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The Hybrid Media System, Sintesi del corso di Sociologia Della Comunicazione

Riassunto e Traduzione dei primi 5 capitoli di "The hybrid media system" di Chadwick, libro per l'esame di Sistemi mediali e ICT del professore Cristopher Cepernich

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 25/01/2020

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Scarica The Hybrid Media System e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Della Comunicazione solo su Docsity! GIULIA DE VITIS 1 The Hybrid media system. Politics and Power – Andrew Chadwick – INTRODUZIONE The hybrid media system Rapida diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione -> creazione di un bisogno sempre più urgente di ripensare le forze complesse e sfaccettate che stanno ridando forma agli ambienti comunicativi delle democrazie occidentali. Abbiamo bisogno di un approccio olistico: ➢ approccio che evita di concentrarsi esclusivamente sui presunti “nuovi” o “vecchi” media. ➢ Mappa dove le distinzioni tra nuovi e vecchi media sono importanti e dove invece si dissolvono o “nuovi” e “vecchi” = termini relativi Il sistema ibrido dei media è costruito su interazioni tra logiche dei nuovi media e logiche dei vecchi media nei campi reciprocamente connessi di media e politica. ➢ Logiche = tecnologie, generi, norme, comportamenti e forme organizzative. In questo sistema, gli attori sono caratterizzati da relazioni complesse e in continua evoluzione basate sull’adattamento, interdipendenza, concentrazioni e diffusioni simultanee di potere. Gli attori creano, attingono, o guidano flussi d’informazione in modi che questi si adattino ai loro scopi o in modi che modificano, attivano o disattivano l’agire degli altri sia all’interno che tra setting di media vecchi e nuovi. Chadwick -> l’ibridazione offre un potente modo di pensare ai media e alla politica perché sottolinea la complessità, l’interdipendenza e la transizione. Questo modo di pensare respinge le semplici dicotomie, spingendoci lontano da schemi “o questo/o quello” e facendoci avvicinare a schemi di tipo “non solo, ma anche”. ➢ Porta l’attenzione al flusso, alle zone laminali e agli interstizi. ➢ Rivela come le logiche dei media vecchi e nuovi si sfumino, si sovrappongano, si incastrino e si evolvano insieme. COSA ABBIAMO BISOGNO DI CAPIRE: • Come i media più recenti si comportano nei campi compenetrati dei media e della politica. o Come si adattano e integrano, sempre in quei campi, le logiche delle pratiche mediali dei media più vecchi. • Come i media più vecchi si comportano nei campi dei media e della politica o Come si adattano e integrano le logiche dei media più recenti Abbiamo bisogno di una prospettiva che discuta le caratteristiche sistemiche della comunicazione politica Questa prospettiva deve essere radicata nell’evidenza empirica e nelle specifiche illustrazioni di queste forze come FLUSSO GIULIA DE VITIS 2 Capitolo 1 – An ontology of Hybridity 1.1 Origini Termine “ibridazione” origini latine = inusuale, esotico Greco = oltraggio nei confronti della natura XVII secolo -> acquisizione del significato razziale = di razza mista • Qualsiasi entità derivante da fonti eterogenee o incongruenti • Di carattere misto 1775 -> dizionario di lingua inglese di John Ash: • Definizione = “generato tra animali di specie differente, prodotta da piante di diverso tipo” o Stesso significato usato poi da Thomas Jefferson o Significato diffuso negli scritti di diversi scienziati Due usi diversi: • Specialistico -> usato nel discorso scientifico • Figurativo -> usato in letteratura e quotidianamente 1.2 L’ibridazione nelle scienze sociali Nelle recenti decadi il concetto di ibridazione si è diffuso attraverso una varietà di discipline sociali e in varie categorie di pensiero sociale e politico. • Ibridazione = trend multidisciplinare Ibridazione come ontologia -> mezzi per catturare e spiegare il significato di processi che potrebbero essere nascosti da orientamenti dicotomici, essenziali o semplicemente meno flessibili. ➢ Ontologia = disposizione teoretica che ci permettere di chiedere e di rispondere ad alcune delle nuove e differenti domande riguardo alla natura della società contemporanea. L’ontologia è necessaria perché ogni metodo per capire il mondo, o una parte di esso, deve partire da ipotesi (implicite od esplicite) riguardo al tipo di cose che esistono o che possono esistere in quel dominio, e quale potrebbe essere la loro condizione di esistenza, le loro relazioni di dipendenza e così via. Scienze politiche -> concetto di “regimi ibridi” • Nasce a causa dei crescenti casi che mostrano una complicata mistura di democrazia e autoritarismo • Larry Diamond -> paesi pseudodemocratici Richard Sklar -> democrazia = una forma di organizzazione politica sempre più complessa. Da questa prospettiva la democrazia di un qualsiasi paese è, nelle migliori delle ipotesi, un frammento composito. Ovunque la democrazia è in costruzione. GIULIA DE VITIS 5 Questa teoria è fortemente dipendente dall’idea di ibridazione. Liberandoci dal pensiero dicotomico e creando un principio generalizzato di simmetria tra le persone e le cose, ci permette di identificare i sistemi sociotecnici il cui funzionamento dipende dall’intreccio dell’agire sociale e del tecnologico. Per Latour i termini “sociale” e “tecnologico” sono semplicemente delle etichette di convenienza che non hanno nessun significato sostanziale. Alcuni studiosi hanno integrato alcuni dei temi della actor-network theory con alcuni sviluppi empirici della comunicazione politica. Qui risulta particolarmente importante l’idea dell’assemblaggio (assemblage in eng.), originariamente introdotta da Gilles Deleuze e Félix Guattari, che offre un orientamento creativo per lo studio della media politics individuando il potere e l’agire nel contesto di sistemi integrati, ma ancora attraversati da conflitti, che comprendo sia persone che tecnologie. 1.3 Le sfide analitiche dell’ibridazione È necessario distinguere tra due distinti modelli base di ibridazione: i. Ibridi visti come una versione “diluita” delle antecedenti ii. Ibridazione particellare -> vede le caratteristiche degli antecedenti come sempre in processo di essere ricombinate selettivamente in nuovi modi. - gli ibridi particellari sono riconoscibili dal loro lignaggio, ma sono anche nuovi. - la novità deriva dalle ricombinazioni di elementi precedenti - le vecchie forme di organizzazione (partiti politici e gruppi d’interesse) ora fondono i loro stili di campagna preesistenti con repertori di mobilitizzazione tipicamente associati con le organizzazioni dei movimenti sociali. L’idea di ibridazione particellare è molto simile alla nozione elaborata da Edward Said di “contrappunto”, preso in prestito dalla musicologia. Nel nostro caso, invece, il concetto di contrappunto è usato per sottolineare il ruolo formativo degli scambi tra le entità partecipanti. L’ibridazione è un processo di simultanea integrazione e frammentazione. L’ibridazione particellare è il risultato di scontri per il potere e competizione per la supremazia durante i periodi di transizione, contingenza e negoziabilità. Con il passare del tempo, queste pratiche ibride iniziano a fissarsi diventando sedimentarie, e ciò che una volta era considerato inusuale e transitorio inizia ad essere visto come sedimentario, seppur mai fissato completamente. Per ogni esempio di confine tra nuovi e vecchi media nella comunicazione esiste un esempio dove questo confine viene infranto. ACTOR-NETWORK THEORY (Latour) – SINTESI o TESI CENTRALE: modernità basata su un’ontologia artificiale che distingue tra natura/società e umano/non-umano o IPOTESI: o mondo basato su network ibridi si soggetti- oggetti ibridi umani/non-umani o la forma d’agire dei soggetti non-umani emerge dalle loro interazioni interdipendenti con risorse tecnologiche e umane o Questi network devono essere analizzati in modo olistico ▪ SCOPO: capire l’influenza reciproca di attori sociali e tecnologia ASSEMBLAGE = cattura gli aspetti sociali e tecnologici eterogenei dell’azione collettiva nel news making e nel political campaigning GIULIA DE VITIS 6 1.4 Sistema e potere Denis McQuail -> media system = semplicemente tutti i media rilevanti Ogni comprensione del potere deve involvere un’analisi delle relazioni tra gli attori sociali, ma deve anche includere le relazioni tra gli attori e le tecnologie perché queste permettono e limitano l’agire nei network ibridi e nei sistemi sociotecnici identificati dall’actor-network theory. L’esercizio del potere deve sempre coinvolgere una relazione interattiva di qualche tipo. Queste interazioni possono essere intese molto alla larga come le relazioni sociali che creano i contesti culturali e ideativi nei quali la precondizione essenziale per il potere – la costruzione di senso – ha luogo. Le molteplici interazioni tra gli attori sociali si possono aggregare e creare sistemi. Vedere la vita sociale come basata su sistemi non implica niente di rigido o meccanico. I sistemi sono spesso connotati da flessibilità, adattabilità e cambiamento evolutivo che emergono dalla somma delle interazioni sociali. Il regime, invece, connota gerarchia, immobilità e asimmetrie di potere nelle relazioni sociali. Queste caratteristiche possono essere spesso anche proprie dei sistemi, ma questi manifestano spesso fluidità, orizzontalità ed equità. Manuel Castells -> le relazioni di potere istituzionale spesso si incontrano con contro-poteri, questo perché i movimenti sociali che sono sempre più costruiti sulla networked comunication sfidano lo stato e le istituzioni corporative. Chadwick -> ipotizza che tutti i sistemi siano caratterizzati da diversi gradi di complessità, instabilità e confusione. I sistemi contengono molti elementi non-lineari e spesso sono sottoposti a lunghi, imprevedibili e caotici periodi di cambiamento. Sono basati sulla competizione, sul conflitto per le risorse e sul desiderio per la supremazia, ma la loro analisi porta avanti l’ipotesi che esista molta interdipendenza tra gli attori salienti. Quest’ultimi competono e alcuni hanno la meglio, creando quella che Nye definisce “interdipendenza asimmetrica”. Anche l’individuo più forte all’interno di un sistema è però costretto a cooperare con i più deboli per perseguire gli obiettivi comuni. Ciò dà la possibilità anche ai componenti più deboli del sistema di agire in modi che forzano l’adattamento di coloro che in apparenza possiedo un potere maggior prima che l’interazione abbia inizio. David Singh Grewal -> Network power Theory • Potere basato sulla sovranità secondo la nozione di Weber: o Sovranità = potere di un individuo o di un gruppo di convincere gli altri a fare qualcosa che preferirebbero non fare. o Questo tipo di potere è spesso, ma non sempre, sostenuto da forme legittimate di decision- making collettivo. • Il potere può anche essere basato su quelle che vengono definite “relazioni di socievolezza”: o Relazioni di socievolezza = accumulazione di decisioni individuali e decentralizzate che, prese tutte insieme, conducono a circostanze che hanno effetti sull’intero gruppo. Definizione in apparenza semplice. Era evidente ai tempi di McQuail, ma oggi la definizione di ciò che si intende con “semplicemente tutti i media rilevanti” è difficile da definire in un sistema complesso e pieno di diversità come quello in cui ci troviamo ora Una cooperazione di qualche tipo è necessaria per il mantenimento del sistema. GIULIA DE VITIS 7 o Queste relazioni esistono sempre di più in forma di network, ma questi non sono interamente caotici e spontanei o Con il passare del tempo i network iniziano a basarsi su standard emergenti -> norme e pratiche condivise che facilitano la cooperazione. o il valore sociale delle norme e delle pratiche dei network più grandi fa venir voglia alle persone di appartenere a quei network o diventando membri le persone guadagnano l’accesso alle risorse – o al potere del network – che risiedono nelle relazioni cooperative facilitate dalle norme e dalle pratiche • = motivo per cui gli individui adattano costantemente le loro norme e pratiche per unirsi a network vantaggiosi. • Gli attori si mobilitano continuamente, e continuamente si estendono su logiche mediali vecchie e nuove per far progredire i propri valori e interessi. L’idea di sistema coinvolge anche l’idea di “pratica” -> Nick Couldry I sistemi sono basati sulla differenziazione sociale. Tra gli attori emergono divisioni del lavoro e viene riconosciuto che il perseguimento degli obiettivi non può essere intrapresa senza alcune strutture regolari e incorporate per gestire il conflitto e la cooperazione nel tempo. Queste strutture possono prendere la forma di istituzioni, ma ai tempi dei media digitali – meglio compresi come forma di comunicazione e di organizzazione – queste strutture per la cooperazione sono piuttosto larghe, spontanee, flessibili e adattate e riadattate continuamente a seconda degli obiettivi. Integrare norme e agire con regolarità sono parti importanti dell’esercizio del potere in qualsiasi sistema. Attenzione e abilità nell’agire tempestivamente sono punti chiave per una comunicazione efficace. Un ulteriore aspetto chiave dei sistemi è la loro continua ricreazione e modifica. 1.5 Dalla media logic alla hybrid media logic Peter Dahlgren -> definizione di media logic La media logic finisce per dare forma alle pratiche di coloro che lavorano fuori dal campo dei media e, con il passare del tempo, i confini tra campi dei media e campi non dei media diventano sempre più porosi. Questo approccio nasce non con i testi mediali o con le istituzioni mediali, bensì da pratiche media-related nel senso più ampio del termine Si chiede: • cosa fanno le persone (individui, gruppi, istituzioni) in relazione ai media in un’ampia gamma di situazioni e contesti? • Com’è la pratica media-related delle persone rispetto al loro agire più generale? In questo modo, il potere può essere compreso in un senso non riduttivo e sfaccettato poiché l’uso delle risorse in un qualsiasi contesto di dipendenza o interdipendenza permette agli individui o alle collettività di perseguire i propri interessi sia con che entro media differenti, ma interconnessi. Media logic = gli imperativi che danno forma agli attributi particolari e ai modi di fare le cose entro un dato media o dentro specifici generi GIULIA DE VITIS 10 Capitolo 2 – Tutti i sistemi mediali sono stati ibridi Tutti i vecchi media sono stati “nuovi” e tutti i nuovi media diventeranno vecchi. Ma i vecchi media vengono raramente deposti da quelli nuovi. Quando un nuovo media di successo inizia ad invecchiare, le sue caratteristiche fisiche e le norme sociali che lo circondano iniziano a diventare meno visibili • Il focus inizia a spostarsi dall’apparato fisico – la tecnologia – e dalla generazione iniziale di convenzioni sociali legate all’uso del medium Carolyn Marvin -> la storia dei nuovi media, più che essere la storia dell’evoluzione delle efficienze tecniche nella comunicazione, è una serie di arene per la negoziazione di questioni cruciali per la condotta della vita sociale • chi è dentro o fuori, chi può parlare o meno, chi ha autorità e può essere creduto Bruno Latour -> questo processo coinvolge network ibridi che consistono in entità tecnologiche e sociali le cui interazioni costanti generano potere e agire. Lisa Gitelman -> definizione storica di media Nel corso della storia, il medium è stato una vasta accozzaglia di regole normative e di condizioni di default che si raccolgono e aderiscono come una varietà nebulosa attorno a un nucleo tecnologico I nuovi media fanno accrescere i pubblici dei nuovi media stessi -> Forniscono diversi contesti normativi e diversi termini di coinvolgimento alle interazioni tra i differenti gruppi. Così facendo riconfigurano parzialmente le relazioni sociali, economiche, politiche, spaziali e temporali tra le élite mediali e politiche e i pubblici. Qualsiasi medium è capibile in modo migliore se lo si considera nei termini della sua posizione in un sistema di relazioni interdipendenti con altri media. TUTTI I MEDIA SONO IBRIDI Media -> strutture di comunicazione socialmente realizzate, dove le strutture includono sia le forme tecnologiche che i loro protocolli associati, e dove la comunicazione è una pratica culturale, una collocazione ritualizzata di persone differenti con la stessa mappa mentale e che condividono ontologie di rappresentazione popolari pubblici ibridi: combinazioni parzialmente amalgamate di gruppi, organizzazioni, pratiche e norme sociali p precedentemente associati con media più vecchi GIULIA DE VITIS 11 2.1 – Media e “novità” I nuovi media sono sempre stati presentati come dei miglioramenti rispetto ai loro predecessori in termini di ciò che Bolter e Grusin definiscono “immediatezza” La pretesa di superiorità di ogni nuovo medium lo porta inevitabilmente in competizione e in conflitto con i media più vecchi. Per Bolter e Gruisin questo crea un secondo nuovo aspetto dell’emergere dei media: l’ipermediazione La novità di un nuovo medium non arriva da una novità tecnologica per sé, ma deriva dai modi in cui i nuovi media rinnovano i vecchi media e dai modi in cui i vecchi media si rinnovano per affrontare le sfide introdotte dai nuovi media. Roger Fildler -> “mediamorfosi” 2.2 – Potere e comparsa negoziata dei nuovi media Durante la comparsa di nuovi media sono a rischio le relazioni negoziate di potere, autorità e prestigio tra i gruppi di attori associati a forme mediali particolari ORAL-PRINT MEDIA XV e XVI secolo -> scribi contro la macchina da stampa per timore che questa mettesse fine alla loro esistenza. Paura della Chiesa di perdere il controllo ora che le persone potevano leggere i testi religiosi per conto loro. Dalla metà del XV secolo la cultura orale ha persistito, si è adattata e si è rinnovata nel corso di tre secoli integrando le pratiche dell’oralità a una cultura della stampa in evoluzione. La cultura orale torna ad essere significante dopo la Restaurazione della monarchia inglese nel 1600 e furono ulteriormente rinvigorite nei nuovi e nei vecchi spazi di scambi faccia a faccia come pub, club, chiese, librerie e cafè. Inizio del XVIII secolo -> i cafè di Londra e Parigi sono il motore dell’Illuminismo, ma questi sono anche spazi ibridi nei quali i giornali, gli opuscoli e i libri venivano letti ad alta voce e discussi in pubblico. L’emergere dei libri stampati e degli opuscoli fu una delle principali cause della Riforma Protestante, ma anche la cultura orale e i media visivi hanno giocato un ruolo importante. Immediatezza = il senso di presentare una finestra trasparente sul reale Ipermediazione -> si riferisce a come i nuovi media riguardano spesso meno la trasparenza e l’immediatezza e più la ri- mediazione e l’ibridazione di altre forme mediali Mediamorfosi = continuum di trasformazioni e adattamenti condotti dalla complessa interazione tra i bisogni percepiti, pressioni politiche e competitive e innovazioni sociali e tecnologiche Riforma Protestante -> in parte lotta di potere per l’appropriatezza percepita di forme mediali in competizione per rappresentare in maniera adeguata il sacro GIULIA DE VITIS 12 Il carattere di questi spazi di cultura orale ha anche influenzato i generi emergenti degli opuscoli e dei giornali del tempo, contribuendo a forgiare nuove norme di legittimazione e di consenso nella comunicazione politica. • Esempio 1: The Spectator (1711-1712) conteneva un “club” virtuale modellato sui club di Londra • Esempio 2: Intrattenitori che rivendevano libri dopo aver recitato brani tratti da essi nelle strade e nelle piazze Rivoluzione francese -> incredibile importanza della carta stampata: • Fondazione solo nel 1789 di 250 nuovi giornali • Prospera di scritti politici • L’analfabetismo estremamente diffuso nella società alimenta la continua importanza degli incontri faccia a faccia La continua importanza dell’arte figurativa ci porta ad un ulteriore tema nella storia dell’ibridazione dei media: l’integrazione tra informazione e intrattenimento. La storia della stampa è spesso descritta come la vittoria della ragione e del dibattito informato e di quelle che nel XX secolo vengono riconosciute come hard news. Ma la realtà è più complessa. I sistemi di stampa britannici e americani hanno sempre avuto un misto ibrido di informazione e intrattenimento. • USA: o I primi giornali contenevano uno strano mix di dibattiti politici, scandali sessuali e satira o Sun di New York (1833-1950) presentava intrattenimento affiancato da questioni pubbliche incluse, nel 1835, una serie di bufale riccamente illustrate che rivelavano la presenza di vita sulla luna. • UK: o Reynolds’s News presentava una combinazione di news, pezzi d’opinione liberal-radicali, storie brevi e illustrazioni. o Daily Mail (1896) -> figlio della svolta verso modelli più commerciali di giornalismo, è il primo giornale a presentare una “pagina delle donne” Con il progredire del diciannovesimo secolo, gli stili conversazionali di giornalismo che avevano preso elementi in prestiti dalle tradizioni orali continuano a incoraggiare rappresentazioni dell’opinione pubblica vivaci e pluralistiche nella stampa americana È solo nell’era progressista americana dell’inizio del ventesimo secolo che assistiamo alla professionalizzazione e all’istituzionalizzazione del giornalismo. Le influenze della cultura orale e dell’inizio della stampa iniziano a scomparire e si inizia ad affermare un modello di informazione di “oggettività”. MA I luoghi di interazione orale e fisica diventano ingarbugliati con l’emergente cultura scritta, e la cultura scritta stessa agiva a sua volta sulla cultura orale dando in parte forma alla sua immagine In questo processo emerge la comprensione moderna e “scientifica” dell’effettivo ruolo dei media d’informazione americani GIULIA DE VITIS 15 Internet, rifacendosi a questi aspetti dei media digitali, è stato basato sul continuo assemblaggio, disassemblaggio e ri- assemblaggio di dati modulari David Weinberger -> internet contribuisce a un nuovo “ordine dell’ordine” nel quale i sistemi per categorizzare e organizzare informazioni ora trascendono le limitazioni del predigitale. Internet e meno autopoietico di quanto sia allopoietico: SISTEMI AUTOPOIETICI I sistemi autopoietici sono chiusi, confinati e si auto-riproducono attraverso le interazioni delle loro pratiche interne. SISTEMI ALLOPOIETICI I sistemi allopoietici sono aperti. Ricevono una vasta varietà di input e producono una vasta varietà di output. Sono creati da combinazioni di forze e risorse esterne al sistema. È il tipo di sistema che meglio cattura l’ibridazione di internet GIULIA DE VITIS 16 Capitolo 3 – I contesti contemporanei di ibridazione 3.1 – Gran Bretagna Dalla fine degli anni 2000, la televisione digitale multicanale ha raggiunto più dell’80% delle famiglie britanniche e in diverse regioni del paese, come Scozia e nord-est dell’Inghilterra, i tassi di penetrazione sono molto più alti. Nella Gran Bretagna contemporanea non c’è mancanza di news politiche, ma le audience sono sempre più frammentate tra i canali, i palinsesti e le piattaforme digitali come iPlayer di BBC o le applicazioni video per telefoni. Come parte di un processo in continua evoluzione di adattamento e rinnovo, il broadcasting è diventato sempre più concentrato sull’offrire alle sue audience modalità di consumo e interazione personalizzabili e fatte su misura per loro. Anche la diversità di mezzi con i quali le persone possono accedere alle informazioni online è aumentata -> la popolarità dell’accesso mobile è aumentata e continua a farlo Questa diversità di opportunità per l’accesso a internet gioca un ruolo importante nella creazione di stili di vita multitasking in famigli con molteplici connessioni. Schemi di consumo ibrido stanno fortemente emergendo in alcune sezioni del pubblico Il cambiamento più sorprendente dalla metà degli anni 2000 si manifesta nella forma di partecipazione di massa nella creazione di contenuto online. • Il 30% degli utenti di internet lo qualifica come la maggior fonte per il reperimento delle informazioni e in generale i trend rivelano che i livelli di fiducia verso l’informazione online sono più alti di quelli di TV e giornali. •Nonostante questo non vi è stato alcun calo drammatico dell’audience per la TV dagli anni 2000 -> LA TV SI È ADATTATA •La TV ha perso il monopolio sulle notizie parallelamente allo sviluppo dei siti di informazione, che sono meno preoccupati dagli standard di rensponsabilità e aiutati dal fatto che la struttura orizzontale della rete fa si che le notizie si diffondano prima tra reti personali che sui media tradizionali. •A questo nuovo contesto i boradcasters e gli altri attori mediatici devono adattarsi e vanno ricercati nuovi modelli di sostenibilità del servizio - Esempio: la BBC si sta costruendo una forte presenza sul web integrando le nuove logiche partecipative e di raccolta di materiale amatoriale, mostrando segni di resilienza. TREND TELEVISIVI • Il diffondersi di nuove forme di giornalismo e i minori ricavi pubblicitari sul web mostra segni di adattamento. •Se inizialmente la stampa non diede troppo peso all’avanzata del web, ora è evidente il tentativo di nuove forme organizzative: esse iniziarono con le offerte di abbonamento e pay per view (PPV) online (nonostante i giornali locali senza le risorse per tale transizione entrarono in crisi proprio a causa di questo nuovo modello). • I trend attuali mostrano che il sistema PPV online funziona molto bene per i giornali settoriali ma si rivela piuttosto inefficace per l’informazione generalista, e oltre a questo bisogna considerare che all’aumentare di abbinamenti online corrisponde una decrescita delle copie cartacee vendute. • I giornali rimangono però forti in UK, soprattutto per lo sviluppo delle versioni online che si stanno integrando con nuovi strumenti e possibilità di dare spazio all’utente offrendo interattività, ma anche per la grande attenzione che rivolgono alle logiche dei social network. • Il processo di reinventing personale ha avuto i suoi costi e le sue difficoltà: i tagli delle spese e del personale sono stati importanti e diverse difficoltà sono arrivate dal fronteggiare le nuove forme di giornalismo online come il blogging, a volte anche finendo con l’integrare le figure sempre più autoritarie dei blogger nel processo di newsmaking. TREND STAMPA Internet non è più un medium computer-based GIULIA DE VITIS 17 3.2 – Stati Uniti •il numero di canali e le piattaforme da cui accedervi è aumentato a dismisura ma in generale negli ultimi 20 anni del 900 i 3 broadcasters principali hanno avuto un calo dell’audience di 1/3. •I networks di news mantengono grande importanza specie in alcuni determinati periodi, ma anche la tv via cavo sta diventando importante sotto questo aspetto. •In generale sia da una parte che dall’altra la produzione di notizie stessa sta cambiando assumendo sempre più i connotati dell’intrattenimento e appoggiandosi sempre più alla figura del presentatore-celebrità. •Dobbiamo fare però attenzione nella lettura di tali dati: la TV rimane fortissima e fino al 2011 era 6 volte più popolare rispetto a internet. TREND TELEVISIVI •Dal 2008 al 2011 c’è stato un incremento del tempo speso per il consumo di video online dell’80%, mentre nel 2009 il 60% ha dichiarato di utilizzare internet contemporaneamente all’uso della TV. • La diffusione della TV in streaming ha avuto un impatto negativo sugli abbonamenti alla tv via cavo, e in generale gli online video stanno modificando il modo di fare campagna elettorale, che oggi opera in modo interdipendente tra i video e la TV. •Non è un caso che tra i giovani ci sia la convinzione che per la campagna Obama del 2008 internet e la televisione abbiano avuto la stessa importanza I VIDEO •Nonostante molte news vengano consumate online bisogna prestare attenzione al fatto che la maggior parte delle informazioni politiche online vengono rilasciate dai siti web di giornali o compagnie Broadcast ---> in altre parole la TV e i giornali oggi sono online così come il loro pubblico, affiancati da altri attori semi- professionali come i blog (un esempio è l’Huffington Post). •Notiamo quindi che per quanto riguarda i giornali ad essere in crisi non è tanto il medium in se quanto il supporto della carta stampata sul quale il medium faceva affidamento fino a qualche anno fa. •La TV è quindi sempre presente se poi consideriamo anche il fatto che molti dei contenuti presenti in rete come gli online video vengono inizialmente creati e mediati in televisione TREND CONSUMO DI NOTIZIE ELETTORALI •I blog sono in netta espansione così come gli Users generated contents, ma anche qui dobbiamo fare attenzione all’interpretazione dei dati: non bisogna pensare ai blog come organi che rappresentano il popolo ma piuttosto come aventi una funzione intermediale di agenda setting. •I blogger attingono cioè dai giornali e allo stesso tempo i giornali attingono dai blog ormai semi- professionalizzati e acquisiti dai settori elitari della comunicazione pubblica. TREND BLOGGING GIULIA DE VITIS 20 Capitolo 4 – il ciclo di informazione politica Il capitolo tratta la diffusione delle informazioni politiche, all’interno di ciò che viene definito il Political Information Cycle, prendendo come riferimento due grandi eventi accaduti in UK prima delle elezioni generali del 2010. Questi due episodi forniscono una finestra convincente sul sistema ibrido dei media britannici. Un’arena cruciale nella quale il bilanciamento di potere è cruciale è quella definita da Chadwick come “political information cycle”. I cicli d’informazione politica stanno diventando la norma sistemica per la mediazione di eventi politici importanti. Sono un elemento essenziale del sistema ibrido dei media. 4.1 – Dal ciclo d’informazione al ciclo politico d’informazione In origine, il termine “news cycle” voleva semplicemente dire il prevedibile periodo giornaliero tra l’ultimo numero di un giornale e il suo numero successivo. Le nuove tecnologie hanno portato a una compressione del tempo delle notizie e cicli singoli di notizie giornaliere stanno diventando più rari. Gli studiosi, a prescindere dal loro approccio, si sono uniti sotto il presupposto fondamentale che la costruzione delle news politiche è un gioco strettamente controllato che coinvolge le interazioni e gli interventi di un numero ristretto di élite: politici, ufficiali, staff di comunicazione, professionisti delle notizie e blogger d’élite. Chadwick -> suggerisce che i recenti cambiamenti rendano necessaria una reinterpretazione dell’importanza del tempo, della tempestività e dei processi ciclici nelle relazioni di potere che danno forma alla produzione di notizie. BULLYGATE • COS’È: scandalo che vede il primo ministro laburista Brown accusato di violenze sui propri dipendenti nel suo ufficio di Downing Street → CASO MEDIATICO La vicenda si evolse con la partecipazione e la mediazione di politici, giornalisti e cittadini comuni, che attraverso vari strumenti resero ciò che era inizialmente stata una rivelazione del giornale “Observer” un vero e proprio dibattito pubblico intermediato Fu potenzialmente lo sviluppo politico più dannoso dell’intero mandato di Brown, non solo per le sue tempistiche, ma anche per la natura personale dell’evento PRIMO DIBATTITO IN TV PER ELEZIONE A PRIMO MINISTRO I dibattiti furono in realtà 3, ma nessuno degli altri fu d’impatto come il primo. Il dibattito alterò il corso delle elezioni favorendo il leader outsider del partito liberal democratico Nick Clegg che riuscì a guadagnarsi le luci della ribalta Notizie e commenti furono consumati online, sui giornali e in televisione in tempo reale durante l’evento e nei giorni successivi. Un ruolo importante nel ciclo di informazioni fu giocato da un gruppo FB pro-Clegg saltato fuori spontaneamente e dal Daily Telegraph, giornale a favore del partito conservatore, che per contrastare l’onda positiva del candidato democratico pubblicò uno scoop che vedeva Clegg coinvolto in attività economiche illecite. GIULIA DE VITIS 21 I cicli d’informazione politica hanno alcune caratteristiche che li distinguono dai cicli di notizie: • sono assemblaggi complessi nei quali le logiche di quelli che dovrebbero essere i “nuovi” media online sono ibridizzati con quelli che dovrebbero essere i “vecchi” media di broadcast e di stampa. Concetto di ASSEMBLAGGIO -> ci permette di vedere il carattere relazionale delle campagne. C.W. Anderson -> esplora come le tecnologie digitali abbiano facilitato l’assemblaggio combinando organizzazioni locali di news e altre aree simili al giornalismo come blog del vicinato, associazioni mediatiche dei cittadini, organi locali di beneficienza e attivisti. Presupposto chiave -> esistono confini permeabili tra diverse unità modulari di un qualsiasi sforzo collettivo. E il significato e la forza di una qualsiasi unità modulare – sia essa una tecnologia, un frame, un messaggio e così via – di quello sforzo può solamente essere capita in termini di relazione con altre unità. DeLanda -> sostiene che possiamo distinguere le proprietà che definiscono una qualsiasi entità dalle sue capacità di interagire con altre entità. Queste relazioni implicano che una componente di un’entità può essere staccata e unita a un assemblaggio differente. William Bogard -> gli assemblaggi sono molteplicità di interfacce. I cicli d’informazione politica possono coinvolgere un numero maggiore e una varietà maggiore di attori e interazioni rispetto a come i cicli di notizie vengono normalmente compresi. Non si tratta semplicemente di un’accelerazione del ritmo e neanche semplicemente la riduzione del tempo rivolto ai problemi. I cicli sono per lo più caratterizzati da complesse strutture temporali. Questo processo di ibridizzazione dà forma alle relazioni di potere tra gli attori e in sostanza influenza i flussi e i significati delle notizie. ASSEMBLAGGIO = Concetto che ha origine nella teoria sociale di Delueze e Guattari Si intendono le confluenti espressioni, sempre in evoluzione, di specifiche forze meccaniche come tecnologie linguaggi e architetture. In altre parole: i fragili confini tra diverse unità modulari di uno sforzo comune, in cui la forza di ogni singola unità di quello sforzo può essere capita solo se relazionata con le altre. Nel caso specifico del PIC l’assemblaggio di cui parliamo comprende l’unione di singoli, gruppi, siti, e istanze temporali che coinvolgono creatori di news molto diversificati e interdipendenti, ma anche diverse tecnologie mediali, che si sganciano e si riagganciano saltuariamente al processo di newsmaking. Gli assemblaggi sono interi caratterizzati da relazioni di esteriorità Includono molti partecipanti che non fanno parte di élite, la maggior parte dei quali interagisce esclusivamente online in modo da portare avanti, o contestare, specifici frame o anche storie intere, a volte in contemporanea ma anche negli stadi successivi del ciclo di notizie. GIULIA DE VITIS 22 I broadcaster e i giornali ora integrano azioni e informazioni non-elitarie dal mondo online nelle loro routine di produzione. L’utilizzo di strumenti digitali permette agli attivisti che non fanno parte di élite di poter contestare con successo il coverage della stampa e della televisione della politica. Più i broadcaster professionisti e i giornalisti utilizzano strumenti come FB e Twitter per comunicare, più vengono a contatto con attori non elitari e attivisti del popolo: la dimostrazione che oggi il ciclo di informazione politica si sviluppa non solo tra piccole cerchie elitarie, e neanche solamente in un ambiente ristretto, come invece sosteneva la visione classica. 4.2 - #Bullygate Il Bullygate ha inizio con la pubblicazione da parte del Mail on Sunday, domenica 31 gennaio 2010, di un articolo in prima pagina in cui viene rivelata la presenza di un libro, scritto da Rawnsley, in cui ci sarebbero delle rivelazioni shock sul ministro Brown, accusato di violenze sul suo staff. Il blog dei conservatori riporta il pezzo ma nonostante questo la vicenda rimane dormiente fino a sabato 20 febbraio, quando sia l’Observer che i Sundays si prepararono per pubblicarla in massa dettando l’agenda a giornalisti e broadcaster per i giorni successivi. Per semplificare la narrazione degli eventi, essi verranno esposti e sintetizzati in punti chiave e momenti salienti: • Avendo capito che aria tirava, una settimana prima Brown organizza una serie di apparizioni, di cui una in contemporanea all’uscita dell’Observer, per tutelare la sua immagine in vista dello scandalo imminente. • Nel primo pomeriggio, un giorno prima di quello che per l’Observer doveva essere uno scoop, Brown appare a Channel4 per un’intervista, in cui nega l’accaduto, che doveva andare in onda la sera stessa alle 7, ma che iniziò a circolare online dal sito di Ch4 dalle 4 di pomeriggio. • 20 minuti dopo il Daily Mirror, Daily Express e Daily Star pubblicano un pezzo online dove riprendono tutta la vicenda a partire dall’articolo del Mail on Sunday di 3 settimane prima: il Bullygate era ufficialmente iniziato prima del dovuto. • Inizia il fermento online: dopo l’intervista TV, su Twitter scrivono Ch4 prendendo spunto da una preview dell’Observer, e inizia a circolare l’hashtag #rawnselyrot lanciato da una parlamentare laburista. • In tarda serata escono le prime edizioni online dei giornali della domenica, l’Observer che voleva rilanciare il cartaceo pubblica solo una preview ma in realtà è ricca di informazioni 20/02/2010 • Nell’assemblaggio del PIC si inseriscono i broadcasters: diversi membri del Labour appaiono in tv per smentire le vicende e dare supporto a Brown, i giornali riportano tutto nel giro di due ore: BG aveva ormai copertura mediatica completa che sostanzialmente aveva creato una frattura tra chi credeva alle rivelazioni e chi invece a Brown. • Entra in gioco la National Bullying Helpline (NBH) – online l’# si era diffuso e ne erano nati di nuovi anche da parte di giornalisti. Una di loro, Lucy Manning, scrive su TT che la NBH aveva dichiarato di aver ricevuto moltissime chiamate di aiuto da Downing Street. • Il primo retweet è di Rawnsley seguito da quelli del partito conservatore: ora in gioco c’era una terza parte, appunto la NBH. • Ore 17: una copywriter, Sarah Nuttal, scrive su TT che a capo della NBH c’è una parlamentare conservatrice, la Widdecombe, facendo sostanzialmente capire che probabilmente la dichiarazione della NBH potrebbe essere un complotto contro Brown. • Seguono retweet che confermano i legami politici della NBH e il PIC continua ad arricchirsi di nuove informazioni. • Arriva la risposta dei Broadcasters: alcuni come la BBC reputano la notizia della NBH come attendibile e intervistano la direttrice dell’ente, Christine Pratt, pubblicando il video online. Altri come Ch4, i cui rappresentanti avevano letto su TT dei probabili legami conservatori di NBH, vanno più cauti e non nominano la vicenda della NBH. Intanto il video della Pratt era stato riportato da tutti i giornali online. • Il clima è comunque di incertezza sulla credibilità delle dichiarazioni di NBH: incertezza che si gonfia pesantemente dopo che il link di un blog che scredita NBH finisce su TT. Ore 21: un famoso blogger di centro sinistra linka su TT un blog in cui si evidenziano i collegamenti conservatori di NBH 21/02/2010
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