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Testo argomentativo: "La vita è bella?", Temi di Italiano

Testo argomentativo, tema principale "La vita è bella?"

Tipologia: Temi

2020/2021

In vendita dal 13/02/2021

giulia-de-pascale-2
giulia-de-pascale-2 🇮🇹

5

(2)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Testo argomentativo: "La vita è bella?" e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO LA BELLEZZA 1. L’istinto alla sopravvivenza L’interrogativo con cui Mancuso, l’autore del testo, esordisce è “La vita è bella?”, arrivando poi ad una straordinaria conclusione. Afferma che qualsiasi cosa sia bella ci attrae; tutti noi abbiamo il desiderio di aderire al bello, vogliamo essere dalla parte del bello, con il bello. E, qual è l’istinto più grande dell’essere umano? L’istinto di sopravvivenza. Tutti noi, per lo più, vogliamo tenerci stretta la vita. Dunque, la vita è supremamente bella. 2. La soggettività della bellezza La bellezza, dice Mancuso (ed io confermo), è estremamente soggettiva. “Non è del resto necessario viaggiare nello spazio e nel tempo per constatare l’immane disparità di gusti che divide gli esseri umani, basta uscire di casa e soffermare lo sguardo sulla gente che passa: tradizionali anelli alle dita delle mani, ma anche anelli al naso, alle labbra e sulla lingua (che oggi si chiamano piercing); capelli blu, verde, rosa e di altri colori mai visti; tatuaggi di tutti i generi su ogni parte visibile del corpo (e sulle altre chissà); pantaloni perfettamente stirati e altri strappati e strappatissimi; lui porta con orgoglio un orologio che l’altro osserva inorridito; lei va in giro con una macchina che all’altra mette vergogna al solo pensiero di doverci salire; lui va fiero di un cane che a tutti gli altri fa orrore; lei si pavoneggia di un cappello che le altre non indosserebbero neppure a Carnevale.” Con queste brevi ma efficaci affermazioni, Mancuso riesce ad argomentare egregiamente la soggettività della bellezza. Tuttavia, è lecito chiedersi in base a quali dinamiche ognuno di noi sceglie se qualcosa è bello o meno. La bellezza è puro condizionamento. In che senso? Ognuno di noi possiede una parte del cervello, detta “cervello mammifero” o “cervello limbico”. In parole più semplici, inconscio. In tali zone del cervello, ippocampo, amigdala, talamo, ipotalamo, si trovano le nostre emozioni, i nostri ricordi. Questo cervello ricerca conferme sociali, come l’appartenenza ad un gruppo, i bisogni di stima, quelli di amore e di affetto. È la parte neurale più potente che noi possediamo; le emozioni controllano il 90% delle nostre decisioni. Ecco, in questa zona possediamo i cosiddetti “paradigmi”. Il paradigma, in sostanza, è “l’idea” che abbiamo riguardo un oggetto/persona/situazione. Nel momento in cui ci relazioniamo a qualcosa, si forma in noi il paradigma riguardo tale cosa. Come si conduce questo discorso alla bellezza? Ritenere qualcosa bello significa che il nostro paradigma inconscio riguardo tale cosa ci provoca armonia o desiderio di adesione. Tuttavia, il paradigma riguardo qualcosa è perennemente condizionato dagli impulsi che ci circondano. Primo su tutti i paradigmi è la pressione della società, di chi ci circonda, della famiglia. Poi, tutti i condizionamenti che riceviamo, ad esempio, passivamente dagli spot pubblicitari, da ciò che vediamo sui social network, da ciò che viviamo nell’infanzia, nell’adolescenza. Quindi, ognuno di noi elabora una propria visione della bellezza derivante dall’unione di tutti questi fenomeni inconsci e quasi subliminali. La percezione della bellezza è strettamente collegata a tutto ciò che abbiamo vissuto. 2. L’oggettività della bellezza Nonostante ciò che è stato detto prima, la bellezza, intesa come desiderio di adesione, ha anche dei connotati oggettivi. Perché tutti noi al supermercato siamo più attratti dalla mela lucida e luccicante, piuttosto che quella ammaccata ed opaca? Certo, c’è sicuramente chi poi sceglie la mela più “brutta” per questioni salutistiche, perché magari la mela lucida è stata trattata con agenti chimici, eccetera, eccetera. Comunque, non è questo il nucleo del discorso; il piano di indagine di questo testo non è morale. Anche il fenomeno che guida la nostra mente ad apprezzare la mela lucida è neuroscientifico. Il cervello antico o rettile è stato il primo a svilupparsi nell’origine evolutiva umana ed è il primo ad intervenire nei processi di interpretazione di uno stimolo esterno. Il cervello rettile è responsabile della nostra sopravvivenza, dello stimolo alla riproduzione, al nutrimento; è responsabile di tutti gli automatismi che compiamo, le abitudini. Facciamo un esperimento. Lettore, mi riferisco a te. Rispondi d’istinto: Quale ti attrae di più tra i due monitor? Scommetto quello di sinistra. Tra i due iPhone?
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