso à si disumanizza e vive al di sotto della sua dignità, vivendo da schiavo e non da signore - CONVERSIONE = cambiamento della mentalità (come viene inteso l’uomo e Dio) - = San Paolo mentre perseguitava i cristiani ha la conversione - Non è una conversione morale à pensava di agire correttamente - Non è una conversione religiosa à era già ebreo come Gesù - MA è un cambiamento di mentalità - dopo la conversione va incontro ai pagani e dice loro “alla fine anche voi vivete in Dio” - Sono disposte in una unica sequenza: - LETTERARIAMENTE à costruite sul medesimo schema a 2 quadri - 1^ parte à narrano di una perdita - 2^ parte à ritrovamento - il primo pone le premesse per il secondo (è più importante) - TEMATICAMENTE à esprimono la gioia di dio per il ritorno dell’uomo - protagonista = DIO che si incarna nel pastore, donna e padre à NON il peccatore - poco si dice della natura del peccato e della conversione IL CONTESTO / LA SITUAZIONE VITALE «Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro” …. - PUBBLICANI - ebrei che lavoravano per i romani (occupavano la Palestina) come esattori delle tasse - spesso a sfavore del proprio popolo à guardati dagli altri ebrei come traditori - si avvicinano à colgono una simpatia verso Gesù ≠ altri rabbini che li tenevano lontani - FARISEI = osservavano la legge à attaccamento alla Torà - Mormoravano* (compare 3 nel Vangelo) “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro” à Gesù ha un atteggiamento diverso dalla consuetudine à rottura con le leggi della purità del tempo (vietavano di sedersi a mensa con i pagani e i peccatori) = scontro teologico - Sedere alla stessa mensa = il segno più forte della comunione e amicizia con l’altro - Gesù sceglierà una cena per la comunione con i discepoli = ULTIMA CENA - Chi va a messa fa la COMUNIONE - I pubblicani e i peccatori potevano essere accolti solo se esprimevano il desiderio di cambiare vita à Gesù li ama già prima = incondizionatamente - Ebrei pensavano di onorare Dio separandosi dai peccatori - Sembra quasi che non abbia capito nulla della religione 30 - mostra che non conosce davvero il padre - ne quando si allontana ne quando ritorna à convinto di aver perso l’amore del padre e di conseguenza deve riconquistarla INVECE la parabola mostra la tenerezza del padre che al ritorno del figlio gli corre incontro e lo abbraccia - “il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi” à IL FIGLIO NON HA MAI SMESSO DI ESSERE FIGLIO - peccatore = figlio minore - deve RITROVARE LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE FIGLIO = DELLA SUA - DIGNITÀ à allora si ha la CONVERSIONE …Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: ‘Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo’. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: ‘Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso’. Gli rispose il padre: ‘Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato’. - FIGLIO MAGGIORE sempre stato fedele, rimasto a casa = farisei e scribi (contesto) - irritato per la festa organizzata per il figlio minore - non riesce a vedere la situazione con gli occhi del padre - non vuole partecipare alla festa perché la ritiene una ingiustizia - secondo la logica sbagliata del dare per ricevere - la sua indignazione si vede dal fatto che non chiama il fratello “mio fratello” MA “tuo figlio” - MA IL PADRE AMA ENTRAMBI I FIGLI ALLO STESSO MODO - Esce, va incontro al figlio maggiore, ascolta le sue ragioni e le confuta - A volte la conversione di coloro che pensano di essere giusti è più difficile - Padre cerca di far comprender al figlio - Non gli è mai stato nulla di ciò che gli spetta à ciò che è mio è tuo - È sempre stato con lui à tu sei sempre con me - Il figlio tornato non è un estraneo ma suo fratello à questo tuo fratello - INVIDIA = vedere male à il fratello non riconosce il fratello minore - i due fratelli devono trovare anche la loro FRATERNITÀ - due situazioni diverse ma accomunati dal fatto di non aver ancora compreso chi è il padre à SITUAZIONE ATTUALE - L’ACCOGLIENZA DELL’ALTRO AVVIENE PRIMA DI TUTTO NELLA PROPRIA FAMIGLIA - Emerge l’importanza della TENEREZZA = una espressione di misericordia e amore - Rapporto CIRCOLARE tra esperienza umana e Dio per cogliere la paternità e la tenerezza del Padre 31 - La parabola si conclude senza concludersi à senza una risposta del figlio maggiore - Rimangono aperte varie possibilità à invitano a un cambiamento della prospettiva - Spesso l’uomo rimane imprigionato nei suoi stessi schemi - PARABOLE spesso si concludono con domande o non si concludono - MA invitano sempre a riflettere e a trarre una conclusione personale LEGAME TRA PARABOLE E REGNO DI DIO - REGNO = 99 volte nei vangeli di Marco, Matteo e Luca di cui 90 volte è Gesù a usarlo - Per Gesù era la causa per cui si è speso fino in fondo - Non spiega mai dettagliatamente in cosa consiste pure essendo il cuore del suo messaggio - DOVE DIO E’ RE ANCHE L’UOMO E’ RE NON SCHIAVO - L’uomo è chiamato a vivere in libertà come signore = anche detto REGNO DEGLI UOMINI - Gesù annuncia la VENUTA DEL REGNO – immaginata diversamente: - Farisei à adempimento della Torah + liberazione dall’occupazione romana - Zeloti à liberazione dall’occupazione romana anche tramite la violenza - Apocalittici à nuova terra e nuovo cielo - ≠ Gesù à dal Vangelo di Matteo - «Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. - Inoltre, il regno dei cieli è simile anche ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra» - Il regno di Dio è il regno di giustizia, dove c’è la possibilità di interrelazione, di stima reciproca, di accoglienza à c’è la LIBERTA’ data dall’amore corrisponde - Non riguarda solo il futuro MA inizia già ora à il regno di Dio = persona stessa di Gesù - Giovanni Paolo ll – “La pace e i giovani camminano insieme” - «Il primo invito che voglio rivolgervi, giovani uomini e donne di oggi, è questo: Non abbiate paura! Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. Per costruire la storia, come voi potete e dovete, è necessario che la liberiate dai falsi sentieri che sta percorrendo. Per far questo dovete essere persone con una profonda fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana, una vocazione da perseguire nel rispetto per la verità, per la dignità e per gli inviolabili diritti della persona umana. Quello che vedo sorgere in voi è una nuova consapevolezza della vostra responsabilità ed una schietta sensibilità per i bisogni della comunità umana. Voi siete presi dal vivo desiderio della pace, che tanti condividono con voi. …Voi siete turbati dalle grandi ingiustizie, che ci circondano. Voi avvertite un opprimente pericolo nel gigantesco accumulo di armi e nelle minacce di una guerra nucleare. Voi soffrite, quando vedete largamente diffuse la fame e la denutrizione. Voi siete interessati allo stato dell’ambiente, oggi e per le generazioni future. Voi siete minacciati dalla disoccupazione, e molti di voi sono senza 32 lavoro e senza la prospettiva di un impiego adeguato. Voi siete sconvolti dal grande numero di persone, che sono politicamente e spiritualmente oppresse e che non possono godere dell’esercizio dei loro diritti umani fondamentali sia come individui che come comunità. Tutto questo può farvi pensare che la vita sia povera di significato. In questa situazione, alcuni di voi possono essere tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nella indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l’inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca di felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!» - Desiderio del regno di Dio = ricerca della pace e della giustizia per creare le condizioni di vita più umane possibili (leggi che favoriscono una società umana) - Ciò che c’è di bello nell’uomo = regno di Dio - Anche un non credente può avere sete di giustizia e si impegna per realizzarla - Nel Padre nostro “venga il tuo regno” = desiderio di ogni uomo credente e non - Regno = realtà che non si impone all’uomo - Ma si attualizza accogliendo il vangelo à l’uomo è libero di farlo o no - Nel libro dell’Apocalisse “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” - Dio = straniero che bussa alla porta e attende che l’uomo lo accolga - NON entra con la forza - Ritorna l’immagine della cena = condivisione e reciprocità (e lui con me) - IL REGNO DI DIO legata alla figura di Gesù E’ UNA REALTA’ CHE NON SI IMPONE ED E’ SOVRAPPONIBILE ALLA PAROLA VANGELO - Il regno ha a che fare con la bella notizia del Vangelo = persona di Gesù e il suo sguardo sulla realtà (non giudica ma guarda alla persona per quello che è distinguendo il peccato dal peccatore, permettendole di rinascere e rialzarsi in caso di errore) - Libro dell’apocalisse non parla della fine del mondo MA del senso à non vuole far paura ma infondere speranza CARATTERISTICHE - Non sono alla periferia del Vangelo MA al centro - B. Maggioni «Forse più di altre pagine esse riescono a metterci in contatto con Gesù di Nazareth: la sua personalità, il suo modo di parlare, la concezione che aveva di Dio, di se stesso e dell’uomo, le situazioni in cui si è trovato coinvolto e i dibattiti che ha sostenuto» - Parabole veicolano il vero volto di Dio - Fanno leva sull’esperienza comune comprensibile a tutti à Gesù vuole rivolgersi a tutti - Esempi dalla vita concreta à non intende rivolgersi solo a una élite - Fanno intravedere i problemi e l’ambiente delle prime comunità cristiane - l loro linguaggio è inadeguato (desunto dal vissuto quotidiano, eppure pretende di esprimere qualcosa di più profondo) e aperto (non impone ma lascia liberi di pensare) - Provocano a pensare, inquietano, interrogano - fede e ragione sono unite e interrogano chi si lascia interrogare 35 FORMAZIONE DEI VANGELI 3 tappe à Luca (medico) scrive nel prologo del suo Vangelo (unico che sceglie di iniziare così) - “Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” - TEOFILO – personaggio storico a cui Luca dedica anche gli atti degli apostoli: - Persona storica oppure - Qualsiasi lettore del Vangelo - Teo-filo à amante o amato da Dio à qualsiasi persona alla ricerca di Dio - 3 tappe: 1. TRASMISSIONE ORALE - testimoni oculari à persone che hanno conosciuto e ascoltato Gesù - Discepoli à a cui Gesù ha dedicato molto tempo per la loro formazione e istruzione - Dopo la morte di Gesù hanno comunicato ciò che hanno veduto, ascoltato e vissuto - Vangelo = bella notizia à prima di essere scritto è stato creduto e trasmesso oralmente 2. SCRITTI PARZIALI - alla trasmissione orale dei testimoni oculari si sono affiancati “molti” che hanno iniziato a mettere per iscritto alcuni aspetti della vita di Gesù - Prima della redazione dei 4 Vangeli circolavano già degli scritti all’interno delle prime comunità cristianeà incompleti e parziali: - raccoglie le parole di Gesù - raccolta parabole - libretto che narra alcuni miracoli - testo sulla passione - testo sull’infanzia di Gesù 3. NASCITA VANGELI - Luca scrive “anch’io” à il Vangelo a partire dalle trasmissioni orali e i primi scritti - Criteri - Attendibilità scritti già esistenti à li esaminano e li giudicano in base alla conformità alla predicazione orale - Per aiutare la propria comunità à ogni evangelista scrive avendo davanti una particolare comunità di cristiani à conoscendo le domande, problemi … - Ogni evangelista scrive il Vangelo con un suo ordine e progressività - Ogni vangelo un’immagine particolare di Gesù - Non diversa ma con sfumature diverse dalle altre - Ogni evangelista mosso da uno scopo preciso à in base alle esigenze della comunità cristiane a cui si rivolgono - 4 ritratti à ognuno presenta a modo proprio Gesù 36 ESATTEZZA CRONACHISTICA E FEDELTÀ STORICA - Gli evangelisti non sono giornalisti che riportano descrizioni oggettive MA danno un’interpretazione dei fatti - Vangelo à FEDELTÀ STORICA (cogliere il vero senso) ≠ esattezza (esatta ricostruzione) - Foto carta d’identità à esattezza cronachistica - Identifica un personaggio dall’esterno à non richiede di conoscere profondamente una persona - Ritratto d’autore à fedeltà storica - Prima l’artista vuole conoscere la persona e non può accontentarsi dei soli tratti somatici à si prende delle libertà per far risaltare i tratti caratteriali e personali della persona, che in una foto non sono ammesse - I 4 Vangeli = ritratti d’autore che sono diversi ma presentano lo stesso soggetto permettendo di conoscere la persona profondamente - Non la descrivono in modo diverso ma descrivo le caratteristiche fondamentali e storiche della persona con sfumature diverse VANGELI SINOTTICI – Marco, Matteo e Luca - Sinossi = dal greco “sguardo d’insieme” - Somiglianze di argomenti, di forma, di ordine e perfino di singole parole. - il Vangelo secondo Marco (più antico e corto) - è formato da 677 versetti: di essi, soltanto 68 non si trovano negli altri due - il Vangelo secondo Matteo - è formato da 1070 versetti: di essi solo 330 non si trovano anche negli altri due - il Vangelo secondo Luca - è formato da 1151 versetti: di essi 612 non si trovano negli altri due Vangelo di Marco - primo Vangelo à attorno agli anni 50 - 70 d.C. per una comunità di cristiani provenienti dal paganesimo - “Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo” - Si pensa sia l’evangelista à unico Vangelo dove compare questo “ragazzo” - Originario di Gerusalemme, ebreo, collaboratore di Paolo di Tarso e Barnaba e a Roma collabora con Pietro à non era un discepolo e non ha conosciuto direttamente Gesù - Il nome di Marco ricordato più volte negli Atti Degli Apostoli e lettere di Paolo e Pietro - Occorre sviluppare una storia à racconta la vicenda di Gesù mettendo al centro la CROCE - Tutto su 3 predizioni della passione à parla della condanna di Gesù già dal 3 capitolo - Avvertiva già alcuni pericoli che lo hanno indotto a scrivere un Vangelo imperniato sulla morte e resurrezione à pericoli: - PREDICAZIONE CHE INSISTEVA ECCESSIVAMENTE SUI MIRACOLI - Faceva assomigliare Gesù agli dèi pagani à mettendo al centro la croce, l’onnipotenza di Dio non risiede nei miracoli MA nell’amore che si esprime massimamente nella morte in croce 37 - Questo Vangelo si basa sul SEGRETO MESSIALE à Gesù chiede alle persone guarite di tacere perché temeva di essere frainteso à le persone l’avrebbero come un Dio onnipotente che copie miracoli - CONSIDERARE GESU’ SOLO COME UN MAESTRO - Rischiare di sottolineare eccessivamente i suoi insegnamenti - Gesù era un maestro ma era anche molto di più à si dona - Mette in luce due aspetti: OPERE POTENTI e APPARENTE DEBOLEZZA - I miracoli non servono per costringere a credere à dove c’è sfiducia Gesù non può compiere miracoli - Man mano che ci si avvicina alla passione i miracoli diminuiscono - Croce = volto di Dio non è di sopraffazione ma di amore e rispetto per l’uomo - STILE à modo di raccontare vivo e immediato che ci trasmette la predicazione cristiana dei primi tempi à anche chiamato Vangelo dei “catecumeni” Vangelo di Matteo - Esattore delle tasse nella città di Cafarnao – poi scelto come apostolo - “Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù rispose loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati;2io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano" - “Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì” - Scritto nella lingua usata in Siria e Palestina à aramaico (perso, oggi abbiamo la traduzione greca redatta attorno al 75 d.C.) - Si è basato sul Vangelo di Marco MA mette più in risalto gli insegnamenti di Gesù all’interno di 5 GRANDI DISCORSI à Gesù come maestro molto più grande del grande Mosè - Tiene conto della comunità a cui si rivolge à cristiani provenienti dal giudaismo - Problema à continuità e distacco con la tradizione ebraica - Un ebreo che abbraccia il cristianesimo deve rinunciare alla sua tradizione? - Matteo risponde sottolineando la CONTINUITÀ tra l’Antico Testamento (ebraismo) e il Nuovo Testamento (cristianesimo) - Gesù non abolisce l’antico testamento (lui stesso era ebraico) ma lo porta a compimento MA Matteo afferma anche la novita’ à ha attuato e superato l’Antico Testamento - Per 12 volte ricorda che “ciò è avvenuto perché si adempisse quanto era stato detto” = CONTINUITA’ à ha presente le domande e i problemi della sua comunità 40 - “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo” - Mostra che Gesù è un discendente di Davide - Importante perché Matteo scrive per una comunità proveniente dall’ebraismo - Ebrei à in attesa del Messia - Il Messia doveva necessariamente essere un discendente del re Davide - Gesù è un suo discendente dalla parte di Giuseppe - Tramite Davide viene rappresentata la linea particolarista = dell’etnia - Mostra che Gesù è un discendente di Abramo - Abramo = uomo pagano - Patriarca per ebrei, cristiani e mussulmane à padre delle 3 religioni monoteiste - Scelto da Dio gratuitamente per la sua obbedienza - Obbedienza nei confronti della chiamata di Dio = parte e lascia la sua terra - Chiamato a divenire benedizione per tutte le genti = promessa universale - Chiamata: - “Il Signore disse ad Abram: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” - Ha davanti una comunità di ex ebrei à convinti che la figura di Gesù appartenesse solo agli ebrei - I pagani se volevano diventare cristiani dovevano farsi circoncidere à diventare prima ebrei e poi cristiani - Nominando Abramo sottolinea l’universalità di Gesù - Abramo = linea della gratuità e direzione universale del significato di Gesù - Anche se Gesù è inserito in una comunità, appartiene all’umanità intera - Nessun popolo potrà mai vantarsi di possedere Cristo à storia = Gesù discende da Davide à interpretazione = l’identità e la missione di Gesù sono universali - L’incarnazione = Gesù che si fa uomo richiede di entrare in un popolo - Il riferimento a un popolo è sempre legato alla storia di tutta l’umanità 41 Presenza delle donne - 4 donne (Tamar, Racab, Rut e la moglie di Uria) - erano straniere (non appartenevano al popolo ebraico e alcune di loro erano anche delle peccatrici/prostitute che però hanno contribuito al progetto di Dio) - La moglie di Uria à Betsabea (la donna di cui si era invaghito il re Davide) - Non viene chiamata per nome à ma in questo modo viene ricordata la vicenda del peccato di Davide per sottolineare che Gesù discende da dei peccatori - Matteo parla di un fatto storico dando un’interpretazione - Ricordando queste 4 donne si vuole mettere in luce l’universalità di Gesù - Gesù è solidale con la storia degli uomini così com’è à santi e peccatori - Vengono sconvolte e superate le principali distinzioni: - cittadini e stranieri - giusti e peccatori - tutti presenti nella genealogia di Gesù - Alla fine Maria - dalla quale nasce Gesù à NON da Giuseppe - lo schema rigido della Genealogia “il tale generò il tale” viene spezzato - la generazione è sottratta a Giuseppe e il verbo diventa al passivo - la linea orizzontale (discendente di Davide e legato al popolo ebraico) non basta per spiegare l’origine e la fisionomia di Gesù MA occorre anche la linea verticale - Gesù entra nella storia ebraica MA la supera perché la sua origine viene dall’alto à Gesù è figlio di Dio à L’albero genealogico si costituisce per distinguere le proprie origini da quelle degli altri uomini à La genealogia di Gesù viene riportata per unire la storia umana a Dio - La condivisione della vita umana è già inscritta come codice genetico nell’origine di Gesù - Dio non ragiona come gli uomini - Uomini si allontanano e distinguono ≠ Dio si avvicina a loro Chi è Gesù? - Risposta attraverso un progressivo approfondimento alla luce della resurrezione di Gesù - Riflessione attualizzante della storia di Gesù à cosa vuol dire per noi oggi? - Il Vangelo parla all’uomo di ogni tempo - Assemblea = 1° Concilio à non è necessario farsi circoncidere per diventare cristiani - “Gesù di Nazareth, il Crocifisso, fu risuscitato da Dio ed è il Signore (Kyrios)” - Gesù non è un episodio chiuso e concluso con la sua morte MA un evento attuale - Parlare di Gesù risorto = Gesù è vivo e presente nella comunità attraverso il suo spirito - Continuità tra crocifisso e risorto - Conferma che Dio si ritrova in tutto ciò che Gesù aveva detto - Mostra che lo stile di vita di dono (= di Gesù) è vincente 42 - Memoria (Gesù storico) e interpretazione (Cristo nella fede = annunciato dalla chiesa) alla luce della resurrezione e del mistero della Pasqua à non possono essere scissi - Tre PERICOLI «MORTALI» che il cristianesimo può incontrare: - TENTAZIONE ILLUMINISTICA - ridurre l’insegnamento cristiano a una dottrina dimenticando la storia concreta di Gesù - TENTAZIONE CARISMATICA - staccarsi dalla storia concreta per cedere a un entusiasmo eccessivo per l’incontro con Cristo risorto - TENTAZIONE DELLA TEOLOGIA LIBERALE - ridurre l’evento cristiano a un evento storico à rinchiudere Gesù dentro alla storia - la bellezza è che l’Assoluto (Dio = infinito) è entrato nella storia (= finito) - è universale à Maggioni “La ‘verifica storica’ è in grado di mostrare che la fede è ragionevole, ma non costringente. Quando si parla di fede ragionevole non ci si riferisce alla ragione dimostrativa e calcolante. La ragionevolezza non ti costringe ad una conclusione. È la ragionevolezza delle relazioni umane, il cui ultimo atto è un atto di fiducia. La ragione costringente la eserciti per indagare tra le cose, mentre la ragionevolezza tiene conto della libertà umana” - Parlare di Gesù à libera e personale 45 - La ‘SVOLTA COPERNICANA’ del Concilio Vaticano II: rinnova comprensione della Chiesa di se stessa e delle sue relazioni - Attenzione alla storia porta la chiesa a occuparsi maggiormente delle questioni esistenziali concrete à famiglia, guerra nucleare, problemi politici, questioni pastorali - TRADUZIONE CONCRETA DEGLI INSEGMANETI à GAUDIUM ET SPES à Maggioni - “La vita concreta – la vita che si fa domanda! – è il luogo della rivelazione di Dio. È qui che avviene il passaggio fra ciò che si pensava di Dio e quello che egli è veramente” à PRENDERE SUL SERIO LE DOMANDE ____________________________________________________________________________ + riassunto libro “Era veramente uomo” – B. Maggioni 1. GESU’, IL FIGLIO - Gesù è l'immagine del Dio invisibile à in tutto ciò che ha detto e ha fatto Gesù ha sempre manifestato Dio. - “Nessuno conosce il figlio se non il padre e nessuno conosce il padre se non il figlio e colui al quale il figlio lo voglia rivelare” à Ma non un è un cerchio chiuso, ma aperto e gratuito, perché Dio non aveva bisogno di noi per esprimere il suo amore di padre à quando ci ha creati era già padre. - Gesù si rivolgeva a Dio con “Abbà” (= i bambini verso il padre) MA nessun ebreo si rivolgeva a Dio con tale appellativo - La storia dell’amore ha la sua sorgente nel COME: “Come il padre ha amato me, così io ho amato voi, come io ho amato voi, così amatevi voi gli uni gli altri” - Viene donata ai discepoli e ai credenti la partecipazione al nucleo io-tu - Gesù ha due atteggiamenti - Verso Dio à confidenza e obbedienza - Verso gli uomini à accoglienza e pazienza e servizio 2. MITE E UMILE DI CUORE - L’INNO DI GIUBILO (matteo) - “VENITE A ME” à invito ad attaccarsi alla persona di Gesù - “AFFATICATI E OPPRESSI” à popolo che pesava sotto il legalismo giudaico e si sentiva smarrito davanti alla dottrina - “PRENDETE IL MIO GIOGO” à ≠ legge e precetti imposti - “IMPARATE DA ME” à farsi discepolo - “CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE” - Mite à beatitudine dei poveri - Umile à è uno dei piccoli, ne condivide la situazione e la comprende - Di cuore à nella sua interiorità - “TROVERETE RIPOSO PER LE VOSTRE ANIME” - “IL MIO GIOGO E’ DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO” à ha ricondotto la legge al suo centro: carità e non abbandona a se stesso il discepolo “io sarò con voi tutti i giorni” 46 3. GESU’ IN ASCOLTO - Gesù è la parola in ascolto - Parola = rivelatore - Ascolto = verso Dio 4. IL SILENZIO DI GESU’ - Il silenzio della passione = punto più alto della sua forza espressiva - Davanti a domande insincere à è inutile rispondere se non c’è sincerità nella ricerca (es. davanti a Erode) 5. GESU’ UN PANE SPEZZATO = gesto eucaristico (eucarestia = ringraziamento) - Ha compiuto il gesto durante: - la PASQUA, che ha due significati à liberazione: passata dall’Egitto e futura - un BANCHETTO, che è un contesto umano à intimità, fraternità e amicizia - clima di RINGRAZIAMENTO (“rese grazie”) à riconoscere i doni di Dio e ringraziare - PANE SPEZZATO e VINO DISTRIBUITO “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” - Sangue dell’alleanza tra Dio e Israele - Prefigurazione della croce à vita di Gesù = vita donata - Eucarestia = presenza di Dio fra noi a cui ne prendiamo parte - “prendete e mangiate …, bevetene tutti…” - “fate questo in memoria di me” - tra la constatazione del tradimento di Giuda e la profezia dell’abbandono dei discepoli - l’uomo ha nel proprio seno il tradimento e il peccato - Dio lo sa e ci ama comunque - Non esiste motivo per cui dire “questa non è più la chiesa amata da Dio” 6. LA STRUTTURA DELLA SEQUELA EVANGELICA - In un contesto quotidiano: Gesù passava e i discepoli lavoravano - Simone e Andrea à “seguitemi e vi farò pescatori di uomini” - Giacomo di Zebedeo e Giovanni - alla base: LIBERA E GRATUITA INIZIATIVA DI GESU’ - chi è chiamato deve porsi al servizio degli altri à non è possibile una chiamata a vantaggio proprio perché Dio non sarebbe più di tutti. - Al primo posto c’è un modo di vivere à seguire = andare dietro a qualcuno - La sequela esige un distacco à dal lavoro, famiglia e se stessi - “rinneghi se stesso” à rompere la fedeltà con se stesso e indirizzarla a Dio (viene spostato il centro della vita) - Levi à un pubblicano (“non sono i sani che hanno bisogno di un medico ma i malati”) - Nessuno a priori è escluso dalla chiamata 47 7. IL CAMMINO DEL DISCEPOLO - Quando Gesù va loro incontro camminando sulle acque si meravigliano à segno di un cuore indurito e poca fiducia - Spesso si contraddicono - Quando Gesù rivela di essere il figlio dell’uomo che deve molto soffrire, Pietro lo rimprovera = portavoce di Satana (ragiona secondo il buon senso degli uomini) - Quando un uomo scaccia i demoni, i discepoli sono invidiosi (nel profondo non cercano la gloria di Dio ma di sé stessi) e Gesù dice “chi non è contro di noi, è con noi” - Immagine capovolta del discepolo: cieco seduto che siccome ha fede acquista la vista e prende a seguirlo - La storia del discepolo: abbandono e appuntamento - Se il discepolo abbandona Gesù, Gesù non abbandona il suo discepolo - La negazione di Pietro non è legata all'abbandono di Gesù, ma il tentativo di seguirlo da lontano à “da lontano” ha in se la ragione del proprio fallimento à non si può stare con Gesù e nel contempo mettere al riparo a se stessi. - Missione del discepolo sulla base di “gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date” 8. LE DIRETTRICI DEL DISCEPOLO - Il discepolo è fedele alla persona del maestro più che al progetto à chi segue il progetto e il progetto viene meno, abbandona - Il cammino del discepolo è un cammino verso la missione - La prima parola di Gesù il discepolo “seguimi” e l’ultima “andate nel mondo intero” - Si crea una dimensione nuova dentro la vita ordinaria 9. MARIA, MADRE E DISCEPOLA - Sin dai racconti dell’infanzia Maria è presente in tutte le scene ma senza dire una parola - Non è una madre che poi si fa discepola ma una discepola chiamata a essere madre - È la figura perfetta del discepolo che ha percorso sino in fondo il cammino della fede 10. GESU’ E LE DONNE - La condizione della donna in Palestina era di inferiorità MA Gesù accoglie al suo seguito molte donne à sono loro che faranno da collegamento fra la morte e la resurrezione. - In tutti i casi in cui Gesù sia trovato di fronte a una donna ha infranto un divieto o uno schema, perché il suo modo di vedere la donna è del tutto libero dai pregiudizi che spesso impedivano di vedere la donna quale realmente è. - Gesù è ospite di un ricco fariseo, una donna, conosciuta da tutti come una peccatrice, entra nella casa, si siede ai piedi di Gesù, li cosparge di profumo e versa lacrime di commozione. - Il fariseo vede la peccatrice à condizionamento religioso e culturale - Gesù scorge in lei il pentimento e l'amore à non identifica la donna con la sua condizione di peccatrice. - Scribi e farisei portano davanti a Gesù una donna adultera - Gesù la difende “scagli per primo la pietra chi è senza peccato” - Incontra una donna samaritana, che convive con un uomo che non è suo marito, al pozzo di Sicar e Gesù si ferma a parlare con lei
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