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Tesina analisi sceneggiatura film "Rocky", Tesine universitarie di Teoria Del Cinema

Tesina analisi sceneggiatura film "Rocky" per esame di "Teorie e analisi della sceneggiatura" con Pietro Masciullo

Tipologia: Tesine universitarie

2017/2018

Caricato il 01/02/2022

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Scarica Tesina analisi sceneggiatura film "Rocky" e più Tesine universitarie in PDF di Teoria Del Cinema solo su Docsity! ANALISI DELLA SCENEGGIATURA DEL FILM “ROCKY” Il film Rocky (1976) è il primo di una serie di film incentrata sullo stesso personaggio, diretto da John G. Avildsen e scritto da Sylvester Stallone, allora ancora non molto noto, il quale interpreta anche il protagonista: Rocky Balboa. L’idea della sceneggiatura nasce a Stallone dopo aver assistito a un incontro tra il campione mondiale di pugilato del tempo, Muhammad Ali, e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner. Wepner non vinse ma riuscì a resistere fino al quindicesimo round; Stallone fu così colpito dall’incontro che decise di inspirarsene per la sua sceneggiatura. Presentandolo ai produttori disse che avrebbe anche voluto interpretare il personaggio principale, all’inizio loro non sono d’accordo ma come sappiamo questo film avviò Sylvester Stallone e lo rese un’icona mondiale destinato a rimanere nella storia. Anche perché all’uscita il film si rivelò un successo sia nelle sale che per la critica, gli valse infatti 10 candidature agli Oscar, di cui 3 vinti (miglior film, miglior regia e miglior montaggio), facendo inoltre passare Stallone alla storia del cinema per essere diventato il terzo uomo, dopo Charlie Chaplin e Orson Welles, a ricevere la candidatura all'Oscar sia come sceneggiatore che come attore per lo stesso film. Il film aveva un budget non molto elevato e questo gli costò il taglio di alcune scene e anche qualche improvvisazione del protagonista; in compenso però fu uno dei primi tre film a beneficiare dell’uso della Steadicam, altro motivo per cui rimarrà nelle pagine della storia del cinema. ANALISI DELLA STRUTTURA NARRATIVA La sceneggiatura di un film classico può essere analizzata attraverso diversi modelli e teorie di struttura narrativa noti, come ad esempio quello del paradigma di Syd Field; “il viaggio dell’eroe” di Chris Vogler o il modello di analisi della struttura di Robert Mckee. In questa circostanza, per analizzare il film “Rocky”, lo inserirò nella struttura del viaggio dell’eroe di Chris Vogler. PRIMA TAPPA: IL MONDO ORDINARIO Dopo il logo, la locandina, il titolo, la pubblicità, la promozione e il trailer che danno l’impronta e che cominciano a far avere un’idea al pubblico di come sarà il film, ciò che contribuisce a stabilire l’atmosfera della storia è la presentazione iniziale del mondo ordinario. In questa parte ci viene presentato il personaggio principale, il luogo, l’ambiente, il contesto dal quale proviene e vengono già introdotti tutti gli elementi e gli agenti che andranno a costituire i 3 plot del film (A- quello della storia principale e del compito che il personaggio deve portare a termine; B-quello del suo conflitto interiore, il suo “Fatal Flaw” che dovrà superare; e C-quello delle conseguenze e delle sue relazioni con gli altri personaggi e con il mondo). In questo caso ci viene presentato il personaggio di Rocky Balboa, l’eroe della storia che intraprenderà il viaggio: un trentenne italo-americano che vive in un piccolo e malmesso monolocale nella periferia di Filadelfia, un pugile mediocre che per guadagnare soldi fa l’esattore per conto di Tony Gasco, un gangster anch’egli italo-americano. Ci vengono mostrati i personaggi che condividono la storia di Rocky: l’allenatore Mickey, che gli ha ritirato l’armadietto in palestra perché non lo ritiene bravo abbastanza e pensa che altri lo meritino più di lui; il suo migliore amico Paulie, che lavora in una macelleria ma chiede costantemente a Rocky di inserirlo nell’ambiente mafioso di Filadelfia per avere qualche soldo in più; e la sorella di Paulie, Adriana, che lavora in un negozio di animali, e per la quale Rocky non nasconde di avere un’infatuazione, si reca infatti ogni mattina al negozio per cercare di corteggiarla, ma lei molto timida non gli dà corda. Il mondo ordinario contiene le radici della tensione emotiva e della sfida, sono già presenti i problemi e i conflitti interiori ed esteriori dell’eroe che aspettano solo di essere scatenati. Contemporaneamente al suo viaggio apparente egli compie un viaggio interiore che va a formare l’arco di trasformazione del suo personaggio, e qui ci troviamo nella tappa iniziale in cui ha ancora una scarsa consapevolezza del problema dentro di sé. A breve l’incidente scatenante, ossia la chiamata all’avventura, romperà l’equilibrio di questo mondo ordinario del personaggio e darà inizio al viaggio nel mondo straordinario; straordinario in quanto messo a confronto con la vita quotidiana dell’eroe. Se si stesse analizzando il film utilizzando il paradigma di Syd Field questa tappa sarebbe chiamata “Impostazione”: è l’inizio del primo atto, dove abbiamo appunto la presentazione di tutti gli esistenti e del mondo. SECONDA TAPPA: CHIAMATA ALL’AVVENTURA In questa tappa passiamo dalla condizione statica ma instabile del mondo ordinario al punto in cui inizia il cambiamento, viene messo in scena ciò che darà inizio al viaggio del nostro eroe, abbiamo quello che nel paradigma di Syd Field corrisponderebbe all’incidente scatenante, il primo plot point. Siamo al minuto 28 del film e a pagina 34 della sceneggiatura. In questo caso la chiamata all’avventura avviene per Rocky da parte dei collaboratori del pugile Apollo Creed, che non avendo più uno sfidante per l’incontro che si terrà per festeggiare il bicentenario della fondazione degli Stati Uniti d’America, stanno decidendo il da farsi. Apollo ha qui l’idea di fare leva sui sentimenti del pubblico e sull’immagine del sogno americano decidendo di sfidarsi con un pugile sconosciuto preso dai bassifondi del pugilato, dandogli così la sua chance di batterlo e di acquistare notorietà. In una delle sequenze successive, al minuto 32 del film, pagina 37 della sceneggiatura, vediamo quindi Apollo e il suo team scegliere il nostro “Stallone italiano” dopo aver visto lo storico dei suoi incontri, fiduciosi che perderà e che non farà sfigurare Apollo. Tutto questo processo viene però mostrato per ora solo allo spettatore, l’eroe non sa ancora niente e la scena in cui scoprirà tutto viene ritardata a causa della lunga sequenza dell’appuntamento con Adriana che approfondirà il plot C della storia dell’eroe e allungherà il primo atto. L’effettiva chiamata all’avventura avverrà per lui nel minuto 54 del film, a pagina 57 della sceneggiatura. Qui viene introdotta la figura archetipica del messaggero che è incarnata dal promoter di Apollo Creed, Jergens, che appunto offre al nostro eroe l’opportunità di lottare contro il campione mondiale di pesi massimi e annuncia quindi l’arrivo dell’evento che andrà a cambiare l’equilibrio della sua vita. Nella sequenza precedente a questa si presenta un’altra figura archetipica che è quella del “Guardiano della soglia” incarnata dall’allenatore di Rocky, Mickey Goldmill, ex pugile decaduto che non riuscì a cogliere le opportunità e sprecò le sue capacità. Il Guardiano è una figura che personifica gli ostacoli che l’eroe si trova davanti durante la propria avventura e rappresenta anche le nevrosi segrete dell’eroe, i demoni interiori. In questo caso Mickey ci è presentato già dall’inizio, nella scena in cui toglie l’armadietto a Rocky, come qualcuno che ostacola la sua carriera da pugile, che non crede in lui e che non lo crede migliore degli altri pugili che allena; questo si nota anche all’inizio della sequenza che precede la chiamata all’avventura, in cui lui lo avvisa di aver ricevuto una lettera da parte di Jergens: lo vediamo scettico e non fiducioso. Ma in questo caso, grazie all’insistenza di Rocky, capiamo il motivo del suo comportamento ostile nei suoi confronti, infatti, Mickey stesso afferma che lo ha sempre trattato con durezza perché sa che ha del grande potenziale e che sarebbe potuto divenire un campione della boxe ma che è amareggiato perché lui si è invece inserito molto presto nella malavita di Filadelfia. Scopriamo quindi che quella del guardiano della soglia è solo una maschera in Mickey, il quale vuole in realtà il meglio per il suo allievo e che stava soltanto svolgendo la funzione drammaturgica tipica del “Guardiano della soglia” di mettere alla prova l’eroe. In questo modo, cambiando repentinamente faccia, l’allenatore potrebbe andare a coprire anche l’archetipo dello “Shapeshifter”, ossia il personaggio che nelle narrazioni e nelle storie ha una natura mutevole. TERZA TAPPA: RIFIUTO DELLA CHIAMATA Questa tappa del viaggio è un momento negativo e pericoloso che mette a rischio l’intera avventura. L’eroe è spaventato e dubbioso e inizialmente rifiuta di intraprendere il viaggio. Nella sequenza nello studio di Jergens notiamo la grande insicurezza e mancanza di autostima del protagonista, Rocky infatti inizialmente declina gentilmente l’offerta dicendo che essendo lui un pugile dei Vediamo la conquista da parte dell’eroe della consapevolezza e di ciò che stava cercando. In questa fase Rocky riceve infatti un attimo di lucidità e riposo che condivide con Adriana, è la scena in cui sdraiato nel letto con lei si rende conto che probabilmente, essendo cambiato ma non essendo ancora bravo quanto Creed, non sarà in grado di batterlo, ma capisce anche che non è quello l’importante e che sarà un trionfo anche solo resistere fino al quindicesimo round. Questo gli ricorderà tutta la strada che ha fatto per arrivare dov’è, per arrivare ad acquistare la fiducia in sé stesso che ha ora e che ha sempre cercato, ma che aveva troppa paura per raggiungere. È un momento di chiarezza in cui vede nitidamente chi è e ciò che è diventato, ha finalmente consapevolezza di sé stesso. DECIMA TAPPA: LA VIA DEL RITORNO Siamo in una fase in cui l’eroe ha acquistato la forza necessaria per andare avanti, ma si trova ancora davanti a una difficoltà, passiamo di nuovo da un momento di calma a un passaggio più denso, un momento di tensione che dà inizio al climax e che porterà poi alla risoluzione finale. L’eroe deve ora mettere in pratica ciò che ha imparato nel mondo straordinario, e mostrare il suo cambiamento per giungere alla fine del viaggio, alla destinazione finale. In questo caso la via del ritorno non è un vero e proprio ritorno al mondo ordinario ma più verso un luogo nuovo: un nuovo mondo ordinario, sconosciuto. Al minuto 96 del film, pagina 101 della sceneggiatura inizia la sequenza da cui parte questa fase, Rocky viene da un bel momento in cui ha riconosciuto la fiducia acquistata in sé stesso, ma deve accusare una piccola battuta d’arresto: si rende conto di quanto sarà duro l’incontro. Lo capiamo da queste scene di preparazione nel camerino in cui Adriana si mostra preoccupata quasi fino al pianto, ma anche dalle scene successive in cui Apollo Creed entra nell’arena con grande sfarzosità e dà a tutti, compreso Rocky, l’impressione di essere a un livello nettamente superiore; questo però non lo fermerà. Per quanto riguarda la classica divisione in tre atti, qui siamo nel punto in cui passiamo dal secondo al terzo atto, è una nuova soglia, un nuovo punto di svolta. Per Syd Field si entra nell’atto della “Risoluzione” in cui abbiamo il disvelamento di tutte le identità e la conclusione di tutti i plot. UNDICESIMA TAPPA: LA RESURREZIONE A questo punto siamo arrivati allo scontro finale, il momento che aspettiamo dall’inizio di questo viaggio, uno dei passaggi più complessi per l’eroe: l’incontro con Apollo nel giorno del bicentenario. Abbiamo un ultimo cambiamento del personaggio che in questo passaggio deve dimostrare in un’ultima prova di essere cambiato definitivamente grazie a questo percorso e quindi di poter terminare il suo viaggio. In questo climax finale andrà un’altra volta incontro alla morte per poi resuscitarne, è l’ultimo grande evento che dà il picco di emozioni finali. È di solito una sfida simile a quella della prova centrale ma con una posta in gioco molto più alta; in “Rocky”, infatti, abbiamo visto la prova centrale essere una sfida con sé stesso, un allenamento e una ricerca di autostima e forza. Qui invece si ritrova ancora una volta a dover mettere alla prova sé stesso, ma battendosi con il suo rivale. In questa tappa c’è bisogno di un sacrificio, di una morte, per arrivare al cambiamento definitivo del personaggio. Abbiamo quindi un momento di perdita di fiducia da parte dello spettatore, in cui il nostro eroe ci sembra spacciato: vediamo Rocky molto ferito che non ci vede quasi più, il quale, però, si rialzerà e vivrà questa resurrezione, mostrandoci come ora ha la forza per resistere e soprattutto provando di essere il pugile forte e sicuro di sé che in precedenza non era mai stato, anche non vincendo il match. Ora grazie al sacrificio dell’eroe abbiamo la prova del completamento del suo cambiamento avvenuto grazie al viaggio. DODICESIMA TAPPA: IL RITORNO CON L’ELISIR Con la scena finale siamo giunti all’ultima fase del viaggio, quella del ritorno con l’elisir in cui l’eroe ha superato varie prove, tra cui lo scontro finale, e può avviarsi verso il nuovo mondo ordinario che lo aspetta, portando con sé ciò che ha conquistato nel viaggio: l’elisir. In Rocky l’elisir non è materiale e non è la vittoria nell’incontro con Apollo ma è una cosa del tutto interiore, è ciò che ha imparato e il modo in cui è cambiato, è tornare al mondo ordinario avendo guadagnato la fiducia in sé stesso e questo ci viene appunto mostrato dal fatto che non vince, perché la vittoria non era la cosa più importante. Questo ritorno con l’elisir è l’ultima prova che ci dimostra della sua maturazione e della sua nuova consapevolezza; Rocky è riuscito a riscattarsi come pugile e come persona. Nell’ultima scena, inoltre, ignorando le interviste dei giornalisti, l’ultima cosa che Rocky fa, che è la cosa a cui tiene di più, è chiamare Adriana, lei gli dice che lo ama e con questo si conclude perfettamente il film. Abbiamo qui infatti un finale chiuso in cui si sono portati a termine tutti i fili narrativi, tra cui appunto il plot della sua relazione con la ragazza da cui ripartirà per la nuova vita che avrà dopo la fine del viaggio. Un altro plot che si chiude è quello del suo migliore amico Paulie, che per tutto il film aveva cercato un modo per avere dei profitti oltre al suo impiego di macellaio; nell’atto conclusivo c’è infatti una piccola sequenza in cui Rocky indossa un accappatoio con sulla schiena ricamata la pubblicità della macelleria di Paulie, e ne è contento. C’è inoltre una piccola apparizione del personaggio di Gasco, che tra la folla esulta, incita il nostro protagonista e si mostra fiero di lui, dando una sorta di conclusione anche a quel filo narrativo che abbiamo seguito in precedenza nel film.
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