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Tesina sulla donna, da ieri a oggi, Tesine di Maturità di Italiano

Questa tesina di maturità contiene i collegamenti con le materie di esame orale, sono presenti anche dei collegamenti con l’attualità

Tipologia: Tesine di Maturità

2021/2022

In vendita dal 16/09/2022

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13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Tesina sulla donna, da ieri a oggi e più Tesine di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! LA DONNA: L'etimologia della parola donna si riallaccia al latino domĭna (femminile di dominus) = signora, padrona della casa Già nell’etimologia della parola è possibile notare come,sin dall’ antichità la donna sia stata sempre considerata l’angelo della casa e spesso, niente di più. LATINO: Per comprendere al meglio quale fosse in ruolo delle donne nell’antichità e come esso sia poi cambiato nel tempo ci vengono in aiuto le satire latine, le quali ci forniscono informazioni di grande interesse sulle reazioni dei romani all’emancipazione femminile, che all’ epoca di Marziale e Giovenale, aveva raggiunto la sua massima diffusione.  Caratteri generali della satira: La satira è un genere letterario tipicamente romano, fu attestata per la prima volta in età arcaica da Ennio che la considerava un genere miscellaneo (III-II secolo a.C.) e soltanto a partire da Lucilio (II secolo) questo genere ottenne finalmente una forma, l’uso dell’esametro, e contenuti, la tensione verso tematiche morali ed etiche. In queste prime fasi si distingueva per un tono aggressivo e violento ma l’asprità dei doni verrà a placarsi con Orazio (I secolo a.C.), nelle satire oraziane infatti il messaggio morale era espresso con benevolenza e comprensione per le manchevolezze della natura umana. A partire dal regno di Nerone invece, fra il 54- 68, la satira conosce una nuova evoluzione infatti con Persio e Giovenale tornano i toni moralizzanti, la satira torna a mettere alla berlina i vizi altrui, ricorrendo alla forma dell’invettiva tagliente e distruttiva. Infine, se prima la satira era finalizzata alla lettura individuale, adesso ne subentra anche la recitazione pubblica. Per i romani, il ruolo femminile non era solo quello di dare figli alla patria come in Grecia, ma era anche di affiancare i padri nell’educazione dei figli. Se questo loro compito non era svolto degnamente, esse erano vittime di sanzioni sociali molto pesanti ma se si adattavano ad esso, ed erano mogli e madri esemplari, venivano ricompensate da grande rispetto e considerazione ed erano così autorizzate a vivere una vita sociale molto attiva: come avrebbero potuto educare i figli degnatamente , se fossero state condannate all’incultura e all’ignoranza?. Quindi le donne era giusto che studiassero, che fossero colte, che partecipassero alle festi pubbliche e private, che andassero a teatro e che uscissero per le strade. Ma le nuove donne, quelle “emancipate“ andavano oltre e si prendevano libertà inaccettabili, mettendo in discussione tutte le certezze degli uomini e provocando una reazione maschile, che con i caratteri tipici dei diversi autori viene abbondantemente descritta da Marziale e da Giovenale. Prendendo in particolare considerazione Giovenale, con lui la denuncia delle nefandezze femminili diventa di inaudita spietatezza. Ad esempio nella sua satira 6, forse la più famosa, leggiamo che Usidio vuole un figlio e perciò cerca una moglie come quelle del buon tempo antico ma ormai, scrive: “ le donne che non tentano insidie di baci per fino a loro padre, sono poche“. Sposarsi, di conseguenza secondo Giovenale è un rischio serio scrive ancora: “tu prendi moglie e in virtù di tua moglie ecco diventare padri Echione, Glafito, Ambrogio“. La corruzione infatti,secondo Giovenale ha ormai contagiato anche le donne più uomini: “ormai la lussuria è pari vizio di tutte, sia padrone sia schiave(..) le più povere rispetto alle altre hanno tuttavia un punto a loro vantaggio, si sottomettono al pericolo del parto e sostengono tutte le fatiche naturali della donna che allatta; pochissime invece sono le tue puerpere che si vedono giacere negli aurei letti dei ricchi“. Giovenale, accanto al tema dell’adulterio espone anche altre tematiche ,che erano evidentemente patrimonio del senso comune dell’epoca, come quella dell’abitudine delle donne di abortire per pura leggerezza, vanità, o desiderio di non limitare la loro sfera sfrenata vita sessuale. adulterio nei confronti della moglie e davanti alle forze dell'ordine l'uomo si lascia andare alla sua totale disperazione non negando i tradimenti, ma limitandosi a piangere a strillare che la donna era la "tentazione dell'inferno" e che dovevano mettere lui in galera affinché non la vedesse mai più. Le forze dell'ordine così intimano alla Lupa di lasciare l'abitazione, ma la donna non se ne vuole andare. Ad un certo punto, però, Nanni viene ferito gravemente da un mulo e rischia di morire: il prete, tuttavia, non vuole dare al ragazzo l'estrema unzione se la Lupa è in casa e solo a quel punto Gnà Pina decide di andarsene. Inizia un brevissimo periodo di serenità per Maricchia e Nanni, ma quando le condizioni del giovane sono migliorate, La Lupa torna a casa. Nanni disperato la implora di lasciarlo stare, di non perseguitarlo più, ma è tutto inutile. Nanni alla fine uccide la Lupa e questo gesto brutale ed estremo chiude, con altrettanta rapidità, la novella. FILOSOFIA: Le donne non furono soltanto centro d’ispirazione letteraria e poetica ma furono anche soggetti di studi psicologici, questo è sicuramente in caso di Anna O, oggetto si studi psicoanalitici da parte di Freud e Breuer. A quel tempo (800) l’isteria era vista come una malattia esclusiva delle donne. Si supponeva che a volte fingessero di avere problemi fisici solo al fine di attirare l’attenzione. Breuer, invece, era convinto che non mentissero e anche Freud la pensava allo stesso modo. In altre parole, nessuno dei due pensava che si trattasse di una simulazione. Anna O era una giovane di 21 anni, austriaca e proveniente da una famiglia benestante. Era una ragazza particolarmente intelligente e istruita. Tuttavia, iniziò a presentare molti sintomi bizzarri. Entrava in una sorta di “trance” che lei chiamava “nuvole”. Soffriva di allucinazioni in cui vedeva serpenti e teschi. Rimaneva muta. Rimaneva paralizzata. Non riusciva a bere liquidi. A volte dimenticava la sua lingua madre, il tedesco, e riusciva a parlare solo in inglese o in francese. Breuer cominciò a trattarla quando aveva una tosse persistente che la sfiniva. Presentava anche una paralisi al volto, a un braccio e a una gamba. Il padre soffriva di  adenite tubercolare ed era lei che lo aveva assistito durante la malattia. Ma ella stessa cominciò ad ammalarsi. Breuer la ipnotizzò, ma si rese conto che così facendo riusciva a ottenere solo racconti molto caotici. Mediante l’ipnosi,Breuer poté scoprire che la paziente,avendo scorto da bambina il cane della governante (verso il quale nutriva sentimenti di ostilità) Bere un bicchiere,aveva provato un forte sentimento di repulsione. Pur avendo rimosso quell’episodio, la paziente presentava sintomi idrofobici, che scomparvero quando Breuer,mediante l’ipnosi, portò nuovamente alla coscienza della donna l’episodio dell’infanzia. Studiando questo caso,Breuer e Freud misero a punto il metodo catartico,consistente nel provocare una ‘scarica emotiva’ capace di liberare il paziente dai suoi disturbi. La seconda volta che la ipnotizzò, le chiese se qualcosa la disturbava. Anna O rispose con questa frase: “Ajamáis acht nobody bella mió please lieboehn nuit”. Una frase in cinque lingue. Breuer decise, in modo intuitivo, che avrebbe trattato Anna O senza ipnosi. Da allora Breuer focalizzò il trattamento sull’ascolto come strumento principale. Incoraggiava Anna O perché parlasse e dicesse tutto quello che le veniva in mente. I sintomi migliorarono e apparvero le fondamenta di quello che sarebbe stato il metodo della libera associazione o della associazione libera. Il processo terapeutico con Anna O ebbe molti alti e bassi. Alla fine lei si innamorò di Breuer e sviluppò una forte dipendenza da lui. Anche lui sentiva attrazione nei confronti della ragazza. Visto che era sposato, decise di interrompere il trattamento. Qualche tempo dopo, Freud scoprì in questi fatti il fenomeno del “transfert” e il desiderio sessuale alla base dell’isteria. Anna O venne internata due volte e presentò diverse ricadute. Eppure, ci fu un momento in cui riuscì a tenere sotto controllo tutti i sintomi che la affliggevano. Divenne un’attivista per i diritti delle donne e dei bambini. Fu anche una scrittrice e traduttrice di una certa importanza. La sua vita intraprese un corso che si potrebbe definire “normale”.  Il transfert indica il trasferimento da parte del paziente, di stati d’animo ambivalenti (amore e odio) sulla persona del medico. Vissuti dall’ individuo nei confronti dei genitori o di altre figure importanti nell’infanzia, questi stati d’animo consentono al paziente di portare in superficie esperienze rimosse e di instaurare un rapporto di fiducia con il terapeuta. SCIENZE: Spesso, la visione storica della donna come angelo della casa,ha negato a molte donne di ricevere i dovuti riconoscimenti, il caso emblematico è quello di Rosalind Franklin. Nel 1962 Watson , Crick e Wilkins ricevettero il premio Nobel per la medicina per le scoperte riguardo la struttura molecolare degli acidi nucleici: per aver scoperto la doppia elica del DNA e il suo meccanismo di replicazione. Ma alla lista indovinate un po’? mancava un nome, il nome di una donna senza la quale i tre uomini che ricevettero il premio non sarebbero arrivati al risultato sperato: Franklin. Rosalin Franklin nasce in Inghilterra e fin da ragazza vuole fare scienza, durante la seconda guerra mondiale egli studia la microstruttura di diversi tipi di carbone ,due anni più tardi poi si sposterà a Parigi dove l’ambiente più aperto nei confronti delle donne professioniste così applicherà le tecniche di cristallografia a raggi X allo studio del carbone. Qualche anno più tardi nel 1951 il suo studio si sposterà dal carbone alla struttura del DNA e così Rosalind scoprirà la strumentazione e la tecnica per riuscire ad ottenere immagini sempre più nitide del DNA, nel mente Crick e Watson cominciarono elaborare ipotesi sulla struttura del DNA in base ai dati a disposizione a quei tempi, ma bisognava riuscire immaginare quale potesse essere la soluzione Franklin ottenne una serie di straordinarie fotografie nitide del DNA, fra cui la famosa fotografia 51 ottenuta con un’esposizione lunghissima di circa 100 ore di una singola fibra di DNA posta una distanza di 15 mm dalla fonte di raggi X. La foto 51 mostra una caratteristica distribuzione spaziale che è compatibile soltanto con una struttura a doppia elica; Watson e crick e quindi ebbero a disposizione la prova definitiva della loro intuizione soltanto grazie all’aiuto di Wilkins che lavorava nella stanza accanto quella di Franklin,fu una sorta di “spionaggio of the mother of the 4 young sisters is to marry off the daughters because she knows well that it is very important for their future. STORIA: Una delle prime mobilitazioni femminili risale al 1798 durante quelle che poi furono definite: “giornate rivoluzionarie di ottobre“.Un corteo di donne parigine il 5 ottobre del 1789, si radunò davanti all’hotel de la Ville per reclamare pane e per lamentare la mancanza di cibo. Come prima, piccola vittoria della donna, Luigi XVI di fronte alla folla inferocita e armata promise che Parigi avrebbe ricevuto al più presto rifornimenti di cibo e nella notte fra il 5 e il 6 ottobre acconsentì a firmare i decreti di agosto e la dichiarazione dei diritti dell’uomo. (Le donne in questo caso furono guidate da Le Fayette). Fu durante la rivoluzione industriale che le donne cominciarono a creare delle riunioni patriottiche, iniziando a rivendicare un ruolo di primo piano nella politica del proprio paese e a chiedere che fossero riconosciuti anche loro quei diritti fondamentali dei quali erano da sempre escluse: tra questi anche il diritto di voto; d’altronde i valori che portava avanti la rivoluzione francese erano: uguaglianza, libertà e fratellanza, quindi perché non estendere questi valori anche alle donne?. La drammaturga francese Olimpe de Gouges, pubblicò una serie di opere di grande importanza a favore della dell’emancipazione femminile fra le quali ‘la dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina’ nel 1791 questo testo prendeva significativamente a modello ‘la dichiarazione diritti dell’uomo e del cittadino’ del 1789 e rivendicava con passione e determinazione la parità dei diritti tra uomo e donne. Durante la rivoluzione le donne infatti parteciparono con entusiasmo alle manifestazioni popolari, organizzarono delle proteste, raccolsero petizioni e seguirono attivamente il dibattito nei club politici. Ma in un certo senso furono “tradire” dalla rivoluzione: la sfera politica restò appannaggio degli uomini mentre le donne dovettero accontentarsi di essere mogli e madri di cittadini maschi con diritti civili e politici più completi dei loro. Qualche anno più tardi, durante le rivoluzioni del 48, le donne dimostrarono ancora una volta voglia di partecipare alle rivoluzioni e diprendere parte alla vita politica, esse in Germania e in Francia si dedicarono all’assistenza ai profughi politici, alla vigilanza dei villaggi quando gli uomini erano assenti e ad avviare attività di propaganda. Questo però non comportò ancora il diritto di riconoscimento alle donne di partecipare alla vita politica nel proprio paese esercitando il diritto di voto, infatti in molti Stati occidentali (Francia e Italia comprese) il suffragio sarebbe diventato davvero universale soltanto un secolo più tardi. Fino all’inizio del 900 infatti il diritto di voto divenuto via via un’acquisizione per gli uomini, indipendentemente dal censo, continuava a non comprendere la popolazione femminile. All’inizio del 900 le donne fecero sentire in modo sempre più forte la loro voce, non era la prima volta che ciò veniva, ma si costituirono movimenti femminili guidati da precisi obiettivi. Le richieste avanzate non erano però sempre le stesse poiché variavano a seconda della provenienza sociale: le donne borghesi rivendicavano il diritto di accedere a tutte le professioni anche a quelli tradizionalmente considerate maschili e non accettavano più di non potersi laureare e non potere svolgere mestieri come quello di avvocato, medico, insegnante e giornalista; le operaie invece contestavano il fatto che nelle fabbriche, le donne venissero pagate meno degli uomini e chiedevano che venisse stabilita la parità salariale. Già nella seconda metà dell’ottocento non mancarono tentativi di dar vita ad associazioni di carattere internazionale,il movimento suffragista fu particolarmente attivo in Gran Bretagna grazie all’azione della Woman social and political Union nata nel 1903 e guidata da Emmeline Pankhurst. Le suffragette, come erano chiamate con un certo disprezzo le donne che ne facevano parte, si distinguevano per la combattività e per la loro capacità di far discutere l’opinione pubblica: oltre a tenere i comizi in piazza facevano scioperi della fame e arrivavano incatenarsi lampioni per non essere arrestate dalla polizia durante le manifestazioni. Di fronte allo sviluppo dei movimenti femministi la resistenza fu forte. Nemmeno dai partiti socialisti venne alcun incoraggiamento: si pensava che nella competizione elettorale, l’estensione del suffragio alle donne avrebbe favorito i partitici cattolici. Per questo motivo il suffragio femminile si affermò in breve tempo solo in alcuni paesi particolarmente avanzati sulla via della democrazia come l’Australia dove venne introdotto nel 1903 e la Norvegia che lo propone il 1913.Nella maggioranza dei casi, per l’estensione del diritto di voto alle donne fu necessario aspettare ancora un po’. Dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1918, ci furono cambiamenti positivi riguardo il ruolo sociale femminile, l’emancipazione femminile infatti subì una accelerazione notevole. Durante il conflitto le donne avevano svolto una serie di funzioni indispensabili affinché l’economia e la società civile non si fermassero, ricoprendo ruoli considerati fino a quel momento di appannaggio esclusivo degli uomini. Nacquero le prime figure di medici di sesso femminile e alcune donne furono utilizzate addirittura in attività ad alto rischio come lo spionaggio. L’impiego femminile durante la guerra ebbe fondamentali ripercussioni in primo luogo consentì alle donne di uscire dalle mura domestiche e operare all’interno di una cerchia sociale più vasta in secondo luogo l’idea di inferiorità, incapacità naturale della donna subì un duro colpo e non poté mai più essere affermata con tanta sicurezza come veniva fatto prima della guerra. L’immagine tradizionale femminile insomma entra in crisi: in molti paesi un delle prime riforme nel dopoguerra fu appunto la concessione del voto alle donne. Successivamente durante gli anni della rivoluzione russa la condizione femminile sperimentò cambiamenti epocali. Qui le donne giocarono un ruolo fondamentale nella caduta del regime zarista: il colpo decisivo venne assestato proprio dalla manifestazione dell’8 marzo 1917, che ebbe per protagoniste le operaie, le mogli e le madri dei soldati, incestata per chiedere pane e pace. La partecipazione le donne russe divenne poco dopo anche politica: il governo provvisorio riconobbe il suffragio universale femminile e in un solo colpo,anticipando Gran Bretagna e Stati Uniti, le donne divennero elettorato passivo cioè elettrici e attivo cioè eleggibili. Le russe stavano ritagliandosi uno spazio senza precedenti anche nell’ambito della guerra ancora in corso, alcune donne si erano addirittura unite all’esercito russo e in primavera aveva preso come corpo il progetto di creare un battaglione interamente femminile. Dopo la Russia il diritto di voto alle donne entrò nella legislazione internazionale nel 1948, quando in seguito alla seconda guerra mondiale le potenze vincitrici diedero vita a un nuovo organismo internazionale, oggi ancora esistente, l’ONU (organizzazione delle Nazioni Unite), la quale approvò la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: si tratta del primo documento della storia in cui vengono proclamati diritti validi universalmente cioè sempre e in ogni luogo. Nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è presente anche l’articolo 21 secondo il quale ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, e soprattutto la volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni elette a suffragio universale. (Il suffragio universale è quindi l’estensione del diritto di voto a tutti cittadini e a tutte le cittadine maggiorenni, senza distinzione di ceto, censo, grado di istruzione genere o etnia). Il diritto di voto alle donne quindi venne concesso proprio nel 1948 ma la lotta della donna non si fermava in quel momento. In effetti non dimentichiamoci di quella che veniva definita come la seconda ondata  femminista: a partire dagli anni 1960, il nuovo movimento femminista si batte per sovvertire il  modello patriarcale di famiglia in cui le donne erano relegate a un ruolo subalterno rispetto agli uomini. Nelle società occidentali l’emancipazione femminile infatti si era realizzata solo parzialmente perché nonostante il principio di uguaglianza fosse sancito nelle carte costituzionali le donne continuavano ad essere escluse dalle strutture di potere e ad avere retribuzioni più bassi in ambito lavorativo. Nel corso degli anni 70 il movimento femminista divenne più ampio, ma aumentarono le divisioni al suo interno inoltre il dibattito si estese alle donne che appartenevano a minoranze o settori della società già oggetto di discriminazione o non emancipati, come ad esempio gli afroamericani e che vivevano dunque una doppia  condizione di subalternità.  I diritti ai quali la donna è giunta oggi, non sono stati raggiunti con facilità, perciò adesso tocca a noi continuare a difenderli e a portare alta la nostra dignità.
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