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teoria dei giochi nella prospettiva economica e sociale, Slide di Sociologia Economica

slides usate a lezione di sociologia del mercato del lavoro

Tipologia: Slide

2019/2020

Caricato il 26/09/2021

Calzino123
Calzino123 🇮🇹

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Scarica teoria dei giochi nella prospettiva economica e sociale e più Slide in PDF di Sociologia Economica solo su Docsity! La teoria della scelta razionale Da: G.Cevolani, 2008, p.13-54 La teoria della scelta razionale studia il modo in cui i fini e le credenze di un agente razionale dovrebbero determinare le sue azioni. Se, per esempio, il fine di Paolo è fare la spesa senza bagnarsi, e Paolo crede che a breve pioverà, sarà una scelta razionale per lui uscire di casa portandosi l'ombrello. La teoria della scelta è quindi una teoria normativa, che mira a identificare quali scelte un decisore razionale dovrebbe compiere in ogni determinata situazione, dati i suoi specifici fini e opinioni Due tipi di scelte individuali Da: G.Cevolani, 2008, p.13-54 a) Il soggetto è isolato, deve decidere quali azioni intraprendere in un ambiente di cui non conosce con certezza tutte le caratteristiche rilevanti: il risultato delle sue scelte dipende quindi, dai suoi obiettivi, ma anche dalla reale situazione dell'ambiente in cui agisce. b) Il soggetto interagisce strategicamente con altri: in questo caso, il risultato delle sue scelte dipenderà anche dalle scelte degli altri individui. La teoria dei giochi Da: G.Cevolani, 2008, p.13-54 Nella teoria dei giochi si definisce “gioco” qualsiasi situazione in cui due o più partecipanti, o giocatori, compiono scelte e agiscono in modo tale da influenzare le scelte degli altri giocatori. | termine “gioco” indentifica una situazione in cui i partecipanti devono mettere in atto una strategia; in altre parole, è una situazione in cui due o più individui compiono scelte e agiscono sulla base delle proprie aspettative in base alle azioni (reali o presupposte) degli altri giocatori La teoria dei giochi e le ricerche sui dilemmi sociali La teoria dei giochi è dunque una disciplina matematica che studia le decisioni individuali in situazioni in cui vi sono interazioni tra diversi soggetti, e in cui le decisioni di un soggetto possono influire sui risultati del rivale. La teoria dei giochi è utilizzata in moltissimi ambiti come, ad es. in economia, in politica, nell’informatica, nel campo strategico militare, nella politica, nella sociologia, psicologia delle decisioni e psicologia dello sport. La teoria dei giochi Da: G.Cevolani, 2008, p.13-54 Gli scacchi, i giochi di carte, la morra cinese e molti altri giochi da tavolo rientrano nell’ ambito della teoria dei giochi; La teoria dei giochi ricromprende però anche , molti altri tipi di situazioni strategiche: rientrano nella teoria dei anche un accordo commerciale, una contrattazione, una battaglia, un piano di collaborazione. La teoria dei giochi e le ricerche sui dilemmi sociali Le soluzioni quindi possono essere competitive o cooperative. Nelle ricerche sui dilemmi sociali e sulle decisioni strategiche vengono studiate le situazioni in cui l'interesse individuale spinge verso un tipo di comportamento cooperativo versus comportamento non cooperativo o di free-riding La teoria dei giochi e le ricerche sui dilemmi sociali La teoria dei giochi non cooperativi è particolarmente idonea a descrivere quelle situazioni della vita reale in cui i giocatorilessere umani sono in competizione e non sono nell'ottica di contrattare o formare coalizioni. La teoria dei giochi ha fornito alcune indicazioni utili a comprendere il comportamento umano (come il dilemma del prigioniero, dove viene rappresentata una situazione di conflitto di interessi tra due soggetti). Gli individui, tra l’altro, attraverso le strategie adottate, fanno emergere un pattern di comportamento. La teoria dei giochi e le ricerche sui dilemmi sociali Si propone a due o più giocatori una situazione in cui c'è un dilemma, un problema da risolvere, a fronte del quale devono adottare una strategia e prendere delle decisioni per trovare una soluzione. Tutti i partecipanti conoscono perfettamente le regole delle regole del gioco, affinché siano pienamente consapevoli delle conseguenze di ogni loro decisione o mossa. La mossa, o la combinazione di più mosse, che un individuo mette in atto viene chiamata strategia. L' Ultimatum Game Due giocatori che giocano in forma anonima; il primo deve decidere come suddividere una somma di denaro o un bene con il secondo giocatore; il secondo giocatore può accettare o rifiutare quanto ha deciso il primo giocatore. Se il secondo giocatore accetta, la somma si suddivide secondo quanto stabilito dal primo giocatore; viceversa, se il secondo giocatore rifiuta, né lui ne l’altro giocatore ricevereanno nulla L' Ultimatum Game Gli esperimenti dimostrano che molto spesso il primo giocatore offre una cifra compresa tra il 40 e il 50%; in questo caso il secondo giocatore accetta la proposta. Quando la proposta è bassa, tra il 20 e il 30%, spesso viene rifiutata. Questi dati contrastano con il principio dell’ Utilità Attesa secondo l'Homo Oeconomicus, secondo cui il primo giocatore dovrebbe offrire la quota più bassa possibile per massimizzare il proprio profitto, mentre il secondo giocatore dovrebbe accettare qualsiasi proposta, perché sarebbe comunque un guadagno rispetto a non avere niente L' Ultimatum Game Quali fattori incidono sulle decisioni dei due giocatori? La sensibilità al senso di fairness; Le caratteristiche del primo giocatore: attrattività fisica, il genere ( le donne ritenute attraenti di solito offrono proposte più alte), l'attribuzione di intenzionalità; Le emozioni (sia indotte sperimentalmente sia generate spontaneamente durante il gioco); Il contesto culturale Il dilemma del prigioniero A non confessa |A confessa B non 1 anno ciascuno |20 anni per A e 3 confessa mesi per B B confessa | 3 mesi per A e 20 |5 anni ciascuno anni per B Ricapitoliamo la situazione da Fabio Ruini, 2004/5 Prigioniero B per B Accusa il Non parla | compagno Pena lieve Pena molto D er entrambi | lieve per B, & Non parla P massima pena o per A =.| Accusail | Pena molto pera lieve per A o | compagno e perÀ, | severa per massima pena . > entrambi In altre parole: da Fabio Ruini, 2004/5 se entrambi accettano la proposta dei poliziotti, si discrediteranno a vicenda agli occhi del giudice, ed incapperanno in una dura condanna; se nessuno dei due accetta, la pena sarà molto lieve per entrambi; se i due prigionieri potessero interagire e scegliere una strategia comune, con ogni probabilità opterebbero per non parlare. La strategia più efficace: Tit-for-Tat da Fabio Ruini, 2004/5 Tit-for-Tat è una locuzione inglese che corrisponde al nostro “rendere pan per focaccia”, ossia assumere un atteggiamento che “reciproca” il comportamento dell'altro. Nel dilemma del prigioniero utilizzare la strategia TFT significa collaborare con l'avversario se egli coopera (ossia non tradisce) nel giro precedente del gioco, e non cooperare se egli ha scelto di non cooperare nel giro precedente stadio; in altre parole la fase “punitiva” dura finché l'avversario continua a scegliere di tradire. Strategia Tit-for-Tat (TFT) da Fabio Ruini, 2004/5 La strategia TFT ha un comportamento estremamente semplice: come prima mossa, sceglie la cooperazione; successivamente, ripropone l’ultima mossa giocata dell'avversario. La strategia del Tit-for-Tat da Fabio Ruini, 2004/5 L'applicazione della strategia dipende da quattro condizioni: in partenza, e se non c'è stata provocazione, il giocatore è cooperativo; se provocato, il giocatore si vendica; Il giocatore perdona subito dopo essersi vendicato, tornando a essere cooperativo; Il giocatore ha una consistente opportunità di competere con l'opponente più di una volta. In quest'ultima condizione è importante che la competizione continui abbastanza a lungo da consentire un numero di ritorsioni/perdono sufficiente a generare un effetto a lungo termine più rilevante rispetto alla perdita di cooperazione iniziale. Il dilemma del prigioniero e l'equilibrio di Nash La strategia “confessare” è, nella terminologia di Nash, la strategia mista dominante, cioè la strategia ottimale non potendo sapere ciò che fa l'avversario. Dunque se entrambi conoscono queste regole e non prendono accordi la scelta che corrisponde all’equilibrio di Nash è quella di confessare, per entrambi. Il dilemma del prigioniero e l'equilibrio di Nash La strada meno rischiosa è accusarsi a vicenda e ricevere una pena di 5 anni: la prima scelta, non parlare, è la più conveniente, ma nessuno dei due ha la garanzia che sia seguita anche dall'altro, che potrebbe all'ultimo scegliere per la terza opzione guadagnando subito la libertà. Accusarsi a vicenda equivale all’equilibro di Nash: entrambi i partecipanti ottengono qualcosa (5 anni invece di 20) e quel qualcosa è nell'interesse di tutti i partecipanti. In particolare, si ha un equilibrio di Nash quando la scelta del giocatore A è la migliore possibile, data la scelta del giocatore B, contemporaneamente, la scelta del giocatore B è la migliore possibile, data la scelta del giocatore A. Il dilemma del prigioniero e l'equilibrio di Nash Da questo esempio si vede che nei casi reali l'equilibrio di Nash non è necessariamente il più vantaggioso possibile per ciascuno dei giocatori. Il comportamento più utile è infatti quello non cooperativo, anche se la strategia “confessare” non è la migliore in assoluto, che è "Non confessare” per entrambi. La teoria dei giochi e le ricerche sui dilemmi sociali I comportamenti sono risultati maggiormente polarizzati. In particolare: i free riders hanno raggiunto subito l'equilibrio di Nash; i reciprocatori hanno mostrato un andamento estremamente variabile della contribuzione; i cooperatori hanno collaborato molto di più nel gruppo omogeneo e non c'è stata caduta di collaborazione per effetto della ripetizione del gioco o dell'esperienza, come era stato ipotizzato precedentemente; Dall'esperimento è emerso che le differenze individuali sono molto significative nel determinare comportamenti economici. Neuroscienze: gli studi di Antonio DAMASIO Damasio ne “L’errore di Cartesio” contesta al filosofo di aver trascurato la centralità dell'emozione nei meccanismi decisionali della vita quotidiana dell'uomo. Le decisioni umane, per essere di qualità, non devono essere solo imperniate sulla logica e sulla razionalità, ma al contrario, si nutrono di emozioni e affettività. Damasio rovescia dunque l'assioma per cui le decisioni sono tanto più di qualità tanto più sono dettate dai principi della logica e scevre da aspetti affettivi ed emotivi. Neuroscienze: gli studi di Antonio DAMASIO Damasio distingue tre livelli di emozione: Le emozioni primarie o universali: gioia, tristezza, paura, rabbia, sorpresa, disgusto. Sono universali perchè sono facilmente identificabili non solo negli esseri umani delle più diverse culture, ma anche in altre specie animali. Le emozioni secondarie o sociali: compassione, imbarazzo, vergogna, gelosia, invidia, colpa, orgoglio, gratitudine, ammirazione, indignazione, disprezzo; Le emozioni di fondo: benessere, malessere, calma, tensione Neuroscienze: gli studi di Antonio DAMASIO Alle emozioni secondarie si applica il principio di annidamento; molte reazioni regolatrici, infatti, e numerosi elementi appartenenti alle emozioni primarie sono identificabili come componenti delle emozioni secondarie (sociali). Il disprezzo, ad esempio, che è un'emozione sociale, prende a prestito le espressioni facciali dal disgusto, un'emozione primaria evolutasi in associazione al rifiuto, automatico e vantaggioso, di cibi potenzialmente tossici. Neuroscienze: gli studi di Antonio DAMASIO Questo dato spiega un fenomeno come mai i pazienti con lesioni prefrontali che presentano una menomazione delle emozioni secondarie (infatti essi non possono generare le emozioni relative alle immagini evocate da certe categorie di situazioni e di stimoli), tuttavia possono avere emozioni primarie, anche se a prima vista la loro affettività può apparire integra (mostrano paura se qualcuno urla all'improvviso alle loro spalle, o se un terremoto scuote la loro casa). | marcatori somatici Damasio (1995) introduce anche il concetto di marcatore somatico: “I marcatori somatici sono esempi speciali di sentimenti generati a partire dalle emozioni secondarie. Quelle emozioni e sentimenti sono stati connessi, tramite l'apprendimento, a previsti esiti futuri di certi scenari." A proposito di feeling (sentimento), Damasio applica una distinzione tra ‘sentimento’ (feeling): l'organismo che sente non é necessariamente del tutto conscio dell'’emozione e del sentimento che si stanno dispiegando. attraverso i sentimenti - i quali sono diretti verso l'interno e privati - che le emozioni - le quali sono dirette verso l'esterno e pubbliche - iniziano ad avere effetto sulla mente. ‘percezione/consapevolezza di provare un sentimento’ (feeling a feeling): l'effetto completo e durevole dei sentimenti richiede la coscienza poiché soltanto con l'avvento di un senso di sé che l'individuo viene a conoscenza dei sentimenti che ha. A proposito di feeling (sentimento), Questa distinzione è difficile da vedere, perchè tendiamo a pensare di essere consci dei nostri sentimenti, mentre il provare una emozione o un sentimento non implica che l'organismo che sente sia pienamente cosciente dell’emozione o del sentimento che sta avendo luogo. Non vi è peraltro alcuna prova che noi siamo consci di tutti i nostri sentimenti, ed anzi molte cose suggeriscono che non lo siamo affatto. Ruolo del contesto Qualunque sia il grado di predisposizione biologica dell'apparato emotivo, lo sviluppo e la cultura hanno una grande influenza sul prodotto finale. Ai dispositivi già predisposti, lo sviluppo o la cultura sovrappongono la propria influenza perchè: Modellano ciò che costituisce un induttore emotivo adeguato; Modellano alcuni aspetti dell'espressione dell’emozione; Plasmano la cognizione e il comportamento che segue il dispiegarsi di un'emozione. Mentre l'apparato biologico che produce le emozioni è in larga misura predisposto, gli induttori non ne fanno parte: essi sono esterni all'apparato.
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