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TERAPIA SESSUALE SISTEMICA DI ULRICH CLEMENT, Sintesi del corso di Psicologia Generale

La Società Postmoderna, è il risultato di un susseguirsi di rivoluzioni, in cui in sesse era chiaro li nemico contro cui si voleva combattere, come chiari erano i valori e i principi verso cui ci si voleva battere e quindi quello verso cui ci si voleva riconoscere. E tutto questo è vero anche sotto il profilo della Sessualità.

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 08/02/2017

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Scarica TERAPIA SESSUALE SISTEMICA DI ULRICH CLEMENT e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! RIASSUNTO TERAPIA SESSUALE SISTEMICA DI ULRICH CLEMENT Riassunto INTRODUZIONE/PREMESSA/PREFAZIONE Il desiderio sessuale si organizza in un contesto socioculturale definito. La Società Postmoderna, è il risultato di un susseguirsi di rivoluzioni, in cui in sesse era chiaro li nemico contro cui si voleva combattere, come chiari erano i valori e i principi verso cui ci si voleva battere e quindi quello verso cui ci si voleva riconoscere. E tutto questo è vero anche sotto il profilo della Sessualità. La storia Moderna è passata da un potere patriarcale, ove i ruoli femminili e maschili erano ben chiari ed evidenti, in cui c’era una figura dominante, e una sottomessa, idea appoggiata oltretutto da/ad una sovrastruttura sociale in cui ci si riconosceva in questi ruoli, e li appoggiava, fino ad arrivare alla rivoluzione femminile e della sessualità, in cui si è preso possesso di nuove idee, ma dove di fatto, ancora una volta erano ben chiari i ruoli e contro cosa o chi ci si doveva battere. Oggi, si assiste alle conseguenze di quelle lotte femministe, che hanno permesso, si,una libertà sessuale e la parità dei sessi, ma ha anche provocato un’ incertezza di ruoli, e di identità, che si ripercuote anche nella vita di coppia. Il sesso, è stato svincolato da tutti quei tabù ( tralasciando quelli legati alla pedofilia,all’abuso e all’incesto) che un tempo permeavano quest’atto, è stato scardinato da quei valori legati alla generatività, al fare sesso come atto di ribellione verso un ordinamento normativo opprimente, anche i discorsi sovra individuali che davano un senso alla sessualità si sono fatti sempre più deboli, per cui manca la giustificazione contestuale a un tipo di sessualità predeterminato. D’altro canto, in quest’epoca, si può assistere a un autodeterminazione, e ad una parità sessuale, mai vista prima nella storia dell’umanità. Mai come oggi uomini e donne hanno la possibilità di vivere la loro sessualità, liberi da costrizioni, ma cosa ci facciamo di tutta questa libertà? Lo stesso autore dice “ la libertà non è caratterizzata dal tenere costantemente aperte tutte le possibilità, ma dalla possibilità di scegliere tra apertura e limite”. E difatti la conseguenza di tutta qst libertà sono i matrimoni sempre meno frequenti, o comunque ci si sposa più tardi, ma si divorzia più frequentemente, e si fanno meno figli. Perciò si assiste a un susseguirsi, durante la vita di una persona, di più relazioni, le quali sono a portata di mano, più flessibili, più individualmente adattabili. E questo vale anche per il sesso. Il sesso post moderno è sesso non vincolato da schemi di riferimento. Tutto ciò non ha solo messo fuori gioco le vecchie coordinate, ma non ne ha neppure create di nuove, la sessualità si può vivere in una variabilità di maniere, ma ci troviamo di fronte anche a una perdita di significati chiari. Il sesso non ha più un significato specifico è semplicemente sesso. Ma ci si lamenta sempre di più! La libertà non libera dalle ambivalenze, perciò si è reso necessario all’interno della coppia il crearsi delle regole, tramite una un etica della negoziazione, nella coppia viene accettato solo quello che va bene ai partners, e non si basa su una moralità esterna, ma è la coppia stessa a deciderli. Ciò può portare ad una povertà del sesso, conseguenza di un partner che pone troppi limiti, o ad un estrema creatività sessuale, ove però l’estrema libertà e molteplicità, pone anch’essa dei problemi, dovuti appunto ad una chiarezza dei ruoli, che risulta ambivalente, in cui l’uomo non è più colui che lavora e la donna non è più colei che bada ai figli e alla casa, ponendo un senso di frustrazione che si riversa nella coppia, e dove, secondo l’autore, il diritto di lamentarsi sempre più propenso verso le donne, che non verso gli uomini. Per l’autore, la libertà porta la coppia alla conflittualità, perché così ci si deresponsabilizza da essa. Perciò l’autore decide di affrontare l’estrema libertà e ambivalenza, con l’inasprire le diversità, il punto centrale è lo sviluppo dei differenti profili sessuali dei partner e la dinamica di coppia che ne deriva. 1 | Pagina funzionerà? La prospettiva della funzionalità nella terapia sessuale “classica” Nel 1970 il medico W. Masters e la psicologa Virginia Johnson presentarono i fondamenti della loro terapia sessuale, aprendo un nuovo capito della sessuologia. Tali studiosi fecero numerose ricerche in questo ambito arrivando a concepire due importanti scoperte; 1. Human sexual response cycle o HSRC : eccitamento, plateu, orgasmo, risoluzione. 2. L’orgasmo clitorideo: vaginale o clitorideo. Con queste due scoperte si è evidenziato l’essenza biologica di tutto ciò che fa parte della sessualità. Il contrasto tra sentirsi rilassati e provare l’ansia Dopo i primi studi più scientifici, in cui il loro obiettivo era indagare i processi dinamico funzionali e biologici della sessualità, il loro interesse si sposta più su un piano, “psicologico”e fisiologico, in cui si parte dal presupposto che eccitamento sessuale e ansia, si escludono a vicenda. L’ansia per gli autori sembra generarsi dalle proibizioni, e dai tabù, che la società impone(eva), sull’ansia da prestazione,per la paura di non funzionare sessualmente, di avere un eiaculazione precoce oppure di non avere un erezione, eccitamento, lubrificazione e orgasmo. Per cui gli studiosi propongono come terapia una serie di esercizi, in cui l’atto sessuale non è subito consumato, in cui non è il primario obiettivo, ma in cui si cerca di arrivare ad una situazione di relax da parte di entrambi i membri della coppia,accarezzandosi,da spogliati, in zone non necessariamente erogene, creando un graduale climax in cui i due partners raggiungono progressivamente l’eccitamento sessuale, in questa maniera si “abbassa la guardia” e possono prendere forma anche le “pulsioni sepolte” Il commiato Ben presto la teoria Masters e Johnson, perse di interesse, e si ritornò ad una cura dei problemi sessuali in maniera più strettamente medica( viagra, protesi del pene…). Ma perché? 1. Il modello è implicitamente normativo(si cerca comunque di seguire regole per il raggiungimento dell’orgasmo) limitando altri interventi in ambito terapeutico. 2. Pone troppa attenzione alla connessione inversa tra ansia e eccitamento sessuale, utile a quei trattamenti in cui le problematiche sessuali sono legate all’ansia, ma per il resto dei soggetti ciò si potrebbe tradurre in una sessualità mediocre, senza passione, la cui ansia sembra in parte legata. 3. Sottovaluta il peso delle aspettative e del desiderio sessuale, perciò mal si adatta a quelle patologie legate al desiderio sessuale. 4. La pratica clinica risulta essere faticosa, legata agli esercizi, e allo scopo, una buona sessualità viene misurata a seconda dei traguardi raggiunti. Finché si ragiona così, ovvero il paradigma funzionalista dominerà la scena della terapia, con l’idea che il buon sesso sia tale solo se ben funzionante, non si potrà fare nessun passo avanti. Il paradigma funzionalista viene sostenuto dal concetto della reciprocità tra i partner e dalla relativizzazione delle loro differenze. Dalla funzione al piacere 2 | Pagina Il modello del deficit ritiene che nella coppia con disfunzioni sessuali, ci sia sempre un elemento che è più deficitario dell’altro e su quello bisogna intervenire. Così l’altro partner si pone come esterno, come colui che aspetta di essere soddisfatto, ma il più del lavoro lo fa il compagno con il deficit. In questo modo il compagno sano si deresponsabilizza dal problema coppia, incolpando il partner, volontariamente o meno, di avere un problema, che rende la coppia non soddisfacente sotto il piano sessuale, come a dire “ la colpa di una vita sessuale deludente non è mia ma di chi non mi soddisfa, e di chi ha il deficit”. Perciò questo modello oltretutto veste da agnello i lupi, ovvero discolpa il partner sano, che però usa la sua aggressività celata verso il partner,che si nasconde dietro l’idea di “non poter fare”, “non sta a lui/lei”. Ciò fa capire i limiti di questo modello. NON viene affrontato il nucleo del dramma uomo-donna, i terapeuti che rimangono entro questo modello impoveriscono la sessualità e la dinamica di coppia. Infatti per Clement, la terapia di coppia deve estrarre le potenzialità dei partners, deve cioè centrarsi sulle risorse e non sui deficit, sennò si rischia di finire la terapeuta giungendo ad un frustrante compromesso di accettazione del problema. Exursus: il meccanismo di auto mantenimento dell’ansia da prestazione Le classiche terapie sessuali, vedono nel meccanismo di auto mantenimento dell’ansia da prestazione il fattore causale e di mantenimento dei sintomi. Che s’è? Meccanismo di mantenimento da prestazione: Implica l’ansia da prestazione per l’atto sessuale che generalmente produce l’evento temuto, perciò un fallimento dell’atto sessuale. Clement critica la visione maschilista di questo concetto, che oltre tutto trova un senso solo in una descrizione funzionalistica del processo sessuale, se funziona è normale, altrimenti no. Inoltre implica un concetto di potere, come se la mente governasse il pene, e che qst ultimo non risponde, e perciò il soggetto risulta impotente, e quindi a nulla serve volere. I disturbi dell’erezione letti in questa prospettiva implicano un atto di impotenza. Se si sposta il sistema di riferimento da “io posso” al “io voglio”, si annulla la dissociazione, il non potere assume ora un altro significato, perché la potenza intesa come volere sessuale, è indipendente dall’esperienza parziale dell’erezione. L’uomo che vuole e desidera può accettare di avere un disturbo dell’erezione, senza che si rifletta negativamente sulla sua virilità. Uno disturbo dell’erezione è un dato di fatto, l’impotenza è il significato o meno che può essere attribuito a una tale situazione. Il processo terapeutico per Clement ha come punto centrale il desiderio. Ragionando così invece di porre come elemento centrale l’ansia da prestazione inquadrando il problema da “problema-vittima” a “soluzione- vittima”, la vive sotto un ottica attiva, dove il “problema-vittima”(in quanto il soggetto si percepisce come tale), passa a “problema-artefice”ovvero a“soluzione-artefice”, il chè vuol dire che sostituisce la non potenza con la consapevolezza di un “non volere”. Il sintomo è nascosto da un non volere. Tradotto in positivo, la visione alternativa consiste nel considerare la potenza sessuale indipendentemente dalla funzione sessuale e nel vedere la sessualità nell’ambito del volere autodeterminato e delle decisioni. Si apre così un nuovo paradigma sessuale, la TERAPIA DEL DESIDERIO. cap 2 LA TERAPIA SESSUALE COME TERAPIA DI COPPIA DEL DESIDERIO Il termine desiderio sessuale è un concetto non ancora bene definito all’interno della letteratura scientifica. Lavine lo descrive come “La risultante di tutte le forze che ci spingono all’atto sessuale e che da esso ci allontanano” Schnarch definendolo come l’elemento chiave della relazione di coppia,la mancanza di questo non implica solo una mancata comunicazione ma è un segnale che manca qlc che è fondamentale per la coppia. Clement, preferisce utilizzare la propria lingua e il termine, Begehren, ovvero Brama, voglia,libido,appetenza,istinto, interesse è un termine che in se racchiude tutti questi significati. 5 | Pagina Occorre però porre delle distinzioni al significato di qst termine Desiderio sessuale contro desiderio di una persona Desiderio sessuale: Non è monogamo, ma si concentra su un oggetto in maniera variabile e dipendente dal contesto. Desiderio di una persona: Non si limita alla sola interazione sessuale, ma va oltre. Può voler dire sia avere una voglia matta di fare sesso con lui, sia di ammirarlo per quello che fa, come lo fa. È una differenziazione che già Freud ci fa tra “meta della pulsione” e “ oggetto della pulsione”. Nei disturbi della sfera sessuale bisogna quindi distinguere queste due prospettive, ovvero se il cliente mostra un completo disinteresse per il sesso o per il partner. Desiderio della “pienezza” contro il desiderio del “senso di vuoto” È una differenziazione adottata da Schnarch e comporta una differenza della motivazione estremamente rilevante dal punto di vista psicologico. Con il desiderio che nasce con il senso di vuoto la sessualità diventa funzionalmente indirizzata al bisogno di essere importante per l’altro, di evitare la solitudine e la frustrazione. E’ evidente la natura compensatoria, che deriva dal desiderio di essere amati. Mentre il desiderio che deriva dalla pienezza per il partner comporta il voler desiderare. L’intenzionalità è la libera volontà sono ingredienti centrali. Desiderio del sesso contro desiderio nel sesso Il desiderio di sesso è un andare verso qualcosa, implica la ricerca di possibilità sessuali, partner, situazioni. Questo desiderio del sesso si perpetua, e non implica necessariamente l’eccitamento sessuale, precede il sesso come una promessa di soddisfacimento. Il desiderio nel sesso, è un esperienza che si svolge nel presente, come una situazione emozionale del Sé, nel doing it. E’ una distinzione tra l’essere in se stessi nelle due situazioni. Chi è affetto da dipendenza sessuale desidera il sesso ma non lo vive mai nella pianezza che lo soddisfi. 1. La terapia sessuale come terapia di coppia del desiderio considera centrale lo sviluppo sessuale, non la funzione sessuale dei due partner. Questa terapia non vuole minimizzare determinati sintomi funzionali,ma facilita l’apertura al desiderio sessuale e alle aspettative sessuali di entrambi i partner. Questa concezione colloca la sessualità a una più profonda connessione con la storia personale e di coppia. In questo caso con “sviluppo erotico” si allude all’apertura di possibilità di crescere come uomo o come donna in una o più relazioni con il partner. Lo sviluppo dell’identità sessuale maschile e femminile non si chiude nel momento in cui si entra nell’età adulta, ma procede oltre. Sono persone che non pongono limiti al loro sviluppo sessuale, mostrano il loro erotismo in base alle proprie peculiarità. Pertanto, in questa interpretazione dello sviluppo erotico non è in causa ciò che uno fa o può fare, ma chi lui/lei sia in quanto essere dotato di sessualità. Ciò stimola nei pazienti un processo di ricerca orientato alle risorse, offre una scappatoia dal semplice sintomo, e di scappare dall’autosuggestione indotta dal sintomo che si vive. Ma come si manifesta il potenziale erotico di un cliente che abbia problemi sessuali e che senta limitata la propria sessualità? Esempio coppia “i signori I”PAG 47 2. La terapia di coppia del desiderio abbandona la differenziazione che si basa sul deficit tra “potere-non potere” a favore della differenzazione “volere-non volere” Il pazienti inizialmente non sanno bene definire quello che vogliono, gli scopi che vogliono raggiungere. Per cui risulta necessario fare un’accurata analisi delle aspettative. Solo quando pazienti e tarpeuti si sono perfettamente intesi sul fatto di far parte dello stesso gioco, allora può iniziarla terapia, verso un processo di 6 | Pagina cambiamento non sempre prevedibile. Sul piano della concezione del disturbo si abbandona la lettura del sintomo basata sul deficit, come è quella del paradigma funzionalista. Dal “non potere” al “volere diversamente” Il sintomo potrebbe essere l’indicativo di un “non volere” ovvero, nasconde in esso un adattamento del soggetto ad una determinata situazione che si traduce come sintomo. In quest’ottica un eiaculazione precoce potrebbe essere sintomatico di un voler regolare una vicinanza, perciò in questo caso il sintomo potrebbe essere una risorsa. La scelta di una delle due prospettive – sintomo come mancanza o sintomo come risorsa- comporta anche la scelta tra due diverse operazioni logiche; la negazione attiva o passiva. Negazione attiva e passiva Negazione passiva: è il rifiuto di un affermazione senza che ne sia fatta una posizione alternativa. Per es “non sono d’accordo”, “non posso farlo”. Nella negazione passiva del desiderio, implica una concezione unidimensionale, che va da “mancanza di desiderio” a “ estremamente carico di desiderio”. Bisogna richiamare correlati corrispondenti alla mancanza di desiderio( deficit ormonali, malattie…ecc) . Se si parte da qui bisogna fare trattamenti che si basano sulla possibilità di imparare, e sul’esercizio. Negazione attiva: quando viene espresso il contrario di un affermazione. “Voglio qlc di diverso…ovvero…” Nella Negazione attiva del desiderio, c’è un corrispettivo un idea di qlc che si vorrebbe come diverso, che può essere agonista( un tipo di desiderio) o una dimensione antagonista(un altro tipo di desiderio, di una negazione attival’odio…). Se si parte da qua da un desiderio elaborato ma contraddittorio si avvia un trattamento dall’esperienza del paziente, e della coppia. Interpretare un disturbo in un ottica attiva o passiva, non comporta solo conseguenze diagnostiche, ma anche terapeutiche. 3. La differenza sessuale dei partner, ovvero il campo di tensione tra sessualità individuale di un partner e la sessualità di coppia, su cui la coppia si è accordata, caratterizza la dinamica centrale del desiderio sessuale Secondo l’autore la sessualità, non può essere intesa come parte ed espressione di una relazione di coppia, o allo stesso modo non può la sessualità della coppia essere ricondotta alla qualità della relazione tra i due partners, diventando i disturbi sessuali dei disturbi della coppia. Se così fosse, l’intervento terapeutico curerebbero i disturbi sessuali primariamente attraverso interventi sul piano del comportamento dei sogg della coppia. Ma l’ipotesi che la sessualità sia riconducibile alla relazione, e che la dinamica sessuale sia spiegabile attraverso la dinamica di coppia, dà di per sé pochi frutti, dal punto di vista sessuale e non è corretta dal punto di vista pratico e teorico. Ci sono casi di coppie che usano violenza nella loro relazione, e che nonostante tutto praticano molto sesso, (come annullamento reattivo della violenza), o coppie stabili ma con problemi nella sfera della sessualità. Non è possibile capire i disturbi sessuali solo dalla dinamica di coppia,il buon sesso ha solo in parte a che fare con una buona relazione. Il desiderio sessuale segue una sua logica che non ricade in quella del legame di coppia. Desiderio sessuale e legame di coppia sono due processi qualitativamente distinti. Generalmente sono i partner che trovano modi di versi di armonizzare il loro desiderio sessuale. Secondo Mary ci sono diversi modi di amare per vivere; 1. Relazioni di compromesso, con restrizioni sessuali ma che va bene alla coppia, perché essa è più importante 2. Relazioni distanziate, con alto grado di autonomia nella coppia 3. Relazioni seriali, ovvero fortemente passionali 4. Relazioni parallele, non monogame 7 | Pagina Si può fare una distinzione tra • ex comunicazione attiva: ovvero i divieti, quello che nemmeno può essere detto, come i tabù, per paura di una conseguenza negativa, e può essere ovvio, o possono essere frutto do una decisione condivisa tra i due partners. Può essere stabilita anche con una meta comunicazione ( ci risparmiamo questo, entrambi lo sappiamo ma non ne parliamo) • Ex comunicazione passiva: tutto ciò che non entra nella comunicazione perché non è interessante o sono inconsueti, per cui è superfluo dirselo. La ex comunicazione può avvenire consapevolmente o inconsapevolmente, come può accadere per quei contenuti che si ritengono offensivi per il partner. Cultura di coppia In ogni relazione di coppia si sviluppa anche una cultura di coppia. Con questa i partner creano dei copioni su cui basano i loro comportamenti, come incontrarsi sessualmente, i segnali di avvio e quelli di stop del rapporto sessuale. Ma anche su cosa sia un buon sesso o uno cattivo, su cosa li stimola, o no, cosa è legittimo e cosa no, come impostare i loro incontri sessuali, o in quale cornice sessuale fare sesso. Ogni coppia sviluppa le proprie personali e particolari sfumature. La cultura è la cornice in cui i nostri comportamenti acquistano un loro significato, perciò ogni coppia attribuisce al suo erotismo una forma personale. Jurg Willi, psicoterapeuta ecologista, ha introdotto la metafora di “nicchia”, per descrivere la cultura di coppia. La nicchia comprende sia i contesti fisici, come la dimora, che la rete delle relazioni, è un ambiente che la coppia trasforma in continuazione, mette del suo, crea la propria storia un proprio vissuto e ciò sancisce l’inizio di una relazione vera e propria. La storia sino a qui costruita, lascerà delle tracce anche nelle relazioni future. Il significato del rapporto sessuale nella cultura di coppia Michel Bozon ritiene che la sessualità di coppia è come un rituale di interazione. E’ un atto ripetitivo con cui si celebra di volta in volta un legame tra i partner, è un’azione simbolica pregna di significato, che confermano la solidità del loro rapporto e legame, ribadiscono la certezza che avranno un futuro. Questo da un significato differente ai problemi sessuali, viene chiamato in causa il significato del rituale stesso, e perciò della relazione. La non disponibilità al sesso viene interpretata dal partner come fuga dal significato simbolico, e i disturbi sessuali, del desiderio, possono essere letti come una possibile minaccia di qst continuità. Come si comportano i partner di fronte alla minaccia? I partner reagiscono rapidamente a questa minaccia, se vedono messa in percolo la coesione della loro relazione di coppia, soprattutto se è messa in gioco l’esclusività, l’unicità e la stabilità della coppia. Le coppie regolano le differenze nel desiderio sessuale dei due partner in modo da evitare l’ansia e facendo si che entrambi si sentano protetti, mettendo in atto due meccanismi; • La soluzione complementare: Entrambi sono d’accordo nel creare un sintomo sessuale. Perciò evitano l’ansia da sesso, trovando un sintomo, che generalmente si presenta in un partner che si immola a tale scopo. • La soluzione simmetrica: la coppia minimizza le differenze, affermando che non esistono, si accontentano del minimo comun denominatore nella loro rapporto sessuale, minimizzando l’ansia , ma incrementando la noia sessuale. Riguardo e aspettative reciproche: come si costituisce il “minimo comun denominatore” sessuale Formalmente esistono due modalità per rapportarsi alle differenze sessuali tra i partner; • una che le esclude : se si escludono le differenze sessuali, si creano recriminazioni e insoddisfazione nel rapporto, ci si accontenta solo di ciò che si accetta di comune accordo, ma ci 10 | Pagina si dimentica che si è due persone sessuali differenti. Ela differenza viene patologizzata, recriminata come un atto di egoismo. Se si escludono certi desideri prima o poi non verranno nemmeno più desiderati. • una che le include: Se si includono le differenze nel rapporto sessuale si crea una comunicazione un confronto, se si accetta la differenza il conflitto cesserebbe, anche se risulta più difficile. Durante il rapporto chi comunica un “no”, ha più peso di un “Si”, quindi chi desidera evitare di fare qualcosa,riesce a farlo più facilmente di chi vuole fare qualcosa. Perciò la coppia per venirsi in contro, e mostrarsi premuroso verso il partner decidono di optare per il sesso del minimo comun denominatore, fino dove vogliamo, o presumiamo di volere, mettiamo il limite. Ciò però crea una effetto di sedazione della coppia, che ammortizza l’eros, a tal punto che, ciò che non è contemplato risulta escluso per sempre. Si crea una sorte di riguardo anticipato, che progressivamente porta ad escludere dal sesso determinate cose (pag 73). Così si rischia di avere tutte le buone intensioni, ma di fatto si è infelici. Il concetto di differenziazione di David Schnarch Differenziarsi significa bilanciare due forze vitali: • il bisogno di individualità • il bisogno di vicinanza la differenziazione è la capacità di mantenere il senso di Sé quando si è emotivamente e/o fisicamente vicino agli altri, specialmente quando diventano importanti. Chi è differenziato può essere d’accordo con il proprio partner senza avere l’impressione di perdere se stesso e può anche essere in disaccordo senza sentirsi amareggiato o estraneo. Chi è differenziato non deve prendere le distanze per poter mantenere il senso del proprio Sé. E’ una competenza per riuscire a gestire le relazioni con le persone vicine, che si manifesta nella gestione dell’ansia che può essere provocata sia dalla distanza, sia dalla vicinanza. L’idea di differenziazione di S. sono 5: 1. un sé auto consapevole, che permette di stare vicino agli altri 2. un sé permeabile, che si riferisce ad altri ma non si lascia definire da altri 3. la capacità di regolare la propria ansia, senza manipolare il partner per arrivare a tranquillizzarsi. 4. Non lasciarsi manipolare dall’ansia del partner, pur non essendo indifferenti 5. Tollerare il dolore che lo sviluppo personale comporta La fusione emotiva, invece, non definisce la mancanza di affetto, è piuttosto il risultato di un insifficente separazione che porta a una perdita di individualità. Intimità auto confermata e confermata dall’altro Schanarch, da una sua definizione di intimità. Per lui l’intimità è il confrontarsi con se stessi di fronte ad un partner emotivamente significativo, attraverso questo auto confronto si mette in discussione noi stessi. Questo processo ha due facce, ovvero l’autoconfronto come disponibilità di mostrarsi e come disponibilità di vedere il partner così come si mostra. In relazione alla reazione del p. noi possiamo avere due tipi di intimità; • Intimità confermata dall’altro ( “ti dico qlc di me ma anche te dovresti dirmi qlc di te,” la reciprocità e l’empatia conferma il nostro rapporto). • Intimità confermata da se stessi (“non devi essere d’accordo con quello che ti dico, devi sapere chi sono io”, viene favorita la differenziazione con il partner. Nel dettaglio… Intimità confermata dall’altro: il suo principio formale è la retroazione negativa Si cerca di adattarsi alle necessità e ai bisogni dell’altro creando nella relazione una sorta di omeostasi, che si prova a mantenere tale, questa intimità crea i partner dipendenti, l’idea che si ha di sé si adegua a quella dell’altro. Questa dipendenza dall’altro porta anche a manipolarlo, una dissociazione tra quella parte del mio sé che voglio tenere nascoste, prima al mio partner poi successivamente anche a se stessi. Intimità auto confermata: 11 | Pagina il suo principio attivo è l’assenza di retroazione negativa. Si mette costantemente in pericolo l’omeostasi della coppia, mettendo in discussione accordi e regole, permettendo che il sistema si strutturi in modo nuovo. Può interrompere un pattern comunicativo che conferma un circolo vizioso che stabilizza i sintomi, si spalancano così nuove possibilità di azione. Può minacciare la sicurezza della relazione in quando si infrangono le regole su come essere coppia, e ciò crea insicurezza. Tipo di intimità legato al livello di differenziazione Differenziazione debole Differenziazione forte Intimità confermata dall’altro Intimità auto confermata L’ansia è vissuta come minaccia L’ansia può essere associata alla passione Ridotta capacità di sostenere l’intimità Elevata capacità di sostenere l’intimità La diversità del partner è controllata attraverso l’aspettativa di armonia La diversità del partner viene considerata arricchente Esempio coppia SIGNORI A (pag 79). Riguardo e differenziazione. Abstract I signori A. sono una coppia, che come descritto precedentemente, non hanno più rapporti da molto tempo, lui vuole assecondare a tutti i costi i desideri sessuali della moglie, lei lo pone in una posizione di ambiguità, vorrebbe fare sesso ma non con lui, vorrebbe fare sesso , a patto che venga rispettata, ma nello stesso tempo vorrebbe che lui insistesse per farlo. Come prima fase il terapeuta propone l’analisi delle differenze erotiche, in cui la donna sembra ben disposta, e la seduta successiva riporta il suo “minimo modo per abbandonarsi”, che consisteva nello stare nuda con il partner accanto e lui che le poggia una mano sul ventre. Dall’altra parte il marito, che aveva il compito di pensare alla”minima prevaricazione immaginabile” elude il compito, non svolgendolo e fraintendendolo, dicendo di non aver pensato a niente che potesse piacere alla sua donna. La volta dopo mettono in pratica il pensiero della moglie e lui l’ha accarezzata, creando fastidio alla moglie, giustificandosi che aveva capito quello che lui voleva, ma che come al solito lei si è rifiutata. Ora si evince come si sia creata una certa complicità tra terapeuta e la donna, fatto che può riversarsi contro il marito. Per cui il terapeuta decide di spostare l’attenzione alla vita sessuale del marito, esplicitandolo ai suoi clienti, anche per uscire da quell’alone di ambiguità che rappresenta il loro soddisfacimento sessuale. Da a loro il compito di elaborare il loro scenario sessuale ideale. Lui racconta che decide di fare sesso con la moglie e che lei acconsente subito, dopo di che lei chiede a lui se vuole provare tutte le pratiche sessuali possibili ma con una donna più giovane di lui ( quindi i suoi desideri sono ancora ancorati alla reazione della moglie). Il terapeuta insiste su questo punto, giusto per vedere come lui riesce a discostarsi dal fantasma della moglie. L’uomo si mostra sempre più disponibile, in più il t. decide di proporre una variante dell’esercizio, ovvero di raccontare a casa, alla moglie cosa farebbe con un ragazza più giovane a livello sessuale. La moglie obietta ritenendo che si sta dando troppa importanza alla sessualità del marito. La volta dopo lo fanno, ritengono che sia stata una cosa importante, ma al solito poco soddisfacente. Il loro confronto in terapia su qst argomento crea tensione, lui ritiene che non aveva voglia, ma che lo ha fatto per lei. Questo crea molto turbamento. Si rompe il circuito interattivo del riguardo reciproco. Si susseguono delle sedute in cui lui abbandona ogni iniziativa sessuale, lui e chiuso e lei non sopporta questo suo atteggiamento. Il t, assegna alla coppia un altro compito in cui devono rappresentare su un grafico l’andamento della loro storia, anche sessuale nel tempo. Nel grafico di entrambi si evince un iniziale innalzamento graduale, poi un momento di stallo e un declino. Nell’uomo però emerge alla fine un innalzamento. La donna si mostra infastidita. Lui risponde che ora che non fa tentativi, ha imparato a non raggiungerla assolutamente. (primo step della differenziazione). Nelle altre sedute dicono di sentirsi vicini, di essersi confrontati. Allora il t, propone un ultimo “esercizio” in cui entrambi si devono impegnare in un rituale in cui lui è passivo e lei lo deve sedurre. 12 | Pagina • Il mito dell’incapacità sessuale : Deriva dalla scienza, ovvero da una visione puramente funzionalista del corpo umano, per cui se una data cosa funziona, allora sei capace di svolgerla, altrimenti no e si ha bisogno di sostegni quali pasticche, farmaci e operazioni. La mente diventa schiava del corpo, per cui si diventa impotenti di fronte a ciò che il nostro corpo ci limita a fare, annullando la considerazione alternativa del “volere” e del “ non volere”. Questo mito ha perciò una funzione limitante, non solo perché è opinabile che orgasmo ed eccitamento siano le uniche possibilità attraverso cui l’esperienza sessuale si realizza, ma perché si focalizza senza via di usciate su quello “ che si può” fare in campo sessuale, senza prendere in considerazione il concetto di volere legato alla sessualità. • Il mito della sessualità giovane e dell’età deprimente: Secondo cui, in giovane età il sesso sarebbe più fiorente e soddisfacente, di quanto non lo è in età più avanzata, dove diventa più problematico. È appunto un mito. Come afferma David Schnarch, l’ esperienza ha una grande importanza nel rapporto sessuale, e dichiara che il punto più alto dello sviluppo del potenziale erotico è il quinto decennio di vita. • Il mito “il sesso (deve) è divertente”: è una concezione semplicistica della vita sessuale. Il sesso non è solo questo, ma racchiude anche una serie di emozioni, sensazioni, anche fisiche, che possono risultare sgradevoli, tal volta il sesso può essere fatto con rabbia, con risentimento, orgoglio, violenza, disperazione, noia … Il sesso cela molto di più, inoltre l’ imperativo deve essere divertente, limita ancora di più chi si accinge a fare sesso, in quanto lo condiziona mentalmente, non tenendo in considerazione quella mole di emozioni, timori, e sensazioni che si celano sotto questa esperienza. • Il mito della liberazione sessuale: Tipico della generazione sessantottina, in cui il sesso per chi ha vissuto quegli anni ha il significato simbolico di liberazione dai costumi bigotti, e perbenisti di quegli anni. Le nuove generazioni risentono meno dell’influenza di questo mito, fatto che invece condiziona ancora mentalmente uomini e donne, di quell’epoca. Cap 5 DINAMICA DI COPPIA TRA BILANCIAMENTO E SVILUPPO Le coppie in quanto sistemi viventi, sono in grado di assumere almeno due funzioni centrali: bilanciamento e sviluppo. • Bilanciamento: attraverso processi di autoregolazione raggiungono uno stato di equilibrio e rafforzano la loro coerenza. Comprende tutte quelle azioni di compromesso indispensabili e necessarie in una coppia, che implica le aspirazioni di autonomia e i desideri di comunanza e condivisione di entrambi i partner. Le aspirazioni di autonomia, creano un confine nel sistema, indica la capacità del singolo di sapersi delimitare dal partner. I desideri di comunanza creano nella coppia, il contatto con l’altro e la realizzazione di attività e progetti comuni. I partners stanno continuamente in un equilibrio tra queste due componenti, tal volta entrando in conflitto. La funzione di bilanciamento viene messa in crisi, quando i processi contrari non possono più autoregolarsi, ovvero quanto la spinta di autonomia è minacciata da quella di fusione, o quella di comunanza, sono minacciate da eccessive mire di dissociazione e indipendenza di uno dei due partner. In terapia è opportuno chiedersi, se la coppia stia in un equilibrio stabile, o se stia avviando verso uno squilibrio, che potrebbe generare seri conflitti. La funzione del bilanciamento governa processi reversibili, ovvero i conflitti possono essere recuperati, e aggiustati. • Sviluppo: sono in grado di cambiare la loro struttura e raggiungere una nuova condizione. Si esplica attraverso due processi antitetici, il cambiamento e la rottura. Il cambiamento, e quindi lo sviluppo, si crea come conseguenza di un riorganizzarsi delle regole interne, conseguenti ad un cambiamento 15 | Pagina importante, come può essere la nascita di un figlio, la perdita di un lavoro, o un cambiamento legato alla persona, un conflitto interno risolto, la coppia si può così concedere nuovi contenuti di vita. All’altro estremo, si osserva nelle coppie che si separano, in quanto le possibilità di autoregolazione si esauriscono, e la crisi testimonia il momento di passaggio in cui si cerca di distaccarsi dal vecchio, ma ancora non si sono create le basi per il nuovo. Ogni crisi nasconde in sé la minaccia di una separazione. La funzione di sviluppo governa processi irreversibili, segue un’ unica direzione, anche nel caso di un ripensamento, tanto è avvenuto un cambiamento, per cui non si è più nella situazione di prima. Dinamica del conflitto e modello di soluzione sull’asse del bilanciamento Il modello di soluzione sull’asse del bilanciamento, è caratterizzato da interazioni complementari, senza le quali non sarebbe possibile la regolazione quotidiana delle relazioni di coppia. Esse sono bilanciate da retroazione negativa, ovvero sono movimenti contrari ma che portano ad una soluzione, sono flessibili. Hans non si lamenta più. Comportamenti come lo scusarsi, il venirsi in contro, il cedere, il pentirsi, il consolare e l’incoraggiare fanno arte della retroazione negative. Questi circuiti sono funzionali se possono essere attivati e disattivati, in base alle circostanze e alle situazioni. Le caratteristiche stabilizzanti e funzionali di questo sistema sono date dal loro presentarsi nel momento del bisogno. Se l’interazione Hans-Anna, diventa un modello fisso rigido e ripetitivo abbiamo un modello di retroazione positivo, per cui questo non fa altro che incrementare tensione e conflitti. Per risolverlo bisogna interromperlo, far posto ad alternative comportamentali e di significato. Dinamica del conflitto e modello della soluzione sull’asse dello sviluppo Il modello di soluzione dell’asse dello sviluppo, tende a presentarsi con una frequenza e una repentinità inferiore a quello descritto in precedenza, implicano cambiamenti più lenti, e conseguenti a condizioni di tensione di una coppia, in cui le vecchie regole non bastano più a sostenere il sistema coppia e si rende conto che il loro “bilanciamento” non funziona più e si trovano costretti a prendere una decisione drastica: -trasformazione O -separazione 16 | Pagina Retroazione negativa complementare: avviene un bilanciamento. Processo di retroazione positiva, escalation i cui aumenta la tensione. Passaggi di sviluppo-bilanciamento La trasformazione strutturale all’interno della coppia genera ansia. È questo il motivo per cui le coppie cercano di evitarla e si sforzano di mantenere la struttura esistente con grande dispendio di energie e con grandi sofferenze. In questo contesto i sintomi possono stabilizzare la coppia secondo un principio conservativo, per impedire, appunto, un cambiamento. Così anche per i sintomi sessuali, in cui consolidano la struttura di coppia, ed essa consolida il sintomo. I sintomi all’interno di una coppia possono essere passeggeri, ed è perciò che bisogna intervenire perché qst non si cronicizzino. La coppia può sviluppare una collusione sessuale, in cui i sintomi non sono più valutati a livelli intraindividuale ma interindividuale, in cui le posizioni tendono ad influenzarsi reciprocamente e poi tenderanno ad polarizzarsi in opposizioni interindividuali. In un conflitto strutturato in questa maniera si può distinguere una posizione progressiva, da una regressiva. La collusione sessuale comportamento punteggiatura sofferenza Comportamento delegato Posizione sessuale progressiva Mostra interesse sessuale , è attivo fa pressione Fa pressione perché l’altro si rifiuta Si sente rifiutato Comportamento recettivo, lasciar fare l’altro Posizione sessuale regressiva Non mostra interesse sessuale, è passivo, senza desiderio, respinge Si nega perché l’altro fa pressione Si sente forzato Comportamento attivo, corteggiare l’altro Si nota come la reazione di uno influenzi inevitabilmente la reazione dell’altro. Il partner in posizione progressiva definisce il disturbo I partner generalmente sono d’accordo nel considerare come paziente colui che sta nella posizione regressiva , quindi come colui che manca la “salute sessuale”. Comunque quest’ultimo può in qualsiasi momento della terapia e della relazione, assumere la posizione progressiva, accusando il partner di non aver “riguardo” nei suoi confronti, o viceversa per es insultando l’uomo di essere un “maschilista”. Il no ha più potere del si Nella nostra società, è necessaria l’approvazione di entrambi i partner per poter arrivare ad avere un amplesso sessuale. All’opposto, il “no”, di un partner è sufficiente per impedire l’attività sessuale. Questo 17 | Pagina Posizione progressivaregressiva cambiamento, in quanto si considerano solo gli obiettivi per una “buona” sessualità, e non si favorisce il cambiamento verso quel sogg. in cui la buona sessualità è il problema e non la soluzione. Possibilità multiple: l’altro lato dei buoni obiettivi Intervenire in terapia in maniera patetica, vuol dire movimentare la partecipazione emotiva, e perciò sollecitare la serietà nelle decisioni morali,allude ad univoche certezze emotive e morali. La terapia sessuale classica è patetica. Scopo gli esercizi servono a questo Obiettivo patetico Aiutare il partner a riconoscere le proprie emozioni. Riconoscere le proprie emozioni è cosa buona. Parlare in modo ironico prende le distanze dai moti emotivi, favorisce la pluralità dei significati, relativizza ciò che appare ovvio, anche le ovvietà di tipo morale. La terapia sessuale moderna dovrebbe considerare pathos e ironia principi di pari valore e collegati uno all’altro nella formulazione degli obiettivi e nella costruzione del processo terapeutico, che garantisce un humor empatico e neutrale, mantenendo un equilibrio tra vicinanza emotiva e la distanza dell’analisi. Scopo esercizio Obiettivo patetico Ironia dell’obiettivo (svantaggi del raggiungimento dello scopo) Aiutare il partner a riconoscere le proprie emozioni Riconoscere le proprie emozioni è cosa giusta Se percepisco le mie emozioni, potrei sentirmi obbligato a comunicarle al mio partner, nonostante le voglia tenere per me, perché, ho paura della sua reazione. Neutralità e ambivalenza Perciò è importante ribadire il concetto che il terapeuta deve essere neutrale riguardo alle due facce ambivalenti della sessualità quella “perversa”(che in terapia classica viene patologizzata) e quella “per bene”, se così non fanno contribuiscono a perpetuare quell’insoddisfazione sessuale per cui i pazienti sono giunti in terapia, escludono un aspetto esperienziale della sessualità importante e non svolgendo quindi una funzione terapeutica, ma educazionale! Il motto della neutralità terapeutica è: pari diritto per tutte e due le fantasie! Pluralità di significati e univocità Formulare degli obiettivi non sempre aiuta ad uscire da una situazione problematica. Il terapeuta, infatti, deve essere abile a cogliere ed ad esplicare, anche l’altro lato degli obiettivi ovvero il prezzo del cambiamento. Questo presuppone la capacità di spostarsi da una definizione degli obiettivi basata su una visione multipla a una basata su una visione univoca e viceversa. Dall’univocità alla pluralità dei significati: Gli obiettivi definiti solo al “positivo” sono univoci, sarebbe più opportuna una visione multipla. • Fare chiarezza sulla classificazione diagnostica, ovvero la sessualità non solo vista come un sintomo patologico (DSM-ICD) ma come un sintomo che emerge da un contesto interazionale, culturale. Ciò può destabilizzare la coppia, che nascondeva il loro disturbi sessuali, patologizzandoli. • Relativizzare l’obbiettivo di una soddisfazione sessuale. La pluralità di significati consiste nel considerare che il soddisfacimento sessuale possa avere una minore priorità rispetto ad altri valori. • Relativizzare la funzione sessuale (human sexual response cycle). Perciò si tollera l’ambiguità rispetto all’appagamento o all’assenza di contraddizione. Dalla pluralità di significati all’univocità: Ci sono situazioni nell’ambito della sessualità scarsamente definite, che sarebbe meglio che fossero più chiare. Vale soprattutto per i comportamenti ambivalenti, che ostacolano il soddisfacimento sessuale. Come: 20 | Pagina • L’ambiguità con se stessi: “non so cosa voglio nella sessualità”, che può portare ad un improduttivo accordo aperto sugli obiettivi (“vediamo che succede se..”), e portare la terapia in modo che il terapeuta diventi un collaboratore dell’ambiguità. • Ambivalente motivazione alla terapia, in cui uno dei partner è poco convinto ella terapia. In questo risulta più utile andare verso l’univocità intesa come impegno. Il confronto con l’univocità e la pluralità dei significati e dei comportamenti è un momento decisivo della conduzione del processo terapeutico anche nelle fasi successive. È importante che il terapeuta posa andare in entrambe le direzioni. Gli obiettivi della terapia dovrebbero quindi: ♦ Essere concreti e rapportati al comportamento: deve essere ipotizzabile ad esplicativo chi fa diversamente, come… ♦ Essere formulati in senso positivo, ovvero verso una risoluzione del problema essere formulati in modo tale che raggiungere l’obiettivo resti nella sfera di influenza del cliente. (Deshazer ) La buona formulazione degli obiettivi serve a saggiare quanto il cliente si impegna e si responsabilizza riguardo al cambiamento e come catalizzatore per l’alleanza terapeutica. Problemi nella definizione delle aspettative I partner sono raramente d’accordo su che cosa aspettarsi da una terapia. E generalmente pretendono che il terapeuta li aiuti a far valere la propria posizione rispetto quella del partner, magari aiutando a modificare quei comportamenti del compagno che generano disagio, e conflittualità. Però il terapeuta, come già detto deve mantenere una posizione di neutralità, per cui non può prendere le parti ne dell’una dell’altro, e ciò risulta ancora più complicato se si presenta in terapia una situazione in cui entrambi i soggetti della coppia hanno delle aspettative sulla terapia opposti: Lei: “Mio marito mi ha tradito. Voglio sapere le motivazioni del suo gesto, e che cosa non vada nella nostra relazione. Una terapia approfondita.” Lui: “per me no ha significato niente … basta che capisce questo, può essere anche una cosa breve. Per me nemmeno si doveva andare in terapia!” Il terapeuta si trova due aspettative verso la terapia opposte. Per cui, che fare? Bisogna prendere in esame un numero di possibilità maggiore delle due alternative, opposte. Invece di un angusta visone del problema come “o questo o quello” riformuliamolo come un “ sia questo che quello” o “ne questo ne quello”, in modo da non cadere in opposizione o prendere le difese con nessuno dei due partner. Nel qual caso si potrebbe fare un ragionamento tipo “ sia questo sia quello”, ovvero chiedendosi “cosa hanno in comune le due richieste dei coniugi?” -entrambi vogliono portare avanti la relazione -entrambi vogliono arrivare a una lettura comune dell’infedeltà dell’uomo -entrambi non hanno trovato ancora una risposta Esempio caso signori Y pag 129-30-31 Opposti mandati A Individuare le antitesi che, dal punto di vista del partner, risultano inconciliabili Lei: attribuisce un grosso significato al tradimento del marito, e vuole che venga affrontata in modo approfondito con lui. Lui: le attribuisce minor significato, e preferirebbe fare come se non fosse accaduto. B Individuare le due posizioni sì cui entrambi mirano, quando la posizione dell’altro venga negata. Le posizioni si di entrambi, consistono nel voler continuare la relazione C Formulare il problema in modo tale da tenere in considerazione entrambe le posizioni-sì, in modo tale da vedere la terapia in una prospettiva di miglioramento, non solo per limitare un danno. La terapia viene definita come un opportunità di andare verso un futuro positivamente definito, partendo dal dissidio sul significato di quello che è accaduto in passato. Con questa definizione non ci sono perdenti. Posizione di cambiamento e non cambiamento 21 | Pagina La motivazione al cambiamento dei due partner può essere molto differente, tale che la soluzione dell’uno può risultare il problema dell’altro, detto assetto cambiamento-non-cambiamento. La posizione cambiamento enfatizza il significato del sintomo, quella del non-cambiamento la minimizza. L’arte della terapia consiste nel far si che le due posizioni abbaino pari valore, ovvero bisogna fare attenzione a non allearsi con il partner che mantiene la posizione di cambiamento per cercare, insieme a lui, di convertire il partner che, nella posizione di non-cambiamento, attribuisce meno importanza alle cose, e spingerlo verso un cambiamento che è vantaggioso anche per lui, solo che non lo sa ancora. Nell’esempio Lui collaborerà solo nel momento in cui potrà avvertire che il suo modo di vedere è tenuto in considerazione dal terapeuta. Intreccio proiettivo Si intende quando i due pazienti attendono che l’altro muova i primi passi verso di lui, entrambi mantengono la loro posizione, definendola come giusta, e per questo motivo vogliono che sia l’altro a andargli in contro e a rinunciare alla propria posizione. In questo caso il terapeuta deve attendere, senza cedere alla tentazione di tutelare il partner più debole. Esame e collocazione del terapeuta Il terapeuta durante la terapia è messo a dura prova costantemente ed egli deve dimostrare di essere in grado di contenere l’affettività che la coppia mette in gioco, di non lasciarsi andare alle imparzialità, garantendo alla coppia una cornice emotiva sicura in cui anche i sentimenti distruttivi possono essere manifestati, senza mettere in pericolo la terapia. Ciò deve avvenire in ogni momento del processo terapeutico, gia nel momento del contratto terapeutico, in cui si prepara il terreno in modo decisivo. Generalmente la coppia verifica 3 questioni, fondamentali nel costruire il triangolo terapeutico. 1. Empatia : il terapeuta riesce a immedesimarsi nella gravità della situazione? 2. Quadro d’insieme: il terapeuta è in grado di valutare la situazione? Ha spiegazioni diverse da quelle che abbiamo dato noi? 3. Padronanza: il terapeuta ha in mano la situazione? Ha la grinta giusta? I Terapeuti devono essere pronti ad accettare queste “messe alla prova”, e il fatto che(i pazienti) possono valutare, implicitamente, raramente esplicitamente,l’esperienza personale( del terapeuta) nelle relazioni. La parte dell’offerta e la parte del contratto La terapia può avere inizio solo dopo che lo psicoterapeuta ha tradotto in termini psicologici le richieste dei pazienti , li ha rielaborati in modo da poterci lavorare, e condurre una terapia, perciò inizia solamente dopo che clienti e terapeuta si sono intesi su questo, cioè che il contratto si basa sulla offerta rielaborata dal terapeuta e non sulla proposta originaria dei clienti. Contratto di impiego e contratto d’opera Il terapeuta generalmente offre un contratto d’impegno, ovvero si basa sul processo, in cui l’esecutore deve mettere a disposizione la sua competenza, indipendentemente di risultato. Al contrario il contatto d’opera si prefigge un risultato, come l’idraulico che viene chiamato per riparare un rubinetto che perde, e la sua professionalità si vede dal saper risolvere il problema. Continuità, reuptake e rielaborazione del contratto Nei contratti terapeuti possono esserci delle discontinuità, momenti in cui uno dei due partner è meno motivato dell’altro, ma questo molto probabilmente, era insito già nei primi momenti della terapia, in cui uno dei due ha iniziato la terapia come contentino al partner, o perché vuole espiare una colpa, o semplicemente come ultima spiaggia per recuperare la relazione, ma tutto ciò è retta dal un velo di scetticismo, e forse di 22 | Pagina libertà dal sintomo. L’attrattiva del non cambiamento sta nel rimanere della “zona di confort”, del conflitto tra i partner, che è conosciuto. L’abilità del terapeuta non sta nel far prendere atto i pazienti dell’ambivalenza, ma nel saperla riconoscere e tenerla da conto in modo da aprire ai clienti nuove possibilità di sviluppo. Tra queste nuove possibilità di sviluppo, abbiamo la perdita della speranza. Ovvero il ritenere che le cose si risolvano da per se, senza però di fatti prendere una decisione che sia incisiva per la coppia. Se la signora R. (dell’esempio) sta nella speranza che lui inizi a fare sesso con lei, come d’altronde non accade da molto tempo, e lui si mostra comprensivo alle sue richieste, ma non fa niente, lei può continuare ad avere speranza a vita, ma le cose andranno sempre così. Per cui che fare? La soluzione sembra proprio la rassegnazione. Nel momento in cui ci si rassegna, si fa qualcosa, ovvero si prende quella decisione che il partner non ha avuto il coraggio di prendere. Per cui o ci si lascia o si accetta! Con la rassegnazione abbandono quella posizione di “vittima della soluzione”, cioè la posizione di chi aspetta che la soluzione gli venga in contro. La rassegnazione può essere: • SPECIFICA: abbandono l’idea che la soluzione venga dal partner, per cui prendo in mano la situazione e cerco di risolverla, o relativizzo la situazione e ci convivo. • GENERICA: abbandono la speranza di una soluzione, conseguenza lascio il partner, pongo fine alla relazione. Esempio coppia pag 151-52-53 Problemi risolvibili e problemi eterni John Gottman ritiene che ci siano due classi di problemi nelle coppie che richiedono differenti soluzioni. Ci sono problemi risolvibili sono quelli in cui il conflitto non si allarga ad altri temi di vita. ES. lei si lamenta che lui guida troppo veloce, e lui le recrimina che sono partiti in ritardo. I problemi eterni si riferiscono a modelli di comportamento cronico, a cui viene attribuito un significato più grande. ES. lei si lamenta che lui guida troppo veloce, lui le recrimina che lei non si fida di lui, lei a sua volta risp che è un egoista e che non la capisce. Ulrich , elabora due tipi di vie di soluzione per i diversi tipi di problemi. Per i problemi risolvibili,propone di considerare il problema come un tutto ed esaminare le sue parti. Si procede con un’analisi causale verso il basso, cercando di arrivare ai fattori causali. Come si manifesta? Da quanto tempo c’è questo comportamento? Quando si manifesta?... Per esempio in una coppia in cui il problema è un modello comportamentale errato, basta interrompere il circolo vizioso che lo alimenta, quindi i temi di contrattazione sarebbero i comportamenti individuali di entrambi i partner. Per i problemi irrisolvibili , propone di considerare il problema come parte di un tutto più grande e solamente in questo contesto esso acquista un suo significato. Il problema è visto come parte di un contesto più ampio,di una situazione più complessa. Il focus non è incentrato sulla causa del problema, ma sulle sue conseguenze e sul suo significato, in cui risulta obbligatorio affrontare la struttura della relazione. I partner sono in grado di vivere con il problema eterno? Sono disposti a cambiare le regole della loro convivenza? Perciò la prospettiva terapeutica consiste nel cercare quella forma di alternativa comportamentale e sessuale che è possibile sviluppare. Che consistono A. La coppia è lo spazio indiscusso del sesso, solo così è possibile accettare la relazione B. Astinenza , accettare una vita insieme ma senza sesso, perché si ha paura della solitudine, o delle conseguenze di una separazione. C. Disaccoppiamento, non si rinuncia alla coppia,ma alla monogamia. Il sesso è possibile, ma con altri. D. Separazione, se le precedenti opzioni risultano impraticabili e non c’è possibilità di cambiamento. Questi elementi dovrebbero essere presi in considerazione a terapia avanzata, quando la terapia è permeata da rassegnazione, delusione, rabbia e amarezza. 25 | Pagina Dalla serietà al gioco e viceversa Le terapie non sono solo incontri che si prefiggono come risultato la soluzione di problemi personali. Entrano in gioco molti elementi, tra questi il patos e l’ironia, sono importanti è imprescindibili, per arricchire la terapia, ma anche per dargli il giusto equilibrio. I cambiamenti nella vita possono avvenire sono con una giuste dose di entrambi questi elementi. Le terapie che seguono un modello puramente patetico, rinunciano a quell’alternativa utilizzata dal metodo ironico, che consiste nel prendere in considerazione opzioni di comportamento e di pensiero in modo sperimentale e leggero, senza vincolarsi ad esse. Le terapie che non riescono ad allontanarsi dalla modalità di gioco, risultano superficiali e insoddisfacenti poiché considerano solo la prospettiva che apre delle opzioni, non quella che le chiude, cioè che porta a delle decisioni. Per condurre un buon trattamento, occorre essere competenti in entrambi gli ambiti, e quindi occorre essere seri con ciò che è serio, e in leggeri ciò che è gioco, ma bisogna anche essere in grado di mettere ironicamente in discussione la gravità con cui si presenta la situazione e di portare alla serietà delle decisioni quello che si presenta con le caratteristiche del gioco. Dalla serietà al gioco: conduzione del processo sull’asse del bilanciamento Un fattore sostanziale del provare sofferenza è la mancanza di possibilità di scelta. Le coppie chiedono aiuto quando sentono di non avere vie alternative alla loro situazione, e ciò genera sofferenza, rabbia, insofferenza per il partner. Sono rigide costruzioni di realtà che definiscono la posizione del colpevole e della vittima. I pazienti cercano appoggio dal tal terapeuta, anche quando i loro punti di vista sul problema sono differenti tra i due coniugi, portando il terapeuta ad una situazione scomoda, triangolare. Inoltre i clienti cercano dal loro curante empatia alla loro sofferenza, ovvero mettono alla prova il fatto se il terapeuta prenda seriamente la loro situazione, e naturalmente il terapeuta deve dare conferma di ciò a loro. In una cornice di “serietà” come in questo caso, occorre agire verso una prospettiva più giocosa, ovvero dare modo alla coppia di sperimentale, solo in modo fittizio delle possibilità, facendo delle domande paradossali, dove si costruisce una realtà alternativa, vaglia una possibile “collusione” con il problema senza che questa venga presa “sul serio”. Si basa sul presupposto che lo stesso cognitivista Von Foerster esplicava così: “Fai terapia in modo che il tuo cliente possa ampliare le sue possibilità di azione e avere più opinioni alternative”. Agendo così la componente “non più”viene attivata sospendendo mentalmente un elemento critico della verità attuale, scartandolo del tutto, oppure relativizzandolo. La componente “non ancora” può poi attivarsi come conseguenza di questo processo. Scopi di queste domande di possibilità sono l’ampliamento e la sperimentazione di diverse realtà che potrebbero anch’esse esistere. Bisogna però prendere in considerazione alcuni punti: 1. Le fantasie sessuali non coincidono necessariamente con i desideri. I desideri tendono a voler essere realizzati, le fantasie, tal volta estreme, non devono essere messe in pratica realmente. 2. Lo spazio delle possibilità è denso di ambivalenza: lo spazio delle possibilità può creare disagio a quei soggetti che si trovano ad esprimere le loro fantasie egoistiche e non sempre romantiche, ma rappresentano per loro “buoni desideri sessuali”. 3. Nello spazio in cui le possibilità sono comunicate è in agguato la censura. L’esprimere possibilità alternative ad alta voce, genera apprensione verso il partner che ascolta, e ci si chiede cosa qst ultimo possa pensare, e perciò possono esserci elementi non detti, per preservare la sensibilità del partner. Tale “gioco” va fermato, nel momento in cui si è raggiunto lo il massimo dell’utile ai fini della terapia. Arrivato a questo punto devono essere prese o scartate delle decisioni. Dal gioco alla serietà: il processo di conduzione sull’asse dello sviluppo La ricerca di opzioni di pensiero e di azione utilizzano la modalità del gioco è svolta in un ambito sicuro: il bilanciamento, in cui il problema ha anche una funzione di stabilizzazione, è stato fatto traballare e messo in movimento, ma non è ancora stato del tutto messo in discussione. Nel processo di gioco delle possibilità le ambivalenze, trovano un equilibrio, voglio e non-voglio. Ogni impulso è trattenuto dall’impulso opposto, sulla bilancia della non decisone. Proprio la via di fuga spalancata, la certezza di non voler decidere, ma di poter prendere in considerazione alternative non vincolanti, fa si che si possa far riferimento a modi di comportarsi o anche di sperimentare che sarebbero evitati nel concreto. Poiché sarebbero frenati dal lato opposto dell’ambivalenza. In relazione alla loro mutevolezza possono ostacolare o favorire processi di sviluppo personali o di coppia. Esse hanno un effetto conservativo, nelle situazioni che comportano una decisione rinforzano il lato del non cambiamento o della tendenza a fare marcia in dietro. Possiamo considerare due ambivalenze. • Alfa ambivalenza: mi sono deciso per qualcosa per cui avrei fatto meglio non decidermi. Qui la decisione presa non ha considerato un aspetto de desiderio che si presenta enfatizzato in fantasie incentrate sul passato. 26 | Pagina • Beta ambivalenza: Ho deciso a sfavore di qualcosa che avrei fatto meglio a decidermi. Si può ancora decidere, ma è dominante la sensazione di non aver vissuto quello che si voleva. Entrambe hanno un effetto conservativo. La persona che vive l’ambivalenza non si muove nel presente, si lamenta della propria sorte. Con ciò arriviamo a un punto decisivo, che caratterizza il passaggio sull’asse dello sviluppo: L’irreversibilità degli sviluppi. Le decisioni pongono fine all’ambivalenza, e gli sviluppi sessuali sono decisioni, in quanto senza decisioni non c’è sviluppo. Decidere è un passo di differenziazione. Decidendo, escludo altre possibilità, mantengo le mie posizioni, mi schiero, mi espongo. Decidere in ambito dello sviluppo sessuale, significa mostrare il proprio desiderio. Cap 8 INTERVENTI-GIOCO E INTERVENTI SERIETA’ La funzione base degli esercizi è quella di ampliare il desiderio sessuale, definirlo e strutturarlo. La terapia non consiste nel compensare dei deficit facendo esercizi(correggendo), ma mirano a un contato più consapevole con quello che già si ha e che si può poi sviluppare. Così possiamo considerate interventi-gioco, volti ad allargare e sperimentare la gamma di opzioni, saggiando modi alternati vidi vivere l’intimità, con la possibilità, però di ritornare al modello conosciuto. Gli interventi serietà, si concentrano sulle decisioni e quindi sulla riduzione delle opzioni e mettono fine alla sperimentazione e quindi al provare, i comportamenti sono irreversibili. Interventi-gioco prescrizione del sintomo le tecniche paradossali, possono essere interventi con un forte effetto, richiedono cura ed esercizio perché non siano sentiti come cinici, che metterebbe a rischio il legame terapeutico. • Fingere disinteresse sessuale: è utile mettere in pratica questa tecnica quando la coppia si trova nel paradosso “si spontaneo anche se non vuoi fare sesso”. Per cui si chiede alla coppia di fare sesso, in modo tale che il soggetto disinteressato si mostri ancora di più indifferente. In questo modo il compagno ha modo di captare cosa sia realistico e cosa finizione, e allo stesso tempo si viene a creare una situazione simmetrica in quanto si crea un gioco di cooperazione. Attraverso la prescrizione del sintomo si interrompe il modello del dubbio che nasce dal sospetto che il partner non provi veramente quello che dice di provare. • Dovere coniugale: indipendentemente dalla voglia di fare sesso o meno di entrambi, il terapeuta prescrive loro di unirsi, come se fosse un dovere coniugale, devono relazionarsi tra di loro in modo non creativo. Questa prescrizione può fare in modo che si assuma la “responsabilità” di interazioni che non hanno un forte potenziale erotico. Se il cliente sa come negare piacere al partner, ha anche a disposizione la possibilità di evitare questo comportamento. • Fare sesso veramente scadente: questo esercizio esige più creatività. I partner devono mostrarsi poco attraenti dal punto di vista erotico. Ciò li aiuta ad essere più sessualmente attenti l’uno all’altro. • Esercizio come se…: il principio di questo esercizio è di accentuare un parametro decisivo attraverso una direttiva artificiosa, così come non accadrebbe mai nell’interazione quotidiana. • Esercizi che sottolineano l’asimmetria: i soggetti devono mettere in pratica due situazioni asimmetriche, in cui alternativamente uno prende il posto di soggetto attivo, in cui può mettere in atto i propri desideri sessuali, mentre l’altro deve mostrarsi passivo, e viceversa. Questo è un esercizio delicato perché può subentrare il timore che il partner se ne possa approfittare e prendere il sopravvento. Anche chi si espone si trova in difficoltà, deve mettere le carte in tavola mentre l’altro non deve esporsi. • La più piccola prepotenza immaginabile e la concessione più piccola possibile: al sogg della coppia che si trovi nella posizione progressiva, si propone un interazione sessuale per lui/lei eccitante, pur 27 | Pagina relazione triadica con il terapeuta lo hanno estromesso trovando una loro stabilità oltre oltre qst triangolazione almeno temporaneamente. Dopo alcuni mesi, richiama la signora, dicendo che voleva una seduta singolarmente, e che con il marito le cose non andavano, in quanto lui le aveva confidato(iss) di aver avuto rapporti con altri uomini. Aspetti da tenere in considerazione dell’ ISS a. L’ISS è un modo per manifestare se stessi, non un appello. È un fattore che il terapeuta deve chiarire, altrimenti si rischia di rigenerare il circolo vizioso, quando invece deve essere un processo di differenziazione. Il partner che lo svela racconta qualcosa di sé. b. L’ISS mette alla prova l’autoconferma di entrambi i partner. Iss richiede un alto grado di coraggio, e di capacità di confronto, comunque è importante sottolineare che l’iss ha che vedere solo con l’autore, non con chi ascolta. Quindi il t. deve bloccare possibili commenti. c. L’iis è una fantasia , oppure un desiderio, rimane una questione aperta. Il terapeuta deve chiarire che non per forza l’iss deve configurarsi come un desiderio, ma tal volta può anche presentarsi come tale. Qualunque sia l’intendo del suo iss, quello che conta è la valutazione che se ne fa dopo lo svelamento. d. Il terapeuta ha la responsabilità di assegnare il compito, i clienti hanno la responsabilità del contenuto dell’iss e della decisione se svelarlo o meno. Ed è importante chiarirlo già dalla prima seduta. È importante ribadire che il terapeuta deve essere consapevole dell’enorme tensione emotiva, ansia può generare questo intervento, e che perciò deve essere in grado di saperla sostenere anche sul piano personale, per un risultato professionale. Analisi della biografia sessuale come bilancio intermedio La biografia influenza le esperienza e i comportamenti di ognuno di noi, e in ambito terapeutico e di coppia, sta al terapeuta capire fino a che punto sia utile e necessario andarla a spulciare e d analizzare ai fino della terapia. Molte volte non è necessario, anzi può distogliere dal fulcro del problema, magari i pazienti possono riutilizzarla in modo regressivo, per evitare il confronto con il presente e con il futuro. Dall’altra parte nel passato possono esserci ferite, vecchi conti aperti, che devono essere chiariti per poter affrontare il presente. Se si stabilisce che la differenza sessuale è elemento cruciale del processo terapeutico, ne consegue che, per la prospettiva biografica, bisogna considerare le biografie individuali dei partner e la biografia di coppia come aspetti del tutto diversi, ma anche in relazione reciproca. È importante chiarire perciò • L’andamento della relazione di coppia fino a che punto favorisce e in cosa ostacola lo sviluppo individuale del partner? • Lo sviluppo individuale dei partner fino a che punto favorisce e in cosa ostacola l’andamento della relazione? Dipende dal terapeuta come la biografia viene utilizzata e descritta in terapia. Si può connotare la biografia anche facendo un bilancio intermedio, ovvero connettere gli aspetti comuni delle due biografie per entrare in una fase successiva della relazione in modo più chiaro e consapevole. Se l’analisi della biografia viene inquadrata in questo assunto, al di là del peso di quello che è irreversibilmente accaduto essa riceve un’apertura al futuro, che può spalancare prospettive decisive. Sono state sperimentate diverse tecniche per strutturare la storia della relazione. Compiti di bilancio intermedio Consolidare e sviluppare La coppia o il singolo riceve per la seduta successiva il compito di rispondere alle seguenti domande: a. Nella sua vita sessuale che cosa è tanto importante che lei assolutamente desidera conservare e averne cura? 30 | Pagina b. Nella sua vita sessuale che cosa lei deve assolutamente ancora fare, tra le cose che non ha ancora fatto? Queste domande semplificano la rappresentazione biografica e si concentrano sull’essenziale. Avvertenze tecniche • Per la domanda due bisogna sottolineare che riguarda un agito non un modo di sentire, ne la speranza che possa accadere. • Deve e assolutamente, rimarcano la serietà del compito. La curva della biografia sessuale individuale Si chiede alla coppia di raffigurare graficamente la propria biografia sessuale. (esempio) In ascissa viene indicato il tempo In ordinata un parametro che riguarda un contenuto Possono così esserci dei confronti con le altre curve sia, • Interindividuali, cioè confrontando la propria curva con quello del compagno • Intraindividuali , cioè confrontando altri importanti parametri personali È importante sottolineare che prima della seduta i partner non devono mostrare l’uno all’altro l’elaborato, sia per evitare influenze reciproche, sia per aumentare le aspettative dei perone e perciò la serietà con cui affrontano il percorso. Altre tecniche • Anamnesi circolare delle biografie individuali : ovvero raccontare la biografia del compagno o della compagna, al terapeuta, senza che l’altro faccia correzioni. Ciò viene preso con interesse e attenzione dalla coppia. • Anamnesi circolare della storia della coppia: chiarendo che bisogna raccontarla così come l’altro la racconterebbe dal suo punto di vista, C’è il rischio che venga esplicato un racconto tendenzioso e recriminatorio. • Il genogramma sessuale: si porta a raccolta tutte le esperienze di vita sia forti che deboli, riguardo la propria sessualità, fatto che porta alla luce anche elementi particolari, come relazioni omosessuali, o possibili relazioni extraconiugali. Nell’analisi del genogramma è utile prestare attenzione ai miti delle relazioni di coppia e al modo con cui vengono raccontati nei racconti di famiglia- “bip e bop (Dominique Aubier) Qst studiosa usa i termini bip e bop per indicare lo stato di sviluppo dei sistemi vieventi. Con bip prima della mezza età…con bop dopo la mezza età. • Partendo dalla nascita bip si percepisce che le possibilità della vita sono aperte, senza limiti. Si possono fare molti tentativi a vuoto. Si ha energia e l’ottimismo. Ci si mette alla prova • Partendo dalla morte bop, quelle opzioni appaiono limitate, però sono maggiori le sicurezze, e la conoscenza, i sistemi pob si sono già messi alla prova, hanno già trovato la loro collocazione, la loro forza è la pace , la tranquillità. 31 | Pagina Entrambe le prospettive sono equivalenti. In ambiti di sviluppo sessuale, sono utili per definire lo stato erotico-sessuale nel quale ciascuno si trova a cui va in contro o proviene in un determinato momento. Diversamente dalle tecniche descritte , la differenziazione del pib-bop non si presenta come un compito per la coppia, ma è utile al terapeuta nella costruzione di ipotesi di narrazioni, non solo nella differenza di descrizioni tra giovinezza e maturità, ma anche come accesso all’interrogativo su come definire e intendere in modo nuovo l’erotismo, quali temi della biografia sono superati, quali non risolti, quali siano attualmente da affrontare e quali da riesaminare. (in che fase sono della mia vita sessuale?...) Conseguenze dello status quo La terapia se svolta seriamente, dovrebbe apportare a nuove consapevolezze, ad una situazione nuova, e perciò risulta fondamentale, prendere in esame le conseguenze dello status quo come parte integrante di questa riflessione. Non si prendono in esame solo i cambiamenti comportamentali, ma anche l’esame della propria sessualità, di uomo e di donna, nell’ambito del concetto di differenza e a quello che questa differenza comporta sul piano delle conseguenze. La domanda che bisogna chiedere è questa: “supponendo che la terapia non comporti cambiamenti dei sintomi sessuali e che il suo partner continui ad avere disturbi sessuali, e che la vostra sessualità non possa mutare, che rimanga così come è ora, Lei che farebbe!?”(domanda delle conseguenze dello status quo) È messo in gioco il significato del sintomo sessuale e rispondendo a questa domanda i partner definiscono il significato della sessualità nella loro relazione, che non dipende da un puro soddisfacimento fisico, ma dal senso che ne danno “che cosa ci faccio in questa relazione? A cosa non posso rinunciare come uomo/ donna?” Le terapie che non fanno queste domande, evitano la possibilità di utilizzare il conflitto sessuale come catalizzatore per lo sviluppo personale e della coppia. Lo sviluppo e la coordinazione del desiderio sessuale non possono essere attivati senza correre il rischio che la relazione di coppia dopo la terapia, si trovi in una situazione del tutto differente da prima. Anche la separazione non può essere una via di fuga, ma essere ponderata. Il terapeuta deve essere neutrale ma attivo, deve mettere in gioco attivamente le ambivalenze relative alla separazione o al restare insieme. Essere neutrali però non significa esserlo dal punto di vista processuale, che finirebbe per dare adito alla speranza e perciò al non cambiamento, perciò il terapeuta deve sterzare la terapia in modo da dargli quella serietà che implica il dover prender una decisione. La domanda deve essere posta per prima al partner che mostra più predisposizione al cambiamento. Deve essere portata avanti in modo tale che l’altro possa vedere chiaramente il prezzo da pagare se non cambia. Cap 9 DOMANDE E RISULATATI Sesso buono, mediocre e cattivo: si può definire la qualità erotica? Seguendo il filone di pensiero qui esposto si può definire: Cattivo sesso: il sesso orientato alla normalità,con poche variazioni e autodeterminazioni personali. La differenza sessuale non esiste. Sesso mediocre: si evita la differenza attraverso un premuroso riguardo. Rimane nell’ambito della reciprocità, e può essere lette come rituale di solidarietà( simon e bozon), perciò non è orientato alle differenze di genere, rimane nella direzione del bilanciamento e non dello sviluppo. Buon sesso: è quel rapporto che va verso la differenziazione e lo sviluppo. Lo SI Può considerare un atto di auto solidarietà. La vita erotica comune viene intesa e vissuta come relazione di due individui consapevoli della loro differenza. 32 | Pagina
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