Scarica Tommaso Moro: Umanesimo, Utopia e Riforma Sociale e più Appunti in PDF di Storia Delle Dottrine Politiche solo su Docsity! TOMMASO MORO (XV-XVI SEC.) Tommaso Moro era figlio del giudice del tribunale di Westminster. Studiò ad Oxford, fu eletto alla camera dei comuni e protestò contro Enrico VII per l’eccessiva fiscalità. Fu anche speaker della Camera dei comuni e chiese la libertà di parola per i parlamentari. Divenne Lord Cancelliere, massima carica governativa, ma si ritirò a vita privata dopo essere stato contrario all’annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona. Dopo il nuovo matrimonio Enrico VIII venne scomunicato e nel 1534, con l’atto di supremazia, ci fu la scissione dalla Chiesa di Roma ed il sovrano inglese divenne capo della Chiesa anglicana. M. venne imprigionato nella torre di Londra e le sue proprietà furono confiscate; venne poi condannato a morte per aver negato al re il titolo di capo supremo della Chiesa inglese. M. è considerato un rappresentante dell’umanesimo italiano in Inghilterra: egli studiò i classici e credeva che tali studi costituissero uno stimolo per la riflessione e l’azione nella realtà civile. Dallo studio dei classici emerge un’influenza dal pensiero platonico, che M. pensava dovesse essere ripreso e che si dovessero considerare i valori morali alla luce dei valori cristiani. In lui cogliamo infatti un forte sentimento religioso che si esplica anche nella ripresa del messaggio evangelico, nella volontà di una riforma della Chiesa e nell’idea che i valori spirituali costituissero uno strumento di unità delle popolazioni. M. inoltre è legato anche a Socrate, in quanto entrambi non si piegano alla violenza del potere e continuano a farsi portavoce del proprio messaggio. M. è anche un difensore delle libertà di, ponendosi contro lo stato di potenza e a favore della libertà di coscienza. Nel 1516 M. pubblicò “Utopia”, a cui è legato un nuovo genere letterario che ne discendere. Il nome utopia significa “non luogo” ed indica un posto inesistente dove è presente ciò che nella società moderna non esiste più, ovvero il benessere, la felicità dei membri e la giustizia; M. ricorre ad un modello ideale, come Platone, per discutere di una riforma della società e delle istituzioni inglesi. Nel primo libro, in forma dialogica, è descritta la situazione della società inglese ed i suoi mali: qui trovavamo tantissimi ladri nonostante le pene aspre, contadini che non possedevano nulla per colpa dei nobili che avevano recintato le terre, continue guerre. Nel secondo libro, invece, il protagonista, Raffaele Itlodeo, descrive un luogo ideale, da lui visitato e governato meglio di quello attuale. Le considerazioni critiche di M. sono per larga parte riconducibili alla proprietà privata ed infatti l’isola ideale, con un popolo felice, è caratterizzata dalla mancanza della proprietà privata e del denaro: il passaggio dal primo al secondo libro, costituisce il passaggio dal male dell’Inghilterra al bene di Utopia. I temi trattati nel libro sono vari. In primo luogo, l’occasione di fungere da consigliere per i regnanti, richiesta effettuata da M. a Raffaele, per via della conoscenza da lui accumulata durante i viaggi; il protagonista, tuttavia, rifiuta in quanto sostiene che nessun regnante ascolterebbe i suoi consigli perché il regno mira ad opprimere e dominare il popolo: un altro dei temi trattati è infatti la politica di potenza per dominio. Infatti, M. sostiene che una politica di potenza porta inevitabilmente alla guerra, il cui costo crescente diventa un onere insostenibile per i sudditi, costretti a pagare tributi e contribuzioni straordinarie che vanno oltre le richieste legittime di contributo. Un altro tema affrontato è quello della proprietà privata che, come già detto, è criticata da M. in quanto porta ad una polarizzazione tra i troppo ricchi ed i troppo poveri. A questo si aggiunge anche la critica alla nobiltà parassitaria, così considerata perché, a causa della loro visione del lavoro come poco dignitoso, non svolgeva alcun impiego. Raffaele Itlodeo, e dunque M., esprime la sua idea sulla proprietà privata sostenendo sia impossibile distribuire i beni in modo giusto e che dunque l’unica soluzione sia abolirla. Ciò nonostante, M. mostra qualche riserva per sfuggire alla