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Tesi di Laurea - aspetti del divismo cinematografico: la figura di Hedy Lamarr, Tesi di laurea di Storia Del Cinema

Tesi di Laurea in Storia del Cinema. Breve analisi del fenomeno divistico e della figura della diva-scienziata Hedy Lamarr La tesi ha ottenuto un punteggio di 3 punti su 5.

Tipologia: Tesi di laurea

2020/2021

Caricato il 09/03/2022

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Scarica Tesi di Laurea - aspetti del divismo cinematografico: la figura di Hedy Lamarr e più Tesi di laurea in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! Corso di Laurea in LETTERE, ARTI E ARCHEOLOGIA Curriculum LETTERATURA, LINGUA, STORIA E SPETTACOLO Aspetti del divismo cinematografico femminile: la figura di HEDY LAMARR Relatore: Prof. Alberto BOSCHI Laureanda: Silvia SELVATICO Matricola: 143693 ___________________________________ Anno Accademico 2020-2021 1 4 2.18. Redenzione…………………………………………………………..………40 CAPITOLO TERZO 3. IL CONTRIBUTO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO DI HEDY LAMARR………………………………………………………………………….41 3.1. La riscoperta di una diva………………………………………………….…41 3.2. Dove tutto è cominciato………………………………………………………42 3.3. Un’invenzione geniale………………………………………………………...42 3.4. La crisi dei missili cubani…………………………………………………….45 3.5. Il giusto riconoscimento………………………………………………………47 CONCLUSIONI……………………………………………………………………….49 RINGRAZIAMENTI………………………………………………………………….53 ELENCO ILLUSTRAZIONI…………………………………………………………55 FILMOGRAFIA DI HEDY LAMARR……………………………………….……..56 BIBLIOGRAFIA………………………………………………………………………59 FILMOGRAFIA………………………………………………………………….……61 SITOGRAFIA…………………………………………………………………….……62 5 INTRODUZIONE Da sempre Hollywood rappresenta per gli artisti di tutto il mondo uno dei traguardi più prestigiosi a cui aspirare. Come fosse la meta più ambita in assoluto per ottenere un riconoscimento del proprio valore. È infatti innegabile il riconoscimento dell’importanza massmediatica capace di creare dal nulla (o quasi) dei veri e propri divi in grado di dettare mode e tendenze. Con l’avvento del cinema, il concetto legato alla fama di un singolo attore si è espanso a dismisura fino a diventare un vero e proprio fenomeno di costume. Se in fatti già attraverso il teatro era possibile avvertire il fenomeno divistico, la sempre crescente popolarità dei più svariati media (non solo il cinema, ma anche le radio, i giornali, la tv e poi internet) ha via via trasformato gli attori in delle vere e proprie divinità del nuovo millennio, personificazioni concrete di uno status symbol tanto perfetto quanto, il più delle volte, semplicemente inarrivabile. Il divismo emerge quando le notizie sugli attori iniziano a riguardare la loro vita sullo schermo: infatti, se le informazioni sulla recitazione e la personalità cinematografica rendevano nota la vita professionale degli attori di cinema, dal 1913 le relazioni sulle star rendono nota la vita privata degli artisti.2 Il cinema hollywoodiano dagli anni Venti viene caratterizzato dallo Star System, sistema produttivo che fonda il suo successo sul raggiungimento del massimo profitto economico nella produzione cinematografica, usando come arma vincente e come irresistibile richiamo spettacolare la star, il divo o la diva, appunto, con i quali il pubblico inneschi immediatamente un naturale processo di identificazione. oltre che creare degli stereotipi per quanto riguarda la recitazione, ha finito per influenzare notevolmente il comportamento collettivo e alimentare fenomeni di massa legati al culto del divo. Nel cinema hollywoodiano, lo Studio System degli anni Trenta a Quaranta emerge dalla concentrazione di potere nelle mani delle cinque maggiori case di produzione (Warner Bros, MGM, Paramount, RKO e 20th Century and Fox) e delle tre minori (Universal, Columbia, United Artists). Le cinque majors consolidano il loro potere attraverso la proprietà «verticale integrata» dei mezzi di produzione, distribuzione ed esercizio. Lo standard di questo periodo è il contratto settennale, che fa della star una proprietà dello studio per un tempo definito.3 Fin dall'inizio, le major hollywoodiane hanno capito la tendenza giusta da cavalcare, sforzandosi a tutti i costi di replicare all'infinito la formula di tale successo, portando nell'Olimpo 2 Richard DYER, Star, Edizioni Kaplan, Torino, 2003, p. 216 3 Ibidem 6 cinematografico numerosi attori e attrici di talento fornendo così le basi per quello che nei decenni successivi si sarebbe di fatto trasformato nel sogno hollywoodiano. Quando, negli anni Cinquanta, lo Studio System subisce una riorganizzazione, i contratti a termine non scompaiono completamente, ma quelli di durata più elevata cessano di essere un costo effettivo per gli studios; le star cominciano invece ad essere assunte per un singolo film. Pianificare la produzione intorno a progetti di singoli film significa per gli studios che ogni film realizzato debba essere un successo. In seguito al declino produttivo e all’aumento dei costi, sempre meno attori trovano lavoro nel cinema. Con l’arrivo della televisione, tanti artisti scelgono di continuare la carriera al di fuori degli ambienti cinematografici.4 Da sempre i divi di Hollywood sono stati venduti come dei sex symbol, pedine di un vero e proprio immaginario iconografico a sé stante capace in brevissimo tempo di diventare lo standard per qualsiasi altro campo dell'intrattenimento.5 A soli diciannove anni Hedy Kiesler ha scandalizzato il mondo intero. Approda nel ruolo di protagonista in Estasi, il film europeo più atteso del 1933. È la prima pellicola cinematografica in cui viene messo in scena un orgasmo femminile, interpretazione che ha marchiato Hedy come «la ragazza di Estasi», una nomea che nel bene e nel male l’accompagnerà per tutta la carriera. Il suo primo marito è un mercante d’armi alleato con i nazisti. Hedy decide di scappare dal marito travestita da cameriera e fugge prima a Parigi e poi a Londra, dove conosce l’imprenditore a capo della MGM, Louis B. Mayer. Dal loro incontro Hedy Kiesler sconvolge totalmente la sua vita diventando la diva Hedy Lamarr. L’attrice debutta a Hollywood con Un’americana nella Casbah, grazie al quale Hedy Lamarr riesce a imprimere la propria immagine nella storia del cinema e a guadagnarsi il titolo di «donna più bella del mondo». Nei mesi successivi i grandi magazzini di tutta America esauriscono le scorte di tinta per capelli della stessa tonalità dei ricci corvini della diva. Divenuta una delle dive del cinema americano, viene in genere relegata a ruoli di poca sostanza, trasformandosi in un’icona di bellezza esotica e straniera, europea e anche orientale. Hedy recita in numerosi altri film hollywoodiani, tra cui Le fanciulle delle follie, La febbre del petrolio e il suo più grande successo, il capolavoro di Cecil B. DeMille Sansone e Dalila. Mentre la sua carriera cinematografica sta decollando, Hedy non rinuncia alla sua passione segreta: le invenzioni. Cerca di migliorare il design dei contenitori dei rossetti, delle scatole per 4 Richard DYER, op. cit., p. 239 5 Andrea STELLA, Il mito hollywoodiano: fama, divismo, talento e bellezza a confronto, 2020, https://cinema.everyeye.it/articoli/speciale-il-mito-hollywoodiano-fama-divismo-talento-bellezza- confronto-50293.html, 9 centro di quella che è considerata la più vasta testimonianza di tale fenomeno. Il “diva film” nasce nel 1913 quando Lydia Borelli diventa la protagonista di Ma l’amor mio non muore! diretto Mario Caserini. La centralità è rivolta all’attrice, non al personaggio, che viene opportunamente creato per dar rilievo alla sua performance. «Le dive italiane si calano in personaggi dentro i quali si rispecchia la loro personalità, attorno a cui ruota il progetto produttivo del film, in molti casi diretto, suggerito o coordinato dalla stessa diva del cinematografo, come allora si chiamava».9 Ma il divismo al femminile si è sviluppato soprattutto nel cinema hollywoodiano perché qui, a differenza dell’Italia, esso disponeva di un vero sistema di promozione. Il divismo contemporaneo nasce all’interno del contesto teatrale negli Stati Uniti, attorno agli anni Venti dell’Ottocento, in conseguenza alla trasformazione delle compagnie teatrali da stabili in itineranti baste sulle repliche dello stesso spettacolo messe in scena in città diverse e dunque in conseguenza della necessità di sfruttare il nome di un attore importante per richiamare ogni volta un nuovo pubblico.10 Va però ascritto al cinema il merito di aver trasformato il divismo in ciò che oggi sostanzialmente intendiamo con tale termine. In realtà, nei suoi primi quindici anni di vita il cinema non ha dei veri e propri «divi». Nel primo Novecento impiega per lo più attori e attrici di teatro. Di solito però gli attori del cinema sono anonimi, resi irriconoscibili da un trucco pesante, illuminati da una luce potente e ripresi a figura intere.11 Il divismo non fa altro che dilatare il fenomeno del divismo teatrale, portandolo a conseguenze estreme sia sul piano della diffusione, sia su quello della formalizzazione. Questa però è una fase di breve durata, perché il cinema comincia progressivamente ad adottare e perfezionare il modello del divo, facendo assumere agli attori anche un ruolo autonomo rispetto ai vari personaggi che interpretavano nelle pellicole.12 L’episodio a cui storicamente si fa riferimento per la nascita dello Star System (sistema di produzione cinematografica volto alla costruzione, al lancio e alla promozione delle star per provocare un fenomeno di attrazione sul pubblico e, quindi, un immediato riscontro economico per i film interpretati dai divi reclutati dalle majors e da queste prodotti) avviene circa quindici anni dopo la nascita del cinema propriamente detto (la storica proiezione dei fratelli Lumière del 1895). Nel 1910 è in atto un conflitto tra la Motion Picture Patent Company (MPPC), un’alleanza di produttori che avevano riunito i loro brevetti verso la fine del 1908 allo scopo di 9 Cristina JANDELLI, op. cit., p. 38 10 Vanni CODELUPPI, op. cit., p. 13 11 Ivi, 14 12 Ibidem 10 mantenere un saldo controllo sulla nascente industria cinematografica, ed alcuni studi indipendenti intenzionati a conquistare anche loro una fetta della torta. Della MPCC fa parte la Biograph13, una casa di produzione cinematografica statunitense fondata nel 1896 a e rimasta attiva fino al 1917. Per la Biograph lavora l’attrice Florence Lawrence, conosciuta nell’ambiente come la “Biograph Girl”. La Florence, di origini canadesi, gode di una buona popolarità grazie alle sue numerose partecipazioni ai film targati Biograph. Carl Laemmle, fondatore nel 1909 della casa di produzione indipendente Indipendent Moving Picture (IMP), decide di strappare alla Biograph la Lawrence, promettendole un compenso più alto ed una maggiore popolarità personale. A questo scopo studia in accordo con la giovane attrice un’ingegnosa campagna pubblicitaria che accompagna il passaggio di Florence dalla Biograph alla sua IMP. Diffonde la notizia falsa della morte della Lawrence sul quotidiano del Missouri «Saint Louis Post-Dispatch» a cui fa seguire un comunicato stampa bollando come una “menzogna” la morte dell’attrice, messa in circolo per attaccare la sua compagnia. Poi Leammle organizza in un teatro di Saint Louis, l’apparizione della “viva e vegeta” Florence Lawrence di fronte a una folla di giornalisti, dichiarando che da adesso la “ragazza della Biograph” sarebbe diventata la “ragazza della IMP”. Grazie a una forma di produzione spregiudicata, un’attrice muore e risorge per annunciare al modo che ha cambiato produttore. Questa è la prima volta in cui il nome di un attore cinematografico diviene noto al pubblico, è il primo esempio di un intenzionale produzione di un’immagine divistica. Ma è nello stesso tempo anche la prima volta in cui un produttore cinematografico risponde alla richiesta del pubblico offrendogli ciò che desidera. È per tanto il punto di incontro tra la richiesta del pubblico (la star come un fenomeno di consumo) e l’iniziativa del produttore (la star come fenomeno di produzione).14 Nasce così lo Star System, incoraggiato dai padroni produttori attraverso campagne pubblicitarie imponenti, che tendevano a creare intorno ai divi, atmosfere da leggenda. Lo Star System è stato il metodo di creare, promuovere e valorizzare le stelle del cinema hollywoodiano. Leammle ha per primo capito che il mezzo principale per prevedere la popolarità di un film sono i suoi attori. Gli Studios avrebbero selezionato promettenti giovani attori e attrici con l’intento di creare personaggi per loro, spesso dando loro anche un nome nuovo, nome d’arte. E così che queste figure acquistano un imprevedibile potere contrattuale: «nel giro di pochi anni le star 13 Società di produzione statunitense, la cui denominazione completa era American Mutoscope and Biograph Company, fondata a New York nel 1896 da Henry N. Marvin, Herman Casler, Elias Koopman e dall'inglese William K.L. Dickson, che aveva lavorato alla costruzione del kinetoscopio per Edison. 14 Richard DYER, op. cit., p. 15 11 cinematografiche diventano i dipendenti più pagati dell’industria dello spettacolo e, qualche tempo dopo, i professionisti meglio retribuiti degli Stati Uniti».15 2. L’Olimpo delle Stars Quando negli anni Venti del Novecento il cinema si trasforma da livello artigianale padroneggiato da una ristretta élite a vera e propria industria (a Hollywood soprattutto, ma anche altrove), assistiamo alla realizzazione definitiva del mito divistico. Il cinema si è sviluppato sul piano industriale principalmente negli Stati Uniti, perché in tale paese è stato messo a punto un innovativo modello produttivo in grado di superare in poco tempo l’industria cinematografica europea. Già dagli anni Venti il cinema americano è dominato da società di produzione. Si tratta fondamentalmente delle cosiddette majors, o compagnie maggiori (MGM, Warner Brothers, 20th Century Fox, Paramount, RKO), alle quali si affiancano altre tre piccole società, le minors, costituite da Columbia, Universal e United Artists. La produzione si concentra, si monopolizza. Le grandi case, in grado di gestire quasi totalmente il mercato, non lasciano spazi liberi. Dispongono di un notevole potere di mercato perché sono organizzate secondo un sistema integrato che consente loro di controllare e gestire la produzione, la distribuzione e l’intero sfruttamento commerciale del film. Agli inizi del XX secolo, produttori cinematografici e registi si trasferiscono in un piccolo villaggio chiamato Hollywood, situato nei pressi di Los Angeles, e in breve tempo danno vita ad un vero e proprio distretto industriale. L’identificazione di un luogo geografico preciso come patria del cinema ha contribuito al grande successo del cinema classico americano: «è stata infatti molto importante per gli spettatori l’idea che tutti i divi vivessero in uno stesso territorio, che poteva essere pertanto presentato come appositamente costruito per loro e percepito come simbolicamente isolato dal resto del mondo».16 «In questo processo di industrializzazione della cultura e del gusto, i fenomeni più appariscenti sono rappresentati dalla classificazione in generi e dalla creazione dello Star System, ovvero, nella sua dizione più generale, del divismo».17 È solo Hollywood la fabbrica dei sogni deputata ad accogliere la star. Anzi a volte è la stessa Hollywood che la crea, la consacra e infine la consegna nelle mani del popolo. Il sistema poi si preoccupa di plasmare l’immagine, la circonda di un alone mitico che ne permette l’adorazione da parte delle folle. 15 Cristina JANDELLI, op. cit., p. 27 16 Vanni CODELUPPI, op. cit., p. 15 17 Vittorio BOARINI, (a cura di), Divinità del cinema. Riflessioni sul divismo cinematografico, Commissione Cinema dell’Assessorato alla Cultura (Quaderni della Cineteca; 2), Bologna, s.d., p. 7 14 nel 90% delle abitazioni americane. È diventata perciò un temibile avversario dell’industria cinematografica in breve tempo. 4. Un fenomeno diffuso Dopo quanto trattato finora, occorre però fare un’osservazione per quanto riguarda la paternità del fenomeno divistico in quanto il divismo non va identificato col cinema hollywoodiano. […] Naturalmente non è questione di stilare graduatorie. Il problema non è sapere se il modello della vedette nasce i Italia, o in Francia, o in Germania (nel 1913 Asta Nielsen girava Die Film-primadonna). Né tanto meno contrapporre divismo “europeo” a divismo “americano”. Il problema è tener conto del fatto che in ambiti diversi, in differenti situazioni produttive, culturali, ecc. (e legati all’originalità delle situazioni) nascono e si sviluppano fenomeni divistici. Il problema è analizzare la diversità delle radici e delle influenze (il teatro boulevardier in Francia, l’opera lirica in Italia, ecc.) e la diversità delle forme di sviluppo delle tappe. (Il modello generale precedentemente proposto, se consegue una valutazione del divismo, certo non surroga e anzi richiede l’individuazione delle strutture tecnico-culturali, la ricostruzione della varietà dei processi di produzione della star). Questo, per evitare che il fenomeno venga appiattito nella storia di Hollywood; per evitare che tutto venga semplificato nella catena Garbo-Dietrich-Marilyn, o Bogart-Bogart-Bogart.22 In Europa e in America l’emergere del divismo si accompagna alla menzione dei nomi degli interpreti dei titoli di testa laddove in precedenza si presentavano i film soltanto con il marchio di fabbrica della casa di produzione.23 22 Vittorio BOARINI, op. cit., p. 20 23 Alberto BOSCHI, L’epoca d’oro dello star system hollywoodiano (1914-1929), Annali Online dell’Università di Ferrara, vol. 2, 2006, p. 172 15 CAPITOLO SECONDO LA STORIA DI UNA DIVA: BIOGRAFIA DI HEDY LAMARR 1. Hedwig Eva Maria Kiesler Il 9 novembre 1914 nasce a Vienna colei che verrà riconosciuta dal grande schermo sotto il nome di Hedy Lamarr, pseudonimo di Hedwig Eva Maria Kiesler. Figlia unica, entrambi i genitori di Hedwig sono ebrei: la madre Geltrude Lichtwitz, ex pianista con la passione per l’arte e lo spettacolo, proviene da una famiglia della borghesia colta di Budapest, mentre il padre Emil è un importante dirigente bancario di origini ucraine. È una bambina particolarmente dotata e creativa: per lei è facile inventare qualcosa. Il suo interesse per i gadget inizia già all’età di cinque anni, quando smonta e rimonta completamente un carillon, tutto da sola. La sua mente era molto curiosa, voleva sempre sapere come funzionassero gli oggetti, e chiedeva al padre di spiegarglielo. Hedy inizia la propria carriera di attrice per caso: ogni giorno quando va a scuola passa davanti ai Sascha Film Studios, la maggior casa di produzione fondata nel 1910 dal conte Alexander Joseph Kolowrat-Krakowsky, detto Sascha.24 All’età di sedici anni è convinta di 24 Sascha (1886-1927): pioniere del cinema muto, fu uno dei fondatori dell’industria cinematografica austriaca. Figura 1. Hedy Lamarr in Estasi, 1933. 16 essere pronta per fare un grande passo. Un giorno decide di saltare la scuola e si prende un’intera giornata di libertà per esplorare gli studi. Viene a sapere che un aiuto regista sta cercando una ragazza a cui affidare una piccola parte in un film e decide di iscriversi alla lista delle candidate. La fortuna è a suo favore e il giorno dell’audizione ottiene la piccola parte della segretaria. Così molto velocemente, in pochi giorni, fa la comparsa in un film. Hedy lascia la scuola per seguire corsi privati di recitazione. I genitori non sono certo contenti della sua scelta, ma tuttavia non si intromettono in modo aggressivo e acconsentono a farle intraprendere la carriera di attrice. Il 1930 è l’anno del debutto cinematografico di Hedy: recita una minuscola parte nel film Geld auf der Stasse (Oro sulla strada) diretto Georg Jacoby.25 Il nome dell’attrice non compare nemmeno nei titoli di coda del film. «Anche se l’industria cinematografica viennese non poteva competere con la sua prolifica vicine, Berlino raggiungeva la rispettabile produzione di una ventina di film all’anno nei primi tempi del cinema sonoro».26 2. L’inizio di una carriera Nel 1931 arriva a Vienna il regista e organizzatore teatrale Max Reinhardt,27 uno dei maggiori personaggi culturali del tempo. Reinhardt aveva lavorato con i più grandi autori del tempo. È ormai una convinzione comune che ottenere una parte, anche minuscola, in una sua opera porti al successo la reputazione di qualunque attrice o attore. Franz Antel, amico d’infanzia di Hedy, la presenta all’allora direttore del teatro viennese Otto Preminger, così Hedy un giorno riesce ad “intrufolarsi” alle prove di Reindart. Viene immediatamente notata dal regista e poco dopo le verrà assegnata la parte della Prima Americana nello spettacolo Il sesso debole (The Weaker Sex). In un’intervista svolta durante la fase finale delle prove dello spettacolo Hedy viene definita da George Weller come «la più bella ragazza del mondo».28 Il sesso debole ottiene un enorme successo e il nome di Hedy Kiesler inizia a circolare nella comunità dello spettacolo. 25 George Jacoby (1882-1964) è stato regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco. 26 Ruth BARTON, Hedy Lamarr. La vita e le invenzioni della donna più bella della storia del cinema, Castelvecchi Editore, Roma, 2011, p. 32 27 Max Reinhardt (1873-1943), pseudonimo di Maximilian Goldmann è stato regista, attore, produttore teatrale, drammaturgo e regista cinematografico austriaco naturalizzato statunitense. 28 Edoardo SEGATINI, Hedy Lamarr, la donna gatto. Le sette vite di una diva scienziata, 2ª edizione, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2011, p. 23 19 punto di vista da cui la osserviamo, Eva mantiene il controllo della sua vita, è un personaggio legato alla natura e, insieme, un oggetto del desiderio, ma comunque una giovane donna, forte e indipendente, che non cede all’autorità di suo padre né a quella di suo marito, e neppure a quella dell’amante».35 Estasi segna infatti il debutto di una nuova figura nella società: la donna padrona del suo destino. 4. La signora Mandl Nel 1933 Hedy recita nell’opera teatrale Sissy come protagonista. La sua performance è un successo: Hedy Kiesler si conferma come stella nascente del mondo dello spettacolo. Friedrich «Fritz» Mandl mette gli occhi su di lei non appena la vede recitare nello spettacolo e, dopo aver avuto il consenso dei genitori di Hedy, comincia immediatamente a corteggiarla. La differenza tra i due è notevole: lui ha quattordici anni più di Hedy. Fritz Mandl è un magnate austriaco della produzione d’armi; uno dei maggiori in Europa negli anni Trenta, noto anche come il «Mercante di morte». È anche alleato con i nazisti. Quando i due si sposano, Hedy è costretta a lasciare la sua promettente carriera nel mondo dello spettacolo e diventa la giovane e bella signora che non ha nient’altro da fare se non leggere, andare a cavallo e fare shopping. Nella loro villa di campagna i coniugi Mandl sono soliti organizzare sontuosi ricevimenti per discutere di affari con gli ammiragli della Marina italo-tedesca. L’azienda di Friedrich, la Hirtenberger Patronenfabrik è inizialmente specializzata in proiettili, bombe e granate, poi estende la sua gamma di prodotto agli aerei da combattimento; in particolare il signor Mandl si concentra sui sistemi di controllo radio per aerei e navi. È alleato con i nazisti perché produce armi, ma personalmente detesta Hitler. Al contrario invece, ammira molto il Duce, ospite spesso presente ai suoi banchetti. Hedy è sempre accanto al marito quando discute con i suoi ospiti delle grandi questioni militare di quel periodo. Viene esibita come trofeo di conquista di Mandl, il suo compito è essere semplicemente bella, cosa che non le risulta affatto difficile. Lei tace e ascolta attentamente e con molto interesse; nessuno sospetterebbe che una così bella e giovane donna possieda un’intelligenza sopra le righe. 35 Ruth BARTON, op. cit., p. 51 20 5. In fuga dalla prigione Mandl è tremendamente geloso della moglie; non le permette di uscire senza essere accompagnata. Hedy Kiesler si trova imprigionata in una gabbia dorata. Il matrimonio di Hedy e Fritz Mandl dura quattro anni, dal 1933 al 1937. In quel periodo l’Europa è un miscuglio di intrighi. Nel 1937 la guerra è ormai inevitabile e Hedy si trova in una situazione disperata perché dopotutto Hitler aveva investito nell’azienda di Mandl per la produzione di armi. Hedy per tutto il periodo del matrimonio continua a vivere immersa nei suoi lussi e gli scontri che stanno dilaniando il mondo esterno non arrivano a colpirla in prima persona. Ma Hedy è una persona intelligente e ben informata e arriva a capire subito quale sarà il destino del suo Paese di lì a poco. Il clima in Austria è sempre più cupo. Agli ebrei vengono tolti sempre più diritti e imposti sempre più divieti. Hedy è stanca di vivere chiusa in casa e comincia a cercare una via di fuga da quella prigione. C’erano continuamente persone che la sorvegliavano e non aveva modo di liberarsene. Tenta la fuga diverse volte, ma senza successo: nei primi tentativi si allontana da casa riuscendo a raggiungere altre città, ma alla fermata del treno trova il marito con uno sguardo cupo e arrabbiato che la sta aspettando per riportarla nella sua gabbia dorata. In un altro tentativo, durante uno dei soliti incontri di Mendl alla villa, Hedy chiede segretamente aiuto all’ospite della serata, l’ufficiale Richter, per scappare da quella prigione. Mandl la sera stessa dopo l’incontro le comunica che ha saputo della sua richiesta all’ufficiale Richter e che aumenterà la vigilanza per sorvegliarla. Ma Hedy è tenace e non perde le speranze. Sa che un giorno riuscirà a fuggire da quel maledetto posto. È sicura che l’agitata situazione politica in Europa, in costante crescita, obbligherà sempre di più il marito a viaggiare. Nella primavera del 1937 a Hedy si presenta finalmente l’occasione giusta per fuggire da Vienna e dal marito. Una cameriera della servitù si licenzia e lei ha il compito di esaminare i candidati per sostituirla. La ricerca di Hedy diviene molto accurata; dopo aver esaminato molte candidate trova una ragazza che pressappoco le somiglia: si chiama Laura. Hedy si allena a imitare i comportamenti di Laura, la camminata, il gesticolare e a parlare come lei. Si intrattiene in lunghe chiacchierate con lei per capire come trascorre il suo giorno di libertà. Il momento giusto le si presenta quando Laura le confida che un giovedì avrebbe dovuto incontrare il suo amante, un soldato che viveva a Parigi.36 Hedy non perde tempo. Il giovedì dell’incontro mette del sonnifero nel caffè di Laura, fa le sue valige, indossa i suoi vestiti, prende la sua vecchia 36 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 57 21 auto e molto in fretta parte alla volta della stazione ferroviaria. Finalmente quest’ultimo tentativo di fuga riesce alla perfezione: la ragazza arriva a Parigi e prova immediatamente un senso di libertà. Tempo dopo, Hedy riesce ad ottenere il divorzio e l’annullamento del suo matrimonio con Mandl, ma non è ancora chiara quale sia la versione ufficiale che avrebbe fatto ottenere questa grande conquista alla ragazza. Comunque, Hedy gioca d’anticipo andandosene da Vienna. La situazione per gli ebrei nella capitale austrica si fa sempre più orrenda. Pur essendosi convertita al cattolicesimo prima del matrimonio, sa perfettamente che per i nazisti la conversione vale ben poco e la sua posizione rimane sempre un rischio. 6. In partenza per la libertà La ventitreenne Hedy Kiesler si intrattiene brevemente nella capitale francese. Dopo poco arriva a Londra, città in cui avviene l’incontro decisivo per la sua carriera di attrice, quello con il produttore americano Louis B. Mayer37, capo della casa cinematografica Metro Goldwyn Mayer (MGM). Una sera, nella sua stanza d’albergo, Hedy riceve la telefonata dell’agente americano Bob Ritchie, che la loda per la sua parte in Estasi e le propone di presentarla al magnate americano. Mayer sta viaggiando per tutta Europa alla scoperta di nuovi talenti da portare in America. Ha l’obiettivo di scritturare gli attori e le attrici che stavano fuggendo dalla Germania nazista. Pensa di portarli con sé a Hollywood e di “schiavizzarli” alla MGM, l’impero cinematografico che aveva creato, pagando loro uno stipendio bassissimo. Al primo incontro tra i due, il produttore sembra mostrare ostilità nei confronti della ragazza. Le allusioni sono ovviamente rivolte a Estasi, il film-scandalo che ha visto protagonista Hedy Kiesler. Mayer afferma che a Hollywood non sono tollerati certi comportamenti all’interno delle pellicole: alla MGM si fanno solo film puliti. Ma Mayer non può fare a meno di notare la singolare bellezza di Hedy e la elogia per la sua corporatura sensuale perché a Hollywood le forme contano. Le viene però fatto un appunto sul suo seno, inferiore rispetto alle misure che le grandi dive hollywoodiane sfoggiano con fierezza sul grande schermo. Mayer le propone inizialmente un contratto di sei mesi a centoventicinque 37 Louis Burt Mayer (1885-1957) è stato un produttore cinematografico russo naturalizzato statunitense. Nel 1917 fonda la celebre casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer, diventando tra gli anni Trenta e Quaranta il più importante produttore e dirigente più pagato d’America. 24 definito il suo aspetto inconfondibile.41 Dopo l’uscita del film, il volto di Hedy è su tutte le riviste di cinema. È grazie a Un’americana nella casbah che Hedy Lamarr riesce finalmente a far conoscere a tutti la sua immagine e a consolidarla come marchio: una bellissima donna bruna, sensuale ed elegante. Queste caratteristiche diventano ben presto il nuovo standard per le donne più glamour di Hollywood. All’improvviso c’erano donne che si pettinavano con la riga in mezzo, si scurivano i capelli e si truccavano per sembrare lei. Lamarr diventa un modello di bellezza talmente iconico da influenzare tutta l’estetica americana che, dai suoi tratti felini, trasse ispirazione per Cat, personaggio del fumetto Batman diventato poi Catwoman.42 La giornalista regina del Gossip Louella Pearsons scrive: «ricorderete il suo volto, l’intensità di quella bellezza, e la sua recitazione passerà in secondo piano».43 La sua fama cresce vertiginosamente, come pure il suo reddito. 8. Vita da star Hedy è felicissima di come stanno andando le cose, ma è convinta che se non gira subito un altro film, la sua fama possa svanire di lì a poco. Si presenta nell’ufficio di Mayer per discutere dei risvolti della sua carriera e il produttore le assicura che per lei ha in mente grandi progetti. Ma le cose non vanno come promesso: nel 1939 viene scritturata per una pellicola di alto budget che uscirà nelle sale l’anno successivo, La signora dei tropici (Lady of the tropics), diretta da Jack Conway, dove interpreta una ragazza per metà di origine francese e – assurdamente – per metà asiatica, che vive a Saigon e riuscirà a scappare dalla città grazie all’aiuto del playboy Robert Taylor. Il film è un totale fiasco finanziario e artistico poiché non viene apprezzato né dal pubblico né dalla critica.44 Si dedica poi a quello che, purtroppo, sarà un altro insuccesso: Questa donna è mia (I take this woman, 1940), del regista Woody Van Dyck. Hedy Lamarr ha solo ventisei anni e la sua carriera cinematografica è già sull’orlo del fallimento. Era molto insoddisfatta del suo rapporto con la MGM perché Mayer le proponeva copioni scadenti e film che non incassavano. Per quanto riguarda la vita privata invece, una sera Hedy conosce lo scrittore cinematografico Gene Markey e il giorno dopo i due si trovano in viaggio sulla macchina di 41 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 86 42 Sara STREPPONI, La biografia di Hedy Lamarr, la donna «più bella del mondo» che inventò il Wi-Fi, 2020, https://www.tuobiografo.it/post/biografia-hedy-lamarr-attrice-piu-bella-del-mondo-scienza- invenzione-informatica-wifi-bluetooth-3g 43 William ROY, Sylvain DORANGE, Hedy Lamarr. La donna più straordinaria del mondo, Edizioni BD, Milano, 2020, p. 89 44 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 89 25 lui, diretti verso il Messico. Arrivati a Tijuana i due si sposano con una cerimonia lampo. Hedy scrive parecchie lettere alla madre, dove le rivela di essersi innamorata per la seconda volta e che in Gene trova molti tratti in comune con il padre. Il matrimonio durerà poco più di un anno, da marzo del 1939 al luglio del 1940, e nel mentre i coniugi adottano un bambino, James. La presenza di un bambino in casa, però, non è riuscita a creare quell’unità che Hedy aveva sperato. Avviate le pratiche per il divorzio, Hedy comunica alla madre, che intanto alla vista dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale è riuscita a scappare da Vienna e ha raggiunto Londra, che il piccolo James rimarrà in custodia a lei. L’occasione di riprendersi dai recenti insuccessi avviene quando incontra il famoso attore Clarck Gable, che le parla di un copione che sta leggendo, Boom Town, che racconta la storia di due pionieri alla ricerca del petrolio e della ricchezza. La trama è ispirata alle vere vicende vissute da Gable in età giovanile assieme a suo padre. La parte della protagonista femminile è già stata assegnata alla bellissima Claudette Colbert. Hedy legge il copione tutto d’un fiato e scopre che all’interno c’è una piccola parte, non da protagonista, che fa proprio al caso suo. Quando chiede al signor Mayer di essere scritturata per il ruolo inizialmente viene osteggiata, ma dopo tanta insistenza le viene concesso di recitare nel film. «Con indosso vestiti aderenti e tailleur creati dal suo designer preferito, Adrian, Karen Vanmeer (Hedy Lamarr) è la Mata Hari del business petrolifero».45 Nel 1940 Il film diretto da Jack Conway Boom Town si rivela un successo e viene distribuito in Italia con il titolo La febbre del petrolio. È l’inizio di una collaborazione tra Gable e Lamarr, che successivamente recitano in coppia in un altro film che otterrà molto successo, distribuito nel 1940, Corrispondente X (Comrade X, di King Vidor). Si tratta di una commedia e la trama è questa: il giornalista McKinley B. Thompson (Clarke Gable), corrispondente da Mosca, è in realtà una spia americana. Il commissario Vasiliev lo smaschera ma senza denunciarlo perché vuole costringerlo a sposare sua figlia (Hedy Lamarr), per portarla in America e liberarla dall’indottrinamento comunista. Il film sembra avere dei tratti in comune con Ninotchka (1939) di Ernest Lubitsch, un film che aveva permesso a Greta Garbo di mettere in mostra tutte le sue qualità. Ma nonostante tutte le sue gag, Corrispondente X è un film molto più cupo di Ninotchka.46 Nel 1941, mentre l’Europa è pienamente coinvolta nel conflitto mondiale, Hedy recita per la prima volta accanto all’attore James Stewart in un'altra commedia, Vieni a vivere con me (Come live with me, di Clarence Brown). È presente all’interno della pellicola un riferimento 45 Ruth BARTON, op. cit., p. 130 46 Ivi, 134 26 alla situazione politica del tempo ed è chiara l’allusione alle vicende personali dell’attrice: Hedy interpreta Miss Johnny Jones, un’esule austriaca che ha dovuto lasciare il proprio Paese e trasferirsi negli USA in seguito alla pubblicazione delle idee del padre, poco accomodanti alla politica nazista. Il suo amante, Bart, ha un «matrimonio aperto» che gli permette di vivere con la moglie Diana e godersi i piaceri di un’amante. La pellicola, che pure sfiora il confine marcato dal Production Code,47 il codice morale hollywoodiano, incassa bene e il potere negoziale dell’attrice migliora. Nello stesso anno viene scritturata per il musical diretto da Robert Z. Leonard Le fanciulle delle follie (Ziegfeld Girl, 1941), al fianco di Judy Garland e Lana Turner. Le fanciulle delle follie racconta gli amori e le avventure di tre ragazze che vengono scritturate dalle Ziegfeld Folies. Ma la trama passa certamente in secondo piano rispetto alle scenografie, agli incredibili costumi e alle coreografie. Il film dal punto di vista narrativo non dà un gran lascito alla storia del cinema, ma ciò che è sicuramente diventato una pietra miliare sono gli incredibili costumi realizzati dallo stilista Adrian: iconico è il meraviglioso copricapo-aureola fatto di stelle, che Hedy indossa in una scena chiave del film.48 Ma la svolta avviene quando accetta il ruolo di una donna moderna, indipendente e ambiziosa che vive a New York nel film Il molto onorevole Mr. Pulham (H.M. Pulham, Esq., 1941), tratto dal romanzo best seller di John P. Marquand e diretto dal King Vidor. Il film segue la vicenda di un giovane studente di Boston che viene mandato a completare gli studi ad Harvard, ma la guerra lo costringe a troncare i suoi progetti e a partire per il fronte. Al suo ritorno trova lavoro presso un'agenzia pubblicitaria, dove conosce una giovane che diventerà presto la sua ragazza (Hedy Lamarr). Ma quando - in seguito alla morte del padre - egli deve ritornare al suo paese natio, la giovane si rifiuta di seguirlo perché non accetta l'idea di vivere in una piccola città. Per la prima volta l’attrice ha l’opportunità di interpretare un ruolo nella 47 Il Production Code, conosciuto anche come Codice Hays è una serie di linee morali istituite per la produzione cinematografica a Hollywood. Negli anni ’20, per prevenire l’offensiva di moralisti e delle organizzazioni religiose, che chiedevano l’istituzione di un ufficio di censura, le case di produzione hollywoodiane decisero di darsi un codice morale di autocensura e di rispettarlo. Questo codice fu steso da William H. Hays (1879-1954), presidente della Motion Picture Producers and Distributors of America (MPPDA) dal 1922 al 1945. L’autore materiale del codice fu però il giornalista Martin J. Qigley (1890- 1964). Il codice venne istituito nel 1929, ma fino al 1934 venne costantemente ignorato. All’interno del Codice erano presenti azioni, parole o situazioni totalmente proibite e argomenti invece da trattare con cautela. Viene creato il Production Code Administration (1934), un ufficio che si occupava di verificare che le disposizioni del codice Hays venissero rispettate. Su ogni film visionato era presente un visto che ne dichiarava l’approvazione da parte dell’ufficio. Se un film non fosse stato approvato, questo non avrebbe potuto essere distribuito nelle sale. Il codice Hays, applicato rigorosamente negli anni ’30 e ’40, nel decennio successivo comincia ad apparire superato e alcuni registi cominciano a violarlo, contribuendo alla sua abolizione definitiva, che avverrà soltanto alla fine degli anni ’60. 48 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 105 29 10. In tempo di guerra Quando ormai è già passato un anno dall’entrata in guerra degli USA, nell’autunno del 1942 Hedy viene invitata dall’amica e collega Bette Davis alla Hollywood Canteen, di cui l’attrice dagli occhi penetranti è presidentessa. La Hollywood Canteen è una mensa in cui si tengono spettacoli per i militari, a cui partecipano i divi e le dive del cinema, situata al numero 1451 di Cahuenga Bouleverd. Hedy e i suoi colleghi attori servono da mangiare e da bere alle giovani reclute di stanza vicino a Los Angels e firmano autografi in continuazione. Hedy si distingue per il suo spirito patriottico nei confronti della nazione che l’ha accolta a braccia aperte dedicandosi anche alla vendita delle obbligazioni di guerra, le cosiddette war bond. Insieme ad altre stelle del cinema, partecipa al tour di produzione Stars over America, girando il Paese per raccogliere fondi destinati alle truppe. Arriva a raggiungere un vero e proprio record vendendo 25 milioni di dollari in titoli di guerra. Nonostante i vari impegni con la causa bellica, nel 1942 Hedy continua a recitare in pellicole che però non vengono ben apprezzate dal pubblico. Prende parte a Gente allegra (Tortilla Flat), diretto da Victor Fleming e tratto dal romanzo di John Steinbeck Pian della Tortilla, e La banda Pellettier (Crossroads) di Jack Conway, thriller melodrammatico che racconta la storia di un diplomatico francese con una bella moglie e una grave amnesia, ricattato da una coppia che vuol farlo passare per assassino. Neppure il film seguente, La sirena del Congo (Whithe Cargo di Richard Thorpe, 1942) darà a alla diva grandi elogi da parte della critica, ma sicuramente il ruolo interpretato nel film ha contribuito a cementare la reputazione di Hedy Lamarr come «fantasia erotica nella mente degli spettatori».51 Il ruolo assegnatole è carico di sensualità ed erotismo e le fa abbandonare il contegno aristocratico della sua identità europea e il sensuale contrasto tra il candore della sua carnagione, lucente chioma scura e labbra carnose: Tondelayo è una bellezza esotica di colore e schiava del sesso, che fa impazzire tutti gli uomini bianchi che incontra. Le sensuali danze di Hedy costituiscono il punto focale dello spettacolo. Ma non è bastato neppure il succinto costume – un reggiseno e un gonnellino di paglia – ad attirare complimenti dagli intenditori di cinema. Il film appare buffo al pubblico, ma la messa in scena di una ragazza di colore che intrattiene numerose relazioni con uomini bianchi e prova piacere nell’essere picchiata appare come un affronto nei confronti del Production Code52, che vietava espressamente la presenza di relazioni interraziali all’interno dei film distribuiti in America. 51 Ruth BARTON, op. cit., p. 179 52 Vedi nota 42. 30 Intanto Hedy Lamarr continua a fare volontariato alla Hollywood Canteen e qui conosce colui che ben presto diventerà il suo terzo marito: l’attore cinematografico e teatrale britannico John Loder. I due convoleranno a nozze il 25 maggio 1945, entrambi per la terza volta. Si trasferiscono nella villa di lei a Benedict Canyon Drive. Apparentemente questo è un bel periodo nella vita di Hedy: guadagna molto, è follemente innamorata e vive in una reggia. La sua attività cinematografica è sempre molto intensa; nel 1944 recita in ben tre film: la commedia Crepi l’astrologo (The heavenly body, di Alexander Hall), il cupo melodramma La schiava del male (Experiment Perilous, di Jacques Tourneur) e I cospiratori (The conspirators, di Jean Negulesco); quest’ultimo prende a modello il film di Michael Curtiz del 1942, Casablanca, divenuto un successo internazionale. Mentre sta girando il film Hedy ha continui attacchi di emicrania e le fa male la pancia: poco dopo scopre di essere incinta e corre ad informare John. Il marito alla notizia risponde semplicemente con un «Ah». Hedy comincia a cambiare i propri comportamenti, d’ora in avanti l’unica cosa di cui le importerà e di crescere il suo bambino. 11. Nuova vita Il 29 maggio 1945 nasce la figlia Denise, quando in Europa la guerra è appena terminata e sta per concludersi anche nel Pacifico. Dopo aver dato alla luce la bambina, Hedy Lamarr Figura 3. Hedy Lamarr sul set di Crepi l'astrologo, 1943. 31 vive un brutto periodo di postparto. Decide allora di andare in cura da un famoso psicanalista di Boston. La terapia psicanalitica la aiuta a risollevarsi dalla depressione. Mette un freno anche alla sua vita da attrice, riducendo il ritmo di lavoro a un solo film all’anno. Hedy, dopo un breve periodo di pausa passato accanto ai suoi bambini, si rende conto di essere inadatta e insoddisfatta dei ruoli che la MGM continua a proporle. Si reca da Louis B. Mayer e gli comunica che è intenzionata a porre fine al loro contratto per diventare una produttrice indipendente. Mayer è sconvolto; non può trattenere la rabbia quando viene a sapere che la Hedy Lamarr che con tanto impegno aveva creato lui stesso, ora vuole abbandonarlo per far carriera con delle società concorrenti. Ma Hedy gioca bene le sue carte e, con tono confidenziale, rimane calma e comunica al boss i problemi della sua vita privata: il rapporto con John Loder non va per il verso giusto e la sua intenzione è quella di divorziare. Se fosse libera dal contratto con la MGM potrebbe lavorare quando vorrebbe lei e ai film che vorrebbe lei, così da riprendere maggior controllo sulla propria vita. Mayer cerca di negoziare un accordo per trovare una soluzione per entrambi: il contratto verrà sciolto a patto che Hedy Lamarr faccia ancora tre film per la MGM nei prossimi cinque anni. L’accordo viene accettato e Hedy inizia la sua carriera di attrice-produttrice. Ma il 1946 porta un’altra notizia all’attrice: è di nuovo incinta. Nonostante ciò, questo non serve a rinsaldare il rapporto con Loader e il divorzio dal marito è fortemente voluto. Il 1° marzo 1947 nasce il secondogenito della coppia, Anthony. Lamarr e Loder divorziano ufficialmente nel luglio dello stesso anno e la stampa coglie subito l’occasione per prenderla di mira con decine di pettegolezzi. 12. Produttrice indipendente Mentre è intenta a portare avanti la sua causa di divorzio, nel 1946 Hedy Lamarr si mette in proprio e costituisce la sua casa di produzione – la Mars Production – in società con Hunt Stromberg e Jack Chertok.53 Nella Hollywood del tempo, è impensabile che una giovane donna riesca a sfondare come produttrice. Il primo film di Hedy come produttrice indipendente è Venere peccatrice (The strange woman) del 1946, diretto dall’austriaco Edgar. G. Ulmer e distribuito dalla United Artists. Lei interpreta la parte della vedova nera che, sfuggita al misero ambiente d’origine, il porto, seduce e uccide uomini facoltosi. Il film è stato recensito dalla critica in maniera positiva, ma la sua produzione è costata cara alla compagnia, superando di 53 Ruth BARTON, op. cit., p. 207 34 14. Declino Nessuno dei film in cui Hedy apparirà successivamente potranno mai eguagliare il clamoroso successo ottenuto con Sansone e Dalila. L’attrice torna a fare accordi con Louis B. Mayer e la MGM per girare L’amante (A lady without Passport, 1950, di Joseph H. Lewis); Hedy ottiene il compenso desiderato di novantamila dollari per partecipare al film, ma la notorietà che ne deriva è veramente molto scarsa. Nel 1950 la Paramount le fa una generosa offerta per il western Le frontiere dell’odio (Copper canyon), con la regia di John Farrow. Si rende conto che le sue possibilità di scelta sono ristrette, ed essendo da un po’ di tempo senza un contratto con una casa di produzione, accetta il ruolo della protagonista femminile. In Le frontiere dell’odio si nota una Hedy Lamarr totalmente a disagio nei panni della femme fatale di frontiera. L’anno successivo accetta una parte al film diretto da Norman Z. McLeod, L’avventuriera di Tangeri (My favourite spy, 1951), una bizzarra parodia dei film di spionaggio, con chiari riferimenti a Casablanca e Un’americana nella Casbah; ma neppure questa produzione serve a rinvigorire la sua carriera. Dopo i repentini insuccessi nella sua carriera cinematografica, a trentasette anni, nel 1951, Hedy decide di sposarsi per la quarta volta, con lo svizzero Edward «Ted» Stauffer. Ted è un imprenditore emigrato in cerca di fortuna a Hollywood e poi indotto a trasferirsi in Messico a causa di problemi con l’ufficio immigrazione americano. Ad Acapulco, gestisce un night club chiamato La Perla, posizionato sulla scogliera de La Quebrada. I due si sposano l’11 giugno. Hedy vende la sua proprietà a Beverly Hills e si trasferisce con il nuovo marito in Messico. Accantona per un po’ la carriera da attrice e si dedica alla gestione del night club. I problemi arrivano solo un paio di mesi dopo quando i tre figli che la diva aveva sempre tenuto con sé James, Denise e Anthony, cominciano ad avere nostalgia dell’America e faticano molto a sopportare il clima caldo e umido e ad integrarsi nella nuova scuola. Con enorme sollievo, l’attrice fa ritorno assieme ai figli a Hollywood nell’ottobre dello stesso anno. Il marito non è presente; è rimasto a gestire il night club, un segno che anche questo matrimonio non è destinato a durare a lungo. Le crisi nervose di Hedy iniziano a farsi sentire quando James, il figlio adottivo, rischia l’espulsione dalla Chadwick School, collegio di ottima reputazione. Dopo una serie di guai, a James viene negato l’utilizzo dei dormitori. Una sua insegnante, la signorina Ingrid Gray, propone a James di andare a vivere con lei, in questo modo avrebbe potuto continuare a frequentare la scuola senza bisogno di utilizzare i dormitori. James accetta e questa notizia sconvolge a tal punto la madre che non vorrà più avere niente a che fare con lui. 35 Nel marzo del 1952 vengono avviate le pratiche di divorzio con Ted Stauffer. Per Hedy Lamarr è l’inizio di un periodo di declino che si manifesta in furori improvvisi, frequenti amnesie, discorsi sconclusionati e la permanente assistenza degli psichiatri. Il tempo passa e Hedy si sta avvicinando a un’età molto temuta dalle star di Hollywood: i quarant’anni, in cui iniziano a farsi evidenti i segni dell’età che avanza e questo dà inizio ad una serie di insicurezze e stati di depressione. Non riuscendo a riproiettare la propria carriera da attrice verso un altro successo, Hedy da sfogo alle sue frustrazioni intensificando le sedute dallo psicanalista. Lo stesso anno, durante una vacanza in Francia, incontra il produttore italiano Francis Salvoli (poi sostituito da Cino Del Duca), che le propone di prendere parte a un film storico a episodi intitolato l’amante di Paride. Hedy, convinta che possa essere l’occasione di ritorno al successo, accetta e si sposta a Roma per il periodo delle riprese. Il progetto è pensato come una serie di film per la televisione sui grandi amori tragici della storia. Il progetto però, andando in contro a costi troppo dispendiosi, viene ridimensionato e ridotto a film per il circuito del cinema, incentrato su tre famose donne della storia: Elena di Troia, Ginevra di Bramante e l’imperatrice Giuseppina. Hedy interpreta tutti e tre i ruoli principali. Il tema è la bellezza e come intralcia le storie d’amore delle grandi donne della storia. Durante la progettazione del film Hedy incontra il magnate texano dell’industria petrolifera Howard Lee. Lei sta cercando capitali per coprodurre il suo film italiano, e lui si fa avanti interessato. Hedy Lamarr e Howard Lee diventano così soci di Victor Pahlen nella produzione del film, mentre Cino del Duca finirà per uscire dal progetto. L’attrice, ancora una volta, soddisfa il desiderio di lavorare in proprio. Il film procede non senza complicazioni, con discussioni e litigi che si susseguono senza sosta tra Hedy e i vari membri del cast. L’amante di Paride è un film che sfiora una parodia dell’epopea storica, con Hedy costantemente al centro della scena. La macchina da presa passa senza stacchi dalla dozzinale scenografia dello spettacolo itinerante a un set cinematografico altrettanto pacchiano. Il film alla fine risulta un progetto futile dal quale nessun membro del cast esce con onore, e certamente non fa incassare molto denaro. L’amante di Paride, proiettato in Italia nel 1954, viene distribuito nel Bel Paese dalla Republic Pictures. Quella versione è attribuita alla regia di Marc Allegrét (il primo regista a cui era stato affidato il progetto è Edgar Ulmer) e contiene soltanto l’episodio dedicato a Elena di Troia. Hedy ha speso milioni di dollari nella produzione del film e non riesce a trovare un distributore negli Stati Uniti. Perde tutti i suoi soldi e si ritrova senza nulla. Il 23 dicembre 1953 sposa il ricco Howard Lee, che si aggiunge alla lista – non ancora terminata – come marito numero cinque. Sarà il suo matrimonio più lungo, che durerà sino al 36 1958. Dopo un paio di anni fuori dai set cinematografici, passati a Houston con il marito, Hedy fa ritorno a Hollywood nel 1957 con l’offerta di recitare in L’Inferno ci accusa (The story of mankind), diretto da Irwin Allen e finanziato dalla Warner Bros e prodotto dalla casa indipendente del regista, la Cambridge Productions. Il film è una successione di personaggi famosi della storia, dall’antico Egitto alla Seconda Guerra Mondiale; inizia con il tribunale supremo del Cielo che, impressionato dalle esplosioni atomiche, deve decidere se accordare agli uomini un’ultima possibilità di salvezza o lasciare che si autodistruggano. Il giudice convoca lo spirito dell’Uomo e il Diavolo e chiede loro di andare sulla Terra per presentare come prova un qualsiasi evento accaduto durante qualsiasi epoca. In questi flashback sulla Terra si dispiega la «storia dell’umanità». Il film è un totale insuccesso che viene stroncato dalla critica senza pietà con recensioni terribili.58 15. Perdere il controllo Il 1957 è l’anno del suo ultimo film, L’animale femmina (The female animal), di Harry Keller, che uscirà nelle sale cinematografiche l’anno successivo. Hedy interpreta il ruolo dell’affascinante attrice Vanessa Windsor, che ha una figlia adottiva mentalmente instabile con la quale compete per le attenzioni di un giovane attore. Albert Zugsmith, il produttore del film, aveva in mente Viale del tramonto (Sunset boulevard, 1950) quando fu avviato il progetto, ma né il regista né il cast sono in grado di ricreare l’atmosfera del capolavoro di Billy Wilder. 59 La carriera cinematografica di Hedy Lamarr è ormai conclusa e, per ricordare al mondo che aveva ancora una vita professionale, si apre un periodo di partecipazioni a trasmissioni televisive che terminerà alla fine degli anni Sessanta. Sul piano psicologico, Hedy appare sempre più assente e disorientata. L’instabilità mentale si accenna nel 1958, quando il suo quinto marito, Howard Lee, chiede il divorzio e le fa causa per crudeltà mentale. Il 4 marzo 1963 Hedy sposa il suo sesto e ultimo marito, l’avvocato Lewis Boies, che aveva fatto parte della squadra legale impegnata nella controversia di lei con Lee. Come i precedenti matrimoni, anche questo viene stroncato dalle acute liti tra la coppia, che divorzia ufficialmente nel 1965. Alla fine di quell’anno Hedy sta diventando visibilmente sempre più fragile e nervosa, divorata dall’ansia a causa delle sue precarie condizioni finanziarie. 58 Ruth BARTON, op. cit., p. 263 59 Ivi, 264 39 divina Venere marmorea, definita da tutti come «la donna più bella del mondo», sta scomparendo, e questo per lei è inaccettabile. Perché nonostante abbia pensato per tutta la vita che la sua bellezza fosse una maledizione, le piaceva comunque essere unica e amata per questo. Durante gli ultimi anni di vita, Hedy Lamarr subisce molte operazioni chirurgiche mal riuscite. Ognuna di quelle operazioni viene eseguita per correggere i disastri procurati da quella precedente. Il risultato diventa sempre più spiacevole per la diva, tanto che decide di non voler farsi più vedere in pubblico.62 In un filmino del 199663 Hedy, ora con i capelli tinti color ciliegia, è ripresa in casa in posa sul sofà mentre ride e ironizza su sé stessa. La sua faccia non ha retto gli zigomi falsamente sollevati e la sua pelle si arriccia intorno alle labbra atteggiate a una strana espressione imbronciata: le varie chirurgie plastiche hanno lasciato segni indelebili e tremendi su quello che era considerato il viso più bello del mondo. Nell’ottobre del 1999 Hedy cambia ancora indirizzo di residenza, questa volta spostandosi a Casslberry, cittadina appena a nord di Orlando, in Florida. Hedy Lamarr muore nel sonno il 19 gennaio 2000, mentre è sola a casa, davanti la tivù. La diva aveva espresso tante volte nella sua vita il desiderio di ritornare a Vienna, la sua vera 62 Alexandra DEAN, op. cit. 63 Georg MINSCH, Calling Hedy Lamarr, GMfilms, Germania, 2004 Figura 4. Hedy Lamarr nel 1979, all'età di sessantatré anni. 40 casa. Così, i figli Denise e Tony, nel 2003 portano le ceneri della madre nella capitale austriaca, e le spargono nel Wienerwald, il bosco viennese che Hedy aveva tanto amato. 18. Redenzione Per la prima volta nel 1990 sulla rivista Forbes64 esce un articolo in cui Hedy Lamarr viene descritta come una donna bellissima e, soprattutto, intelligente. Il 12 marzo 1997 la ormai dimenticata Hedy Lamarr torna a far parlare di sé quando la Electronic Frontier Foundation (Eff) conferisce a lei e a George Antheil il Pioneer Award per l’invenzione del frequency hopping spread spectrum, brevettata nel lontano 1942. La candidatura di Lamarr e Antheil è stata lanciata da David Hughes, ex colonnello dell’esercito americano. Hughes è un pioniere dell’industria informatica e delle telecomunicazioni. A metà degli anni Novanta, viene incaricato dalla National Science Foundation (Nsf) di realizzare un progetto per il collegamento wireless dei sensori biologici65 sparsi nelle zone interne del Colorado. È proprio durante la preparazione di questo progetto che Hughes ha la possibilità di studiare in dettaglio la comunicazione wireless, lo spread spectrum e la sua storia. Immerso nella ricerca, si imbatte nel brevetto 2.292.387 realizzato da George Antheil e Hedy Lamarr, la bellissima attrice che da ragazzo ammirava. Quando a Hedy viene comunicata l’entusiasmante notizia, risponde con una semplice battutà che farà il giro del mondo e sarà ripresa da tutti i giornali: «Era ora», dice.66 Hedy, non se la sente di mostrarsi al pubblico e manda il figlio Anthony a ritirare il premio al posto suo. In seguito al riconoscimento concesso dalla Eff riceve, in rapida successione, il premio Millstar dalla Lockheed, il Bulbie Gnass Spirit of Archievement Award, il Chariot Award of the Inventors Club of America e la Victor Kaplan Medal67 dall’Austria. I primi a occuparsi della storia di Hedy Lamarr sono state le figure dell’industria delle telecomunicazioni, perché si rendono conto di quanto il salto di frequenza sia stato rivoluzionario. Lo stavano già utilizzando nel GPS, nella tecnologia Wi-Fi, nel Bluetooth e su satelliti militari da migliaia di dollari. Oggi, il valore di mercato della sua invenzione ammonta alla cifra di 30 milioni di dollari. 64 F. M., The sound of Lamarr, Forbes, 1990, n.10, p.138 65 Strumenti ad alta sensibilità che raccolgono dati sullo stato dell’ambiente, dall’aria all’acqua al terreno. 66 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 227 67 La Victor Kaplan Medal è la più prestigiosa onorificenza scientifica austriaca per un inventore. 41 CAPITOLO TERZO IL CONTRIBUTO SCIENTIFICO-TECNOLOGICO DI HEDY LAMARR 1. La riscoperta di una diva Le idee di Lamarr e Antheil hanno contribuito allo sviluppo spettacolare delle telecomunicazioni in campo civile. La notizia sulla sorprendente invenzione del sistema anti- intercettazione progettato da Hedy Lamarr e George Antheil si è diffusa soltanto negli anni recenti; all’epoca era stata riportata dai giornali come un argomento di scarso interesse. Il ruolo di Hedy Lamarr in questi progetti è rimasto sconosciuto fino agli anni Novanta, quando ha ricevuto alcuni premi per la sua invenzione, riconoscimento che lei probabilmente considerava più importante del successo dei suoi film. Al giorno d’oggi diversi aspetti del frequency hopping da lei creato si ritrovano nei dispositivi con tecnologia wireless che usiamo tutti i giorni. Il Secret Communication System è stata una prima, rudimentale forma di spread spectrum, il principio alla base della telefonia contemporanea. Durante una telefonata al cellulare, infatti, la frequenza varia di continuo, per consentire l’utilizzo della stessa gamma di frequenze a più utenti ed evitare allo stesso tempo che la conversazione sia ascoltata da altri. Oggi il salto di frequenza inventato da Hedy Lamarr è il metodo universale che viene usato per la condivisione delle bande di trasmissione, dal Wi-Fi al Bluetooth, dal GPS ai telefoni cellulari. La tecnologia delle frequenze variabili è fondamentale per i telefoni Global System for Mobile (GSM) perché permette agli utenti di conservare la privacy. Nei paesi germanici di lingua tedesca (Austria, Germania e Svizzera) il 9 novembre, giorno del compleanno della diva, si celebra la Giornata degli Inventori, con l’esplicito intento di stimolare la gente a sviluppare le proprie idee e ricordare al pubblico gli inventori dimenticati. Più recentemente Hedy è diventata una sorta di icona per le donne inventrici e, un po’ paradossalmente, data la sua reputazione, un modello per promuovere le scoperte scientifiche presso i giovani.68 68 Ruth BARTON, op. cit., p. 303 44 frequenza ad ampio spettro».70 Più sinteticamente l’idea di base è che usando due rulli del pianoforte in miniatura azionati nello stesso istante e che girino alla stessa velocità, una nave e un siluro potrebbero comunicare in segreto secondo uno stesso schema di frequenze. In sostanza, Hedy e George volevano che la nave e il siluro comunicassero su 88 frequenze diverse (lo stesso numero dei tasti di un pianoforte), come un sistema criptato che nessuno poteva violare. I due presentano la loro invenzione al National Inventors Council a Washington, ottenendo il brevetto numero 2.292.387 l’11 agosto 1942, con una durata di diciassette anni. I nomi degli autori registrati sul documento, intitolato Secret Communication System, sono Hedwig Kiesler Markey (il divorzio da Gene Markey viene ufficializzato sul finire del 1942) e George Antheil. Dopo aver ottenuto il brevetto della propria invenzione, Lamarr e Antheil la offrono al dipartimento della Difesa statunitense, che non la userà mai. Il governo ignora il progetto perché non ritiene credibile un’idea nata da un musicista bislacco e da un’attrice straniera (Hedy prenderà la cittadinanza statunitense soltanto nell’aprile del 1953). Inoltre, il progetto viene bocciato perché la Marina Militare statunitense ritiene impraticabile l’istallazione di un simile meccanismo, troppo ingombrante, a bordo di un siluro. Probabilmente, una delle ragioni del rifiuto di utilizzo del Secret Communication System risiede nella nazionalità austriaca dell’attrice. Infatti, nello stesso anno, il governo americano si appropria del brevetto di Hedy, in quanto di proprietà di un “nemico” straniero, quindi potenzialmente pericoloso. 10 agosto 1959 è la data di scadenza del brevetto Lamarr-Antheil. Per la legge sui brevetti degli Stati Uniti, quando un brevetto scade, l’inventore ha sei anni di tempo per fare una causa per il pagamento. Ma di questo Hedy non ne è a conoscenza. 70 Ruth BARTON, op. cit., pp. 166-167 45 4. La crisi dei missili cubani Il 1962 viene ricordato nella storia come l’anno della crisi dei missili sovietici installati a Cuba e del blocco formato dalle navi intorno all’isola caraibica per impedire ulteriori consegne di materiale bellico da parte di Mosca. In questa vicenda gioca un ruolo di fondamentale importanza il brevetto 2.292.387 depositato dalla star di Hollywood Hedy Lamarr e dal suo collaboratore, il compositore George Antheil. Brevemente, questo momento storico si identifica con un «confronto» tra gli Stati Uniti d’America, il cui presidente era allora John Kennedy, e l’Unione Sovietica con a capo Nikita Chruščёv, il tutto durato appena tredici giorni, dal 16 al 28 ottobre 1962. Questo «confronto» è stato uno dei momenti più pericolosi della Guerra Fredda, a causa del quale si è rischiata l’esplosione di una guerra nucleare. Alla fine, Nikita Chruščёv ordinerà il ritiro dei missili in cambio della promessa di non invasione dell’isola e del ritiro dei missili installati nelle basi turche e italiane. Nel 1957 la società Sylvania Electronics Systems di Buffalo, città industriale dello stato di New York, utilizza il concetto di frequency hopping, il salto di frequenza, al centro Figura 5. il frontespizio del brevetto 2.292.387; Hedy compare con il cognome del secondo marito. 46 dell’invenzione brevettata da Hedy e George. I tecnici della Sylvania partendo dalle basi tecnologiche formulate nel brevetto, elaborano una versione molto più sofisticata del precedente sistema messo appunto da Lamarr-Antheil. La Sylvania inizia i lavori su un sistema di comunicazione radio nella speranza che sarebbe stato selezionato per i nuovi sottomarini nucleari che la Marina stava sviluppando. Conosciuto con l’acronimo Blades, il sistema utilizza lo spettro diffuso a salto di frequenza per superare il problema della distorsione multi-percorso nelle comunicazioni a lungo raggio, ovvero per superare la distorsione causata da un segnale che rimbalza sulle montagne e altri segnali radioriflettenti superfici e arrivando a un ricevitore lungo diversi percorsi contemporaneamente.71 Dopo diversi anni di test e miglioramenti, il prototipo Blades viene consegnato alla Marina nel 1962, tre anni dopo la scadenza del brevetto «precursore». Le navi americane utilizzate durante la «crisi dei missili di Cuba» sono tutte equipaggiate con apparati radio a salto di frequenza. Poiché tutti questi sviluppi sono stati fatti in segreto, Hedy e George ne sono rimasti all’oscuro. Il loro brevetto è scaduto a diciassette anni dalla sua concessione, nel 1959. In quello stesso anno anche George Antheil lascia un vuoto nella vita dell’amica Hedy, morendo d’infarto il 12 febbraio, all’età di cinquantotto anni. Documenti testimoniano che il sistema inventato da Hedy e George, sia stato utilizzato nel 1955, quattro anni prima della scadenza del loro brevetto, ma che nessuno dei due inventori abbia ricevuto in passato né il riconoscimento per tale invenzione, né un compenso in denaro. Il primo ad aver utilizzato il sistema SCS su commissione del governo americano è Romuald Irenus Scibor. Scibor è ingegnere che a quel tempo svolge il ruolo di consulente e tecnico presso gli Hoffman Laboratories. L’azienda, specializzata nella produzione di sistemi di comunicazione militari ed elettronica di consumo, viene direttamente incaricata dalla Marina Militare di sviluppare una boa sonora impiegata nella lotta antisommergibile. Scibor, sulla base del brevetto 2.292.387, ha elaborato prima un sistema di monitoraggio radio dei sommergibili e poi per la guida, sempre via radio, degli aerei spia senza pilota («droni»). Il primo sistema creato da Scibor sulla base del sopracitato brevetto è denominato Sonobuoy e consiste in un sonar in miniatura integrato in una boa dispiegabile con paracadute, destinato a rilevare e localizzare un sottomarino nemico con onde sonore e trasmettere le coordinate a un aereo. La Sonobuoy è quindi un congegno cilindrico galleggiante che viene sganciato da un aereo a bassa quota. La parte emersa, su cui è stata installata una radio ricetrasmittente e un’antenna, fluttua verticalmente sulla superficie del mare. Un paio di 71 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 201 49 CONCLUSIONI Il divismo sorto all’inizio del secolo, e giunto sino a noi attraverso continue trasformazioni, basa la sua costituzione, rispetto alle forme storicamente precedenti, soprattutto sull’elemento visivo. Anche precedentemente, nell’epoca d’oro delle rappresentazioni teatrali, l’immagine dell’attore costituiva un elemento fondamentale. Ma rispetto all’avvento del cinema con la sua essenza visiva, i mezzi a disposizione in tal senso erano ridotti ed erano minori le occasioni di riprodurre l’effige del divo. Inoltre, la distribuzione sommaria di disegni, e più tardi delle fotografie, non può minimamente paragonarsi alla divulgazione capillare dell’immagine cinematografica prima e televisiva poi. Essendo la diffusione del cinema molto più estesa e capillare, è stato lo schermo a rendere “popolari” gli attori e a divinizzarli, creandone un mito intorno al loro fascino tal volta naturale, tal volta costruito a tavolino. In ogni caso è stata proprio l’utilizzazione intensiva del vedere che ha permesso la nascita dell’archetipo del divismo. In seguito, sempre attraverso l’uso dell’immagine, la funzione sociale del divismo si è dilatata progressivamente aumentando la propria influenza, sviluppando i suoi modelli di riferimento, inserendosi nei vari settori della comunità.74 La crescente industria cinematografica di Hollywood decide di puntare tutto sui divi, facendoli diventare il centro intorno al quale gira tutto il sistema. Ogni studio ha sotto contratto diversi attori belli e giovani per i quali si creano film appositi, e grazie ai mass media (riviste, radio e giornali), essi diventano in breve tempo molto famosi, e seguiti da migliaia di uomini e donne in tutto il mondo.75 Hedy Lamarr vede i suoi anni di gloria durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, diventando l’emblema della donna che guida il suo destino, che afferma autonomamente la propria sessualità, che «prende in mano il volante della sua vita senza chiedere il permesso».76 Negli anni Trenta e nel periodo della guerra, le riviste fanno a gara per mettere in copertina la foto di Hedy Lamarr, e i giornali di gossip spiano ogni sua mossa. Contemporaneamente, in modo univoco, i critici cinematografici concordano sul fatto che l’attrice non sappia recitare un gran ché. Ma che importanza ha, dal momento che è stata proclamata la «donna più bella del mondo»? La sua ultima apparizione in un film risale al 1958. In seguito, diventa più famosa per la pubblicazione di una piccante autobiografia e una serie di cause legali, particolarmente 74 Enzo KERMOL, Divismo vecchio e nuovo, 2018, http://www.kermol.it/2018/09/03/divismo-vecchio-e- nuovo/ 75 Ana MURACA, Gli anni d’oro del divismo, 2012, http://www.dejavuteam.com/gli-anni-doro-del- divismo/ 76 Edoardo SEGATINI, op. cit., p. 243 50 infamanti quelle legate all’accusa di furti nei negozi. Passa i suoi ultimi anni come una reclusa e il volto un tempo considerato splendido, distrutto dalla chirurgia plastica. In qualche modo però, la fama aumenta dopo la sua morte, avvenuta nel 2000. Questo in parte è dovuto alla sua crescente reputazione d’inventrice. L’aspetto che più sconvolge nella biografia di Hedy Lamarr è sicuramente il tempo trascorso a creare invenzioni che sperava avrebbero aiutato gli Alleati durante la Seconda guerra mondiale. In questo periodo, al fianco del compositore George Antheil, inventa il frequency hopping, in cui i segnali radio trasmessi da una nave (o da un aereo) ad un siluro, cambiano costantemente frequenza, rendendoli intercettabili e migliorando la precisione di lancio dei siluri. Dopo aver presentato la sua invenzione alla Marina americana e sofferto la delusione di vedersi rifiutare il progetto, Hedy ripone in un cassetto il suo brevetto e si dedica solamente alla sua carriera di attrice, accantonando il suo lato da scienziata. È, tuttavia, interessante notare che il brevetto 2.292.387 viene classificato come top secret e che, negli anni Cinquanta viene ceduto ad un appaltatore per la costruzione della Sonobuoy, dispositivo in grado di rilevare i sottomarini in acqua e quindi di trasmettere tali informazioni a un aereo. Tutto questo basandosi sull’idea di Hedy Lamarr del salto di frequenza che rende impossibili le interferenze. In seguito, quando il brevetto era ormai scaduto, le forze armate e altri soggetti privati iniziano a realizzare invenzioni proprie utilizzando questa interpretazione della tecnologia spread spectrum – senza che Hedy ne tragga alcun profitto – e oggi diversi aspetti della sua invenzione del frequency hopping si possono ritrovare nei dispositivi wireless che adoperiamo comunemente. Il ruolo di Hedy in questi progressi è rimasto sconosciuto fino agli anni Novanta, quando ha ricevuto diversi premi legati al riconoscimento della sua invenzione, riconoscimento che lei considerava più importante del successo dei suoi film. L’idea di Hedy, applicata dall’azienda Sylvania per uso militare nel 1962 durante il blocco su Cuba, ha contribuito in maniera spettacolare allo sviluppo delle telecomunicazioni in campo civile. Quando guardiamo i nostri – oramai indispensabili – telefoni cellulari, stiamo guardando dritto in faccia ad un’invenzione tecnologica modellata, in parte, sull’idea di Hedy Lamarr, la diva di Hollywood degli anni Trenta e Quaranta. Il modo in cui il suo contributo alla creazione di questo dispositivo che ha trasformato il mondo è stato in gran parte ignorato e poi dimenticato per decenni e questo riflette la diffusa – sia storica che moderna – emarginazione della creatività femminile. Se il lavoro di Hedy nella tecnologia spread spectrum è stato volutamente ignorato è perché su di lei vigeva la nomea di «donna più bella del mondo», caratteristica insociabile all’intelligenza e incompatibile con la scienza. 51 Oggi, la figura di Hedy Lamarr è stata protagonista di una grande riscoperta, che l’ha portata ad essere sempre più apprezzata dalla comunità. Negli ultimi anni, sono stati prodotti documentari che esplorano la sua carriera, la sua personalità e il suo lascito. Molti siti internet sono dedicati a lei e viene sempre più spesso menzionata in articoli di giornale. Per celebrare il 101° anniversario dalla nascita di Hedy Lamarr, il 9 Novembre 2015 il motore di ricerca Google dedica alla diva un doodle77, realizzato dalla doodler Jennifer Hom: al posto del classico logo della società, nella pagina principale di Google è presente un disegno che ricorda Lamarr, cliccandoci sopra si avvia un video che mostra alcuni dei momenti più importanti della sua carriera di attrice e di inventrice. Il 27 Agosto 2019 si è tenuto l’evento di preapertura della 76° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido. Il film scelto per l’occasione è la versione restaurata in 4K di Estasi (Ekstase) di Gustav Machaty, il film- scandalo del 1933 che ha segnato il decollo della carriera da attrice di cinema di Hedy Lamarr, allora ancora conosciuta come Hedy Kiesler. La pellicola aveva già conosciuto l’ambiente veneziano nel lontano 1934, quando era stata proiettata alla 2° edizione della Mostra, che è valso il premio alla miglior regia per Gustav Machaty e la consegna della Coppa Città di Venezia. Estasi è stato accolto con un applauso interminabile dal pubblico e giudicato come miglior film straniero presentato al festival. Il restauro presentato per l’edizione del 2019 è stato realizzato dal Národní filmový Archiv (Cineteca di Praga) grazie al sostegno di Milada Kučerová e Eduard Kučera e alla collaborazione con Film Servis Festival Karlovy Vary. Le lavorazioni sono state effettuate presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna. L’obiettivo del restauro era quello di ricostruire una versione del film che fosse il più possibile fedele all’originale in lingua ceca, cioè quella presentata a Venezia nel 1934. Nella sua vita Hedy Lamarr ha frantumato il pervicace stereotipo che vorrebbe la bellezza nemica dell’intelligenza, dando, forse a sua insaputa, un immenso contributo allo sviluppo della tecnologia del futuro. La sua tragedia è proprio quella di essere una star di Hollywood, cioè incasellata senza possibilità di scampo in un contesto in cui la bellezza predominava sul cervello. Forse, se la società del tempo non avesse considerato Hedy Lamarr unicamente come una donna di eccezionale bellezza, ma l’avesse riconosciuta anche dal punto di vista intellettuale, avrebbe potuto rendersi conto della preziosità di una mente dotata di tanta 77 https://www.google.com/doodles/hedy-lamarrs-101st-birthday 54 55 ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI Figura 1. Hedy Lamarr in Estasi, 1933………………………………………………………..15 Fonte: https://www.filmtv.it/film/34459/estasi/recensioni/961645/#rfr:none Figura 2. Hedy Lamarr in Ziegfeld Follies, 1941, con il costume di Adrian…………………..27 Fonte:https://www.irenebrination.com/irenebrination_notes_on_a/2018/12/hedy-lamarr- glamour-science.html Figura 3. Hedy Lamarr sul set di Crepi l’astrologo, 1943…………………………………….30 Fonte: https://www.aenigma-images.com/hedy-lamarr-pearl-necklace/ Figura 4. Hedy Lamarr nel 1979, all'età di sessantatré anni…………………………………..39 Fonte: https://hedwigkieslers.tumblr.com Figura 5. il frontespizio del brevetto 2.292.387; Hedy compare con il cognome del secondo marito…………………………………………………………………………………………45 Fonte: https://www.bugnion.eu/it/i-percorsi-dellattivita-inventiva-sono-davvero-imprevedibili/ 56 FILMOGRAFIA DI HEDY LAMARR Geld auf der Stasse, 1930 Regia: Georg Jecoby; produzione: Nicolas Deutsch Die Blumenfrau von Lindenau / Sturm in Wasserglas, 1931 Regia: Georg Jecoby; produzione: Hermann Fellner, Josef Somlo Die Koffer des Hern O.F., 1931 Regia: Alexis Granowsky; produzione: Mark Asarow, Hans Conradi Man braucht kein Geld, 1932 Regia: Carl Boese; produzione: Arnold Pressburger Estasi (Ekstase), 1933 Regia: Gustav Machaty; produzione: Moriz Grunhut e Frantisek Horky Un’americana nella Casbah (Algiers), 1938 Regia: John Cromwell; produzione: Walter Wanger La signora dei tropici (Lady of the Tropics), 1939 Regia: Jack Conway; produzione: Sam Zimbalist Questa donna è mia (I Take This woman), 1940 Regia: W.S. Van Dyke; produzione: Bernard Hayman, Louis B. Mayer e Lawrence Weingarten La febbre del petrolio (Boom Town), 1940 Regia: Jack Conway; produzione: Sam Zimbalist Corrispondente X (Comrade X), 1940 Regia: King Vidor; produzione: Gottfried Reinhardt e King Vidor 59 BIBLIOGRAFIA Ruth BARTON, Hedy Lamarr. La vita e le invenzioni della donna più bella della storia del cinema, Castelvecchi Editore, Roma, 2011 Marie BENEDICT, La diva geniale, Piemme Editore, Milano, 2019 Vittorio BOARINI (a cura di), Divinità del cinema. Riflessioni sul divismo cinematografico, Commissione Cinema dell’Assessorato alla Cultura (Quaderni della Cineteca; 2), Bologna, s.d. Richard BREM, Theo LIGTHART, Hommage à Hedy Lamarr, Edition Selene, Vienna, 1999, p. 79 Vanni CODELUPPI, Il divismo. Cinema, televisione, web, Carrocci Editore, Roma, 2017, pp. 10-37 Richard DYER, Star, Edizioni Kaplan, Torino, 2003 Umberto ECO, Come si fa una tesi di laurea. Le materie umanistiche, 12ª edizione, Bompiani Editore, Milano, 2001 Cristina JANDELLI, Breve storia del divismo cinematografico, Marsilio Editore, Venezia, 2007 Roberto LESINA, Il nuovo manuale di stile. Edizione 2.0, Zanichelli Editore, San Lazzaro di Savena, 2009 Piergiorgio ODIFREDDI, Il genio delle donne. Breve storia della scienza al femminile, Rizzoli Editore, Milano, 2019, pp. 167-177, “A beautiful mind” William ROY, Sylvain DORANGE, Hedy Lamarr. La donna più straordinaria del mondo, Edizioni BD, Milano, 2020 60 Edoardo SEGATINI, Hedy Lamarr, la donna gatto. Le sette vite di una diva scienziata, 2a edizione, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2011 61 FILMOGRAFIA Bombshell. La storia di Hedy Lamarr. Titolo originale: “Bombshell. The Hedy Lamarr Story”; regia: Alexandra Dean; fotografia: Buddy Squires; montaggio: Lindy Jankura, Penelope Falke, Alexandra Dean; musica: Keegan Dewitt, Jeremy Bullock; produzione: Susan Saradon, Micheal Kantor; distribuzione: Reframed Pictures; origine: USA; anno: 2017; durata: 88’ Calling Hedy Lamarr; regia: Georg Minsch; fotografia: Jon Sayers; montaggio: Micheal Palm; musica: Jim Howard; produzione: AVRO, BBC, Hanfgarn & Ufer Film und TV Produktion; distribuzione: GMfilms; origine: Germania; anno: 2004; durata: 71’ Reperibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=1FNP3L4ELSE Estasi; titolo originale: Ekstase; regia: Gustav Machaty; produzione: Elektafilm; origine: Austria; anno: 1933; durata: 82’ Reperibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=8Gfxcfn1qyw
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