Scarica Crisi Manierismo, nascita Barocco: Tasso, Galilei e letteratura Cinquecento e Seicento e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! LA CONTRORIFORMA Con il termine controriforma si intende il tentativo della Chiesa di Roma di difendersi dall’espansione della riforma Luterana e degli altri movimenti protestanti, riorganizzandosi e passando a sua volta alla controffensiva. La Controriforma ha inizio nel 1545, anno in cui viene indetto da papa Paolo III il Concilio di Trento e che avrà una durata di 18 anni. La Controriforma può essere divisa in due fasi: ● prima fase (1545-1610) è all’insegna del Manierismo, una tendenza che inizia a diffondersi già subito dopo il sacco di Roma (1527) che resta interna alla tradizione classicista, alterandone ed esasperandone però i tratti sino all’eccesso e alla bizzarria. Il termine Manierismo deriva da “maniera”, parola usata nel 500 da Vasari per indicare lo stile proprio di un artista; nel corso del secolo assume una connotazione negativa e caratterizza uno stile troppo studiato e artificioso. Il Manierismo non esprime la grazia, la leggerezza o l’armonia del Rinascimento, quanto invece una situazione di sbandamento e incertezza; l’artista manierista è individualista, narcisista, psicologicamente malinconico o esaltato e naturalmente tendente all’esaltazione eroica. Tra questi artisti i nomi più di spicco sono sicuramente Tasso, Shakespeare e Cervantes. In un certo senso il Manierismo riflette la crisi del Rinascimento; sebbene la letteratura tardo-rinascimentale resti estranea agli artifici della maniera viene comunque esasperato, e quindi smarrito, quell’ideale di eleganza e sobrietà (proprio per questo motivo Galileo Galilei, vivace sostenitore di queste caratteristiche, entra in forte contesa con il manierista Tasso. Dal punto di vista cronologico questa fase è da collocare tra la fine del periodo di stabilità economica del Rinascimento e invece l’inizio della crisi, alla quale sono da aggiungere le morti dei più celebri e potenti sovrani dell’epoca: nel 1598 muore Filippo II re di Spagna, lasciando la sua nazione in uno stato di profonda decadenza, nel 1603 muore anche Elisabetta I regina di Inghilterra e nel 1598 con l’editto di Nantes la Francia esce dalle guerre di religione. ● La seconda fase (1610-1690) è invece caratterizzata dal Barocco: con Barocco si intende la civiltà e la cultura artistica, letteraria e musicale sviluppatasi nel Seicento e caratterizzata dalla tendenza alla grandiosità e all’eccesso. Il termine deriva forse dal portoghese barroco, che significa “perla irregolare”, a indicare negativamente gli aspetti bizzarri e irrispettosi delle norme o, più semplicemente, il cattivo gusto. L’uomo in seguito alla rivoluzione scientifica è infatti solo, privo di certezze, inquieto e smarrito, egli sa di non essere più al centro dell’Universo; i rapporti tra le cose sono ora relativi, stabiliti dall’ingegno del singolo individuo, venendo così abbandonata quella tendenza all’imitazione tipica del Rinascimento. La nuova visione del mondo barocco è da un lato realistica, poiché sottolinea e enfatizza gli aspetti orrorosi e turpi del reale ( quali ad esempio la morte, la putrefazione, il tema del cadavere o del teschio); mentre dell’altro è astratta e concettuale, porta a somiglianza inaudita tra cose lontane, rompendo così i confini che separano i vari comparti dell’Universo. Nel Barocco è sempre ricercata la sorpresa e la meraviglia e per questo la Chiesa ne fa largamente uso ad esempio nell’architettura. Il Barocco, a differenza del Manierismo, si rivolge esattamente al pubblico. L’epoca Barocca termina nel 1690, anno di fondazione dell’Accademia dell’Arcadia, che segna un momento di decisa posizione antibarocca e di rifiuto verso la stessa. TORQUATO TASSO Tasso nasce a Sorrento l’11 marzo 1544 (l’anno dopo, nel 1545, si sarebbe tenuto il concilio di Trento. Egli è totalmente sradicato dalla sua patria, dal momento che ne il padre ne la madre erano di origini campane. La sua fanciullezza è segnata da una costante sventura e solitudine: il padre, Bernardo, cortigiano e militare, per seguire il principe di Salerno è spesso lontano dal figlio finché nel 1552 non viene esiliato da Ferrante e segue il principe in Francia. Tasso resta dunque nelle mani della madre, la nobildonna pistoiese Porzia de’Rossi, e la sorella di questa di nome Cornelia. Quando nel 1554 può finalmente recarsi a Roma per incontrare il padre muore la madre e la sua famiglia viene colpita da una dura confisca dei beni. Nel 1557 segue il padre a Urbino, nel 1559 a Venezia, periodo nel quale scrive una prima bozza, seppure molto confusa, della Gerusalemme. Nel 1562 compone un poema cavalleresco dal titolo “Rinaldo”. Tra il 1560 e il 1565 affina i suoi studi tra Padova e Bologna (dalla cui università é però espulso). Nel 1565 avviene la svolta alla sua vita: egli si trasferisce infatti a Ferrara al servizio del Cardianale Luigi d’Este, scelta che è apertura di un periodo di grande serenità per Tasso. Nel 1565 compone il Goffredo (altra edizione della Gerusalemme Liberata). Dopo un viaggio in Francia e uno a Roma e dopo essere stato congedato dal cardinale Luigi d’Este si presta ora al servizio del duca Alfonso II, proprio a questi anni risale infatti la stesura dell’Aminta. Dopo questo splendido periodo inizia però per Tasso un periodo di profonda crisi, le ragioni sono principalmente due: ● L'angoscia dovuta al poema: egli infatti è profondamente insoddisfatto della sua opera e, nonostante il parere positivo di tutti, il conflitto tra libertà di pensiero e ortodossia lo rende vittima di vere e proprie esplosioni psicotiche. ● I difficili rapporti con gli Estensi: a causa di questa instabilità psicologica un giorno Tasso accoltella un servo di corte che temeva lo stesse spiando, poco tempo dopo, in pubblica piazza, offende pesantemente lo stesso Alfonso II, suo amico e protettore, che lo fa rinchiudere come pazzo nell’Ospedale di Sant’Anna. La prigionia in questo ospedale dura 7 anni, nei quali si alternano momenti di delirio a momenti di lucidità, proprio in questo periodo rielabora i 26 Dialoghi. Nel 1580 viene pubblicata, senza il suo consenso, la Gerusalemme Liberata, segue un’edizione del 1584 invece approvata, e infine una del 1593 dove Tasso stesso prova a ripulire e concludere finalmente il poema. Muore il 25 aprile 1595 a Roma. del Barocco vuole suscitare effetti di stupore e meraviglia e adeguarsi al pubblico e alle mode. Il poeta deve essere in grado di provocare piacere nel lettore attraverso la meraviglia prodotta da metafore(=analogie fra campi diversi e lontani) e concetti(=che spiegano tali connessioni attraverso delle argute trovate in modo da dare loro un senso. Si può quindi dire che il poeta barocco cerca di stimolare nel lettore un piacere intellettuale(=farlo pensare a cose nuove o indurlo a strani e bizzarri collegamenti). Giambattista Marino Giambattista Marino fu il poeta che ebbe maggior successo nel nostro paese e in Europa. Nasce a Napoli nel 1569 e la sua formazione letteraria è influenzata dal manierista Torquato Tasso. Da giovane fu ospitato da nobili famiglie di Napoli dopo essere stato cacciato di casa dal padre che non approvava il suo stile di vita scapestrato. Dopo due incarcerazioni per accuse di immoralità, fuggì a Roma dove vive tra il 1600 e il 1605. Rimane poi a Ravenna tra il 1605 e il 1608, passa poi a Torino al servizio del duca Carlo Emanuele di Savoia. Nel 1609 ricevette la nomina di cavaliere e si scontrò con il segretario del duca, il poeta genovese Gaspare Murtola con cui si scambierà versi satirici e polemici (Fischiate) e che in seguito lo aggredirà per strada sparandogli con una pistola. A Torino Marino visse fino al 1615. Finì però in disgrazia e venne incarcerato per maldicenza e versi offensivi contro lo stesso duca. Nel 1614 riunì i suoi versi lirici sotto il titolo La Lira, opera che determinò il suo successo e la sua fama. Nello stesso anno pubblicò anche le Dicerie Sacre, esempio di oratoria religiosa. Dal 1615 al 1623 Marino si trova alla corte di Parigi dove superò un momento difficile ingraziandosi il giovane Luigi XIII. Nel 1616 pubblicò gli Epitalami, poesie per nozze, nel 1619 La Galeria, liriche dedicate ad opere d’arte, nel 1620 La Sampogna, idilli mitologici e pastorali e nel 1623 L’Adone dedicato al re Luigi XIII con più di 40.000 versi. Sempre nel 1623 per motivi legati alla salute decise di tornare a Napoli dove morì nel 1625. Postumi uscirono il poema d’argomento religioso La strage degli innocenti e varie raccolte di Lettere. Proprio fra queste lettere si incontrano alcuni fra i più significativi documenti della poetica dell’autore. Bisogna però ricordare una terzina della Fischiata XXXIII dove si sostiene che il fine principale del poeta consiste nella meraviglia o nella lettera premessa alla Sampogna dove si professa la spregiudicatezza di “leggere con il rampino” cioè trendo spunto da ogni lettura, non si tratta di imitazione, ma metaletteratura e cioè letteratura che nasce dalla letteratura ispirandosi ad essa. La Lira La Lira uscì nel 1614 ma comprende testi scritti a partire dal 1592. Il titolo allude allo strumento a corde assunto come simbolo della poesia e dunque a tutte le varie possibilità tecniche e tematiche che il poeta sarebbe stato in grado di realizzare. La suddivisione del canzoniere è per generi e per temi e non scandisce quindi una storia unitaria d’amore come nel modello petrarchesco. L’attenzione non è più posta sulle vicende interiori del soggetto poetico, ma è tutta proiettata su dati esterni, su particolari oggettivi e su quadretti di vita comune. Prevale insomma un atteggiamento che antepone il senso della vista al resto. Quella della Lira è una poesia fredda in cui è nulla la partecipazione sentimentale, ma proprio questa razionalità fornisce all’autore un suo equilibrio. Questa moderazione si coglie anche nel linguaggio, nel quale Marino rifiuta la lingua poetica teorizzata da Bembo e introduce neologismi e parole desunte da volgare, latino e dai dialetti ma la amalgama sulla base della lingua poetica di Tasso e di Guarini. La Galeria Nel 1619 Marino pubblica La Galeria, un tentativo di rendere in versi una galleria d’arte di pitture e sculture, il libro poetico è infatti diviso in Sculture e Pitture. L’idea iniziale era comporre un libro figurato in cui ad incisioni artistiche si unissero poesie raffiguranti quadri e sculture, il tentativo fallì e Marino si limitò a pubblicare i testi poetici di argomento artistico da lui composti nel decennio precedente. La Sampogna Viene pubblicata nel 1620 e riunisce otto idilli mitologici e quattro pastorali scritti fra il 1607 e il 1619. Gli argomenti sono spesso erotici e ricorrente è il tema del ratto e della violenza sessuale, anche in questo caso manca l’abbandono alla passione, la poesia rimane astratta e cerebrale. Tendenze e generi della letteratura del Seicento Gli scrittori seicenteschi trascurano la poesia classicistica per puntare su tecniche capaci di colpire l’immaginazione e creare meraviglia. Nella letteratura barocca il riferimento alla tradizione resta, ma viene visto come un repertorio da cui attingere temi. La poesia barocca affronta una varietà di situazioni ed oggetti. Tra i poeti spicca Giambattista Marino, la cui poesia mira mira a produrre un effetto di meraviglia e che viene riconosciuto come ilmaestro della nuova poetica che in Italia da lui prende il nome di “marinismo”. Marino scrive anche un poem L’Adone che ha come protagonista un personaggio mitologico bello e disimpegnato(Adone) e pone al centro la sfera privata dell’erotismo e non le armi e l’eroismo. Nasce così anche il poema eroicomico che nasce in Italia con Tassoni che scrive La secchia rapita, un’opera costruita secondo le regole del poema ma che ha per argomento il rapimento di una secchia di legno da parte dei modenesi ai bolognesi e le guerre che ne seguono. Il genere più congeniale alla civiltà barocca è però il teatro, strumento ideale per rappresentare le illusioni della vita umana in cui si mescolano verità e finzione. La vita viene quindi concepita come una grande recita, idea centrale nella poetica di Calderòn de la Barca, per il quale l’esistenza è paragonata ad una grande messa in scena e ogni uomo è attore con una parte da recitare. La ricerca barocca del nuovo favorisce la trasformazione dei generi, la loro ibridazione e la loro parodia al contrario del secolo precedente. Un fenomeno nuovo è l’affermazione del romanzo in prosa mentre il primo romanzo psicologico moderno è La principessa di Cléves pubblicato in Francia nel 1678 da Madame de la Fayette. La letteratura barocca convive anche con un filone di letteratura scientifica che si serve dei generi tradizionali dell’esposizione utilizzando spesso la lingua nazionale e rivolgendosi ad un pubblico ampio. Il principale scienziato italiano dell’epoca, Galileo Galilei, è anche uno scrittore di primo piano che usa il linguaggio con una forte coscienza letteraria. Galileo- Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo Nel 1623 l’elezione al pontificato di Urbano VIII, che era un estimatore di Galilei, fece sorgere in lui la speranza di poter pubblicare. Occorreva quindi sfruttare il momento propizio progettando un’opera complessiva in grado di agire come detonatore contro i peripatetici(=seguaci dell’aristotelismo) e contro le radicate obiezioni che il senso comune oppone all’ipotesi del moto della Terra. Il lavoro si concluse nel 1630 ed avrebbe dovuto avere come titolo Dialogo sopra il flusso e il reflusso del mare per concentrare l’attenzione sul fenomeno fisico del movimento delle maree. Ma per aggirare la barriera della censura ecclesiastica apportò numerose variazioni. Modificò proemio e conclusioni cambiando il titolo in Dialogo sopra ai due massimi sistemi del mondo. In questo modo l’opera ottenne l’imprimatur del papa e fu pubblicato nel febbraio 1632. Le parole “due massimi sistemi” sottolineano la volontà di escludere il modello di Tycho Brahe. La decisione di Galileo di dare al proprio lavoro la forma di dialogo è di capitale importanza sul piano della strategia comunicativa. Inoltre Galileo si rivolge alla lingua italiana e alla lunga tradizione dialogica mediante l’intreccio delle voci di diversi interlocutori. Il dialogo galileiano dunque riprende una tradizione platonica e rinascimentale, ma allo stesso tempo la rinnova introducendo quello che diventerà il modello per il genere dialogico di tipo scientifico: viene impostato su tre personaggi due dei quali sono scienziati mentre il terzo contribuisce con argomentazioni più colloquiali e divulgative a orientare l’intreccio delle voci. A causa del successo il Dialogo fu presto esaminato da una commissione pontificia, nel luglio 1632 venne sospesa la vendita e nel gennaio 1633 Galileo fu costretto a recarsi a Roma davanti al tribunale del Sant’Uffizio. Il processo si concluse con la condanna di Galileo alla sottomissione e all’abiura. Nel giugno 1633 il Dialogo venne inserito nell’Indice dei libri proibiti. Gli interlocutori del dialogo sono tre: il nobile fiorentino Filippo Salviati, copernicano della cerchia di Galilei, il nobile veneziano Giovan Francesco Sagredo, rappresentante di quel pubblico di interessati non specialisti, e l’aristotelico Simplicio, un personaggio immaginario che ricorda un celebre commentatore di Aristotele. Si immagina che i tre protagonisti si riuniscano per quattro giornate a Venezia dove il colloquio si muove in modo apparentemente casuale. Le scelte linguistiche di Galilei obbediscono all’intento del Dialogo di raggiungere il pubblico più vasto possibile, a questo scopo viene usato il volgare e non il latino. La rottura con la tradizione aristotelica si può notare anche sul piano terminologico, Galileo ricorre a parole usuali adibendole ad una nozione specifica senza coniare nuovi vocaboli prelevandoli dalle lingue classiche, in modo da definire con chiarezza il nuovo significato che i nomi verranno ad avere nel contesto della nuova scienza, per tale motivo uno dei modelli linguistici del Dialogo è Il Principe di Machiavelli, da cui eredita lo stile dilemmatico e disgiuntivo e l’esclusione delle doppie verità. Le ragioni che hanno indotto Galileo ad assumere il genere dialogico sono: 1. Alimentare l’impressione del lettore che tutto il libro sia una neutrale discussione di due diverse teorie cosmologiche. 2. Intrattenere i lettori con una piacevole rappresentazione in cui le argomentazioni scientifiche siano accompagnate da situazioni teatrali e comiche. La teatralizzazione delle due concezioni serve perciò a rendere il lettore partecipe del conflitto fra due modi di pensare antagonisti. Il progetto finale di Galileo tuttavia non era di trovare un compromesso tra copernicanesimo e dogma ecclesiastico, bensì ad affermare la completa autonomia delle scienze naturali dall’ambito della teologia. Infatti: 1. Il discorso scientifico non ha bisogno di appoggiarsi su alcuna autorità ad esso estranea. Nel corso del XVIII secolo In Inghilterra (e in misura minore anche in Francia) emergono sulla scena economica e politica gli intellettuali, espressione della borghesia. Questa è una classe cittadina, alfabetizzata e benestante in crescita. Questa rapida ascesa collabora alla formazione dell’opinione pubblica e alla creazione del giornalismo. Uno dei primi periodici è il The Spectator, pubblicato fra il 1711 e il 1714 e aperto alla saggistica letteraria, alla critica sociale e di costume e all’intrattenimento umoristico ed edificante. In Italia ritorna il mito della “Repubblica delle lettere”, capace di unire intellettuali molto diversi e distanti fra di loro. I luoghi di aggregazione sono i salotti o i Caffè. In ambito ecclesiastico la figura intellettuale è quella emergente dell’abate un clerico che godeva di particolari benefici per meriti religiosi. Emerge la figura dell’erudito storico, bibliotecario, filologo ecc… Alcuni esempi sono Antionio Magliabechi, Ludovico Antonio Muratori e Scipione Maffei. Sorge anche la massoneria. Gli intellettuali provenivano in larga parte dai ceti non nobili della borghesia e (eccettuata l’Inghilterra) raramente vivevano solo del proprio lavoro, questi tendevano a porsi come i legislatori della società, un agitatore di idee che contribuisce a creare l’opinione pubblica attraverso i pamphlets (libelli) o pubblicazioni giornalistiche. Nascono varie accademie illuministe come quella dei Pugni la quale contribuirà alla nascita del primo periodico italiano, il Caffè (maggio 1764 giugno 1766), che attingeva sia al modello inglese dello Spectator sia al modello francese dell Encyclopédie. NAsce anche la figura e la concezione sociale del cittadino, che non accetta più di essere un semplice suddito e pretende il coinvolgimento collettivo di tutti i cittadini nell sorte dello stato, questa è dunque la società del cittadino e dei diritti, fondata su principi libertari e sull’emancipazione. Romanzo Inglese settecentesco Nasce con la formazione di un sistema imprenditoriale legato all’editoria e diventa presto il genere letterario egemone nell’Inghilterra illuminista. Defoe e Fielding fondano il romanzo di costume e avventure, espressione del mondo della classe media. Robinson Crusoe (1719) rappresenta il primo esempio di eroe borghese in questo contesto. Si afferma anche il romanzo psicologico, presente anche in autori come Richardson e Marivaux. Crescono i anche autobiografia, saggio e pamphlet. Illuminismo milanese Pietro Verri nasce a Milano nel 1728 e, dopo un soggiorno a Vienna, rientra nella città meneghina nel 1761, si dedica a studi economici e da vita all’Accademia dei Pugni, così detta per la diceria che le discussioni termineranno spesso in rissa, aderì anche Cesare Beccaria. Le riunioni trattavano temi di rilevanza sociale senza formalismi. Dall’Accademia nacque il Caffè (maggio 1764 giugno 1766), e in seguito Verri diventerà membro dell’amministrazione austriaca con compiti di pianificazione economica e attuò vari progetti di natura riformista pubblicando nel frattempo opere di economia, storia e filosofia. Venne sospeso da ogni incarico nel 1786 dopo la svolta autoritaria di Giuseppe II, l’arrivo dei francesi a Milano gli diede la possibilità di ritornare all’amministrazione ma il compito fu talmente gravoso che morì il 28 giugno 1797. Fra le sue opere ci sono quelle a carattere filosofico come Meditazioni sulla felicità (1763) e Discorso sull’indole del piacere e del dolore (1773) e politico Meditazioni sull’economia politica (1771) ma la sua opera più importante è senza dubbio Osservazioni sulla tortura (1804). Grazie a lui inoltre fra il 1770 e il 1779 viene pubblicata l’edizione italiana dell’Enciclopedia. Simile a quello di Verri è il pamphlet del 1764 Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria. Beccaria nasce a Milano nel 1738 e si laurea a vent’anni in legge presso l’Università di Pavia, nel 1762 nacque la figlia Giulia (madre di Alexxandro Manzony) e morì nel 1794. Dei delitti e delle pene è divisa in quarantadue capitoli ed è un grande attacco critico rivolto al sistema giuridico all’epoca vigente, l’opera critica aspramente anche la pena di morte e la tortura. Autobiografia moderna Si tratta di un genere che nasce con Le confessioni di Jean Jaques Rousseau, un’opera di dodici libri pubblicata postuma fra il 1782 e il 1789 (scritta fra il 1765 e il 1771). Con Giannone e Vico diventa una provocatoria confessione e un forte scavo introspettivo nel mondo segreto dell’io. Il genere è figlio della mentalità dell’individualismo borghese e vicino al romanzo, in genere descrive un percorso intellettuale. Fra le opere italiane più importanti ci sono Vita di Aflieri, Mémoires di Goldoni, e Storia della mia Vita di Giacomo Casanova. Rousseau scrive anche un celebre romanzo epistolare noto come Giulia o la nuova Eloisa (1760), il romanzo è una storia d’amore e di conflitto fra la natura e la spontaneità selvaggia dei sentimenti e la civiltà, con le sue leggi.Saint-Preux si innamora di Giulia facendo da precettore Clarens, con la quale si congiunge in “nozze naturali” per poi abbandonarla per viaggiare per il mondo. Giulia sposa il signor Wolmar e quando dopo molti anni Saint-Preux ritorna Giulia ha due figli, per i quali il signor Wolmar offre un lavoro come precettore a Saint-Preux. Giulia oscilla per anni fra la semplice amicizia e l’amore risorgente per l’ex amante, poi muore per salvare un figlio dall’annegamento. Voltaire e il Candido Voltaire vede l’apice della sua fama fra il 1744 e il 1750, venendo nominato storiografo di corte e membro dell’Accademia di Francia e protetto dalla celebre Madame Pompadour. Era tuttavia inviso a Luigi XV e dovette quindi trasferirsi alla corte di Federico II di Prussia, ma l’ennesima delusione lo porta a ritirarsi a Ferney, fra Francia e Svizzera. Nel 1756 l’illuminismo europeo è scosso (LOL) dal Terremoto di Lisbona (Voltaire ci scrive un poema) In questo contesto nasce il Candide che denuncia la presenza di male nel mondo e critica l'ottimismo filosofico di Leibniz, un esempio di tale atteggiamento lo si trova nella LEttera sulla Provvidenza dove differenzia fra male generale e male particolare, il male è sempre ineluttabile.Nel Candide il ritmo è rapidissimo e aleggia uno humor a sfondo tragico che Critica stupidità e bestialità umane. Per Voltaire l’ottimismo dottrinario è la negazione del reale e per questo è da evitare.