Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Tesina maturità liceo classico - Il fango di Woodstock, Tesine di Maturità di Italiano

"Il fango di Woodstock". Tesina riguardante rock n roll, droghe, ecc ecc.. Molto particolare, 30/30 all'orale

Tipologia: Tesine di Maturità

2013/2014

Caricato il 26/06/2014

albero91
albero91 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Tesina maturità liceo classico - Il fango di Woodstock e più Tesine di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! Esame di maturità A.S. 2009/2010 LICEO GINNASIO “G. D’ANNUNZIO” PESCARA “Il fango di Woodstock” Il ruolo sociale, storico ed individuale di sesso, droga e “rock’n’roll” approfondimento di Alberelli Gianmarco III F Indice Introduzione………………………….pag. 3 Storia………………………………….pag. 7 Inglese……………………………….pag. 10 Italiano………………………………pag. 12 1 Greco………………………………...pag. 14 Latino………………………………..pag. 16 Filosofia………………………………pag.18 Introduzione Il mio intento, nell’affrontare questo lavoro di approfondimento in vista dell’esame di maturità, sarà quello di analizzare il ruolo che hanno avuto, nel corso dei secoli, sesso, droga e musica, fatte le debite differenze ed uguaglianze. Questa scelta, apparentemente strana e lontana dall’ambiente di un liceo classico, si concilia perfettamente con quello che, a mio parere, è il significato vero del lavoro di approfondimento: dimostrare la propria capacità di saper andare oltre il significato primo delle cose e mettere in relazione argomenti diversi, interessi e passioni con ciò che si è studiato e appreso nel corso degli studi liceali. Ed è proprio partendo da questa premessa che ho deciso di trattare questo argomento. Il titolo è fa riferimento alla tempesta che si abbatté tra il primo e il secondo giorno del festival. Nonostante le precarie condizioni igienico- sanitarie e logistiche, il concerto andò avanti e ovunque si videro persone che scivolavano nel fango divertite. Il fango non era stato interpretato come una “punizione”, ma come una benedizione: in quella situazione di disagio, mai si sentì più forte il grido di quella gente, infreddolita e bagnata, che voleva di dare un forte segno di presenza, voleva gridare “neanche la natura è riuscita a fermarci perché siamo riusciti a prendere il meglio anche dalla situazione peggiore” (rappresentando metaforicamente la situazione culturale). Il fango è il simbolo della rinascita, il 2 era pressoché scomparso e il sistema monetario era stato intasato dall’inflazione. La svolta avvenne per mano degli Stati Uniti d’America, uno dei pochi Paesi partecipanti alla Guerra che non aveva subito attacchi sul proprio territorio nazionale: il governo americano varò il cosiddetto “Piano Marshall”, una manovra economica volta ad aiutare i Paesi che ne avessero voluto usufruire. Dietro l’apparente scopo umanitario, c’era bensì uno scopo politico: la crescente potenza della Russia di Stalin costrinse gli U.S.A. a cercare di aumentare il numero di alleati, sul suolo Europeo, in modo da non perdere il conflitto ideologico che stava nascendo in quel periodo, la Guerra Fredda. Il piano Marshall ebbe effetti immediati: in Italia, ad esempio, il PIL crebbe dal 5,3% (1951-1958) al 6,3% (1963), realizzando al “Boom Economico”. Questo rapido aumento della ricchezza cambiò totalmente le abitudini della gente: iniziarono a comparire frigoriferi, automobili, radio, televisioni, nuove medicine, nuove tecniche mediche (nel 1967 ci fu il primo trapianto di cuore), ecc ecc. Però, come ogni cosa, ci fu il rovescio della medaglia: a fronte di una maggior ricchezza, rimanevano alcune fasce di popolazioni che non riuscirono a godere di questo diffuso benessere; le ondate migratorie verso le città, centri di ricchezza e di lavoro, favorirono una grossa disponibilità di manodopera ed un conseguente calo delle retribuzioni. Tutta questa prosperità, fu terreno fertile per la nascita del germe della rivoluzione. L’anno della nascita della rivoluzione si può identificare con il 1964, quando fu occupata una delle più importanti università d’America, la “Berkeley University of California”. Gli studenti, attraverso questo atto, vollero manifestare la loro insofferenza verso un sistema universitario chiuso nel suo metodo d’insegnamento, classista e non aperto al dibattito su tematiche contemporanee. L’America, in quegli anni, era inoltre impegnata alla lotta contro il nuovo nemico: l’URSS. Per indebolire l’apparato sovietico in Asia, si schierò al fianco del Vietnam del Sud nella guerra combattuta contro il Vietnam del Nord (simbolo di Woodstock e della protesta sarà l’inno americano suonato da Jimi Hendrix a Woodstock, distorcendo il suono della propria Fender Stratocaster e riproducendo un bombardamento americano). Questa adesione da parte degli States ad una guerra quasi di propaganda, sollevò molte polemiche, soprattutto dalla componente 5 studentesca che si opponeva a questo inutile massacro. Molti furono i giovani che rifiutarono di allearsi, ricevendo l’appoggio da molte strati delle popolazione (“Nessun vietcong mi ha mai chiamato negro” disse Cassius Clay rifiutando la leva militare). Le polemiche facevano leva sul malgoverno statunitense che continuava a finanziare la guerra quando avrebbe dovuto rivolgere la propria attenzione alle migliaia di persone che vivevano in condizioni di assoluta povertà. Richiamando la frase prima citata, bisogna ricordare che in quegli anni si andò formando in America un movimento interetnico contro le discriminazioni razziali. Dai cosiddetti “paesi del terzo mondo”, inoltre, giungevano forti segnali di cambiamento: le lotte di liberazione in Africa e America latina, la rivoluzione cubana e l'impegno internazionalista di Ernesto "Che" Guevara, la stessa rivoluzione culturale cinese costituirono dei forti punti di riferimento per la formazione dei giovani che diedero vita al movimento. All’interno di questo clima globale di cambiamento, nacque il movimento “hippie”, vero e proprio simbolo di quegli anni. Da Height Ashbury, quartiere di San Francisco, il movimento si espanse in tutta l’America come personificazione della contestazione: “Flower Power”, “Make Love Not War” erano tutti slogan inneggianti alla pace, alla fine dell’inutile guerra e alla libertà. Proprio grazie al movimento hippie, per la prima volta in assoluto il mondo dei giovani stava entrando nella società, uscendo da quello status di “osservatore passivo”. Il festival di Woodstock quanto di più rivoluzionario poteva esserci all’epoca. Il concerto ebbe luogo subito dopo un evento drammatico: Charles Manson aveva mostrato all’America il lato più oscuro e generato della cultura hippie assassinando, insieme alla sua “Family”, la moglie del regista Roman Polansky, l’attrice Sharon Tate, e il bambino che portava in grembo. Nonostante ciò. Woodstock ribadì la potenza delle idee rivoluzionarie: nato in un clima teso, dove l’opinione pubblica si scagliò ferocemente contro questo evento associandolo, erroneamente, a quello che era accaduto, divenne la personificazione del cambiamento, il canto del cigno di un movimento che aveva avuto il proprio apice l’anno precedente e che pian piano avrebbe abbandonato il suo luogo natio per espandersi in Europa. Anche in Italia l'epicentro della rivolta studentesca furono le università, di cui era contestato il sistema di potere autoritario e il 6 contenuto del sapere, ritenuto "classista". Una particolarità del movimento italiano fu la forte ideologizzazione di sinistra e la conseguente adesione delle forze operaie alle proteste. Il movimento studentesco e quello operaio erano accomunati da una serie di nette richieste: da un lato la nascita di università più vicine alla società, dall’altro un aumento dei salari. La componente studentesca, però, ben presto si esaurì a causa della mancanza di proposte alternative: le prime occupazioni delle sedi universitarie avvennero negli ultimi mesi del 1967, quando fu l'occupazione di palazzo Campana (sede delle facoltà umanistiche a Torino) a dare il via, nel novembre di quell'anno, alla contestazione. La componente operaia, invece, diede vita ad una serie di importanti conquiste e cambiamenti. Nell’autunno del 1969, il cosiddetto “autunno caldo”, le tre maggiori organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil) riuscirono a imprimere una sorta di direzione comune alla rivoluzione e a portare gli operai ad una delle più importanti conquiste, lo “Statuto dei lavoratori”, un’insieme di norme che garantivano libertà sindacale e diritti ai lavoratori. La grandezza di questa conquista non solo per gli effetti tangibili ed immediati, ma anche per l’impulso che diede ad altre componenti sociali nella lotta per i propri diritti: negli anni successivi venne, infatti, approvata la legge Fortuna-Baslini sul divorzio e nel 1970 furono istituite le regioni italiane. 2. INGLESE. Allen Ginsberg: the poet of the “Beat Generation” The figure of Allen Ginsberg is one of the most important in the American literature. Born in 1926 in a middleclass Jewish family, he became soon one of the most important voices into the American cultural landscape. With his works, he influenced lots of people, particularly Bob Dylan, who wrote his famous song inspired by him. Allen Ginsberg is very important because, in his works, addresses issues specific to that period, such as sex, drugs, music and mystical visions. These issues, along with life on the road, were the basis of the 7 La sua biografia può essere paragonata a “miti” moderni, quali Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Keith Moon: ha vissuto una vita che oggi potremmo definire sregolata, ai limiti del convenzionale, ma un’esistenza vissuta a pieno fino alla fine. Charles Baudelaire è il prodotto del Decadentismo, movimento che definire letterario potrebbe sminuire la sua ventata d’innovazione. L’Europa di fine Ottocento, infatti, era già avviata verso un processo di forte industrializzazione che stava cambiando la società in ogni suo aspetto. L’ondata del processo investì soprattutto gli artisti, che si videro privati del loro ruolo secolare di guide, di promotori di idee e unici custodi del sapere: per usare un’espressione di Baudelaire “l’aureola, in un movimento brusco, mi è scivolata dal capo ed è caduta nel fango del selciato. Non ho avuto il coraggio di raccoglierla. Ho ritenuto meno spiacevole perdere le mie insegne che farmi fracassare le ossa. […] Posso andare in giro in incognito, commettere azioni basse, e dedicarmi alla crapula come i comuni mortali. […] E mi diverte pensare che qualche cattivo poeta la raccoglierà e sarà così sfrontato da azzimarsene”. Il poeta affronta con franchezza la questione: è consapevole che d’ora in poi il poeta, perdendo quell’aura, si dovrà omologare alla massa, entrando in un meccanismo di “produzione in serie” delle proprie opere. Lo scrittore, dunque, è soggetto alle leggi di mercato e la sua arte è subordinata ai gusti del pubblico che legge, diventando un semplice artigiano. Nacque così l’atteggiamento di sfiducia verso la società e la massa, simbolo di in autenticità. Alcuni poeti, poi, portarono alle estreme conseguenze questa avversione nei confronti della società, ricevendo l’appellativo di “poeti maledetti”, trascorrevano le loro giornate in bettole e bordelli, nei bassifondi delle grandi città, dando vita per la prima volta a quel mito romantico che vede nel giovane che si allontana dalla famiglia e che si dedica a droghe, all'alcol e all'arte, non come un problema della "societas" ma come un portatore del nuovo ed un artista all'avanguardia, anticipando il clima culturale del ’68 e del festival di Woodstock con cui divideva l’avversione per la società di massa. Charles Baudelaire incarna tutto ciò: vive la vita dissipata del dandy, sperperando l’eredità del padre, assapora la vita da “vagabondo”, fa spesso uso di droghe per cercare sollievo dalla vita resa ancora più dura dai numerosi debiti e muore a soli 46 anni. Un’opera in particolare parla di questo stile di vita ed è “I Paradisi Artificiali”, un vero e proprio saggio sulle droghe e l’alcool. In 10 quest’opera, c’è una duplice visione delle droghe e del suo effetto. È necessaria però una premessa: per droghe, l’autore intendeva quelle sostanze stupefacenti quali hashish, marijuana e oppio, che permettevano all’uomo di espandere i propri confini sensoriali; le “nostre droghe” (eroina, crack) sono droghe volte al semplice “sballo”. L’opera potrebbe esser definita, in termini freudiani, una psicoanalisi, in quanto l’autore descrive le sensazioni provate dopo aver assunto queste sostanze e riflette su di loro. Come già detto in precedenza, egli arriva a formulare un doppio giudizio su di esse, esaltandone le potenzialità ma affermando che “orrenda è la sorte dell'uomo la cui immaginazione, paralizzata, non sia più in grado di funzionare senza il soccorso dell' hashish o del ' oppio". L’uso di sostanze stupefacenti, infatti, all’epoca si conciliava perfettamente con la ricerca dell’infinito e del misterioso,in quanto le droghe erano usate come strumento per amplificare le percezioni sensoriali al fine di giungere alla conoscenza dell’essenza più pure delle cose, lo scopo dei poeti simbolisti e dei decadenti in generale. “L'inclinazione frenetica dell'uomo per tutte le sostanze, salutari o rischiose, che esaltano la sua personalità, testimonia della sua grandezza. Perché aspira sempre a riaccendere le proprie speranze e a elevarsi verso l'infinito. Ma bisogna vedere i risultati.” Charles Baudelaire, I paradisi artificiali, 1860 Quest’aforisma è la summa di tutta l’opera, giacché l’autore esprime la capacità dell’uomo di spingersi oltre i propri limiti, simbolo di una naturale grandezza, ma allo stesso tempo rivela i suoi timori verso l’abuso, non più l’uso, di questi ausili per protendersi verso dimensioni irraggiungibili attraverso l’impiego di mezzi propriamente umani. 4.GRECO. “Le Baccanti: il culto di Dioniso nell’antica Grecia” Nell’antica Grecia, il sesso e la musica sono strettamente legati al culto del dio Dioniso. La figura di questa divinità rappresenta una novità nel panthéon greco, poiché si può collocare in una posizione più vicina all’uomo che alle altre divinità. Egli rappresentava quell'energia naturale che, per effetto del calore e dell'umidità, portava i frutti delle piante alla piena maturità. Era dunque visto come una divinità benefica per gli uomini da cui dipendevano i doni che la natura stessa 11 offriva: tra questi, l'agiatezza, la cultura, l'ordine sociale e civile. L’uomo vedeva in Dioniso il dispensatore di felicità, colui che a differenza delle altre divinità sempre pronte a punire l’uomo per la sua tracotanza o per qualsiasi altra forma di “sfida” nei loro confronti, dava risposte concrete. Nella tragedia “Le Baccanti” di Euripide, è descritto il simbolo del culto di Dioniso: l’orgia sacra o baccanale. Questa pratica non era ben vista nell’antichità (n’è prova il “Senatoconsulto de Bacchanalibus”, volto a reprimere queste pratiche attraverso confische e distruzione di templi in onore del dio), poiché le pratiche sessuali che si consumano in essi non erano permesse. Col passare del tempo, quindi, questo rito assunse un carattere sempre più occulto e misterioso (nella tragedia il luogo scelto per il rito è difficile da raggiungere e lontano da Tebe). Solitamente erano le donne a partecipare al rito, le Menadi, vestite con una corona d’edera sulla testa e agitanti il tirso, un bastone simbolo del dio. L’elemento sessuale del rito era il simbolo di quella pulsione e di quello slancio vitale che il dio impersonava (teoria che poi sarà ripresa dal filosofo tedesco Nietzsche) e, nelle forme primordiali del rito, aveva anche un ruolo sociale: a Roma i baccanali si tenevano nel periodo che coincideva col ritorno dei pastori dalla transumanza e, attraverso l’atto riproduttivo, si voleva rimescolare il patrimonio genetico di quelle popolazioni che magari sarebbero rimaste isolate. L’atto sessuale inoltre si ricollegava alla rinascita: poiché Dionisio era il dio dei raccolti, si pensava che durante l’inverno scomparisse per poi tornare in primavera decretando la rinascita della natura. Nel racconto di Euripide, è messo in risalto l’aspetto mistico del rito che, attraverso danze e musiche, porta l’adepto in uno stato di trance. Agli occhi di Penteo, che era andato con il dio a vedere quei riti che egli temeva, le donne appaiono impazzite, intrappolate in un vortice di danze e ritmi nati dai movimenti del corpo e dei tirsi. Questo stato di incoscienza avvicina ancora di più l’uomo al dio. La stessa pratica si riscontra oggi in alcune zone dell’America Latina, dove si seguono culti animisti, gli sciamani entrano in uno stato di trance attraverso l’ascolto di ritmi martellanti che influiscono sulla coscienza. Attraverso questa pratica, si perde la propria identità, entrando a far parte di un’entità superiore: nel libro si ha un esempio palese di questa trasfigurazione nella figura di Agave, la madre di Penteo. 12 Atena salvò e conservò un solo organo. Quest’organo, che nel mito viene chiamato "cuore", secondo è una metafora per indicare la sua parte più importante, vale a dire il fallo, vero simbolo della zoé, la vita indistruttibile. Nel mondo classico e poi nella cultura greco-romana, il fallo era, infatti, considerato l'origine della vita, in quanto considerato il generatore del seme. Nel rito fallico si sacrificava un caprone e se ne occultava il fallo, che poi nella processione veniva sostituito da un enorme simulacro fallico di legno di fico e veniva sparsa nei campi una miscela di acqua mista a miele e succo d’uva, simbolo dell’eiaculazione e dell’atto riproduttivo. 6.FILOSOFIA. “Woodstock e lo Über-Mensch“ 15 Per concludere questo mio percorso, dopo aver viaggiato nel tempo fino all’antica Grecia, ho deciso di tornare al punto di partenza, il festival di Woodstock, e associarlo ad una mia personale visione della teoria del filosofo tedesco Nietzsche riguardanti l’Oltreuomo. Il festival di Woodstock (dal 15,16,17 agosto 1969) rappresentò per l’epoca il cambiamento che nasceva dai giovani, fino ad allora non pienamente inseriti nel dibattito politico. Il simbolo di quell’evento fu Jimi Hendrix e la sua “Star Spangled Banner” distorta, come a voler descrivere un’America contaminata dall’inutile guerra in Vietnam. Una sua frase mi ha colpito in particolare: “Lo splendore di cinquecentomila aureole ha eclissato il fango e la storia. Ci siamo lavati e abbiamo bevuto le lacrime della gioia di Dio. Per una volta, e per ciascuno, la verità ha cessato di essere un mistero". La frase è molto evocativa: in quella situazione apparentemente disperata, i 500.000 giovani che partecipavano al festival capirono che il futuro era nelle loro mani e non in quelle della società capitalista e consumista che fino ad allora aveva soffocato il loro genio attraverso un’opera d’omologazione. Nell’opera “Così parlò Zarathustra”, Nietzsche narra di un giovane, Zarathustra appunto, cui era stato affidato il compito di scendere tra gli uomini ed annunciare la nascita dell’OltreUomo. Così recita il passo: “Vedete, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della terra. La vostra volontà vi dica: sia il superuomo il senso della terra! Vi scongiuro, fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure!” Comparando le due espressioni, si può notare la forte somiglianza tra loro. Innanzi tutto c’è un forte richiamo alla terra: nella sua opera precedente, “La Gaia Scienza, il filosofo aveva decretato la morte di Dio, simbolo del mondo metafisico fatto di idee, aspirazioni, sentimenti, che soggiogava l’uomo, privandolo della sua naturale spontaneità. La società dei consumi da cui nasce Woodstock è una sorta di Dio, in quanto beni materiali stavano eclissando pian piano l’individualità che aveva caratterizzato l’uomo. Lo stesso metodo di 16 produzione, basato sulla fabbricazione "in serie”, era lo specchio di una società omologata. Con la morte di Dio, l’uomo si trovava in una condizione difficile, in quanto non vi era più un qualcosa cui rimandare le proprie paure, che ora tornavano di nuovo ad appartenere alla sfera umana. Nell’America in cui uomini portatori di idee nuove (Martin Luther King Jr. e John Fitzgerald Kennedy) erano messi a tacere con la morte, questa situazione si materializzò e ci si chiedeva: adesso come faremo? Questa opera destrutturalizzante messa in atto da Nietzsche era una sorta di preparazione alla rinascita: ci può essere un vero cambiamento solo se si ha il coraggio di lasciarsi veramente alle spalle ogni certezza. Così nasce l’Oltreuomo, una personificazione della naturalità dell’uomo, una riappropriazione della terra e delle proprie origini, un ritorno dell’homo all’humus. Woodstock è l’Oltreuomo: nasce in un clima da caccia all’uomo nei confronti di un assassino che aveva gettato ancora più fango sulla già precaria reputazione del movimento hippie. Il titolo della mia tesina è collegato strettamente a questo concetto. Nel secondo giorno del festival, una tempesta aveva messo a rischio il proseguimento del festival, andando a peggiorare le già precarie condizioni igieniche e logistiche. Lì avvenne il miracolo: la gente non si diede per vinta, rimase lì e prese la parte buona dell’evento. Migliaia di persone si rotolarono nel fango, si sporcavano di quello che Madre Terra aveva loro donato, ascoltando i musicisti che sul palco suonavano la colonna sonora dell’alba di una nuova era. Bibliografia: 17
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved