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Tipologia B Philippe Daverio, Grand tour d’Italia a piccoli passi, Rizzoli, Milano, 2018,, Temi di Italiano

Tipologia B Philippe Daverio, Grand tour d’Italia a piccoli passi, Rizzoli, Milano, 2018, pp. 18-19.

Tipologia: Temi

2021/2022

Caricato il 16/10/2023

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Scarica Tipologia B Philippe Daverio, Grand tour d’Italia a piccoli passi, Rizzoli, Milano, 2018, e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! Tipologia B Philippe Daverio, Grand tour d’Italia a piccoli passi, Rizzoli, Milano, 2018, pp. 18-19. Lo slow food ha conquistato da tempo i palati più intelligenti. Lo Slow Tour è ancora da inventare; o meglio è pratica da riscoprire, poiché una volta molti degli eminenti viaggiatori qui citati si spostavano in modo assai lento e talora a piedi. È struggente la narrazione che fa Goethe del suo arrivo a vela in Sicilia. A pochi di noi potrà capitare una simile scomoda fortuna. Il viaggio un tempo si faceva con i piedi e con la testa; oggi sfortunatamente lo fanno i popoli bulimici d'estremo Oriente con un salto di tre giorni fra Venezia, Firenze, Roma e Pompei, e la massima loro attenzione viene spesso dedicata all'outlet dove non comperano più il Colosseo o la Torre di Pisa in pressato di plastica (tanto sono loro stessi a produrli a casa) ma le griffe del Made in Italy a prezzo scontato (che spesso anche queste vengono prodotte da loro). È l'Italia destinata a diventare solo un grande magazzino dove al fast trip si aggiunge anche il fast food, e dove i rigatoni all’amatriciana diventeranno un mistero iniziatico riservato a pochi eletti? La velocità porta agli stereotipi e fa ricercare soltanto ciò che si è già visto su un giornaletto o ha ottenuto più “like” su Internet: fa confondere Colosseo e Torre di Pisa e porta alcuni americani a pensare che San Sebastiano trafitto dalle frecce sia stato vittima dei cheyenne. La questione va ripensata. Girare il Bel Paese richiede tempo. Esige una anarchica disorganizzazione, foriera di poetici approfondimenti. I treni veloci sono oggi eccellenti ma consentono solo il passare da una metropoli all'altra, mentre le aree del museo diffuso d'Italia sono attraversate da linee così obsolete e antiche da togliere ogni voglia d'uso. Rimane sempre una soluzione, quella del festina lente latino, cioè del “Fai in fretta, ma andando piano”. Ci sono due modi opposti per affrontare il viaggio, il primo è veloce e quindi necessariamente bulimico: il più possibile nel minor tempo possibile. Lascia nella mente umana una sensazione mista nella quale il falso legionario romano venditore d’acqua minerale si confonde e si fonde con l’autentico monaco benedettino che canta il gregoriano nella chiesa di Sant’Antimo. […] All'opposto, il viaggio lento non percorre grandi distanze, ma offre l'opportunità di densi approfondimenti. Aveva proprio ragione Giacomo Leopardi quando […] sosteneva che in un Paese “dove tanti sanno poco si sa poco”. E allora, che pochi si sentano destinati a saper tanto, e per saper tanto non serve saper tutto ma aver visto poche cose e averle percepite, averle indagate e averle assimilate. Talvolta basta un piccolo museo, apparentemente innocuo, per aprire la testa a un cosmo di sensazioni che diventeranno percezioni. E poi, come si dice delle ciliegie, anche queste sensazioni finiranno l’una col tirare l'altra e lasciare un segno stabile e utile nella mente. Comprensione e Analisi Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte. 1. Sintetizza le argomentazioni espresse dall’autore in merito alle caratteristiche di un diffuso modo contemporaneo di viaggiare. 2. Illustra le critiche di Daverio rispetto al fast trip e inseriscile nella disamina più ampia che chiama in causa altri aspetti del vivere attuale. 3. Individua cosa provoca confusione nei turisti che visitano il nostro Paese in maniera frettolosa e spiega il collegamento tra la tematica proposta e l’espressione latina ‘festina lente’. 4. Nel testo l’autore fa esplicito riferimento a due eminenti scrittori vissuti tra il XVIII e il XIX secolo: spiega i motivi di tale scelta. 1) Secondo l’autore negli ultimi tempi le persone stanno adottando sempre di più la pratica del fast trip ossia di viaggi di pochi giorni in cui si cerca di visitare quanti più luoghi possibili. Il fast trip equivale ad una sorta di fast food dove è la quantità che conta senza assaporare la qualità ed allora, come per il cibo, l’importante è girare in fretta e furia le diverse città famose d'Italia piuttosto che godere delle bellezze che le stesse offrono. Questa tipologia di viaggio non arricchisce il viaggiatore che sembra in ogni caso più interessato a fare shopping ed a visitare i vari outlet che si trovano lungo la strada piuttosto che a lasciarsi immergere nella cultura del luogo. Per Daverio, il miglior modo per viaggiare, anche se anacronistico, è quello lento e mediato talora a piedi nonché quello a suo tempo effettuato da Goethe a vela per giungere in Sicilia. 2) Daverio ritiene che i fast trip nel loro modo di essere superficiale siano esattamente il contrario di quello che dovrebbe essere un viaggio. Il viaggio serve ad incamerare sensazioni ed informazioni che poi vengono rielaborate e contribuiscono ad arricchire la mente. Il viaggio bulimico è un viaggio con tante nozioni prive di approfondimento che lascia confusione e non fa acquisire conoscenza. Ma è proprio la finalità del viaggio che manca: le mete non vengono scelte per la ricerca della conoscenza ma sono ispirate da foto di luoghi “instagrammabili” oppure che hanno ottenuto molti “like” su vari social media. L’importante è la foto sotto il Colosseo e non sapere quando e perché è stato costruito. I collegamenti veloci tra le varie località d'Italia contribuiscono ad un turismo mordi e fuggi fatto anche di poche ore giusto il tempo per poter dire di esserci stato. 3) Come detto, il viaggio ha lo scopo di far percepire, indagare e assimilare la cultura del luogo. Le visite frettolose del nostro paese, a causa anche dei innumerevoli luoghi e posti da visitare, provocano confusione nei turisti tanto da confondere il Colosseo dalla Torre di Pisa o da mettere sulla stesso piano un venditore ambulante vestito da centurione ad un monaco benedettino ed i suoi canti gregoriani. . Daverio fa quindi riferimento all’espressione latina ‘festina lente’ ossia “Fai in fretta, ma andando piano” per sostenere i “benefici” di un’altra tipologia di viaggio, ovvero quella lenta, su cui tutta la sua conclusione si articola. Il viaggio quindi può anche essere breve ma non necessariamente deve essere pieno di luoghi da vedere/attività da fare. Al contrario, secondo l’Autore si devono scegliere con cura pochi luoghi su cui avere tutto il tempo per soffermarsi. 4) Daverio nel testo fa riferimento a Goethe e Leopardi per sostenere il suo punto di vista riguardante il fast trip. Egli fa infatti riferimento a Goethe per sostenere le sue tesi e dunque l’importanza della lentezza nel viaggio. Attraverso Leopardi dimostra il fatto che non sia necessario visitare tanti posti contemporaneamente ma che “per saper tanto non serve saper tutto ma aver visto poche cose e averle percepite, averle indagate e averle assimilate”, quindi meglio allora aver visto poche cose ed averne acquisito la “conoscenza” che aver visto tanto ed avere come unico risultato foto sul cellulare di cui non si è in grado di spiegare l’essenza.
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