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Tesina sull'epoca Barocca, Tesine universitarie di Storia Della Pedagogia

Elaborato sul periodo Barocco. In particolar modo sono state approfondite la letteratura, l'arte e la musica dell'epoca.

Tipologia: Tesine universitarie

2018/2019
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Caricato il 23/07/2019

dania.stravato
dania.stravato 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Tesina sull'epoca Barocca e più Tesine universitarie in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! dania stravato matr. 1607786 LM-85 Il Barocco Letteratura, Arte e Musica 1 Indice 1. Le origini del Barocco……………………………………………………………………………..2 1.1 Etimologia del termine…………………………………………………………………...2 2. La letteratura e la poetica barocca………………………………………………………………....3 3. L’arte barocca……………………………………………………………………………………...4 4. La musica barocca…………………………………………………………………………………5 Bibliografia e sitografia………………………………………………………………………………7 1. Le origini del Barocco Il Barocco è una tendenza artistica e letteraria, che si esprime nel periodo tra il 1600 ed il 1750, determinando profonde trasformazioni nella sensibilità e nel gusto del passato soprattutto in 2 vigore anche il teatro laico. Infatti, per il suo gusto per l’artificio, la ricercatezza formale, lo sfarzo esteriore, l’ostentazione, l’epoca barocca scelse il teatro come una delle forme artistiche più congeniali al suo spirito, orientato a teatralizzare tutti gli aspetti della vita. 3. L’arte barocca L’aggettivo francese baroque, tratto dal portoghese barroco, che appunto si riferisce alla perla irregolare (o scaramazza), conquistò, come già espresso precedentemente, il significato di bizzarro e stravagante. Fu utilizzato alla fine del XVIII secolo, con questo significato, per riferirsi all’arte e all’architettura, nel Dictionnaire de Trevoux (1771). Per questo l’arte barocca era ed è considerata una tendenza anticlassica, in cui non vi è adesione alle rigide regole degli stili, ma l’artista segue i suoi capricci.10 Al suo interno vi sono tendenze molto variegate, tanto che grazie alla sua esuberanza e al suo sfarzo, si è profusa in pochissimo tempo in ogni elemento e superficie. Del nuovo stile non va disgiunta la sua profonda aderenza a quella realtà storica con la quale cresce e si sviluppa: le monarchie assolute (Spagna e Francia) e il papato postcontroriformistico contribuiscono, con precetti e imperativi categorici, alla determinazione di alcune forme dell'edilizia ecclesiastica e di corte: come la tipologia della chiesa a navata unica, sul modello di quella del Gesù del Vignola, che, per la perfetta funzionalità liturgica, si diffonde in Europa e in America. Né si possono trascurare gli aspetti particolari, le elaborazioni nazionali e regionali e tanto meno quelle antitesi dinamiche tra classicismo retorico e totale superamento dei canoni (in architettura), tra realismo e decorativismo allegorico (in pittura), entro cui si configura il Barocco europeo e che coesistono all'interno delle situazioni culturali nazionali. Si possono individuare al suo interno, allora, alcune grandi correnti e aree di influenza che nulla tolgono all'unità di un fenomeno internazionale: una corrente naturalistica e scenografica che dall'Italia e dalla Spagna si diffonde nell'Europa centrale, tramite la zelante attività degli ordini religiosi, raggiunge le colonie americane; una corrente accademica e classicheggiante in Francia, Inghilterra, Olanda; e infine la grande corrente del realismo caravaggesco, fenomeno apparentemente polemico nei confronti del Barocco nella sua accezione decorativa e scenografica, ma che nasce da quella stessa attenzione alla natura, oltre alla tradizione classica, che era parso uno dei punti di avvio del nuovo stile. Roma, che è stata senz’altro la culla del Barocco, ha rappresentato un punto di riferimento per l’arte europea nel corso di tutto il ‘600. Nell’architettura la spazialità interna raggiunge eccezionali risultati, grazie a geometrie eterogenee e volumi, mentre negli esterni “emerge la predilezione per forme plastiche sinuose, per l’uso di linee curve, per l’inclusione della luce in rinnovate concezioni spaziali che, nell’alternanza dei pieni e dei vuoti, tendono a modellare le superfici murarie”.11 Dunque la forma più usata risulta essere la curva, infatti, anche le gambe dei tavoli o delle sedie dovevano avere andamenti sinuosi. Nella pittura risultano essere privilegiati i contrasti di luce, gli effetti drammatici e in particolar modo l’illusionismo, ossia un effetto di inganno in cui vi è sovrapposizione tra la realtà e la finzione, mediante prospettive impossibili e giochi di specchi.12 Protagonisti, negli anni intorno al 1630 furono Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini, Pietro da Cortona. Esemplari, pur nella diversità di risultati, le chiese dei SS. Luca e Martina (1634-50) e di S. Maria della Pace (1656), di Pietro da Cortona,S. Carlino alle Quattro Fontane (1634) del Borromini e la monumentale soluzione scenografica del colonnato berniniano per S. Pietro (1656-67), emblema dei rinnovati intenti propagandistici del papato. Alla pianta centrica si preferisce la pianta ellittica, polilobata, stellare (S. Ivo alla Sapienza e S. Agnese in piazza Navona del Borromini; S. Andrea al Quirinale del Bernini ), organizzata attorno al fulcro dinamico della cupola che raccoglie e risolve la tensione delle membrature e delle superfici.13 Nell'edilizia privata, il palazzo Barberini del Bernini instaura una tipologia destinata a diffondersi. Architettura e 5 10 Cfr. www.treccani.it/enciclopedia/barocco e www.it.wikipedia.org/wiki/Arte_barocca#Architettura_barocca. 11 www.treccani.it/enciclopedia/barocco. 12 www.it.wikipedia.org/wiki/Arte_barocca. 13 Cfr. www.it.wikipedia.org/wiki/Architettura_barocca e www.treccani.it/enciclopedia/barocco. decorazione, dipinta e scolpita, hanno un valore di "insieme" inscindibile. La pittura decorativa nell'opera di Pietro da Cortona, di padre Pozzo, di G. B. Gaulli, si configura come superamento del classicismo dei Carracci (Galleria di palazzo Farnese, 1594-96) che pure ne ha costituito il punto di partenza; le celebrazioni allegoriche di Urbano VIII a palazzo Barberini (1633-39), di S. Ignazio (1682-98) e del Gesù (1672-83) nelle chiese omonime, prescindendo da ogni partitura architettonica, creano spazi illusori che dilatano i limiti della struttura architettonica. Per quanto concerne la scultura, anche in questo campo a dominare è Bernini con la sua scuola (Baratta, Raggi), che cresce e si forma attorno alle imprese del "baldacchino" di S. Pietro, della "cattedra del Santo" e delle fontane romane, che propongono una nuova interpretazione pittoresca della natura.14 Tuttavia, il Barocco italiano possiede una variegata geografia artistica, in quanto altri centri hanno presentato un vivace sviluppo: Genova, con le nuove soluzioni urbanistiche (via Balbi) e l'attività architettonica di B. Bianco, i cicli decorativi di De Ferrari, le sculture naturalistiche del berniniano Parodi; Torino, con il suo nucleo storico e monumentale si accentra intorno alle piazze S. Carlo (1637) e del Castello, e l'opera di Guarini (cappella della Sindone, 1668; palazzo Carignano, collegio dei Nobili, ca. 1680) si contrappone a quella di Juvarra, all'inizio del Settecento (basilica di Superga, 1716; palazzo Madama, 1718; palazzina di Stupinigi, 1729-30), con intelligente coerenza; Venezia, in cui B. Longhena interpreta in termini barocchiani il classicismo palladiano, in S. Maria della Salute; Napoli con il suo rinnovamento urbanistico. Va ricordato inoltre, che in Sicilia sono stati ricostruiti i centri distrutti dal terremoto del 1693 e che nel 1751, Vanvitelli ha costruito la Reggia di Caserta.15 Dunque, il segno più incisivo della opera barocca è la fusione di tutte le arti nelle nuove strutture, nelle sistemazioni urbane e nei monumenti. 4. La musica barocca L'uso del termine “musica barocca” in campo musicologico ha suscitato vivaci contrasti e non è ancora universalmente accettato: in Gran Bretagna, in Francia e in Italia incontra particolari resistenze, dovute soprattutto alla difficoltà di dare una definizione stilistica unitaria di un periodo che abbraccia un secolo e mezzo (ca. 1600-1750), ricco di manifestazioni musicali disparatissime. In generale, si può dire che la musica barocca puntava a sbalordire gli ascoltatori, entrando a far parte della loro vita quotidiana e che gli elementi caratteristici “della produzione musicale di questo periodo sono i cambi repentini di tempo, i passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto e della fuga, oltre a uno sviluppato senso dell'improvvisazione.”16 Aumentarono i teatri, così come i musicisti professionisti e i musicisti dilettanti. L'avvento del basso continuo17 è comunque uno dei dati più appariscenti della trasformazione del linguaggio rinascimentale che si viene compiendo intorno al 1600. La scrittura rigorosamente polifonica, in cui tutte le voci erano sullo stesso piano di importanza, si viene semplificando e si polarizza sulle voci estreme: si afferma la monodia accompagnata e l'incontro delle parti in senso verticale determina lo sviluppo dell'armonia, che si libera dalla modalità e definisce la tonalità. La concezione del discorso in senso orizzontale viene dunque meno, oppure (come in Bach) la scrittura contrappuntistica si concilia con quella armonica.18 L'adesione della musica al mondo degli "affetti" è uno dei fini della poetica barocca: lo statico equilibrio rinascimentale cede il posto a un vibrante dinamismo espressivo, che può 6 14 Cfr. www.it.wikipedia.org/wiki/Architettura_barocca e P. De Vecchi, E. Cerchiari, Arte nel tempo. Dalla crisi della Maniera al Rococò, volume 2, Milano, Bompiani, 2016, p. 628-631. 15 Ivi p.620. 16 Cfr. www.it.wikipedia.org/wiki/Musica_barocca e www.baroque.it/arte-barocca/musica-barocca/la-musica-barocca.html. 17 Il basso continuo (detto anche basso cifrato o numerato), strettamente associato con tutti i generi di musica del periodo barocco, è l'accompagnamento strumentale che conduce il discorso d'insieme mediante l'elaborazione estemporanea di accordi , seguendo la traccia della parte più grave della partitura; consultabile al sito: www.it.wikipedia.org/wiki/Basso_continuo. 18 www.it.wikipedia.org/wiki/Musica_barocca. manifestarsi nell'intensità sfarzosa del colorismo della scuola veneziana come nella linearità delle composizioni monodiche. La ricerca della tensione, del contrasto, del "chiaroscuro", si afferma anche nella musica strumentale, che nasce e si sviluppa in età barocca con il concerto grosso e solistico, con la sonata, la suite e con le composizioni per organo e clavicembalo. Tra gli altri strumenti si possono trovare l’arpa, la tiorba, il regale, la chitarra, il liuto, il clavicordo, il violino, la viola, il violoncello, il contrabbasso, l’oboe, il cornetto, il flauto dolce e il flauto traverso, il trombone, il mandolino.19 Con l'assunzione da parte della musica strumentale delle forme di danza anche il fluido e scorrevole ritmo rinascimentale si trasforma razionalizzandosi. Gli strumenti stessi diminuiscono vistosamente di numero e si perfezionano in funzione della ricerca di un nuovo ideale sonoro. Parallelamente alla musica strumentale, che trova a Venezia uno dei centri di maggiore sviluppo, si affermano in campo vocale i generi dell'oratorio, della cantata e del melodramma: in quest'ultimo lo sfarzo scenico, il gusto per l'ornamentazione e il virtuosismo rimandano ad altrettanti atteggiamenti emblematici del gusto barocco. Tra i compositori di questo periodo, è doveroso citare gli italiani Claudio Monteverdi (1567-1643), Antonio Vivaldi (1678-1741), Alessandro Scarlatti (1660-1725) e il figlio Domenico Scarlatti (1685-1757), i tedeschi Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Georg Friedrich Händel (1685-1759) e l'inglese Henry Purcell (1659-1695).20 In particolar modo, l’opera italiana dominò in tutta Europa, infatti, gli autori italiani erano i più contesi e costituivano la maggior parte delle compagnie liriche. Il panorama della musica barocca, tuttavia, non è certo ristretto solo ai compositori sopracitati, ma anzi in questo secolo e mezzo vennero rivisitate forme e stili musicali principali della musica classica, come la musica sacra, l’ opera lirica ed il concerto. Bibliografia DE VECCHI PIERLUIGI, CERCHIARI ELDA, Arte nel tempo. Dalla crisi della Maniera al Rococò, volume 2, Milano, Bompiani, 2016. SAMBUGAR MARTA, SALÀ MARTA , Letteratura. Dal Barocco al Romanticismo, volume 2, Milano, La Nuova Italia , 2011. Sitografia 7 19 Ibidem. 20 Ibidem.
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