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Teorie della traduzione attraverso i secoli, Dispense di Lingua Inglese

Una panoramica delle teorie della traduzione dall'antichità classica al Novecento. Si analizzano le riflessioni di autori come Cicerone, Gerolamo, Dante, Schleiermacher e Humboldt, fino alle teorie romantiche di Goethe. Si evidenzia come la traduzione sia influenzata da fattori linguistici ed extralinguistici, come le ideologie e i centri di potere. Si sottolinea l'importanza di considerare la traduzione come un testo originale e di smontare la sacralità del testo di partenza.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 13/09/2022

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Scarica Teorie della traduzione attraverso i secoli e più Dispense in PDF di Lingua Inglese solo su Docsity! PRIMA PARTE: TEORIE DELLA TRADUZIONE Itmar Even-Zohar: polisistema letterario = insieme letterario complessivo di una una cultura, nel quale la traduzione assume una funzione innovativa poiché introduce elementi nuovi, o ne mantiene di vecchi. Gianfranco Foletti: “ogni civiltà nasce da una traduzione”: A. Nascita della lingua europea avviene tramite il placito capuano (960), documento fondativo della letteratura italiana . È la traduzione in volgare del linguaggio formulaico del latino giuridico B. Nascita della lingua francese: l’atto di nascita è il Serment de Strasbourg, una traduzione in lingua romanza di una diplomatica latina C. Cantilene de Saine Eualis (883) = primo testo letterario in francese, è un adattamento in volgare di un cantico latino La speculazione teorica legata alla traduzione, ovvero la riflessione sul metodo della traduzione, ha una finalità pratica, proprio come la traduzione stessa. Questa riflessione diventa metodologico-filologico-filosofica con • Leonardo Bruni (1420) • Friedrich Schleiermacher (1813). Ma fino alla metà del XX secolo c’è poco interesse per la traduzione Le difficoltà della traduzione sono legate, oltre a fattori linguistici, anche a quelli extralinguistici: ideologie, centri di potere… quindi la manipolazione è insita in molti testi. (Andrè Lefevere dice che la traduzione è refraction) La traduzione deve essere considerata come un testo originale, bisogna smontare la sacralità del testo di partenza Il traduttore è schiavo del testo originale ma anche schiavo delle pressioni su come cosa traduce. Teorie della traduzione nei periodi storici L’antichità classica Presso la civiltà romana la traduzione diviene un importante strumento di accoglienza in quanto si presenta come assimilazione e trasformazione del modello ellenistico Cicerone, Liber de optimo genere orator (46 a. C.): • Prime riflessioni sulla traduzione • Difesa delle proprie scelte traduttive: “non ho creduto di rendere parola per parola ma ho mantenuto ogni carattere e ogni efficacia espressiva” —> dichiarazione programmatica che pone come obiettivo della traduzione la resa globale del senso del testo mediante l’adattamento alle norme della lingua d’arrivo, rispettando quindi la funzione originaria del testo. Orazio, Ars Poetica: “impiego dei moduli espressivi del pensiero e della dislocazione lessicale loro propria della lingua di partenza, ma senza renderli estranei alla lingua di arrivo.” Medioevo La traduzione della Bibbia 1. Bibbia dei Settanta: è la prima traduzione della Bibbia, portata a termine da settantadue dotti e teologi, commissionata da Tolomeo II nel III secolo a. C. - É la traduzione greca dell’Antico Testamento e diventa un modello per le traduzioni successive. - La comunità cristiana la considera un equivalente perfetto dell’originale - Secondo Filone d’Alessandria è stata garantita dall’ispirazione divina dei traduttori. Sostiene che il traduttore di testi sacri sia uno strumento nelle mani di Dio. Per evitare errori deve tradurre letteralmente parola per parola, senza badare alle caratteristiche della lingua d’arrivo. Questo perché è un testo sacro e deve preservare la parola di Dio. Ovviamente si tratta di una concezione fallace della lingua perché presuppone una corrispondenza esatta tra due lingue. 2. Vetus Latina/Itala: traduzioni latine della Bibbia sulla base della Bibbia dei Settanta. Traduzioni frammentarie ed eterogenee 3. Vulgata: opera commissionata dal Papa Damaso I a Gerolamo nel 382 che prevede la redazione di un testo latino che raccolga le Scritture con interpretazione unica che miri a diventare un testo canonico. È un lavoro che prevede l’aggiunta del Nuovo Testamento e una revisione della Vetus Latina. Dalla Bibbia dei Settanta prende poco perché non la reputa affidabile, preferisce recarsi sul luogo e consultare le fonti. Gerolamo, De optimo genere interpretandi (395/396 d.C.): sostiene che esistano due modi di tradurre: A. A senso —> scritture profane B. Letterale —> scritture sacre Altre traduzioni nel Medioevo Beda (VIII sec) e Alfredo il Grande (IX sec), Inghilterra: lo scopo della traduzione è contrastare l’incursione danese. Le traduzioni in volgare sono una rinascita culturale perché garantiscono più ampio accesso ai testi Chanson de Roland, Roman de Renart, rappresentano il rimaneggiamento tipico dell’ambito profano. Ne parla Maimonide alla fine del XII sec.: il traduttore deve chiarire lo svolgersi del pensiero cambiando in funzione della chiarezza (=Cicerone) Convivio, Dante: difficoltà di tradurre la poesia Rinascimento Rottura con il medioevo a causa di: - Umanesimo: impulso a tradurre greco e latino - Stampa che moltiplica il numero dei lettori e aumenta la necessità dei traduzioni - Consolidamento delle lingue nazionali: lingue degne per la letteratura - Nuovi criteri filologici / ermeneutici: approccio al testo attivo con fine di penetrare un profondità e capire il significato originario - Attenzione ai processi traduttivi: teorizzazione sull’arte del tradurre e attenzione alla figura del traduttore - Riforma protestante: necessità di rendere lo spirito profondo del testo (come diceva Erasmo, lo dirà anche Lutero —> 1522-1524 traduzioni autorizzate Il Novecento Parte dalle teorie romantiche di Goethe, Schleiermacher e Humboldt A. Traducibilità ed estraneità Bohumil Mathesius (si rifà a Humboldt) sostiene che il testo tradotto sia un creazione letteraria personale e originale, quindi è doveroso violare il testo originale rielaborandolo. Benedetto Croce sostiene che tradurre sia impossibile non tanto per le differenze tra le lingue, quanto più perché ogni espressione è unica e irripetibile. Malinovski, Scuola di Londra, sostiene che la traduzione anche se meccanica deve fare in modo che il lettore si senta trasportato in un altro mondo avvertendo la differenza del testo che legge: estraneità del testo tradotto. Walter Benjamin, Il compito del traduttore (1923) • un’opera non ha un destinatario specifico, quindi è inutile individuare un pubblico ideale • Bisogna valutare due possibilità: - Se l’opera trova un traduttore adeguato - Se l’opera consente una traduzione, e la esiga • È impossibile definire con esattezza il concetto di traduzione • Dinamica del senso: mutazione dei valori e dei componenti di un testo in base al parametro del tempo. Mentre la lingua del testo originale è immutevole, quella del traduttore è mutevole. Moderna concezione di ricezione testuale. • Concezione sacrale del testo di partenza: la traduzione deve essere rivolta a coloro che comprendono il testo di partenza • La traduzione deve far sentire l’estraneo: partecipare alla vita futura del testo tradotto per ricreare valori sedimentatisi su di esso nel corso del tempo. Questo consente di far sopravvivere l’opera e ricostruire e liberare l’essenza del linguaggio Gasset, Miseria e splendore della traduzione (1937) • Tra le utopie a cui aspira l’essere umano c’è la traduzione, che condivide la natura utopica con tutta la comunicazione umana. • Il traduttore tende ad eliminare la componente deviante e innovativa della lingua autoriale, a favore di un adattamento alle norme linguistiche • Originale e traduzione non sono mai coincidenti: la traduzione non è un doppione del testo originale, ma un genere letterario a sé diverso dagli altri, ha regole e finalità proprie • Le finalità della traduzione caratterizzano i suoi esiti: un testo ha molteplici traduzioni poiché si devono fare di una stessa opera traduzioni divergenti in base agli aspetti di essa che si vogliono sottolineare nella traduzione • Movimento verso la lingua di partenza: il traduttore deve portare all’estremo le possibilità della lingua d’arrivo affinché quasi traspaiano in essa i modi di parlare dell’autore che viene tradotto. • traduzione=incorporazione di ciò che è estraneo (=Goethe) B. Scienza della traduzione vs arte della traduzione Roman Jakobson, Aspetti linguistici della traduzione • 3 forme di traduzione: - Endolinguistica: interpretazione di segni linguistici tramite segni della stessa lingua —> scrittura - Interlinguistica/traduzione propriamente detta: interpretazione di segni linguistici tramite un’altra lingua —> traduzione e interpretazione (ricodifica interlinguistica orale). Non c’è equivalenza assoluta tra le due lingue (=Schleiermacher, Humboldt) - Intersemiotica/trasmutazione: interpretazione di segni linguistici tramite sistemi di segni non linguistici —> adattamenti • Il linguaggio: - È uno strumento di conoscenza, ma va interpretato per mezzo di altri codici - Spesso le norme stesse di una lingua diventando portatrici di significato (giochi di parole, barzellette): traduzione difficile e pressoché impossibile - Il linguaggio poetico: la poesia è intraducibile per definizione, è possibile soltanto la trasposizione creatrice. In esso il valore grammaticale e fonico delle parole è un elemento portante. Eugene Nida, studioso traduttore della Bibbia • Propone la traduzione dei testi sacri secondo criteri laici, separando il problema della sacralità del testo dall’attività traduttiva. • Equivalenza dinamica: continuo adeguamento degli elementi linguistici in traduzione a seconda del contesto semantico e dell’effetto globale che il testo deve sortire • Traduzione = ricerca di corrispondenze pragmatiche al fine di ricreare presso il lettore lo stesso effetto raggiuntai sul lettore originario. Steiner, After Babel (1975) teoria sulla comunicazione e linguaggio per fare della traduzione un’arte esatta. Quattro momenti del processo traduttivo: 1. Fiducia nella validità del testo da tradurre. Si vedono le potenzialità del testo. 2. Aggressione, incursione ed estrazione al testo: bisogna comprendere ciò che dice il testo e rubarne i tesori, saccheggiarlo. 3. Incorporazione, trasformazione, naturalizzazione del materiale saccheggiato nella lingua d’arrivo 4. Miglioramento, messa in evidenza del testo di partenza: se la traduzione è di qualità inferiore all’originale ne metta in luce le virtù, se di qualità superiore concretizza le possibilità dell’originale. —> momento fondamentale per bilanciare i due testi ————————————————————————————————————————— Translation studies e polisistema James Holmes, The Name and Nature of Translation Studies, prende le distanze dalle teorie e dalle scienze della traduzione, e conia l’espressione Translation Studies, ovvero un nuovo orientamento negli studi della traduzione. Sono caratterizzati dall’apertura agli approcci interdisciplinari • Delinea il campo d’analisi di questa nuova disciplina, individuando in essa tre aspetti: - Descrittivo: descrizione dei fenomeni della traduzione - Teorico: principi mediante il quale si spiegano i fenomeni - Applicativo: utilizzo delle informazioni ottenute dalle prime due nella pratica della traduzione Quindi l’aspetto teorico è subordinato a quello descrittivo e i tre aspetti sono interdipendenti e in continuo rapporto dialettico. • Saranno sempre possibili nuove traduzioni non più giuste o più sbagliate ma diverse in base a cosa il traduttore sceglie di privilegiare André Lefevere • Propone di abbandonare il tentativo di definire in modo esatto la natura della traduzione, per approfondire invece le procedure e modalità di trasferimento del significato adottate di fatto. • Lo studio della tradizione è un processo in fieri perché essa è sempre soggetta a manipolazioni, ma allo stesso tempo influenza le norme che la informano. • La traduzione quindi è sia un prodotto sia un produttore: agiscono come mediatori sia sul piano sincronico tra due culture sia sul piano diacronico tra diverse tradizioni storiche Meschonnic sottolinea l’importanza del sistema culturale di arrivo Itmar Even-Zohar • Introduce il termine polisistema = insieme dei sistemi letterari di una cultura in cui interagisco non solo le forme elevate ma anche quelle basse e non canonizzate. • La letteratura tradotta ha importanza sia primaria: crea nuovi esempi e modelli, sia secondaria: consolida esempi e modelli già esistenti. • Fusione di teoria polisistemica e translation studies: - partono da presupposti opposti: i translation studies sostengono che il traduttore utilizzi le sue capacità soggettive per produrre un testo uguale all’equivalente che influisce sulle convenzioni letterarie del tempo, invece i polisistemici sostengono che dalle norme letterarie di un tempo derivino i presupposti che influenzano le decisioni del traduttore. - Con la teoria polisistemica le tradizioni vengono studiate nei rapporti interletterari tra le culture e lo studio dei testi tradotti mette in luce i rapporti interletterari e l’evoluzione letteraria all’interno di un unico sistema culturale - I polisistemici sostengono che i translation studies abbiano cercato di studiare la traduzione solo dal punto di vista sincronico e non diacronico. • Abbandono di tentativi di prescrizione e di teorie precise • Studia la traduzione non nel senso di processo di trasferimento di un singolo testo ma come produzione e cambiamento apportato dalle traduzioni all’interno di un sistema —> la letteratura tradotta fa parte del polisistema • Paesi con culture più antiche e ampie —> marginalizzazione della letteratura tradotta per l’autosufficienza e autorevolezza delle proprie tradizioni • Paesi con culture più giovani e più piccole —> ruolo centrale delle traduzioni per ragioni opposte The Position of Translation Literature within the Library Polysystem • Il rapporto tra oppure tradotte sistema letterario non è né primario né secondario, ma variabile in base alle circostanze del sistema • 3 condizioni sociali in cui la traduzione mantiene un’importanza primaria: 1. Letterature giovani (es: letteratura israeliana) 2. Letterature periferiche/deboli (es: letteratura dei Paesi Bassi) 3. Letterature in crisi (es: letteratura americana) Theo Hermans, Manipulation of Literature • Visione della letteratura come sistema complesso e dinamico • Necessità di un’interazione continua tra studio teorico e modelli pratici • Ridefinizione del concetto di testo tradotto • Inclusione di produzioni che non sono ritenute traduzioni, come gli adattamenti Lawrence Venuti • Denuncia la condizione di oscurità della traduzione • Denuncia della pratica di omologazione e addomesticamento (domestication) = produzione di una traduzione scorrevole che omologa il testo alle convenzioni della lingua d’arrivo mettendo in ombra sia chi traduce sia le parti eversive del testo di partenza, finendo per far prevalere le strutture di potere della lingua e della cultura d’arrivo. • Valorizzazione della pratica dello straniamento (foreignization) = riproduzione dell’elemento di estraneità nel testo d’arrivo rendendo visibile la traduzione. Vermeer, massimo teorico della Skopostheorie (ha molte cose in comune con i translation studies) • Sovverte e ridefinisce il concetto di fedeltà nella traduzione: la fedeltà non è alla forma ma all’obiettivo, ovvero per capire che strategia adottare nel tradurre bisogna guardare l’obiettivo dello stesso testo tradotto. La traduzione è condizionata dalle sue finalità. • Superamento di istruzioni valide sempre e per qualunque testo • Conferimento di autonomia e maggiore libertà al traduttore con affrancamento del traduttore dall’obbligo della fedeltà alla forma Traduzione e colonialismo Meschonn: la traduzione è legata ai sistemi culturali e ha una connaturata dimensione ideologica
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