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La storia dell'Inghilterra dalla preistoria alla Conquista normanna (1066), Tesine universitarie di Letteratura

Le principali tappe della storia dell'Inghilterra, dalla preistoria fino alla Conquista normanna. Vengono discusse le ipotesi sulla datazione di Beowulf e il suo ruolo come documento di una civiltà, ricordando le principali fasi storiche, dalla preistoria fino all'arrivo dei Romani, l'epoca anglosassone, la conversione alla religione cristiana e la dominazione scandinava. Il testo illustra anche la presenza di influenze scandinave nel Beowulf.

Tipologia: Tesine universitarie

2017/2018

Caricato il 18/06/2018

Sarah38051
Sarah38051 🇮🇹

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Scarica La storia dell'Inghilterra dalla preistoria alla Conquista normanna (1066) e più Tesine universitarie in PDF di Letteratura solo su Docsity! Introduzione: Beowulf e il suo mondo 1. Oggetto e finalità del modulo L’analisi e l’interpretazione di Beowulf presentano una serie di difficoltà particolari rispetto ad altri testi medievali (e a maggior ragione rispetto ai testi moderni e contemporanei): la quasi totale assenza di dati sul contesto in cui il poema è stato composto, sul suo autore, sul pubblico cui si rivolgeva e sull’esatto momento storico in cui la composizione ha avuto luogo ci pongono di fronte a problemi interpretativi enormi, e dovremo quindi sempre accontentarci di ipotesi, più o meno fondate, senza mai poter raggiungere una certezza assoluta. Il modulo si articolerà dunque in una prima parte in cui il testo verrà presentato nelle sue linee generali, si discuteranno le diverse ipotesi relative al contesto di produzione e di ricezione e i principali problemi interpretativi. In questo modo, al momento di affrontare la lettura del testo, lo studente possiederà un inquadramento generale storico-culturale che dovrebbe facilitare il lavoro di analisi. In un secondo momento si seguirà passo per passo lo svolgimento del poema, analizzandolo sia come testo letterario, sia come documento di una civiltà – quella anglosassone – da noi assai remota. Infine, nelle ultime lezioni, si riprenderanno le domande e le ipotesi che ci siamo posti all’inizio del modulo e verificheremo in che modo l’analisi abbia potuto contribuire a fornire risposte o, comunque, a meglio comprendere sia il testo poetico che la civiltà anglosassone. Verrà inoltre eseguito un sintetico excursus sulla ricezione di Beowulf in epoca post-medievale, interrogandosi sulle ragioni della sua vitalità ancora ai giorni nostri. 2. La storia della Gran Bretagna fino all’invasione normanna (1066) Per discutere le ipotesi avanzate a proposito della datazione di Beowulf, e per interpretarlo come documento di una civiltà, è necessario ricapitolare brevemente le principali tappe della storia della Gran Bretagna dall’antichità più remota fino alla Conquista normanna. ? – I sec. a.C. Non abbiamo notizie certe sulle popolazioni stanziate in Gran Bretagna fino all’arrivo dei romani – guidati da Giulio Cesare – nel primo secolo avanti Cristo. A quest’epoca risalgono sicuramente i grandiosi monumenti megalitici di Stonehenge, ma nulla sappiamo sulle genti che li hanno edificati. All’arrivo dei romani, comunque, l’isola era popolata da tribù che parlavano lingue celtiche, vale a dire lingue appartenenti alla famiglia indoeuropea (cui appartengono anche le lingue germaniche, quelle italiche, quelle slave, quelle indoarie, quelle baltiche, l’albanese, l’ittita ecc.) e strettamente imparentate con le lingue parlate nelle Gallie (l’attuale Francia) e nel Nord della Penisola iberica. I sec. a.c. – 410 d.C. A partire dalle spedizioni di Cesare in Britannia (55 a.C. e 54 a.C.), il potere romano si va via via espandendo e consolidando sull’isola, che risulta pienamente romanizzata nei primi secoli dopo Cristo (resta esclusa la Scozia). Il periodo romano ha fine nel 410, quando per far fronte all’attacco visigoto a Roma, l’Impero richiama le truppe stanziate in Britannia, lasciando così indifesa la popolazione celto-romana già convertita al Cristianesimo (unica religione ammessa nell’Impero a partire dall’Editto di Teodosio, del 380). V-VI secolo. Non più difesa dalle truppe romane, la Britannia si trova esposta alle invasioni delle genti germaniche [nello stesso periodo genti germaniche si stanno spostando in tutta Europa], che invadono l’antica Britannia, sterminano o cacciano i suoi abitanti e si stanziano creando una molteplicità di piccoli regni. Le genti germaniche che invadono la Britannia provenivano principalmente dalle coste meridionali del Mare del Nord (sassoni e un certo numero di frisoni) e dalla penisola dello Jutland (juti e angli), ma anche da altre regioni dell’Europa settentrionale. Dal nome di una di queste genti, gli angli, l’Inghilterra assume il suo attuale nome: Engla land, “Terra degli Angli”, da cui il modeno England. VI-VII secolo. Dopo lo stanziamento, le tribù germaniche si organizzano in tanti piccoli regni, governati da sovrani tribali coadiuvati ognuno da un gruppo di “seguaci”, guerrieri che sostengono e aiutano il re e ne ricevono in cambio vitto, alloggio e parte del bottino di guerra. Una interessante testimonianza su questa fase della storia inglese ci è fornita dal ritrovamento di una sontuosa tomba regale nella località di Sutton Hoo, nell’East Anglia. Da successive fonti scritte sappiamo che la dinastia regnante dell’East Anglia, i Wuffingas, si considerava di origine svedese, e in effetti i ritrovamenti archeologici di Sutton Hoo presentano forti somiglianze con le sepolture regali ritrovate nella Svezia centrale e datate alla stessa epoca. Nel corso di questi due secoli, le genti anglo-sassoni vengono convertite alla religione cristiana in seguito all’attività missionaria organizzata sia dalla chiesa d’Irlanda (che si era trovata isolata dal resto della chiesa cattolica in seguito alle invasioni barbariche nell’Europa settentrionale) sia dalla chiesa di osservanza romana. Il fatto che i missionari provenissero da due organizzazioni ecclesiastiche diverse – seppure nell’ambito della chiesa cattolica – comportò inizialmente qualche frizione e qualche differenza (la chiesa d’Irlanda dava molto più spazio alla vita monastica, mentre in quella romana un maggior ruolo aveva il clero secolare). VIII secolo. Conclusosi il periodo dello stanziamento, e completato il processo di cristianizzazione, l’Inghilterra vive nell’VIII secolo un momento di grande espansione economica e culturale. La vantaggiosa conformazione del suolo e il clima contribuivano a fare dell’Inghilterra una delle regioni più fertili d’Europa, e la relativa pace affermatasi dopo la fine delle invasioni germaniche rese possibile un progressivo e notevole aumento della ricchezza. Anche dal punto di vista culturale l’Inghilterra dell’VIII secolo è fiorente: in questo periodo le abbazie inglesi rappresentano grandi centri culturali dove vengono coltivate la letteratura, la grammatica e la teologia. Soprattutto, questa ricchezza culturale caratterizza le regioni centro- settentrionali, la Mercia e la Northumbria. Il grande prestigio degli intellettuali inglesi è il motivo per cui, alla fine di questo secolo, Carlo Magno farà venire proprio dall’Inghilterra il monaco Alcuino per affidargli l’organizzazione della scuola di palazzo, prestigiosa istituzione culturale del nuovo Sacro Romano Impero. 793-954. Questo periodo felice della storia inglese si interrompe bruscamente nel 793, quando per la prima volta si verifica un’incursione vichinga nell’isola, e l’abbazia di Lindisfarne, in Northumbria, viene saccheggiata. A partire dall’815 le incursioni si fanno sempre più frequenti e sistematiche, le popolazioni scandinave non si limitano più ad attaccare e a saccheggiare l’Inghilterra, ma vi si stanziano e si impadroniscono del potere. Le devastazioni cui vengono sottoposte le abbazie comportano una enorme distruzione del patrimonio culturale inglese, e anche il clero retrocede a un livello di istruzione bassissimo, imparagonabile con quello delle generazioni precedenti. Tutti i piccoli regni anglosassoni cadono di fronte all’avanzata scandinava, e nella seconda metà del IX secolo solo il regno del Wessex rimane governato da una dinastia inglese. Proprio il re del Wessex Alfredo il Grande (sovrano dall’871 all’899) ferma l’avanzata scandinava e dà il via alla riconquista inglese della Gran Bretagna. Egli si fa inoltre promotore di un vasto programma di relazioni rendevano sicuramente possibile anche la comunicazione di tradizioni narrative orali. Beowulf potrebbe dunque essere stato composto in East Anglia o in un’altra corte che, come quella dell’East Anglia, intratteneva un’intensa rete di contatti con il mondo nordico. 2) Il poema potrebbe essere stato composto in un’epoca successiva alle invasioni scandinave. In particolare nel IX secolo dovevano essere numerose le corti di piccoli sovrani nordici sul suolo inglese, in cui gli invasori scandinavi e gli inglesi vivevano fianco a fianco. E’ dunque possibile che in una di queste corti sia stato composto in lingua inglese un poema che cantava la gloria delle stirpi cui appartenevano i nuovi sovrani. 5. Paganesimo e cristianesimo nel Beowulf Anche sulla questione della presenza di elementi pagani e cristiani all’interno del poema si è svolta (e tuttora si svolge) un’animata discussione. Sono state avanzate nel corso degli anni due ipotesi estreme: una secondo la quale il poema sarebbe sostanzialmente pagano, e un rielaboratore cristiano avrebbe cercato di inserire passi [interpolazioni] conformi alla fede cristiana, in modo da renderlo accettabile anche dopo la conversione. All’opposto, altri studiosi hanno sostenuto che tutto il Beowulf sarebbe una grande allegoria cristiana, che sotto l’apparenza di una narrazione eroica nasconderebbe l’insegnamento della nuova religione. Beowulf, che si immerge nella palude infernale per uccidere la madre di Grendel e ne esce poi vittorioso, sarebbe così una rappresentazione allegorica di Gesù Cristo che, dopo la morte, si cala negli inferi, sconfigge il demonio e quindi risorge. Da una analisi del testo emerge però una interpretazione meno netta. Il numero e la collocazione dei riferimenti alla religione cristiana rende improponibile l’ipotesi che si tratti di aggiunte successive. Almeno nella versione che ci è pervenuta, Beowulf ha dunque sempre contenuto riferimenti alla religione cristiana, ai suoi insegnamenti e ai suoi valori. D’altro canto è evidente che l’interesse principale dell’autore non è quello di edificare il suo pubblico, di impartire un insegnamento religioso, ma di raccontare la storia di un grande eroe del passato. I riferimenti al cristianesimo appartengono alla visione del mondo del narratore, e non possono essere eliminati dal testo, ma non sono lo scopo della sua narrazione. I riferimenti al paganesimo, invece, servono all’autore per rendere credibile il mondo narrativo descritto, un mondo che il pubblico di Beowulf sapeva bene essere antecedente alla conversione. Se prendiamo in esame quali riferimenti l’autore faccia al paganesimo antico, vediamo che si tratta essenzialmente di due tipi: - Citazioni di usi religiosi pagani: in un solo caso vengono citati i riti sacrificali pagani, e l’autore ne dà un’interpretazione perfettamente coerente con la visione cristiana. I culti resi agli dei sono infatti considerati culti demoniaci, tributati a esseri infernali che subdolamente si spacciano per divinità. Gli unici altri riti pagani cui si fa riferimento sono i riti funerari, incompatibili con l’insegnamento della chiesa (che condannava nettamente la cremazione dei corpi) ma che non vengono esplicitamente disapprovati nel poema; - Citazioni di usi che affondavano le loro radici nel passato pagano, ma che l’autore con ogni probabilità non riconosceva più come connessi al paganesimo. Ad esempio vengono descritti gli elmi a forma di cinghiale, ma sembra certo che l’autore del poema non fosse più consapevole del fatto che il cinghiale era animale sacro al dio Freyr e che la sua effigie aveva un effetto di protezione sul guerriero in battaglia. Scarso valore, relativamente a questa questione, ha invece il fatto che i valori etici presenti nel Beowulf siano differenti da quelli evangelici: per tutta la storia dell’Occidente, e in particolare – per quel che ci concerne – nel Medioevo, le classi dirigenti e guerriere hanno agito seguendo codici d’onore e hanno proclamato valori e modi di comportamento diversi da quelli evangelici, senza che questo ci autorizzi in alcun modo a parlare di “sopravvivenze pagane”. 6. Il contesto di produzione e di ricezione del poema La prevalenza dell’interesse per gli aspetti epico-eroici della narrazione sembra a tutta prima in contraddizione con il fatto che la capacità di scrivere era, nell’Alto Medioevo, propria del clero, e che è quindi pressoché certo che l’autore del poema dovesse essere un monaco. Va però tenuto conto del fatto che in Inghilterra i monaci provenivano quasi esclusivamente dall’aristocrazia: clero e nobiltà appartenevano dunque a un unico gruppo sociale, e le stesse famiglie occupavano i posti di massima responsabilità e potere sia nei regni sia nelle abbazie. Una conferma della condivisione di una stessa cultura da parte di aristocratici e di ecclesiastici ci viene fornita da una lettera spedita da Alcuino, alla fine dell’VIII secolo, ai monaci di Lindisfarne. In questa lettera Alcuino rimprovera ai confratelli di ascoltare narrazioni eroiche di argomento profano invece di passi della Scrittura e vite dei santi, e si domanda “Quid Hinieldus cum Christo?”, vale a dire: “Che ha a che fare Ingeld con Cristo?” Se teniamo conto del fatto che questo Ingeld era un eroe su cui circolavano svariate leggende, e che compare anche nel Beowulf, la lettera di Alcuino prova che l’interesse per la materia leggendaria eroica era diffuso anche tra il clero, e dunque la composizione del Beowulf non è affatto incompatibile con lo status di ecclesiastico del suo autore.
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