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Calvino e Pavese: tema della resistenza e recupero del luogo nel neorealismo, Appunti di Letteratura Italiana

La produzione letteraria di Calvino e Pavese in relazione al tema della resistenza e al recupero del proprio ambiente e paesaggio. Vengono discusse le differenze tra la narrativa del periodo pre e post guerra, il ruolo della resistenza nella letteratura e la rappresentazione di gruppi disorganizzati e antieroici. Il testo include un'analisi dettagliata di opere come 'Il sentiero dei nidi di ragno' di Calvino e 'La casa in collina' di Pavese.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 15/06/2018

nomecognome98
nomecognome98 🇮🇹

4.7

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6 documenti

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Anteprima parziale del testo

Scarica Calvino e Pavese: tema della resistenza e recupero del luogo nel neorealismo e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Pavese “Paesi tuoi” (1941): per sottolineare un tema fondamentale cioè quello del luogo da parte degli scrittori neorealisti; un recupero del proprio ambiente e paesaggio, è un recupero del proprio spazio di appartenenza non equivalente a quello che viene fatto nel regionalismo ottocentesco ma messo su una prospettiva diversa, visto come ritorno alle radici dell’uomo in quanto tale; ritorno di tipo esistenziale, recupero dimensione universale uomo radicato nel proprio luogo di origine. Narrativa neorealista: aree di interesse: memorialistica rientra all’interno delle scritture dell’io e ha degli statuti particolari ma è uno dei grandi valori tematici. Racconto memoriale vissuto subito dopo la guerra e nei campi di sterminio e concentramento. Grande produzione da questo punto di vista: massimo di elaborazione letteraria, linguistica, stilistica ad un minimo di consapevolezza letteraria anche di scrittori non di professione (solo intenzione di documentare). Elaborazione narrativa romanzesca della guerra e della resistenza che è uno dei grandi temi del neorealismo e bisogna dire che non è ricco da questo punto di vista; è più alta la proporzione memorialistica. Si usa di solito la scrittura romanzesca, di tipo finzionale che risulta più facile a livello di racconto breve rispetto a romanzi. Quelli più significativi sono: per Calvino è un rapporto importante quello tra scrittura e resistenza; differenza tra narrativa degli anni 30 e quella del secondo dopo guerra: è elemento discriminante a livello letterario; non si è riusciti a compiere una elaborazione piena e soddisfacente dal punto di vista letterario invece aver vissuto la resistenza ha portato a un mutamento tra scrittore e pubblico, lettore. Si trattava di esperienze condivise che annullano le distanze tra lo scrittore e l’intellettuale e il lettore e l’intellettuale, e siccome la distanza tra l’intellettuale e non è un aspetto caratteristico e quindi parlare della resistenza annullava le distanze con il lettore e usava parole che avrebbe usato chiunque. Calvino lamenta anche che non c’è stata una vera elaborazione letteraria della Resistenza e in questo fallimento mette anche la sua opera. L’unico testo che rappresenta il vero grande romanzo della resistenza è Fenoglio “una questione privata” (1963). Romanzi resistenziali affrontano l’elaborazione finzionale del tema della resistenza. Uomini e no non viene apprezzato da Calvino anche se è di Vittorini perché lo ritiene un romanzo che punta sull’analisi dei problemi esistenziali del personaggio partigiano e mescola quest’analisi del carattere antieroico che vive una crisi esistenziale autodistruttiva e spacca in due il romanzo e Calvino non approva questo (conflittualità formale che impoverisce il risultato). Nel 1947 pubblica il sentiero dei nidi di ragno e fa una scelta precisa e parte dalla volontà di non scrivere un testo autobiografico, si fonda sulla sua esperienza partigiana nelle colline dell’entroterra ligure e conosce la realtà che racconta. Vuole evitare ogni possibile coinvolgimento dell’io in questo testo e vuole cercare una distanza dal vissuto perché ha paura dei rischi dell’autobiografia cioè il narcisismo (manifestazione del sé) e anche che la dimensione autobiografica modifichi la realtà delle cose (si tiene lontano dalla scrittura dell’io); impostazione di invenzione e affida la finzione ad un personaggio che sceglie per scavare una distanza, il protagonista è un ragazzino di 10 anni che si trova coinvolto in una serie di avventure per cui entra in contatto con dei partigiani e con questo escamotage avventuristico e calvino dà una sua visione della resistenza. In questo romanzo Calvino usa un narratore esterno (3 persona) ma fortemente focalizzata attraverso il punto di vista del protagonista: il grado di conoscenza degli eventi è quello di un ragazzino di 10 anni, non è una consapevolezza adulta, è straniato perché Pin non capisce ciò che gli succede intorno e non ha le coordinate mentali per capire ciò che succede e vive come una fiaba di cui sfuggono le dinamiche storiche e drammatiche (vede tutto in modo fiabesco); commistione di elementi realistici e l’ambiente in cui Pin vive (orfano, sorella prostituta: realtà sociale degradata, bambino senza infanzia, desideroso di gioco fantasia ma ambiente corrotto, frequenta le osterie, emarginazione sociale anche dal punto di vista della sua età) si crea un mondo fantastico che è rappresentato dal titolo del romanzo: non ci dà indicazioni sul romanzo perché il sentiero è un luogo fantastico che esiste nella fantasia di Pin in cui i ragni vanno a fare nidi, è il suo logo segreto e magico e rappresenta la sua fantasia di bambino. Calvino concepisce il racconto come una fiaba perché mescola la fiaba con aspetti della resistenza: la storia di Pin gioca su avventure fiabesche; Pavese quando lesse il libro di Calvino per la prima volta ne resta colpito profondamente e lo definisce uno scoiattolo della penna che parla di un romanzo realista ma fiabesca o una fiaba a forte connotazione realistica. Comincia con Pin che deve superare una prova di iniziazione ovvero rubare la pistola al sergente che frequenta la sorella ma poi quando la porta agli uomini si rende conto che stavano scherzando e non gliela consegna ma la nasconde nel sentiero ma Pin viene arrestato e durante la fuga incontra un partigiano e che lo porterà con sé nel proprio gruppo partigiano. La vicenda avrà varie avventure e alle fine dopo varie vicissitudini Pin si ritrova a tornare in città da sola e recupera la pistola, incontra il suo aiutante che è sceso in città per compiere un regolamento dei conti con i collaborazionisti tedeschi o fascisti: deve regolare i suoi conti con una donna e Pin gli dà la pistola e si intuisce che il cugino uccide la sorella di Pin perché stata con un tedesco e Pin si affida completamente al cugino e finisce il libro in una dimensione drammatica. Calvino elabora in maniera finzionale il tema della resistenza ed è originale relativamente alle scelte che fa in modo consapevole e che consistono nell’aver posto al centro della sua raffigurazione un gruppo di partigiani volutamente antieroici, disorganizzati, inaffidabili, indisciplinati comandati da un comandate che non crede in ciò che fa e che ha come chiodo fisso un solo obiettivo cioè conquistare le grazie dell’unica donna del gruppo che è la moglie del cuoco; storia torbida di inefficienza al comando e di sesso, è un gruppo molto antieroico e viene definito come un cesto di mele marce. Nella prefazione del ’64 Calvino dice di aver avuto un rimorso di aver scelto questa rappresentazione che è grottesca e forzata che non corrisponde con la sua esperienza; lo ha fatto per uno scopo ben preciso perché sperava di tornare sull’argomento ma si è accorto che aver messo in quel modo la resistenza ha provocato un terremoto memoriale per cui non può scrivere di nuovo su quel tema, ha disperso il patrimonio memoriale. Le giustificazioni a posteriori sono: dice che subito dopo la guerra si parlava della resistenza da 2 prospettive diverse; 1- filone agiografico di esaltazione eroica della resistenza e glorificante; 2- atteggiamento opposto, denigratorio, svalutazione del movimento, ridurlo ad una guerriglia banditesca, messa in risalto atti di violenza e ruberia e due linee molto diverse di pensiero e Calvino voleva trovare un modo che fosse contrario all’esaltazione e alla denigrazione, dimensione più realistica e diversa dalle due correnti. (scelta Pin+gruppo partigiani disorganizzati ecc che sottolinea la dimensione antieroica) i partigiani non hanno consapevolezza ideologica e combattono per egoismo e riscatto personale, non hanno un’idea guida; dall’altra parte questo gruppo di partigiani si è inserito in una dimensione storica e ha contribuito con la sua presenza e sacrificio alla dinamica positiva della storia. Questo anche se viene messo nella prefazione, era già presente nel capitolo 9 e fu criticato anche da Pavese perché considerato incoerente; spiega con le voci dei personaggi queste ragioni su cui si fonda la sua rappresentazione della resistenza. Troviamo la voce di 2 personaggi non direttamente coinvolti nella storia: 1-giovane studente di medicina (kim) che è il dedicatario del romanzo ed ha come ruolo quello di commissario politico, veniva affidato a giovani intellettuali che avevano il ruolo di verifica, sorveglianza ideologica nei vari gruppi partigiani (aspetti relazionali). L’altro personaggio è il comandante Ferreira (comandante militare) che è un ferroviere dialoga con Kim e gli chiede perché è stato formato un gruppo di partigiani di questo tipo (perché non inserirli in gruppi diversi) e Kim risponde dicendo che in realtà quello è il gruppo di cui lui è più orgoglioso e lui ha voluto così, meglio tenerli tutti insieme perché si controllano meglio, anche se non hanno una motivazione per combattere lo fanno per le loro miserie individuali, tutti cercano un riscatto dalla condizione socialmente bassa come accade anche nei gruppi fascisti. Questo discorso scandalizza Ferreira perché tra partigiani e fascisti c’è la stessa cosa; qui è presente l’unico momento ideologico di Calvino (ideologia di tipo umanistico di Vittorini). Kim spiega la differenza tra partigiani e fascisti è che i partigiani combattono nella direzione della storia, della libertà dal totalitarismo, schiavitù e i fascisti combattono perché rimanga un tipo di situazione; la differenza è la storia. Per i partigiani la morte è uno spreco positivo, i fascisti vedono la perdita in modo opposto. Un altro romanzo è la casa in collina di Pavese sempre di tipo resistenziale che esce nel 1948 ed è diverso rispetto a quello di Calvino. Calvino nasce come narratore col sentiero dei nidi di ragno ed è più giovane perché nasce nel 1923 e Pavese nel 1908. Pavese è coinvolto nella storia e vive il periodo della guerra civile tra 43-45 e la racconta; Pavese non combatte come partigiano e la visione che ha è dall’esterno: non accetta di combattere e nel 43, con l’armistizio, Pavese lascia Torino (città pericolosa) e si rifugia in campagna dove trascorre il periodo tra il 43 e 45 e la sua è una scelta di non partecipazione. Pavese non è un attivista politico e non lo sarà mai però è studente universitario e ha frequentato il liceo D’Azeglio e ha “amicizie pericolose” e gli vengono trovati manifesti antifascisti durante una perquisizione e viene mandato al confino in Calabria.
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