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Tesina su Hiroshima e la seconda guerra mondiale, Tesine universitarie di Storia Politica

. La Seconda Guerra Mondiale. 2….3 2. La nascita della bomba e il progetto Manhattan 4….5 3. Fermi “spacca” l’atomo dell’uranio 6 4. Preparativi per il lancio della bomba e clima nel governo giapponese. 7….12 5. Come si è giunti alla drastica decisione ? 13….15 6. Conseguenze della Bomba. 16….19 7. Era davvero Necessario ? 20….21 8. Esperienza di un viaggio di 8 ore di fuso. 22….24 9. Testimonianza di un viaggio dentro ad un museo che non vuole dimenticare.

Tipologia: Tesine universitarie

Pre 2010

Caricato il 23/05/2023

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roberta-giuliana-1 🇮🇹

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Scarica Tesina su Hiroshima e la seconda guerra mondiale e più Tesine universitarie in PDF di Storia Politica solo su Docsity! Per non dimenticare Hiroshima Indice della Tesina 1. La Seconda Guerra Mondiale . 2….3 2. La nascita della bomba e il progetto Manhattan 4….5 3. Fermi “spacca” l’atomo dell’uranio. 6 4. Preparativi per il lancio della bomba e clima nel governo giapponese. 7….12 5. Come si è giunti alla drastica decisione ? 13….15 6. Conseguenze della Bomba. 16….19 7. Era davvero Necessario ? 20….21 8. Esperienza di un viaggio di 8 ore di fuso. 22….24 9. Testimonianza di un viaggio dentro ad un museo che non vuole dimenticare. 25 1 Per non dimenticare Hiroshima 10. Padova – Vicenza in ricordo di Hiroshima. 26….27 11. Hiroshima: “No more War”. 28…. 33 12. Il Giappone squarcia il velo sulla tragedia di Hiroshima . 34 13. Considerazioni Personali . 35….36 14. Bibliografia . 37 La Seconda Guerra Mondiale La Seconda Guerra Mondiale è stata una guerra basata sulla tecnologia e sulla produzione di massa. E' stata anche la prima in cui le armi usate alla fine del conflitto erano significativamente diverse da quelle dell'inizio. La guerra iniziò il 1 settembre del 1939 quando le truppe naziste invasero la Polonia. Nel giugno del 1940 i nazisti erano già arrivati a Parigi. La rapidità e l'efficienza delle armate naziste sconvolsero il mondo intero. La persecuzione degli ebrei e la conseguente fuga di molti intellettuali ebrei dalla Germania aveva diffuso nel mondo libero notizie molto preoccupanti rispetto alle ricerche naziste nel campo delle armi per la distruzione di massa. Nel 1939 lo scienziato Albert Einstein, incoraggiato dal fisico ungherese Leo Szilard, aveva scritto una lettera al Presidente F. D. Roosevelt per informarlo che gli scienziati nazisti stavano lavorando alla bomba atomica. " E' possibile - scriveva Einstein - approntare una reazione nucleare all'uranio mediante la quale si può sprigionare molta potenza. Questo nuovo fenomeno potrebbe portare anche alla costruzione di bombe di un nuovo tipo estremamente potenti." 2 Per non dimenticare Hiroshima materiali che gli Stati Uniti predisposero per arginare l'offensiva tedesca e giapponese e per conseguire prima degli avversari la conquista del "potere nucleare". La possibilità di un utilizzo su grande scala dell'energia atomica si era resa evidente ai fisici fin dalla scoperta del neutrone e delle reazioni nucleari, ma tali importanti scoperte furono realizzate proprio nel periodo in cui la situazione politica, nel mondo, si andava deteriorando, a causa di due importanti circostanze: l'espansionismo armato del Giappone (che inizia con l'invasione della Manciuria nel settembre del 1931) e la nascita del Nazismo in Germania (con la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere nel gennaio 1933). Repressione politica e sociale, instabilità e violenza militare si diffondevano in tutta l'Europa, sfociando ,come già detto, nella Seconda Guerra Mondiale. All'inizio della guerra i tedeschi erano avanti rispetto gli americani per quanto riguarda la ricerca della fissione nucleare ma nel 1942 tali progetti furono abbandonati. Il governo americano, nonostante fosse a conoscenza dell'abbandono tedesco, non diede tali informazioni agli scienziati impegnati nella ricerca e continuo' invece a spingere ulteriormente per lo sviluppo di una bomba atomica. Quando ormai era chiaro che la guerra contro la Germania stava per finire con la vittoria degli alleati sul campo, nel marzo 1945, molti fisici che avevano passato quel periodo a progettare una bomba a fissione nucleare si posero una serie di domande sull'effettiva utilità di un impiego militare dell'energia nucleare. Alla fine del 1945 pare siano stati investiti circa 2 bilioni di dollari. Il progetto produsse una bomba all'uranio e due al plutonio. La struttura della bomba al plutonio era assai complessa e richiedeva un test. il 16 luglio 1945, una bomba al plutonio fu fatta detonare nel deserto vicino a Alamogordo (Nuovo Messico), a Jornada del Muerto. Fu il primo test di una bomba atomica... fu un successo. La torre d'acciao alta 30 metri nella quale la bomba fu piazzata vaporizzo' senza lasciare traccia alcuna. I risultati furono recapitati in codice al presidente Truman, appena arrivato in Europa per la conferenza di Potsdam. Il 16 luglio, il segretario alla guerra Henry L. Stimson che accompagno' il Segretario di Stato James F. Byrnes e Truman alla conferenza, consegno' a quest'ultimo un telegramma di una linea in codice che diceva"il bimbo è nato in modo soddisfacente". Il test per l'implosione al plutonio (nome in codice "Trinity") produsse una forza esplosiva superiore di 10 volte alle aspettative. Un rapporto completo arrivo' a Truman il 21 luglio. 5 Per non dimenticare Hiroshima Fermi “spacca” l’atomo dell’uranio Tra gli apprendisti stregoni nella scienza dell’infinitamente piccolo c’era anche Enrico Fermi, enfant prodige della fisica italiana. Venticinquenne, nel 1926 aveva ottenuto la cattedra di fisica teorica all’Università di Roma e a partire dal 1934 aveva iniziato gli esperimenti di bombardamento con i neutroni per indurre la radioattività negli elementi. Con lui lavorava a stretto contatto di gomito un team composto da Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Oscar D’Agostino e Bruno Pontecorvo. Nell’istituto di fisica di via Panisperna, Fermi e il suo gruppo furono i primi a scindere l’atomo dell’uranio, l’elemento che sarebbe entrato come ingrediente base nella bomba atomica. L’avvento del nazismo segnò una accelerazione negli studi. L’antisemitismo e il militarismo della dittatura hitleriana misero infatti subito in subbuglio la comunità scientifica. E i migliori ingegni, tra i quali molti di origine ebraica, abbandonarono i posti che occupavano nelle università tedesche per raggiungere la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Appariva loro sempre più evidente che i progetti tedeschi per l’uranio, cui avevano fino ad poco prima lavorato, se messi a disposizione di Hitler avrebbero potuto rivelarsi un pericolo mortale per l’umanità intera. A partire dal 1939 – il Terzo Reich aveva già occupato l’Austria e la Cecoslovacchia e si apprestava a inghiottire in un solo boccone la Polonia – nel mondo scientifico occidentale si scatenò la psicosi della bomba atomica hitleriana. E la corsa alla bomba prese ufficialmente il via. 6 Per non dimenticare Hiroshima Preparativi per il lancio della bomba e clima nel governo giapponese Selezionare i target per la bomba atomica: Nel 1943 Churchill e Roosevelt decisero che tutte le informazioni riguardanti la bomba atomica debbano rimanere nelle proprie mani, decisione confermata nel settembre 1944 aggiungendo che tali informazioni devono essere "Top Secret". Dovesse il progetto avere successo, la bomba verra' usata contro il Giappone... "dopo caute considerazioni". Il 12 aprile del 1945 Roosevelt mori' lasciando il posto all' allora Vice- presidente Harry Truman. Solo a questo punto Truman venne a conoscenza sul progetto e costruzione della bomba atomica. La prima riunione del "Target Comitee" (comitato per la decisione dei target) fu tenuta il 27 aprile e si decise che le citta' da prendere in considerazione devono essere citta' militari e fino a quel punto poco bombardate in modo da poter calcolare meglio i danni provocati dalla "a-bomb". La citta' dovra' essere abbastanza grande da limitare il danno all'interno della stessa. Da questi criteri si arrivo' alla selezione di 17 citta'. Il 31maggio il ristrutturato comitato decise che: 1) la bomba atomica deve essere usata contro il Giappone il piu' presto possibile. 2) deve essere usata contro una fabbrica di munizioni circondata da abitazioni di lavoratori 3) deve essere usata senza avvertimento alcuno. 7 Per non dimenticare Hiroshima Conoscendo la forza di distruzione e le eventuali conseguenze di uno sgancio atomico su una popolazione, diversi scienziati si opposero all'uso. lo stesso Leo Szilard, che a suo tempo chiese a Roosevelt di iniziare le ricerche per la produzione della bomba, fu una figura chiave tra coloro che si opposero. Da aggiungere sarebbe la teoria che il presidente Truman era convinto che Hiroshima era una base militare e non una citta'. E l'odio che traspare da altri scritti di Truman per i giapponesi. Nel suo "diario di Potsdam", mentre veniva a conoscenza del test positivo dello scoppio della bomba in Nuovo Messico egli descriveva i giapponesi come "feroci, spietati, e fanatici". In una lettera scritta pochi giorni dopo la distruzione di Hiroshima e Nagasaki spiegava che: " quando hai a che fare con una bestia lo devi trattare da bestia. Nonostante il rapporto dell' 11 giugno 1945 di 7 scienziati dell'universita' di Chicago (Frank Report) che chiedeva che la bomba atomica venisse usata come dimostrazione nel deserto o su un'isola sperduta davanti a tutti i rappresentanti delle Nazioni Unite, il "Scientific Panel of the Interim Committee on Nuclear Power" rispose di sentirsi piu' vicini a coloro che intendono usare la nuova arma in ambito militare e non dimostrativo salvando di conseguenza la vita di molte persone. Tra i firmatari della risposta troviamo anche lo scienziato italiano Enrico Fermi. I lati negativi sull'ipotesi di dimostrazione militare della nuova arma erano: se un luogo isolato giapponese veniva annunciato, l'aereo che porta la bomba potrebbe essere abattuto. Se il test viene effettuato su zona neutrale, i giapponesi potrebbero pensare ad un trucco. E se la bomba non dovesse esplodere? Troppe cose potevano andare nel modo sbagliato. Due punti di domanda di rilevo rimangono aperti: l'uso delle bombe atomiche era veramente neccessario e quali erano i motivi che stavano dietro alla decisione degli Stati Uniti di usarle sul Giappone? Fino alla fine degli anni '60 la generale percezione di un Giappone che respinge la resa dopo la proclamazione di Potsdam proiettava gli Stati Uniti verso il successivo passo di pianificazione militare. Truman si trovava nella morsa di due alternative: invasione del suolo nipponico o uso delle bombe atomiche. Alla meta' di giugno la pianificazione di "Operation Olympic" che segnava la strategia per un'invasione americana nel Kyushu a novembre, fu completata. Verso la fine di giugno la battaglia di Okinawa era, dopo circa 3 mesi di combattimenti, finalmente terminata. E' stato un affare orribile, brutale e costoso. Risultava la campagnia militare piu' costosa durante la seconda guerra mondiale. Il Giappone perse oltre 110.000 soldati e gli Stati Uniti oltre 12.000. Peggio ancora, migliaia di civili erano morti. Molti si tolsero la vita per evitare di essere presi prigionieri, il risultato di anni di indottrinamento del governo giapponese. Basandosi su questo tipo di evidenza, Lancio della bomba atomica su Nagasaki 10 Per non dimenticare Hiroshima Truman e altri strateghi militari ebbero tutte le ragioni di pensare che i giapponesi volevano resistere ad un'invasione fino all'ultimo uomo, donna e bambino, e con questo in mente si dirigevano verso l'uso della bomba atomica. Il primo impiego della bomba a fini bellici, dava origine a un triplice effetto distruttivo: un'onda d'urto generata da un'espansione violenta di gas, un'elevata emissione di calore, e una ricaduta di pulviscolo radioattivo (fall- out). L'esplosione,ebbe luogo a Hiroshima il 6 agosto del 1945. Solo quattro giorni più tardi, un secondo ordigno fu lanciato sulla città di Nagasaki. Dopo il lancio di due bombe un'altra bomba era stata preparata ma Truman ordino' che non venisse usata. Dal suo diario si legge: "Il pensiero di distruggere un'altra citta' era troppo orribile". Negli anni '70 storici ripresero le ricerche sui bombardamenti atomici e alcuni argomenti critici nei confronti degli Stati Uniti emersero. Un gruppo sottolineava che il Giappone era gia' virtualmente distrutto portando come evidenza il fatto che persone come il primo ministro Suzuki Kantaro chiedeva la pace cercando la mediazione dell'Unione Sovietica. Alla luce di queste condizioni questo gruppo si chiedeva se era veramente neccessario usare armi atomiche. Altri storici revisionisti affermavano che l'insistenza americana per una resa incondizionata era troppo dura e vendicativa. L' ex-ambasciatore Joseph Grew insisteva sul fatto di rendere chiaro ai giapponesi che il sistema imperiale non sarebbe stato toccato. Questo non voleva solamente facilitare la resa ma anche facilitare la ricostruzione nel dopoguerra. Di fatto proprio questo successe ma solo dopo che il Giappone si arrese senza chiare assicurazioni a riguardo e dopo i due bombardamenti atomici. Il 1° Settembre 1945 il Giappone si arrende Altri ancora sostengono che l'uso della bomba era piu' che un terminare della guerra del Pacifico, un inizio della guerra fredda. Il vero target, stando a questa argomentazione, era Stalin e le bombe stavano a ricordare la potenza militare degli Stati Uniti. Studi piu' recenti hanno rivisto la questione sull'uso della bomba atomica. Richard B. Frank porta alla luce il fatto che il governo giapponese non era seriamente intenzionato alla resa all'inizio di agosto 1945. Ne l'imperatore, ne i leader militari sostenevano una tale mossa. Il Giappone stava preparando l'operazione Ketsu-go, il piano di difesa della patria. Mentre Okinawa cadeva, soldati giapponesi venivano mossi nel Kyushu triplicando quasi 11 Per non dimenticare Hiroshima il numero dei soldati. Il 13 agosto, il Vice-ammiraglio Takijiro Onishi, il creatore delle forze chiamate kamikaze, fece una dichiarazione affermando che: "se noi siamo pronti a sacrificare 20 milioni di vite in uno speciale attacco [kamikaze], la vittoria sara' nostra." In questo periodo, gli Stati Uniti potevano contare solamente di pochi soldati, una forza troppo inferiore al ratio di 3:1 previsto. Alla luce di queste probabilita' e la determinazione dei giapponesi di combattere, Truman scelse l'uso della bomba atomica. Frank continua nel quotare la reazione del primo ministro Suzuki Kentaro alle bombe atomiche: "Il concilio supremo della guerra... stava facendo ogni possibile preparativo per incontrare uno sbarco (americano). Loro procedevano con tale piano fino allo sgancio delle bombe atomiche, dopodiche' credevano che gli Stati Uniti non vorranno piu' tentare uno sbarco se hanno un'arma cosi superiore - che gli Stati Uniti non hanno bisogno di sbarcare se hanno un'arma simile; a questo punto hanno deciso che la miglior cosa era di chiedere la pace". Nonostante Frank non fece sconti sull'uso indiscriminato delle bombe e delle sue conseguenze, concluse comunque che furono queste il fattore decisivo per portare ad una resa giapponese. Effetti della bomba atomica su Hiroschima 12 Per non dimenticare Hiroshima necessario all’entrata in guerra del paese, si affidò esclusivamente ad industrie private. La scelta di questa strategia non fu però esente da scontri tra gli stessi membri del Council e del governo, dapprima solo nei corridoi, poi anche in Senato. Il pensiero basilare era però radicato nelle menti di tutti ossia investire in campo bellico. Iniziò così anche un trasferimento di ricchezze dalle casse pubbliche a quelle private. L’invenzione della bomba atomica poté così essere utilizzata anche dall’industria americana, sia per scopi pacifici che per scopi bellici. Una volta dimostrata la possibilità di sfruttamento economico dell’arma nucleare, tutte le principali compagnie ed industrie vollero metterci le mani. Così si decise per una divisione tra le varie industrie della produzione dei vari materiali necessari a realizzare la bomba. L’unica fonte di uranio allora conosciuta era però il Sudafrica, che allora era sotto il dominio inglese: gli Stati Uniti dovettero quindi includere da subito l’Inghilterra nell’organizzazione della produzione della bomba atomica. Gli accordi fra governo e industria portarono quest’ultima a controllare, attraverso l’Atomic Energy Commission, creata originariamente dal governo per controllare lo sviluppo e i guadagni dell’energia atomica, ma passata appunto subito sotto la sua influenza, tutta l’industria nucleare, finendo per monopolizzarla. Lo sviluppo della bomba e i possibili guadagni provenienti da essa, insieme alla ormai radicata convinzione del futuro dominio degli U.S.A. sul mondo, fecero nascere l’idea che le Nazioni Unite sarebbero dovute essere il mezzo per dare il via all’espansione degli States. La posizione presa durante la guerra, e le innumerevoli risorse di mezzi e uomini a disposizione fecero sì che gli U.S.A. mantenessero una posizione sempre un gradino più in alto anche dei loro alleati, così che questi, già provati dalla guerra, non potevano nemmeno provare a cercare di fermare quell’impero che si stava creando, pur essendone, in parte, a conoscenza . Roosevelt decise quindi di proporre a Churchill un piano per la formazione dell’ONU, che sarebbe servito a dividere il mondo in quattro sfere di influenza, sotto il controllo di U.S.A., Inghilterra, Francia e Cina: egli dava infatti per scontato che Mao Tse-Tung non sarebbe mai riuscito ad imporsi e che la Cina sarebbe rimasta anche dopo la guerra dalla sua parte. Churchill non era però d’accordo, ed insisteva invece perché fra le grandi potenze fosse inclusa anche la Francia. I "gendarmi" del mondo furono così cinque e Churchill si impegnò per fare accettare questo schema anche ai sovietici. Durante la conferenza di Yalta Stalin espresse i propri dubbi riguardo al progetto degli statunitensi, temendo che potesse diventare un futuro strumento contro lui e la sua Russia. Ognuna delle tre potenze intendeva comunque rimanere al di sopra delle Nazioni Unite. Sempre nel 1945 sopraggiunge però la morte del presidente statunitense L'ordigno nucleare usato nell'attacco a Nagasaki Il risultato del bombardamento nucleare su Hiroshima 15 Per non dimenticare Hiroshima Roosevelt e gli succede al comando il vicepresidente Truman, che il 26 giugno, dopo la conferenza di S.Francisco, firma insieme a tutti gli stati del mondo, con l'esclusione di Germania e Italia, la Carta dell'ONU. La Carta, condannando la violenza bellica fra vari stati, dava all'ONU il compito di mantenere la pace, e sottolineava l'uguaglianza di tutti i popoli. In pratica la Carta esprimeva una legge dettata dagli Stati Uniti che avrebbero punito chiunque vi si fosse sottratto. Si dava agli altri quattro "gendarmi" previsti in precedenza un potere maggiore, in quanto erano gli unici che non avrebbero potuto essere dominati dagli Usa. Truman, quando i dati relativi ai danni provocati dalla bomba gli furono comunicati, disse: "E' il più grande giorno della storia". In un comunicato affermava che le bombe erano state utilizzate per salvare la vita di 500.000 soldati americani, e che non erano altro che un avvertimento per il Giappone: se non si fosse arreso, altre bombe sarebbero cadute. Sottolineava inoltre come Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, che possedevano la formula per realizzare la bomba atomica, non l'avrebbero rivelata al mondo finché non si fosse scongiurato il rischio di una distruzione totale. Conseguenze della bomba atomica su Hiroshima Gli effetti e le conseguenze dell'esplosione non furono tutti subito chiari. Oltre alle macerie causate dalla forza d'urto dell'esplosione e dal fuoco divampato a causa del forte calore furono le radiazioni l'incognita principale. A differenza delle altre bombe, quelle convenzionali, la bomba atomica emise grandi quantita' di radiazioni che portarono gravi danni. Penetrando profondamente nel corpo umano, queste danneggiavano cellule, alterarono il sangue, diminuirono la funzione di generazione del sangue, danneggiarono i polmoni, fegato e altri organi. I danni da radiazioni variavano considerabilmente a seconda della lontanaza dall'ipocentro o dalla presenza di alti corpi di riparo. Le radiazioni iniziali, quelle emesse entro il primo minuto, furono letali fino alla distanza di un chilometro. La maggiorparte delle persone in quell'area morirono in pochi giorni. Molti di coloro che sembravano rimasti indenni ebbero conseguenze di vario genere e morirono pochi giorni o mesi dopo. L'esplosione lascio' radiazione residua nel suolo per un lungo periodo. Di conseguenza, molti di coloro che entrarono in citta' dopo l'esplosione per cercare parenti o colleghi di lavoro, nonche' coloro che arrivarono per aiutare i superstiti, ebbero sintomi simili a coloro che avevano avuto esposizione diretta alle radiazioni. Molti di questi ultimi morirono. Sintomi da radiazioni, onda d'urto e calore apparivano inesorabilmente subito dopo l'esplosione. Questi comprendevano, oltre alle lesioni esterne, vomito e perdita dell'appetito, insonnia, perdita dei capelli, vomito di sangue, sangue nelle urine, febbre, disordini mestruali, riduzione di leucociti e eritrociti. Non erano completamente nuove ma le lesioni esterne erano complesse e resistenza era debole a causa delle radiazioni e malnutrizione. Anche senza Hiroshima distrutta 16 Per non dimenticare Hiroshima lesioni esterne, i sintomi da radiazioni sembravano essere fatali per molti. Disordini acuti scomparivano verso dicembre del 1945 e si pensava che gli effetti della bomba fossero svaniti. Gli effetti delle radiazioni erano invece ben lontane dall'essere svanite. Dopo l'esplosione feroci fiamme e turbolenze apparivano mentre la conflagrazione passava per la citta'. Circa 20-30 minuti dopo l'esplosione comincio' a cadere pioggia nella parte nord-ovest della citta'. Nonostante il periodo estivo, la temperatura si abasso' notevolmente durante questi momenti. Le grossi gocce di pioggia contenevano fango e polvere tirata su durante l'esplosione nonche' fuliggine provocata dalle fiamme. La "pioggia nera" era inoltre piena di radioattivita' causando la morte dei pesci nei fiumi. Molti di coloro che bevevano acqua di questa pioggia finirono per avere problemi di diarrea per 3 mesi. Gli effetti delle radiazioni andavano ben oltre cio' che poteva essere visto a occhio nudo subito dopo l'esplosione della bomba atomica. Conseguenze si susseguirono per decadi a venire e continuano ancora al giorno d'oggi. All'inizio del 1946, le cicatrici di alcuni supersiti si innalzarono prendendo la forma di cordoncini chiamati cheloidi. Superstiti che al momento dell'esplosione si trovavano nell'utero naquero con microlissencefalia con le conseguenti limitazioni mentali e fisiche. Intorno al 1950, il numero di casi legati alla leucemia levitarono sostanzialmente. A partire dal 1955 tiroide, cancro al seno e ai polmoni incrementarono. Ancora al giorno d'oggi spiegazioni sugli effetti delle radiazioni sono inadeguate. Tra le ricerche sugli effetti delle radiazioni da notare lo sforzo compiuto dalla "Atomic Bomb Casualtry Commission" (ABCC). Il tutto nasce dal ricondurre test nucleari da parte degli Stati Uniti a partire da luglio 1946 nel atollo di Bikini. Lo stesso anno, a novembre, il presidente Truman ordina maggiori sforzi di ricerca per determinare effetti a lungo termine delle armi nucleari su esseri umani. Fu nel 1947 che il "Concilio di Ricerca Nazionale" sotto contratto del "US Atomic Energy Commission" fondo' la ABCC per studiare cancri, riduzione della durata della vita, sviluppo anomalo, mutazioni genetiche, sterilita', pigmentazione anomala e altre conseguenze della bomba. Il generale Sams del quartier generale di SCAP (Capo Supremo delle Forze Alleate) era a stretto contatto con le attivita' di ABCC. Sotto la sua direzione, la commissione costrui laboratori di ricerca a Hiroshima (gennaio 1948) e Nagasaki (luglio 1948). Anche la citta' di Kure, vicino a Hiroshima che si era salvata dalla bomba atomica, fu scelta come base di ricerca e sperimentazione. Ricercatori americani di ABCC furono affidati a PH&W (Public Health and Welfare - sezione di assistenza sociale e di sanità pubblica). Sotto insistenza del generale Sams l'istituto di sanita' nazionale (National Institute of Health) Donna Hibakusha 17 Per non dimenticare Hiroshima radiazioni) ma anche orfani, vedove (specialmente se povere) e senzatetto, ex- soldati o qualunque altra persona abbandonata che vagava in zone pubbliche. Tra tutte le vittime di Hiroshima, colei che forse piu' di tutte vengono ricordate e' Sadako Sasaki. Un po' per la giovane eta' al momento dell'esplosione, un po' per la sua forza di sopravvivere e sicuramente perche' racchiude una gran parte dei sentimenti che legano tra di loro tutti i superstiti. Simbolo di fiducia e modello da seguire oggi e' ricordata al parco della pace di Hiroshima con un monumento a suo nome dove ogni anno centinaia di studenti portano i loro omaggi in gru piegate nella carta con la tecnica dell'origami. Trovandosi a 1,7 km. dall'esplosione e all'eta' di 2 anni rimase illesa. Cresceva diventando una ragazza energica che durante le giornate dedicate allo sport partecipava alle gare di corsa. Nell'autunno del 1954 si ammalo' e il seguente febbraio fu ricoverata all'ospedale con leucemia. Conoscendo la leggenda delle 1000 gru che, se piegate con la carta, possono aiutarla per combattere la malattia, incomincio' nel duro lavoro. A nulla e' valso e il 25 ottobre dello stesso anno mori alla tenera eta' di 12 anni. I compagni di classe si mossero per raccogliere i fondi per un monumento alla pace. Un posto dove la gente possa pregare per i numerosi bambini come Sadako che morirono a causa dell'esplosione atomica. Donazioni da varie fonti fecero in modo che il monumento fu completato il 5 maggio del 1958. Era davvero necessario? Ci si è sempre però chiesti se l'utilizzo delle due bombe e l'uccisione di 300.000 persone erano militarmente necessari. Gli U.S.A. avevano infatti già ricevuto una richiesta di pace da parte del Giappone e i rapporti dell'aviazione affermavano che lo stato nipponico si sarebbe arreso certamente entro la fine dell'anno anche senza che si dimostrassero necessari lo sgancio dei due ordigni o le invasioni sul territorio giapponese. Questi rapporti smentiscono completamente il messaggio di Truman. Chi era quindi il vero destinatario della bomba? Le previsioni degli attacchi di terra già programmati ai danni del Giappone davano perdite non superiori a 40.000 uomini, ma il presidente continuò a gonfiare le cifre. Molti scrittori, nei loro saggi sull'energia atomica, avevano affermato l'inutilità militare del provvedimento definitivo. Nel '45 il timore di vedere la Germania vittoriosa non esisteva più e il Giappone era sul punto di arrendersi e gli U.S.A. avevano utilizzato le uniche due bombe di cui erano a disposizione con una fretta ingiustificabile. I più autorevoli scienziati statunitensi avevano inoltre ammonito il presidente di non utilizzare la bomba contro civili. Perché il presidente aveva agito comunque? Alcuni scrittori danno come motivo il fatto che Stalin si era impegnato ad attaccare il Giappone per l'8 agosto. Era chiaro che se la Russia Cumulo di rovine della città 20 Per non dimenticare Hiroshima fosse riuscita a scontrarsi vittoriosamente con il Giappone finche gli Stati Uniti erano fermi a Okinawa, ne avrebbe ricavato un grande prestigio internazionale, a danno degli Usa. Così, sganciate le due bombe, l'attacco russo riuscì, ma passò inosservato, a causa del clamore provocato dall'utilizzo della bomba nucleare. Si arriva così a dire che il lancio delle bombe può già essere considerato il primo atto della guerra fredda. L'idea di utilizzare la bomba atomica come arma contro l'U.R.R.S. era nata già prima della fine della guerra, poiché gli U.S.A. avevano già intuito ciò che sarebbe successo. Il resoconto dei giornalisti giunti sul luogo del disastro prima dell'arrivo degli americani scrivono che tutti i feriti erano destinati a morire, che le radiazioni facevano morire più di 100 persone ogni giorno. Il giornalista W. Burchett, nel suo rapporto ai sovietici, scrive: "Gente non toccata dal cataclisma sta morendo ancora, misteriosamente, orribilmente... Hiroshima fa pensare ad una città sulla quale sia passato un enorme rullo compressore che l'abbia stritolata, annientata per sempre... Negli ospedali ho scoperto persone che, pur non avendo ricevuto alcuna ferita al momento dell'esplosione, stavano tuttavia morendo per i suoi misteriosi effetti". La stampa americana replicò più volte sottolineando che non c'era radioattività ad Hiroshima e dicendo che la propaganda del Giappone era volta soltanto a danneggiare gli Stati Uniti davanti all'opinione pubblica. L'esplosione della bomba non suscitò un grande clamore a Mosca: i principali quotidiani la nominarono soltanto, e non parlarono neppure di quella di Nagasaki. Solo giorni dopo accusarono la propaganda statunitense di voler sminuire il ruolo della Russia nella vittoria definitiva della guerra. Quando però le informazioni sugli effetti della bomba giunsero negli States, i militari si organizzarono subito per bloccare questa fuga di notizie. Chiusero l'accesso ai luoghi delle due stragi, sequestrarono tutto il materiale informativo, fecero chiudere alcuni laboratori e ospedali che si occupavano di studiare gli effetti della strage. Un reparto medico dell'esercito giunse ad Hiroshima per studiare questi effetti; ancora adesso, a 59 anni di distanza, si stanno curando persone affette dalle conseguenze del bombardamento. Questa politica di oblio funzionò perfettamente e la questione passò in secondo piano. Nonostante il generale Eisenhower avesse annunciato che la bomba nucleare non sarebbe più stata usata come mezzo d'attacco, la politica militare degli Stati Uniti stava cambiando: secondo i rapporti di alcune riunioni segrete "gli Stati Uniti hanno potuto fino ad ora attenersi ad una tradizione di non colpire mai fino a che non fossero attaccati. Per il futuro, la nostra forza militare dovrà essere capace di sopraffare il nemico e di annientare la sua volontà e capacità di fare guerra prima che possa infliggerci un danno significativo". Ci si preparava, quindi, a dover scatenare una guerra contro l'U.R.R.S. prima che quella potesse organizzarsi per farlo per prima. Era già stato preparato un piano che prevedeva la distruzione di venti città russe con un attacco a sorpresa. Proprio il fattore sorpresa sarebbe dovuto essere quello su cui basarsi in caso di guerra. Tutto questo con la piena consapevolezza che la Russia non era in grado, al momento, di opporsi in nessun modo agli U.S.A.. Questi Un orologio fermatosi dopo il bombardamento atomico 21 Per non dimenticare Hiroshima volevano infatti non solo che nessuno potesse attaccare la potenza statunitense, ma che nessuno fosse nemmeno in grado di difendersi da essa. Il generale Groves insisteva addirittura affinché nessuno oltre a U.S.A., Canada e Gran Bretagna fosse in grado di costruire ordigni nucleari. Tutto ciò fa vedere come il progetto degli Stati Uniti sia sempre stato quello di rimanere al di sopra di ogni altra nazione, tanto in guerra come in pace, tanto nel presente quanto nel futuro. Esperienza di un viaggio da 8 ore di fuso 22 Per non dimenticare Hiroshima La mattina successiva, come prima tappa, ci dirigiamo al "Hiroshima Peace Memorial Museum". Ci arriviamo passando per la "Casa della Bomba".Si tratta della vecchia "Prefettura di Hiroshima", una sorta palazzo regionale. É l'unico edificio rimasto in piedi dopo l'esplosione della bomba atomica, e oggi considerato monumento nazionale. Il 6 agosto "dell'anno della bomba", proprio in quel punto, in quella direttiva la bomba atomica esplodeva alle 8,15. Il costo umano per Hiroshima e morale per la civiltá fu immenso: il 67% degli edifici fu distrutto o danneggiato, la fortissima azione termica provocó incendi in tutti i quartieri, la bomba atomica di 20 kilotoni (per capirci 20.000 tonnellate di tritolo) uccise all'istante 66 mila persone su una popolazione di 343 mila abitanti, una vera apocalisse, la stessa sorte due giorni dopo toccó a Nagasaki. Uscito dal conflitto, con una resa incondizionata, il Giappone contava i suoi morti: nove milioni. Oggi, grazie anche all'aiuto americano, che mirava ad un Giappone-tampone alle supremazie socialiste in Asia, é una della nazioni piú industrializzate del mondo. Un ponte sulla sinistra scavalca il fiume Ota. Arriviamo in un isolotto, in mezzo al delta del fiume. Una piazza ci conduce appunto al Museo della Pace. L'ingresso é libero, il museo é colmo di visitatori: é un giorno feriale, tantissimi studenti venuti da ogni parte della Nazione. Ci viene consegnato un opuscolo che illustra il museo. Anche questo é gratis ed é scritto in italiano. Il museo racconta il dramma della cittá di Hiroshima, immagini alcune viste e riviste, nei testi o in televisione, altre inedite. In una parete una serie di poster con cifre e grafici, 140.000 mila i morti tra il 6 agosto e il dicembre del 1945, circa il 20 percento morirono immediatamente per le ferite riportate, il sessanta percento a causa delle forti ustioni il resto delle vittime fu per i danni provocati dalle radiazioni. Hiroshima subisce ancor oggi la bomba. Il segnali piú tangibili si vedono camminando per le strade. Gli handicap sono visibili nelle infrastrutture, negli autobus, negli uffici. Attraversando le striscie pedonali, oltre al via del semaforo visivo, una musichetta ti accompagna nel cammino. Prima soave e lenta, piano piano piú veloce, indica alle tue orecchie, perché i tuoi occhi non possono vedere, che il semaforo si appresta a diventare rosso. Hiroshima non vuole dimenticare, anzi, vuole ricordare. Lasciando il museo ogni visitatore deve firmare un registro di presenza e magari un pensiero. Sopra la mia firma un nome: "Paul Roper Arizona Usa, perché questo non accada mai più ! ". (Da un intervista ad una studentessa ventiseienne : Maria Zappadu) 25 Per non dimenticare Hiroshima Testimonianza di un viaggio dentro ad un museo che non vuole dimenticare ….Martedì 19 Settembre è stata una giornata divisa in due, e anche se io ho scattato tante foto che vedete in basso, l' "io" che è stato sull'isola sacra di Miyajima non è lo stesso "io" che è uscito dal Museo della Bomba a Hiroshima. Ma suppongo convenga andare in ordine… Così viene introdotta la testimonianza di un giovane Italiano, dopo un viaggio in un paese dai forti costumi, e dalle antiche tradizioni ma anche, e purtroppo, un paese che ha vissuto e ricorda Hiroshima e Nakasaki di 59 anni fa . Dopo un viaggio sullo Shinkansen ricorda, arrivammo a Hiroshima in una bella giornata di sole. La consapevolezza piomba addosso all'improvviso: state camminando nella stazione ferroviaria, assieme ad altre migliaia di persone, della prima città bombardata da un ordigno atomico. E tutto è normale. Vorrebbe lasciare perdere la retorica ma la sensazione è di totale surrealtà. "Grazie" al cielo non c'è stato molto tempo per pensarci, perchè si son subito spostati alla volta dell'imbarcadero per prendere il traghetto che li avrebbe portati a Miyajima. A pomeriggio iniziato erano già di ritorno sulla terraferma per visitare il Peace Memorial Park e il Museo della Bomba. Nel racconto di viaggio si legge chiaramente la sensazione dell’uomo dopo essere uscito dal Parco, egli racconta…non ero più lo stesso di quando ero entrato, sentivo che in me qualcosa era cambiata…. Intendiamoci bene: il Giappone, assieme alle potenze dell'Asse, ha scatenato la 2° Guerra Mondiale che ha provocato circa 60 milioni di morti. Si è meritato che gli Alleati gli abbiamo mosso guerra, ma non si 26 Per non dimenticare Hiroshima concepisce che la popolazione civile debba soffrire più dello stretto necessario. Sono rimasto, affermava, ad una concezione della guerra antica, nella quale gli eserciti si scontravano in un pianoro e tutta la battaglia finiva lì… non sono affatto un "pacifista" (nell'assurda accezione che la gente comune da al termine): credo che alcune volte la forza, immediata e massiccia, sia l'unica soluzione. Ma ripeto: i civili ne devono restare FUORI; deve essere un affare tra i soldati, pagati e addestrati allo scopo. Invece a Hiroshima e a Nagasaki il concetto di "danni collaterali" (vittime civili) è stato portato all'estremo. Oh, la giustificazione - che non verrà MAI detta - è che fu necessario per far vedere agli "alleati" sovietici che gli USA avevano la bomba atomica e che non avevano paura di usarla. Considerando la SCHIFOSA minaccia all'intero globo che l'URSS ha portato avanti per 50 anni si può forse comprendere una tale decisione, ma quando vi trovate, l’individuo assicurava, di fronte al monumento a Sasaki Sadako (una bambina che, a 10 anni, si ammalò di leucemia. Pensando che se avesse fatto 1000 origami a forma di gru si sarebbe salvata, cominciò la sua opera, ma fu stroncata a circa 850)... beh, mandate tranquillamente affanculo URSS e USA, la ragione di stato.... Infine il nostro intervistato conclude….Mi rendo conto che in realtà non ho parlato di Hiroshima, dei suoi luoghi di interesse, di quello che ho trovato dentro al Museo (non ne parlerò mai) ma in realtà non frega niente a nessuno. Non sono bravo con le parole: dovete solo visitare il Peace Memorial Park, e il Museo della Bomba, e fare una gru per quella povera bambina. E poi tornarvene alla vostra tranquilla vita a casa. Padova - Vicenza in ricordo di Hiroshima 27 Per non dimenticare Hiroshima Viaggio per parole ed immagini nella testimonianza per la Pace dal luogo dell'olocausto nucleare Questa pagina racconta un pellegrinaggio laico compiuto il 7 ottobre 2001 sul luogo dello scoppio della prima bomba atomica nella storia dell'umanità. Il 7 ottobre 2001, reduce da un periodo di lavoro in Giappone, avevo una domenica libera, prima del volo di ritorno che il giorno dopo da Tokyo mi avrebbe riportato in Europa. Quella domenica mi sono alzato di buon'ora, ho preso un treno per l'aeroporto Haneda, e - senza sapere bene perché - sono salito su un volo interno della Japan Air Lines. Dopo un'ora e venti sono sceso in un altro aeroporto, nel sud del Giappone. Di lì, dopo un'altra oretta di pullman, mi sono ritrovato nel cuore di una moderna città, proprio in pieno centro: nel punto esatto sulla cui verticale, il 6 agosto del 1945, venne sganciata la prima bomba atomica nella storia dell'umanità. Allora ho istintivamente guardato in alto, e per la prima volta in vita mia, proprio io incallito montanaro e amante delle più esposte scalate in parete, sono stato colto da vertigini. Quello sguardo verso il cielo, in quel punto, non è sostenibile da un occhio umano. Ci arrivo, a Hiroshima, in una limpida giornata di sole senza nuvole. Era così - raccontano le testimonianze dei sopravvissuti - anche in quel giorno dell'agosto 1945: alle 8.15 di un mattino estivo dal cielo terso e carico di azzurro, gli abitanti di Hiroshima videro in cielo le ali nere di un B-52, poi subito una grande palla di fuoco, e dopo una frazione di attimo il cielo era sparito, di colpo calò l'oscurità, mentre al suolo tutto era fuoco, tutto era fumo, tutto era cenere. Tutto era raso al suolo. Su 350.000 abitanti, duecentomila uomini e donne non c'erano più. Tanti altri vagavano nel buio, i vestiti carbonizzati, i volti e i corpi orrendamente sfigurati, tra le rovine e le fiamme, sotto la pioggia nera radioattiva che si scatenò sulla città, ridotta a uno scenario apocalittico ed infernale. La prima bomba atomica nella storia dell'umanità era appena scoppiata. Oggi la città che, più di qualsiasi altro luogo del pianeta, porta nella sua storia il segno indelebile della follia umana, ha voluto tramutare lo strazio della memoria in una forte testimonianza che grida contro tutte le guerre. Chiunque si trovi oggi a passare per il centro cittadino - dove sorge il Peace Memorial Park - viene investito, coinvolto e commosso dal messaggio lancinante e perentorio che urla ai potenti della Terra: "NO MORE WAR, NO MORE HIROSHIMA". 30 Per non dimenticare Hiroshima Sono le nove di sera, quando rientro a Tokyo dopo questa giornata difficile da raccontare, e torno presto in albergo per accumulare ore di sonno, in vista del lungo viaggio che mi attende. Il mattino dopo sono di nuovo in aeroporto, stavolta salgo sul volo internazionale che mi riporterà a casa, e con la coda dell'occhio intravedo i quotidiani in lingua inglese offerti ai passeggeri al momento dell'imbarco. Faccio per passare oltre, ma il titolo a tutta pagina del Times mi è rimasto impresso sulla retina e inizia all'istante a pulsare nella mia mente: "Attack to Afghanistan!". Di scatto afferro il giornale, e scopro che non ero stato ad Hiroshima in un qualunque giorno di inizio autunno: in quel maledetto 7 ottobre 2001 era scoppiata la guerra delle guerre. Scorrendo freneticamente le righe sotto il titolo realizzo cosa sta accadendo in Afghanistan, e unirmi all'urlo per la Pace, avuto in consegna come visitatore di Hiroshima, diventa improvvisamente il motivo principale per cui sento il bisogno di tornare in Italia. E' questo il pensiero fisso che mi accompagna per tutte le tredici ore di volo. Non sono solo, quando finalmente sbarco a Fiumicino: ho con me le sensazioni del giorno precedente, del mio pellegrinaggio a Hiroshima. Sperando di contribuire ad amplificare quel grido contro la guerra, contro tutte le guerre, in questa pagina - con l'aiuto della mia macchina fotografica - provo a raccontarvi cosa si vede e cosa si prova, oggi, là dove cadde la bomba atomica. foto 1-3: il "tempio della Bomba-A". Questo edificio, l'allora "sala della Promozione Industriale", si trovava ad appena 160 metri dal punto sulla cui verticale venne sganciata la bomba, che venne fatta esplodere a 580 metri di altezza sul suolo, al fine di massimizzare la potenza distruttiva dell'ordigno e il suo raggio d'azione. Lo scheletro carbonizzato di questa costruzione, una delle pochissime in tutta la città a non essere completamente rasa al suolo dallo scoppio nucleare, è stato lasciato intoccato da allora, a perenne testimonianza di quanto accaduto ad Hiroshima in quella mattina di agosto . Ciò che resta dell'edificio è oggi noto come "Tempio della Bomba-A", e la sua struttura in macerie si erge in stridente contrasto con la vivacità e la modernità della nuova Hiroshima, la città nata dallo scoppio della bomba atomica. Intorno a questo rudere si stende il Peace Memorial Park, in cui un percorso tra i monumenti commemorativi, e le sale dell'annesso museo, rappresenta il pellegrinaggio laico più straziante ed intenso che essere umano possa compiere, e racconta una storia di agonia, morte e distruzione. Una storia che fa orrore, lacera la mente e lascia il visitatore del parco con tante lacrime e rabbia, troppe domande che gridano dal profondo e, soprattutto, nessuna maledetta risposta. 31 Per non dimenticare Hiroshima foto 4-7: il monumento dei bambini della Bomba-A. Le corone colorate che si vedono ai piedi di questa statua, dedicata a tutti i bambini vittime della bomba atomica, sono costituite da migliaia di gru di carta. Questo volatile nella tradizione giapponese è simbolo di lunga vita, e il suo legame con il grido per la pace e il disarmo universale che si leva dalla città di Hiroshima deriva da una storia rimasta impressa nella memoria di tutti gli abitanti: Sadako Sasami era una bambina che nel 1945 aveva due anni, abitava con la sua famiglia a circa un chilometro dal punto su cui venne sganciata la bomba, e rimase miracolosamente illesa. Crebbe e divenne una ragazzina intelligente e vivace. Ma la bomba-A non aveva smesso di uccidere: nel febbraio del 1955, all'età di dodici anni, Sadako si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni di cui la zona rimase (ed è tutt'oggi) contaminata per effetto dello scoppio nucleare. Sadako era piena di voglia di vivere, e nelle lunghe giornate in ospedale si dedicava a costruire, con le scatole delle medicine e con qualunque altro frammento di carta avesse a portata di mano, piccoli origami raffiguranti beneauguranti gru, guidata dal pensiero che se ne avesse fatte tante sarebbe guarita e vissuta a lungo. Ne aveva composte più di milletrecento quando dopo otto mesi di malattia, la mattina del 25 ottobre 1955, i suoi sorrisi e la sua voglia di vivere smisero di animare la piccola stanza d'ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti gli abitanti della città, a partire dai suoi compagni di scuola. Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono continuamente forma dalle mani dei bambini e di tutti gli abitanti di Hiroshima, e vanno a costituire ghirlande, disegni, composizioni di ogni tipo che vengono utilizzate al posto dei fiori per onorare tutti i luoghi della memoria: una miriade di piccole gru che vengono spedite alla città di Hiroshima anche da tutto il mondo, e che nelle semplici ed accurate pieghe delle loro ali tengono ancora oggi in vita l'incredibile vivacità di Sadako e i suoi sogni colorati. foto 8: la fiamma della Pace. Questa fiaccola arde 24 ore su 24, senza soluzione di continuità, e verrà spenta solo il giorno in cui tutto il mondo avrà 32 Per non dimenticare Hiroshima fuoco è ormai quasi arrivata al suolo e ha un diametro di quasi trecento metri. Il cerchio che racchiude questi plastici corrisponde in scala ad un raggio di circa tre chilometri: la distruzione in quest'area fu totale. Le altre sale del museo mostrano non solo ricostruzioni fotografiche e video ma anche suppellettili, oggetti personali e reperti che testimoniano cosa succede ad una città sottoposta ad una temperatura di oltre 7.000 gradi centigradi e ad una pressione dello spostamento d'aria di 15 tonnellate per metro quadro: binari del treno squagliati, bottiglie liquefatte, architravi in cemento piegate come burro, vestiti portati indosso dalle persone completamente inceneriti, e orologi che da cinquant'anni sono fermi - per l'eternità - sulle 8.15. Ma anche una presenza umana rimasta impressa sugli scalini di una banca: le radiazioni hanno sbiancato il colore del marmo, tranne il punto in cui una persona, con il proprio corpo, ha schermato il punto in cui sedeva, in attesa dell'apertura dell'ufficio. Lì, dove un uomo investito in pieno dalle radiazioni è morto sul colpo, il marmo è rimasto bruno. La bomba-A ha fissato sulla pietra l'ombra di un uomo. Con una prova di ironia da far vomitare, le ridotte dimensioni dell'ordigno del 6 agosto 1945 e la sua sagoma sottile vennero tradotte nel nome in codice di "Little Boy" - ragazzino - con cui quella spaventosa bomba entrò nel lessico statunitense. E' la stessa lingua in cui oggi, con senso di disprezzo per la vita altrettanto ripugnante, si assegnano termini come "Giustizia infinita" o "Libertà duratura" a una guerra a tappeto che sta massacrando ed annientando la popolazione civile dell'Afghanistan. Il Giappone squarcia il velo sulla tragedia di Hiroshima "Women in the mirror" di Kiju Yoshida rompe attraverso lo sguardo delle donne il tabù della bomba atomica Un incubo di proporzioni inimmaginabili. Una catastrofe senza precedenti. Una strage che rase al suolo una città, rendendo l'intera regione una terra di nessuno per gli anni a venire. Quando si parla della bomba atomica su Hiroshima, qualsiasi parola non basta, qualsiasi frase sembra inadeguata. Forse per questo si tratta di un argomento poco esplorato, perfino sul grande 35 Per non dimenticare Hiroshima schermo. In questi ultimi anni però, sono stati fatti dei film riguardanti il tema.L’ultimo uscito proprio due anni fa, squarcia il velo sulla Tragedia del Giappone, con la "t" maiuscola: si chiama Women in the mirror (donne allo specchio), ed è diretto da un regista veterano del Sol Levante, Kiju Yoshida. Un evento talmente enorme che in 59 anni di cinema, sono solo due le pellicole importanti, note a livello internazionale, che ne parlano. Una è Hiroshima mon amour di Alain Resnais, l'altra Pluie noire di Shohei Imamura. Ecco perché, adesso, Women in the mirror suscita scalpore. La vicenda è ambientata in epoca contemporanea. Una donna anziana vive a Tokyo con sua nipote. Un giorno, viene a sapere che sua figlia Masako, scomparsa 24 anni prima senza lasciare tracce, è stata ritrovata. Non ricorda nulla, soffre insomma di amnesia, ma ripete ossessivamente una parola: Hiroshima. E così nonna e nipote capiscono che, per risolvere l'enigma, devono compiere un viaggio in quella città, simbolo di sofferenza per tutti i giapponesi. Per tentare di ricostruire un passato rimosso. Un'ottica tutta femminile, dunque, per parlare della tragedia e dei suoi riflessi sul presente. "Quando ho cominciato", raccontava in un intervista, il regista sessantanovenne, "mi sono chiesto: ho il diritto di affrontare il tema della bomba sganciata su Hiroshima? Sono i morti che ne avrebbero il diritto, io che sono sopravvissuto forse no. Ecco perché, pur avendo la voglia di farci un film da mezzo secolo, sentivo in me una certa reticenza". Solo, durante le celebrazioni per il cinquantennale, "decisi di cominciare a lavorarci". Ed ecco il risultato. Che arriva molto dopo l'ultimo film dell'autore, datato 1988. Forse perché solo Hiroshima poteva spingere un anziano giapponese, veterano del cinema, a rompere il muro del silenzio. E l'impatto, sul grande schermo, è forte: sia perché il film è girato in parte nella città, sia perché Yoshida ha scelto consapevolmente di non utilizzare computer ed effetti digitali per mostrare l'impatto della bomba. Preferendo affidarsi ai vecchi filmati dal vivo e alle foto d'epoca: e guardare quelle immagini, nel buio della sala, provoca un brivido di orrore. Considerazioni personali 36 Per non dimenticare Hiroshima Quante armi l’uomo è riuscito a costruirsi per belligerare contro se stesso o i suoi simili? Dalla clava alla polvere da sparo, dal fucile alla mitragliatrice, persino il telefono, la radio furono strumenti d’uso militare e il tutto per essere i più forti, i vincenti di questa o quella battaglia e della guerra. Per poi contare gli eroi nei campi santi, ricostruire paesi e città e soprattutto il tessuto sociale della popolazione, martire anch’essa. Il conflitto, che divora intere generazioni, altro non è la nostra incapacità di superare i tanti pregiudizi che c’incatenano alla facile generalizzazione, al poco sapere e alla paura del diverso, dello straniero. La domanda che io mi faccio sempre più spesso, in base alle vicende passate e quotidiane è : Ma è questo l’essere umano? È questa la sua condizione? A leggere i giornali sembra che la terra sia un campo di battaglia perenne: la Terra Santa, l’Africa umiliata, prima, dal colonialismo ed ora dalle grandi multinazionali, la crisi dei tanti paesi che dopo la caduta del muro di Berlino si ritrovano a rimodellare i loro interessi ed infine le nuove crociate dove la religione diventa, nuovamente, la bandiera di combattimento. Il giorno 6 agosto c’eravamo “tutti noi“ al parco delle Rimembranze, a Gorizia, per ricordare quel giorno di tanti anni fa (purtroppo non vi ho partecipato direttamente, il c’eravamo era con il “cuore”). Un incubo di proporzioni inimmaginabili. Una catastrofe senza precedenti. Una strage che rase al suolo la città, rendendo l'intera regione una terra di nessuno per anni. Quando si parla della bomba atomica su Hiroshima, qualsiasi parola non basta, qualsiasi frase sembra inadeguata. Eppure una sola bomba e tutto finì nel giro di pochi secondi. 37 Per non dimenticare Hiroshima Hiroshima (Giappone), città (1.086.000 ab.) nell'isola di Honshū, nel Mare Interno, capoluogo della prefettura omonima (8467 km2, 2.850.000 ab.). Industrie alimentari, tessili, meccaniche. 40 Per non dimenticare Hiroshima 41
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