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TESTI E LIBRO DI LETTERATURA SPAGNOLA 1, Appunti di Letteratura Spagnola

Analisi dei testi per l'esame orale di letteratura spagnola 1 del professore Stefano Neri. Analisi e commento del libro "La mala costumbre" di Alan S. Portero.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 06/06/2024

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sofia.morandini03 🇮🇹

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Scarica TESTI E LIBRO DI LETTERATURA SPAGNOLA 1 e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! 1 COME SI ANALIZZA UN TESTO? Lo statuto enunciativo imposta le coordinate del testo: Assenza/presenta di: o io poetico; o destinatario; o dialoghi; o invocazioni; o domande; o descrizioni; o nucleo narrativo. Ci possono dare indicazioni utili a capire, ad esempio, se un testo ha carattere: ❖ Meditativo e intimo; ❖ Narrativo; ❖ Confessione di un’amante; ❖ Grido di protesta; ❖ Ninna nanna; ❖ … Il tema centrale solitamente è uno solo e si sviluppa lungo una “linea melodica” su cui si innestano delle “variazioni” e delle “armonie” su vari piani che riconducono sempre a tema centrale. Guardare la struttura sintattica può essere utile per stabilire delle “sezioni”: individuare dove ci sono dei punti o dei punti e virgole che chiudono un enunciato e ne cominciano un altro. ANALIZZARE E COMMENTARE I TESTI POETICI 1) Lettura e comprensione del significato letterale del testo. 2) Individuare lo statuto enunciativo→ considerare un testo come un atto comunicativo, vedere se c’è un nucleo narrativo, un destinatario, la presenza o l’assenza di un io poetico, di un destinatario, di dialoghi, di invocazioni, di domande e di descrizioni. 3) Individuare il tema centrale (e le sue diramazioni). 4) Individuare le strategie espressive→ scelte lessicali, campi semantici, aggettivazione, schemi di ripetizione, struttura sintattica, suono e ritmo. 5) Contestualizzazione→ mettere in contesto: letterale, storico e socioculturale. INTERPRETARLI Per la comprensione del testo bisogna utilizzare i dizionari: per l’italiano c’è il vocabolario Treccani, per lo spagnolo quello della RAE entrambi disponibili on line ad accesso aperto. Per gli studenti UNIVR il sistema bibliotecario mette a disposizione gratuitamente il pacchetto dei dizionari Zanichelli che si può usare anche da casa dopo aver scaricato uno dei programmi VPN adottati dall’Univr. 2 Le strategie espressive servono ad affrontare l’espressione del tema principale. Il codice poetico per trasmettere il proprio messaggio non usa solamente il messaggio delle parole ma anche significati ulteriori (oltre al piano semantico). SCALETTA: 1. Lessico e individuare i sostantivi che appartengono a determinanti campi semantici, considerare la posizione che occupano e vedere se si dispongono secondo uno schema che può servire a rafforzare un determinato concetto. 2. Aggettivazione: vedere se è abbondate, scarna o assente, vedere se è ricercata o comune e vedere se ci sono schemi di ripetizione o contrasto. La scelta di una parola rispetto ad un’altra non è casuale, vuole sempre dirci qualcosa. 3. Struttura sintattica: può essere utile stabilire se la chiusura degli enunciati coincide con le pause stabilite dalle strofe o dai versi o dalle censure. Se è così vuol dire che il poeta voleva dare un’impressione di ordine, regolarità, simmetria e controllo → modo di esprimere bellezza. Al contrario, una sintassi che spezza il ritmo dei versi, rime, censure e strofe può voler trasmettere un senso di “sfasamento”, irregolarità o anche di noia. In un testo poetico l’armonia o la sua rottura, ottenute con qualsiasi mezzo, possono essere facilmente percepite da chi legge e portano sempre con sé dei significati che si ricollegano al tema centrale. 4. Suono: provare a percepire il ritmo che produce il testo. Superficialmente basta guardare se esiste uno schema di rime e se queste sono assonanti o consonanti. La regolarità trasmette un messaggio mentre l’irregolarità un altro. La misura del verso può essere percepita anche a prima vista: - Lungo; - Corto. Struttura strofica: - Regolare; - Irregolare. Per andare più nel dettaglio e scoprire i meccanismi del ritmo bisognerebbe contare il numero di sillabe e vedere dove cadono gli accenti principali→ scoprire la metrica della poesia. Il suono e il ritmo del testo possono prescindere o sovrapporsi allo schema di rime e svilupparsi attraverso altri meccanismi come: allitterazioni, paronomasie (figure foniche), anafore, …. 5. Contestualizzazione: mettere in relazione il testo con il contesto socioculturale e letterario in cui viene pubblicato. Fondamentale concentrarsi sulla date di pubblicazione e capire in quale periodo si colloca. 5 SONATINA La princesa está triste... ¿Qué tendrá la princesa? Los suspiros se escapan de su boca de fresa, que ha perdido la risa, que ha perdido el color. La princesa está pálida en su silla de oro, está mudo el teclado de su clave sonoro, y en un vaso, olvidada, se desmaya una flor. El jardín puebla el triunfo de los pavos reales. Parlanchina, la dueña dice cosas banales, y vestido de rojo piruetea el bufón. La princesa no ríe, la princesa no siente; la princesa persigue por el cielo de Oriente la libélula vaga de una vaga ilusión. ¿Piensa, acaso, en el príncipe de Golconda o de China, o en el que ha detenido su carroza argentina para ver de sus ojos la dulzura de luz? ¿O en el rey de las islas de las rosas fragantes, o en el que es soberano de los claros diamantes, o en el dueño orgulloso de las perlas de Ormuz? ¡Ay!, la pobre princesa de la boca de rosa quiere ser golondrina, quiere ser mariposa, tener alas ligeras, bajo el cielo volar; ir al sol por la escala luminosa de un rayo, saludar a los lirios con los versos de mayo o perderse en el viento sobre el trueno del mar. Ya no quiere el palacio, ni la rueca de plata, ni el halcón encantado, ni el bufón escarlata, ni los cisnes unánimes en el lago de azur. Y están tristes las flores por la flor de la corte, los jazmines de Oriente, los nelumbos del Norte, de Occidente las dalias y las rosas del Sur. ¡Pobrecita princesa de los ojos azules! Está presa en sus oros, está presa en sus tules, en la jaula de mármol del palacio real; el palacio soberbio que vigilan los guardas, que custodian cien negros con sus cien alabardas, La principessa è triste… che avrà la principessa? I sospiri scappano dalla sua bocca di fragola Che ha perso il sorriso, che ha perso il colore. La principessa è pallida sul suo trono d’oro, È muta la tastiera del suo sonoro clavicembalo E in un vaso, dimenticato, appassisce un fiore. Il giardino popola il trionfo dei pavoni reali. Chiacchierona, la dama dice cose banali e vestito di rosso, piroetta il pagliaccio. La principessa non ride, la principessa non sente; La principessa prosegue per il cielo d’oriente, La libellula vaga di una vaga illusione. Pensa, forse, al principe di Golconda o di Cina, o in quello che fermò la sua carrozza argentina per vedere la dolcezza dei suoi occhi di luce? O nel re delle isole di rose profumate, o quello che è sovrano di chiari diamanti o nell’orgoglioso proprietario delle perle di Hormuz? Oh! la povera principessa dalla bocca rosa, Vuole essere colomba, vuole essere farfalla, avere ali leggere, sotto il cielo volare, andare al sole attraverso la scala luminosa di un raggio, salutare i fiordalisi con i versi di maggio o perdersi nel tempo sopra il trono del mare. Non vuole il Palazzo o la roca di argento, o il Falcon incantato o giullare scarlatto, Né anche i cigni unanime nel lago d’azzurro. E piangono i fiori per il fiore della corte le Jasmine da est, i nelumbi dal nord, dell'ovest le dalie e Rose dal sud. Poverina principessa dagli occhi azzurri! È incatenata nei suoi ori, è incatenata nella sua seta, nella gabbia di marmo del palazzo reale; il palazzo superbo che le guardie vigilano che custodiscono cento neri con le loro cento alabarde 6 un lebrel que no duerme y un dragón colosal. ¡Oh, quién fuera hipsipila que dejó la crisálida! (La princesa está triste. La princesa está pálida.) ¡Oh visión adorada de oro, rosa y marfil! ¡Quién volara a la tierra donde un príncipe existe, (La princesa está pálida. La princesa está triste.) más brillante que el alba, más hermoso que abril! -«Calla, calla, princesa -dice el hada madrina-; en caballo, con alas, hacia acá se encamina, en el cinto la espada y en la mano el azor, el feliz caballero que te adora sin verte, y que llega de lejos, vencedor de la Muerte, a encenderte los labios con un beso de amor». una lepre che non dorme e una dragone colossale. Oh, che era Ipsipile (farfalla) che lascia la crisalide! (La principessa è triste. La principessa è pallida). Oh, amata visione d'oro, rosa e avorio! Che volò verso la terra dove un principe, (La principessa è pallida. La principessa è triste). più luminoso di alba, più bello di aprile! - “Zitta, zitta, principessa” dice la fata madrina, il cavallo alato fino a qui si incammina, nella fodera la spada e nella mano il caso, il cavaliere felice che ti ama senza vederti, e che arriva lontano, vincitore della morte, ad accenderti le labbra con il suo viso d’amore ANALISI Testo scritto in versi alessandrini, 14 sillabe. Quasi tutti i versi hanno una pausa in mezzo ed il ritmo è molto marcato. Tutte le frasi sono da 6 versi, sono rime consonanti che si ripetono in tutti i versi; con la peculiarità che nel v.3 e nel v.6 c’è una rima acuta. Modalità enunciativa→ guardare il testo poetico come un messaggio. Non sappiamo niente di questa voce e vieni quindi considerato narratore esterno. È presente una narratività molto esile, dato che è una poesia narrativa. Scelte lessicali esotiche e insolite. Il testo non racconta nulla in sé, ma ci descrive uno stato d’animo della principessa, che nelle strofe successive si sviluppa in un tema triste/malinconico di quest’ultima. Ciò rimanda ad un’ambientazione fiabesca, qualcosa di lontano e non attuale. SIGNIFICATO DEL TESTO: Voglia di fuga dalla realtà quotidiana. Il testo dovrebbe essere ascoltato, in quanto è musicale, e apprezzato per la sua bellezza formale e non per il tema di fondo. La figura della principessa può essere chiunque, è la metafora dell’anima dell’uomo moderno, irrequieto e insoddisfatto di quello che ha; un uomo prigioniero di un mondo che non apprezza più e dal quale vuole fuggire → volontà di cambiamento METRICA: utilizzo del verso Alessandrino, di 14 sillabe con una cesura interna per cui il verso è suddiviso in due: 7 + 7. Combinazione strofica di 6 versi chiamata “Sestine Acute” (sextedo agudos), nelle quali il 3° e il 6° verso hanno sempre nel finale una parola acuta. La scelta di questo schema è importante per mettere in evidenza il ritmo, la musicalità sempre uguale. Schema ritmico: A A E B B E in tutte le strofe. Il narratore rimane esterno al testo e parla in 3° persona. 7 ANALISI STROFE: Prima strofa: Vengono descritte le emozioni della principessa, con un riferimento ai colori, ai profumi. L’idea centrale è la tristezza, la mancanza di qualcosa, che si capisce da termini come “triste”, “sospiro”, “perso il sorriso”. La ripetizione dei suoni serve per enfatizzare la tristezza della principessa. Nella prima strofa vi è un chiasmo, con schema ABBA: agli estremi c’è lo stesso termine e all’interno il verbo; utilizza la forma interrogativa per sviluppare successivamente l’argomento. Vi è un parallelismo nella terza strofa, con anafora (ripetizione “perdido”) e struttura simile; Ripetizione del suono S: “princesa”, “triste”, “suspiros” → alliterazione: chiama l’attenzione. Seconda strofa: In contrasto con la tristezza della prima strofa, abbiamo un giardino popolato da pavoni reali, e la dama di compagnia della principessa (dueña) parla di cose allegre. Sono tutti elementi che delineano l’ambiente, ovvero un’ambientazione lontana nel passato storico, probabilmente una corte reale, che rimane indefinita volontariamente. Nella prima e nella seconda strofa vi è un contrasto tra tristezza e allegria dell’ambiente. - Nel 10° verso vi è un parallelismo; si fa riferimento al cielo d’Oriente come luogo esotico, un’allusione alla libertà che la principessa vorrebbe. - Nel 12° verso vi è un chiasmo (2 sostantivi + 2 aggettivi). Terza strofa: Vi è la disposizione ad Iperbato, ovvero lo scambio d’ordine di parole in una frase: v.15: “de sus ojos” andrebbe prima, ma viene messo dopo per evidenziarlo come specchio dell’anima. Vi sono una serie di ipotesi su una serie di persone a cui la principessa potrebbe pensare; riferimento ad elementi esotici (Cina) e idea del lusso, bellezza formale. Quarta strofa: La principessa “povera”, intesa come infelice, vuole essere farfalla, che in questo caso sta a significare il bisogno di libertà. Per sottolineare ciò vi è l’utilizzo dell’anafora e del parallelismo (v.20); elementi fondamentali sono: desiderio di fuga, ambienti che la principessa immagina. Quinta strofa: Rifiuto dell’ambiente lussuoso; immagini stereotipate. cVi sono concetti sottolineati da aspetti retorici: anafora (ripetizione per sottolineare la negazione vv. 25 – 26) – parallelismo (ripetizione ni – ni) creano ritmo cantilenante che ci riporta alle favole e alle filastrocche. Lo stato d’animo si riflette sulla corte, la influenza. Vi è un accumulo di termini ricercati, che è una caratteristica propria del modernismo. Sesta strofa: Descrizione della principessa con occhi azzurri; Viene sottolineato di nuovo il suo essere prigioniera della ricchezza, e ciò le provoca tristezza. Riferimento alla “gabbia di marmo” contrasto tra tristezza (gabbia) e lusso (marmo). Il drago è un’immagine fiabesca. Settima strofa: Sottolinea il desiderio di essere libera. Termine “hipsipilla”: nome farfalla esotica; si tratta di un termine colto. Ripetizione, nel v. 38, della strofa del primo verso. Viene data un’idea della ricchezza e della bellezza formale tramite l’utilizzo di termini colti, facendo sempre attenzione all’aspetto fonico. Ottava strofa: Appare la fata madrina con il cavallo alato; Gioco fonico: ripetizioni suoni “al”( alas – caballiero – calla ) e dei suoni “ca” (calla – caballero). 10 implacable y helada, en la noche sombría, haciendo resonar entre los árboles sin hojas la música loca de las galopas y cuadrillas; y se quedó muerto, tiririrín... pensando en que nacería el sol del día venidero, y con él el ideal, tiririrín..., y en el que el arte no vestiría pantalones sino manto de llamas, o de oro... Hasta que al día siguiente, lo hallaron el rey y sus cortesanos al pobre diablo de poeta, como gorrión que mata el hielo, con una sonrisa amarga en los labios, y todavía con la mano en el manubrio. ¡Oh, mi amigo! el cielo está opaco, el aire frío, el día triste. Flotan brumosas y grises melancolías... ¡Pero cuánto calienta el alma una frase, un apretón de manos a tiempo! ¡Hasta la vista! ANALISI CONTESTO STORICO E LETTERARIO Il Re Borghese, pubblicato nel 1895, è una delle opere più importanti del poeta nicaraguense Rubén Darío. Questa poesia, appartenente al suo libro “Azul.”, è inquadrata in un contesto storico e letterario molto particolare. In ambito storico è importante sottolineare che il 18 secolo fu un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni in America Latina. In questo contesto, il continente si trovava in un processo di indipendenza e di consolidamento delle sue nazioni. Inoltre, c’era una forte influenza delle idee liberali e positiviste provenienti dall’Europa. Per quanto riguarda il contesto letterario, Il re borghese fa parte del modernismo, un movimento letterario emerso tra la fine del 18 secolo e l'inizio del 20 secolo. Questo movimento era caratterizzato dalla ricerca di rinnovamento estetico e dal rifiuto delle forme letterarie tradizionali. I modernisti, tra cui Rubén Darío, cercarono di rompere con le norme stabilite ed esplorare nuove forme di espressione. In questo senso, Il re borghese si presenta come una critica alla società borghese dell'epoca. Darío utilizza la figura del re come metafora della classe dirigente, rappresentata dalla borghesia. Attraverso una serie di immagini e simboli, il poeta denuncia la superficialità, la vanità e la mancanza di valori di questa classe sociale. La poesia è strutturata in quattro parti, ciascuna con un tono e un tema diverso. Nella prima parte Dario descrive il re borghese come un essere opulento e potente, circondato da lussi e ricchezze. Tuttavia, man mano che la poesia procede, il tono diventa più critico e sarcastico, rivelando la vacuità e la falsità di questo personaggio. In conclusione, Il re borghese è un capolavoro della letteratura modernista che ci permette di addentrarci nel contesto storico e letterario della fine del 18 secolo. Attraverso la sua poesia, Rubén Darío ci invita a riflettere sui valori e sulle contraddizioni della società del suo tempo, lasciando un segno indelebile nella letteratura latinoamericana. RIASSUNTO In questo romanzo, Darío ci immerge in un mondo pieno di contrasti e contraddizioni, dove vengono esplorati temi come il potere, l'ambizione e la decadenza della società borghese. La trama del Re borghese ruota attorno alla figura di un monarca che, nonostante le sue umili origini, riesce a salire al trono grazie alla sua astuzia e capacità di manipolare gli altri. Tuttavia, man mano che la storia procede, il protagonista si ritrova intrappolato in un labirinto di intrighi e tradimenti che lo porteranno alla distruzione. 11 In tutta l'opera, Darío utilizza una prosa squisita e poetica, piena di metafore e descrizioni dettagliate, per trasportarci in un mondo decadente e opulento. L'autore ci mostra la frivolezza e la superficialità della società borghese, nonché la corruzione e la mancanza di valori che la caratterizzano. Uno dei punti salienti del Re borghese è la caratterizzazione dei personaggi. Darío ci presenta un'ampia galleria di individui, ognuno con le proprie motivazioni e ambizioni. Dal re, la cui brama di potere lo consuma fino alla follia, ai cortigiani che lo circondano, disposti a tradire e manipolare per guadagno personale. Insomma, Il Re Borghese è un'opera che invita a riflettere sulla natura umana e sui pericoli dello strapotere. Attraverso la sua prosa magistrale e la sua profonda analisi della società borghese, Rubén Darío ci mostra i segreti dietro questo capolavoro, trasformandolo in un classico della letteratura universale. I PERSONAGGI PRINCIPALI Nel capolavoro di Rubén Darío, "Il Re Borghese" (1895), troviamo una serie di personaggi principali che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo della trama e nella trasmissione dei messaggi e dei temi che l'autore cerca di trasmettere. Uno dei personaggi più importanti è lo stesso re borghese, che incarna la figura del potere e dell'opulenza. Darío ci presenta questo personaggio come un uomo ricco e potente, ma anche come una persona vuota e superficiale. Attraverso il suo ritratto l'autore critica la mancanza di valori e la corruzione che può derivare dall'eccessivo desiderio di denaro e di potere. Il re borghese diventa così il simbolo della decadenza di una società che ha perso i suoi principi e si è lasciata trasportare da un'ambizione eccessiva. Altro personaggio importante è il poeta, che rappresenta la voce della sensibilità e della bellezza in contrapposizione al mondo materialista e superficiale del re borghese. Il poeta è un personaggio romantico e sognante, che cerca la trascendenza attraverso la poesia e la connessione con la natura. Attraverso questo personaggio, Darío ci invita a riflettere sull'importanza dei valori spirituali e sulla necessità di trovare un equilibrio tra il mondo materiale e il mondo interiore. Infine, non possiamo non citare la figura della regina, che rappresenta la femminilità e la forza interiore. A differenza del re borghese, la regina è un personaggio più complesso ed enigmatico. Durante lo spettacolo, Darío ci mostra come la regina si ribella al ruolo che la società le ha imposto e cerca di trovare la propria voce e la propria identità. Attraverso questo personaggio, l'autore ci invita a mettere in discussione i ruoli di genere e a riflettere sull'importanza dell'autonomia e della libertà individuale. In conclusione, i personaggi principali de "Il Re Borghese" ci permettono di approfondire un'analisi profonda dell'opera e ci invitano a riflettere su temi universali come il potere, la corruzione, la bellezza e la libertà. Attraverso la loro complessità e il loro simbolismo, questi personaggi ci aiutano a comprendere la visione del mondo che Rubén Darío ci presenta in questo capolavoro della letteratura. STRUTTURA NARRATIVA Lo studio della struttura narrativa è fondamentale per comprendere e apprezzare appieno un'opera letteraria. Nel caso de "Il re borghese" (1895) di Rubén Darío, questo compito diventa ancora più rilevante per la complessità e la ricchezza della trama. Innanzitutto è importante evidenziare che la struttura narrativa di questo capolavoro si caratterizza per il suo carattere frammentato e non lineare. Darío utilizza diverse tecniche narrative, come il monologo interno e i salti temporali, per costruire una storia che si svolge in modo non convenzionale. 12 L'autore ci immerge nella mente del protagonista, un re borghese in uno stato di crisi esistenziale. Attraverso il monologo interiore, Darío ci permette di accedere ai pensieri e alle emozioni più intime del personaggio, il che ci aiuta a comprendere la sua evoluzione nel corso della narrazione. Inoltre, l'uso dei salti temporali nella struttura narrativa di "Il Re Borghese" aggiunge un ulteriore livello di complessità alla storia. Darío ci presenta frammenti della vita del protagonista in momenti diversi, che ci permettono di ricostruire il suo passato e comprendere le circostanze che lo hanno portato alla situazione attuale. Un altro aspetto notevole della struttura narrativa di quest'opera è la presenza di molteplici voci narrative. Nel corso della storia, Darío utilizza diversi narratori, dal protagonista ai personaggi secondari, per offrirci diverse prospettive sugli eventi. Questa tecnica aiuta ad arricchire la trama e fornisce maggiore profondità ai personaggi. In conclusione, lo studio della struttura narrativa de "Il Re Borghese" ci permette di approfondire i segreti e le sfumature di questo capolavoro di Rubén Darío. Attraverso il suo carattere frammentato, l'uso del monologo interno, salti temporali e molteplici voci narrative, l'autore riesce a costruire una storia complessa e affascinante che invita alla riflessione e all'analisi esaustiva. LINGUA E STILE NARRATIVO Siamo di fronte a un vero capolavoro che ci immerge in un mondo di metafore, immagini e risorse stilistiche che ci trasportano in un tempo pieno di contrasti e contraddizioni. Il linguaggio utilizzato da Darío in quest'opera è squisito e accuratamente selezionato. L'autore gioca con le parole e le combina magistralmente, creando un'atmosfera unica e suggestiva. Il suo stile è modernista, caratterizzato dalla ricerca della bellezza e dell'originalità nella forma espressiva. Darío utilizza un linguaggio poetico e musicale, pieno di ritmo e cadenza, che affascina il lettore fin dalle prime righe. Dal punto di vista dello stile letterario, "Il re borghese" si distingue per la ricchezza descrittiva e la capacità di trasmettere emozioni. Darío utilizza un'ampia varietà di risorse letterarie, come metafore, similitudini, allitterazioni e sinestesie, che arricchiscono la narrazione e le conferiscono un carattere unico. Inoltre, l'autore utilizza un linguaggio carico di simbolismo, che gli permette di esplorare temi profondi e universali, come il potere, l'ambizione e la decadenza. In sintesi, l'analisi della lingua e dello stile letterario de "Il Re borghese" rivela la maestria di Rubén Darío come scrittore. La sua cura nella selezione delle parole, il suo stile modernista e la sua capacità di trasmettere emozioni attraverso le parole, rendono quest'opera un vero gioiello della letteratura. Scoprire i segreti dietro questo capolavoro ci permette di entrare nel mondo di Darío e apprezzare il suo genio di scrittore. TEMI Uno dei temi più importanti in questo lavoro è la critica sociale. Darío, attraverso la figura del re borghese, rappresenta il declino dell'aristocrazia e l'ascesa della borghesia nella società dell'epoca. L'autore denuncia la superficialità e il materialismo di questa nuova classe sociale, che tiene più al lusso e al potere che ai valori umani e alla vera grandezza. Un altro tema presente nell'opera è la ricerca dell'identità. Il protagonista, il re borghese, è in costante conflitto interno, cercando di conciliare la sua posizione sociale con i suoi desideri più profondi. Darío ci mostra come l'inautenticità e l'alienazione possono portare all'infelicità e alla perdita di significato della vita. 15 Struttura La poesia è un sonetto, con due quartine e due terzine. La struttura del sonetto conferisce un ritmo armonioso e musicale, in linea con lo stile modernista. Analisi delle Immagini e Simboli 1. "La hora confidencial!... Entre banales / palabras, toda entera, te respiro": Il poeta descrive un momento di intimità, dove le parole banali diventano il mezzo per respirare l'essenza della persona amata. "Te respiro" suggerisce una connessione profonda e fisica. 2. "como un perfume, y en tus ojos miro / desnudarse tu espíritu.": L'amata è paragonata a un profumo, un'immagine sensoriale che evoca intimità e delicatezza. Gli occhi, lo specchio dell'anima, rivelano lo spirito nudo della persona, sottolineando la vulnerabilità e l'onestà emotiva. 3. "Hay fatales / silencios... Se oscurecen los cristales; / y se esfuma la luz en un suspiro,": I silenzi sono descritti come fatali, indicando una tensione o un'intensità emotiva. I cristalli che si oscurano e la luce che si dissolve in un sospiro evocano un'atmosfera di mistero e transitorietà. 4. "temblando sobre el pálido zafiro / que azula entre tus manos imperiales.": Il pallido zaffiro che tremola rappresenta una fragilità, mentre le mani "imperiali" dell'amata aggiungono un contrasto di potere e delicatezza. La combinazione di colori e immagini suggerisce una bellezza eterea. 5. "Las tinieblas palpitan... Andan miedos / descalzos por las sedas de la alfombra,": Le tenebre che palpitano e i miedi che camminano scalzi evocano un senso di vulnerabilità e timore. La seta della alfombra rappresenta un ambiente lussuoso e sensuale. 6. "mientras que, presintiendo tus hechizos, / naufraga la blancura de mis dedos / en la profunda y ondulante sombra / del mar tempestuoso de tus rizos": Le dita bianche del poeta che naufragano nella profonda ombra dei ricci dell'amata suggeriscono un'immersone completa nell'esperienza sensoriale e emotiva. Il "mar tempestuoso" dei ricci rappresenta la passione e la complessità dell'amata. Linguaggio e Stile Il linguaggio è ricco di immagini sensoriali e simboliche. Villaespesa usa metafore e personificazioni per creare un'atmosfera di mistero e intensità emotiva. Il contrasto tra luce e ombra, tra silenzio e suono, contribuisce a creare un senso di tensione e aspettativa. Messaggio Il messaggio della poesia riguarda la profondità e la complessità dell'intimità umana. Attraverso l'uso di immagini ricche e sensuali, Villaespesa esplora come le connessioni emotive e fisiche possano essere intense, misteriose e a volte inquietanti. Conclusione La poesia "La hora confidencial" di Francisco Villaespesa è un'esplorazione intensa e sensuale dell'intimità. Con il suo linguaggio ricco di immagini evocative e simboliche, Villaespesa cattura l'essenza dei momenti di connessione profonda, mettendo in evidenza la bellezza e la complessità delle emozioni umane. 16 ENSUEÑO DE OPIO Es otra señorita de Maupin. Es viciosa y frágil como aquella imagen del placer, que en la elegancia rítmica de su sonora prosa nos dibujó la pluma de Theófilo Gautier. Sus rojos labios sáficos, sensitivos y ambiguos, a la par piden besos de hombre y de mujer, sintiendo las nostalgias de los faunos antiguos cuyos labios sabían alargar el placer. Ama los goces sádicos. Se inyecta de morfina; pincha a su gata blanca. El éter la fascina, y el opio le produce un ensueño oriental. De súbito su cuerpo de amor vibra y se inflama al ver, entre los juncos, temblar como una llama la lengua roja y móvil de algún tigre real. È un'altra signorina di Maupin. È crudele e fragile come quell'immagine del piacere, che nell'eleganza ritmica della sua prosa sonora La penna di Théófilo Gautier ci ha attirato. Le sue labbra rosse e saffici, sensibili e ambigue, Nello stesso tempo chiedono baci ad un uomo e ad una donna, sentendo la nostalgia degli antichi fauni le cui labbra sapevano prolungare il piacere. Ama i piaceri sadici. Si inietta la morfina; punge il suo gatto bianco. L'etere l'affascina, e l'oppio produce un sogno orientale. All'improvviso il tuo corpo d'amore vibra e si infiamma Vedendo, tra le canne, tremare come una fiamma la lingua rossa e mobile di una tigre reale. ANALISI Tema Il tema principale della poesia sembra essere la descrizione di una donna che incarna una sensualità sfrenata e ambigua, influenzata da immagini letterarie e culturali. Struttura La poesia sembra essere composta da due quartine e due terzine, seguendo uno schema metrico tradizionale che conferisce al testo un ritmo regolare. Analisi delle Immagini e Simboli 1. "Es otra señorita de Maupin": Questo verso fa riferimento a Madame de Maupin, personaggio letterario creato da Théophile Gautier, noto per la sua bellezza e la sua ambiguità sessuale. 2. "Sus rojos labios sáficos, sensitivos y ambiguos": I "labios sáficos" si riferiscono ai baci tra donne, suggerendo una sessualità ambigua e provocante. Questa immagine è enfatizzata dall'uso di aggettivi come "sensitivos y ambiguos". 3. "cuyos labios sabían alargar el placer": Questa immagine dei fauni antichi suggerisce una sensualità primitiva e selvaggia, enfatizzando la natura lussuriosa e ambigua della donna descritta. 4. "Ama los goces sádicos. Se inyecta de morfina": Qui emergono immagini di perversione e auto- distruzione, con la donna che si dedica a piaceri sadici e all'uso di sostanze stupefacenti come la morfina. 5. "El éter la fascina, y el opio le produce un ensueño oriental": Si evoca qui un mondo di lussuria e di piaceri esotici, con la donna che si abbandona a sogni e visioni indotte dall'uso di sostanze stupefacenti come l'éter e l'opio. 6. "De súbito su cuerpo de amor vibra y se inflama / al ver, entre los juncos, temblar como una llama / la lengua roja y móvil de algún tigre real": Questi versi descrivono una scena di eccitazione e desiderio sessuale, con il corpo della donna che reagisce istintivamente alla vista di un tigre, simbolo di forza e potenza virile. Linguaggio e Stile Il linguaggio è ricco di immagini provocatorie e sensuali, con un tono che oscilla tra la lussuria e la perversione. L'uso di aggettivi e sostantivi suggestivi contribuisce a creare un'atmosfera di sensualità e ambiguità. 17 Messaggio La poesia sembra celebrare una sensualità sfrenata e ambigua, rappresentata dalla figura della donna descritta. Tuttavia, c'è anche un'atmosfera di perversione e auto-distruzione, suggerendo che questa sensualità sia accompagnata da una certa oscurità e deviazione. Conclusione Questa poesia descrive una figura femminile che incarna una sensualità sfrenata e ambigua, influenzata da immagini letterarie e culturali. Attraverso immagini provocatorie e sensuali, il poeta crea un'atmosfera di lussuria e ambiguità, suggerendo che questa sensualità sia accompagnata da una certa oscurità e deviazione. JUAN RAMÓN JIMÉNEZ HAY UN ORO DULCE Y FRESCO Hay un oro dulce y fresco, en la malva de la tarde, que da realeza a la bella suntuosidad de los parques. Y bajo el ,alva y el oro, se han recpjido los árcoles verdes, rosados y verdes de brotes primaverales. Está preso el corazón en este sueño inefable, que le echa su red; ve sólo luces altas, alas de ánjeles. Sólo le queda esperar a los luceros; la carne se le hace incienso y penumbra por las sendas de rosales... Y, de repente, una voz melancólica y distante ha temblado sobre el agua en el silencio del aire. Es una voz de mujer -y de piano-, es un suave bienestar para las rosas soñolientas de la tarde: llora por nadie y por alguien, bajo esta triste y dolorada suntuosidad de los parques. C'è un oro dolce e fresco, nel malva del pomeriggio, che dona regalità al bello sontuosità dei parchi. E sotto l'alva e l'oro, gli alberi sono stati raccolti verde, rosa e verde di germogli primaverili. il cuore è imprigionato in questo sogno ineffabile, chi getta la sua rete; Vai da solo alte luci, ali d'angelo. Devi solo aspettare alle stelle; la carne diventa incenso e oscurità lungo i sentieri dei cespugli di rose... E all'improvviso una voce malinconico e distante ha tremato sull'acqua nel silenzio dell'aria. E' la voce di una donna -e pianoforte-, è un suono morbido benessere per le rose pomeriggio assonnato: piangere per nessuno e per qualcuno, sotto questo triste e doloroso sontuosità dei parchi. 20 È presente sia un filtro narrativo che un “io narrante”, coinvolto in prima persona nel “racconto”. I versi non hanno una misura omogenea; sono tutti versi piuttosto brevi settenari. Anche la divisione in strofe non risponde ai criteri di omogeneità. All’inizio ci sono delle terzine distinguibili perché coincidono con dei periodi sintattici→ tre. La poesia, in seguito, sembra perdere anche la divisione strofica: dal v.10 in poi i versi potrebbero appartenere ad un’unica strofa o raggrupparsi in coppia, oppure rimanere isolati come il v.11 o il v.14 . È chiaro che dal v, 10 il poeta cerca di dare fluidità alla poesia rompendole barriere della strofa. Contestualizzazione: Jimènez esprime una sintesi della sua traiettoria poetica: 1. vv. 1-3→ la donna/poesia è vestita di innocenza e chi parla la ama come un bambino (un amore innocente). Possiamo pensare che Jiménez stia parlando del nascere della sua passione per la poesia. Del periodo dei suoi studi a Siviglia, quando si appassiona a Béquer, Rosalía de Castro e al Romancero. 2. vv. 4-9→ la donna/poesia, in una fase che potremmo chiamare “adolescenziale”, vuole apparire bella ornandosi di vestiti e fronzoli. Il poeta arriva ad odiarla in questo suo sfoggio di apparenze che fanno riferimento alla cura formale della poesia modernista. 3. vv. 10-18→ la donna/poesia si spoglia degli orpelli inutili, rimane prima in tunica e poi nuda, mostrando a poeta la sua vera bellezza. La tunica del v.12 ricorda la classicità, il periodo in cui la poesia aveva ancora un’antica innocenza. Può fare riferimento alla sua riscoperta delle forme poetiche classiche, testimoniare da raccolte come Pureza o Idillos del 1912 o come Sonetos espirituales scritto fra il 1914-1915, pubblicato nel 1917. Si tratta del momento in cui Jiménez riprende fiducia nella poesia. 4. I vv. 15-17 si riferiscono al punto di svolta nella sua poetica, ricondotto al 1916 (viaggio New York) . ¡INTELIJENCIA, DAME... El nombre exacto de las cosas! ... Que mi palabra sea la cosa misma creada por mi alma nuevamente. 5 Que por mí vayan todos los que no las conocen, a las cosas; que por mí vayan todos los que ya las olvidan, a las cosas... Que por mí vayan todos los mismos que las aman, a las cosas; ¡Intelijencia, dame 10 el nombre exacto, y tuyo y suyo, y mío, de las cosas! Intelligenza dammi un nome delle cose! …che la mia parola si la cosa stessa creata dalla mia anima come cosa nuova che attraverso di me arrivino tutti alle cose che attraverso di me arrivino tutti che hanno dimenticate le cose che attraverso di me arrivino alle cose gli stessi che le amano Intelligenza dammi il nome esatto tuo, suo e delle cose! 21 ANALISI Fa parte della raccolta Eternidades (1916-1917). Specie di manifesto poetico che mette al centro della ricerca del poeta il “nome esatto” delle cose, quel nome che serve al poeta a ricrearle nuovamente per farle davvero sia a chi già le ama, sia a chi non le conosce o le ha dimenticate. Si tratta di una posizione che richiama al platonismo, all’idea che: la cosa sia racchiusa nel nome, e che il come sia già dii per sé una conoscenza della cosa, in quanto tra nome e cosa nominata esiste un rapporto di somiglianza (è ciò che sostiene Platone nel Cratilo). Il poeta, nominando le cose, si fa da tramite essenziale per la loro conoscenza. C’è una prevalenza di versi endecasillabi e settenari che ricordano la Silva rinascimentale. Jiménez evita le rime, quindi evita di dare un ritmo cantabile→ricerca la fluidità del discorso. Cinque versi terminano comunque con la parola “cosas” e tre con la parola “todos” il che significa che la rima finale è concessa solo a due parole, due concetti chiave, che si ripetono come un’eco. Il poeta vuole far fissare questi concetti nella mente di chi legge. MODALITÀ ENUNCIATIVA: Chiara fin dal primo verso; c’è un “io” emittente ed un “tu” destinatario (oggetto estratto e personificato) che è l’intelligenza. Il messaggio trasmesso è un’invocazione, una richiesta accordata, espressa graficamente dai punti esclamativi, Non c’è narratività (non si racconta niente), non ci sono elementi descrittivi, non ci sono coordinate temporali o spaziali, non ci sono oggetti→ c’è solo una voce che si rivolge con un’invocazione ad un destinatario astratto: il contenuto dell’invocazione è totalmente scollegato da situazioni concrete. Si tratta di una poesia depurata da ogni contaminazione esterna, poesia pura. Poesia che aspira ad abbracciare concetti filosofici e morali. Nella traiettoria poetica di Jiménez è importante la presa di coscienza del compito a cui si sente chiamato il poeta: non più l’arte per l’arte, ma l’arte che può e deve arricchire chi ne fruisce, una poesia che ha il compito di comunicare, di svelare, di creare con i propri mezzi la conoscenza nell’altro. YO NO SOY YO Yo no soy yo. Soy este que va a mi lado sin yo verlo, que, a veces, voy a ver, y que, a veces olvido. El que calla, sereno, cuando hablo, el que perdona, dulce, cuando odio, el que pasea por donde no estoy, el que quedará en pie cuando yo muera. Io non sono io. Sono costui che sta al mio fianco senza che io lo veda: che, a volte, vado a vedere, e che, a volte, dimentico. Quello che sta in silenzio, sereno, quando parlo, quello che perdona, dolce, quando odio, quello che passeggia dove io non sto, quello che rimarrà in piedi quando morirò 22 ANALISI Fa parte della raccolta Eternidades (1918), i testi appartenenti a questa fase sono incerti sull’interiorità del poeta, pervasa dalle sue sensazioni. VERSI: Nei primi due versi è possibile notare che il poeta ha lasciato degli spazi bianchi intenzionalmente. All’interno del poema non sono presenti ne strofe ne rime. LINGUAGGIO: è quotidiano e comune, anche se sono presenti diverse figure retoriche. FORMA: durante il testo fa delle considerazioni importanti per quanto riguarda il suo essere. Arriva a comprendere che esistono entità differenti: 1) Yo inmaterial → invisibile, eterno, buono, accattivante e rispettoso; 2) Yo material → visibile, mortale, cattivo e sente sentimenti indistinti. Il poeta esalta il yo inmaterial e critica il yo material. In seguito, si nota una necessità di libertà del poeta, il quale si deve liberare dei suoi tormenti interiori. Sdoppiamento dell’io che non viene chiarito, si identifica con uno di questi due io, un io che no si vede, che non parla, che persona e che è ovunque e sopravviverà anche dopo la morte. Un io nudo, fatto di essenza senza un corpo ed è universale e immortale; si dissocia dalla materialità e dalla miseria dei sentimenti come l’odio, io che resiste anche alla morte. La sua parte immortale è data dalla poesia. Il suo indentificarsi con la poesia che è eterna e immortale. (Sdoppiamento che non ci viene chiarito in termini assoluti. Non ci viene detto chiaramente: l’uno è l’anima e l’altro è il corpo. Sappiamo però che il poeta si identifica con l’”io” che non si vede, che non parla, che perdona, che è ovunque e che sopravviverà anche dopo la morte. Un “io” nudo, fatto di essenza, universale, immortale. Jiménez sta probabilmente parlando della sua poesia. Identifica il suo vero io con la poesia, spogliata della materialità della voce, dall’umanità dei sentimenti, dalla fisicità di un corpo e per questo eterna e immortale). SOLEDAD En ti estás todo, mar, y sin embargo, ¡qué sin ti estás, qué solo, qué lejos, siempre, de ti mismo! Abierto en mil heridas, cada instante, cual mi frente, tus olas van, como mis pensamientos, y vienen, van y vienen, besándose, apartándose, en un eterno conocerse, mar, y desconocerse. Eres tú, y no lo sabes, tu corazón te late y no lo siente... ¡Qué plenitud de soledad, mar sólo! In te è tutto, mare, eppure, come sei senza di te, come sei solo, quanto lontano, sempre, da te stesso! Aperta in mille ferite, ogni momento, come la mia fronte, vanno le tue onde, come i miei pensieri, e vengono, vengono e vengono, baciarsi, separarsi, in un eterno conoscersi, mare e sconosciuto. Sei tu e non lo sai ti batte il cuore e non lo senti... Che pienezza di solitudine, mare solitario! 25 6. "que me sentí a su amor encarcelado.": Il cuore si sente imprigionato dall'amore della rosa, esprimendo la tensione tra il desiderio di libertà e l'attrazione verso qualcosa di affascinante e bello. 7. "Y dije: '¡Sí, y mucho y con firmeza!'.": La risposta del cuore è un'affermazione forte e determinata, accettando il desiderio e l'attrazione. 8. "Y ella: 'Ve y vuela; yo te di alas nuevas'.": La rosa, personificata, dà al cuore la libertà di volare, suggerendo un dono di nuove possibilità e libertà. Le "ali nuove" rappresentano nuove opportunità e la capacità di esplorare nuovi orizzonti. Linguaggio e Stile Il linguaggio di Machado è evocativo e poetico, ricco di immagini naturali e simboliche. Usa un tono riflessivo per esplorare le emozioni e le tensioni interne del cuore umano. La personificazione del cuore e della rosa crea una narrativa emotiva che coinvolge profondamente il lettore. Messaggio Il messaggio della poesia riguarda la tensione tra desiderio e libertà, e come il cuore umano possa essere attratto irresistibilmente dalla bellezza e dall'amore, pur cercando di mantenere la sua serenità e forza. Machado suggerisce che, nonostante le attrazioni e le tentazioni, c'è sempre la possibilità di volare e di trovare nuove ali per esplorare nuovi orizzonti. Conclusione "Di llamo a mi corazón un claro día" di Antonio Machado è una poesia che esplora le profondità del desiderio umano e la tensione tra l'attrazione verso la bellezza e la ricerca di libertà. Attraverso immagini potenti e simboliche, Machado ci invita a riflettere sulle nostre emozioni e sulla capacità di trovare nuove strade e nuove ali, anche quando siamo attratti irresistibilmente da ciò che ci circonda. 26 LAS MOSCAS ANALISI Fa parte di una sezione di Canciones intitolata Humorismos Fantasías, Apuntes. È un elogio ironico fatto sa un “io” a un “vosotros” (le mosche). Vosotras, las familiares, inevitables golosas, vosotras, moscas vulgares, me evocáis todas las cosas. ¡Oh, viejas moscas voraces como abejas en abril, viejas moscas pertinaces sobre mi calva infantil! ¡Moscas del primer hastío en el salón familiar, las claras tardes de estío en que yo empecé a soñar! Y en la aborrecida escuela, raudas moscas divertidas, perseguidas por amor de lo que vuela, - que todo es volar - sonoras, rebotando en los cristales en los días otoñales... Moscas de todas las horas, de infancia y adolescencia, de mi juventud dorada; de esta segunda inocencia, que da en no creer en nada, de siempre... Moscas vulgares, que de puro familiares no tendréis digno cantor: yo sé que os habéis posado sobre el juguete encantado, sobre el librote cerrado, sobre la carta de amor, sobre los párpados yertos de los muertos. Inevitables golosas, que ni labráis como abejas, ni brilláis cual mariposas; pequeñitas, revoltosas, vosotras, amigas viejas, me evocáis todas las cosas. Voi, esseri familiari, ineluttabili golose, voi m’evocate, volgari mosche, le universe cose. Oh, vecchie mosche voraci come pecchie nell’aprile, vecchie mosche pertinaci sopra il mio cranio infantile! Mosche dei primi sgomenti nel salone familiare, le estive sere lucenti, quando cominciai a sognare! E nell’aborrita scuola fulminee mosche svagate, incalzate dal desio per ciò che vola, - tutto è volare – sonore, sui vetri battendo le ali nei lunghi giorni autunnali… Mosche di tutte le ore, d’infanzia e d’adolescenza, di giovinezza dorata; di questa seconda innocenza, in nulla ormai confidata, di sempre…Mosche volgari, a tal punto familiari senza aver degno cantore, so che avete riposato sul giocattolo fatato, sul grande tomo serrato, sulla lettera d’amore, sugli occhi assorti dei morti. Ineluttabili golose, né operose come pecchie né, come farfalle, lussuose; piccoline, rivoltose, voi m’evocate, o vecchie amiche, tutte le cose. 27 L’io poetico ripercorre una serie di ricordi, tutti accumunati dalla presenza del fastidioso insetto. Verso la fine della poesia queste evocazioni passano dai ricordi personali a situazioni oggettive, comuni a ogni essere umano: il gioco infantile, la cultura, l’amore e la morte. Le mosche ci sono sempre e, alla fine, evocano ricordi, pensieri, emozioni, più di quanto non lo facciano i loro colleghi “nobili”, gli insetti più cantati dai poeti (l’ape e la farfalla). FORMA: ci sono strutture reiterative (soprattutto anafore) che ben rendono l’onnipresenza delle mosche in tutti i ricordi e situazioni. C’è una struttura circolare che si apre e si chiude con una variazione della stessa quarantina. METRICA: sistema di versi di arte menor con la presenza di qualche verso a “pie quebrado”. La musicalità di questo testo è molto marcata e ben calibrata. LESSICO: soprattutto nell’aggettivazione si possono notale le differenze più evidenti rispetto all’estetica modernista, con scelte che evitano di essere raffinate e ricercate. La scelta di dedicare una poesia alle mosche ci dà un segno di un poeta “materico”, che predilige il contatto con la realtà, con l’umilità di oggetti e soggetti legati alla quotidianità. RECUERDO INFANTIL Una tarde parda y fría de invierno. Los colegiales estudian. Monotonía de lluvia tras los cristales. Es la clase. En un cartel se representa a Caín fugitivo, y muerto Abel, junto a una mancha carmín. Con timbre sonoro y hueco truena el maestro, un anciano mal vestido, enjuto y seco, que lleva un libro en la mano. Y todo un coro infantil va cantando la lección: «mil veces ciento, cien mil; mil veces mil, un millón». Una tarde parda y fría de invierno. Los colegiales estudian. Monotonía de la lluvia en los cristales. Un pomeriggio freddo e marrone dell'inverno. Gli scolari studiano. Monotonia di pioggia dietro il vetro. È la classe. Su un manifesto È rappresentato Caino fuggitivo, e Abele morto, accanto a una macchia carminio. Con campana forte e vuota tuona il maestro, un vecchio mal vestito, magro e asciutto, che porta un libro in mano. E un intero coro di bambini canta la lezione: «mille volte cento, centomila; "Mille volte mille, un milione." Un pomeriggio freddo e marrone dell'inverno. Gli scolari studiano. Monotonia della pioggia sulle finestre ANALISI Si tratta della poesia n. 5 della sua opera Soledades (1903) che contava un totale di 42 poesie. Come indicato dal 'titolo' che apre la poesia, evidenziamo come tema principale il ricordo dei suoi giorni di scuola o della sua infanzia a scuola. Il ricordo dell'infanzia finisce nello stesso modo in cui inizia, il che ci dà una certa monotonia o sensazione di ripetizione. 30 - Prima-seconda quartina: uomo devastatore della propria terra, ridotta ad una landa desolata (deforestazione per pastorizia); ora è costretto a vedere i suoi figli poveri abbandonare la propria casa, così come la fertilità dei campi se ne va lungo il fiume, rimane solo a vagare in una terra maledetta. Ogni due versi c’è un salto cronologico fra presente e passato che si chiude come un cerchio sulla situazione presente dell’”hombre de estos campos”. - Terza 3: segna la continuità fra presente e passato. - Strofa 4: come è fatto fisicamente: piccolo, agile, gli occhi infossati sempre attenti, sempre in movimento, furbeschi e malfidati. I pomelli sporgenti, le sopracciglia folte. Il ritratto fisico gira quasi interamente intorno agli occhi. - Strofa 5: come è fatto nell’anima: severo giudizio morale. - Strofa 6: gli occhi riflettono l’anima meschina; V. 23 riassume il conetto delle prime due strofe, egli continua a bruciare il terreno da cui scappano i suoi figli. non arresta la sciagura né gode la ricchezza. - Strofa 7: c’è qualcosa di sovrannaturale e di primordiale che detta le crudeli regole di queste terre: un nume, un dio cattivo che ha forma di un immenso centauro (centauro→ creatura brutale, selvaggia, rozza e violenta). Immagine dell’arco o della balestra appare anche in “A orillas del Duero”. Sembra suggestiva un’associazione di immagini: qusto dio cattivo con El Coloso di Goya. - Strofa 8: appare un “VOI” destinatario: strofa che chiude con un’immagien terribile la descrizione della terra desolata della Castilla (terra fatta di deserti). CAMPOS DE CASTILLA CAMINANTE, SON TUS HUELLAS Caminante, son tus huellas el camino, y nada más; caminante, no hay camino: se hace camino al andar. Al andar se hace camino, y al volver la vista atrás se ve la senda que nunca se ha de volver a pisar. Caminante, no hay camino, sino estelas en la mar. Viandante, sono le tue orme Il cammino e nulla più; Viandante, non esiste sentiero: si fa la strada nell’andare. Nell’andare si segna il sentiero E, voltando lo sguardo indietro, si scorge il cammino che mai si tornerà a percorrere. Viandante, non esiste sentiero, solo scie nel mare ANALISI Potrebbe essere riassunto come “la vita e il tempo”. TEMA: metafisico, dimostra vicinanza con Unamuno, percepiamo la voce di un io poetico che rivolge il proprio pensiero a un “tu”, il viandante. La voce poetica però non dice mai “io”, non parla di sé stesso ma si coinvolge nel discorso mediante l’uso del pronome impersonale “sì”. STROFE: è un romance di dieci versi, con una musicalità spiccata dovuta alle strutture di ripetizione e parallelistiche. POETICA: ricorda la poesia pura di Jiménez, ma al tempo stesso se ne stacca. 31 L’astrazione di Machado non è assoluta e incorporea, quel viandante ci sembra più umano delle personificazioni di Jiménez; Machado usa il pronome impersonale “sì” anziché il “mi” di Jiménez, trasmettendo un senso di vicinanza umana tanto al “tu” del viandante, quanto al resto degli uomini, accomunati della mancanza di un destino o di un futuro che si possa prestabilire oltre la contingenza del presente. Accomunati dall’unica possibilità offerta, come bussola lungo il cammino, delle tracce che abbiamo lasciato dietro di noi e che tuttavia sono effimere, poiché spariranno come scie nel mare. CAMPOS DE CASILLA A UN OLMO SECO ANALISI Viene scritta nel 1912 e pubblicata sempre in quell’anno, dopo 3 mesi muore Leonor. La presenza della prima persona al termine della poesia ci autorizza a cercare un’interpretazione nella biografia di Machado. Al olmo viejo, hendido por el rayo y en su mitad podrido, con las lluvias de abril y el sol de mayo algunas hojas verdes le han salido. ¡El olmo centenario en la colina que lame el Duero! Un musgo amarillento le mancha la corteza blanquecina al tronco carcomido y polvoriento. No será, cual los álamos cantores que guardan el camino y la ribera, habitado de pardos ruiseñores. Ejército de hormigas en hilera va trepando por él, y en sus entrañas urden sus telas grises las arañas. Antes que te derribe, olmo del Duero, con su hacha el leñador, y el carpintero te convierta en melena de campana, lanza de carro o yugo de carreta; antes que rojo en el hogar, mañana, ardas de alguna mísera caseta, al borde de un camino; antes que te descuaje un torbellino y tronche el soplo de las sierras blancas; antes que el río hasta la mar te empuje por valles y barrancas, olmo, quiero anotar en mi cartera la gracia de tu rama verdecida. Mi corazón espera también, hacia la luz y hacia la vida, otro milagro de la primavera. Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore e nel mezzo marcito, con le piogge d'aprile e il sole a maggio, sono spuntate alcune verdi foglie. Oh, l'olmo secolare sopra il colle ch'è lambito dal Duero! La corteccia bianchiccia da un gialligno musco è tinta nel tronco putrefatto e polveroso. Come i pioppi canori, che sorvegliano il cammino e la riva, non sarà di rossicci usignuoli popolato. S'arrampica su esso di formiche un esercito in fila, e nelle viscere tramanos i ragni le lor grigie tele. Olmo del Duero, prima che t'abbatta con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname trasformi in un mozzo di campana, stanga di carro o giogo di carrettai prima che rosso nel camino arda domani in qualche misera casetta. sull'orlo d'una strada; prima che ti annienti un turbine e ti schianti il soffio delle candide montagne; prima che il fiume ti sospinga al mare per valli e per burroni, olmo, voglio annotare nei miei appunti la grazia del tuo ramo rinverdito. Anche il mio cuore aspetta, alla luce guardando ed alla vita, altro prodigio della primavera. 32 È una poesia toccante se pensiamo che è stata scritta nel 1912, precisamente, come dice la data indicata nella calce nella sua prima apparizione in rivista, il 4 maggio del 1912, tre mesi prima della morte di Leonor, quando ormai le speranze del poeta erano appese ad un filo. L’ultimo testo che Machado compone a Soria. VERSI: - vv.1-4: l’immagine che apre la lirica è quella di un vecchio olmo, spezzato in due da un fulmine e mezzo marcio a cui però, con l’arrivo della primavera sono spuntate delle foglie. - vv.5-14: la presenza di queste foglie contrasta con l’aspetto dell’albero: vecchio, secco, marcio e popolato non da usignoli ma da ragni e formiche. All’olmo. per due volte, viene associato il nome del Duero→ Castiglia→ Spagna. Quindi olmo centenario anche come simbolo della terra di Castiglia, dura, aspra, resistente, abituata alle difficoltà e alle sofferenze; eppure, ancora in grado di nutrire speranze. - vv.15-27: il poeta vuole fissare nella memoria questo momento di felicità di cui gode l’albero nonostante le sue condizioni a prima della fine imminente. Nella descrizione dell’imminente destino dell’olmo emergono i morivi poetici principali tipici del Campos de Castilla (es. quello degli alberi abbattuti). L’uso che se ne farà del legno dopo l’abbattimento, non un uso veniale, ma per costruire oggetti che devono sostenere uno sforzo un peso (mozzo di campagna, stanga di carro, giogo di carretta). Oppure bruciato per scaldare un’umile casa. Oppure abbattuto dalle interperie e trascinato fino al mare lungo il Duero (stessa immagine che chiude Orillas del Duero “¿Acaso como tú y por siempre, Duero, irá corriendo hacia la mar Castilla?”). -vv. 28-30: chiudono la lirica con l’auspicio da parte del poeta di poetr anch’egli godere dello stesso tipo di speranza e di felicità di cui gode l’olmo nonostante le sue condizioni. METRICA: la forma metrica è quella di a Silva (successione di endecasillabi e settenari) con uno schema irregolare di rime (alternate e baciate) ed un altrettanto irregolare distribuzione strofica (a base di quartine e di distici). La logica di questa impostazione stilistica risiede nel dare un ritmo spezzato, alternante e irregolare che fa oscillare il tono fra la lentezza della riflessione e l’irruenza dell’impulso emotivo che affiora con intensità sempre maggiore lungo la poesia. Lo si vede anche nell’organizzazione sintattica: - Nella prima quartina il periodo sintattico coincide con la partizione strofica. - Nella seconda strofa, spezzata però dal fatto di iniziare un’esclamazione. - I due periodi successivi si organizzano entrambi su tre versi (9-11), spezzando la terza quartina e chiudendo con un distico. - Dal v.15 inizia un unico periodo che arrivo fino al v.27. All’interno di questo periodo un elemento di regolarità è dato dall’anafora “antes que” che tuttavia non si ripete ad intervalli sempre più rifotti dando l’impressione di un’accelerazione, di un’angoscia/inquietudine montante. Come accade spesso in Machado, l’io poetico entra nel momento di massima tensione emotiva, quando cioè la descrizione del paesaggio (l’olmo) si è talmente impregnata di emozioni personali da non essere più sufficiente ad esprimerle. - Nel v.26 il poeta entra nel testo con il suo desiderio di fissare nella propria memoria l’attimo allegro dell’apparizione dei germogli sui rami dell’olmo vecchio e secco. 35 La morte di Federico fu un colpo alla testa e la conseguenza di questo delitto è un ricordo oscuro per Granada. Nella seconda parte del poema, Il poeta e la morte, ci viene descritto in modo irreale come la morte accompagna Federico. Il poeta è consapevole che ciò che è accaduto potrebbe accadere. Si sente solo il rumore delle fucine e il martello delle incudini, che ci colloca in un lavoro molto precoce, le prime ore del mattino, come se suonassero le campane della morte, ma con i suoni delle fucine. E ancora una volta siamo influenzati dall'ora della morte, cioè quando il sole sorse e segnò l'ora sulla meridiana della torre dell'orologio. Federico, come un torero, affronta la morte con le sue poesie, consapevole che vincerà e, ovviamente, morirà solo accompagnato dalla morte stessa. Nella terza parte, quella senza titolo, tutti sapevano cosa sarebbe successo e nessuno dice niente. Federico non ha chiesto nulla. Il poeta chiede che la sua memoria non muoia e che venga catturata in qualcosa di tangibile, come una fontana, la cui acqua è metafora delle lacrime per la sua morte e per quella di tutti coloro che furono assassinati. Vuole che il suo crimine e il luogo in cui è stato commesso siano ricordati. RAMÓN GÓMEZ DE LA SERNA ALGUNAS GREGUERÍAS La palmera aplaude al viento con sus grandes manos verdes. El puente está hecho de XXX que son la incógnita de si caerá o no al pasar el tren. Raja de sandía: luna de sangre Las sardinas son las cucharitas de plata del mar. A veces un beso no es más que chewing gum compartido. Un chino inventó al gato. Nerviosismo de la ciudad: no poder abrir el paquetito de azúcar para el café. Amor es despertar a una mujer y que no se indigne. Las palmeras se levantan más temprano que los demás árboles. Soda: agua con hipo. Al caer la estrella se le corre un punto a la media de la noche. Venecia es el sitio en que navegan los violines. El reloj del capitán de barco cuenta las olas. Trueno: caída de un baúl por las escaleras del cielo. La pistola es el grifo de la muerte La palma applaude il vento con le sue grandi mani verdi. Il ponte è fatto di XXX che non si sa se cadrà o meno al passaggio del treno. Fetta di anguria: Luna di sangue Le sardine sono i cucchiai d'argento del mare. A volte un bacio non è altro che una gomma da masticare condivisa. Un cinese ha inventato il gatto. Nervosismo cittadino: non riuscire ad aprire la bustina di zucchero del caffè. L'amore è svegliare una donna e non farla arrabbiare. Le palme crescono prima degli altri alberi. Soda: acqua a singhiozzo. Quando la stella cade, un punto si sposta dal cuore della notte. Venezia è il luogo dove navigano i violini. L'orologio del capitano della nave conta le onde. Tuono: caduta di un tronco dalle scale del cielo. La pistola è il rubinetto della morte 36 ANALISI Il ruolo della gruegerías è importante, perché nel panorama letterario contemporaneo dimostrano che una semplice e breve associazione di idee può avere un potere evocativo maggiore delle forme raffinate ed elaborate del modernismo. Anche perché questa associazione libera e intuitiva di idee è un precursore delle tecniche del surrealismo. Tema Le greguerías di Ramón Gómez de la Serna spaziano attraverso vari temi, dalla natura alla vita quotidiana, sempre con un tocco di ironia e immaginazione. Esse offrono una visione del mondo che mescola il banale con il fantastico, il serio con il giocoso. Struttura Le greguerías sono brevi, spesso composte da una singola frase o due. La loro brevità richiede un'acutezza di pensiero e di espressione, riuscendo a condensare immagini vivide e idee in poche parole. Linguaggio e Stile Il linguaggio di Gómez de la Serna è creativo e giocoso, pieno di metafore inaspettate e personificazioni. Il suo stile è unico per la capacità di vedere il mondo da prospettive insolite, trovando poesia e umorismo in situazioni quotidiane e oggetti comuni. Messaggio Il messaggio delle greguerías varia da una all'altra, ma nel complesso, invitano il lettore a vedere il mondo con occhi nuovi, a trovare il meraviglioso nell'ordinario e a riflettere con leggerezza e profondità al contempo. Conclusione Le greguerías di Ramón Gómez de la Serna sono piccole gemme di osservazione e ingenuità che trasformano il quotidiano in straordinario. Con il loro stile unico e le loro immagini sorprendenti, queste brevi riflessioni offrono un modo innovativo di vedere e interpretare la realtà, facendo sorridere e pensare il lettore. 37 LUCÍA SÁNCHEZ SAORNIL ULTRA ANALISI Tema La poesia "Ultra" esplora il tema del sogno e della trascendenza. Attraverso un viaggio interiore, l'autrice si libera dai pregiudizi e dalle paure, trovando una dimensione di pace e realizzazione. Struttura La poesia è composta da versi liberi, senza una metrica fissa, tipica del movimento ultraista che promuoveva la rottura con le forme tradizionali della poesia. Linguaggio e Stile Il linguaggio di Sánchez Saornil è denso di immagini evocative e simboliche. Utilizza un tono riflessivo e meditativo, caratteristico della poesia ultraista, che cerca di esplorare nuove dimensioni della realtà attraverso l'immaginazione e l'intuizione. Messaggio Il messaggio della poesia sembra essere una celebrazione della ricerca interiore e della trascendenza. L'autrice invita a liberarsi dai vincoli terreni e dai pregiudizi per trovare una dimensione di pace e realizzazione spirituale, guidati dai sogni e dalle aspirazioni più profonde. Conclusione "Ultra" di Lucía Sánchez Saornil è una poesia che riflette perfettamente i principi dell'ultraismo, con il suo linguaggio innovativo e le immagini potenti. Attraverso la sua esplorazione onirica e simbolica, l'autrice ci conduce in un viaggio interiore verso la scoperta di una realtà superiore e più autentica. 40 PEDRO SALINAS POSESIÓN DE TU NOMBRE Posesión de tu nombre, sola que tú permites, felicidad, alma sin cuerpo. Dentro de mí te llevo porque digo tu nombre, felicidad, dentro del pecho. «Ven»: y tú llegas quedo; «vete»: y rápida huyes. Tu presencia y tu ausencia sombra son una de otra, sombras me dan y quitan. (¡Y mis brazos abiertos!) Pero tu cuerpo nunca, pero tus labios nunca, felicidad, alma sin cuerpo, sombra pura. Possesso del tuo nome, solo che tu lo permetti, felicità, anima senza corpo. Ti porto dentro di me perché dico il tuo nome, felicità, dentro il petto. "Vieni": e arrivi tranquillo; "vai via": e presto fuggi. La tua presenza e la tua assenza l'ombra è l'una dell'altra, Ombre mi danno e mi tolgono. (E le mie braccia si aprono!) Ma il tuo corpo mai ma le tue labbra mai, felicità, anima senza corpo, pura ombra ANALISI È una poesia di 15 versi, quindi piuttosto ridotta. Ci sono soprattutto versi brevi, in prevalenza settenari (12) e novenari (2) ed un solo verso di 13 sillabe che chiude la lirica. Non ci sono rime se non le rime perfette dei vv. 1-5 e dei vv. 13-14. Sono presenti però delle assonanze: vv. 3-4 e 6-7 e 13 (e-o); significative anche alcune assonanze all’interno del verso (vv. 4, 5, 6, ecc.), le ripetizioni (felicidad v. 3, 6, 15; dentro, alma, cuerpo, sombra) così come altri richiami fonetici in parole legate semanticamente fra loro (ven, vete / presencia, ausencia). I primi sei versi hanno una struttura parallela: sono due terzine composte da due versi settenari e un novenario ciascuna. Ogni terzina è composta da un periodo sintattico in cui sono evidenti alcuni parallelismi. Col progredire della poesia il fluire sintattico sembra prima contrarsi (vv. 7-8), poi distendersi in una terzina (vv. 9-11), poi contrarsi in modo molto più violento negli ultimi quattro versi, isolati l’uno dall’altro, l’ultimo dei quali spezzato da due forti pause. Il linguaggio è semplice, comune, diretto, senza nessuno sfoggio di erudizione; è una poesia che non ha bisogno di orpelli linguistici. Non ci sono artifici retorici. Anche la struttura sintattica è molto semplice e lineare: si insite su determinati concetti attraverso dei parallelismi sintattici molto intensi ma allo stesso tempo molto immediati e chiari, come la giustapposizione di frasi dalla struttura identica (vv. 7-8 e 13-14). Modalità enunciativa: l’enunciatore è un io (v. 4), destinatario un tu (v.3) identificato con la felicità (v. 4) che non è una persona ma un concetto o un sentimento (qualcosa di astratto che viene trattato come una persona in carne ed ossa: personificazione). 41 Non ci sono coordinate di tempo, né di spazio. Non c’è azione. Non c’è narratività nel modo più assoluto: si rinuncia non solo a raccontare qualcosa o anche a descrivere qualcosa, ma anche a tutte le espressioni linguistiche tipiche della narratività, come gli aggettivi. Nella prima terzina si individua il destinatario della locuzione poetica (la Felicità) nella seconda si individua il soggetto emittente (l’io poetico). L’attenzione di chi legge quindi va dritta al punto. Addirittura, ancor prima di scoprire che c’è un io poetico che parla, ancor prima di scoprire che sta parlando alla felicità, come se si trattasse di una persona, ci viene presentato il nocciolo della questione: il fatto che l’unica concessione che la felicità fa all’uomo è quella di poter pronunciare il suo nome. “Posesión de tu nombre”: il primo verso racchiude già il significato più profondo della poesia. Le felicità è sfuggente, un’anima senza un corpo. Esiste una parola che la definisce, un nome. Chi pronuncia quel nome riesce per un attimo a cogliere il significato della felicità, a portarla dentro di sé, nella parte più intima dell’anima, che pronuncia quasi segretamente quel nome (vv. 4-6). Ma è solo un attimo: la felicità va e viene come un lampo nel brevissimo istante che dura la pronuncia mentale del suo nome. È come un interruttore che accende e spegne continuamente la percezione della felicità (vv. 7-8). E tale percezione, oltre ad essere effimera è anche illusoria: il nome non arriva a trasmettere completamente il senso della felicità: il significante non abbraccia che l’ombra del significato. Quella presenza e quell’assenza non sono altro che l’ombra l’una dell’altra e, più che far luce sul senso ultimo della felicità, danno e tolgono ombra alla percezione del poeta (vv. 9-11). Nonostante il poeta aneli con tutta la sua forza di poter accogliere dentro di sé, fra le sue braccia aperte, il senso della felicità della sua pienezza, nel suo essere più concreto, fisico, palpabile (vorrebbe possedere questo concetto astratto come una donna, possedere le sue labbra, il suo corpo) essa continua ad essere intangibile a fuggire lasciandogli solo l’ombra pura della sua essenza e della sua assenza (vv 12-15). L’ultimo verso vuole essere la parola assoluta sulla questione, la chiusura della struttura circolare: ripete i concetti fondamentali e dà la sua definizione: la felicità è un’ombra pura, un’anima senza corpo. EL ALMA TENÍAS El alma tenías tan clara y abierta, que yo nunca pude entrarme en tu alma. Busqué los atajos angostos, los pasos altos y difíciles... A tu alma se iba por caminos anchos. Preparé alta escala —soñaba altos muros guardándote el alma— pero el alma tuya l'anima che avevi così chiaro e aperto, che non avrei mai potuto entra nella tua anima. Ho cercato le scorciatoie stretti, i gradini alto e difficile... È andato alla tua anima lungo strade larghe. Ho preparato su larga scala —Ho sognato alte mura salvarti l'anima— ma la tua anima 42 ANALISI Tema: tema d'amore. L'idea principale si basa su un paradosso; L'amata ha una tale purezza d'animo che è impossibile al poeta raggiungerla; Partiamo dal presupposto che non possa conquistarla o farla innamorare di lui. Struttura esterna: Ci sono 25 versi esasillabici (6 sillabe). La rima assonante “a-a” predomina in tutto il poema, ma distribuita in modo disordinato; Troviamo altre rime assonanti secondarie (recinto/porta/era) oppure (scorciatoie/passi). Non corrisponde a nessun tipo di strofa conosciuta. Struttura interna: potremmo dividere la poesia in tre parti. a) I primi quattro versi, in cui viene affermata l'idea principale della poesia. b) Dal 5 al 20; In questi versi il poeta esprime la stessa idea in tre modi diversi, ovvero che stava cercando di trovare un canale per raggiungere la sua amata, ma lei non opponeva alcuna resistenza o ostacolo. c) Gli ultimi cinque, in cui, sulla base di due domande retoriche, il poeta confessa che gli era impossibile raggiungere la sua amata. Commento: La poesia è indirizzata a una 2a persona singolare, che, immaginiamo, è la persona amata dal poeta. Appaiono solo l'“io” poetico e il “tu” dell'amato, come vedremo più avanti in “La voce a te dovuta” (vivere nei pronomi). Si inizia con il paradosso su cui si basa l'idea principale della poesia: la sua amata aveva un'anima così pura, così aperta, che lui, però, non riusciva ad accedervi. Nel versetto 4 usa il verbo “entrare” in forma pronominale, “entrare in me” invece di “entrare” (quest’ultimo è di uso comune) per evidenziare l’idea di entrare, penetrare. Questi quattro versi iniziano e finiscono con la parola “anima”. D'altronde in tutta la poesia si fa riferimento ad un percorso e ad ostacoli (muri, ecc.) per raggiungere l'anima dell'amato, quindi possiamo considerarla una metafora. Nella seconda parte esprime tre volte la stessa idea; che cercava un accesso per raggiungere la sua amata, ma la sua amata non aveva barriere, non opponeva alcuna resistenza. Dal 5 al 9, dal 10 al 15 e dal 16 al 20. Esiste quindi un certo parallelismo. In tutti e tre i casi inizia con un verbo all’indefinito: “ho cercato”, “ho preparato”, “ti ho cercato” e nelle tre parti c’è contrasto, nel primo caso (stretto, alto, difficile/largo) senza collegamento avversativo, pochi puntini di sospensione, nel secondo (alto, alto/senza guardia, terra battuta o staccionata) e nel terzo (stretto/franco) attraverso la congiunzione “ma”. estaba sin guarda de tapial ni cerca. Te busqué la puerta estrecha del alma, pero no tenía, de franca que era, entradas tu alma. ¿En dónde empezaba? ¿Acababa, en dónde? Me quedé por siempre sentado en las vagas lindes de tu alma era senza guardia di fango o addirittura vicino. Ti ho cercato la porta stretto dell'anima, Ma non avevo, quanto era sincera, entra nella tua anima. Dove è iniziato? È finita dove? Sono rimasto per sempre seduti sui vicoli confini della tua anima 45 Linguaggio e Stile Il linguaggio di Altolaguirre è semplice ma evocativo, pieno di immagini naturali e simboli che arricchiscono il significato del testo. L'uso della ripetizione (ad esempio, "Tus palabras") e delle metafore crea una sensazione di intimità e profondità emotiva. Messaggio Il messaggio centrale della poesia è il potere trasformativo delle parole. Le parole, quando provengono dall'anima, hanno la capacità di confortare, di far crescere bellezza e di lasciare un'impronta duratura nell'anima di chi le riceve. Questo mette in luce l'importanza di una comunicazione sincera e profonda, capace di trascendere la mera superficie linguistica per toccare le profondità dell'essere umano. Conclusione "Tus Palabras" di Manuel Altolaguirre è una celebrazione della forza e della bellezza del linguaggio. Attraverso immagini potenti e simboli ricchi, il poeta ci invita a riflettere sul valore delle parole e sul loro potere di guarire e trasformare l'anima umana. CONCHA MÉNDEZ VIVA A VIDA RECUERDO DE SOMBRAS Sobre la vlanca almohada más allá del deseo, sobre la blanca noche, soble el blanci silencio, sobre nosotros musmos, las almas en su encuentro. Sobre mi frente erguido el exacto momento, dices que en una sombra vives en mi recuerdo. Síntesis de las horas. Tú y yo en movimiento luchando vida a vida, gozando cuerpo a cuerpo. Dices que en estas sombras vives en mi recuerdo, y son las mismas sombras que están en mí viviendo. MEMORIA DELLE OMBRE Sul cuscino bianco oltre il desiderio, nella notte bianca, sul silenzio bianco, di noi muscoli, le anime nel loro incontro. Sulla mia fronte dritta il momento esatto, lo dici nell'ombra vivi nella mia memoria. Sintesi delle ore. Tu ed io in movimento lottando vita per vita, godendosi corpo a corpo. Lo dici in queste ombre vivi nella mia memoria, e sono le stesse ombre che vivono in me. 46 ANALISI "Memoria delle ombre" è una poesia che evoca immagini di intimità e connessione profonda tra due persone. Ecco una breve analisi delle sue sezioni principali: Stanza 1 ``` Sul cuscino bianco oltre il desiderio, nella notte bianca, sul silenzio bianco, di noi muscoli, le anime nel loro incontro. ``` Questa stanza dipinge un'immagine di purezza e calma, utilizzando il "bianco" per evocare un senso di tranquillità e pace. Il "cuscino bianco" e la "notte bianca" suggeriscono un ambiente notturno e intimo. I muscoli e le anime che si incontrano sottolineano sia la connessione fisica che quella spirituale tra i due amanti. Stanza 2 ``` Sulla mia fronte dritta il momento esatto, lo dici nell'ombra vivi nella mia memoria. ``` Qui si parla di un momento preciso, significativo, che rimane impresso nella memoria. "Lo dici nell'ombra" e "vivi nella mia memoria" suggeriscono che le parole e i momenti condivisi persistono anche quando non sono visibili, risiedendo nei ricordi. Stanza 3 ``` Sintesi delle ore. Tu ed io in movimento lottando vita per vita, godendosi corpo a corpo. ``` La "sintesi delle ore" riflette una condensazione del tempo passato insieme, dove ogni momento è significativo. "Tu ed io in movimento" indica dinamismo e vitalità nella relazione, mentre "lottando vita per vita" e "godendosi corpo a corpo" rappresentano sia la lotta che il piacere fisico e vitale del loro legame. Stanza 4 ``` Lo dici in queste ombre vivi nella mia memoria, e sono le stesse ombre che vivono in me. ``` Questa stanza finale collega il concetto delle ombre ai ricordi e all'esperienza interiore. Le ombre sono sia le parole pronunciate che i momenti vissuti, che rimangono impressi nella memoria e continuano a vivere dentro la persona. 47 Temi principali - **Intimità e connessione**: La poesia esplora la vicinanza fisica e spirituale tra due persone. - **Memoria e ricordi**: Viene enfatizzata l'importanza dei ricordi e di come le esperienze passate continuano a vivere dentro di noi. - **Contrasto tra luce e ombra**: L'uso del "bianco" e delle "ombre" crea un contrasto che sottolinea la dualità tra presenza e assenza, visibile e invisibile. Conclusione "Memoria delle ombre" è una riflessione poetica sulla bellezza dell'incontro umano, che lascia tracce indelebili nella memoria e nell'anima. La poesia celebra l'intimità e l'intensità delle esperienze condivise, che perdurano come ombre viventi nei ricordi. CONCHA MÉNDEZ LA PESCADORA No quiero la pipa curva, ni tu pañuelo bordado, ni las rosas –los domingosni el cestillo con pescado. Y, marcharé de este puerto hacia otro puerto distante para que decir no puedas: -¡La pescadora es mi amante! Non voglio il tubo curvo, né il tuo fazzoletto ricamato, né le rose – la domenica, né il cesto con i pesci. E lascerò questo porto verso un altro porto lontano in modo che tu non possa dire: -La pescatrice è la mia amante! ANALISI Struttura e Forma Il poema è composto da un'unica strofa con un ritmo fluido e una struttura semplice. Utilizza un linguaggio diretto e chiaro, con immagini concrete che evocano la vita quotidiana e le relazioni umane. Temi e Contenuto Rifiuto e Autonomia: La protagonista del poema esprime un chiaro rifiuto di determinati simboli e gesti che rappresentano una relazione amorosa tradizionale. Non vuole la "pipa curva", il "tuo fazzoletto ricamato", le "rose - le domeniche" né il "cestino con pesce". Questi oggetti simbolizzano i gesti romantici convenzionali che lei non desidera. Indipendenza e Libertà: Il desiderio di partire da questo porto verso "un altro porto lontano" rappresenta la sua aspirazione all'indipendenza e alla libertà. Non vuole essere definita o posseduta come "l'amante del pescatore". Vuole essere libera di vivere la propria vita senza essere legata a una relazione che la definisce. Immagini e Simbolismo Pipa curva e fazzoletto ricamato: Simboli di un amore romantico ma forse possessivo o tradizionale che la protagonista rifiuta. Rose e cestino con pesce: Simboli di gesti affettuosi e della vita domestica che lei non desidera accettare. Porto e altro porto distante: Il porto rappresenta il luogo attuale, forse limitante, mentre "l'altro porto distante" simboleggia nuove possibilità, libertà e un futuro sconosciuto ma desiderato. 50 - Paura e Perdita Il poeta esprime la paura di perdere la bellezza e la meraviglia degli occhi dell'amato e il suono della sua voce. Questa paura di perdita è una costante nel sonetto e riflette una profonda insicurezza e vulnerabilità. - Solitudine e Sofferenza Lorca utilizza immagini di solitudine e sofferenza per esprimere il suo stato emotivo. La metafora del "tronco sin ramas" (tronco senza rami) suggerisce un senso di incompiutezza e mancanza di vitalità. Inoltre, la mancanza di "la flor, pulpa o arcilla" per il "gusano de mi sufrimiento" indica una sofferenza che consuma dall'interno. - Amore e Possesso Il poeta vede l'amato come un "tesoro oculto" (tesoro nascosto) e una "cruz y mi dolor mojado" (croce e il mio dolore bagnato), sottolineando la dualità dell'amore come fonte di piacere e sofferenza. Il sentimento di possesso e la sottomissione sono evidenti nel verso "si soy el perro de tu señorío" (se sono il cane del tuo dominio). Immagini e Simbolismo "Ojos de estatua" (Occhi di statua) Gli occhi dell'amato sono paragonati a quelli di una statua, suggerendo bellezza, immobilità e forse un certo distacco emotivo. "La solitaria rosa de tu aliento" (La solitaria rosa del tuo respiro) Questa immagine poetica evoca un senso di delicatezza e intimità, con il respiro dell'amato che viene visto come qualcosa di prezioso e unico. "Hojas de mi otoño enajenado" (Foglie del mio autunno alienato) Le foglie d'autunno rappresentano il declino e la transitorietà, mentre l'autunno alienato suggerisce una separazione dalla vitalità e dalla gioia. Conclusione "Soneto de la dulce queja" di Federico García Lorca è una poesia intensa che esplora la complessità delle emozioni legate all'amore, tra bellezza e sofferenza, desiderio e paura di perdita. Lorca utilizza un linguaggio ricco di immagini e simbolismo per esprimere la profondità dei suoi sentimenti, creando un sonetto che risuona con chiunque abbia sperimentato la dolce sofferenza dell'amore. 51 FEDERICO GARCÍA LORCA SONETO DE LA GUIRNALDA DE ROSAS ANALISI Questa è un'altra poesia intensamente evocativa e piena di emozioni contrastanti, che esplora temi di amore, sofferenza e la mortalità. Qui di seguito trovi un'analisi dettagliata: Struttura e Linguaggio La poesia non segue una struttura rigida, come nel caso di un sonetto, ma è composta da versi liberi che creano un flusso di immagini e sentimenti intensi. Il linguaggio è ricco e simbolico, pieno di immagini vivide e spesso contrastanti. Temi Principali - Amore e Morte Il tema centrale della poesia è il rapporto tra amore e morte. Il poeta si sente in bilico tra la vita e la morte, desiderando la vicinanza dell'amato mentre percepisce l'ombra della morte che si avvicina ("l'ombra mi offusca la gola"). Questa dualità è sottolineata dal contrasto tra la luce e l'ombra, il canto e il gemito. - Urgenza e Disperazione C'è un senso di urgenza e disperazione che pervade tutta la poesia. Il poeta implora l'amato di agire rapidamente ("Presto!"), consapevole che il tempo è limitato e che la loro unione potrebbe essere distrutta dalla morte imminente. - Natura e Simbolismo La natura gioca un ruolo importante nella poesia, con immagini di stelle, piante, anemoni e ruscelli che creano un paesaggio vibrante ma anche pieno di lamenti e dolore. Questi elementi naturali riflettono lo stato emotivo del poeta e l'intensità del suo amore e sofferenza. Analisi delle Singole Parti Prima Sezione ¡Esa guirnalda! ¡pronto! ¡que me muero! ¡Teje deprisa! ¡canta! ¡gime! ¡canta!, que la sombra me enturbia la garganta y otra vez viene y mil la luz de enero. Entre lo que me quieres y te quiero, aire de estrellas y temblor de planta espesura de anémonas levanta con oscuro gemir un año entero. Goza el fresco paisaje de mi herida, quiebra juncos y arroyos delicados, bebe en muslo de miel sangre vertida. ¡Pero pronto!, que unidos, enlazados, boca rota de amor y alma mordida, el tiempo nos encuentre destrozados. Quella ghirlanda! Presto! Sto morendo! Lavora velocemente! canta! gemito! canta!, che l'ombra mi offusca la gola e ancora la luce di gennaio arriva e mille. Tra ciò che mi ami e ciò che ti amo, aria di stelle e tremore di piante si alza un boschetto di anemoni con cupi lamenti per un anno intero. Goditi il fresco paesaggio della mia ferita, spezza canne e ruscelli delicati, beve il sangue versato sulla coscia color miele. Ma presto!, che uniti, legati, bocca rotta dall'amore e anima morsa, Il tempo ci trova distrutti. 52 ``` Quella ghirlanda! Presto! Sto morendo! Lavora velocemente! canta! gemito! canta!, che l'ombra mi offusca la gola e ancora la luce di gennaio arriva e mille. `` Il poeta inizia con un'esclamazione urgente, invocando la ghirlanda, simbolo di bellezza e mortalità. La richiesta di lavorare velocemente, cantare e gemere riflette la disperazione e l'urgenza della situazione, con l'ombra della morte che incombe e la luce della vita ancora presente ma fragile. Seconda Sezione ``` Tra ciò che mi ami e ciò che ti amo, aria di stelle e tremore di piante si alza un boschetto di anemoni con cupi lamenti per un anno intero. ``` Questi versi descrivono l'amore reciproco tra il poeta e l'amato, situato in un paesaggio naturale di stelle e piante tremanti. Il "boschetto di anemoni" simbolizza bellezza e fragilità, e i "cupi lamenti" suggeriscono dolore e sofferenza persistenti. Terza Sezione ``` Goditi il fresco paesaggio della mia ferita, spezza canne e ruscelli delicati, beve il sangue versato sulla coscia color miele. `` Il poeta invita l'amato a godere della sua sofferenza, descrivendo la sua ferita come un "paesaggio fresco". La rottura delle canne e dei ruscelli delicati evoca un'immagine di distruzione e perdita di innocenza. Il "sangue versato sulla coscia color miele" mescola sensualità e violenza, riflettendo l'intensità del loro amore e dolore. Quarta Sezione ``` Ma presto!, che uniti, legati, bocca rotta dall'amore e anima morsa, Il tempo ci trova distrutti. ``` La conclusione sottolinea l'urgenza di unirsi e legarsi prima che il tempo li distrugga. La "bocca rotta dall'amore" e "anima morsa" indicano che l'amore è così intenso da causare ferite fisiche e spirituali. La distruzione finale suggerisce che, nonostante la loro unione, il tempo e la morte inevitabilmente li separeranno. Conclusione Questa poesia di Federico García Lorca è un'esplorazione profonda e intensa dell'amore, della sofferenza e della mortalità. Utilizzando un linguaggio ricco di immagini naturali e simboliche, Lorca cattura la complessità delle emozioni umane, creando un'opera che è sia bella che dolorosa. La tensione tra l'urgenza della vita e l'inevitabilità della morte permea il testo, offrendo una riflessione potente e struggente sulla natura dell'amore e della perdita. 55 FEDERICO GARCÍA LORCA AY, VOZ SECRETA DEL AMOR OSCURO ANALISI Struttura e Metrica La poesia è composta da 14 versi endecasillabi, distribuiti in due quartine e due terzine, seguendo la forma classica del sonetto. Il ritmo è accentuato dai numerosi esclamativi che conferiscono al testo un tono drammatico e appassionato. Temi Principali - Amore e Sofferenza Il tema centrale è l'amore oscuro e segreto, che porta con sé sofferenza e angoscia. L'amore viene personificato come una voce segreta e dolorosa che causa ferite emotive e mentali. - Paradossi e Contrasti La poesia è ricca di paradossi e contrasti, come "balido sin lanas" (belato senza lana) e "corriente sin mar, ciudad sin muro" (corrente senza mare, città senza muro), che evidenziano la natura conflittuale e complessa dell'amore. - Natura e Soprannaturale Le immagini naturali, come "camelia hundida" (camelia affondata) e "lirio maduro" (giglio maturo), si mescolano a elementi soprannaturali e mitici, come "montaña celestial de angustia erguida" (montagna celestiale di angoscia eretta), creando un'atmosfera surreale e intensa. Analisi delle Singole Parti Prima Quartina ¡Ay, voz secreta del amor oscuro! ¡Ay, balido sin lanas! ¡Ay, herida! ¡Ay, aguja de hiel, camelia hundida! ¡Ay, corriente sin mar, ciudad sin muro! ¡Ay, voz secreta del amor oscuro! ¡Ay, balido sin lanas! ¡Ay, herida! ¡Ay, aguja de hiel, camelia hundida! ¡Ay, corriente sin mar, ciudad sin muro! ¡Ay, noche inmensa de perfil seguro, montaña celestial de angustia erguida! ¡Ay, perro en corazón, voz perseguida! ¡silencio sin confín, lirio maduro! Huye de mí, caliente voz de hielo, no me quieras perder en la maleza donde sin fruto gimen carne y cielo. Deja el duro marfil de mi cabeza, apiádate de mí, ¡rompe mi duelo! ¡que soy amor, que soy naturaleza! Oh, voce segreta dell'amore oscuro! Oh, belare senza lana! Oh, ferita! Oh, ago di fiele, camelia affondata! Oh, ruscello senza mare, città senza mura! Oh, notte immensa dal profilo sicuro, eretta montagna celeste d'angoscia! Oh, cane nel cuore, voce perseguitata! Silenzio infinito, giglio maturo! Fuggi da me, calda voce di ghiaccio, non voglio perdermi tra le erbacce dove la carne e il cielo gemono senza frutto. Lascia il duro avorio della mia testa, abbi pietà di me, spezza il mio dolore! che sono amore, che sono natura! 56 Il poeta esprime il lamento per una voce segreta dell'amore oscuro. Ogni verso inizia con un'esclamazione, enfatizzando la sofferenza. Il "balido sin lanas" suggerisce un grido inutile e spoglio, mentre la "aguja de hiel" (ago di fiele) e la "camelia hundida" evocano dolore e bellezza distrutta. La "corriente sin mar" e la "ciudad sin muro" rappresentano situazioni incomplete o impossibili. Seconda Quartina ¡Ay, noche inmensa de perfil seguro, montaña celestial de angustia erguida! ¡Ay, perro en corazón, voz perseguida! ¡silencio sin confín, lirio maduro! L'immagine della "noche inmensa de perfil seguro" (notte immensa di profilo sicuro) evoca un senso di vastità e stabilità nella sofferenza. La "montaña celestial de angustia erguida" rappresenta una grande angoscia elevata come una montagna. Il "perro en corazón" simboleggia fedeltà e dolore interiorizzato, mentre il "silencio sin confín" (silenzio senza confini) e il "lirio maduro" combinano elementi di purezza e maturità con una sofferenza silente. Prima Terzina Huye de mí, caliente voz de hielo, no me quieras perder en la maleza donde sin fruto gimen carne y cielo. Il poeta implora la "caliente voz de hielo" (calda voce di ghiaccio) di allontanarsi. Questa immagine paradossale suggerisce una voce che è emotivamente fredda ma intensamente sentita. La richiesta di non essere perso nella "maleza" (boscaglia) rappresenta il desiderio di evitare un luogo di confusione e infertilità emotiva, dove "carne y cielo" (carne e cielo) gemono senza frutto. Seconda Terzina Deja el duro marfil de mi cabeza, apiádate de mí, ¡rompe mi duelo! ¡que soy amor, que soy naturaleza! Lorca chiede di essere lasciato libero dal "duro marfil de mi cabeza" (duro avorio della mia testa), simbolo di pensieri rigidi e sofferenza mentale. Implora misericordia e la fine del suo dolore, affermando la sua identità come amore e natura, indicando una connessione profonda con le forze vitali. Conclusione "¡Ay, voz secreta del amor oscuro!" di Federico García Lorca è un potente sonetto che esplora l'amore come una forza dolorosa e complessa. Utilizzando un linguaggio ricco di immagini paradossali e simboliche, Lorca crea una poesia intensa che riflette la dualità dell'amore, capace di causare sia bellezza che sofferenza. La struttura del sonetto e l'uso di esclamazioni rafforzano l'urgenza emotiva del testo, rendendolo una meditazione profonda sulle sfide dell'amore segreto e tormentato. 57 FEDERICO GARCÍA LORCA EL POETA HABLA POR TELÉFONO CON EL AMOR Tu voz regó la duna de mi pecho en la dulce cabina de madera. Por el sur de mis pies fue primavera y al norte de mi frente flor de helecho. Pino de luz por el espacio estrecho cantó sin alborada y sementera y mi llanto prendió por vez primera coronas de esperanza por el techo. Dulce y lejana voz por mí vertida. Dulce y lejana voz por mí gustada. Lejana y dulce voz amortecida. Lejana como oscura corza herida. Dulce como un sollozo en la nevada. ¡Lejana y dulce en tuétano metida! La tua voce innaffiava la duna del mio petto nella dolce cabina di legno. A sud dei miei piedi era primavera e a nord della mia fronte un fiore di felce. Pino chiaro attraverso lo spazio stretto cantava senza alba e senza semina e il mio pianto ha preso piede per la prima volta corone di speranza sul soffitto. Voce dolce e lontana da me sprigionata. La voce dolce e distante mi piaceva. Voce distante e dolce ovattata. Distante come un cervo scuro ferito. Dolce come un singhiozzo nella neve. Lontano e dolce nel midollo! ANALISI Struttura e Metrica La poesia sembra seguire una struttura di sonetto con 14 versi endecasillabi, suddivisi in due quartine e due terzine. Lo schema di rime è ABBA ABBA CDE CDE, il che è tipico dei sonetti. Lorca utilizza la metrica classica per esprimere sentimenti profondi e contrastanti attraverso immagini poetiche e simboliche. Temi Principali - La Voce e la Natura La voce dell'amato è un tema centrale, personificata come una forza che ha un impatto tangibile sul poeta. Questa voce è paragonata a elementi naturali come la "duna", la "primavera" e il "helecho" (felce), suggerendo che ha il potere di trasformare il paesaggio interiore del poeta. - Dualità di Dolore e Speranza La poesia esplora la dualità del dolore e della speranza, evocata attraverso immagini contrastanti. La voce è descritta come "dulce y lejana" (dolce e lontana), e al contempo come una "oscura corza herida" (oscura cerva ferita), combinando così dolcezza e sofferenza. - Lontananza e Intimità Lontananza e intimità sono temi ricorrenti. La voce è fisicamente distante, ma il suo impatto è profondamente sentito nel "tuétano" (midollo) del poeta, suggerendo una connessione emotiva intensa nonostante la separazione fisica. Analisi delle Singole Parti Prima Quartina Tu voz regó la duna de mi pecho en la dulce cabina de madera. Por el sur de mis pies fue primavera 60 Seconda Strofa Caballito negro, ¿dónde llevas tu jinete muerto? Il cavallo nero, che trasporta un cavaliere morto, è una figura inquietante. Questa domanda retorica sottolinea il mistero e l'inevitabilità del destino del cavaliere. Terza Strofa Las duras espuelas del bandido inmóvil que perdió las riendas. Le speroni dure del bandito immobile che ha perso le redini indicano la perdita di controllo e l'accettazione del destino. Il cavaliere è ormai un passeggero passivo nel viaggio della morte. Quarta Strofa Caballito frío, ¡qué perfume de flor de cuchillo! Il "caballito frío" (cavallo freddo) suggerisce la morte. Il "perfume de flor de cuchillo" (profumo di fiore di coltello) è un'immagine violenta e poetica che combina la bellezza con la mortalità, suggerendo che la morte ha un'attrazione sinistra. Quinta Strofa En la luna negra sangraba el costado de Sierra Morena. La "luna negra" che illumina il fianco sanguinante di Sierra Morena crea un'immagine vivida di sofferenza e morte nel paesaggio. Questo rafforza l'atmosfera cupa e fatalistica della poesia. Sesta Strofa Caballito negro, ¿dónde llevas tu jinete muerto? La ripetizione della domanda enfatizza il mistero e l'inevitabilità del destino del cavaliere. Settima Strofa ¡Oh, la dura acera! ¡Oh, el frío jinete! ¡Oh, el caballo de la muerte! 61 L'uso dell'interiezione "¡Oh!" sottolinea l'intensità emotiva e la gravità della situazione. La "dura acera" (dura strada), il "frío jinete" (cavaliere freddo) e il "caballo de la muerte" (cavallo della morte) sono immagini potenti che evocano un viaggio inesorabile verso la morte. Conclusione "Canción de jinete" di Federico García Lorca è una poesia potente e evocativa che utilizza immagini forti e simbolismo per esplorare temi di morte, destino e paesaggio. La figura del cavallo nero e del cavaliere morto rappresenta la morte come un viaggio inevitabile e ineluttabile, radicato profondamente nella cultura e nel paesaggio spagnolo. La struttura libera e ripetitiva della poesia contribuisce a creare un'atmosfera di tensione e mistero, rendendo l'opera una riflessione profonda e affascinante sulla mortalità e il destino. ANALISI 2 “Canción del jinete” ha una struttura circolare, con un estribillo di due versi brevi che apre e chiude la poesia, una tecnica molto ricorrente nel canto flamenco. Questo ritornello è anche semanticamente molto significativo visto che racchiude già il nucleo tematico della poesia: Cordoba, la meta finale che il cavaliere non riuscirà mai a raggiungere. Però non è facile discernere il tema di questa lirica. Il contesto enunciativo ci dice che c’è un soggetto emittente che usa la prima persona, un soggetto che pronuncia frasi che non ci raccontano nulla di ben definito. Il contesto lo dobbiamo suppore: il titolo ci dice che è “La canzone del cavaliere”, quindi capiamo che chi parla, o meglio, chi canta è un cavaliere. Ed il suo canto è un lamento, il lamento di un cavaliere che si sta recando a Cordoba e che presagisce che mai ci arriverà perché la morte lo sta aspettando. Non sappiamo nient’altro. È come se ci trovassimo di fronte ad un piccolo frammento di una storia di cui non sappiamo l’inizio e non sappiamo la fine: il frammento che riporta il triste canto del cavaliere e che per forza di cose rimane decontestualizzato. Nelle sue parole non ci può essere descrittivismo: non avrebbe senso, lui sa e non ha bisogno di spiegare il come ed il perché nel suo lamento. Non essendoci descrittivismo le immagini e gli oggetti evocati nel canto rispondono ad una logica emotiva. La cavalla e la luna, ad esempio, non appaiono nel testo con il fine di darci delle coordinate descrittive ma come oggetti portatori ed evocatori di una forte carica emotiva per chi sta parlando: sono interiorizzate, vissute, impregnate dei sentimenti di chi parla. Sono dei simboli che evocano emozioni. Ciò che la sua voce ci dice di lui è un groviglio di sentimenti oscuri: la paura, l’ansia racchiusa in presagi nefasti, il dolore per la morte che lo aspetta. Il motivo di questo lamento rimane fuori dalla storia, allo stesso modo in cui spesso la versione di un romance tradizionale è conservata in modo frammentario. Ma in Lorca tutto ciò è intenzionale: gli interessava dare voce alla pena negra, il dolore oscuro, senza spiegazioni, dell’Andalusia. Dal punto di vista della forma si possono notare a prima vista o, meglio, fin da un primo ascolto le forme di ripetizione e di parallelismo che danno un ritmo molto marcato a questa poesia. 62 FEDERICO GARCÍA LORCA LUCÍA MARTÍNEZ Lucía Martínez. Umbría de seda roja. Tus muslos como la tarde van de la luz a la sombra. Los azabaches recónditos oscurecen tus magnolias. Aquí estoy, Lucía Martínez. Vengo a consumir tu boca y a arrastrarle del cabello en madrugada de conchas. Porque quiero, y porque puedo. Umbría de seda roja. Lucia Martinez. Paralume in seta rossa. Alle tue cosce piace il pomeriggio Passano dalla luce all'ombra. I getti nascosti Oscurano le tue magnolie. Eccomi, Lucia Martínez. Vengo a consumare la tua bocca e trascinarlo per i capelli al primo mattino delle conchiglie. Perché voglio e perché posso. Paralume in seta rossa. ANALISI Struttura e Metrica La poesia è composta da versi liberi, senza una struttura metrica rigida o uno schema di rime specifico. Lorca utilizza una ripetizione deliberata di alcune immagini e frasi per creare una forte coesione tematica e un ritmo interno. Temi Principali - Sensualità e Desiderio La poesia è intensamente sensuale e carica di desiderio. Lorca descrive il corpo di Lucía Martínez con immagini evocative, paragonando i suoi muscoli alla transizione tra luce e ombra del tramonto. Questa alternanza di luce e ombra rappresenta il dualismo del desiderio e dell'intimità. - Dominio e Possesso Il linguaggio utilizzato suggerisce una dinamica di dominio e possesso. Frasi come "vengo a consumir tu boca" e "arrastrarle del cabello" evocano un senso di controllo e potere, indicando una relazione passionale e forse conflittuale. - Natura e Femminilità Lorca utilizza immagini naturali per descrivere la bellezza di Lucía Martínez, come "los azabaches recónditos" (neri nascosti) e "tus magnolias" (le tue magnolie). Queste metafore floreali e naturali esaltano la femminilità della protagonista, inserendola in un contesto di bellezza naturale e misteriosa. Analisi delle Singole Parti Prima Strofa Lucía Martínez. Umbría de seda roja. La poesia si apre con il nome della protagonista, seguito dalla descrizione "umbría de seda roja" (ombra di seta rossa). Questa immagine crea un'aura di mistero e sensualità intorno a Lucía, suggerendo sia bellezza che segretezza. 65 Immagini e simboli Chitarra: Simbolo di vita, arte, e cultura. Indica il desiderio del poeta di portare con sé ciò che più amava. Naranjos y hierbabuena: Simboli della natura rigogliosa e della vita che continua, evocano un senso di rinnovamento e di speranza. Veleta: La banderuola suggerisce un desiderio di libertà e leggerezza, di essere parte del ciclo naturale dei venti. Conclusione "Memento" di Federico García Lorca è una poesia che, attraverso una riflessione sulla morte, celebra la vita e la bellezza della natura. Lorca esprime un desiderio di semplicità e umiltà nella sua morte, trovando conforto nell'idea di essere ricordato attraverso i simboli che definivano la sua esistenza: la musica, la natura e una connessione profonda con la terra. La poesia ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la mortalità e il modo in cui desideriamo essere ricordati. FEDERICO GARCÍA LORCA ROMANCE DE LA LUNA LUNA La luna vino a la fragua con su polisón de nardos. El niño la mira mira. El niño la está mirando. En el aire conmovido mueve la luna sus brazos y enseña, lúbrica y pura, sus senos de duro estaño. Huye luna, luna, luna. Si vinieran los gitanos, harían con tu corazón collares y anillos blancos. Niño déjame que baile. Cuando vengan los gitanos, te encontrarán sobre el yunque con los ojillos cerrados. Huye luna, luna, luna, que ya siento sus caballos. Niño déjame, no pises, mi blancor almidonado. El jinete se acercaba tocando el tambor del llano. Dentro de la fragua el niño, tiene los ojos cerrados. La luna venne alla fucina con il suo trambusto di tuberosa. Il ragazzo la guarda. Il ragazzo la sta guardando. Nell'aria mossa la luna muove le sue braccia e insegna, lubrico e puro, i suoi seni di duro stagno. Fuggi luna, luna, luna. Se venissero gli zingari, faresti con il tuo cuore collane e anelli bianchi. Bambina, lasciami ballare. Quando arrivano gli zingari, Ti troveranno sull'incudine con gli occhi chiusi. Fuggi luna, luna, luna, Sento già i loro cavalli. Bambina, lasciami, non calpestare, il mio candore inamidato. Il cavaliere si stava avvicinando suonando il tamburo della pianura. Dentro la fucina il bambino, Ha gli occhi chiusi. 66 Por el olivar venían, bronce y sueño, los gitanos. Las cabezas levantadas y los ojos entornados. ¡Cómo canta la zumaya, ay como canta en el árbol! Por el cielo va la luna con el niño de la mano. Dentro de la fragua lloran, dando gritos, los gitanos. El aire la vela, vela. el aire la está velando Attraverso l'oliveto vennero, bronzo e sogno, gli zingari. Teste sollevate e gli occhi socchiusi. Come canta lo zumaya, Oh, come canta sull'albero! La luna attraversa il cielo con il bambino per mano. Dentro la fucina piangono, gridando, gli zingari. L'aria naviga, naviga. l'aria la vela ANALISI Struttura e Forma Il poema è composto da tre strofe di lunghezza variabile, scritte in versi liberi. Utilizza ripetizioni e parallelismi per creare un ritmo incalzante e una musicalità che riflettono l'atmosfera drammatica e onirica del testo. Temi e Contenuto - Luna e Misticismo La luna è personificata e descritta con dettagli sensuali e ambigui, come il "polisón de nardos" e i "senos de duro estaño". La luna rappresenta un'entità magica e pericolosa che si avvicina alla fragua. - Innocenza e Pericolo Il bambino rappresenta l'innocenza e la vulnerabilità. La sua interazione con la luna è carica di tensione, poiché la luna stessa avverte il pericolo imminente: "Huye luna, luna, luna. Si vinieran los gitanos..." - Destino e Morte La presenza dei gitani e il loro avvicinamento rappresentano una minaccia. La luna predice il tragico destino del bambino, che verrà trovato "sobre el yunque con los ojillos cerrados". Immagini e Simbolismo Luna: La luna è un simbolo ricorrente nel folklore e nella poesia, spesso associata a mistero, magia e femminilità. Qui, è sia seducente che pericolosa, con i suoi "senos de duro estaño". Gitani: I gitani rappresentano una forza esterna e minacciosa. Sono descritti come figure oniriche, che avanzano "bronce y sueño". Fragua: La fragua, o forgia, è un luogo di trasformazione e creazione, ma anche di pericolo. È il palcoscenico del dramma. Zumaya: Il canto della zumaya, un uccello notturno, è un presagio di morte. Il suo canto nel poema sottolinea la fatalità della situazione. Caballos: I cavalli dei gitani rappresentano l'avvicinarsi inesorabile del pericolo e della morte. 67 Tono e Atmosfera Il tono del poema è intensamente drammatico e carico di tensione. L'atmosfera è onirica e inquietante, con un senso di inevitabilità e destino tragico. Le immagini sensuali della luna contrastano con l'innocenza del bambino e la minaccia dei gitani. Conclusione Il poema utilizza una ricca simbologia e immagini potenti per esplorare temi di innocenza, pericolo e destino. La personificazione della luna e la presenza dei gitani creano una narrazione avvincente e tragica. La ripetizione di frasi e il ritmo musicale contribuiscono a un senso di ineluttabilità, mentre le descrizioni vivide e oniriche coinvolgono il lettore in un mondo di misticismo e dramma. FEDERICO GARCÍA LORCA ROMANCE SONÁMBULO 70 FEDERICO GARCÍA LORCA VUELA DE PASEO Asesinado por el cielo. Entre las formas que van hacia la sierpe y las formas que buscan el cristal, dejaré crecer mis cabello. Con el árbon de muñones que no canta y el niño con el blanco rostro de huevo. Con los animalitos de cabeza rota y el agua harapienta de los pies secos. Con todo lo que tiene cansacio sordomudo y mariposa ahogada en el tintero. Tropezando con mi rostro distinto de cada día. ¡Asesinado por el cielo! Ucciso dal cielo. Tra le forme che vanno incontro al serpente e le forme che cercano il vetro, Lascerò crescere i miei capelli. Con l'albero di ceppi che non canta e il ragazzo con la faccia bianca d'uovo. Con gli animaletti con la testa rotta e l'acqua frastagliata dei piedi asciutti. Con tutto quello che ha, una stanchezza sorda e la farfalla annegò nel calamaio. Inciampando ogni giorno sul mio volto diverso. Ucciso dal cielo! ANALISI Struttura e Forma Il poema è breve e non segue una struttura metrica fissa, ma utilizza immagini forti e simboliche per evocare emozioni intense. Lorca, conosciuto per il suo stile surrealista e le sue immagini potenti, crea un'opera che sembra un sogno o un incubo, pieno di simbolismo e significati nascosti. Temi Principali - Morte e Violenza: Il poema si apre e si chiude con l'immagine della morte: "Asesinado por el cielo." Questa frase suggerisce una violenza che viene dall'alto, forse simbolica di un destino ineluttabile o di una sofferenza inflitta da forze superiori e incomprensibili. - Degrado e Dolore: Le immagini di animali con "cabeza rota," l'acqua "harapienta" e la "mariposa ahogada" evocano un mondo di degrado e sofferenza. Queste immagini rappresentano un universo in rovina, dove tutto è danneggiato e stanco. - Alienazione e Identità: La frase "Tropezando con mi rostro distinto de cada día" suggerisce un senso di alienazione e la difficoltà di riconoscersi. Questo cambiamento costante del volto può rappresentare l'instabilità dell'identità e la lotta interna del poeta. Immagini e Simbolismo Cielo: Il cielo, solitamente simbolo di purezza e altezza spirituale, qui è associato a morte e violenza. L'immagine del "asesinado por el cielo" ribalta le aspettative tradizionali e crea un senso di disorientamento. Sierpe e Cristal: La sierpe (serpente) e il cristallo possono rappresentare forze opposte o percorsi di vita divergenti. La sierpe è spesso associata a pericolo e inganno, mentre il cristallo può simboleggiare chiarezza e purezza. 71 Árbol de muñones: L'albero dei moncherini che non canta è un'immagine di mutilazione e silenzio, suggerendo un'interruzione della vita e della vitalità. Niño con rostro de huevo: Il bambino con il volto bianco come un uovo evoca un'immagine di fragilità e vulnerabilità, associata a un'infanzia non protetta o corrotta. Animales con cabeza rota: Gli animali con la testa rotta rappresentano innocenza distrutta e sofferenza senza senso. Mariposa ahogada: La farfalla annegata nell'inchiostro simboleggia la creatività e la bellezza soffocate o intrappolate, un'immagine potente per un poeta. Tono e Atmosfera Il tono del poema è oscuro e doloroso, con un senso di disperazione e alienazione. L'atmosfera è carica di immagini surreali e disturbanti, che creano un effetto di disorientamento e angoscia. Conclusione Federico García Lorca, con il suo stile unico, crea in questo poema un mondo pieno di immagini potenti e simboliche. I temi di morte, degrado, dolore e alienazione sono esplorati attraverso metafore e simboli che evocano un profondo senso di disorientamento e sofferenza. La ripetizione della frase "Asesinado por el cielo" incornicia il poema con un senso di violenza e inevitabilità, rendendolo un'opera potente e inquietante. FEDERICO GARCÍA LORCA GRITO HACIA ROMA Manzanas levemente heridas por finos espadines de plata, nubes rasgadas por una mano de coral que lleva en el dorso una almendra de fuego, Peces de arsénico como tiburones, tiburones como gotas de llanto para cegar una multitud, rosas que hieren Y agujas instaladas en los caños de la sangre, mundos enemigos y amores cubiertos de gusanos caerán sobre ti. Caerán sobre la gran cúpula que untan de aceite las lenguas militares donde un hombre se orina en una deslumbrante paloma y escupe carbón machacado rodeado de miles de campanillas. Porque ya no hay quien reparte el pan ni el vino, ni quien cultive hierbas en la boca del muerto, ni quien abra los linos del reposo, ni quien llore por las heridas de los elefantes. No hay más que un millón de herreros forjando cadenas para los niños que han de venir. No hay más que un millón de carpinteros que hacen ataúdes sin cruz. No hay más que un gentío de lamentos que se abren las ropas en espera de la bala. Mele leggermente ferite per belle spade d'argento, nuvole squarciate da una mano di corallo che ha una mandorla infuocata sul dorso, Pesci arsenico come squali, squali come gocce di lacrime per accecare la folla, rose che fanno male E gli aghi installati nei tubi del sangue, mondi nemici e amori coperti di vermi Ti cadranno addosso. Cadranno sulla grande cupola che ungono d’olio le lingue dei militari dove un uomo urina su un piccione abbagliante e sputa carbone tritato circondato da migliaia di campane. Perché non c'è più chi distribuisce né il pane né il vino, né chi coltiva erbe nella bocca di un morto, né chi apre i lini del riposo, né chi piange per le ferite degli elefanti. Ci sono solo un milione di fabbri forgiando catene per i bambini che verranno. Ci sono solo un milione di falegnami che fanno bare senza croce. Non c'è altro che una folla di lamenti Aprono i vestiti aspettando il proiettile. 72 El hombre que desprecia la paloma debía hablar, debía gritar desnudo entre las columnas, y ponerse una inyección para adquirir la lepra y llorar un llanto tan terrible que disolviera sus anillos y sus teléfonos de diamante. Pero el hombre vestido de blanco ignora el misterio de la espiga, ignora el gemido de la parturienta, ignora que Cristo puede dar agua todavía, ignora que la moneda quema el beso de prodigio y da la sangre del cordero al pico idiota del faisán. Los maestros enseñan a los niños una luz maravillosa que viene del monte; pero lo que llega es una reunión de cloacas donde gritan las oscuras ninfas del cólera. Los maestros señalan con devoción las enormes cúpulas sahumadas; pero debajo de las estatuas no hay amor, no hay amor bajo los ojos de cristal definitivo. El amor está en las carnes desgarradas por la sed, en la choza diminuta que lucha con la inundación; el amor está en los fosos donde luchan las sierpes del hambre, en el triste mar que mece los cadáveres de las gaviotas y en el oscurísimo beso punzante debajo de las almohadas. Pero el viejo de las manos traslucidas dirá: amor, amor, amor, aclamado por millones de moribundos; dirá: amor, amor, amor, entre el tisú estremecido de ternura; dirá: paz, paz, paz, entre el tirite de cuchillos y melones de dinamita; dirá: amor, amor, amor, hasta que se le pongan de plata los labios. Mientras tanto, mientras tanto, ¡ay!, mientras tanto, los negros que sacan las escupideras, los muchachos que tiemblan bajo el terror pálido de los directores, las mujeres ahogadas en aceites minerales, la muchedumbre de martillo, de violín o de nube, ha de gritar aunque le estrellen los sesos en el muro, ha de gritar frente a las cúpulas, ha de gritar loca de fuego, ha de gritar loca de nieve, ha de gritar con la cabeza llena de excremento, ha de gritar como todas las noches juntas, L'uomo che disprezza la colomba doveva parlare, Ho dovuto gridare nudo tra le colonne, e farsi un'iniezione per prendersi la lebbra e piangere un grido così terribile di sciogliere i loro anelli di diamanti e i loro telefoni. Ma l'uomo vestito di bianco ignorare il mistero della punta, Ignora il gemito della partoriente, ignorare che Cristo può ancora dare l'acqua, ignora che la moneta brucia il bacio del prodigio e dà il sangue dell'agnello al becco idiota del fagiano. Gli insegnanti insegnano ai bambini una luce meravigliosa che viene dalla montagna; ma quello che arriva è un incontro nelle fogne dove urlano le oscure ninfe del colera. I maestri sottolineano con devozione le enormi cupole fumose; ma sotto le statue non c'è amore, Non c'è amore sotto gli occhi di vetro per eccellenza. L'amore è nella carne lacerata dalla sete, nella minuscola capanna alle prese con l'alluvione; l'amore è nelle fosse dove combattono i serpenti della fame, nel mare triste che culla i cadaveri dei gabbiani e nel buio più scuro il bacio pungente sotto i cuscini. Ma il vecchio con le mani traslucide dirà: amore, amore, amore, acclamato da milioni di moribondi; dirà: amore, amore, amore, tra i tessuti tremanti di tenerezza; dirà: pace, pace, pace, tra il brivido dei coltelli e dei meloni dinamite; dirà: amore, amore, amore, finché le tue labbra non diventeranno argentate. Nel frattempo, nel frattempo, oh, nel frattempo, i neri che tirano fuori le sputacchiere, i ragazzi che tremano sotto il pallido terrore del registi, donne annegate negli oli minerali, la folla del martello, del violino o della nuvola, Deve urlare anche se ha il cervello sbattuto contro il muro, deve gridare davanti alle cupole, deve urlare come una pazza di fuoco, deve urlare pazza per la neve, deve urlare con la testa piena di escrementi, deve urlare come ogni notte insieme, 75 JOSEFINA DE LA TORRE POEMAS DE LA ISLA ANALISI Struttura e Forma Il poema è composto da due strofe con una ripetizione tematica che sottolinea l'importanza e la potenza del nome della persona amata. La ripetizione della frase "non ti ho mai visto in faccia" e "non conosco il colore dei tuoi occhi" accentua il mistero e l'idealizzazione del destinatario del sentimento amoroso. Tema e Significato Il tema centrale del poema è l'innamoramento verso una persona sconosciuta, che il poeta non ha mai visto ma di cui conosce il nome. Questo nome, con le sue "sette lettere ferme" e "tre sillabe, sonoro", rappresenta il punto focale dell'attrazione e del sentimento amoroso. Il nome stesso diventa un simbolo potente, evocativo e quasi magico per il poeta. Lingua e Stile Il linguaggio del poema è semplice ma molto evocativo. La ripetizione delle frasi e la descrizione del nome con "sette lettere" e "tre sillabe" crea una musicalità e un ritmo che rendono il nome stesso quasi tangibile e vibrante. L'uso di parole come "chiaramente" e "sonoro" rafforza l'idea che il nome abbia una presenza forte e significativa nella mente del poeta. Mistero e Idealizzazione Il fatto che il poeta non conosca la persona amata, non abbia mai visto il suo volto né conosca il colore dei suoi occhi, contribuisce a creare un senso di mistero e idealizzazione. L'innamoramento qui non è basato su aspetti fisici o conoscenza personale, ma piuttosto su un'idea, un suono, un nome che risuona profondamente nell'animo del poeta. Tu nombre ya me lo han dicho pero yo no te conozco, no te vi nunca la cara ni sé el color de tus ojos. Pero tu nobre ¡qué claro lo voy diciendo en el fondo, con sus siete letras firmes de tres sílabas, sonoro! Enamorada ya estoy aunque yo no te conozco, ni te vi nunca la cara, ni sé el color de tus ojos. Tu nombre ya me lo han dicho con siete ñetras en corro. Il tuo nome mi è già stato detto ma non ti conosco, Non ho mai visto la tua faccia Non so nemmeno il colore dei tuoi occhi. Ma il tuo nome, com'è chiaro Lo dico nel profondo, con le sue sette lettere ferme tre sillabe, sonore! Sono già innamorato anche se non ti conosco, né ho mai visto il tuo volto, Non so nemmeno il colore dei tuoi occhi. Il tuo nome mi è già stato detto con sette donne in cerchio. 76 Conclusione Il poema esplora la potenza dell'immaginazione e del desiderio, mostrando come un semplice nome possa evocare emozioni profonde e intense. Il nome diventa un'ancora di significato e sentimento, dimostrando che l'amore può nascere anche dall'ignoto e dall'immateriale. La forza delle parole e dei suoni è centrale, rendendo il nome un simbolo di amore e aspirazione. Questa analisi mette in luce come il poema utilizzi la musicalità e la ripetizione per creare un'atmosfera di mistero e desiderio, focalizzandosi sulla potenza evocativa del nome della persona amata. MARINA ROMERO DA POEMAS.A. Tenía la noche negra su cabellera enredada; llegó la hoz de la luna mordiendo gridos de agua, y con risas y con cantos cortó sus melenas largas. Silbaba sus meodías la brisa de la mañana, la noche, sin hacer ruido, mató sus ansias, descalza, dejando junto al sendero sus sandalias enlutadas. * Las olas muerden la arena con dentelladas de fuego; le dejan su verse muerto. ¡Ay, marinero! las olas tienen querellas de mar adentro. * En el mar hay un cantar verde de silencios grises. Como tus ojos, el mar, borrachos de azul en sombra, cantores de soledad. ¡Ay, qué colores profundos! verdes ojos, verde mar; azul de silencios grises, en el mar hay un cantar. Ho passato una notte nera i suoi capelli arruffati; arrivò la falce della luna grida pungenti dell'acqua, e con risate e con canzoni Si è tagliato i lunghi capelli. Fischiava le sue melodie la brezza mattutina, la notte, senza far rumore, ha ucciso i suoi desideri, a piedi nudi, lasciando accanto al sentiero i suoi sandali in lutto. * Le onde mordono la sabbia con morsi di fuoco; Gli hanno lasciato vedere se stesso morto. Oh, marinaio! le onde litigano dal mare. * Nel mare c'è una canzone verde di grigi silenzi. Come i tuoi occhi, il mare, ubriaco d'azzurro nell'ombra, cantanti della solitudine. Oh, che colori profondi! occhi verdi, verde mare; azzurro di grigi silenzi, nel mare c'è una canzone. ANALISI Struttura e Forma Il poema è composto da tre sezioni distinte, ciascuna con un tema centrale e immagini evocative, ma unite dalla presenza della notte e del mare. La prima parte ha 12 versi, la seconda 6 e la terza 8, con una metrica variata che contribuisce alla musicalità e alla fluidità del testo. 77 Prima Parte: La Notte e la Luna La prima parte del poema descrive una scena notturna con un tono mistico e malinconico. La notte è personificata con "la sua chioma arruffata", una metafora che suggerisce disordine e mistero. La "falce della luna" simboleggia il potere trasformativo e tagliente della luna, che cambia la notte con "risate e canti". L'immagine della notte che lascia i suoi "sandali in lutto" lungo il sentiero suggerisce un addio silenzioso e malinconico, rafforzando il tono nostalgico. Seconda Parte: Il Mare e il Marinaio Nella seconda parte, il focus si sposta sul mare. Le onde "mordono la sabbia / con morsi di fuoco", un'immagine potente che suggerisce sia violenza che passione. Il marinaio diventa il destinatario delle lamentele del mare, personificando il mare come un'entità viva ed emotiva. L'esclamazione "Oh, marinaio!" aggiunge un tono di lamento, sottolineando la connessione tra l'uomo e il mare. Terza Parte: Colori e Silenzi del Mare La terza parte si concentra sui colori e sui silenzi del mare. Il mare è descritto come "verde di silenzi grigi", un'immagine che combina colori vividi con un senso di quiete e solitudine. L'autore paragona il mare agli occhi del destinatario, "ubriachi di blu nell'ombra", suggerendo profondità emotiva e solitudine. L'esclamazione "Oh, che colori profondi!" enfatizza la bellezza e la complessità delle emozioni evocate dal mare. Temi e Immagini Notte e Mistero: La notte con i suoi capelli arruffati e i sandali in lutto rappresenta il mistero e la malinconia, un tema ricorrente nel poema. Mare e Emozione: Il mare è una forza viva, emotiva, che interagisce con la sabbia e il marinaio, suggerendo un rapporto dinamico e complesso tra natura e umanità. Colori e Solitudine: I colori del mare e degli occhi evocano un senso di profondità e solitudine, con immagini di verde, blu e grigio che suggeriscono un'ampia gamma di emozioni. Conclusione Il poema esplora temi di mistero, emozione e solitudine attraverso immagini vivide e potenti. La notte e il mare sono personificati e descritti in modo evocativo, creando un'atmosfera di malinconia e bellezza. La varietà metrica e la musicalità del testo aggiungono profondità e ritmo, rendendo il poema coinvolgente e suggestivo. 80 Temi e Contenuto Vita e Dipendenza: Il poema inizia con una forte dichiarazione di interdipendenza: "No moriré mientras tú vivas." Questo suggerisce che l'esistenza dell'io lirico è strettamente legata alla presenza dell'altra persona. Le "radici" che si allungano disperatamente e la ricerca dell'acqua indicano una necessità vitale e ineluttabile. Desiderio e Dolore: La seconda parte del poema descrive l'attrazione intensa e dolorosa verso l'altra persona. L'immagine del "pesce sulla terra" evoca un senso di disperazione e agonia causato dall'assenza dell'acqua, che rappresenta la persona amata. La cecità "come un sole dentro" e il grido che paralizza gli astri sottolineano l'intensità di questo desiderio. Conflitto e Lotta: La terza strofa introduce l'immagine delle "lunghe ali" e delle "garras invisibili," che rappresentano il potere dell'altra persona e la lotta dell'io lirico per liberarsi. Il movimento serpentino della "cintura" evoca una lotta sinuosa e continua, piena di tensione. Passione e Consumo: L'ultima strofa descrive il piacere avvolto nel dolore, con immagini potenti di consumo e desiderio. Il "terciopelo de la sangre" e il fluire "a borbotones" di sangue dai "labios ardientes" evocano un senso di passione vorace e disperata. Immagini e Simbolismo Radici e Acqua: Simboleggiano la necessità vitale e il legame profondo con l'altra persona. Pesce sulla Terra: Rappresenta la sofferenza e l'angoscia causata dalla separazione o dall'assenza dell'amato. Sole e Cecità: La luce intensa del sole che acceca rappresenta l'accecante intensità dei sentimenti. Ali e Garras: Evocano potere, dominio e conflitto interno. Serpente: Simbolo di tentazione, desiderio e movimento sinuoso. Sangue e Labios Ardientes: Rappresentano la passione intensa e il consumo emotivo. Tono e Atmosfera Il tono del poema è intensamente emotivo e drammatico. C'è un senso di urgenza, disperazione e conflitto che pervade il testo. L'atmosfera è carica di passione, desiderio e sofferenza. Conclusione Il poema esplora temi di interdipendenza, desiderio, dolore e conflitto interiore attraverso immagini vivide e potenti. La lingua metaforica e il flusso libero di pensieri e emozioni creano un'esperienza di lettura coinvolgente e intensa. L'io lirico è intrappolato in un ciclo di ricerca e lotta, desiderio e consumo, che evidenzia la complessità e la profondità delle emozioni umane. 81 RAFAEL ALBERTI DESAHUCIO ANALISI Struttura e forma La poesia è composta da versi liberi, che permettono una grande libertà espressiva e un ritmo naturale. Il linguaggio è evocativo e pieno di immagini potenti, che creano un'atmosfera di desolazione e di angoscia. Temi principali - Perdita e abbandono La casa "deshabitada" simboleggia una perdita significativa e un vuoto emotivo. La mancanza di "muebles y alcobas" sottolinea un'assenza di comfort e di sicurezza, suggerendo una situazione di sfratto o di abbandono. L'anima del poeta è stata "arrojada" dagli angeli, buoni o cattivi che siano, in uno stato di desolazione. - Incertezza e vulnerabilità L'incertezza sugli "ángeles malos o buenos" riflette una confusione e una vulnerabilità nell'interpretare le cause della propria sofferenza. Non è chiaro se la situazione sia il risultato di forze benevole o maligne. L'immagine del vento che "hiere las paredes" evoca un senso di attacco e di violazione, rendendo l'atmosfera della poesia ancora più cupa e precaria. - Domanda e ricerca di risposte La domanda ripetuta "¿cuándo abandonas la casa, dime, qué ángeles malos, crueles, quieren de nuevo alquilarla?" rappresenta una ricerca di risposte, un tentativo di comprendere e dare un senso alla sofferenza e alla dislocazione. Questa domanda mette in luce un senso di disperazione e di desiderio di comprendere le forze che governano la propria esistenza. Ángeles malos o buenos, que no sé, te arrojaron en mi alma. Sola, sin muebles y sin alcobas, deshabitada. De rondón, el viento hiere las paredes, las más finas, vítreas láminas. Humedad. Cadenas. Gritos. Ráfagas. Te pregunto: ¿cuándo abandonas la casa, dime, qué ángeles malos, crueles, quieren de nuevo alquilarla? Dímelo. Angeli cattivi o buoni, Non lo so Ti hanno gettato nella mia anima. Solo, Niente mobili e senza camere da letto, disabitato. Di Rondón, fa male il vento le mura, I fogli più belli e vitreo. Umidità. Catene. Urla. Esplosioni. Ti chiedo: Quando esci di casa, Dimmi, Che cattivi e crudeli angeli, Vuoi affittarlo di nuovo? Dimmi. 82 Immagini e simboli Ángeles: Rappresentano forze sovrannaturali o inesplicabili che influenzano la vita dell'io lirico. La loro natura ambigua (buoni o cattivi) riflette l'incertezza del poeta riguardo alle cause della sua sofferenza. Casa deshabitada: Simbolo di vuoto, perdita e desolazione. Una casa vuota e priva di vita rappresenta la perdita di stabilità e sicurezza. Viento: Simbolo di forze esterne e potenti che infliggono dolore e disordine. Il vento che colpisce le pareti suggerisce un attacco costante e ineluttabile. Humedad, cadenas, gritos, ráfagas: Evocano un'atmosfera di oppressione e di angoscia, rafforzando il senso di angoscia, rafforzando il senso di sofferenza e di prigionia. Tono e atmosfera Il tono della poesia è malinconico e angosciato, con un senso di vulnerabilità e di desolazione. L'atmosfera è cupa e opprimente, con immagini di umidità, catene e grida che suggeriscono una sofferenza profonda e continua. Conclusione La poesia "Desahucio" di Rafael Alberti esplora temi di perdita, abbandono e vulnerabilità attraverso immagini potenti e suggestive. La casa vuota e desabitata simboleggia un vuoto emotivo e una dislocazione, mentre le forze esterne rappresentate dagli angeli e dal vento suggeriscono una sofferenza inflitta da poteri inesplicabili e ambigui. La ripetizione della domanda finale riflette un desiderio disperato di comprendere e trovare risposte alla propria condizione di sofferenza. In sintesi, la poesia offre una meditazione intensa sulla perdita e sull'incertezza, evocando un forte senso di desolazione e di angoscia. RAFAEL ALBERTI EL ÁNGEL BUENO Vino el que yo quería el que yo llamaba. No aquel que barre cielos sin defensas. luceros sin cabañas, lunas sin patria, nieves. Nieves de esas caídas de una mano, un nombre, un sueño, una frente. No aquel que a sus cabellos ató la muerte. El que yo quería. Sin arañar los aires, sin herir hojas ni mover cristales. Aquel que a sus cabellos ató el silencio. Para sin lastimarme, cavar una ribera de luz dulce en mi pecho y hacerme el alma navegable. È arrivato quello che volevo quello che ho chiamato. Non quello che spazza cieli indifesi. luci senza cabine, lune senza patria, nevica. La neve da quelle cadute da una mano, un nome, un sogno, Un fronte. Non quello che si prende cura dei suoi capelli morte legata. Quello che volevo. Senza graffiare l'aria, senza danneggiare le foglie o spostare i vetri. Quello che ha tra i capelli vincolava il silenzio. Per fermarmi senza farmi male, scava nel mio petto un banco di dolce luce e rendi navigabile la mia anima. 85 L'assenza di luce ("Ni sol, luna, ni estrellas") e la presenza di "nieblas" rappresentano l'oscurità e il caos che sopravvengono quando la razionalità viene abbandonata. Le "tizas frías y esponjas" che "rayaban y borraban la luz de los espacios" suggeriscono l'atto di cancellare la conoscenza e la chiarezza, immergendo tutto in un'oscurità nebulosa. Immagini e simboli Vírgenes: Simboli di purezza e conoscenza, ma anche di fragilità. Con gli strumenti (escuadras y compases), rappresentano la razionalità, mentre senza di essi diventano simboli di perdita e dolore. Ángel de los números: Simbolo della conoscenza matematica e dell'ordine universale. La sua morte rappresenta il declino della razionalità. Pizarras celestes: Simbolo del cielo come lavagna cosmica, dove la conoscenza e i numeri sono scritti e cancellati. Le "pizarras muertas" rappresentano la fine di questo ordine. Tizas frías y esponjas: Strumenti della conoscenza, il cui uso per cancellare la luce simboleggia la perdita della chiarezza e della comprensione. Nieblas: Simbolo dell'oscurità, del caos e dell'ignoranza che subentra alla perdita della razionalità. Tono e atmosfera Il tono della poesia è malinconico e riflessivo, con un senso di perdita e di lutto per la scomparsa della razionalità e dell'ordine. L'atmosfera è cupa e desolata, accentuata dalle immagini di nebbia, oscurità e morte. Conclusione Questa poesia di Rafael Alberti esplora la tensione tra conoscenza razionale e caos attraverso immagini simboliche e suggestive. Le "vírgenes con escuadras y compases" e l'"ángel de los números" rappresentano la razionalità e la matematica, mentre la loro trasformazione e morte simboleggiano la perdita di ordine e chiarezza. La poesia riflette su temi di conoscenza, perdita e oscurità, utilizzando un linguaggio evocativo per creare un'atmosfera di malinconia e desolazione. In sintesi, la poesia offre una meditazione sulla fragilità della razionalità umana e sull'inevitabile ritorno del caos quando questa viene abbandonata. 86 RAFAEL ALBERTI 5 ANALISI Struttura e forma La poesia è composta da versi liberi, che permettono una grande libertà espressiva e una struttura più fluida. L'uso di ripetizioni ("Te buscan vivo. Y no te encuentran.") e di figure retoriche contribuisce a creare un ritmo incalzante e incisivo. Cinco manos de ceniza, quemando la bruma, abriendo cinco vías para el agua turbia, para el turbio viento. Te buscan vivo. Y no te encuentran. Te buscan muerto. No muerto, dormido. Y sí. Y sí, porque cinco manos cayeron sobre tu cuerpo cuando inmóvil resbalaba sobre los cinco navegables ríos que dan almas corrientes, voz al sueño. Y no viste. Era su luz la que cayó primero. Mírala, seca, en el suelo. Y no oíste. Era su voz la que alargada hirieron. Óyela muda, en el eco. Y no oliste. Era su esencia la que hendió el silencio. Huélela fría, en el viento. Y no gustaste. Era su nombre el que rodó deshecho. Gústalo en tu lengua, muerto. Y no tocaste. El desaparecido era su cuerpo. Tócalo en la nada, yelo." Cinque mani di cenere, bruciando la nebbia, aprendosi cinque modi per intorbidire l'acqua, per il vento nuvoloso. Ti cercano vivo. E non ti trovano. Ti vogliono morto. Non morto, addormentato. E se. E sì, perché a cinque mani sono caduti sul tuo corpo quando era immobile scivolava sui cinque fiumi navigabili che danno voce al sogno delle anime comuni. E non hai visto. È stata la sua luce a cadere per prima. Guardalo, asciutto, per terra. E non hai sentito. Era la sua voce allungata che faceva male. Sentitela muta, nell'eco. E non hai sentito odore. Era la sua essenza a squarciare il silenzio. L'odore freddo, nel vento. E non ti è piaciuto. Era il suo nome che si disfaceva. Sentilo sulla lingua, uomo morto. E non hai toccato. La cosa mancante era il suo corpo. Toccalo nel nulla, yelo." 87 Temi principali - Perdita e Assenza La poesia affronta il tema della perdita e dell'assenza di una persona amata. Le "cinco manos de ceniza" rappresentano un'immagine di distruzione e perdita, mentre le ripetizioni della frase "Te buscan vivo. Y no te encuentran." sottolineano l'incapacità di trovare il soggetto, sia che sia vivo che morto. - Impotenza e Incomprensione L'incapacità di percepire i sensi ("Y no viste", "Y no oíste", "Y no oliste", "Y no gustaste", "Y no tocaste") suggerisce un senso di impotenza e di incomprensione di fronte alla perdita. Il protagonista non è in grado di vedere, udire, odorare, gustare o toccare ciò che è stato perduto. - Presenza attraverso l'Assenza Nonostante l'assenza fisica, la persona perduta è ancora presente attraverso i suoi resti ("Era su luz la que cayó primero", "Era su voz la que alargada hirieron", "Era su esencia la que hendió el silencio", "Era su nombre el que rodó deshecho"). Queste descrizioni suggeriscono che la persona vive ancora nei ricordi e nelle sensazioni del protagonista. Immagini e simboli Manos de ceniza: Simbolo di distruzione e morte, rappresentano la fine e la perdita. Cinco vías para el agua turbia, para el turbio viento: Immagine di caos e confusione, suggerisce una situazione di disordine e di scompiglio. Cuerpo, luz, voz, esencia, nombre: Rappresentano diversi aspetti della persona perduta, che rimangono presenti nonostante la sua assenza fisica. Tono e atmosfera Il tono della poesia è malinconico e doloroso, con un senso di impotenza e di incomprensione di fronte alla perdita. L'atmosfera è cupa e oppressiva, accentuata dalle immagini di cenere, turbolenza e assenza. Conclusione Questa poesia esplora il tema della perdita e dell'assenza attraverso immagini potenti e suggestive. Le ripetizioni della frase "Te buscan vivo. Y no te encuentran." sottolineano l'incapacità di trovare il soggetto, mentre le descrizioni sensoriali dell'assenza suggeriscono un senso di impotenza e di incomprensione di fronte alla perdita. Nonostante l'assenza fisica, la persona perduta è ancora presente nei ricordi e nelle sensazioni del protagonista, suggerendo una presenza attraverso l'assenza. In sintesi, la poesia offre una meditazione dolorosa sulla perdita e sull'incapacità di comprendere completamente la sua portata e il suo significato. 90 CAMILO JOSÉ CELA LA FAMILIA DE PASCUAL DUARTE Cuando nos abandonó [Mario] no había cumplido todavía los diez años, que si pocos fueron para lo demasiado que había de sufrir, suficientes debieran de haber sido para llegar a hablar y a andar, cosas ambas que no llegó a conocer; el pobre no pasó de arrastrarse por el suelo como si fuese una culebra y de hacer unos ruiditos con la garganta y con la nariz como si fuese una rata: fue lo único que aprendió. En los primeros años de su vida ya a todos nosotros nos fue dado el conocer que el infeliz, que tonto había nacido, tonto había de morir; tardó año y medio en echar el primer hueso de la boca y cuando lo hizo, tan fuera de su sitio le fue a nacer, que la señora Engracia, que tantas veces fuera nuestra providencia, hubo de tirárselo con un cordel para ver de que no se clavara en la lengua. Hacia los mismos días, y vaya usted a saber si como resultas de la mucha sangre que tragó por lo del diente, le salió un sarampión o sarpullido por el trasero (con perdón) que llegó a ponerle las nalguitas como desolladas y en la carne viva por habérsele mezclado la orina con la pus de las bubas; cuando hubo que curarle lo dolido con vinagre y con sal, la criatura tales lloros se dejaba arrancar que hasta al más duro de corazón hubiera enternecido. Pasó algún tiempo que otro de cierto sosiego, jugando con una botella, que era lo que más le llamaba la atención, o echadito al sol, para que reviviese, en el corral o en la puerta de la calle, y así fue tirando el inocente, unas veces mejor y otras peor, pero ya más tranquilo, hasta que un día -teniendo la criatura cuatro años- la suerte se volvió tan de su contra que, sin haberlo buscado ni deseado, sin a nadie haber molestado y sin haber tentado a Dios, un guarro (con perdón) le comió las dos orejas. Don Raimundo, el boticario, le puso unos polvos amarillitos, de seroformo, y tanta dolor daba el verlo amarillado y sin orejas que todas las vecinas, por llevarle consuelo, le llevaban, las más, un tejeringo los domingos; otras, unas almendras; otras, unas aceitunas en aceite o un poco de chorizo... ¡Pobre Mario, y cómo agradecía, con sus ojos negrillos; los consuelos! Si mal había estado hasta entonces, mucho más mal le aguardaba después de lo del guarro (con perdón); pasábase los días y las noches llorando y aullando como un abandonado, y como la poca paciencia de la madre la agotó cuando más falta le hacía, se pasaba los meses tirado por los suelos, comiendo lo que le echaban, y tan sucio que aun a mí que, ¿para qué mentir?, nunca me lavé demasiado, llegaba a darme repugnancia. Cuando un guarro (con perdón) se le ponía a la vista, cosa que en la provincia pasaba tantas veces al día como no se quisiese, le entraban al hermano unos corajes que se ponía como loco: gritaba con más fuerzas aún que la costumbre, se atosigaba por esconderse detrás de algo, y en la cara y en los ojos un temor se le acusaba que dudo que no lograse parar al mismo Lucifer que a la Tierra subiese. Me acuerdo que un día -era un domingo- en una de esas temblequeras tanto espanto llevaba y tanta rabia dentro, que en su huida le dio por atacar -Dios sabría por qué- al señor Rafael que en casa estaba porque, desde la muerte de mi padre, por ella entraba y salía como por terreno conquistado; no se le ocurriera peor cosa al pobre que morderle en una pierna al viejo, y nunca lo hubiera hecho, porque éste con la otra pierna le arreó tal patada en una de las cicatrices que lo dejó como muerto y sin sentido, manándole una agüilla que me dio por pensar que agotara la sangre. El vejete se reía como si hubiera hecho una hazaña y tal odio le tomé desde aquel día que, por mi gloria le juro, que de no habérselo llevado Dios de mis alcances, me lo hubiera endiñado 37 en cuanto hubiera tenido ocasión para ello. La criatura se quedó tirada todo lo larga que era, y mi madre -le aseguro que me asusté en aquel momento que la vi tan ruin- no lo cogía y se reía haciéndole el coro al señor Rafael; a mí, bien lo sabe Dios, no me faltaron voluntades para levantarlo, pero preferí no hacerlo... ¡Si el señor Rafael, en el momento, me hubiera llamado blando, por Dios que lo machaco delante de mí madre! (cap. 4). ANALISI La famiglia di Pascual Duarte è ambientata in Estremadura, nel piccolo villaggio di Badajoz, e narra la vita di Pascual Duarte, un contadino che vive in condizioni di estrema povertà. A causa di una serie di eventi legati alla propria vita familiare, vive in un crescendo di infelicità e umiliazione. Circondato di miseria, maldicenze e ipocrisia, compie violenze sempre maggiori, fino a delitti estremamente cruenti. Lo stile di Cela accompagna il lettore con grande maestria lungo l’arco di trasformazione del personaggio: senza accorgersene, entra in profonda empatia con Pascual nella parte iniziale del romanzo. Il protagonista sembra 91 infatti bramoso di giustizia sociale e inorridisce per i soprusi verso i più deboli, come il fratellino Mario, un bambino colpito da una grave forma di disturbo mentale, sadicamente picchiato dall’amante della madre. Sembra poi volersi ribellare a un destino particolarmente avverso, come quando la moglie Lola, incinta, cade da cavallo e perde il bambino. La lotta di Pascual, contro le ingiustizie ma anche contro un crudele volere divino, crea una tale pietas nel lettore da lasciarlo totalmente confuso quando la rabbia induce il protagonista a uno spietato massacro. Il corpo centrale del memoriale è composto da diciannove capitoli nei quali Pascual Duarte ripercorre gli episodi della propria vita, in una sorta di autoanalisi ma anche di autocensura. Questi confessa che alcuni fatti siano talmente scabrosi da dover essere ammessi. La famiglia di Pascual Duarte è ambientata in Estremadura, nel piccolo villaggio di Badajoz, e narra la vita di Pascual Duarte, un contadino che vive in condizioni di estrema povertà. A causa di una serie di eventi legati alla propria vita familiare, vive in un crescendo di infelicità e umiliazione. Circondato di miseria, maldicenze e ipocrisia, compie violenze sempre maggiori, fino a delitti estremamente cruenti. Lo stile di Cela accompagna il lettore con grande maestria lungo l’arco di trasformazione del personaggio: senza accorgersene, entra in profonda empatia con Pascual nella parte iniziale del romanzo. Il protagonista sembra infatti bramoso di giustizia sociale e inorridisce per i soprusi verso i più deboli, come il fratellino Mario, un bambino colpito da una grave forma di disturbo mentale, sadicamente picchiato dall’amante della madre. Sembra poi volersi ribellare a un destino particolarmente avverso, come quando la moglie Lola, incinta, cade da cavallo e perde il bambino. La lotta di Pascual, contro le ingiustizie ma anche contro un crudele volere divino, crea una tale pietas nel lettore da lasciarlo totalmente confuso quando la rabbia induce il protagonista a uno spietato massacro. Il corpo centrale del memoriale è composto da diciannove capitoli nei quali Pascual Duarte ripercorre gli episodi della propria vita, in una sorta di autoanalisi ma anche di autocensura. Questi confessa che alcuni fatti siano talmente scabrosi da dover essere ammessi. ANALISI 2 Il brano è un estratto che descrive la vita tragica e difficile di Mario, un bambino affetto da gravi disabilità, che vive in un ambiente ostile e privo di compassione. Attraverso una narrazione dettagliata e commovente, l'autore dipinge un quadro della sofferenza umana e della crudeltà insita nella società. Sintesi Mario è nato con gravi disabilità, non è mai riuscito a camminare né a parlare. Ha vissuto i primi anni della sua vita trascinandosi sul pavimento e producendo solo suoni indistinti. La sua vita è stata segnata da continue sofferenze fisiche, come la crescita anomala dei denti e malattie della pelle. Inoltre, ha subito mutilazioni da parte di un maiale che gli ha mangiato le orecchie. La sua condizione ha suscitato sia pietà che disgusto nelle persone che lo circondavano, ma nonostante ciò, Mario mostrava gratitudine per i piccoli gesti di gentilezza che riceveva. La narrazione culmina in un episodio in cui Mario, in preda alla paura, attacca un uomo che risponde con una violenza tale da lasciarlo quasi morto, mentre la madre e l'aggressore ridono di lui. Temi Principali - Sofferenza e Disabilità: La vita di Mario è descritta come una serie interminabile di sofferenze fisiche e psicologiche. La sua disabilità lo rende vulnerabile e oggetto di derisione e crudeltà. Le descrizioni dettagliate delle sue condizioni fisiche e dei trattamenti medici rudimentali riflettono la dura realtà di vivere con disabilità in un contesto privo di supporto adeguato. - Indifferenza e Crudeltà Umana: Il comportamento delle persone intorno a Mario varia tra indifferenza, pietà superficiale e crudeltà. La madre, che dovrebbe essere una figura protettiva, esaurisce la sua pazienza e alla fine si unisce alle risate 92 dell'aggressore. Questo evidenzia una mancanza di empatia e la normalizzazione della violenza verso i più deboli. - Resilienza e Innocenza: Nonostante le sue sofferenze, Mario mostra gratitudine per i piccoli gesti di gentilezza, come i dolci e le olive che le vicine gli portano. Questo contrasto tra la brutalità che subisce e la sua innocenza intrinseca accentua la tragicità della sua condizione. Stile e Tecnica Descrizioni Vivide: L'autore utilizza descrizioni dettagliate e vivide per trasmettere la gravità delle condizioni di Mario. Le immagini delle sue ferite e delle sue sofferenze fisiche sono forti e evocative. Linguaggio Realistico: Il linguaggio utilizzato è crudo e diretto, riflettendo la durezza della vita di Mario. Le parole come "culebra" (serpente) e "rata" (ratto) evocano immagini di degrado e umiliazione. Punto di Vista: La narrazione in prima persona di un testimone offre un'ottica intima e personale degli eventi, aumentando l'impatto emotivo del racconto. Conclusione Il brano offre una potente esplorazione della sofferenza umana e della crudeltà insita nella società. La vita di Mario è rappresentata come un ciclo di dolore e umiliazione, in cui la sua disabilità diventa il bersaglio di un trattamento crudele e indifferente. La narrazione dettagliata e il linguaggio realistico dell'autore creano un ritratto commovente e disturbante della vulnerabilità umana e della necessità di empatia e compassione. 95 ANALISI DEL LIBRO "Nada" è il romanzo d'esordio di Carmen Laforet, pubblicato nel 1945. La storia si svolge nella Barcellona post- guerra civile spagnola e segue le esperienze di Andrea, una giovane donna che si trasferisce nella città per frequentare l'università e vive con la famiglia della madre defunta. Attraverso gli occhi di Andrea, il lettore viene immerso in un mondo di decadenza, disillusione e ricerca di identità. Temi Principali - Disillusione Post-Bellica: Il romanzo riflette l'atmosfera di disillusione e sconfitta che pervade la Spagna dopo la guerra civile. La casa in cui vive Andrea è una metafora della società spagnola: un tempo splendida, ora decadente e in rovina. - Isolamento e Alienazione: Andrea si sente isolata non solo dalla sua famiglia disfunzionale ma anche dalla società. Il suo senso di alienazione è un tema ricorrente, accentuato dalla sua incapacità di trovare un senso di appartenenza o di stabilità. - Ricerca di Identità: Il viaggio di Andrea è tanto interiore quanto esteriore. Mentre cerca di trovare il suo posto nel mondo, lotta con le aspettative della società e le pressioni familiari, cercando di scoprire chi è veramente. 96 - Decadenza e Corruzione: La casa della famiglia di Andrea è simbolo di decadenza fisica e morale. Le tensioni tra i membri della famiglia, i segreti e le rivalità interne riflettono la corruzione e la decomposizione della società spagnola del tempo. Personaggi Andrea: La protagonista del romanzo, una giovane donna sensibile e intelligente, che lotta per trovare il suo posto nel mondo e per affermare la sua indipendenza in un ambiente ostile e opprimente. Román: Lo zio di Andrea, un personaggio enigmatico e inquietante, la cui presenza domina la casa. Román rappresenta la corruzione morale e l'ambiguità. Angustias: La zia autoritaria e religiosa di Andrea, che rappresenta i valori tradizionali e repressivi della società spagnola. Gloria: La moglie di Román, una donna che soffre a causa del matrimonio infelice e della violenza domestica, simboleggiando la vittimizzazione delle donne in una società patriarcale. Stile e Tecnica Narrativa in Prima Persona: Il romanzo è narrato dal punto di vista di Andrea, il che permette al lettore di entrare nella sua mente e di comprendere le sue emozioni e le sue percezioni in modo intimo. Atmosfera Oscura e Claustrofobica: Laforet crea un'atmosfera opprimente e claustrofobica attraverso descrizioni dettagliate della casa decadente e delle tensioni interne alla famiglia. Simbolismo: La casa stessa è un potente simbolo della decadenza e della corruzione della società spagnola. Gli oggetti, le stanze e persino le relazioni tra i personaggi sono carichi di significati simbolici. Realismo Psicologico: Laforet esplora profondamente la psicologia dei personaggi, in particolare quella di Andrea. Le descrizioni delle sue emozioni, delle sue paure e delle sue speranze sono dettagliate e realistiche. Conclusione "Nada" è un'opera potente e toccante che offre una profonda esplorazione della condizione umana in un periodo di grande tumulto e cambiamento. Attraverso la storia di Andrea, Carmen Laforet affronta temi universali come la ricerca di identità, la disillusione e l'alienazione, creando un ritratto indimenticabile della Spagna post-bellica. ANALISI PAGINE Contesto e Sintesi Il brano da "Nada" di Carmen Laforet presenta un momento di tensione e conflitto all'interno della famiglia disfunzionale di Andrea. La scena si svolge quando Andrea e sua nonna tornano a casa e trovano Gloria, Angustias e Juan coinvolti in un alterco violento. La discussione ruota attorno all'accusa di Angustias contro Gloria, che avrebbe rubato un fazzoletto di pizzo. La situazione degenera rapidamente in violenza fisica e verbale, evidenziando le dinamiche tossiche e disfunzionali della famiglia. Temi Principali - Violenza e Tensione Familiare: La scena è caratterizzata da un alto livello di violenza fisica e verbale. Juan tenta di colpire Angustias con una sedia, e Gloria è in uno stato di isteria. Questo riflette le tensioni profonde e irrisolte all'interno della famiglia. - Accuse e Sfiducia: Angustias accusa Gloria di rubare, il che sottolinea la mancanza di fiducia e la sospettosità tra i membri della famiglia. Questa sfiducia è rappresentativa delle relazioni distruttive che permeano l'ambiente domestico. 97 - Ruolo di Andrea: Andrea si trova in una posizione difficile, testimone degli eventi ma riluttante a prendere parte attivamente alla disputa. La sua reazione di imbarazzo e confusione riflette il suo senso di impotenza e la difficoltà di navigare nelle dinamiche familiari. - Decadenza Morale e Fisica: La descrizione della casa, delle abitudini dei personaggi e della loro interazione evidenzia un senso di decadenza morale e fisica. Questo è un tema ricorrente nel romanzo, che utilizza la casa come metafora della società spagnola post-guerra civile. Personaggi Andrea: Protagonista del romanzo, osserva gli eventi con una combinazione di distacco e coinvolgimento emotivo. Il suo ruolo di osservatrice passiva mette in evidenza la sua lotta interna per trovare un senso di appartenenza e controllo nella sua vita. Gloria: Moglie di Juan, è ritratta come una vittima di circostanze e accuse ingiuste. Il suo stato isterico e il comportamento disordinato suggeriscono un profondo disagio psicologico. Angustias: La zia autoritaria di Andrea, rappresenta i valori tradizionali e repressivi. La sua inclinazione a controllare e giudicare gli altri è evidente nelle sue accuse contro Gloria. Juan: Zio di Andrea, il suo comportamento violento e impulsivo aggiunge un ulteriore strato di tensione alla dinamica familiare. La sua azione di cercare di colpire Angustias con una sedia sottolinea la sua natura aggressiva. Stile e Tecnica Descrizione Dettagliata: Laforet utilizza una descrizione dettagliata per creare un'atmosfera di tensione e disordine. Le descrizioni delle emozioni e delle reazioni fisiche dei personaggi aggiungono un livello di intensità alla scena. Narrativa in Prima Persona: La narrazione in prima persona di Andrea offre una visione intima delle sue percezioni e reazioni. Questo permette al lettore di connettersi emotivamente con lei e di comprendere meglio il suo stato d'animo. Dialoghi Drammatici: I dialoghi tra i personaggi sono carichi di emozione e conflitto. Le accuse, le difese e le minacce sono espresse in modo vivido, rendendo palpabile la tensione nella scena. Conclusione Il passaggio da "Nada" di Carmen Laforet offre uno sguardo profondo nelle dinamiche disfunzionali della famiglia di Andrea. La scena evidenzia temi di violenza, sfiducia, e decadenza morale, presentati attraverso una narrativa in prima persona che cattura le emozioni e le reazioni dei personaggi in modo vivido e coinvolgente. Laforet utilizza descrizioni dettagliate e dialoghi drammatici per creare un'atmosfera di tensione e disordine, riflettendo le complessità della vita nella Spagna post-guerra civile.
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