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teorie e metodi di valutazione scolastica (miei appunti), Appunti di Teorie e tecniche della comunicazione multimediale

non completo ma accenna a diverse definizioni

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 13/10/2022

rita-marro
rita-marro 🇮🇹

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Scarica teorie e metodi di valutazione scolastica (miei appunti) e più Appunti in PDF di Teorie e tecniche della comunicazione multimediale solo su Docsity! TEORIE E METODI DI PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE SCOLASTICA. MODULO I: PREMESSE AL CORSO. concetto di DOCIMOLOGIA cosa vuol dire docimologia? è un discorso scientifico sulle prove di esame. tutte le parole che hanno inglobate -logia indicano un discorso scientifico riferito ad un argomento specifico. (stiamo parlando un suffisso di origine greca). Docimo poi significa in particolare esame, è una parola che nasce in francia tra gli anni 20 e 30 del 900. in questa prima fase non si metteva in discussione il ruolo della valutazione ed era selettiva (chi è dentrp e chi è fuori). visto che è selettiva occorre che la valutazione sia giusta. questa prima fase è la docimologia delle origini. il periodo succesivo si indica come docimologia classica, è entrata dagli anni 50 in poi. si comincia a parlare di valutazione, prima si parlava solo dell'esame finale. riguarda la regolazione del processo educativo, tutto questo si lega a una nuova idea di scuola che deve portare tutti ad un certo livello di conoscenza (ideali che in Italia si affermano gia nel 1963 ma poi soprattutto con il 1968). dagli anni 90 in poi si ha un cambiamento, la parola docimologia va sfumando e si passa a valutare le competenze con la valutazione autentica. tutti abbiamo l'idea che la scuola dovrebbe portare tutti allo stesso livello ma allo stesso tempo abbiamo presente che c'è un processo di valutazione e controllo al termine della attività didattica. che cosa si intende per valutazione tradizionale? abbiamo riportato la definizione di Boscolo (1980), ancora molto attuale e puntuale. (slide 4). non si può arrivare a valutare per competenze se prima non si è a conoscenza dei cncetti base della docimologia classica. non dobbiamo vedere esclusivamente lo strumento occorre vedere le motivazioni che stanno dietro a quella scelta. NASCITA E SVILUPPO DELLA DOCIMOLOGIA: affrontiamo il tema da una prospettiva storica in modo da comprendere la istanze che hanno determinato riflessioni valutative in ambito scolastico. il termine docimologia non ha avuto una diffusione così capillare nelle scuole e dobbiamo comprendere la sua nascita, peculiarità vantaggi e limiti. il termine docimologia è un termine complesso che rimanda al greco nella sua etimologia, nel suo significato compiuto e profondo. i padri questo concetto sono Pieron e Laugier. arriveranno al compimento e produraano i risultati della ricerca (completati nel 1936 ma poi diffusi dopo la seconda guerra mondiale nel 1963). tale ricerca ebbe delle ricadute sociali. "baccalaureat" è il corrispettivo francese del nostro esame di maturità, esame finale del ciclo di studi secondari superiori. è bene chiarire che i è netta prevalenza di prove scritte e i voti vengono espressi in ventesimi. questa ricerca dimostra che c'è una forte, fortissima soggettività da parte dei correttori. cioè una forte discrezionalità e quindi pongono la questione di trovare delle fonti più attendibili di rilevazione degli apprendimenti. come andare a rilevare la influenza del correttore nella attribuzione del voto? la scelta è caduta sulla analisi degli elaborati scritti. le prove scritte producono un elaborato ed è più semplice andare ad analizzare il prodotto finale. si sono analizzati elaborati in sei materie: · composizione francese (corrisponde al tema) · versione di latino · composizione inglese (tema in seconda lingua) · matematica · dissertazione filosofica (per tradizione si concretizza con la elaborazione di un testo complesso) · fisica sono stati selezionati 30 insegnanti che sono stati già i precedenza commisari di esame, e sono stati organizzati in 6 gruppi, ogni elaborato poteva essere corretto da 5 correttori. per ogni gruppo è stato elaborato un campione di 100 elaborati da correggere e ciascun correttore ha dati un proprio voto. e sono stati analizzati gli scarti tra diversi correttori: per ciascuna coppia di correttori è stato evidenziato la differenza del valore assoluto che è stato dato dall'uno e dall'altro. ed ecco i risuktati della ricerca: per la composizione francese abbiamo uno scarto di 3 punti e 29, si fa una media degli scarti ovviamente. interessante è anche lo scarto massimo. conclusioni della ricerca: · ogni correttore era più o meno sensibile ad alcuni aspetti presenti negli elaborati. quindi c'è assenza di criteri condivisi · ogni correttore usa diverse distribuzioni di voti. gamme di voti diversi, più o meno ampie, più o meno spostate verso l'alto o verso il basso. · ogni correttore può avere un giudizio anche molto discordante da quello di un altro correttore. Laugier e Weinberg hanno immaginato di individuare il "Vero Voto" di questi elaborati, qui si risente dell'approccio positivista. semplicemente hanno tentato di individuare il numero minimo di correttori necessari per individuare un voto la cui media non varia sensibilmente: qui si va da 13 correttori per le prove di matematica fino a 127 correttori per la prova di filosofia! vuol dire che per correggere in maniera opportuna un elaborato di filosofia occorre individuare 127 correttori, e di recente hanno moltiplicato per 6 questo numero. questi docimologi volevano promuovere l'uso delle cd PROVE OGGETTIVE: le famose prove a risposta chiusa che vanno ad eliminare la soggettività del correttore. la questione che poi si pone è: sono validi? siamo tutti concordi che i test a risposta chiusa eliminano la discrezionalità del docente; una volta chiarite queste ricerche andiamo a vedere che cosa tratta la docimologia. La definizione originaria di Pieron recita così: "la docimologia è lo studio destinato alla critica e al miglioramento delle valutazioni scolastiche" (1929). non si parla di processo educativo ma di valutazione scolastica. abbiamo visto che le loro ricerche erano sugli esami finali delle scuole superiori. la parola docimologia che nasce come termine tecnico relativo alla valtuazione degli esami in se stessa, si amplia al ruolo che la valutazione assume nel processo formativo. non solo i prodotti ma proprio il momento dell'insegnamento. è il momento troviamo la parola processo (che risente della teoria del curriculum). Non si focalizza sugli esiti ma sul processo all’interno dei processi educativi. Alcuni nomi importanti nel contesto italiano: LUIGI CALONGHI → Diversi contrinuti alla rivista “orientamenti pedagogici” (1954) mentre nel 1956 “test ed esperimenti”. Poi abbiamo ovviamente il saggio di Visalberghi (1955). infine ricordiamo Mario Gattullo “didattica e docimologia, misurazione e valutazione nella scuola” (1967). L’italia nel regime fascista è rimasta isolata da tutte le reti delle ricerca ma in ambito educativo ha risentito dell’approccio di Gentile. Nel secondo dopo guerra l’Italia ha dovuto recuperare rispetto all’approccio empirico nella educazione. Visalberghi → in premessa al volume afferma che si inizia a sviluppare u dibattito sui test oggettivi ed è un dibattito molto tecnico. Gli studiosi di ambito educativo quando affrontavano questi temi rimandavano alla letteratura specialistica. Lui sentiva la necessità di affrontare il tema in modo che fosse comprensibile agli operatori dei processi educativi. Lui prende l’impegno di descriverli in maniera mirata sull’ambiente italiano. Visalberghi opera una distinzione importante tra TEST DI INTELLIGENZA e TEST DI PROFITTO. “I test di profitto sono strumenti pedagogici il cui apprestamento e impiego vanno riservati di norma agli educatori forniti della adeguata conoscenza.” non posso usare test realizzati da esterni, lui metteva in guardia sull’uso di prove calate dall’alto. I test devono essere un mezzo fondamentale per l’insegnante; si sofferma sulla parola misura “ambito di equilibrio e discrezione”. Lui parte non dal test ma dal processo educativo: si chiede quale sia il valore della valutazione; si chiede anche se i test di profitto siano adeguati per lo scopo per cui sono stati creati. Il sistema italiano vede i test chiusi degli strumenti freddi ed aridi. L’atto decisivo è un giudizio, una valutazione in cui risultati dei test entrano come dati di fondo ma non come elemento esclusivo. Il test misura ma non valuta! È importante fissare degli OBBIETTIVI. La verifica è una parola che proviene dalla pratica scolastica: non verifichiamo l’apprendimento ma il raggiungimento degli obbiettivi. La verifica si conclude con la attribuzione del voto. La valutazione si esprime attribuendo a tali elementi un valore. MODULO 1: LEZIONE 3: LE FUNZIONI DELLA VALUTAZIONE. Abbiamo visto prima la introduzione della docimologia, che aveva l’intento di limitare il carattere di soggettività incluso nel voto. La parola valutazione ha dentro di sé l’accezione di attribuzione di valore e ha la funzione di regolazione nel procedimento apprendimento- insegnamento. Fissiamo la terminologia relativa al concetto di valutazione e partiamo dal concetto di VALUTAZIONE FORMATIVA. Poi tratteremo la valutazione come momento fondamentale di presa di decisione. Il momento valutativo al fine di prendere decisioni non riguarda esclusivamente l’ambito didattico della classe ma in alcune occasioni coinvolge direttamente l’intero istituto scolastico fino ad arrivare a livello nazionale nel sistema di valutazione. VALUTAZIONE FORMATIVA: Iniziamo a analizzare quello che normalmente è il ruolo attribuito al concetto di valutazione. In testa abbiamo dei contenuti più o meno visualizzati (programmi), abbiamo ben presente il momento in cui i contenuti vengono impartiti attraverso le lezioni frontali, e infine dopo un periodo di tempo necessario per erogare questi saperi si procede con il controllo circa l’acquisizione di questi contenuti. Se il momento della valutazione avviene dopo, a posteriori rispetto alla attività didattica, non possiamo sfruttare le informazioni che provengono dalla valutazione per agire sulla attività didattica. Questi dati vengono formalizzati sulla pagella e poi ce ne dimentichiamo. Non è questo il ruolo che dovrebbe avere una corretta valutazione. La logica vorrebbe che uno individuasse gli obbiettivi (e ci consentono di raggiungere strada più conforme come direzione) poi nel modello tradizionale vengono espressi in termini di contenuti, e andrebbero più correttamente espressi in termini di
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