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tipologia e sintassi, e l'ordine svo, Sbobinature di Linguistica Generale

trascrizione fonetica, tipologia e sintassi: sintagma verbale e nominale, apposizione Come mai la stragrande maggioranza delle lingue del mondo privilegia una grammatica di tipo SOV, SVO o VSO?

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 22/04/2022

martinapedalettii
martinapedalettii 🇮🇹

4.5

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Scarica tipologia e sintassi, e l'ordine svo e più Sbobinature in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! LEZIONE 12 Trascrizione fonetica angoscia pazzia Della parola “angoscia” facciamo anche la trascrizione fonologica: N.B in questo caso possiamo non mettere i due punti perché non è distintiva la qualità vocalica in italiano, mettiamo però l’accento. trascrizione fonologica: la trascrizione non con i foni, bensì con i fonemi, che mantiene quindi solo i tratti fonologicamente salienti, eliminando tutte le forme di variazione (libera, contestuale), e tutto ciò che non è fonologico. Abbiamo visto che le lingue vengono collocate nelle famiglie attraverso processi di ricostruzione. La famiglia è un raggruppamento nel quale troviamo lingue imparentate più strettamente o più alla lontana, come un albero genealogico, con un progenitore e le ramificazioni. Quello che le classificazioni genealogiche non ci dicono è quanto le lingue sono simili o diverse. Infatti appartenere alla stessa famiglia non garantisce identità strutturale. Un caso che abbiamo intravisto ieri è quello del maltese, lingua sorella dell’arabo ma estremamente diversa, dal momento che si è contaminata con il contatto con altre lingue (inglese, italiano meridionale). L’unica classificazione che ci dice qualcosa su quanto le lingue possano essere effettivamente simili è un terzo di criterio di classificazione, ovvero. 3. La classificazione tipologica (la nozione di tipo linguistico) inizio a registrare Se la classificazione genealogica raggruppa le famiglie in base a rapporti di parentela, senza guardare se sono simili strutturalmente, questa terza classificazione raggruppa in gruppi linguistici, mettendo insieme lingue simili senza considerare se sono simili o no. La seconda e la terza sono dunque due classificazioni assolutamente complementari. Di cosa si occupa la tipologia linguistica? Essenzialmente, dello studio della variazione interlinguistica. Dire che la tipologia linguistica studia la variazione linguistica e interlinguistica, cioè studia fino a che punto le lingue possono differenziarsi, significa dire che: 1) le lingue del mondo sono diverse tra di loro 2) se la diversità tra le lingue del mondo è un oggetto studiabile dal punto di vista scientifico (cioè se questo può concorrere a costruire una teoria della diversità linguistica), è evidente che la diversità tra le lingue del mondo non è imprevedibile, caotica e casuale, ma obbedisce a qualche principio generale QUINDI la variazione non può essere frutto del caso, ma evidentemente obbedisce a principi generali La tipologia linguistica ambisce ad individuare proprio questi principi generali, cioè ad individuare quali sono i principi che regolano la variazione tra le lingue del mondo. La tipologia per fare ciò: a) esclude la componente tempo vale a dire non ci interessa sapere se una lingua deriva da un’altra, quali processi ha subito per assumere quella configurazione grammaticale ->le lingue vengono come “fotografate” nella loro caratterizzazione strutturale e analizzate a prescindere da tutte le condizioni storiche che le hanno determinate b) considera le lingue a prescindere dalla famiglia di appartenenza e dell’epoca di attestazione c) classifica le lingue in base ad analogie e divergenze sistematiche a livello strutturale. TIPI LINGUISITCI: i raggruppamenti tra i quali le lingue vengono ripartite, un insieme di lingue strutturalmente simili-> che adottano le stesse strategie formali per risolvere i medesimi problemi comunicativi. I tipi linguistici sono combinazioni di proprietà strutturali logicamente indipendenti l’una dall’altra, ma reciprocamente correlate. il tipo è un identikit, un prototipo che si basa su combinazioni di proprietà che sono logicamente indipendenti ma che scopriamo essere correlate. È immagine astratta, una grammatica teorica, un insieme di tratti grammaticali che noi scopriamo nelle lingue del mondo e che si trovano spesso in correlazione. Quali sono le proprietà strutturali interessanti per la tipologia? Quali sono le proprietà che ci aiutano a definire i tipi linguistici? Sono quelle proprietà che ci permettono di fare previsioni. Dire che una lingua fa parte di un tipo o di un altro ci permette di fare revisioni su cosa troverò nella grammatica di quella lingua, senza averla studiata. Risultano dunque pertinenti quelle proprietà la cui combinazione consente di operare previsioni attendibili sulla struttura delle lingue indagate. In altri termini, se un tipo è un insieme di più proprietà reciprocamente indipendenti, ma poste in correlazione, ciascuna di queste proprietà risulterà pertinente qualora permetta di prevedere la presenza delle altre proprietà del tipo. Ricordiamo sempre che tutto questo è tendenziale, mai categorico: le lingue sono oggetti culturali, cambiano con parametri che sfuggono a dinamiche completamente prevedibili. ma salvo azioni molto forti di agenti esterni per processi di standardizzazione, le lingue tendono per inerzia ad andare in una certa direzione, che è quella della ricerca di una certa coerenza tipologica: vale a dire, abbinare proprietà che in qualche modo obbediscono ad un unico principio generale. I tipi linguistici sono entità astratte che si configurano come una raffigurazione astratta e semplificata della realtà effettivamente osservabile e, come tali e in quanto tali, non sono fedelmente riprodotti da alcuna lingua storico-naturale. Fondamentalmente: le famiglie linguistiche esistono, sono un prodotto della storia i tipi linguistici sono uno strumento di analisi della realtà linguistica creato dai linguisti Gli universali sono le proprietà che tutte le lingue hanno in comune. Sono quelle proprietà per le quali le lingue del mondo non variano. Se la tipologia linguistica è lo studio linguistico della variazione delle lingue del mondo, è facile capire che scoprire che esiste un campo in cui le lingue non variano, non è proprio l’obiettivo che ci si augura di raggiungere. In questo caso, avrei scoperto che rispetto alla costruzione della frase indipendente dichiarativa assertiva, non c’è variazione interlinguistica. NB stiamo sempre parlando in termini ipotetici. A questo punto dovrei capire perché tutte le lingue sono obbligate a seguire quella struttura: c’è un vincolo costituzionale, biologico? Altra cosa che non devo augurarmi di scoprire è che, partendo dalla cifra convenzionale di seimila, in ognuno di questi “scompartimenti”, ci siano esattamente mille lingue -> in questo caso, se io trasformassi il numero di lingue in ogni “scompartimento”, nella percentuale di frequenza/occorrenza di uno di questi ordini, vorrebbe dire che ognuno di questi tipi ha esattamente la stessa probabilità di occorrenza. Questo vuol dire che se io scoprissi una nuova lingua, se tutti questi ordini hanno la stessa probabilità di occorrenza, la scelta di un tipo rispetto all’altro non avrebbe nessuna variante, ci sarebbe una specie di variazione livera, sarebbe un tratto sostanzialmente equivalente. Verosimilmente, sarebbe un tratto di poco interesse, perché, in questo caso, la scelta di uno o dell’altro non obbedirebbe a nessun principio di tipo generale. L’omogeneità di frequenza di occorrenza ci dice che nessun ordine favorisce o sfavorisce particolari processi linguistici. INVECE POSSIAMO DIRE CHE CI SONO TRE TIPI PIU’ FREQUENTI DI ALTRI 3. tipi effettivamente attestati (più frequenti): a) SOV 45% delle lingue del mondo b) SVO 42% delle lingue del mondo c) VSO 10% delle lingue del mondo VOS, OVS, OSV nel restante 3% delle lingue del mondo Non può essere causale che il 97% delle lingue del mondo (indipendentemente da luogo, epoca di attestazione ecc.) convergano verso tre tipi di grammatiche lasciandone da parte altre tre, quasi mai scelte. Tutte le lingue si assembrano in tre configurazioni grammaticali. Come mai la stragrande maggioranza delle lingue del mondo privilegia una grammatica di tipo SOV, SVO o VSO? Ci sarà un principio che spiega perché, delle possibilità che hanno a disposizione le lingue, ne vengono usate circa la metà? Semplicemente, il criterio è la maggiore o minore facilità con cui il nostro cervello elabora i tipi linguistici. Prima domanda che dobbiamo porci: c’è un tratto che accomuna quei tre tipi, e che invece VOS, OVS e OSV non presentano? Risposta: sì, il fatto che il soggetto venga prima dell’oggetto. C’è dunque una netta propensione delle lingue del mondo a anteporre il soggetto all’oggetto (e al verbo). Il soggetto è anche chiamato argomento esterno al verbo, perché è richiesto dal verbo, ma non fa parte del sintagma del verbo  la coesione fra verbo e oggetto è più forte di quella fra soggetto e verbo. “Prendono il latte” è una frase di senso compiuto, mentre “i bambini piccoli prendono” non lo è. Perché le lingue hanno una predisposizione per l’anteposizione del soggetto rispetto all’oggetto? Soluzioni molteplici, che vanno da ragioni di tipo strutturale alla maggiore o minore facilità del nostro cervello - quella che va per la maggiore, la sostanziale, è legata ad una sorta di iconismo, vale a dire di corrispondenza fra struttura sintattica della frase e struttura dell’informazione che noi veicoliamo, e caratterizzazione tematica e semantica degli argomenti del verbo. Ogni nostra frase, ha, oltre che una struttura sintattica, anche una struttura informativa. La struttura informativa sostanzialmente classifica l’informazione che una frase offre (il significato che trasmette), in due classi. Quindi l’informazione di una frase è divisa in due parti: 1. informazione data o tema (topic) 2. informazione nuova o rema (comment) il topic è l’informazione condivisa da mittente e destinatario, in sostanza “l’argomento” generale della conversazione. il comment è un’informazione “nuova” per il destinatario, perché è fornita dal mittente. Ciò significa che quando io pronuncio una frase, in un certo senso compio un’operazione di questo tipo: - c’è un argomento condiviso da entrambi gli interlocutori (es: i bambini) - il mittente, aggiunge un’informazione che il destinatario non sa (es: prendono il latte). Le strutture sintattiche ci dimostrano che il nostro cervello processa l’informazione in questa sequenza, prima il tema, poi il rema.  il nostro cervello è più rapido nel trattare strutture linguistiche in cui la struttura sintattica riproduce la struttura informativa, cioè la struttura sintattica in cui il topic viene prima del comment E visto che tipicamente il tema è il soggetto sintattico (cioè, il soggetto sintattico codifica ciò di cui si parla, l’informazione data), mentre il sintagma verbale è il fulcro dell’informazione nuova (in particolare l’oggetto), le frasi in cui viene sistematicamente anteposto il soggetto sono più facilmente processabili dalla mente. Il fatto che esistano però delle lingue in cui questa sistematica corrispondenza è violata (lingue con ordini diversi), non vuol dire che il nostro cervello è incapace di gestire dati linguistici di questo tipo, ma che semplicemente fa più fatica. quindi ci saranno altre strategie di compensazione di questa difficoltà. avrà altri livelli di lingua semplificati rispetto alla nostra. Altra ragione per cui il soggetto viene posto prima dell’oggetto è perché di solito il soggetto ha un ruolo attivo all’interno dell’azione, mentre l’oggetto la subisce e dunque ha un ruolo passivo. NON SEMPRE Ancora una volta abbiamo evidenza che il nostro cervello funziona meglio quando dobbiamo decodificare frasi in cui si passa da un maggior grado di agentività a un minor grado di agentività. Attenzione: l’italiano è una lingua SVO, ma questo non vuol dire che non possa costruire frasi con altri ordini. es. potrei anche dire “il giornale lo compra Marco” invece di “Marco compra il giornale”, però questa è una frase che possiamo definire marcata. la frase “il giornale lo compra marco” ci impone di usare un pronome di ripresa, quindi ha un elemento in più, e necessita di condizioni particolari (intonazione diversa, la virgola) poi, il soggetto agente diventa l’informazione nuova, ciò che vogliamo sapere, quindi transita alla fine della frase. può violare l’ordine prevalente dei costituenti. in condizioni comunicativi normali viene usata la struttura SVO. tutte le altre strutture possibili si possono usare occasionalmente, ma in contesti “marcati”. tutti gli ordini diversi da SVO in italiano sono ordini marcati. l’italiano appartiene al tipo SVO perché la percentuale prevalente delle frasi dichiarative assertive sono di tipo SVO e perché tutte le deviazioni hanno una serie di condizioni particolari per essere usate (casi eccezionali). Eppure non abbiamo fatto una tipologia linguistica pur avendo evidenziato le differenze di tipo linguistico per costruire la frase assertiva nelle varie lingue, non sappiamo ancora fare previsioni. TIPOLOGIA E SINTASSI: SINTAGMA VERBALE, ADPOSIZIONE E NOMINALE 1. parametri di indagine a) ordine di verbo (V) e oggetto diretto (O) b) struttura del sintagma adposizionale: preposizioni (Pr) vs. posposizioni (Po) c) ordine di nome e genitivo nel sintagma nominale (NG vs GN) d) ordine di nome ed aggettivo nel sintagma nominale (NA vs AN) sono moltissimi i tratti che potrei mettere in correlazione. 2. tipi logicamente possibili 3. svariate decine ancora una volta, le lingue dimostrano di usare non tutte le grammatiche che hanno a disposizione, tendono ad avere pochi schemi grammaticali ricorrenti. In particolare, rispetto ai parametri che stiamo analizzando, ci sono tre tipi molto comuni il primo tipo ha preposizione, il nome prima del genitivo e il nome prima dell’aggettivo il secondo tipo è speculare il terzo tipo identico al precedente con l’unica differenza di nome e aggettivo
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