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Tesina storia contemporanea - La nascita dei regimi totalitari, Tesine universitarie di Storia Contemporanea

La nascita dei regimi totalitari del '900. Fascismo, Nazismo e Comunismo, evoluzione e confronto.

Tipologia: Tesine universitarie

2021/2022

Caricato il 14/04/2023

Rebecca.pierini
Rebecca.pierini 🇮🇹

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Scarica Tesina storia contemporanea - La nascita dei regimi totalitari e più Tesine universitarie in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! La nascita dei regimi totalitari. Pierini Rebecca, II anno L20 matricola: 807273 Vittoria mutilata, è stata definita così da Gabriele D’Annunzio perché le promesse del Patto di Londra non sono state poi mantenute nei trattati di Versailles. L'Italia esce vincitrice dalla Prima guerra mondiale ma si ritrova in un clima di crisi e profonde trasformazioni che vedono la classe dirigente liberale perdere potere a favore del Partito popolare italiano e del Partito socialista italiano. Nelle elezioni del ‘19 vengono fuori le fratture della società e del sistema politico e vede il Psi come il primo partito italiano, al suo interno si possono trovare diverse correnti, tra cui quella di sinistra chiamata massimalista in netta maggioranza sulla corrente riformista. All'interno del partito cresce anche una corrente di estrema sinistra che porterà alla nascita del Partito comunista italiano nel gennaio del ‘21 al congresso di Livorno. La grande sorpresa di queste elezioni è il Partito popolare italiano fondato dal sacerdote siciliano Don Luigi Sturzo. Con il Ppi i cattolici tornano in politica, dopo il non expedit di Papa Pio IX, diventando il secondo partito italiano. Fra i vari movimenti che prendono piede in questo periodo va messo in risalto quello creato da Benito Mussolini: i Fasci di combattimento. Mussolini lascia nel ‘14 il partito socialista per fondare i Fasci d’azione formati da socialisti favorevoli all’ingresso dell’Italia in guerra. Il 23 marzo 1919 a Milano in Piazza San Sepolcro si tiene il congresso dei Fasci di combattimento, formati dai Fasci d’azione più gli ex combattenti, reduci e militari della Prima guerra mondiale. Il programma enunciato tendeva molto a sinistra chiedendo audaci riforme sociali ed essendo favorevole alla repubblica, anche se si distaccava da socialismo e comunismo in quanto fortemente di stampo nazionalista, potremmo quasi definirlo un “socialismo nazionale”. Nel giugno del ‘20 Giovanni Giolitti ormai ottantenne è chiamato a risanare la situazione di ingovernabilità in cui si trova il sistema politico italiano. Riesce a ottenere buoni risultati in politica estera, con il trattato di Rapallo stipulato con la Jugoslavia, grazie al quale l’Italia conserva Trieste, Gorizia e l’Istria; invece, la Jugoslavia ottiene la Dalmazia tranne la città di Zara che viene assegnata all’Italia. Fiume invece viene dichiarata città libera che diventerà italiana solo nel ‘24 grazie a un successivo accordo con la Jugoslavia. Per quanto riguarda la politica interna il debole governo di Giolitti riscontra più ostacoli trovandosi ad affrontare il biennio rosso (’19-’21): lotte operaie con l’occupazione delle fabbriche soprattutto al nord e le rivendicazioni sindacali con la Cgl che porta avanti un movimento di tipo rivoluzionario. L'occupazione delle fabbriche e la scissione di Livorno segnano la fine del biennio rosso, il movimento operaio comincia a cedere alla crisi lasciando il posto allo sviluppo improvviso del movimento fascista. Il fascismo trova la sua forza nelle campagne del nord dove conduce una lotta spietata contro le organizzazioni contadine della Val Padana. I proprietari agrari finanziano Mussolini per liberare le loro terre dagli scioperi e dalle occupazioni portate avanti dalle leghe rosse, le squadre d’azione sono l’unico strumento capace di abbattere il potere delle leghe. Lo squadrismo nel giro di pochi mesi dilaga in tutte le province padane e si espande anche nelle zone del Centro-Nord, mentre il Mezzogiorno rimane impermeabile all’espansione fascista fatta eccezione per la Puglia. Con i fatti del 21 novembre del ‘20 a Palazzo D’Accursio si forma una sorta di guerra civile che vede come protagonisti gli squadristi fascisti che appoggiano i grandi proprietari terrieri e i socialisti che portano avanti rivendicazioni di tipo salariale. Il movimento squadrista è composito, all'interno delle squadre d’azione troviamo ex ufficiali e reduci della Grande Guerra, giovani che volevano combattere contro i nemici della patria, ma anche persone equivoche, di dubbia moralità che vedevano nei Fasci un modo per ripulirsi dai loro crimini (e così sarà infatti con l’istituzione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale). Per le elezioni del ‘21 Giolitti crea i blocchi nazionali, liste di coalizione al cui interno inserisce anche i fascisti, credendo di poter tenere sotto controllo Mussolini. Grazie all’applicazione del tipico metodo socialista il Capo dei fascisti riesce a governare le preferenze decretando l’ingresso alla Camera di 35 deputati fascisti. Mussolini nell’agosto del ‘21 sottoscrive un patto di pacificazione con i socialisti nel quale entrambe le parti si impegnano a cessare le violenze. Questa pace non è però condivisa dai fascisti che si riconoscono nello squadrismo agrario e nei capi locali, i ras. Questi fatti mettono in luce la dialettica esistente all’interno del fascismo: da una parte troviamo il fascismo come istituzione, cioè Mussolini che si pone come uomo d’ordine, e dall’altra parte il fascismo come movimento, cioè i ras, la violenza. Questa dialettica tra istituzione e movimento ha consentito al regime fascista di sopravvivere e di esercitare una forte presa sull’opinione pubblica. La dialettica è un elemento tipico di tutti i regimi totalitari, anche Hitler in Germania adotta lo stesso meccanismo, da una parte troviamo il Führer responsabile dell’ordine e dall’altra le SS che mettono in atto le violenze. Il patto di pacificazione viene sconfessato da Mussolini al congresso dei Fasci, dove il movimento fascista diventa un vero partito. Nel novembre del ‘21 nasce il Partito nazionale fascista che conta 200mila iscritti localizzati soprattutto nelle regioni del Centro-Nord. Il fascismo è diventato un partito, ora è necessario prendere il potere per andare incontro alle aspettative delle masse che si raccolgono sulle sue file. Mussolini porta avanti un doppio gioco: da un lato tranquillizza i dirigenti liberali e la monarchia, dall’altro lato prepara le forze fasciste alla presa del potere. Il 28 ottobre del ‘22 le camicie nere marciano su Roma senza incontrare alcuna resistenza. Il re Vittorio Emanuele III non proclama lo stato d’assedio temendo una guerra civile, questa è stata una delle colpe attribuite ai Savoia in quanto i militari giurano fedeltà al buia stagione. Si fa strada tra l’opinione pubblica l’idea che i regimi democratici siano deboli e che quindi non in grado di tutelare gli interessi nazionali e il benessere dei cittadini. Per questo l’unica alternativa che si vede possibile è tra il comunismo sovietico e i regimi autoritari di destra. Il primo fenomeno di cui tener conto negli anni ‘30 è il fascismo. Mussolini con il fascismo mette in atto una rivoluzione, la rivoluzione delle masse. Il Duce intuisce la trasformazione che sta subendo l’Italia in società di massa in cui l’individuo è un atomo e non ha nessun ruolo finché non è nella massa e con questa prende una decisione. Questo tipo di società è tendenzialmente totalitaria perché tende ad annullare l’individuo e si tende a instaurare un rapporto tra Capo/Führer/Duce e le masse che genera il consenso. Ci sono dei correttivi che possono evitare l’istaurazione di un regime totalitario come la ricchezza all’interno della società civile, ad esempio, vanno rafforzate le formazioni sociali perché sono un argine contro il totalitarismo. La famiglia è uno di questi elementi perché al suo interno l’individuo ha un ruolo e la società di massa non entra (Hegel sottolinea il valore della famiglia). Il fascismo in Italia è un regime di massa, non è una dittatura. Mussolini non va al potere con un colpo di Stato, non va al potere con l’aiuto dei militari ma va al potere perché è il rappresentante della società di massa. Questo spiega perché il fascismo è stato così popolare in Italia, il successo che ha avuto e le nostalgie che ancora oggi ha. Quando si parla di totalitarismo ci si riferisce al fascismo italiano, al comunismo sovietico e al nazionalsocialismo tedesco. Ci sono degli indicatori di questi fenomeni come il ricorso alla violenza, questi regimi nascono da una crisi e usano la forza per risolvere i problemi (il nazionalsocialismo deriva da una profonda crisi economica). A caratterizzare i totalitarismi c’è anche una nazionalizzazione delle masse con un processo che le permea di idealità e identità nazionali. Nel novembre del ‘23, quando ancora era un personaggio poco conosciuto, Adolf Hitler viene arrestato dopo il tentativo di mettere in atto un colpo di Stato a Monaco di Baviera. Nel periodo di prigionia si dedica alla scrittura del suo programma il Mein Kampf che diventerà il testo sacro del nazismo. Il progetto di Hitler si inspira alla volgarizzazione delle teorie darwiniane fatta prima da Francis Galton e successivamente da Chamberlain. Darwin sostiene che la vita degli esseri viventi è una lotta tra le specie, questa lotta assicura la selezione di chi è più forte dal punto di vista genetico e fisico; quindi, di chi si sa adattare meglio ai singoli ambienti. Hitler non parla di specie ma parla di razze, soprattutto di una razza superiore alle altre, e in quanto superiore ha il diritto di governare le altre razze più deboli. Un altro concetto importante che si può trovare nel Mein Kampf è l’esistenza di un legame di ogni essere umano con il luogo in cui è nato che comporta l’assorbimento di alcuni contenuti influenzando il carattere di ogni individuo. Secondo Hitler esiste una razza che non rientra in questa analisi: il popolo ebraico che fin dai tempi di Abramo è un popolo nomade. Seguendo questa teoria il secondo popolo perseguitato dal nazismo sono i rom, un'altra popolazione nomade. Dal ‘23 al ‘32 abbiamo l’ascesa di Hitler come leader della Germania. Il Partito nazionalsocialista fino agli anni ‘30 rimane un gruppo minoritario che fonda la sua forza sulle SA (Sturm-Abteilungen, reparti d’assalto) guidate dal comandante Ernst Rohm. Il Capo dei nazisti segue la linea di Mussolini e tenta di dare un volto più rispettabile al partito non rinunciando, però, al nucleo centrale del suo programma. Nel ‘32 la crisi economica raggiunge il suo apice, la disoccupazione toccava la metà delle famiglie tedesche e nel frattempo il Partito nazista cresceva esponenzialmente contando un milione e mezzo di iscritti. Un susseguirsi di governi e lo svolgimento di più elezioni portarono il nazismo a ottenere a luglio il 37% dei voti e a novembre il 33%. Il 20 gennaio del ‘33 Hitler diventa capo del governo tedesco, gli esponenti conservatori credono di aver ingabbiato Hitler così come i liberali crederono di aver fermato Mussolini. Una svolta decisiva è segnata dall’incendio del Reichstag nella notte del 27 febbraio del ‘33 del quale vengono incolpati i comunisti. Questo episodio dà la possibilità al governo di attuare delle misure restrittive verso i comunisti limitando la libertà di stampa e di riunione. Nelle elezioni successive i nazisti ottengono il 44% che sommato al 10% del Partito dei contadini raggiunge il 54% dei voti. La prima mossa di Hitler è quella di conferirsi pieni poteri. Da lì a poco gli altri partiti si auto sciolgono sotto le pressioni naziste e a luglio il Partito nazionalsocialista viene proclamato unico partito legale in Germania. Una volta liberatosi del parlamento Hitler deve eliminare le SA in quanto teme una loro autonomia. Da qualche anno ha creato una sua milizia personale le SS (Schutz-Stafeln, squadre di difesa) alle quali commissiona l’assassinio di Rohm e di tutto lo stato maggiore delle SA. Il 30 giugno del ‘34 viene ribattezzato come la notte dei lunghi coltelli. L'ascesa al potere di Hitler culmina nell’agosto del ‘34 quando Hindenburg muore e cumula nella sua figura le cariche di cancelliere e capo dello Stato diventando così il Führer. Con la distruzione del sistema repubblicano nasce il Terzo Reich, il terzo Impero. In Europa si sviluppano una serie di regimi che seguono il modello hitleriano come la Guardia di ferro in Romania e le Croci frecciate in Ungheria. Anche l’antisemitismo si propaga a macchia d’olio in Europa centro orientale, l’olocausto non è stato messo in atto solo dai tedeschi ad Auschwitz ma anche in paesi come la Polonia, l’Ucraina, la Romania, la Cecoslovacchia, la Bielorussia, l’Ungheria e la Russia. Gli ebrei in Germania rappresentano una minoranza, mezzo milione su una popolazione di 600milioni di abitanti, ma comunque occupano le zone medio-alte della scala sociale, quindi una piccola percentuale che detiene però molta ricchezza. Questa sarà una delle motivazioni delle discriminazioni e delle persecuzioni contro questo popolo. Il primo atto che sancisce le discriminazioni sono le leggi di Norimberga nel ‘35 che tolgono agli ebrei la cittadinanza tedesca e proibiscono i matrimoni misti. Successivamente viene vietato l’esercizio di attività industriali e professionali come medici e avvocati e la possibilità di ricoprire incarichi statali e direttivi. Le persecuzioni aumentano dopo il 9 novembre del ‘38, nella notte dei cristalli, quando le vetrine dei negozi degli ebrei vengono distrutte dalla furia dei dimostranti. Da quella notte per gli ebrei rimasti in Germania la vita diventa impossibile. Il nazismo, a differenza del fascismo, non ha oppositori, non ci sono in Germania movimenti antinazisti o altre forme di contrarietà al regime tranne qualche caso isolato come l’Operazione valchiria. Hitler ha un consenso altissimo tra i tedeschi che lo seguono fino al suo suicidio. Tra il Führer e le masse c’è un rapporto di identificazione, in quanto il nazismo ha in sé molto dell’ideologia tedesca. Il vasto consenso trova giustificazione anche nel forte apparato repressivo composto dalle SS e dalla Gestapo (polizia segreta statale) sfociando anche nei Lager dove veniva rinchiusi gli oppositori per poi essere annientati. All'interno dell’ideologia nazista troviamo un'utopia antimoderna, si aspirava al ritorno della Germania a una cultura rurale per eliminare il male portato dall’industrializzazione. Hitler non crede fino in fondo a questa utopia in quanto sostiene che il primo nemico da combattere sia la disoccupazione e la Germania ha raggiunto la piena occupazione solo grazie all’industrializzazione. Secondo Hildebrand, invece, l’idea del nazismo è quella di costruire un'utopia che superasse la modernità, per creare una società che avrebbe portato alla fine della storia. Per questo Hitler parla di soluzione finale per gli ebrei e successivamente per tutti gli altri popoli che hanno contribuito al processo di industrializzazione. L'obiettivo finale è quello di far rimanere sulla terra solo la razza ariana. Spostandosi in Russia, dopo la morte di Lenin, va al potere Stalin facendosi largo eliminando i vari competitor e instaurando un vero e proprio regime totalitario. Uno degli elementi che caratterizza il regime sovietico è uno spiccato antifascismo, la propaganda di lotta contro nazismo e fascismo è ciò che gli permetterà di avere un’opinione pubblica a favore anche dopo la Seconda guerra mondiale. Il progetto di Stalin è quello di trasformare l’Unione Sovietica da paese agricolo a paese industriale per farla uscire dall’isolamento economico. Per accelerale i tempi dello sviluppo industriale Stalin pone fine all’esperienza della Nap e fa strage dei kulaki per forzare la collettivizzazione del settore agricolo. All'inefficienza del settore dovuta alla rivoluzione si aggiunge anche una nuova carestia che porta milioni di morti. La rivoluzione dall’alto punta soprattutto a rafforzare l’industria pesante perché era l’unica che avrebbe permesso all’Unione Sovietica di fare il salto. Stalin vuole fare in cinque anni ciò che paesi come l’Inghilterra hanno fatto in 100; non riesce a raggiungere gli obiettivi posti nel piano quinquennale ma riesce ad aumentare la produzione del 50% nel ‘32 e un ulteriore 120% nel ‘37. Stalin crea un vero regime del terrore: inizia la ‘stagione delle grandi purghe” ossia delle
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