Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Osservazione Behaviorale: Etologia, Metodi e Sequenza degli Eventi, Schemi e mappe concettuali di Tecniche Di Osservazione Del Comportamento Infantile

Una panoramica dell'osservazione behavoriale, con un focus particolare sull'etologia, i metodi di osservazione e la rilevazione di sequenze di eventi. I concetti fondamentali di osservazione etologica, come l'assenza di manipolazione da parte dell'osservatore, e presenta i contributi di biologi come konrad lorenz, tinbergen e eibl-eibesfeldt. Viene inoltre discusso il lavoro di piaget e la sua approccio all'osservazione, che si distingue per la sua sistematicità e longitudinalità. I vari metodi di osservazione, come la rilevazione continua intermittente e la campionatura momentanea, e illustra come calcolare la durata media di un evento e la percentuale di tempo occupata. Infine, vengono presentate le scale di valutazione e la loro importanza nella rilevazione comportamentale.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2023/2024

Caricato il 15/01/2024

danipe9
danipe9 🇮🇹

4.7

(13)

6 documenti

1 / 33

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Osservazione Behaviorale: Etologia, Metodi e Sequenza degli Eventi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Tecniche Di Osservazione Del Comportamento Infantile solo su Docsity! L’OSSERVAZIONE DEL COMPORTAMENTO INFANTILE CAPITOLO 1 L’osservazione richiede ad ogni passaggio teorico uno stretto collegamento con la pratica. L’osservazione richiede in primo luogo l’acquisizione di un atteggiamento teorico di rispetto e di sospensione nei confronti di quanto viene osservato. Osservazione: pratica complessa da esercitare con cautela, perché non prevede alcuna mediazione tra colui che osserva e colui che viene osservato. L’osservazione del comportamento infantile si utilizza nella ricerca, nella clinica e nei contesti educativi. Nella scuola, l’osservazione serve agli insegnanti per conoscere gli allievi e per verificare l’efficacia del proprio insegnamento. Nei servizi socioeducativi l’osservazione può essere utilizzata per esplorare i processi di adattamento di adattamento del bambino e le manifestazioni di benessere o di disagio. In ambito clinico l’osservazione viene utilizzata in fase di consultazione, per acquisire conoscenze sul bambino e sui familiari. L’osservazione nasce da una domanda, dal desiderio di trovare una risposta agli interrogativi che guidano la ricerca: è necessario essere curiosi. Sul vocabolario zanichelli osservare viene definito come guardare o esaminare con attenzione, considerare con cura ed è diverso da semplice guardare, inteso come volgere lo sguardo per vedere. Ciò che differenzia questi due verbi sta nell’intenzionalità dell’atto e nel livello di profondità dello sguardo. Osservare i bambini: si devono acquisire delle tecniche funzionali alla descrizione particolareggiata del comportamento infantile. Osservare vuol dire guardare e comprendere quello che si vede: definizione di una studentessa del corso 02-03. Aspetto centrale dell’osservazione: l’attenzione alla descrizione obiettiva del comportamento infantile. Molti studenti ripongano molta attenzione esclusivamente sul bambino, come entità indifferenziata al di fuori delle relazioni tra pari e le persone con cui interagisce. In quest’ottica bambino centrica, si pensa che l’osservazione serva esclusivamente per aiutare il bambino, capire se è nella norma, a descrivere comportamenti involontari: visione viziata, c’è sempre l’aspetto metodologico. L’ osservazione del comportamento infantile è uno dei metodi di cui disponiamo per studiare scientificamente lo sviluppo del bambino. L’assunto di base del metodo scientifico è che ogni convinzione può essere sbagliata e che sia necessario mettere alla prova tutte le condizioni in grado di falsificarla o negarla. Il metodo scientifico prevede 4 passi fondamentali: 1. Individuazione del problema 2. Formulazione di una ipotesi 3. Scelta del metodo per la verifica dell’ipotesi 4. Raccolta e analisi dei dati per verificarne le validità La ricerca osservativa è stata definita la registrazione sistematica dei comportamenti in corso senza intervenire su di essi. Bakeman e Gottman definiscono l’osservazione sistematica un approccio particolare per quantificare il comportamento. L’osservazione sistematica richiede un certo tipo di addestramento e la verifica puntuale dell’attendibilità degli osservatori. L’addestramento serve a ridurre progressivamente il grado di discrepanza tra due osservatori. Per quanto riguarda l’osservazione diretta non prevede specifici dispositivi tra l’osservatore e l’osservato. La memoria non rappresenta un aiuto ai fini di un’accurata descrizione ma può costituire un fattore di distorsione, in quanto è selettiva, e quindi ricorda cosa ci ha colpito maggiormente. Nasce quindi l’esigenza di esercitare una vigilanza stretta su attenzione e memoria. Risulta fondamentale l’assenza di manipolazione del comportamento da parte dell’osservatore perché non deve manipolare e stimolare i soggetti, ma deve limitarsi a seguire il flusso degli eventi, senza pretendere di imprimere una direzione prestabilita. L’osservatore rinuncia al controllo delle variabili indipendenti e rileva i fenomeni come si verificano naturalmente. L’osservazione ha essenzialmente una finalità descrittiva e non esplicativa. Il comportamento infantile può essere registrato attraverso l’osservazione diretta, che a sua volta può essere divisa in osservazione naturalistica e in condizioni controllate, e indiretta. OSSERVAZIONE NATURALISTICA Utile quando lo scopo è la descrizione del comportamento spontaneo del bambino. Osservatore: rimane sullo sfondo ed evita di controllare o di influenzare i comportamenti che si vogliono rilevare. Vantaggi: consente la raccolta di informazioni dettagliate sulle manifestazioni comportamentali spontanee Svantaggi:  Ampiezza delle informazioni: spesso risultano ridondanti e non facilmente trattabili.  Controllo dei fattori in gioco: è difficile valutare il peso esercitato sul comportamento dalle tante dimensioni che concorrono a determinare un fenomeno.  Comportamenti di rilievo hanno spesso una frequenza irregolare e si corre il rischio di non riuscire a coglierli. OSSERVAZIONI IN CONDIZIONI CONTROLLATE Quando si va a esercitare un controllo limitato sulle variabili dipendenti si sta parlando di osservazioni in condizioni controllate. Punti di forza e limiti:  questa procedura risulta difficilmente realizzabile per la sua complessità.  Si possono trarre alcune lezioni di carattere procedurale.  Si deve sempre tenere a mente tutta l’intera sequenza  Linguaggio semplice, informativo, descrittivo, ricco di dettagli. Osservazione etologica Quando parliamo di osservazione etologica si fa riferimento alle ricerche di biologi come Konrad Lorenz, Tinbergen, Eibl- Eibesfeldt. Uno degli aspetti fondamentali delle indagini etologiche è la descrizione dettagliata dei moduli comportamentali allo scopo di ricostruire la storia naturale del comportamento animale e umano. Secondo gli etologi, il comportamento, deriva dall’azione della selezione naturale e la sua evoluzione serve a favorire l’adattamento dell’organismo all’ambiente. L’etologia è una scienza nata dalla combinazione di zoologia, biologia e psicologia. Questo approccio ci caratterizza per il ricorso ad un particolare metodo di osservazione diretta il cui fine è la rilevazione completa, imparziale e dettagliata dei comportamenti. Gli etologi non prevedono valutazioni o inferenze sulle motivazioni. Secondo Blurron Jones l’etologia si differenzia da altre scienze per alcuni punti fondamentali: 1. L’accento posto sull’uso di un’ampia varietà di aspetti semplici 2. L’accento posto sulla descrizione e sulla storia naturale 3. Una diffidenza verso le principali categorie di comportamento 4. La convinzione dell’utilità di una prospettiva evoluzionistica. Domande proprie dell’etologia:  La causa immediata di un comportamento  Lo sviluppo o ontogenesi delle relazioni comportamentali  Il valore adattivo  La storia evolutiva del comportamento. In etologia l’osservazione è spregiudicata e oggettiva. Hinde individua due tipologie di categorie comportamentali: le prime sono definite sulla base della forza, grado e sono di natura fisica mentre le seconde si definiscono sulla in base alle conseguenze sociali o psicologiche di un determinato comportamento. Il prodotto ideale di un’osservazione etologica è un etograma o repertorio comportamentale esaustivo. Il presupposto teorico della costruzione di un etogramma è che sia possibile individuare un numero relativamente limitato di pattern fissi di azioni. Etogramma: primo passo: individuare un tema o un ambito comportamentale  Individuare le sottoclassi.  Definire i livelli ancora più in modo dettagliato i comportamenti particolari di ciascuna sottoclasse. Punti di forza e limiti:  L’0sservazione etologica ha fornito tecniche osservative rigorose  l’etologia descrive i comportamenti anche tenendo conto del tempo.  Aver analizzato comportamenti non considerati nella psicologia dello sviluppo.  Perdita di informazioni dovuta da una selezione di natura soggettiva.  Le microcategorie rischiano di fare perdere il significato globale di un determinato comportamento.  Osservazione cieca. Osservazione piagetiana. Osservazione piagetiana= quasi sperimentale. Piaget ha effettuato delle osservazioni sistematiche sui suoi tre figli. Pensiero del bambino= Una parte è formulabile, mentre una parte rimane inespressa. Per accedere alla mente del bambino devo saper osservare senza prendere o falsificare nulla e saper cercare qualcosa di preciso. Avere un'ipotesi di lavoro o una teoria da verificare. L'osservazione piagettiana concilia l'atteggiamento del clinico con quello dello sperimentatore: Il buon clinico parla e ascolta il malato, ma lo accompagna dolcemente nelle zone critiche, laddove potrebbe affiorare il suo nucleo problematico. Lo stesso modo di procedere del colloquio clinico adottato da piaget viene Consolidato successivamente nel metodo critico, ossia l'osservazione controllata. Piaget non si limita a registrare comportamenti spontanei, ma interviene a modificare sistematicamente le condizioni all'origine dei comportamenti. Metodo piagettiano: Egli osserva l'attività spontanea del bambino, e a partire da questa osservazione crea delle situazioni critiche allo scopo di facilitare la comparsa di un comportamento nuovo. Non soltanto piacere rileva la comparsa di azioni che attestano un progresso, ma varia le condizioni, introducendo tra l'altro nuovi oggetti per verificare l'avvenuto consolidamento delle nuove capacità. Un'altro aspetto interessante dell'osservazione piagentina che egli non si limita a manipolarle variabili in funzione delle tesi che intende di volta in volta dimostrare, ma che tali osservazioni sono sistematiche e longitudinali, venendo a costruire al tempo stesso un modello originario di diario. Lo sviluppo del bambino dipende dalla storia psicologica del soggetto e non dalle strutture determinate da uno sviluppo psicologico ineluttabile. Punti di forza e limiti: L'originalità dell'osservazione piagentina consiste nella continuità, nella sistematicità e l'accuratezza delle descrizioni. Colpisce la ricchezza delle informazioni, l'abbondanza di dettagli e la profondità dello sguardo, l'accuratezza delle intuizioni a partire dalle quali piaget predispone delle situazioni di osservazione tali da salvaguardare i pregi della spontaneità dei comportamenti, ma al tempo stesso è necessario rigore della dimostrazione guidata da un'ipotesi: Possiamo da tale punto di vista parlare di un approccio qualitativo più che quantitativo, anche perché piaget non si preoccupa di fornire dati o tabelle, ma semplicemente di illustrare i processi sui quali si sta ragionando. La critica rivolta al metodo più aggettano riguarda la forza delle ipotesi regolatrici della strategia osservativa. A questo proposito, dorico. Osserva che le conclusioni tratte da piaget spesso sono sbagliate, perché i dati a sua disposizione non le giustificano. In altre parole la tesi si sovrappone al dato e lo costringe entro uno schema interpretativo già definito, schema non sufficientemente provato dalle evidenze empiriche. Si potrebbe affermare che piaget guarda solo ciò che vuole vedere e la selettività dell'indagine in funzione della teoria lo porta travasare i dati. Invece altre sue intuizioni hanno ricevuto in seguito conferme molto convincenti. Osservazione psicoanalitica L'osservazione psicoanalitica nasce in ambito clinico e allo scopo di far conoscere lo psicologo clinico, le prime fasi dello sviluppo infantile attraverso l'osservazione partecipante e attraverso un setting di supervisione rigorosamente definito. Si basa sulla distinzione tra profondo (eventi collocati lontano dall’esperienza attuale e dalla coscienza del soggetto) e precoce ( si riferisce al bambino e al suo ambiente di sviluppo nelle prime fasi della vita)formulata da winnicott, e vuole essere complementare al metodo ricostruttivo proprio della psicoanalisi. PUNTI DI FORZA E LIMITI:  Descrizioni particolareggiate e ricche di intuizioni.  Metodologia complessa che ci consegna resoconti unici sul modo in cui si formano e strutturano le prime relazioni.  Obiezioni sul ruolo e sulla posizione dell’osservatore, interna ed esterna alla relazione  Resoconti che devono essere minuziose e al contempo devono tenere in considerazione la soggettività del ricercatore. Due aspetti inconciliabili.  Mancanza di controllo sull’attendibilità dei dati perché non è previsto nessun addestramento dell’osservatore. CAPITOLO 3 Metodo osservativo: metodo elettivo per lo studio dell’infanzia. Studi tra gli anni Sessanta e settanta: riguardano il comportamento comunicativo e sociale dei bambini nei primi anni di vita. Problema della reattività dei soggetti: tanto sono più piccoli, tanto meno essi saranno disturbati dalla presenza di un osservatore (al di sotto dei 6 mesi si può affermare che la presenza di un estraneo non influenza il comportamento del bambino). In età prescolare è possibile, attraverso un periodo di familiarizzazione, far si che i bambini si abituino all’osservazione Ragioni etiche: hanno portato una certa riluttanza nei ricercatori a coinvolgere i bambini piccoli. L’età non rappresenta solo la variabile di disegno, ma è anche una variabile evolutiva Tre tipi di disegni di ricerca:  Trasversale: si confrontano campioni equivalenti ma di età diverse  Longitudinale: osservazione ripetuta di un fenomeno nel corso del tempo allo scopo di evidenziare gli aspetti costanti e/o i cambiamenti.  Microgenetico: studia il cambiamento in corso, concentrando le osservazioni in brevi periodi di tempo. Le scelte operative dipendono sempre dal quadro teorico. I dati non sorretti da un quadro teorico di riferimento sono privi di significato. Fino alla fine degli anni Sessanta si pensava che il processo di crescita del bambino avvenisse all’interno della relazione con l’adulto. Grazie agli studi etologi hanno scoperto in realtà che anche i coetanei sono importanti, perché sono coprotagonisti, insieme agli adulti; del mondo infantile. Dagli anni Settanta, quindi, si riconosce la possibilità di scambi interpersonali significativi tra pari. I primi studi sulle relazioni avevano come obiettivi:  Dimostrare l’esistenza di scambi sociali tra i bambini.  Descrivere le modalità specifiche di tali interazioni.  si trasportano ovunque.  Impatto sui partecipanti è minimo.  Costi sono contenuti.  Minimizza la perdita di informazioni. (l’osservatore mantiene un contatto diretto con la situazione) Le registrazioni dal vivo comunque non garantiscono la stessa affidabilità della videoregistrazione. Le apparecchiature per osservare di cui disponiamo sono l’audio registratore, la videocamera e il registratore di eventi. L’audio registratore ha un impatto limitato, ma fornisce una traccia permanente e obiettiva di quanto viene osservato. Il registratore viene utilizzato dettando in modo sintetico ed essenziale tutto quello che il bambino osservato fa. Con questa procedura l’osservazione è contemporanea alla rilevazione ed è possibile rilevare anche eventi complessi. (si perdono comunque informazioni). Con la videoregistrazione vengono in prima fase registrati i comportamenti poi in seconda fase trascritti (questo può avvenire anche in tempi differenti). Questo permette un riesamine dei materiali. L’0sservazione può essere distaccata o partecipante che trovano il loro fondamento nell’approccio etologico, l’altra nell’approccio etnografico. Sprandley : 5 livelli diversi di osservazione:  Osservazione distaccata  L’osservazione passiva  Partecipazione moderata  Partecipazione attiva  Partecipazione completa OSSERVAZIONE DISTACCATA L’osservazione distaccata ha i suoi principi teorici e procedurali nell’approccio etologico. L’etologo, afferma Lorenz, può farsi guidare dell’istinto del cacciatore o del contadino: se si comporta da cacciatore, seguirà gli animali nei loro luoghi di vita per scoprirne le abitudini e i comportamenti spontanei mentre se agisce da contadino, vorrà possederli per studiarne le reazioni in rapporto a specifiche stimolazioni. Per gli etologi il significato di ogni singolo evento comportamentale cambia in ragione della sequenza in cui è inserito e in rapporto alla situazione in cui si verifica. Il contesto fisico influenza la natura e il senso di un comportamento; quindi, si deve tener conto della situazione ambientale. Prima fase: registrare in maniera attenta e minuziosa tutto quello che accade in una determinata situazione. Quindi bisogna munirsi di apparecchiature che forniscano una traccia permanente di quanto osservato. Per l’etologo l’osservatore deve essere come un marziano, deve essere in una posizione di estraneità, perché solo il distacco può portare all’obiettività. Registrazione dei dati: prima fase viene definita Spregiudicata ovvero libera da preconcetti e seguita da una fase mirata a individuare delle regolarità negli eventi e a definire delle ipotesi da sottoporre a verifica. Nella terza fase si andranno a individuare i modelli comportamentali globali individuali inizialmente l’osservazione inizia da un atto percettivo globale per poi diventare analitica per poi tornare ad essere di tipo globale quando si individuano dei pattern stabili OSSERVAZIONE PARTECIPANTE. L’osservazione partecipante implica il coinvolgimento attivo dell’osservatore. Le radici dell’osservazione partecipante risiedono nella ricerca antropologica ed etnografica È un lavoro intensivo e partecipato sul campo di lunga durata. Il metodo etnografico ha interessi microscopici e approfonditi (la descrizione deve essere dettagliata, minuziosa e scendere nei dettagli e deve andare in profondità dei fenomeni. La validità dei dati è data dalla triangolazione indefinita, ovvero l’esame di molteplici prospettive e fonti al fine di creare una fitta rete di informazioni intorno ad un specifico fenomeno. Vantaggi:  Accuratezza ed estensione della descrizione  Pluralità dei materiali raccolti  Pluralità delle fonti di informazione Problemi:  Possibilità di condurre osservazioni obiettive Capitolo 4 Unità di analisi= sistemi di codifica. Codificare= individuare e descrivere sinteticamente gli eventi comportamentali ritenuti rilevanti ai fini dell’indagine. Quindi con la codifica si rende esplicito cosa è importante e così si può tralasciare. Alcune volte però la codifica può risultare ridondante. Per Bakeman e Gottman le categorie devono essere sufficientemente vicine ai dati da rappresentarli e sufficientemente lontani da comprenderli. Gli autori pongono il problema del rapporto tra categorie e fenomeni problema che rimanda alla controversia tra ricerca quantitativa e qualitativa codificare significa sintetizzare in entità numeriche dati qualitativi allo scopo di operare confronti e valutazioni la codifica può essere fatta successivamente alla rilevazione dei dati o può essere fatta in contemporanea. Ci sono differenti modalità di codifica: metodi chiusi metodo aperti. I metodi chiusi sono fondati sulla decisione esplicita di registrare solo alcuni aspetti del comportamento mentre i metodi aperti si basano sulla descrizione globale del comportamento entrambe le scelte hanno vantaggi svantaggi nel nei casi del metodo aperto c'è maggiore aderenza al fenomeno indagato ma potrebbero costruire si dei sistemi di codifica prolissi. Se utilizzo un sistema di codifica predefinito corro il rischio di andare a costringere il fenomeno osservato entro uno schema interpretativo troppo rigido. Per Bakeman e Gottman la codifica è un'operazione teoretica e non meccanica e per funzionare deve essere coerente con le idee e con gli interrogativi del singolo ricercatore è un atto privato (la codifica non può essere esportata in luoghi diversi da quelli per cui è stata pensata). Miles e Huberman definiscono la codifica early step in analysis e stimano che in termini di tempo normalmente processare e categorizzare i dati richieda da a due a 5 volte il tempo necessario per raccoglierli per individuare le categorie si possono utilizzare due procedimenti il primo consiste nel costruire deduttivamente uno schema a priori concettualmente è teoricamente fondato dove vengono individuate delle categorie un esempio di sistema di codifica deduttivamente derivato è stato ideato da McCune per descrivere l'evoluzione del gioco simbolico l'autrice assume principi più di decontestualizzazione decentramento e integrazione come dimensioni esplicative intorno alle quali organizzare i livelli cognitivi del gioco e propone una sequenza evolutiva suddivisa in 5 livelli il secondo procedimento invece nasce dai dati progressivamente di identificati e raggruppati in unità di significato che li rappresentano ad un livello più astratto e formale di quanto non sia la più semplice descrizione. L’approccio induttivo è stato descritto da Miles e Huberman i quali hanno illustrato i diversi passi che conducono prima ad una lista provvisoria di eventi poi ad una lista più ampia successivamente semplificata e riorganizzata in categorie più astratte. Non importa la procedura adottata la costruzione della codifica deve rispondere a due principi un ordine concettuale e uno strutturale: l'ordine concettuale significa che le categorie devono essere coerenti e connesse con i presupposti teorici e con le ipotesi e con le domande alle quali era ricerca vuole rispondere. L'ordine strutturale invece consiste nel fatto che all'interno dello stesso schema le categorie possono collocarsi a l diversi livelli di descrizione di inferenza, nettamente distinti. Proviamo a immaginare passo per passo il percorso di costruzione di uno schema di codifica. Il primo passo consiste in uno studio pilota attraverso il quale vengono messe a punto le procedure e vengono fortuna formulate le ipotesi in questa fase è fondamentale prendere nota non soltanto di tutti i comportamenti oggetto di indagine ma anche di quanto avviene a livello del contesto. Qualora si utilizzassero strumenti di registrazione e utile annotare i propri ricordi cosa è successo prima e cosa è successo dopo bisogna quindi avere un foglio di appunti notti e riflessioni che potrebbero servire nel momento in cui si lavora la codifica. Una volta raccolto il materiale si inizia a costruire lo schermo di codifica individuando nei materiali dell'unità di significato, comportamenti o eventi più significativi, da selezionare il rapporto alle ipotesi formulate così si viene a creare una lista provvisoria e ampia di codici. La fine del processo di analisi e selezione saranno state individuate le categorie di codifica più adatte a rappresentare e ad analizzare il materiale raccolto. Una volta definite e nominate le categorie devono essere esplicitati i criteri che hanno condotto a quelle categorie. Le categorie e i relativi criteri saranno sottoposti a ulteriori verifiche in corso d'opera e solo da intendere come linee guida flessibili alle quali gli osservatori possono apportare modifiche se non dovessero funzionare. I sistemi di codifica devono essere poi sottoposti a verifica attraverso il calcolo dell'accordo tra codificatori indipendenti accordo che non dovrebbe scendere sotto 80%. Il controllo dell'attendibilità della codifica dovrà essere ripetuto più volte perché: rappresenta una strategia per verificare la tenuta dello schema rispetto ai dati; altri possono usare lo schema in modo univoco e serve per assicurarsi che lo stesso codificatore continui ad applicare lo stesso schema in modo coerente. L'attenzione condivisa rappresenta un fenomeno molto importante nello sviluppo comunicativo infantile perché segna il passaggio da una comunicazione prevalente di diadica ad una situazione comunicativa inedita. Di tipo triangolare nel corso del quale il bambino condivide con l'adulto la propria attenzione verso il soggetto. Il compito dell'osservatore sarà quello di identificare la successione di episodi corrispondenti ai diversi stati comportamentali. Rilevazione di eventi con informazioni temporali una variante della semplice registrazione di eventi è rappresentata dalla registrazione di eventi con informazioni temporali relative all'inizio alla fine di un particolare comportamento o stato. In questo modo si ottengono informazioni più complete più aderenti alla realtà dei fenomeni osservati il tempo non viene artificialmente segmentato in unità predeterminate ma si rispetta la durata effettiva dei comportamenti presi in considerazione. Inoltre, è possibile calcolare la durata media di un evento il tempo totale speso in quel determinato comportamento e la percentuale di tempo occupata sul totale del tempo di osservazione è evidente che la rilevazione di informazioni temporali richiede l'utilizzo di apparecchiature come registratore di eventi, se l'osservazione viene condotta dal vivo attraverso cui editare i vari codici e al tempo stesso registrare automaticamente il tempo. Questo metodo di rilevazione è teoricamente il più accurato e per questo motivo il più adatto a descrivere gli eventi perché tiene conto del momento effettivo in cui essi si verificano del loro svolgimento reale della successione tra un comportamento e l'altro tuttavia è difficile l'utilizzazione. Rilevazioni per intervalli temporali l'osservatore è guidato dal tempo e non più dall'evento la campionatura ha intervalli temporali può essere continua o discontinua. Rilevazione per intervalli temporali continui il tempo totale di osservazione suddiviso in brevi intervalli di tempo consecutivi dalla durata di 10 minuti o di 15 minuti il compito dell'osservatore consiste nel rilevare per ciascun intervallo l'occorrenza o non l'occorrenza di predefiniti comportamenti. L'osservatore deve decidere al termine di ciascun intervallo Quale categoria assegnare al comportamento osservato. La metodologia della rilevazione per intervalli temporali continui ha avuto una grande fortuna per la sua praticità e facilità d'uso. Il punto debole è rappresentato dall'ampiezza dell'intervallo: se l'intervallo è troppo breve potrebbe accadere di interrompere artificialmente i comportamenti, se invece l'intervallo è troppo lungo ci si potrebbe trovare nella necessità di dover decidere quale comportamento rilevare tra due o più diventa, quindi cruciale decidere l'ampiezza dell'intervallo. Di norma ad ogni intervallo si assegna un unico codice se si verificano più comportamenti i criteri di scelta come suggerisce d’ Odorico possono essere tre:  si rileva l'attività dominante  si rileva un comportamento solo la prima volta che si verifica in un intervallo  si rileva cosa sta accadendo nell'istante preciso in cui l'intervallo temporale sta finendo. Rilevazioni per intervalli temporanei discontinui Vengono campionati ripetuti brevi periodi di tempo non consigli cuti e si codifica quello che viene durante tali periodi. Intervalli parziali la forma più diffusa di rilevazione discontinua è definita per intervalli parziali il tempo totale di osservazione suddiviso in intervalli consecutivi e ciascun intervallo a sua volta scandito in tempo di osservazione e in un breve periodo di registrazione. Nella stessa rilevazione per intervalli parziali si pone il problema di ampiezza dell'intervallo e di scelta dei comportamenti da codificare. Intervalli intermittenti un esempio di rilevazione ad intervalli intermittenti e lo studio di mildrey partner sulla partecipazione sociale al gioco dei bambini prescolari: ciascun bambino del campione è stato osservato per un minuto al giorno variando sistematicamente l'ordine di osservazione in modo tale che i campioni temporali per bambino risultassero distribuiti casualmente nel corso dei periodi di gioco libero. Questo tipo di rilevazione richiede necessariamente una distribuzione uniforme frequente dei comportamenti: in assenza di questi requisiti la campionatura intermittente non è indicata. Inoltre la rilevazione a intervalli intermittenti è inadeguata qualora si voglia ricostruire la sequenza dei comportamenti proprio perché gli intervalli temporali non sono consecutivi. Campionatura momentanea una variante degli intervalli discontinui è rappresentata dalla campionatura momentanea o istantanea cioè la registrazione dei comportamenti osservati esattamente al fine di ogni intervallo temporale. La campagna natura temporale ha notevole fortuna si può utilizzare nei casi in cui ci sia regolarità, frequenza e durate simile dei comportamenti. IL metodo non permette di valutare le diverse durate di un evento e in inevitabilmente sottostima gli eventi infrequenti. Nonostante queste restrizioni la procedura è particolarmente indicata qualora l'indagine richieda di effettuare osservazioni per periodi di tempo prolungati. Brulle e Repp Hanno testato intervalli di diversa lunghezza e hanno constatato che le rilevazioni risultano più accurate adottando valori temporali inferiori dai 10 ai 30 secondi. Rapporto di campionatura e quindi cruciale l'ampiezza dell'intervallo. Se l'intervallo è troppo ampio la rilevazione rischia di essere imprecisa perché si possono verificare più eventi nello stesso intervallo, mentre se è troppo breve il compito dell'osservatore può risultare eccessivamente oneroso. Un'altro aspetto importante riguarda la frequenza del numero di intervalli in funzione del tempo di osservazione definito come rapporto di campionatura. La misura di tale rapporto è decisiva perché soltanto se adeguata permette di cogliere i fenomeni nel loro reale manifestarsi senza introdurre distorsioni. Scholmerich e Lamb individuano tre variabili decisive al fine di determinare il rapporto di campionatura:  il tempo totale dell'osservazione  la frequenza degli intervalli osservati  l'ampiezza di ogni intervallo si ritiene che un buon rapporto di campionatura debba rispettare il criterio di un numero di intervalli al minuto che sia il doppio della frequenza più osservata: ciò significa che se un comportamento si verifica mediamente due volte al minuto, sarà necessario stabilire un rapporto di campionatura di quattro minuti. Lis e Venuti riportano l'esempio di una rilevazione del comportamento di gioco di un bambino di 20 mesi della durata di 10 minuti complessivi la codifica prevede tre categorie.  Non gioco  gioco non simbolico  gioco simbolico le autrici utilizzano due diversi rapporti di campionatura: nel primo caso il rapporto di sei osservazioni al minuto, nel secondo invece viene applicato un rapporto di tre osservazioni al minuto. Classificazione incrociata di eventi l'ultima alternativa proposta da bachman e gottman è definito dagli autori classificazione incrociata di eventi consiste nel classificare un evento attraverso più dimensioni. Il termine incrociata sta a significare come con questa procedura di rilevazione sia possibile avere informazioni sull'evento e sul tempo attraverso l'organizzazione sequenziale delle categorie. Gli autori costruiscono un sistema di codifica General gerarchicamente organizzato che viene attivato quando si verifica un conflitto tra due bambini per lo stesso oggetto. All'osservatore si richiede di registrare:  l'eventuale precedente possesso dell'oggetto  la resistenza da parte di chi lo possiede attualmente il successo nell'ottenere l'oggetto  la dominanza di chi pretende rispetto al possessore La trascrizione su colonne separate, suddivisa a loro volta in righe, permette, attraverso un espediente Form, di tener conto del tempo, ossia di un elemento essenziale di organizzazione delle interazioni, collocando su righe diverse ciò che avviene in tempi diversi e sulla stessa riga ciò che avviene Contemporaneamente. Hindle afferma che il luogo delle osservazioni, dei fenomeni interattivi non può essere rappresentato da un singolo individuo, ma entrambi soggetti interagenti. Un'altra chiave di interpretazione importante, da sinistra a destra, in accordo con la nostra tradizione culturale, gli eventi riportati sul lato sinistro della pagina vengono interpretati come antecedenti temporali o Casale. Di solito nella colonna di sinistra viene collocato l'adulto nella colonna di destra al bambino. Un'altro aspetto molto importante di cui è necessario tener conto nella trascrizione e il comportamento non verbale. Sappiamo che il comportamento non verbale non è integrativo della comunicazione verbale, ma gesti. Posture, sguardi, i quali sono atti comunicativi autosufficienti. La componente non verbale è utile riportarla nella colonna dei soggetti. La funzione delle righe, come si è già detto, è quella di salvaguardare nella trascrizione l'ordine temporale dei comportamenti. Gli eventi interindividuali che si verificano contemporaneamente vengono riportati sulla stessa riga, mentre gli eventi accaduti in successione si trascrivono su righe diverse. Le colonne, invece, servono a orientare a vincolare la descrizione. Nella prima colonna vengono numerati gli eventi, nella seconda viene riportato il tempo, nella terza vengono trascritte le posture a seguite dallo sguardo, dalle azioni o gesti e infine del linguaggio. L'unità di rilevazione scelta per segmentare il flusso continuo dei comportamenti e l'evento. Ogni cambiamento registrato nel comportamento del bambino osservato rappresenta il criterio adottato per la trascrizione. In tal modo è stato possibile salvaguardare la durata effettiva degli eventi comportamentali. LE CHECK-LIST Le checklist comportamentali sono costituite da liste di comportamenti più o meno rigorosamente definiti, che vengono accertati in intervalli predefiniti di tempo da osservatori. Sottoposto a un training specifico. Le checklist rappresentano un tipo particolare di schema di codifica. La rilevazione, organizzata per intervalli temporali parziali e il compito dell'osservatore consiste nelle sul foglio di rilevazione intervallo per intervallo. I comportamenti osservati. Le checklist prevedono intervalli suddivisi in un tempo di osservazione e un tempo di registrazione: L'osservatore dispone su un cronometro o di un altro dispositivo che segnala lo scorrere del tempo e l'alternarsi delle fasi di osservazioni e registrazione. Scholmerich e Lamb Definiscono le dimensioni in base alle quali le checklist possono variare:  La frequenza con cui il comportamento è campionato.  Il tempo totale di osservazione: durata complessiva di ogni seduta di osservazione.  L'ampiezza delle checklist: il numero delle categorie presenti nella check-list. Una descrizione esaustiva potrebbe richiedere un numero ampio di categorie, ma a quel punto si rischia di appesantire lo strumento.  L'omogeneità delle categorie le quali devono collocarsi allo stesso livello di descrizione.  La strutturazione della situazione, la quale influenza il tipo di strumento da utilizzare.  Le analisi e le misure: le misure che si possono ottenere dalla check- list sono misure di frequenza, di probabilità, di stabilità, di cooccorenza e di sequenza. I vantaggi dell'uso delle checklist sono numerosi:  Innanzitutto, rendono conto dei comportamenti così come essi si verificano.  Costringono i ricercatori a effettuare un rigoroso lavoro di analisi teorica.  I dati ottenuti con una checklist presentano diversi tipi di analisi.  Non richiedono strumenti sofisticati di registrazione.  Permettono di registrare il comportamento di più soggetti contemporaneamente. I punti di forza delle checklist sono al tempo stesso elementi di debolezza, in particolare stabilire a priori quali sono i comportamenti da osservare può essere limitante. Perché si potrebbe scoprire che le manifestazioni comportamentali di rilievo erano altre. Un altro aspetto critico, già discuto solo nel capitolo 5, riguarda l'ampiezza dell'intervallo, se è troppo breve può tagliare artificialmente i comportamenti, se invece è troppo lungo può costringere l'osservatore a scelte arbitrarie su cosa rilevare, cosa invece trascurare. SCALE DI VALUTAZIONE Le scale di valutazione sono strumenti per la rilevazione sistematica del comportamento, diverse dalle descrizioni narrative, dalle checklist perché si fondano sul giudizio globale dell'osservatore. Le scale di valutazione implicano la contemporaneità di osservazione e valutazione, la osservazione viene ridotta in un giudizio che può essere di frequenza o intensità. Ad esempio, l'osservatore può essere richiesto di valutare quanto spesso un bambino aggressivo con i compagni. Oppure può scegliere un punteggio corrispondente alle diverse misure della variabile aggressività. Se la variabile oggetto di indagine non è riconducibile ad ogni singolo comportamento, ma può essere inferire da un insieme di comportamenti diversi, allora le scale di valutazione sugli strumenti più indicati. Le scale di valutazioni possono essere costruite attraverso diversi criteri grafici, numerici, categoriali: Si individua una variabile o una caratteristica da misurare, vengono identificati gli item rappresentativi dei diversi aspetti di quella variabile e gli item vengono poi scalati, valutati attraverso una scala categoriale o grafica. I punti sulla scala devono essere definiti in modo chiaro, preciso obiettivo, al fine di costruire in modo non ambiguo la discriminazione tra le varie posizioni. Solitamente nelle scale non si va oltre 7 punti, perché aumentando I punti.i punti sulla scala a Diminuisce l'attendibilità della rilevazione. Le Possibili fonti di errore nell'utilizzazione delle scale sono numerose, l'effetto alone definisce la tendenza a valutare aspetti specifici in base ad impressioni di carattere generale. L'effetto indulgenza, come dice la parola stessa consiste nel formare una valutazione più generosa del dovuto. Vi sono inoltre tendenza a valutare verso il punto centrale. O in modo simile item adiacenti o logicamente collegati. Per tenere sotto controllo questi errori si possono utilizzare alcuni tipi particolari di scali, quali le scale ancorate o le scale, a scelta obbligata. Nel primo caso i valutatori valutano comportamenti da loro stessi osservati, mentre nel secondo essi non esprimono giudizi ma si chiede loro di selezionare. Quelle frasi che meglio descrivono chi deve essere valutato. Le scale, come ogni strumento, presentano vantaggi e svantaggi: Il vantaggio principale risiede nella praticità e nella velocità di somministrazione. Le scale non richiedono tempi di rilevazione elevati, spesso possono essere somministrate collettivamente e non richiedono modificazioni nel setting. Inoltre, una scala ben costruita spesso ha un potere predittivo maggiore di altri strumenti. Nell'utilizzazione delle scale di valutazione, la funzione dell'osservatore e centrale l'osservatore deve aver ben chiaro cosa sta valutando, qual è il rapporto teorico tra variabile e sottostante e manifestazioni comportamentali, quali possono essere le fonti di variabilità contingenti e quali invece gli aspetti più veri e più interessanti al fine del. Della valutazione, l'interpretazione diventa il cardine dell'osservazione, tuttavia è un buon addestramento, una rigorosa strutturazione dello strumento dovrebbero mettere al riparo dai rischi connessi con la soggettività dell'osservatore le scale di valutazione e rilevazioni comportamentali implicano ambiti di applicazioni diverse. Leggi i vari esempi. CAPITOLO 7 L’AFFIDABILITA’ DELL’OSSERVAZIONE L'affidabilità e la validità sono due aspetti distinti e collegati. Se la rilevazione scarsamente affidabile perché è soggetta a numerose variazioni, si può affermare che le misure ottenute non siano valide. L'affidabilità riguarda il livello di verità di una rilevazione, nel caso dell'osservazione, l'affidabilità può essere definita come il grado di coerenza e di accordo da due rilevazioni indipendenti dello stesso comportamento. La validità di contenuto rappresenta un’esplicitazione a livello più descrittivo e pratico delle diverse componenti di una variabile. Immaginiamo di voler esaminarla a responsabilità materna, vorrà dire prima di tutto individuare i comportamenti. Criteri reali della dimensione concettuale da esaminare, costruire uno strumento che consenta di rilevarli e infine controllare con un procedimento statistico se i comportamenti siano effettivamente collegati tra di loro e se effettivamente costituiscano campioni adeguati delle diverse manifestazioni della responsività materna. Ad un livello più astratto, possiamo definirla la validità di contenuto, come la capacità dello strumento di rappresentare tutti gli aspetti della variabile che intende descrivere. Validità concorrente. Il concetto di validità concorrente indica il grado di concordanza tra due diversi strumenti, come lo schema di codifica e una scheda di valutazione, i quali funzionano loro rispetto all'altro come criteri esterni di validazione. Validità predittiva La validità predittiva riguarda le relazioni tra i diversi strumenti, in particolare, in misura la capacità di uno strumento di prevedere dei risultati futuri ad intervalli temporali significativi. È concettualmente simile alla validità convergente, ma mentre quest'ultima valuta le relazioni strumenti nello stesso momento, nel caso della validità predittiva la valutazione implica tempi diversi. Un altro modo di definire la validità predittiva e la validità di criterio. Il principio è lo stesso, la verifica delle proprietà di uno strumento nel corso del tempo attraverso un criterio esterno. Abitualmente si raccomanda l'utilizzazione di diverse procedure che fungono l'una da controllo all'altra. Le ragioni di questa opzione sono procedurali per il motivo appena enunciato, la maggior forza e credibilità dei risultati, qualora convergano in una medesima direzione, pur essendo tenuti da diversi fonti di informazione. Indici di accordo Per valutare l'affidabilità si ricorre A diverse procedure la cui scelta dipende dalla natura Delle misure di cui si dispone se si è interessati ad analizzare la frequenza delle categorie, il calcolo dell'affidabilità verrà effettuato questo livello. Se invece oggetto di analisi saranno anche le sequenze degli eventi, dovrà essere valutato l'accordo rispetto all'ordine dei comportamenti individuati dagli osservatori. Uno dei presupposti del metodo osservativo è che ci sia Concordanza tra la rilevazione di un osservatore e un protocollo criterio. Un'altro modo per affrontare il problema dell'affidabilità è quello di valutare il grado di accordo tra due osservatori indipendenti quanto le rilevazioni sono simili o identiche, tanto più esse rappresentano riproduzioni accurate fedeli della realtà. Sempre che sia possibile escludere la presenza di un errore sistematico commesso da entrambi gli osservatori. Per quanto un buon accordo non rappresenti automaticamente una garanzia di attendibilità, si può affermare che l'accordo tra osservatori può essere considerato il sine qua non della ricerca osservativa. Vi sono diverse procedure per il calcolo dell'accordo tra due osservatori e tra queste la più utilizzate sono:  Accordo percentuale  Kappa di Cohen.  Coefficiente di correlazione. Accordo percentuale Il più semplice indice di accordo valuta la percentuale di accordo tra due osservatori indipendenti, può essere utilizzato nel caso di una rilevazione con schema di codifica. Intervalli temporali, perché è possibile confrontare l’intervallo la codifica attribuita da ciascun osservatore e contare quante volte sono in accordo e quante volte sono in disaccordo. L'indice Kappa di Cohen. Gli accordi dovuti al caso sono più frequenti quanto è più limitato il numero di categorie presenti, e pertanto la possibilità di codificare nello stesso modo è maggiore. La logica del K di Cohen è quella di sottrarre dalla proporzione di accordi osservata la proporzione di accordi casuali, dividendo poi il numeratore ottenuto per la proporzione di accordi casuali sottratta a uno. Coefficiente di correlazione. Un'altra strategia? Per verificare l'accordo tra due osservatori indipendenti consiste nell'utilizzare misure di correlazione come il coefficiente R di Parson, il coefficiente di correlazione ci dice quanto stretta la relazione tra due serie di dati indipendenti. L'accettabilità di una correlazione dipende da numerosi fattori, uno dei quali ha la numerosità degli eventi rilevati. Fonti di errore nella ricerca osservativa. Una ricerca osservativa rappresenta spesso un percorso insidioso per i numerosi errori che si possono verificare nelle differenti fasi dell'indagine. È a carico dei diversi attori che partecipano ad essa. Le fonti di distorsione o di errore sono distribuite su tutti i passaggi della ricerca e riguardano l'osservatore, i soggetti, le procedure. Il rilievo assunto da queste distorsioni è diverso, seconda della natura della ricerca:  Gli errori a carico degli strumenti pesano di più, se per la raccolta dei dati si ricorre a prove standardizzate.  Gli errori a carico dei soggetti pesano di più se si ricorre a interviste.  Gli errori a carico dell'osservatore pesano maggiormente nella ricerca osservativa. Errori nel progetto e nelle procedure. In un'indagine osservativa possiamo trovare l'errore di progettazione. Che può emergere alla fine della raccolta dei dati qualcosa non ha funzionato, le misure risultano confuse e scarsamente discriminanti, le condizioni di osservazione appaiono scarsamente salienti rispetto al fenomeno indagato. Per invitare di trovarsi in una delle condizioni di opportuno dedicare grande cura alla fase di pianificazione della ricerca, perché il rischio della presenza di fattori di distorsioni non sufficientemente controllati è più alto che in altre metodologie e può essere complicato individuare nei passi sbagliarsi in corso d'opera. È di grande utilità, pertanto, effettuare uno studio pilota prima di procedere alla raccolta definitiva dei dati. È necessario tenere sotto controllo anche la complessità della situazione di osservazione e calibrare gli strumenti in funzione della situazione. Per quanto riguarda invece le distorsioni indotte dalle procedure, queste si differenziano a seconda dello strumento utilizzato. Se la raccolta dei dati avviene attraverso un resoconto narrativo, Vi può essere un errore di riduzione? Ovvero vengono limitati i dettagli, si abbrevia o si banalizza la descrizione. La tendenza a riduzione può essere presente anche nello schema di codifica. Per contrastare tali distorsioni, nel caso del resoconto narrativo, è utile ridurre lo scarto temporale tra osservazione e descrizione, scrivere il resoconto nel più breve tempo possibile, rivederlo con cura appena terminata la stesura per poterlo integrare con il ricordo degli eventi osservati. Un altro aspetto critico è la complessità dei sistemi di codifica. Errore a carico dell'osservatore L'osservatore stesso può rappresentare una forte di errori in diversi modi. L'aspetto più inquietante e persuasivo? È il cosiddetto effetto rosental o profezie che si auto Adempiono. Leggi Errori a carico del soggetto. La presenza di un osservatore può indurre delle modificazioni nel comportamento dei soggetti, la reattività dei soggetti cambia in funzione all'età ed al tipo di informazioni ricevuti. con i bambini più piccoli i problemi di reattività sono molto minori. Ci si è chiesti quindi quanto tempo deve durare la fase di familiarizzazione affinché l’osservatore non alteri i comportamenti spontanei dei bambini. Connolly e Smith hanno effettuato uno studio per esaminarle in modalità e tempi con cui i bambini di età prescolare si adattano alla presenza di un osservatore estraneo. Dalla ricerca è il risultato che i bambini più piccoli rivolgevano all'osservatore un numero più elevato di iniziative sociali. E i bambini più isolati all'interno del gruppo richiedevano più attenzione da parte dell'adulto. Si è notato che l'interesse dei bambini nei confronti dell'osservatore, comunque scemava nel tempo. Etica della ricerca Vi sono dei principi etici da rispettare nella ricerca psicologica, ma soprattutto negli studi osservativi. Benessere dei partecipanti. In primo luogo, bisogna preoccuparsi del benessere di coloro che partecipano alla ricerca. tipo causale. Non solo i bambini devono possedere anche capacità di decentramento che permettono loro di comprendere le circostanze nelle quali si viene a trovare il bambino, rappresentato nelle vignette e i possibili Stati emotivi attivati nelle specifiche circostanze raffigurate. ESEMPIO DI RICERCA Studio condotto su 164 bambini (81 bambine e 83 bambine) provenienti da diverse scuole dell’infanzia italiane e con età media di circa quattro anni. Il gruppo è composto da 62 partecipanti di 2 3 anni, 50 di quattro anni e 52 di 5 anni. I bambini provengono da famiglie con uno status socio economico e culturale medio -Alto. Gli obiettivi dello studio sono stati di esplorarla e capacità di riconoscere nominarle. Quattro emozioni di base e di analizzare l'abilità dei bambini di comprendere le emozioni altrui, specifiche situazioni sociali, andando ha sottolineare eventuali differenze di genere e di età. Alla luce di studi precedentemente condotti, con l'aumentare dell'età e soprattutto per le bambine. Si è ipotizzato di riscontrare punteggi più alti nel riconoscimento delle espressioni facciali nella corretta interpretazione delle reazioni emotive espresse in situazioni sociali. Per quanto riguarda le bambine. Inoltre, ci si aspetta che i bambini e le bambine potrebbero essere facilmente più agevolati nel riconoscere le espressioni emotive e positive rispetto a quelle negative. In altri termini, all'aumento della comprensione delle emozioni corrispondono ai livelli più elevati di competenza. Sociale, mentre i bambini con scarsa capacità di comprendere gli Stati emotivi sono più propensi a mostrare comportamenti sociali disfunzionali. Per il presente studio sono state somministrate ai bambini le prime due sessioni della prova affective knowledge test. Nella Prima fase della procedura viene chiesto al bambino di denominare le quattro emozioni fondamentali e mostrandogli uno alla volta le diverse faccine. Successivamente il bambino deve scegliere la faccina corrispondente all'emozione nominata dallo Sperimentatore. Nella seconda sessione sono state presentate ai bambini 8 storie raffiguranti diverse situazioni socio emotive, con Paolo Paola protagonista. Al termine di ogni storia, ancora una volta i bambini dovevano identificare l'emozione raffigurata scegliendo una delle quattro faccine a disposizione. Per ciascuna prova è stato attribuito il punteggio di due per ogni corretto riconoscimento dell'emozione della tonalità affettiva. Il punteggio di uno per il riconoscimento della tonalità affettiva, ma non della specifica emozione e il punteggio zero per il non corretto riconoscimento delle emozioni della tonalità affettiva. L’ a di krombach. Ovvero l'indice dell'attendibilità della misura ha raggiunto valori soddisfacenti e coerenti con quanto riscontrato in letteratura, sia per la capacità dei bambini di denominare le emozioni di base, sia per identificare le reazioni emotive in rapporto alle specifiche circostanze sociali. Al fine di esaminarla, percezione degli insegnanti rispetto ai comportamenti sociali messi in atto dai bambini in classe. Abbiamo chiesto loro di compilare, per ciascun bambino della propria classe, la social competence and Behavior evolution scale. I bambini hanno ottenuto punteggi più alti nella comprensione ricettiva delle quattro emozioni di base rispetto alla comprensione espressiva e alle identificazioni di specifici antecedenti situazionali. Inoltre, la felicità e la rabbia sembrano essere le due emozioni riconosciute con più facilità. Mentre i bambini hanno dimostrato maggiore difficoltà nel denominare l'emozione della paura rispetto all'emozione della rabbia e della tristezza. Le insegnanti sembrano avere una visione positiva dei bambini. Per quanto riguarda il genere Sono emerse differenze significative sull'identificazione delle emozioni specifiche, situazioni sociali e sulla competenza sociale. Per entrambi i punteggi, le bambine hanno raggiunto medie più alte rispetto ai bambini. Per quanto concerne le differenze tra i tre gruppi di età, sono emerse differenze sulla comprensione espressiva, la comprensione degli antecedenti situazionali, la competenza sociale. I bambini di 2 3 anni. Hanno raggiunto punteggi inferiori rispetto al gruppo di quattro e quello da 5 anni. In altre parole, al crescere dell'età i bambini sembrerebbero più abili nel riconoscere le emozioni, nel mettere in atto comportamenti socialmente competenti. Per poter analizzare il rapporto tra la capacità dei bambini, di etichettare le emozioni di base, la comprensione delle emozioni specifiche, circostanze, i comportamenti sociali, abbiamo condotto delle analisi di correlazione r di Pearson. Non esiste pomeriggio i risultati hanno evidenziato la presenza di una correlazione positiva tra la capacità di etichettare le emozioni e la comprensione delle emozioni espresse in situazioni stereotipate. In altre parole, bambini che sono in grado di etichettare le quattro espressioni emotive di base. Sono anche più capaci di comprendere le emozioni espresse in specifiche circostanze. Infine, sono emerse delle correlazioni tra la capacità di comprendere le emozioni specifiche, circostanze e i comportamenti sociali. Pertanto, i bambini che ottengono punteggi più alti nelle due prove di riconoscimento delle emozioni e sembrerebbero più propensi a instaurare relazioni positive con i pari e ad agire con comportamenti socialmente competenti. Rileggi le conclusioni ma sono quelle sopradescritte. Capitolo 10 Essere accettati dagli altri rappresenta uno dei compiti di sviluppo dell'età prescolare e il successo di tale compito è influenzato da numerosi fattori individuali relazionali. Generalmente l'accettazione sociale è stata definita come il grado di apprezzamento ricevuto da parte dei propri compagni di classe grado di apprezzamento valutato attraverso l'espressione di un giudizio sui compagni rispetto a uno specifico criterio. L'apprezzamento da parte dei pari rappresenta, secondo molti studiosi, l'indicatore più affidabile di adattamento sociale nel bambino in età prescolare. Un buon funzionamento sociale, ovvero essere in grado di agire efficientemente nelle relazioni interpersonali, sembra dunque essere uno dei fattori che più di altri influenza l'adattamento sociale. Nel fare riferimento all'insieme delle abilità sociali possedute dai bambini Comunemente, gli studiosi hanno ipotizzato il termine Competenza sociale, Che continua a rappresentare, come è stato osservato da molti autori, un costrutto elusivo, perché è stato interpretato e valutato secondo accezioni spesso assai diverse l'una dall'altra e difficilmente conciliabili. La competenza sociale, come riportato da Durkin, Rappresenta un tema controverso tra gli Psicologi Dello sviluppo Proprio per la difficoltà nel riuscire ad avere una definizione condivisa. A tal proposito? Ben Bukowski e Parker definiscono la competenza sociale come l'abilità di raggiungere obiettivi personali nelle interazioni ed instaurare nel contempo relazioni positive con gli altri. Anche camodeca e di Norcia definiscono la competenza sociale come la capacità del bambino di raggiungere obiettivi condivisi e di relazionarsi con adulti e coetanei in funzione delle differenze circostanze. Una definizione che cerca di rendere conto della complessità di tale costrutto è stata fornita da rose-Krasnor. La quale ha cercato di organizzare le varie accezioni di competenza sociale attraverso la metafora Del prisma, ponendo un costrutto multi stratificato e articolato su differenti livelli gerarchicamente organizzati. In altre parole, la competenza sociale non sembra essere una proprietà degli individui, ma piuttosto un aspetto mutevole e circostanziato dal complesso rapporto individuo e ambiente. Diverse sono le abilità richieste nella mia Senato di comportamenti socialmente competenti, tra queste ritroviamo i fattori cognitivi, così come le competenze emotive. L'approccio social Information Processing Enfatizza il ruolo dei fattori cognitivi ed emotivi nella messa in atto di un comportamento sociale più o meno competente. Secondo crick e Dodge è La comprensione della situazione sociale dal punto di vista cognitivo che influenza il comportamento messo in atto. Il modello prevede un processo di elaborazione dell'informazione a sei passi che va dalla codifica delle informazioni sociali all'ultima fase, che consiste nella messa in atto del comportamento. Al primo passo, il bambino si trova davanti a una situazione sociale che deve essere codificata, sia cogliendo gli indizi interni sia quelli esterni alla codifica iniziale, segue un'interpretazione che lo porterà a leggere tale situazione con benevola o al contrario ostile nei suoi confronti. Dopodiché il bambino individuerà le proprie reazioni e finalità raggiungibili attraverso l'accesso ad un repertorio di possibili comportamenti da mettere in atto. Il modello di cric e Dodge, è stato in seguito ripreso da Lemerise e Arsenio che hanno cercato di cogliere, non sa non soltanto i fattori cognitivi, ma anche quelli emotivi, responsabili del comportamento messo in atto in una determinata situazione sociale. Gli autori sostengono infatti che quando il bambino si trova ad affrontare una situazione sociale farà riferimento non solo alle proprie modalità di comprensione ed interpretazione della stessa. Ma farai i conti anche con gli Stati emotivi attivati nel processo di elaborazione delle informazioni sociali e di messa in atto del comportamento. Nella fase di codifica anche la capacità del bambino di comprendere regolare le proprie emozioni influenzerà il significato attribuito all'azione ambigua del compagno. Gli autori sottolineano ancora l'influenza delle proprie delle altrui emozioni. E noto come i bambini con la difficoltà nel comprendere gli Stati emotivi altrui possono trovare più semplice agire in modo distruttivo proprio perché non sono in grado di cogliere le emozioni altrui. Sulla base di tali teorizzazioni è possibile individuare diversi profili comportamentali da bambini, da un lato troveremo i bambini socialmente competenti, dall'altro lato i bambini con difficoltà nelle relazioni interpersonali. La scuola dell'infanzia è il luogo nel quale i bambini possono esercitare la propria competenza sociale, da intendersi, come abbiamo detto nei paragrafi precedenti, non solo come proprietà intrinseca.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved