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tesina sulla seconda guerra mondiale, Tesine di Maturità di Storia

tesina sulla seconda guerra mondiale

Tipologia: Tesine di Maturità

2013/2014

Caricato il 11/05/2014

willwilliams
willwilliams 🇮🇹

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Scarica tesina sulla seconda guerra mondiale e più Tesine di Maturità in PDF di Storia solo su Docsity! Marco Scaccabarozzi 5°C Anno Scolastico 2011/2012 ISTITUTO “GRAZIELLA FUMAGALLI” –Casatenovo- Tel: 039/9205385 TESINA: “IL CROLLO DELLA BORSA DI WALL STREET 1929” ps London Sf Derald vincte WALL STREET CRASH! Black Thursday in America Secch Piz» = Capitolo Primo INGLESE In questa sezione analizzeremo l’argomento “Borsa Valori” trattandolo interamente in lingua inglese. Enunceremo, quindi, il significato di “share”, “stockholders”, “debentures” e di “bond”, introdurremo la figura del “broker-dealer”, ed infine individueremo le due più grandi Borse del mondo, ovvero quella Statunitense e quella Londinese. The Stock Exchange The Stock Exchange is the centre (marketplace) where shares and bonds are bought and sold, and a place where companies can raise capital for investment and people can invest their savings either to get an income or to make capital gains (by selling shares). There are Stock Exchanges in all important financial centres of the world. The New York Stock Exchange operation since 1792 and is the largest in the world. Tokyo, London and Frankfurt also have major facilities. STOCKBROKERS: are experts who can buy and sell securities directly for themselves or for others, charging commissions for their services. A share or shock (in U.S.A.) represents a part of the company’s capital, while a bond is a document issued by a government or company when borrowing money from the public. An investor cannot buy and sell share by himself, he needs the assistance and advise of an intermediary, a broker-dealer who buys and sells shares on behalf of members of the public. Brokers earn a commission for arranging the purchase and sale of shares. There are Stock Exchange in many major cities including New York, Tokyo, Hong Kong, Frankfurt, Paris, London, Milan as well as in other important centres. The London Stock Exchange was formed in 1801 and became the accepted place to buy and sell shares. The structure of the stock exchange changed on a day know as the “Big Bang”, in 1986, the main changes were: ♦ Fixed commissions were abolished; ♦ Free competition; ♦ The introduction of the Stock Exchanged Automated Quotation -SEAQ-. Computer and telecommunications technology has also given trading on an international level. Capitolo Secondo STORIA Ho chiaramente affermato, nei contenuti appena espressi in Inglese, che la Borsa di New York è la più grande, la più importante, e la più antica del mondo. Nel corso della storia, la Borsa di New York è sempre stata un punto di riferimento per tutte le altre Borse, siano esse di qualsiasi città, tanto che ancora oggi, quando bisogna esprimere un giudizio sull’andamento di un determinato titolo, o studiare un particolare effetto economico, ci si rapporta ad essa. C’è da dire però, che intorno agli anni ’30 è stata travolta da un periodo di enorme crisi economica, che proprio in quegli anni divampava negli Stati Uniti, denominato “Grande Depressione”. Voglio adesso far riaffiorare gli avvenimenti principali di questa crisi, tracciando un breve excursus storico in proposito. Wall street, la Borsa di New York registrava una costante e impressionante ascesa del valore dei titoli quotati, i listini non avevano più nulla a che fare con i profitti reali (guadagni) e la solidità finanziaria delle aziende di riferimento. A questo proposito è interessante che l’indice di Borsa (DOW JONES) era cresciuto tra il 1926 e il 1928 di quasi 5 volte. L’ascesa dell’indice di Borsa diffuse un clima di euforia e di ottimismo. La quotazione in Borsa di tante aziende crebbe in modo stratosferico, trascinando nel rischio dell’investimento azionario non solo i grandi gruppi industriali, ma anche i piccoli risparmiatori, facilitati da un sistema bancario fortemente frammentato, scarsamente controllato dalle autorità federali e disposto a offrire i loro crediti. A partire dal 24 ottobre 1924 il famoso “giovedì nero” la Borsa di Wall Street cominciò a segnare un andamento contrario e l’indice Dow Jones iniziò a scendere in modo inarrestabile. La crisi finanziaria sommata alla crisi agraria e industriale che già da alcuni anni aveva indebolito il sistema economico sprofondò la nazione in uno stato di grave prostrazione, determinando una caduta dei prezzi e della produzione industriale, un aumento della disoccupazione e fallimenti a catena di banche e industrie. La progressiva interdipendenza dei mercati finanziari mondiali, accresciuta nel dopoguerra dalla funzione decisiva che i prestiti americani avevano avuto nella ripresa economica della Germania (e Francia, era il principale creditore dei tedescho), fece si che la crisi di Wall Street si propagasse (aumentasse) fortemente in Europa provocando il fallimento di molte grandi banche. La crisi contraendo pesantemente il commercio internazionale, scaricava il peso maggiore sui paesi dell’Africa, Asia e America Latina, principali produttori di materie prime. ROOSEVELT E IL NEW DEAL Secondo la dottrina economica liberista, la sola ricetta per affrontare la crisi consisteva nel riordine dei bilanci pubblici con il taglio delle spese superflue e nella lotta all’inflazione attraverso la limitazione dei consumi. Nonostante la durezza della crisi, impose scelte drastiche e radicali: gli Stati Uniti d’America (USA) fossero il paese più saldo era la fiducia nel mercato e più incrollabile la convinzione ce la crisi, pur dura e difficile, sarebbe passata, il governo americano elaborò la più complessa ed efficace risposta a questa delicatissima crisi economica, incentrata sul ruolo insostituibile dello Stato. L’interprete di questa nuova strategia fu il presidente democratico FRANKLIN DELANO ROOSEVELT salito al potere nel 1932. Roosevelt propose agli americani un “nuovo corso” (New Deal), vero e proprio programma civile e ideale di ampio respiro che non solo rilanciasse l’economia ma restituisce al paese la fiducia nel proprio futuro. Roosevelt concordava con l’economista inglese John Maynard Keynes che non potendo uscire dalla crisi e affidandosi ciecamente al mercato abbandonato a se stesso, il 1929 era proprio la crisi attuale. Il presidente si mosse in 2 direzioni: Dal punto di vista economico promosse un massiccio intervento statale, sia negli investimenti pubblici sia nella regolazione del mercato e del sistema bancario. Roosevelt interviene largamente anche nel campo della legislazione sociale, assicurando ai lavoratori americani pensioni e indennità di disoccupazione e di malattia; Dal punto di vista politico, il presidente lavorò costantemente per costruire attorno a sé un largo consenso di massa. Cessò di guardare ai sindacati come a un pericolo rivoluzionario (era avvenuto anche negli anni Venti) e ne ricercò la collaborazione. Però nella capacità di dialogare direttamente con il popolo americano Roosevelt mostrò tutta la propria abilità, sfruttando ogni opportunità offerta dai mezzi di comunicazione di massa: i famosi “discorsi al caminetto”, trasmessi alla radio e ascoltati da milioni di cittadini, contribuirono a formare un clima di condordia e di fiducia nazionale. Roosevelt apparve come un grande padre premuroso, la cui tempra morale era provata dalla sua reazione a una sorte che gli era stata avversa. Non stupisce che nonostante il bilancio solo parzialmente positivo del New Deal gli sia stato riconfermato alla presidenza per 3 mandati consecutivi, dal 1932 al 1944 e, quando morì nel 1945, poco dopo aver assunto la carica presidenziale per la quarta volta, l’intera popolazione americana, indipendentemente dalla fede politica, si strinse in un comune e commosso orgoglio con tanto affetto nei suoi confronti per quello che aveva fatto e dato alla gente del suo paese. Gli anni tra 1930 e il 1940 sono dedicati ad una sorta di << ricostruzione >>; l’uomo assunto a simbolo di questo decennio e che si preoccuperà di risollevare il paese dalla crisi, è F. D. Roosevelt, eletto presidente degli Stati Uniti nel 1932, che vara proprio in quegli anni, il grandioso programma politico ed economico noto come New Deal. La politica e sociale di Roosevelt, se per un verso si propone di rilanciare i consumi e gli investimenti, dall’altro cerca di mettere fine a quelle situazioni di privilegio e di disordine che, per lo meno in parte, sono state l’origine della crisi. L’obiettivo primo che il programma del New Deal si pone è quello di stimolare il rialzo dei prezzi, ridare fiducia agli investimenti, mettere in grado i consumatori di avere un certo potere di acquisto e a disposizione una crescente massa monetaria. Questi i provvedimenti più significativi: • Si proibiscono il tesoreggiamento e l’esportazione dell’oro; • Svalutazione del dollaro, per incoraggiare le esportazioni e, quindi, far crescere la produzione interna; • Si opera un rialzo generalizzato dei salari e si finanziano importanti lavori pubblici. Il programma e l’azione di Roosevelt raggiungono successi non trascurabili, nel senso che, nel 1939 gli Stati Uniti sono quasi ritornati a buoni livelli produttivi; ma le conseguenze della grande crisi non sono definitivamente superate; la disoccupazione nel 1937 rimane ancora una vera piaga. LA LEGGE BANCARIA DEL 1936 L’attività bancaria ha origini molto antiche ma solo alla fine del secolo scorso essa ha assunto determinate caratteristiche. Nel 1936 nasce il sistema bancario caratterizzato da una legge che ne disciplina forme e contenuto con una specifica funzione nel comparto del controllo assunto dalla B.I. (organo tecnico, banca delle banche). L’attività bancaria coinvolge molteplici settori dell’economia (settore pubblico, settore privato) ai quali mette a disposizione cospicue risorse finanziarie e dai quali trae i mezzi finanziari necessari (depositi). LA LEGGE BANCARIA DEL ’26 E DEL ’36, RIFORMA AMATO E NASCITA DI GRUPPI PLURIFUNZIONALI Il sistema creditizio di uno Stato è costituito dall’insieme delle aziende di credito che vi operano, sia che esercitino il credito a breve termine, sia che lo esercitino a medio lungo termine. Il moderno sistema creditizio italiano è il risultato di una lunga evoluzione storica che viene distinta in varie fasi. Inizialmente il prevalere di teorie economiche di tipo liberistico consentiva uno svolgimento senza vincoli dell’attività creditizia che non era regolata da norme specifiche. Questa situazione si è protratta a lungo sin dopo la conclusione della prima guerra mondiale, quando diversi fallimenti di banche causarono pesanti danni. La serie di questi fallimenti ebbe il suo apice nel 1921 con il dissesto della Banca Italiana di Sconto, causato dallo squilibrio tra raccolta di risparmio rimborsabili a vista e concessione di finanziamenti a lungo termine, ossia dal prevalere di una forma mista di attività bancaria. Successivamente si risolse la questione con diversi progetti di legge che sfociarono nel 1926 in alcuni decreti che furono in seguito convertiti in legge. Essi stabilivano in particolare: il funzionamento, a partire dal 1 luglio 1926, di un unico istituto di emissione, cioè la Banca d’Italia, che diventava la Banca centrale del sistema. l’attribuzione alla Banca d’Italia della vigilanza sull’attività delle banche, con imposizione a queste di iscriversi ad un apposito albo, di disporre dell’autorizzazione prima di iniziare l’attività o di aprire nuovi sportelli, di presentare situazioni contabili e il bilancio annuale. La grande crisi economica mondiale, iniziata nel 1929 si diffuse in Europa trascinando le banche che avevano concesso i finanziamenti alle imprese. Lo Stato fu costretto ad intervenire nell’economia istituendo enti finanziari pubblici destinati a fornire alle imprese i capitali a medio e a lungo termine e a rilevare i pacchetti azionari di aziende che erano posseduti da alcune banche. Nacquero così l’IMI, che ebbe lo scopo di concedere mutui e di assumere partecipazioni azionarie e l’IRI, che attraverso il denaro pubblico acquistava parte del pacchetto azionario di grandi banche e di potenti industrie. Nel 1936 venne realizzata una riforma bancaria, questa, non ha posto solo vincoli e divieti ma ha introdotto anche gli indirizzi di fondo per guidare e coordinare il sistema bancario. La legislazione del 1936 istituisce un sistema coordinato per indirizzare l’intermediazione creditizia verso le forme di investimento più opportune nel quadro degli interessi del paese. Quando si parla di legge bancaria ci si riferisce quindi alla riforma del 1936 e a tutte le disposizioni integrative che si sono succedute in oltre mezzo secolo. Le norme del 1936 hanno organizzato il sistema creditizio italiano in base ai seguenti principi fondamentali: la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito sotto qualsiasi forma sono funzioni di interesse pubblico. l’alta vigilanza e la direzione politica dell’attività creditizia sono attribuite al Comitato interministeriale per il credito e il risparmio. Il controllo sulle banche è esercitato dalla Banca d’Italia. le funzioni di istituto di emissione sono riservate alla Banca d’Italia. l’esercizio del credito ordinario a breve termine, riservato alle banche commerciali, è separato da quello a medio e lungo termine, che è affidato agli istituti di credito speciale. sono qualificate istituti di credito di diritto pubblico sei grandi banche con personalità giuridica pubblica i cui amministratori sono di nomina governativa. La costituzione delle banche richiede l’autorizzazione della Banca d’Italia, che tiene l’albo delle aziende di credito e definisce il capitale necessario. Il sistema creditizio disegnato dalla Legge bancaria è dunque strutturato in forma gerarchica, svolge funzioni di pubblico interesse ed è caratterizzato dalla distinzione, dalla collaborazione e dall’integrazione tra aziende di credito ordinario (banche commerciali) e istituti di credito speciale operanti a medio lungo termine. Nel corso degli anni gli interventi legislativi si sono ispirati essenzialmente ad alcune importanti direttive CEE. Nella prima è importante ricordare la Legge Amato del 1990 che ha consentito la trasformazione delle banche pubbliche in Società per azioni e la realizzazione di gruppi bancari polifunzionali, ovvero di un sistema di società specializzate in determinati servizi creditizi e finanziari, con capogruppo una banca o una holding finanziaria. Ma le più importanti modifiche al nostro ordinamento creditizio si sono avute con la Seconda Direttiva CEE che ha comportato una modificazione del sistema bancario con il ritorno al sistema despecializzato, cioè della banca mista. Tale direttiva è contenuta nel Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia che rappresenta oggi la nuova legge bancaria. In virtù della despecializzazione ogni banca può concedere credito a qualsiasi scadenza (a breve, a medio lungo termine) e operare in tutti i settori dell’attività creditizia (commerciale, industriale). Le banche possono adottare il modello organizzativo del gruppo plurifunzionale o della banca universale. La banca universale raccoglie fondi e concede finanziamenti in tutte le forme tecniche e a qualsiasi scadenza, opera in tutti i settori del mercato dei capitali e gestisce un’ampia gamma di servizi di intermediazione e di consulenza.
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