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tesina calcio terza media, Schemi e mappe concettuali di Italiano

tesina calcio terza media con tutti i collegamenti con le materie per esame

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 02/03/2022

irene.giardina
irene.giardina 🇮🇹

4.3

(17)

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica tesina calcio terza media e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! Ho scelto il tema “CALCIO’” perché il calcio è una mia grande passione, e perché sono incuriosito nello scoprire che questo bellissimo sport ha contribuito a scrivere pagine della storia e che, ancora oggi, condiziona diversi aspetti della vita quotidiana. La tecnologia, soprattutto negli ultimi anni, sta contribuendo alla diffusione di questo sport garantendo la possibilità di giocare su campi sempre in perfetto stato anche dove le condizioni climatiche ed economiche non lo garantirebbero. Lo sport e l'educazione fisica acquisiscono un potere enorme nella concezione politica fascista. Fino agli anni '30 viene portato avanti la realizzazione di un progetto di educazione fisica di massa. Lo sport e lo Stato sono simboli di forza e virilità, anche nell'iconografia tradizionale del suo leader. L’antenato più simile al calcio attuale cinese Tsu-CHu (palla spinta con il piede), nel quale si doveva calciare una palla, riempita con piume e capelli, tra due canne di bambù. Altre testimonianze arrivano dalla Grecia Riferimenti successivi in Italia, dove venne probabilmente abbozzato il gioco del calcio attuale (anche se con caratteristiche più simili al rugby) e chiamato Calcio in inglesi, soprattutto a Genova, città che vide nascere le squadre di calcio e di cricket tra le prime. La patria del calcio moderno fu infatti l’Inghilterra. Il football fu inizialmente praticato dai giovani delle scuole più ricche e delle Università. Il 24 ottobre 1857 a Sheffield venne creata la prima squadra di calcio della storia, lo Sheffield FC, e vennero definite anche nuove regole importanti come la durata divisione della stessa in due tempi. FASCISMO Il rapporto del popolo italiano con il pallone si consolida nel corso del Ventennio fascista. E' noto che a partire da quel periodo, il fascismo attirò a sè specifici settori della cultura e dell'intrattenimento quali strumenti per costruire il volto nuovo della nazione e dell'identità italiane. Anche il calcio non si sottrasse a questa strategia e, come la scienza, la letteratura, la musica, l'architettura, opportunamente manipolato, entrò a far parte di quel meccanismo attraverso cui il regime tentò di assicurarsi il consenso delle masse. tradizione unì l'esaltazione della vita moderna e dei suoi aspetti più caratteristici: la velocità, le macchine, le nuove metropoli e i complessi industriali. I principi del futurismo vennero elaborati dal poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti, che ne pubblicò il manifesto teorico nel 1909; l'anno seguente Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Carlo Carrà e Gino Severini stesero il Manifesto teorico della pittura futurista. Carlo Carrà (1881 † 1966) nel 1934 concepisce una rappresentazione fortemente dinamica del Calcio: la sua Partita di Calcio sospensione in aria dei giocatori, cristallizzati in elevazioni surreali, e per la loro gioconda, quasi infantile, fisionomia vagamente naif. Il calcio ha influenzato anche la poesia né un esempio GOAL di Umberto Saba. LETTERATURA Umberto Saba nacque a Trieste nel 1883 e mori il 1957, è un poeta che stava attento ad ogni fatto quotidiano e ogni tanto stupiva con poesie dal tema curioso. Di origini ebraiche, venne perseguitato dal razzismo in Italia. Lo stile "umile" che lo caratterizza, l'amore conflittuale per la propria città, l'autobiografismo sincero, il senso della quotidianità, sono però caratteristiche a lui generalmente riconosciute, insieme a un tono profondamente malinconico. La poesia “Goal” fa parte di una raccolta, intitolata “ll Canzoniere”. RELIGIONE Un immagine che, indubbiamente, suscita un’istintiva simpatia. Non si può infatti non ammirare la disarmante semplicità e la schiettezza con cui Kakà, nei momenti topici, manifesta la sua fede cristiana, cosa che per lui assume il significato di una vera e propria manifestazione di gioia. ha dichiarato «Il più grande fuoriclasse che conosco è Gesù»: una similitudine calcistica simpatica ed efficace, che traduce un amore sconfinato per la figura di Cristo, frutto persistente dell’educazione nella Chiesa evangelica ricevuta in famiglia. Diversi e per qualcuno stravaganti sono peraltro i motti con cui Kakà esterna quella sua «appartenenza»: sulle scarpette da gioco reca la scritta «Deus è fiel» («Dio è fedele») e al polso tiene, a mo’ di memento, un nastrino con le parole «O que Jesus faria?», cioè «Cosa farebbe Gesù al mio posto?». Insomma un modo diretto, plastico, corporeo, appunto atletico, di esprimere un cristianesimo sentito, con modalità comunicative che raggiungono l’uditorio, soprattutto quello giovanile. Ma tutto questo non è solo uno slogan, perché è esemplare la coerenza che Kakà cerca di mantenere tra la fede e le opere, tra la Bibbia e la vita: correttissimo, da vero sportivo, è il suo comportamento in squadra, sul campo e anche nella sfera privata, pur non nascondendo di godere a pieno della sua gioventù e della sua fortuna.
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