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Totalitarismo: origine e caratteristiche, Dispense di Storia

L'origine del termine totalitarismo e delle sue caratteristiche. Si parte dalla definizione data da Giovanni Amendola per arrivare all'analisi di Hannah Arendt. Si evidenziano i tratti comuni dei regimi totalitari e si sottolinea come il terrore sia uno strumento utilizzato per mantenere franti i legami sociali. Si parla anche delle differenze tra i regimi nazista e stalinista. utile per chi vuole approfondire la storia dei regimi totalitari.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 11/09/2023

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eleonora-nobile 🇮🇹

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Scarica Totalitarismo: origine e caratteristiche e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! TOTALITARISMO Totalitarismo Dal 1951 anni di pubblicazione del saggio di Hannah Arendt “the origin of totalitarianism” si inizia a parlare di Totalitarismo, nonostante questo, questo termine era già stato creato per definire il regime di Mussolini, in Italia. Giovanni Amendola, un socialista italiano, aveva scritto nel 1923 su un quotidiano “il mondo” e presenta il fascismo come sistema totalitario, perché secondo lui il termine dittatura non è adeguato, l’unico termine che secondo lui é giusto è il termine totalitarismo. Con il termine totalitarismo si intende quella volontà di controllare la vita delle persone, non solo che il potere si trova in mano ad una sola persona. Pietro Gobetti nel suo giornale “la rivoluzione liberale” ospiterà un articolo di Lelio Basso che utilizza il termine totalitarismo per parlare dei sostenitori di Mussolini, i fascisti. Nel 1926 Don Luigi Sturzo, capo del PPI, aveva sottolineato che con il fascismo era nata un a nuova concezione dello stato e del partito, uno stato totalitario e un partito che vuole assoggettare le menti degli italiani, accusa Mussolini di organizzare una statolatria. Nel 1951 Hannah Arendt riflette sulle origini del totalitarismo; lei nasce a Konigsberg, aveva visto e conosciuto in particolare il regime di Hitler e aveva invece studiato il regime di Stalin, non si occupò della questione italiana, a cui si riferisce come un regime a partito unico, questo perché non conosce bene la realtà italiana. Hannah Arendt assimila il regime di Stalin e il regime di Hitler parlandone ponendoli sullo stesso piano, al suo tempo nessuno era contro questi due partiti e tantomeno nessuno li considerava come compatibili o punibili sullo stesso piano, per questo venne abbastanza criticato anche perché quando venne scritto Stalin era ancora in vita e molti comunisti non erano a conoscenza di ciò che accadeva in unione Sovietica. Gli stessi canoni che aveva usato Freud per analizzare l’uomo, gli stessi bisogni di origine emotiva vengono utilizzati per spiegare i comportamenti sociali, questo viene usato anche per definire la nascita dei regimi totalitari. La causa della nascita dei regimi totalitari è che i legami sociali sono rotti e l’uomo si sente solo, ha bisogno di figure di riferimento, il leader carismatico ha come principale obiettivo quello di mantenere i legami franti per poter portare avanti il regime. Vengono identificati dei tratti comuni tra i regimi: - sono regimi caratterizzati e prodotti della società di massa in cui si sono persi i legami, sono venuti meno i sentimenti di solidarietà e gli ideali della società ottocentesca, l’individuo si sente solo e sente di non essere protetto per questo il regime totalitario rappresenta una protezione, il leader si identifica come un padre della popolazione, questo sentimento manca all’interno dei regimi liberali o i regimi democratici. - I regimi totalitari usano tutti allo steso modo il terrore, strumento che permette di mantenere franti i legami, per fare in modo che la società necessiti di un leader, non è usato in questo caso per eliminare i nemici dello stato. Il terrore colpisce alla cieca, ovvero non ha un nemico specifico, ma colpisce con il solo scopo di desocializzare e mantenere i legami franti; si individua un nemico non reale, si cerca un nemico interno per poter mantenere la società fragile e impaurita. I remi i totalitari sono ansiogeni, vengono diffuse false idee di complotti e false minacce; i nemici finiscono per essere dei capi espiatori. Nei momenti di crisi i soggetti ritengono opportuna la figura di un leader forte e carismatico. Quando la Arendt scrisse questo testo non aveva molte conoscenze soprattutto sul regime di Stalin, alla fine della seconda guerra mondiale si conosceva molto poco su tutte le opere e le decisioni che erano state prese durante tutto il regime, la poca conoscenza era data dal fatto che i pochi sopravvissuti o erano scappati o avevano paura di parlare e raccontare ciò che avevano vissuto; lo stesso valeva anche per il regime di Stalin infatti tutte le informazioni che giungevano dalla Russia erano soggette a censura, inoltre Stalin mentre lei scrive è ancora in vita, muore nel 1953. La Arendt ritiene che il terrore dei regimi totalitari sia un regime volto a desocializzare, noi adesso sappiamo che il terrore non colpiva alla cieca, si sceglie in modo ben preciso tutte le categorie che si ritenevano pericolose, come tutte le persone che lavoravano nella comunicazione e nei trasporti, questi avrebbero reso il regime meno capace di controllare tutto lo stato. Ad oggi il termine totalitarismo è un solo termine storiografico, questo sta ad indicare che i regimi davvero totalitari non esistono in realtà, non esiste uno stato che sia perfettamente totalitario, in ogni regime ci sono state delle forme di opposizione. La storiografia assimila i regimi ovvero quello nazista e quello staliniano, nonostante sottolinei che partono da matrici diverse finiscono per commettere gli stessi reati: uso del terrore, leader carismatico, intervento massiccio dello stato nell’economia, controllo della cultura sociale e familiare di tutta la società. Sono presenti anche delle riflessioni storiografiche che tendono a ritenere diversi i due regimi, che nonostante abbiano dei tratti comuni sono differenti perché uno ha lo scopo di realizzare una società ideale,
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